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Partiamo con i dati sui mercati azionari a partire dal 1988: quante volte e ogni
quanto tempo gli indici di Borsa hanno segnato burrasca?
Tipo di
Frequenza media Durata media Ultimo evento
flessione
pari o > -5% All’incirca due volte all’anno 67 giorni luglio 2015
pari o > -10% All’incirca una volta ogni 2 anni 170 giorni giugno 2012
pari o > -20% All’incirca una volta ogni 6 anni 465 giorni ottobre 2011
È abbastanza chiaro grazie a questa tabella che i crack finanziari sono fisiologici.
Quel che importa capire però è cosa accade dopo un crack finanziario; dopo,
cioé, che i Tg della sera hanno allarmato i risparmiatori sui “miliardi bruciati” a
Piazza Affari.
Guardiamo i numeri: dopo l’esplosione della crisi subprime negli Usa e nel
Regno Unito, tra il 2007 e il 2008, la crisi sistemica ha portato le borse ai minimi
nel marzo 2009: negli anni successivi (dati al 31/12/2015) l'indice azionario
internazionale ha guadagnato ogni anno in media il 5,7%. Allarghiamo la nostra
analisi dal 1988 al 2015: che performance avrà avuto l'indice? Scorporando i dati
decennali emerge un 7,2% medio annuo. Proviamo a analizzare invece della
dinamica temporale, l'estensione dei ribassi, da cui emergono dati interessanti
su quanto accaduto dopo i crolli di Borsa. Tra il maggio 2008 e il marzo 2009
l'indice ha perso la bellezza del 55,5%. Qualcuno si ricorda qual era il sentiment
di mercato, in questi giorni, e la propensione all’investimento dei risparmiatori?
Vediamo in questa tabella, per ciascuno delle 5 fasi di pesanti ribassi recenti,
come sono andate le cose nell'anno successivo e nei successivi 5.
Ne emerge uno schema di 25 periodi, di cui solo 3 mostrano il segno meno.
Complessivamente restare investiti dopo il maggio 2008 avrebbe prodotto
ritorni del 14,8% annuo medio. In valori assoluti 10mila dollari oggi ne
varrebbero 19.993: con un guadagno vicino al 100%. Non male per una fase
caratterizzata dalla fine finanziaria del mondo. Insomma, anche considerando la
peggiore crisi finanziaria dal ’29, investire in azioni è straordinariamente utile,
anche e soprattutto in questa fase, con i rendimenti dei titoli di Stato schiacciati
sullo zero (dinamica non molto differente per quanto riguarda i corporate bond,
di cui peraltro si assiste a un boom di emissioni). Ma come tenere la barra dritta
e non farsi condizionare dai rumori di fondo delle cattive notizie?
Chi non dispone di un consulente, che può svolgere un prezioso in questo senso,
deve imparare a fissare i propri obiettivi di lungo termine, sottoponendoli a
periodica verifica, oltre che a diversificare in modo opportuno il proprio
portafoglio di investimento. Solo così possiamo rispondere ai profeti di sventura
che, prima che si avveri la profezia (battuta) di Keynes, ci sono ampi margini di
soddisfazione.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-05-15/borse-ecco-numeri-anti-panico-che-
insegnano-aiutano-lungo-termine-181737.shtml?uuid=ADBZKcI