Innervazione simpatica
Le fibre nervoso del sistema nervoso autonomo si compongono di due neuroni in serie:
• un neurone pregangliare → il corpo cellulare è nel SNC, da cui si diparte la fibra pregangliare, che fa sinapsi
con il ganglio;
• un neurone postgangliare → il corpo cellulare si trova nel ganglio, da cui si diparte la fibra postgangliare, che
prende contatto con l’organo bersaglio.
I corpi cellulari dei neuroni da cui nascono le fibre pregangliari si trovano nelle corna laterali della sostanza
grigia del midollo spinale, in particolare nel tratto toracico e lombare (T1-L2).
Le fibre pregangliari escono poi dalla radice anteriore del midollo spinale e fanno sinapsi con neuroni che sono
in gangli collocati al di fuori dal midollo spinale, ma vicino ad esso.
Dal momento che il ganglio si trova in prossimità del punto di origine del neurone pregangliare, nel sistema
nervoso simpatico le fibre pregangliari sono corte, mentre quelle postgangliari sono più lunghe.
1
Sistema nervoso autonomo
Neurotrasmettitori
Nel sistema nervoso simpatico le fibre pregangliari sono colinergiche, infatti a livello del ganglio si trovano
recettori nicotinici che legano ACh, mentre quelle postgangliari adrenergiche.
• noradrenalina;
• adrenalina;
• dopamina.
L’adrenalina viene prodotta soprattutto dalla midollare del surrene, che la rilascia nel circolo ematico.
La midollare del surrene è costituita da cellule endocrine cromaffini classificabili come neuroni modificati, ed è
da considerare come un ganglio simpatico modificato. Infatti è innervata direttamente da un neurone
pregangliare.
Le catecolamine trovano i loro recettori adrenergici sull’organo bersaglio. L’unica eccezione è costituita dalle
ghiandole sudoripare, che sono innervate dal simpatico, ma il cui neurotrasmettitore è l’ACh, che lega recettori
muscarinici M3.
Recettori adrenergici
I recettori adrenergici sono recettori metabotropi accoppiati a proteine G.
2
Sistema nervoso autonomo
Recettori α1
I recettori α1 sono postsinaptici.
Sono associati, tramite proteine G, alla fosfolipasi C. La loro stimolazione attiva la produzione di inositolo
trifosfato (IP3) e di diacilglicerolo (DAG) dai fosfolipidi di membrana, con conseguente aumento dei livelli di
Ca2+ intracellulari e attivazione di chinasi.
I recettori α1 sono localizzati prevalentemente nella muscolatura liscia vasale, gastrointestinale e del tratto
genito-urinario, e nel cuore, e gli effetti che mediano sono:
• muscolatura liscia di ureteri, trigono della vescica e sfintere interno dell’uretra → contrazione;
Recettore α2
I recettori α2 sono accoppiati a una proteina Gi, cioè di tipo inibitorio. La loro attivazione inibisce la formazione
di AMPc, inibendo così l’ingresso di Ca2+ e favorendo l’uscita del K+.
Sono soprattutto presinaptici, e inibiscono l’ulteriore rilascio di catecolamine e acetilcolina dai terminali nervosi.
Essi infatti sono autorecettori presenti sia sul terminale simpatico, sia su quello parasimpatico.
I recettori α2 tuttavia si trovano anche a livello postsinaptico, dove mediano questi effetti:
• piastrine → aggregazione;
Recettore β1
I recettori β1 sono accoppiati a una proteina Gs, cioè stimolatoria. La loro attivazione attiva l’adenilato ciclasi, di
conseguenza si ha un aumento della concentrazione intracellulare di AMPc.
3
Sistema nervoso autonomo
• nodo senoatriale → effetto dromotropo e cronotropo positivi, cioè aumento dell’eccitabilità delle cellule
pacemaker e aumento della frequenza di scarica:
• nodo atrio-ventricolare → effetto batmotropo positivo, cioè aumento della velocità di conduzione dell’impulso;
Recettore β2
I recettori β2 sono accoppiati a una proteina Gs, cioè stimolatoria. La loro attivazione attiva l’adenilato ciclasi, di
conseguenza si ha un aumento della concentrazione intracellulare di AMPc.
• muscolo scheletrico → aumento della captazione di K+, dilatazione dei vasi del muscolo scheletrico;
Recettore β3
I recettori β3 sono accoppiati a una proteina Gs, cioè stimolatoria. La loro attivazione attiva l’adenilato ciclasi, di
conseguenza si ha un aumento della concentrazione intracellulare di AMPc.
Come si è potuto notare, in molti organi e tessuti vi è la compresenza di recettori α e β, e l’attivazione degli uni
spesso dà effetti opposti rispetto a quella degli altri.
L’effetto prevalente però, è dato dal tipo di recettore presente in quantità maggiore.
Inoltre bisogna tener conto della diversa affinità della noradrenalina, il principale neurotrasmettitore del sistema
simpatico, alle diverse delle famiglie recettoriali. La noradrenalina, infatti, ha una maggiore affinità per i recettori
α, mentre, per legarsi a quelli β, dev’essere presente in concentrazione più alta.
4
Sistema nervoso autonomo
Adrenalina Noradrenalina
Volume sistemico ++ ++
Flusso coronarico ++ ++
Flusso renale - -
Frequenza respiratoria + +
5
Sistema nervoso autonomo
L’enzima MAO si trova all’interno del citoplasma dei terminali presinaptici dei neuroni simpatici da cui verrà
rilasciata la noradrenalina, ancorato alla membrana dei mitocondri.
La sua funzione è quella di degradare l’eccesso di neurotrasmettitore che si trova nel terminale presinaptico e
che non è stato immagazzinato nelle vescicole.
L’enzima COMT si trova nello spazio intersinaptico. La sua funzione è quella di degradare il neurotrasmettitore
che è stato liberato e che non si è legato ai ricettori postsinaptici o che non è stato recuperato.
6
Sistema nervoso autonomo
In alternativa, sia l’adrenalina, sia la noradrenalina possono essere metabolizzate dalla COMT, che metila un
ossidrile dei neurotrasmettitori, generando rispettivamente la metadrenalina e la normetadrenalina.
7
Sistema nervoso autonomo
Essi infatti aumentano la quota di noradrenalina nello spazio intersinaptico attraverso l’inibizione del
trasportatore NET, quindi bloccando la ricaptazione della noradrenalina a livello centrale.
• broncodilatazione;
• vasocostrizione periferica per azione della noradrenalina sui recettori α₁, che può portare a:
- crisi ipertensive;
- ischemia cerebrale, per costrizione eccessiva dei vasi cerebrali e della calotta cranica e conseguente
afflusso di sangue insufficiente al cervello;
- emorragia cerebrale, per rottura dei capillari cerebrali soggetti a pressioni troppo elevate;
- ictus, per formazioni di trombi in corrispondenza delle lesioni vasali;
- necrosi della mucosa nasale.
Reserpina
La reserpina agisce come riduce la trasmissione noradrenergica agendo come antagonista indiretto.
Inibisce VMAT, cioè il trasportatore vescicolare delle catecolamine, quindi impedisce l’accumulo di
noradrenalina all’interno delle vescicole.
Un tempo era utilizzata come antipertensivo, in quanto provoca vasodilatazione periferica impedendo alla
noradrenalina di legare i recettori postsinaptici α₁.
Guanetidina
È un’ammina simpaticomimhtica indiretta.
Penetra nel terminale presinaptico ed entra nelle vescicole grazie a VMAT, il trasportatore vescicolare delle
catecolamine.
L’accumulo di guanetidina all’interno delle vescicole fa sì che la noradrenalina sia impossibilitata ad entrarvi.
Parte della noradrenalina viene degradata dalle MAO, ma la sua quantità nel terminale nervoso diventa
talmente elevata che il carrier NET, normalmente adibito al recupero del neurotrasmettitore, inverte il flusso
fisiologico e inizia ad immetterla nello spazio intersinaptico.
In questo modo la guanetidina causa una deplezione di noradrenalina, dando una pronunciata ipotensione.