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CAP.

4 – LA COMUNICAZIONE MEDIATA DAL COMPUTER-


COSA C’E’ DI NUOVO NEI NUOVI MEDIA?
A partire dagli ultimi decenni del Novecento, ai mass media tradizionali si sono aggiunti nuovi strumento di
comunicazione, con caratteristiche tali da indurre a utilizzare diffusamente la locuzione di NUOVI MEDIA.
Oggi ci troviamo di fronte a “nuove” forme di “vecchi” media, a nuovi supporti fisici, a nuovi strumenti
integrati e a nuovi spazi di comunicazione rappresentati dalle reti.
Alcune delle caratteristiche più importanti che inducono a parlare di novità, di rivoluzione, per gli strumenti
di comunicazione sorti negli ultimi decenni. Si tratta in ogni caso di caratteristiche da assumere come non
esaustive né necessarie, ma solo come indicative nel loro complesso.
 La prima caratteristica è che i nuovi media elaborano i dati IN FORMA DIGITALE ( la parola digitale
deriva dal latino digitus, “dito” e per estensione “cifra”); possiamo quindi considerare l’aggettivo “digitale”
come sinonimo di “numerico”. Digitalizzare un’informazione significa quindi rappresentarla attraverso una
sequenza di cifre.
Digitalizzare un’ informazione significa rappresentarla attraverso una sequenza di cifre. Una volta
digitalizzata, l’informazione può essere elaborata in vari modi con estrema facilità, è anche facilmente
archiviabile, conservabile e trasportabile; rendendo possibili i forti processi attuali di convergenza tra le
industrie culturali tradizionali e i nuovi conglomerati delle telecomunicazioni.
 Una seconda caratteristica dei nuovi media è la MULTIMEDIALITÀ, ovvero l’articolazione del
contenuto attraverso diversi canali sensoriali ed espressivi: suoni, grafici, immagini fisse o in movimento,
testi iscritti.
“Multimediali” sono anche, fin dalle origini, il cinema ( almeno quello sonoro) e la televisione, cos’ come le
riviste illustrate. Il multimediale di oggi si caratterizza tuttavia per un integrazione molto spinta tra i diversi
codici. La fruizione avviene senza soluzione di continuità e con l’ausilio si un unico supporto fisico e di un
unico strumento di lettura.
 I nuovi media vengono definiti INTERATTIVI. Un concetto di interattività adeguato alla sua
applicazione al panorama dei media; và considerata come “la misura della potenziale capacità di un
medium di lasciare che l’utente eserciti un’influenza sul contenuto e/o sulla forma della comunicazione
mediata“.
Si possono indicare tre livelli crescenti di interattività:
- A un primo livello l’utente si limita ad esercitare la possibilità di selezionare quali informazioni
ricevere, all’interno di un arco ampio ma finito di informazioni fisse e codificate in precedenza. Il
medium è monodirezionale in quanto non prevede un canale per l’invio di feedback da parte
dell’utente.
- A un secondo livello il medium prevede effettivamente un canale di ritorno per ricevere
informazioni da parte dell’utente, pur conservando nel complesso una modalità di fruizione di tipo
broadcast .
- A un livello ancora più elevato è l’utente stesso che produce le informazioni che vengono fatte
circolare dal sistema, con una elaborazione continua dei contenuti reciprocamente orientata tra i
partecipanti. È l’unico che si avvicina all’idea di interazione sociale.
 Una ulteriore caratteristica tipica dei nuovi media è l’IPERTESTUALITA’. Per “ipertesto” si intende
un insieme di informazioni collegate tra loro in forma non lineare attraverso rimandi logici, tali da poter
essere fruite attraverso molteplici percorsi di lettura personalizzati da ogni utente. L’organizzazione
ipertestuale delle informazioni, così come il multimedia, rappresenta qualcosa di molto più intuitivo di altre
tecnologie più conosciute. Riproduce la rete di collegamenti logici tra concetti e blocchi di informazioni in
modo da rispettarla naturale non sequenzialità del pensiero umano. Un ipertesto si può considerare come
una costruzione multimediale che per diverso tempo si è scontrato con i limiti intrinseci della tecnologia:
esisteva l’idea ma non le possibilità pratiche di implementarla. Per costruire un ipertesto è indispensabile
ricorrere alla flessibilità delle tecnologie informatiche.
 Un elemento di novità forte è ben illustrato dalla metafora del CIBERSPAZIO, ovvero della “ rete in
quanto luogo” . Con l’uso del termine “ciberspazio”, affermatosi a partire dai primi anni del Novecento, si
intende in genere sottolineare questa evoluzione delle reti telematiche in senso sociale e comunicativo: le
reti non sono più strutture finalizzate in primo luogo al calcolo, ma diventano strumenti di comunicazione
tra persone, in grado di svolgere sia le funzioni normalmente attribuite ai mass media, sia quelle tipiche dei
mezzi di comunicazione interpersonale, come la posta o il telefono.
I nuovi media non si sostituiscono semplicemente ai media che li hanno preceduti, ma li affiancano sia
innescando vigorosi processi di trasformazione sia inglobandoli attraverso il fenomeno che McLuhan
chiamava ri-mediazione, ovvero l’assunzione di un medium come contenuto di un altro medium.

INTERNET E LA SUA STORIA

La prima RETE TELEMATICA ( neologismo derivato dall’incontro di informatica e telecomunicazione, cioè


comunicazione a distanza), comprendeva quattro elaboratori elettronici situati in altrettanti centri
universitari statunitensi. Questa prima rete, antenata dell’odierna internet, su conosciuta come Arpanet,
dal nome dell’agenzia del dipartimento della difesa del governo americano che finanziò il progetto.
Arpanet presentava alcune caratteristiche tecniche che furono ereditate in seguito da Internet e che sono
importanti ancora oggi. Una di queste caratteristiche è la RIDONDANZA: grazie a una innovativa tecnologia
di scambio dei dati denominata “commutazione di pacchetto” due punti qualsiasi della rete potevano
essere messi in comunicazione tra di loro attraverso percorsi diversi. Una seconda caratteristica è
l’ARCHITETTURA POLICEFALA, senza un unico nodo centrale incaricato di smistare i dati tra tutti gli altri
nodi. Con la diversificazione delle piattaforme hardware e software, si affermò anche la capacità di
collegare standard informatici diversi tra loro. Il risultato fu una rete estremamente robusta e versatile, in
grado di funzionare anche in presenza di guasti presso uno o più dei suoi nodi.
Nella prima metà degli anni Settanta, pochi anni dopo i primi esperimenti, fu coniato il termine INTERNET
per evidenziare la capacità della rete di collegare sistemi informatici eterogenei situati anche a grande
distanza tra loro e in paesi diverso. Il merito di questa flessibilità è dovuto all’elaborazione di un linguaggio
comune in grado di essere compreso dal maggior numero possibile di calcolatori: tale linguaggio, chiamato
in termini tecnici protocollo di comunicazione, ha subito nel corso del tempo numerose integrazioni e
modifiche ed è ciò che ancora oggi definisce internet.
INTERNET è quell’insieme complesso di computer e reti,, diffuse su scala mondiale, collegate tra loro
attraverso canali trasmissivi diversi ( cavi, onde, radio , satelliti) e unite dal gruppo di protocolli denominati
Tcp/Ip.
A partire dal 1971, fu sviluppato il primo sistema di posta elettronica. Si trattò di una tappa fondamentale:
si passò infatti dalle reti di calcolo alle reti di comunicazione.
Ad Arpanet ha fatto seguito Nsfnet: una struttura molto più estesa, gestita dalla National Science
Foundation statunitense. Essa diffuse gli strumenti telematici e di cooperazione a distanza negli ambienti
universitari, permise una sperimentazione accurata delle reti di grandi dimensioni e stimolò i primi interessi
da parte delle industrie private.
La svolta definitiva verso la rete telematica “di massa” si compie nei primi anni Novanta: la Nsf toglie le
restrizioni sull’uso commerciale della rete e nello stesso periodo prendono avvio i progetti per rendere
sempre più trasparenti le comunicazioni tra network diversi, ma c’era una incompatibilità di standard,
infatti accanto all’accademica Nsfnet esistevano altre reti ( es. Bitnet).
Fino all’inizio degli anni Novanta, la frammentazione di sistemi operativi, piattaforme hardware e reti di
computer rendeva la comunicazione telematica un’esperienza riservata a pochi dotati di una certa
domestichezza con procedure e comandi ben poco “amichevoli”.
I GATEWAY , ovvero i server di interconnessione che smistavano il traffico da una sottorete all’altra,
esigevano comandi dalla sintassi che oggi verrebbe definita perlomeno esoterica, erano inaffidabili e spesso
mancavano di qualsiasi possibilità di feedback nel caso in cui un messaggio non fosse giunto a destinazione.
Il fattore decisivo per l’affermazione dell’internet che conosciamo oggi fu dunque il progressivo uniformarsi
degli standard di comunicazione e il loro consapevole rispetto da parte degli attori che via via si
affacciavano sulla rete.
Questo permise la repentina crescita del valore di Internet che, come ci insegna l’economia delle reti e la
legge di Metcalfe, cresce esponenzialmente con il quadrato dei suoi nodi. Una rete di comunicazione è
infatti tanto più utile quanto più alto è il numero di nodi che riesco a collegare: tecnologie come il telefono,
il fax o la posta elettronica sono sistematicamente ignorate fino a quando non vengono adottate da un
buon numero di persone.
Ogni nuovo nodo che si collega a una rete produce un doppio vantaggio: in primo luogo per se stesso in
quanto gode delle connessioni con gli altri nodi e in secondo luogo per l’intera rete in quanto contribuisce
ad aumentare il numero di connessioni complessive disponibili per tutti gli altri nodi. Affinchè la legge di
Metcalfe produca un effetto volano sull’espansione di una rete, è ovviamente indispensabile che tutti i nodi
condividano e rispettino un linguaggio di comunicazione comune, senza creare sacche isolate.
l’importanza degli standard di comunicazione consente di comprendere uno dei passaggi decisivi verso la
costruzione di un’unica grande rete globale presso il Cern di Ginevra vengono elaborati i fondamenti del
WORD WIDE WEB che significa ragnatela grande quanto il mondo. La forza del web è rappresentata dal
linguaggio html, semplice e flessibile ma soprattutto in grado di essere letto e interpretato praticamente da
qualsiasi computer esistente. Il web è stato ideato per condividere agevolmente dati e risultati sperimentati
tra gli scienziati , la sua semplicità d’uso ne ha fatto uno strumento utilizzabile da chiunque sia per
consultare le risorse immesse da altri, sia per offrire i propri contenuti, come dimostra l’abbondanza di siti
fatti in casa con modeste risorse. Con il web si realizza finalmente la visione di un unico immenso ipertesto
multimediale a disposizione dell’umanità, consultabile da chiunque e al quale chiunque può contribuire.
Con il volgere di millennio la rete si orienta sempre più verso un uso popolare, con contenuti multimediali e
itinerari di navigazione semplici e incentivi. Il web diventa anche la tecnologia d’elezione per il commercio
elettronico così come per la COMUNICAZIONE PUBBLICA E ISTITUZIONALE. Internet rimane qualche cosa
che non coincide con il world wide web: quest’ultimo ne rappresenta solo uno dei molti servizi.
Le compagnie telefoniche offrono per la prima volta in Italia la connessione “gratuita” , ovvero gravata solo
dai normali costi telefonici: dal quel momento l’uso di Internet diventa familiare quasi quanto il telefono.
L’ultima grande tappa è rappresentata dalla tecnologia adsl, dalle connessioni in fibra ottica e dalla
connettività mobile. Queste nuove modalità di connessioni, definite genericamente A BANDA LARGA,
hanno modificato ulteriormente l’uso sociale della rete offrendo caratteristiche tradizionalmente riservate
solo a grosse aziende , università o centri di ricerca.
Un computer è collegato a Internet in ogni momento, con una larghezza di banda sufficientemente ampia
per fruire di contenuti multimediali in tempo reale.

LA GOVERNANCE DI INTERNTE
Il concetto inglese di GOVERNANCE richiama un’idea di partecipazione dal basso , orizzontale e flessibile,
che si addice alle forme di coordinamento che hanno permesso finora il funzionamento della rete. Ancora
oggi, internet continua a funzionare con logiche in buon misura di tipo collaborativo, mediando tra attori
diversi come i governi nazionali, il mondo delle imprese e la società civile. L’idea che internet non ha
padroni non è distante dalla realtà.
Un vero e proprio sistema formale di governante di internet prende avvio solo nella seconda metà degli
anni Ottanta, con la costituzione su iniziativa del governo degli Stati Uniti delle prime organizzazioni
espressamente destinate alla supervisione e al coordinamento delle direzioni di sviluppo della rete.
La più importante: Internet Engineering Task Force (Ietf), deputata allo sviluppo e alla promozione degli
standard tecnici. L’Ietf è un’organizzazione estremamente flessibile. Con una membership aperta: chiunque
può partecipare ai suoi lavori, attraverso strumenti di azioni collaborative online.
Ha tradizionalmente funzionamento in modo molto informale e basato sulla fiducia reciproca. Anche a
causa della crescente importanza dei suoi compiti, la necessità di dare una copertura ufficiale alle sue
attività ha portato alla nascita dell’Internet Society (Isoc), nata come associazione culturale non-profit e
formalmente detentrice dei diritti sui lavori dell’Ietf.
Un’altra struttura è l’internet Corporation for Assigned Names and Numbers ( Icann) , a cui è demandata la
responsabilità di assegnare e amministrare gli indirizzi alfanumerici della rete, i cosiddetti “domini”. Esso
coordina e tiene traccia della distribuzione complessiva degli indirizzi della rete, svolgono un ruolo di
fondamentale importanza. Prevede una struttura piuttosto rigida, con al vertice un comitato direttivo
formalmente definito ,di cui una parte viene eletta attraverso un meccanismo di votazione telematiche
predisposto per consentire una certa rappresentatività dei membri a livello geografico.
Tra le organizzazioni di gestione di Internet, la più autenticamente internazionale è il WORLD WIDE WEB
CONSORTIUM (W3C), deputato a preservare l’apertura degli standard del web e ad armonizzarne le linee di
sviluppo.
Il dato comune a tutte queste organizzazioni è che sono riuscite a mantenere una relativa indipendenza
rispetto a strutture previste e governative, andando a costruire un “sistema politico” inusuale e in grado di
gestire un universo su cui si stanno concentrando enormi interessi economici. Non proseguono fini di lucro
e lavorano effettivamente per consentire uno sviluppo armonico di internet. È quindi possibile affermare
che, la gestione di internet avviene ancora in forma democratica e trasparente, a dispetto dell’enorme
diffusione avuta.
L’efficacia reale si questo tipo di governante passa quindi in secondo piano rispetto alle esigenze di soggetti
politici e istituzionali forti, come i governi nazionali che a partire dal nuovo millennio rivendicano la loro
autorità in numerosi e spesso maldestri tentativi di “regolamentare” una rete che considerano
eccessivamente libera e anrchica.
Prende avvio una seconda fase: nasce l’INTERNET GOVERNANCE FORUM . l’idea che ha guidato la nascita
dell’Igf è stata quella di costruire uno spazio pubblico di discussione aperto a soggetti pubblici e privati,
individuali e collettivi, sottratto all’egemonia di singole giurisdizioni nazionali. Di fatto questa seconda fase
stenta a decollare e a prendere una nuova direzione precisa, frenata dalla confusione delle mille voci
diverse, dalle prudenze diplomatiche, dalla resistenza degli stati uniti e dal coinvolgimento di nuovi attori,
politici e amministratori privi di quell’atteggiamento ”rozzo ma efficace” tipico dei primi fondatori di
internet.
Oggi internet si regge ancora, di fatto, su quei pochi principi fondamentali alla base della sua struttura
tecnologica e dei suoi originari meccanismi di gestione: l’intelligenza ai bordi, la mancanza di controllo
centrale, l’apertura degli standard.
Internet rimane ancora oggi senza padroni, continuando a funzionare contro ogni aspettativa in modo
incerto, talvolta ambiguo o poco trasparente, ancora influenzato dalle figure carismatiche dei suoi
fondatori, ma sempre in virtù di quell’originario progetto in base al quale chiunque poteva collegarsi alla
rete e portarvi i suoi contenuti.

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