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Acqua: se la casa non è abitata va pagata?


Autore : Redazione

Data : 18 luglio 2017

In una casa ereditata disabitata, in un immobile in ristrutturazione o


in una seconda casa va pagata l’acqua? Anche se i consumi sono a
zero?

Le spese per le utenze idriche vanno pagate esclusivamente a consumo, questo


quanto si crede. Ma non è del tutto vero.

L'Aeegsi, Autorità per l'Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico ha difatti approvato
un nuovo metodo di tariffario idrico entrato in vigore a partire dal 1° gennaio 2016 che
prevede, anche in assenza di consumi, dei costi fissi contrattuali e relative imposte
[1].

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Quota fissa consumi idrici


Per le spese idriche in casa non abitata verrà attuata una bolletta con una quota fissa
annuale (€/anno) proporzionata al periodo fatturato, per ciascuno dei servizi di
acquedotto, fognatura, depurazione: è una componente il cui pagamento prescinde dal
consumo ed è volta a sopperire ai costi fissi per l'erogazione del servizio sostenuti dal
gestore, pertanto la sua misura viene regolamentata da ogni singolo gestore e prevista
nel contratto con questi stipulati.

Bollette dell’acqua: quando non si paga la quota fissa?


Se l'utenza non è raggiunta dai tre i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione, la
quota fissa non verrà pagata per ciascuno di essi: siccome difatti questa quota
corrisponde al pagamento di un corrispettivo per la gestione di questi servizi, è
illegittimo l'inserimento in fattura delle quote di depurazione laddove tali servizi non
raggiungano l'utenza.

Se invece l'utenza è raggiunta dal servizio, anche qualora arrivi semplicemente al


condominio ma non sia allacciata in casa nostra, la quota fissa dovrà essere
corrisposta indipendentemente dal valore di quella variabile, dunque anche laddove i
consumi siano a costo zero.

Si deve tuttavia sottolineare che su tali importi, non trattandosi del corrispettivo di un
servizio, ma di costi di gestione, l’Iva non è dovuta e se presente in bolletta è
illegittima.

Quando la bolletta dell’acqua può essere contestata?


Ma quali sono i casi in cui la fattura del servizio idrico è illegittima e non deve essere
pagata? Con la bolletta dell’acqua si versa il corrispettivo per il Servizio Idrico
Integrato:

la fornitura di acqua potabile (prelievo, trattamento e distribuzione);


il servizio di fognatura (scarico);

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il servizio di depurazione.

Come detto generalmente il cittadino paga oltre alla citata quota fissa, anche una
quota dipendente direttamente dai consumi.

Questi si ricavano, ovviamente, dal contatore, attraverso l’applicazione di specifiche


ponderazioni di costo differenziate in base all’utenza (residenziale, non residenziale,
commerciale…): su queste somme è dovuta l’Iva agevolata al 10%.

La bolletta è contestabile se l’acqua non risulta utilizzabile.

Quando, difatti, l’erogazione non rientra nei parametri del potabile dunque non può
essere utilizzata né per bere, né per cucinare, il cittadino ha diritto:

a un rimborso forfettario per l’acqua in bottiglia che è costretto ad acquistare;


a un dimezzamento della bolletta.

Per verificare i parametri di potabilità dell’acqua è consigliabile non affidarsi ai valori


presenti in bolletta, ma affidarsi ad un centro di analisi. La certificazione sarà uno
strumento utile a chiedere il rimborso per il servizio non fruito.

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