NON CHIEDERCI LA PAROLA
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idarci la formula che mondi possa aprirti
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Alla ricerca dei versi perduti
A trent’anni dalla morte di Montale, chi legge oggi i poeti?
Roberto Barbolini
IN UNO dei suoi acaminati interventi gior-
aalistici, Eugenio Moncale ricocdara una
vecchia pochade teatrale in cui il oa
mico rifiutava il dono un libro in busta
chiasa dicendo: «Non mi fido: potrebbero
essere dei verso. L aneddbto, testimonian-
za di unaatica e radiexa diffidenza nei
confronti della poesia, compariva in un ar-
ticclo del 1945 ottimisticamente intitolsto
La poesia siverde. Altri tempi. Ma Panalisi
del poeta di Oss di seppic nonera gidallara
confortante: «il nostro tempo - scriveva -
cerza un'arte che face:a 2 meno del proces-
so formativo delPartestessa; cerca il frutto
ignorando Palberoo.
A TRENTANNI dalia morte del poesa,
scomparso a Milano il 12 setterzbre 1981,
onvsto di anni (85) e di gloria, viene pitt
chemai spontaneo porsi Finterregetivo ra-
dicale con cui Montale volle intitolare il
suo discorso di accertazione del premio
Nobel per la letteratura, il 12 dicembre
975: «E ancora possibile la poesia?>. Sen-
za runsiare al suo ccnsueto uso della sor-
ina e delf'understatement, Moatale met-
teva in guacdis contre pericoli che,cggi, si
sono fati pid evident che mai: ¢L’arte-
spettacoio, Parte di masse, Parte che vucle
produrre una sorta di messaggio fsico-psi-
chico su un ipotetico fruitore ha dinanzi a
S€ infinite strade perch la popolazione
del mondo é in continuc aumeato. Ma il
suo limite é il yuot aisclutos.
Lo sguardo disincantato del posta radio-
grafiva in anticipo una situazione che
Tera elettronica hz portat» al parossismo,
facendorisuonare davvero profeticii versi
della sua celebre lirica «Won chiederci la
parcla>: «Non domandarci la formula che
‘mori possa apriti(..)/ Codesto solo og-
i possiamo dirt, cid che non siamp, eid
che aon vogiamor:
OGGI IN ITALIA quasi tutti scrivonc poe-
sig, ma nessuno le legge. Ci sono poeti nz-
vigati e navigaati in rete), sciamannati ¢
azzimati, di rappresentanza e di comple-
mento, amilist ¢ cultursti, da cerimonia
e prét a porter. Ma Finflazione di poeti 2
tuttalto che un segnale di buoaa salute
LA “PROFEZIA” DEL NOBEL
Lautore di “Ossi di seppia”
si chiedeva gia nel 197
«E ancora possibile la poesia..
per la poesia. E dhunque: che cosa risponde-
Temmo oggi alla domanda di Montale?
‘La poesia ¢ impossibile da sempre e noi
poet: siamo gli avventurieri delPirpossibi-
le, oggi non meno di ieris folgora Tomaso
Kemeny. E aggiunge, parefrasando Dylan
Thomas: «i poeti muoiono, la poesia nom
Ancora ‘0 fa sorridere il ricordo del primo
incoatro con Montale: «Frequeniavo T'ul-
timo anno del liceo classico Carducci, a
Milano, ed ero redattore di “Mister Gio-
sue”, larivista deglistudemti. Mi mandaro-
no aintervistare Montale, che noa sraenti
la sua fama di scorbutico, Mi ricevette al
“Cortiere della sera”, dove lavorava, con
Variaarcigna e una sigarett: ta e dita Ter-
minata Fintervista mi chiese a bruciapelo
“Ma lei, giovanottc, scrive ve-si?”. Timi-
damente gli allungat la mia prima plaquet-
te. Diede un’occhiata ¢ 0, con aria ci di-
sto: “Sono versi telesrafici, impressio-
istic, come quelli di Ungaretti”». $i sa:
{rai duenon correva buon sangue. Maper-
fino gli odi martali dei poeti sono stati,
ei secoli, nutrimento per la poesia. Che &
sempre lotta, combattimeato con i con-
‘emporanei ¢con la tradizone.
«lL POETA ignora e ignoreri sempre il
suo destinatario» scriveva Montale nel di-
scorso del Nobel, Ma pitt che mai in
quest epoca di rumcre meciatieo, cosiosti-
lealla contemplazione ¢ a que! culto della
sclitudine tanto necessari alla creazione,
sentiame il bisogno di acdentrarci per |
sentieri impervi che il poeta genovese ci
addita nei versi de imoni: «sttadeche rie-,
scono agli erbos/ fossi dove in pozzanghe-
re/ mezz seccate agguantana i ragazzi /
qualche sparute anguillax, lungo quelle
eviuzze che seguono i ciglini (.../emet-
tno negli ort, ta gli alberi det limonis.
Perché, come settolinea Giuseppe Conte,
poeta sempre pronto a rivendicare il pric
mato spirituale della “‘parola innamorata”,
Japoesia sha semrpreresistito alia pietrifica-
zionee alla morte, tl sedimen:o che ci ga-
rantisce che il linguaggio, equindiil mon-
do, continua. Lr una parol: € la sustode
deiumeno».
Dalfate delia sua ‘“Nobelitate”, Montale,
spianando le rughe, annuisce