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La Saga delle stirpi Giganti

…inizia prima della storia scritta dei Reami con il grande Gigante Dio Jotun
(o Ymir) PadrediTutto. In accordo con quanto creduto dagli stessi Giganti,
Jotun fu uno dei primi dei a nutrire interesse per Midhgardhr.
La progenie di Jotun, i Giganti, si diffusero così attraverso le steppe polverose
ed informi delle nuove terre ben prima di umani, elfi, nani od ogni altro
umanoide o razza semiumana.
In un’era precedente al suo interesse per questo mondo, Jotun sposò una
divinità minore la cui manifestazione era una montagna radicata agli estremi
della regione allora conosciuta come Lande Sempreverdi. Al tempo la dea
portava diversi nomi Audhumla, Deronian (in nanesco nel dialetto Auld), e
Othea (nella lingua comune dei Giganti). La divinità presto generò a Jotun
diversi figli.
Sebbene Egli avesse generato altri figli immortali (la maggior parte dei quali
sono adorati dai Giganti e dai Giganti-Affini), i figli di Othea furono i primi
discendenti terreni di Jotun, e per questa ragione egli fu particolarmente
interessato al loro destino.
Quando l’ultimo di questi figli mortali raggiunse l’età della maturità, Jotun li
favorì innalzandoli su tutto il creato e stabilendo un grande reame come loro
dono. Questo reame fu conosciuto come Hásæti Foourins (o Trono del padre,
nella lingua dei Giganti o anche solo Hásæti), si estendeva attraverso Mystara
dai ghiacci delle Montagne della nebbia al Nord, alle coste sabbiose di Vilhon
nel sud; dalle scogliere di Grendhel a est alle pianure erbose di Yazzik a
ovest. Dove il Muspell ed il Niflheim si erano incontrati ed erano stati
strappati al Caos e modellati.
Come crebbe Hásæti, Jotun la suddivise in diverse regioni, una per ciascuno
dei suoi figli favoriti: Vilmos reclamò il dominio su laghi e mari, a Belgemir
furono assegnati i cieli, Ruk reclamò il proprio regno fra le rotonde colline,
Wotar ebbe garantite le fredde distese del Nord, Masurtr ricevette i roventi
picchi ribolleti del Sud e Obdai reclamò le fredde caverne del sottosuolo.
Infine Thrudhgelmir, il più vecchio fra i figli di Jotun e Othea, reclamò il
comando, e ogni vaste piane del mondo e fu accettato come capo naturale
dagli altri per la sua enorme statura e forza. Si dice infatti che da solo fosse
alto e forte come i suoi sei fratelli insieme.
Dopo che il regno fu suddiviso, Thrudhgelmir costruì Voninheim (conosciuta
anche come Bleak Palace), una robusta cittadella che servì come capitale di
Hásæti per i successivi mille anni.
Nel corso dei successivi secoli, i figli di Jotun fondarono le dinastie dei
Giganti di collina (Ruk), di pietra (Obadai), del freddo (Wotar), del fuoco
(Masurtr o Surtr), delle nuvole (Belgemir), delle tempeste (Vilmos), delle
foreste (Dunmore) ed i Titani (Thrudhgelmir).
La contorta prole del figlio bicefalo di Jotun (Arno/Julian), fu infine
conosciuta come Ettin (runt in lingua)

Guerra con i Draghi


Quasi nello stesso momento in cui Hásæti veniva fondata – o così dicono i
Giganti – le prime uova di Drago iniziarono a scricchiolare e schiudersi in
tutte le terre. Di certo, nessuno conosce l’esatta origine dei Dragonidi, ma
venerabili leggende dei Giganti parlano di uova di drago piovute sulla terra
come meteore. Da quel momento, alcune delle meno illuminate fra le tribù
Giganti, credono che le stelle in cielo siano uova di drago covate dalla Regina
dei draghi in tutto l’universo.
All’inizio, i Giganti prestarono poca attenzione ai pochi draghetti che
scoprirono nei ghiacci delle caverne e di valli recluse. Pochi secoli dopo però,
quando alcuni dei draghi stavano raggiungendo la maturità, i Giganti
riconobbero quei grandi rettili come potenti e scaltri rivali che minacciavano
la stessa esistenza di Hásæti.
Presto un’aperta guerra infuriò fra Giganti e draghi con ricompensa le ricche
risorse del Mondo per il vincitore. Questi epici scontri sono ricordati in molte
delle ballate classiche di nani, elfi e degli stessi Giganti.
Dopo più di mille anni di guerra, Hásæti Föðurins raggiunse finalmente una
tregua con i Dragonidi. I racconti su come si giunse ad una tregua variano fra
i clan. Secondo antichi manoscritti naneschi, i draghi chiesero la pace per
prepararsi ad un’altra grande guerra. Secondo alcuni testi e poemi dei
Giganti, invece, Jotun ed il dio dei Draghi giocarono una partita di wah-ree
per decidere della guerra, la partita terminò in stallo.
Nel momento in cui la guerra con i draghi si concluse, Hásæti era ridotta solo
all’ombra di quella che un tempo era.
Il giorno che la tregua fu annunciata (Vopnahlé), la nazione dei Giganti
occupava solo i limiti estremi a nord di Faerun – L’area oggi conosciuta come
Nord Selvaggio e Terre del freddo.

Jotun tradito
Poco prima che la guerra dei Giganti con i Dragonidi giungesse alla sua
amara conclusione, Othea, la moglie di Jotun, sviluppò un interesse per un
dio minore del mare conosciuto come Ulutiu. (Questo difficilmente fu il suo
primo adulterio; assai prima di questo, tradì Jotun con Vaprak – generando la
razza orchesca, ma anche con altre enittà dando vita a diverse divinità).
Negli ultimi anni di guerra, mentre Jotun era proccupato per le sorti del
conflitto e dei suoi figli, la coppia infedele ebbe un’appassionata relazione che
speravano sarebbe rimasta nascosta alla gelosia del PadrediTutto. L’unione
fra Othea ed Ulutiu generò quattro figli, che successivamente diedero origine
alla quattro stirpi dei Giganti-affini: Firbolg, Verbeeg, Voadkyn e Fomoriani
(ad oggi c’è qualche discussione sul fatto che i Voadkyn siano figli di Jotun o
di Ulutiu come è scritto nel “Gli affini”). Per loro conto, i primi Giganti stessi
misero i Voadkyn nell’ultima categoria per causa della loro infima statura.
Da quel giorno crebbe l’inimicizia fra Giganti e affini, scaturita
dall’illegittimità della prole di Ulutiu agli occhi di Jotun e dei suoi figli.
Nonostante gli sforzi di Othea, in qualche modo che la tradizione non ha
riferito, Jotun infine scoprì il tradimento e cercò vendetta su Ulutiu. Sebbene
l’entità del castigo del PadrediTutto varia, la versione che la maggior parte
dei Giganti preferisce è quella divulgata nel vasto fregio di Skúlptúrahúsið,
un enorme tempio sotterraneo scavato chissà dove nelle Montagne ghiacciate
di Mystara.
Secondo dei versi da questi bassorilievi ispirati, il respiro finale di Ulutiu è
dipinto come una tempesta violenta che spacca la ziggurat di Fyrsta Heimili
Il suo cadavere venne gettato nell’oceano su una chiglia funebre ghiacciata.
Quando lo scafo alfine affondò nel profondo oceano, l’amuleto incantato di
Ulutiu cominciò a congelare le acque circostanti creando il Grande
Ghiacciaio alla fine delle terre del mare ghiacciato.

Dopo che la guerra con i Dragonidi finì, Jotun pianificò di insediare un altro
figlio capace di ripristinare Hásæti alla sua grandezza di un tempo. Othea
però fu talmente angosciata dalla morte di Ulutiu che rifiutò di dare alla luce
altri figli al PadrediTutto. Respingendo l’idea di poter essere ripudiato, Jotun
ingannò la dea apparendogli nella forma di un vento divino che soffiò la vita
nel suo grembo sempre fertile, attraverso le sue rocciose pendici.
Othea capì subito che il figlio che stava portando nel ventre era generato da
Jotun e inizialmente rifiutò di portare il bambino. Questo scontro si trasformò
in una lotta che terminò con uno stallo. Allora addivenirono ad un
compromesso; in cambio della promessa del PadrediTutto di voltare il suo
sguardo da Midhgardhr fino al giorno in cui il figlio avesse invocato il suo
nome, Othea accettò di non rigettarne il feto fuori dal suo ventre
prematuramente per darlo in pasto a orchi e troll che si sarebbero saziati della
sua carne e del suo sangue.
Othea però trattenne in sé il figlio per molto, molto tempo, rimandandone la
nascita finchè le condizioni per la realizzazione del suo piano non sarebbero
state favorevoli. Secondo alcune tradizioni Othea allontanò la nascita del
figlio per dare tempo alla discendenza di Ulutiu di riorganizzarsi e crescere.
Altri ritengono che Othea avesse in mente di attendere l’arrivo degli umani,
degli elfi, degli orchi, dei goblin e delle altre razze umanoidi sulla terra. La
sua strategia per la rinascita di Hásæti guardava oltre, all’era in cui questi
nuovi popoli si sarebbero scontrati fra di loro dissipando la loro forza. Solo
allora il Re dei Giganti si sarebbe mostrato per ripristinare l’antica gloria del
loro colossale regno.

La caduta di Voninheim
Dopo che Jotun abbattè Ulutiu è gettò il suo cadavere nel Mare ghiacciato,
l’amuleto del dio marino iniziò a gelare le acque attorno a lui formando infine
il Grande ghiacciaio lo Stór Jökull. Passarono circa 75 anni prima che la magia
dell’amuleto giungesse ai limiti del suo potere gelando migliaia di miglia di
mare e coprendone le terre circostanti fino ad un’enorme altezza.
Le distese gelate si espansero durante questa era ad innumerevoli villaggi,
abitazioni e fortezze in tutta la regione oggi conosciuta come Terre Fredde.
Negli ultimi anni di espansione i ghiacci minacciarono di inghiottire anche la
cittadella di Thrudhgelmir Voninheim, costruita sui resti della capitale di
Hásæti.
Sebbene i figli di Jotun in qualche modo scoprirono il segreto celato sotto quei
ghiacci e impararono come fermare il potere dell’amuleto, per Othea quella
non era che la giusta vendetta di Ulutiu per il suo assassinio a sangue freddo
ed essa proibì ai figli di ricercare il corpo di Ulutiu. Così i ghiacci
condannarono Hásæti. Othea avrebbe preferito i figli di Ulutiu a quelli di
Jotun. A Suo avviso tutto quello che i ghiacci realmente stavano minacciando
non erano i figli ma solo il sogno di Jotun di un mondo dominato interamente
dalla stirpe dei Giganti.
Thrudhgelmir però, il vero leader dei Giganti, era così devoto a suo padre e
ad Hásæti che rifiutò di accettare il volere della madre. Quando il ghiaccio
arrivò a minacciare Voninheim, chiamò a sé tutti i figli di Jotun alla cittadella
e li spronò ad avventurarsi fra i ghiacci dello Stór Jökull per recuperare
l’amuleto di Ulutiu disobbedendo ad Othea.
Quando Dunmore, Ultimo dei figli di Othea e progenitore dei Giganti dei
boschi (nato da Ulutiu e non da Jotun come il dio aveva creduto) rifiutò di
disobbedire alla dea e gettò la riunione nel caos, Thrudhgelmir fu forzato a
modificare i suoi piani. Decise di avvelenare Othea, rimuovendo così l’unico
ostacolo alla rinascita di Hásæti. Sfortunatamente il suo piano non riuscì
come previsto. Thrudhgelmir non avvelenò solo Othea ma tutti i suoi fratelli
(tranne Wotar che sfuggì e giurò vendetta e Arno/Julian in accordo con
l’amato fratello).
Non appena Othea bevve il veleno, comprese il suo destino e maledisse
Thrudhgelmir e gli Ettin, giurando che il giorno che Thrudhgelmir avesse
abbandonato la sua ombra avrebbe perduto la sua immortalità.
Vedendo questo decisione come la probabile fine di Hásæti, la progenie di
Thrudhgelmir, i titani lasciarono Midhgardhr per migrare in nuove terre
lungo i sentieri sulla cortecca di Yggdrasil.
Quello che accadde a Thrudhgelmir resta avvolto nel mistero. Si narra che si
sia avventurato da solo nelle terre dei ghiacci dello Stór Jökull e che abbia
trovato il corpo di Ulutiu senza però riuscire a strappargli l’amuleto dal collo.
Decise quindi di spostarne il cadavere lontano dal suo regno. Quando lo
trascinò lontano, verso una nuova dimora funebre dalla quale i ghiacci non
avrebbero potuto lambire Hàsaeti, il mondo intero cambiò aspetto e le terre
fredde divennero calde e quelle calde fredde e tutti i popoli del mondo
cercarono una nuova dimora per secoli e secoli.
Per quanto concerne le sorti di Othea, il momento in cui il veleno di
Thrudhgelmir toccò le sue labbra, la montagna che era la sua manifestazione
scricchiolò, si incrostò, si solidificò e si coprì di muschio. Per molte delle
seguenti ere l’ultimo figlio di Jotun rimase chiuso nelle caverne dei lombi
della madre nel sottosuolo della montagna.
Con la sua capitale in rovina e la testa delle tribù Giganti decapitata, Hásæti
divenne velocemente niente più che una memoria.

La guerra di Hjörð
Molte settimane dopo che lo Stór Jökull inghiottisse Voninheim, l’ultimo
figlio di Othea al fine liberò sè stesso dalle profondità del grembo della
madre. Nell’istante in cui emerse capì quale fosse il suo destino e si
predispose alla rinascita di Hásæti.
Conosciuto come Hjörðveiði (la sua prima azione fu di uccidere e divorare un
alce) il Re dei Giganti conferì con le tribù dei Giganti discendenti da ognuno
dei suoi fratelli chiedendo il loro aiuto. Con sua sorpresa venne rigettato da
tutti a causa della sua statura. Nato come un nano ebbe difficoltà a convincere
i suoi fratelli che era il prescelto di Jotun.
Riluttante a voltare le spalle al proprio destino si rivolse ad ognuno degli
insediamenti umani sparsi nelle distese del Mondo. Se i Giganti furono
riluttanti ad aiutarlo a ricostruire il regno del Padre allora forse gli uomini
l’avrebbero fatto. In cambio della loro lealtà Hjörðveiði promise di aiutarli a
scacciare i Giganti dalla valle conosciuta come Hartsvale per stabilire un
glorioso reame libero dalla minaccia dei Giganti e dai loro saccheggi.
All’inizio gli umani furono restii ad accettare questa proposta. Ma dopo che i
mezzi fratelli di Hjörðveiði, gli affini, si radunarono per stare affianco ad
Hjörðveiði contro i Giganti, la chiamata alle armi fu lanciata, scatenando la
cosiddetta Guerra di Hjörð.
Alfine Hjörðveiði costrinse i Giganti ad abbandonare Hartsvale e
forzatamente rispettare i territori del nuovo regno.

La leggenda di Twilight
Hjörðveiði fu ucciso al termine della Guerra. Difatti l’ultima battaglia terminò
in un epico scontro fra Hjörðveiði ed il sovrano dei Giganti delle tempeste. Si
racconta che questa battaglia infuriò per 100 giorni e si concluse con la morte
di entrambi i contendenti. Il primo vero re di Hartsvale fu Brun, il primo
mezzoumano figlio di Hjörðveiði.
Non appena la guerra terminò, tutti i Giganti della valle furono visitati da
una misteriosa presenza dalla forma di una nebbia purpurea. L’essere disse
loro che per aver rifiutato il dominio di Hjörðveiði avevano rigettato il volere
di Jotun. La fondazione del nuovo regno umano sarebbe loro servito come
punizione a costante memoria della loro insolenza. L’essere però aggiunse
che la punizione non sarebbe durata per sempre. Un giorno un giovane re di
Hartsvale della discendenza di Hjörðveiði avrebbe rivendicato il suo destino
e ricostituito il regno di Hásæti per preparare il ritorno di Jotun.
Da quel giorno i Giganti ancora non sono sicuri di cosa apparve ai loro
antenati; alcuni dicono lo spirito senza pace di Hjörðveiði, altri pensarono che
lo spirito fosse un’incarnazione di Jotun mentre altri ancora ritengono che
l’essere di nebbia fosse un demone venuto per sedure il loro popolo e
condurlo verso un fato di rovina.
Negli ultimi secoli uno spirito che si nominava Twilight Anda è apparso
convocando presso la valle sacra di Twilight i Giganti con lo scopo di
arruolarli per conseguire il destino degli eredi di Hjörðveiði. Una volta l’anno
i capi delle tribù dei Giganti compiono un pellegrinaggio presso la sacra valle
per consultare lo spirito che appare loro nella forma di enorme gigante con i
lineamenti ammantati nell’ombra. Chi esattamente sia il gigante è ad oggi un
mistero.

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