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CULTURA E TERRITORIO

Breve storia esoterica del vino


Dall’Eden alle nuove frontiere dell’economia globalizzata
CARLO FORNARI

Ho sempre ritenuto prosaico, oltre che ozio-


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so, tessere gli elogi del Vino. Sarebbe come


rivolgere le più trite parole di ammirazione ad
una donna bella, bellissima, paradigma della
divina perfezione: a Venere in persona!
Sì: perché è certamente inadeguato, forse
sacrilego, considerare il Vino alla stregua di
una comune, piacevole bevanda, quando
l’umanità, dalle sue origini, ha visto in lui la
bevanda per antonomasia, un alimento per lo
spirito prima che per il corpo. Di conseguen-
za, esso sfugge alle regole correnti della na-
tura, della scienza, della moderna società dei
consumi; né può essere giudicato esclusiva-
mente per le caratteristiche organolettiche e
di gusto capaci di renderlo più o meno gra-
dito ai sensi.
A onta di ciò, ho deciso ora di inserirmi nel
coro dei più: ma senza dilungarmi, come
sarà facile constatare, sulle virtù ordinarie di
un prodotto già ampiamente illustrato sotto
ogni aspetto del consumo quotidiano.
Desidero invece raccontare alcuni aspetti
meno noti della sua nobile storia, assai lonta-
ni dagli apprezzamenti generalmente formu-
lati nei suoi riguardi dagli esperti tradizionali,
dopo aver operato uno di quegli assaggi ri-
tuali che io non sono nemmeno in grado di
imitare.
Con questa premessa, il mio lavoro sarà ri-
pagato se avrà contribuito a rendere il consu-
mo del Vino non tanto più piacevole quanto
invece più corretto e consapevole.

Il Vino nelle antiche tradizioni cerdote… Bacco adolescente,


Accompagnando nel corso dei millenni lo Per ben comprendere questo arcano con- Caravaggio
sviluppo della civiltà, il Vino figura in alcune cetto, è necessario anzitutto rammentare che
importanti tradizioni senz’altro degne di at- molte vecchie credenze fanno esplicita allu-
tenzione se non proprio di fede: per l’ampia sione a qualche Cosa che, in un remotissimo
diffusione e per la contiguità ad alcuni fonda- passato, avrebbe avuto la facoltà di restau-
mentali valori dello spirito. rare e mantenere lo stato di vita primordiale:
Ancor oggi, dopo secoli di Ragione, è pre- il presupposto necessario per raggiungere
la condizione sovrannaturale, quindi il senso
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sente nell’immaginario collettivo e nell’incon-


fessata convinzione di parecchie persone, dell’eternità. Cosa che, a partire da una certa
l’esistenza di un nettare celestiale ricco di epoca, sarebbe andata perduta o nascosta.
virtù miracolose. Ma che nessuno sa esatta- Secondo gli Ebrei, ciò che è andato per-
mente cos’è, dove si trova, chi possa pro- duto è la pronuncia del Gran Nome Divino:
curarlo: un santone, una fattucchiera, un sa- un’ immagine eterea, molto simile alla Parola

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Gli Indù parlano perduta con la quale l’insegnamento masso- di alcune qualità di vitis silvestris – la vite sel-
del Soma e i nico, elaborato in età moderna sulla base di vatica – semplicemente spremuto senza es-
Persiani del antiche tradizioni, indica la segretezza che sere sottoposto a particolari trattamenti, era
deve presiedere alla vera iniziazione. capace di produrre sensazioni esaltanti. Per
Haoma: liquori Più concretamente, gli Indù parlano del Soma cui è lecito ora domandarsi: perché oggi lo
che vengono e i Persiani del Haoma: liquori che, contenu- stesso dolcissimo succo ha perduto questa
considerati ti nelle rispettive coppe sacrificali, vengono originale virtù?
le bevande considerati le bevande dell’eternità, capaci di Sarebbe facile, razionalmente accettabile,
dell’eternità elargire il dono dell’immortalità a quanti si ac- imputare il fenomeno agli interventi umani
costano a loro con particolare disposizione di che hanno condotto alla coltivazione della
spirito, nel rispetto di antichissimi cerimoniali vitis sativa, selezionata per essere più adatta
esoterici. alla produzione del vino; unitamente alle tec-

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Sennonché un dannato momento, non è det- niche di coltura poco rispettose dell’ambien-
to per quale inspiegabile motivo, il Soma si te, introdotte molto prima che intervenissero
perse: non poté più essere riprodotto. Per i disastri ecologici provocati dall’economia
cui i sacerdoti, nei loro riti, dovettero sostituir- industriale.
lo con una bevanda alternativa: il Vino, altret- Ma è affascinante vedere, nella insolita mo-
tanto nobile benché capace di creare minori difica della specie, l’intervento di una mano
effetti, destinato a perdersi nella mitologia superiore che, a partire da una certa epoca,
dove ha ispirato le leggende popolari, quindi ha privato l’umanità di un ausilio utile, forse
essoteriche, di Dioniso e di Bacco. indispensabile, per raggiungere lo stato di
A questo proposito esiste un particolare, non vita primordiale, quindi la dimensione so-
secondario, utile per comprendere appieno vrannaturale. Per cui si è reso necessario
il significato e l’importanza storica del Vino sostituirlo con una bevanda simile altrettanto
come ci è stato trasmesso dalle tradizioni. buona, corro-borante, ma che, privata della
Il prodotto odierno, dalle versioni meno raffi- primitiva componente celeste, è gravata de-
nate a quelle variamente elaborate per risul- gli inevitabili limiti terreni capaci di indurre ef-
tare degne delle migliori mense, deriva da fetti perversi.
un particolare processo chimico di fermen- Pura fantasia? Forse. Anche se, proseguen-
tazione che sviluppa le peculiarità naturali do la lettura, non mancheranno le sorprese
dell’uva. celate nella possibile interpretazione di anti-
Ebbene, facili deduzioni unite a valide testi- che, autorevolissime, spesso divine fonti.
monianze risalenti al Basso Medio Evo, por- Le tradizioni occidentali di origine celtica,
tano a concludere che nell’antichità il frutto molte delle quali hanno in-fluenzato i modelli

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giudaico cristiani, ci hanno tramandato la no-


tissima ricerca del Graal: l’argomento princi-
pale del ciclo letterario del Re Artù, dove rap-
presenta la missione assegnata ai Cavalieri
della Tavola Rotonda.
Il mito della coppa misteriosamente smarrita
è analogo a quello del Sacro Vaso, ovunque
si trovi, o delle Divine Bevande; molto vicino
a quello del Gran Nome Divino e della Parola
perduta cui si è accennato.
Il Graal era già presente alle origini del mon-
do, quando sarebbe stato intagliato dagli An-
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geli buoni in uno smeraldo staccatosi dalla


fronte di Lucifero al momento della caduta.
Non è difficile vedere nella visione una sin-
golare similitudine con l’urnâ del simbolismo
indù: la perla frontale che rappresenta il terzo
occhio di Shiva, capace di fornirgli il senso
dell’eternità. Immagine peraltro raccolta dal-
l’Evangelista secondo il quale «…se il tuo
occhio è singolo, tutto il tuo corpo sarà illumi-
nato» (Matteo, 6, 22).
Dopo questa paradisiaca manifattura, il Graal
riappare in varie vicende dell’epopea cristia-
na; tutte più o meno direttamente attinenti al
Vino, con funzioni quindi congeniali alla sua
forma e al suo corretto utilizzo.
La vite, l’uva e il Vino sono citati nelle Sacre
Scritture almeno una ventina di volte, a livello
dei grandi personaggi biblici. Essi sono im-
piegati per ambientare situazioni e introdur-
re parabole, oltre ad essere protagonisti di
alcuni momenti fondamentali sotto l’aspetto
morale, e della rivelazione.
Il termine Vino trae origine dalla parola san- depositari dei sacri misteri.
scrita vena – amare – da cui derivano anche
i termini Venus, quindi Venere.
In ebraico la parole iain, Vino, e sod, mistero,
sono strettamente connesse tra loro; al pun-
Dalla Genesi all’Ultima Cena
Gli antefatti sono noti. Il Padreterno plasma
to che possono essere sostituite l’una all’al-
il primo uomo con un poco di terra; gli soffia
tra avendo lo stesso valore numerico.
Gli stessi Musulmani, che per ragioni saluti- sul volto per trasmettergli la vita e lo collo-
stiche connesse al clima delle loro regioni di ca degnamente nell’Eden: un Paradiso Ter-
origine vedono bandite le bevande alcoliche, restre ricco di ogni prodotto delizioso della
a livello di elevata conoscenza hanno dimo- natura posta al suo sevizio.
strato di apprezzare il Vino. Lo confermano Secondo la leggenda, al momento della
le opere di insigni letterati persiani attivi in creazione Adamo era in possesso del Graal,
periodo basso medievale, tra i quali il poeta logica conseguenza ovvero simbolo delle
Khayyam (1048-1131) quando scrive: condizioni esistenziali divine in cui vive, capa-
«Affogherò il dolore in un’anfora colma di ci di mantenerlo in stretto contatto con Dio e Presso i Sufi,
vino, con due grossi bicchieri mi farò ricco renderlo partecipe dei valori ultraterreni. massimi iniziati di
e felice. Adamo può liberamente disporre di tutti i religione coranica,
Prima divorzierò tre volte la ragione e la fede, frutti succulenti di una terra feconda, purissi- ancor oggi il
poi per ultima moglie torrò la Figlia della Vi- ma; i mille animali che gli girano attorno sono Vino simboleggia
gna». tutti mansueti, non è neppure immaginabile
la conoscenza
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Confessando in tal modo di essere stato se- il momento della loro ribellione, origine del-
dotto dal Vino, un elemento che considera la conflittualità oggi esistente tra le creature esoterica, riservata
prossimo ai valori dello spirito. terrestri. ai pochi eletti
Presso i Sufi, massimi iniziati di religione co- La libera soddisfazione dei suoi desideri non depositari dei sacri
ranica, ancor oggi il Vino simboleggia la co- ha limiti. Solo non deve avvicinare né cibarsi misteri
noscenza esoterica, riservata ai pochi eletti di una pianta posta in bella vista accanto a
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Secondo la lui; e destinata, anche nel mondo incorrotto non è difficile individuare una certa relazione
leggenda, al dell’Eden, a provocare il suo interessamento tra il nome dell’albero chiamato da Dio della
momento della come tutte le cose proibite. conoscenza del bene e del male e la sua ca-
Gli dice il Signore: «…tu potrai mangiare di ratteristica dichiarata dal Demonio, secondo
creazione Adamo
tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero del- il quale esso aveva la capacità di aprire gli
era in possesso la conoscenza del bene e del male non devi occhi di chi lo mangia, destinato a diventare
del Graal, logica mangiare, perché, quando ne mangiassi, come Dio.
conseguenza certamente moriresti…» (Genesi, 2,17). Ma, a prescindere da tutto ciò, di che albero
ovvero simbolo Porre un uomo, almeno come lo conoscia- si trattava? Era forse di un fusto ecceziona-
delle condizioni mo oggi, dinnanzi ad una simi-le tentazione, le, bellissimo, dalle caratteristiche divine? Un
esistenziali divine è come crearsi la certezza della sua disub- esemplare unico, scomparso dopo il pecca-

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in cui vive bidienza. to, degno di interpretare un momento davve-
E certamente Adamo, che per la prima volta ro irripetibile nella storia dell’umanità?
udiva pronunziare la parola morte, avrebbe Certamente no. E non era nemmeno un
trasgredito anche senza l’intervento persua- albero rigoglioso ricco di mele, come ci è
sivo di Eva: l’essere incolpato sebbene inno- stato tramandato da tutte le espressioni ico-
cente, che rappresenta quasi la prima vittima nografiche e descrizioni letterarie approvate
della cultura maschilista, come si sarebbe dai magisteri ebraico e cristiano.
manifestata di lì a poco. Era una semplice vite piccoletta, dall’aspetto
La frase pronunziata dal serpente tentatore rachitico, quasi schiacciata sotto il peso dei
alla donna contribuisce, se non altro, a chia- suoi copiosi frutti; ma frutti particolari, di quel-
rire alcuni interessanti particolari della situa- li che dispen-savano il vigore soprannaturale
zione: «Iddio sa che quando voi mangiaste di anche senza le manipolazioni introdotte suc-
questo albero, si aprirebbero i vostri occhi e cessivamente, quando andò perduto il pro-
diventereste come lui…». (Genesi, 3,5). dotto originario.
Senza voler condividere ipotesi blasfeme, La prova di queste affermazioni sta nel fatto

“Dinnanzi ad una storia tanto ricca Né è lecito dimenticare la Gene- amicizie, celebrato avvenimenti,
di particolari sublimi è inevitabile si quando ci informa come Noè, suggellato parentele, letto il futuro,
chiedersi: perché proprio il Vino? dopo che la sua barca si era are- scacciato le negatività…
Perché i nostri progenitori non han- nata sul Monte Ararat, essendo Ma soprattutto il Vino ha meritato
no scelto per i loro riti e nobili riferi- «coltivatore della terra, cominciò a universale apprezzamento in quan-
menti una sostanza più chiaramente piantare una vigna; […] e, avendo to contiene una sostanza inebrian-
soprannaturale quanto misteriosa, bevuto del Vino, fu ebbro» (9,20). te, ultraterrena: un fluido divino
necessariamente immaginaria? Un citazione questa riferita ad un capace di infrangere la sudditan-
Perché non un fascinoso Nettare personaggio premiato da Dio per za dell’uomo nei confronti delle
degli Dei peraltro già rappresen- religiosità e senso della giustizia, oppressive convenzioni sociali, di
tato, con diversi appellativi, in vari quindi contenente significati simbo- accrescere le prestazioni del corpo
testi delle religioni maggiormente lici oggi smarriti. e della mente, di catalizzare il dono
diffuse? Presto la vite fu associata agli dei prezioso della sessualità. Esso
Come dimostrano fonti positive e della fertilità agraria; mentre il Vino, consente a chiunque, almeno per
tradizione, la coltivazione della vite e per la sua preziosità, fu eretto a un istante, di sentirsi davvero una
la produzione del Vino hanno avuto simbolo della ricchezza. E, quando creatura nobile, degna di levitare
sulla Terra una diffusione vasta ed il consumo si farà popolare, coloro verso il suo Creatore vincendo la
antichissima. Le tavolette di Ur, ri- che ne controlleranno la produzio- gravità della Terra, causa di tutti i li-
salenti al 2400 a.C., menzionano il ne manterranno una posizione di miti mondani. E al tempo stesso, ha
Vino tra le provviste del Tempio; ma predominio economico supportato rappresentato per gli antichi saggi
recenti studi fanno risalire la prati- da valenze iniziatiche. la dicotomia tra il bene, se bevuto
ca della fermentazione zuccherina Se non sono titoli di merito assoluto con moderazione, e il male, se be-
dell’uva all’Epoca Neolitica, 10000- l’antichità e i valori storici, il Vino è vuto con eccesso.
6000 anni fa, quando la pianta, par- un ali-mento naturale tra i più com- Ecco perché in civiltà assai diverse
tendo dalle regioni montuose del pleti, utilizzato da parecchie popola- tra loro il Vino è stato spesso utilizza-
Kurdistan e della Turchia orientale, zioni preistoriche per soddisfare le to per nobilitare cerimonie religiose
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si diffuse nell’Asia sud-occidentale esigenze alimentari primarie; e allo e profane; ecco perché il suo impie-
e nel Mediterraneo orientale, per stesso tempo può essere di gusto go è capace di conferire ad ogni rito
estendersi a tutte le regioni del mon- piacevole, gradito ai palati più esi- un carattere elevato, schiettamente
do a clima temperato. genti. Con esso l’uomo ha stretto iniziatico”.

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che, dopo la trasgressione, Adamo ed Eva riuscito a trasformare un enigmatico peccato Adamo ed
fuggirono dapprima al Signore: e gli si pre- di orgoglio e presunzione, provocato dal na- Eva fuggirono
sentarono solo dopo essersi coperte le parti turale desiderio di ogni uomo di avvicinarsi dapprima al
intime del corpo con foglie di vite intrecciate; alla dignità del proprio Signore, in un gretto,
e non, come recita il versetto biblico, meglio comprensibile peccato carnale. Signore: e gli si
«...avendo conosciuto d’esser nudi, intrec- È iniziato così il ricatto del sesso, il peggior presentarono
ciarono delle foglie di fico, e se ne fecero crimine perpetrato ai danni dell’umanità: una solo dopo essersi
delle cinture» (Genesi, 3,7). maledizione destinata, nella cultura occiden- coperte le parti
Perché allora, è legittimo chiedersi, l’anoni- tale più che in altre, a protrarsi fino alla re- intime del corpo
mo estensore della Genesi e quanti hanno centissima rivoluzione dei costumi, concepita con foglie di vite
contribuito a diffondere il messaggio biblico come spontanea ribellione contro una lunga
hanno ritenuto di dover confondere gli alberi serie di assurdi divieti. intrecciate; e non,
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ed i frutti protagonisti di questa mitica vicen- Venendo agli alberi e ai frutti citati nella Ge- come recita il
da? Perché hanno sostituito la vite con il fico, nesi, la loro evidente sostituzione è stata de- versetto biblico
senza nemmeno nominare, anzi, avvolgendo terminata dalla volontà di non diffondere la
nel mistero la qualità del frutto? vera identità dell’albero proibito. Il consumo
Queste sostituzioni e volontari occultamenti dell’uva poteva introdurre allo stato di vita
possono risultare oggi poco comprensibi- primordiale, quindi al senso dell’eternità, solo
li. Ma non lo erano in Epoca Vetero Testa- a costo dover superare un particolare stato
mentaria, in presenza di una radicata cultu- emozionale, difficilmente tollerato da un co-
ra esoterica destinata a giungere fino a noi, mune mortale ormai fuori dal diretto contatto
ancorché limitata a poche società iniziatiche con Dio.
particolarmente inclini a conservare certe tra- Così, alla foglia di vite posta sulle vergogne
dizioni. è stata sostituita bellamente quella di fico:
Allora i concetti religiosi e morali dovevano una pianta anch’essa biblica spesso citata,
essere somministrati in modo rigidamente se- assieme alla vite, in contesti di bucolica sere-
lettivo, a seconda della cultura e della dignità nità che ben si addicevano al clima delizioso,
dei destinatari: popolo, dotti, sacerdoti… per beatificante, dell’Eden. Recitano le Sacre
giungere ai grandi iniziati. Solo questi ultimi Scritture: «…ciascuno stava all’ombra della
erano degni di conoscere e custodire i divini sua vite e del suo fico e senza che qualcuno
Sotto
misteri nella loro completa verità, con l’inca- gli facesse terrore…» (Libro dei Maccabei,
Ian Van Scorel,
rico di trasferirli ai loro pari delle successive 14,12).
Maria Maddalena.
generazioni unicamente per via orale. Agli al- Mentre la vite e l’uva, allora come oggi, con-
tri dovevano essere fornite versioni semplici, ducevano al concetto di operosità, dovere,
A destra:
facilmente comprensibili, adeguate al livello amore attivo…, il fico era simbolo di dolcez-
Giotto,
morale e culturale di ciascuno. za, abbondanza, passività, particolarmente
Le nozze di Cana.
Come appare evidente, pur evolvendosi idoneo a rappresentare i doni elargiti gratui-
i ruoli sociali dei protagonisti, i comporta- tamente dal Signore.
menti pubblici arcaici non erano poi molto
diversi da quelli praticati nelle moderne de-
mocrazie. Qui tutti si illudono di avere libero
accesso alla conoscenza, senza accorgersi
che i massmedia diffondono le informa-zioni
in modo finalizzato e selettivo, nell’esclusivo
interesse delle lobby che esercitano il potere
lavorando nella riservatezza dei loro impene-
trabili palazzi.
Entrando nel merito di alcuni dettagli miste-
riosi della narrazione biblica, è necessario pri-
ma di tutto capire perché i nostri progenitori
si sono in ogni caso presentati al Creatore
nell’atto di coprirsi le parti del corpo ancora
meno conosciute e che più chiaramente li di-
versificavano tra loro: il sesso.
Vergogna? Espressione di particolare rispet-
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to? Ma nei confronti di chi, del Padre? Asso-


lutamente nulla di tutto questo.
L’edotto narratore biblico ha concepito il par-
ticolare, apparentemente privo di ogni logica
giustificazione, solo per simulare un’inve-
rosimile vergogna del sesso. In tal modo, è

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Venendo agli Se il messaggio biblico termina qui, la suc- so che difficilmente la nostra coscienza, abi-
alberi e ai frutti cessiva libera interpretazione del testo origi- tuata da millenni ad ogni forma di infedeltà,
citati nella Genesi, nale ha completato l’opera, al fine di inibire può immaginare.
ogni ulteriore possibilità di corretta compren- La cosa appare conseguente alle premesse
la loro evidente sione da parte di chi non ne è degno. se consideriamo che di fatto l’uomo, a partire
sostituzione è Una consolidata tradizione artistica e lettera- da quel momento, si trovava prigioniero della
stata determinata ria, ben integrata nell’insegnamento religioso, sfera temporale: non poteva più raggiungere
dalla volontà di ha sempre associato la tentazione del demo- la divina perfezione, premessa per ottene-
non diffondere nio, quindi il peccato originale, alla mela, im- re la facoltà di contemplare le cose nel loro
la vera identità plicitamente quanto erroneamente conside- aspetto eterno.
dell’albero proibito rata il frutto dell’albero della conoscenza. L’ordine perduto non sarà più ripristinato nel
Alla luce di quanto detto in precedenza, la centro originario dell’Eden; e per avviare al-
giustificazione di questo particolare, solo ap- meno una parziale, condizionata riconciliazio-
parentemente secondario, è molto semplice ne, ci vorrà la venuta sulla Terra del Divino
e intuitiva. Salvatore.
Al contrario dell’uva, la mela era ed è in gene- Solo da quel momento l’immagine del Vino
re considerata un frutto innocuo, semplice, diverrà più comprensibile perché interpretata
privo di marcate connotazioni, degno di es- dagli Evangelisti in modo umano, libera dalle
sere diffuso senza remore o rischio di provo- enigmatiche simbologie vetero testamenta-
care conseguenze negative d’alcun genere. rie. Essa illuminerà la nuova, eterna Alle-
La saggezza popolare non recita certamente anza, destinata ad avere nel Sacro Graal la
«…un grappolo d’uva al giorno toglie il medi- sua concreta testimonianza terrena.
co di torno»; anche se… I Vangeli e l’intero Nuovo Testamento rin-
Da quel momento, ogni fedele in vena di novano ed esaltano la presenza della vite e
trasgressione contro i precetti dettati dal Si- dell’uva in varie circostanze: tutte connota-
gnore avrebbe potuto mangiare quante mele te dallo spirito di Cristo, animato da infinito
voleva: a sazietà. amore ma anche paternamente inflessibile
La presenza del nuovo frutto nella tradizione nel pretendere.
biblica era del tutto rassicurante; poco male «Il Regno dei cieli è simile a un padre di fami-
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se comportava un’ulteriore forzatura nel de- glia, il quale sul far del giorno uscì ad assolda-
scrivere la primitiva realtà. re operai per la sua vigna…» (Matteo,20,1).
Dopo la caduta Adamo, allontanato dal divi- «C’era una volta un padre di famiglia, il qua-
no cospetto, perse inevitabilmente il Graal: le piantò una vigna e, datala in affitto a dei
non poté portarlo con sé, vittima di un rimor- coloni, se ne andò per un lungo viaggio…»

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(Luca,20,9). ed ancor oggi, il sabato ebraico inizia con Il Vino assurge ad


Ed ancora: «Io sono la vera vite e il Padre un atto di benedizione che si fa salmodian- elemento concreto
mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non do, mentre un calice di vino viene passato
ed essenziale del
porta frutto egli lo recide, e ogni tralcio che a tutti i membri della famiglia.
porta frutto lo rimonda, perché ne produca A livello di classe sacerdotale, si può ri- rito nell’Ultima
ancora di più… Voi siete mondati dalla parole chiamare la tradizione ebraica che vuole Cena. E con esso
che vi ho annunziato. Restate in me ed io re- la vite, quindi il Vino, un elemento capa- riappare il Graal
sterò in voi...[…] Colui che rimane in me e io ce di riunire il Cielo e la Terra, in quanto facendosi sacro
in lui porterà frutti, perché, senza di me, non «... dà letizia a Dio e agli uomini» (Giudi-
potete far nulla» (Giovanni, 15,1-5). ci,9,12-13).
Gesù opera il primo miracolo pubblico in oc- Un’ulteriore versione di carattere esoteri-
casione delle nozze di Cana, una cerimonia co, accessibile a pochi iniziati, comporta
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conviviale che alcune interpretazioni irrituali di superare il concetto secondo cui il Vino
del Vangelo considerano il suo matrimonio rappresenta un semplice ancorché essen-
con Maria di Magdala: la donna che lo ziale alimento materico dello spirito. Esso
seguirà durante tutta la Passione, prima assurge a punto di unione tra il Cielo e la
testimone della Resurrezione. Terra, sintesi della natura umana e divina
A prescindere da questo improbabile del Cristo, fondamento della Redenzione.
contesto, la trasformazione miracolosa E allora, giunti a questo punto, noi non
dell’acqua in Vino depone per la centralità possiamo che fermarci, di fronte a con-
della nobile bevanda, considerata essen- cetti che, nel momento della istituzione
ziale per vivificare un momento che, nella dell’Eucarestia, alla vigilia di eventi so-
cultura ebraica, rappresentava una vera e prannaturali, nemmeno gli Apostoli, nella
propria solennità. loro santa semplicità, osavano indagare
Ma il Vino assurge ad elemento concreto né tanto meno potevano comprendere.
ed essenziale del rito nell’Ultima Cena. E Che si presti fede o no al miracolo-mi-
con esso riappare il Graal facendosi sa- stero della transustanziazione, le parole
cro ed entrando nella storia quando viene di Gesù tramandate dall’evangelista non
utilizzato da Gesù per offrire agli apostoli danno luogo ad equivoco. Il calice con-
il Vino divenuto il proprio sangue: la be- teneva Vino, come confermano le parole
vanda capace di aprire le porte dell’eterni- pronunziate dopo il rito: «…Io vi dico che
tà immortale a chi ne voglia bere animato d’ora innanzi non berrò più di questo frut-
da sincera fede. to della vite, fino al giorno in cui lo berrò
Ed ancora una volta è lecito chiedersi: di nuovo con voi nel regno del Padre mio»
perché il Vino? Perché la bevanda che (Matteo 26,27-29).
immaginiamo di colore rosso rubino come Quale significato attribuire a questa frase che
il sangue, in realtà giallo paglierino come i apre a nuovi orizzonti ma infittisce il mistero?
prodotti eletti dell’agricoltura orientale? Forse si è trattato di un semplice gesto di
Con un piccolo sforzo interpretativo, si amore proposto da Cristo nei confronti dei
può pensare al recupero simbolico delle fratelli che presto avrebbe lasciato soli, ma
mensa, dove il calice rappresenta il mo- non abbandonati a sé stessi? O forse, più
mento culminante dell’unione. Nell’antichi- verosimilmente, fu un pegno di reciproca fe-
tà, a conclusione dei conviti, i commensali deltà da perpetuare durante tutti i secoli della
erano soliti alternarsi a bere nello stesso vita terrena e connesso alla raccomandazio-
calice in segno di solidarietà e fratellanza; ne «…fate questo in memoria di me?» (Luca,
21,19)
Se così fosse il Vino, strumento essenzia-
le del dogma, potrebbe assurgere a vero
simbolo della nuova Religione: della Nuova
Alleanza valida fino alla consumazione dei
secoli.
Certo, nessuna parola proferita dal Figlio
di Dio o, se si vuole, dal massimo iniziato
giunto a calcare la polvere della terra, può
essere stata proferita senza un preciso, pro-
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fondo significato.
Molto chiaro appare invece, nella narrazio-
ne biblica, il filo logico che collega Adamo
al Cristo, inizio e fine della Divina Redenzio- A fianco:
ne. Filippo De Pisis,
Il primo uomo, dopo aver consumato il frutto Bottiglia.

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co decurione il quale pure aspettava il regno


di Dio» (Marco, 15,43) chiese ed ottenne da
Pilato il corpo esanime di Gesù per poter-
gli for-nire giusta sepoltura conforme ai riti
ebraici.
Da qui, una tradizione aderente allo spirito
dei protagonisti ancorché esclusa dai libri
canonici, vuole che l’uomo abbia raccolto
entro il Sacro Graal il sangue e l’acqua che
ancora sgorgavano dal costato trafitto dalla
lancia del centurione Longino. Fu così salva-
ta la più divina delle testimonianze cristiane,

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presumibilmente trattenuta e custodita con
amore presso la comunità dei discepoli, ge-
losissimi dell’eredità lasciata dal Maestro.
Dopo di che attorno al Sacro Graal è calata
di nuovo una cortina di silenzio, almeno rife-
rita alle fonti omologate dalla Chiesa Cattoli-
ca; per cui nei venti secoli dell’Era Cristiana
si sono diffuse le ipotesi più fantasiose, de-
stinate ad alimentare moltissime leggende
non tutte rispettose della spiritualità che ha
avvolto l’origine del mito.
Secondo una tradizione assai lontana da
ogni ipotesi storica, ancorché diffusissima
nel sud della Francia, dopo la Resurrezione
di Cristo Giuseppe d’Arimatea avrebbe ab-
bandonato la comunità palestinese per tra-
sferirsi in Provenza. Qui sarebbe sbarcato
in località Ratis, oggi Les Saintes Maries de
la Mer, assieme a vari personaggi evangelici
tra cui Maria di Magdala che avrebbe avuto
in grembo il figlio forse uno dei figli avuti da
Gesù.
Da allora la Maddalena, più che alimentare
gli studi storici e teologici, ha ispirato mol-
tissimi maestri di arte sacra e profana che
Pieter Paul Rubens, della vite, si è reso indegno di conoscere
l’hanno ritratta mentre regge tra le mani
Adamo ed Eva il senso dell’eternità, perdendo di conse-
una splendida coppa, certamente il Sacro
nel Paradiso terrestre guenza il possesso del Graal. Il Divino Sal-
(Peccato originale).
Graal. Nessuno ha però osato rappresenta-
vatore ha reso agli uomini la dignità dell’an-
re il suo contenuto né azzardare il suo cor-
tico status attraverso il sacrificio del proprio
retto significato, lasciando agli osservatori di
sangue, che fa bere ai discepoli sotto le
formulare varie ipotesi, secondo la cultura e
specie del Vino, derivato dal frutto proibito e
la fede di ciascuno: un sorso del Vino versa-
contenuto proprio nell’antico Graal.
to nell’ultima cena, una goccia del sangue
La testimonianza evangelica ha peraltro
di Gesù… il pegno di un difficile amore o il
un illustre precedente biblico nel sacrificio
simbolo di una impossibile maternità…
eucaristico di Melchisedec, abitualmente
Ma le leggende d’ogni genere diffuse in Età
considerato come una prefigurazione del-
Moderna con pretese di esoterismo, non
l’Eucarestia, almeno applicando al Cristo le
rientrano tra gli argomenti di questo sag-
parole dei Salmi secondo cui Egli sarebbe
gio.
«…sacerdote in eterno, alla guisa di Melchi-
sedec» (Salmi, 109, 4).
Ecco le parole del testo biblico, Genesi,
14, 19-20: «E Melki Tsedeq, re di Salem, Il Vino, …e noi
PARMA economica

fece portare del pane e del vino; e lo be- L’uomo moderno, disilluso più che prag-
nedisse dicendo: “Benedetto sia Abramo matico e razionale, mantiene con le anti-
dall’Altissimo Signore che creò il Cielo e la che tradizioni un rapporto contraddittorio,
Terra”…». spesso conflittuale.
La sera stessa della crocifissione tale Giu- Da un lato, afferma di aver abbandonato ogni
seppe, originario di Arimatea, «nobile e ric- credenza arcaica, impegnato a prolungare la

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CULTURA E TERRITORIO
CULTURA E TERRITORIO

propria breve vita terrena senza tanto preoc- può recare alla salute dell’uomo, sempre Negli anni recenti
cuparsi di quella eterna. Dall’altro lato, dimo- condotte in equilibrio precario tra l’orienta- non si contano
stra di non voler rinunciare a diversi vec-chi mento scientifico e le finalità promozionali. le dissertazioni
miti, oggi riproposti in versioni che li hanno Fa bene o fa male? È un alimento tossico
resi meno nobili e spirituali. o protegge le coronarie? Meglio il rosso o
sugli effetti che il
Così, la bevanda dell’immortalità è stata so- il bianco…? Come se si trattasse di una consumo del vino
stituita da oscure pozioni che garantiscono medicina e non di un dono della natura da può recare alla
a chiunque di incontrare l’anima gemella, di accettare così com’è, con i pregi e i difetti salute dell’uomo,
arricchirsi, di guarire da impossibili malattie…; presenti anche in altri alimenti altrettanto dif- sempre condotte
mentre in un ambiente sociale che stimola il fusi ma non altrettanto chiosati. Ed è certo tra l’orientamento
soddisfacimento di ogni desiderio, la serenità eloquente che in una società superficiale scientifico
è ricercata in polveri chimiche capaci di addor- come la nostra una problematica insolita-
mentare lo spirito e distruggere l’organismo. mente manichea riguardi una bevanda ricca
e le finalità
Il Vino non è il solo a subire le conseguenze di connotazioni vicine alle tematiche filoso- promozionali
di questa triste metamorfosi; ma pare segna- fiche e alla religiose, quasi la trasposizione
to da un destino particolare, derivato da alcu- in chiave parascientifica del dilemma legato
ne sue marcate peculiarità. al frutto proibito: procura la morte o rende
Cessata l’attenzione verso gli aspetti mitici, simili a Dio?
sono sorti attorno a lui enormi interessi eco- Parallelamente alle dissertazioni variamente
nomici e sociali, comprensibili se si pensa accademiche, i viticoltori europei si stanno
che l’industria vitivinicola condiziona il siste- comunque organizzando per occupare gli
ma produttivo di intere regioni. spazi ancora liberi della distribuzione, con-
Al tempo stesso, con la modifica delle abi- sapevoli che la globalizzazione dei mercati,
tudini alimentari, la nobile bevanda, costret- quindi dei consumi, li porterà a competere
ta a competere con i più agguerriti prodotti con prodotti esteri tutt’altro che rispettosi
industriali, ha dovuto adeguare la propria della tradizionale genuinità.
PARMA economica

immagine, passando dalla esclusiva cop- Nell’ottica accennata, il Vino è generalmen-


pa degli Dei al reclamizzatissimo cartone te presentato in momenti conviviali, spesso
multinazionale in tetrapak. in occasione di banchetti all’aria aperta che
Negli anni recenti non si contano le disser- riproducono un impossibile clima di schiet-
tazioni sugli effetti che il consumo del Vino tezza campagnola. Più che esaltarne le reali

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CULTURA E TERRITORIO

L’idea di legare il virtù che pochissimi riuscirebbero a com- L’idea di legare il prodotto al territorio e alla
prodotto al ter- prendere, i messaggi ne sottolineano il sapo- sua gastronomia può sviluppare qualche
re genericamente buono, che ricorda quello economia marginale e soddisfare pochi pro-
ritorio e alla sua
tanto apprezzato dal nonno: un prodotto duttori locali; ma non conquista nuovi mer-
gastronomia può quindi dalle caratteristiche tali da essere ri- cati e tanto meno affina i gusti individuali.
sviluppare qualche fiutate dal palato moderno anche meno esi- Mentre i messaggi di generica naturalezza
economia margi- gente. Altro aspetto dello stesso messaggio e genuinità sono da decenni appannaggio
nale e soddisfare è la volontà di condurre all’apprezzamento di dei colossi dell’alimentazione industriale che
pochi produttori una particolare qualità di Vino consumata as- hanno fatto perdere loro ogni credibilità.
sieme ai cibi tipici della zona di produzione. Di converso, il successo ottenuto da Dan
locali
Si tratta di un concetto tutto sommato cor- Brown con le mille fantasticherie contenute
retto, derivato dalle caratteristiche ambienta- nel suo Codice da Vinci, ha clamorosamen-

CULTURA E TERRITORIO
li delle varie regioni; ma che non può essere te dimostrato che la gente, dopo la caduta di
confuso con gli abbinamenti proposti dai tante ataviche convinzioni, vive un momento
sommelier in un contesto di reale armonia di grave incertezza; ed avverte la necessità
dei gusti. Come risultato, da alcuni anni non di recuperare le origini della propria cultura
c’è area agricola delle Penisola adatta alla per vivere una spiritualità nuova, libera dai
coltivazione della vite che non abbia una dogmatismi propri delle religioni omologate.
propria omologata strada dei vini: una sorta Un’esigenza questa del resto confermata
di itinerario turistico costellato di cantine ed dal recente sviluppo di numerose società
osterie, santuari della cosiddetta enogastro- che si definiscono eredi di antiche scuole
nomia, un neologismo questo creato appo- esoteriche: in pratica la riproposta, fuori da
sta per affermare il Vino, ma che in realtà ogni originaria coerenza, di vecchi rituali che
rappresenta una inutile forzatura. potrebbero tutt’al più appagare un vago de-
Come se ciò non fosse sufficiente, diverse siderio di stravaganza.
Accogliendo queste premesse, perché non
stazioni turistiche promuovono delle locali fe-
studiare un progetto nuovo, che recuperi e
ste del Vino dove questo è servito con pizze,
riproponga ai consumatori la storia, i valori,
piadine, focacce… a seconda delle regioni:
gli antichi significati del Vino? Sarebbe in-
giusti abbinamenti che farebbero inorridire
sensato perdere definitivamente un patrimo-
perfino Pellegrino Artusi, che pure era anco-
nio esclusivo di tradizioni che nessun affari-
ra alieno da certe finezze.
sta cinese o indiano, almeno per alcuni lustri,
Dopo poche riflessioni, emergono però i li-
potrebbe sottrarci o imitare, mentre chiun-
miti oggettivi delle iniziative sommariamente
que può già oggi tranquillamente clonare
ricordate che non consentono di allargare la un bicchiere di mediocre Barbera. Non c’è
conoscenza dei Vino e soprattutto di agevo- prodotto, come il Vino, capace di ricordare
lare la diffusione del suo consumo evoluto. che l’uomo ha perduto tantissime cose: ma
soprattutto ha perduto il reale contatto con
la Natura, trasformando la propria esistenza
in un fatto avulso dal contesto in cui è stato
creato e cui era destinato. Non c’è prodot-
to, come il Vino, capace di riportare l’uomo
allo stato di esistenza spontanea che gli con-
sentirebbe di vivere e pensare liberamente,
affrancato da falsi pudori e suggestioni. Ci
si può chiedere come queste idee possano
essere compatibili con la necessità di esitare
sul mercato globale milioni e milioni di ettolitri
di Vino delle qualità più diverse, destinati a
uomini d’ogni parte del mondo.
Ebbene: a conclusione di un saggio dedicato
alla storia esoterica del Vino può essere solo
lecito proporre un argomento di riflessione.
Del resto non è difficile, e tanto meno impos-
sibile, finalizzare certi concetti, purché ci si
PARMA economica

creda.
Fin d’ora, cominciamo e crederci davvero e
a parlarne: sarebbe già un bel passo avanti,
per giungere a fermare, almeno in parte, la
corruzione cui è costretta la bevanda del-
l’eternità!

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