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VULNERABILITA’ SISMICA DI BENI MUSEALI: ASPETTI METODOLOGICI

Antonio Borri e Alessandro De Maria

1. Introduzione

Per la verifica sismica di beni artistici (statue, dipinti, fregi, decorazioni e simili) le Linee Guida per
la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale – allineamento alle nuove
Norme tecniche per le costruzioni1 seguono l’approccio della valutazione della vita nominale, in
sintonia con quanto fatto per le costruzioni, ma tale parallelismo risulta, almeno per alcuni aspetti,
difficilmente sostenibile.
E’ chiaro che la vita nominale (“numero di anni nel quale la struttura, purché soggetta alla
manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è destinata”) non assume
il significato di durata dell’opera, costruzione o bene artistico che sia, ma indica solo che per quel
certo periodo, seguendo l’approccio di tipo prestazionale della normativa, devono essere garantite
determinate prestazioni. Secondo tale approccio, al termine di tale periodo verrà valutata
nuovamente la situazione, tenendo conto del degrado, delle opere di manutenzione e delle altre
possibili modificazioni, e verrà fatta una nuova verifica, intervenendo con le dovute opere, ove
necessario, per ripristinare il voluto livello di sicurezza.
Qui c’è una prima sostanziale differenza tra costruzioni ordinarie e beni artistici. Per le costruzioni,
come appena ricordato, il concetto stesso di vita nominale è legato alle possibili mutazioni nel
tempo (degrado, etc): alla scadenza della vita nominale c’è sicuramente qualcosa che è cambiato
(“panta rei”) e quindi c’è una nuova situazione da esaminare.
Spesso invece, almeno per alcune tipologie di beni artistici (ad esempio le statue) la capacità di
risposta non dipende dal tempo, così la situazione di quel bene resta immutabile e varia solo la
domanda con cui ci si vuole confrontare.
Inoltre, per le costruzioni la scelta di una maggiore o minore vita di riferimento è legata, oltre che
alla importanza dell’opera, anche alla necessità di limitare i “costi” (intesi sia in termini economici
che di conservazione) degli interventi.
Per i beni artistici, sostituendo comunque, nella definizione di vita nominale, la frase “deve poter
essere usata” con “deve poter essere fruibile”, bisogna tenere conto che spesso: (i) la risposta e le
caratteristiche meccaniche non si degradano come per gli edifici, ma, almeno in molti casi, restano
inalterate nel tempo; (ii) per varie tipologie di beni di norma non sono eseguibili o non vengono
eseguiti – salvo casi particolari - interventi di manutenzione di tipo strutturale; (iii) raramente si
hanno livelli di danneggiamento intermedi come nelle costruzioni: in molti casi o non subiscono
danni o hanno danni gravissimi; (iv) i “costi” degli interventi, a differenza del caso degli edifici,
possono essere anche molto contenuti e con piccoli interventi a basso costo spesso si riescono ad
ottenere livelli di protezione molto elevati.
Infatti, mentre per aumentare la capacità di un edificio sono necessari, in genere, interventi
complessi e onerosi, per molti beni artistici spesso si possono utilizzare accorgimenti ed interventi
semplici e poco costosi, che si traducono in elevati incrementi di capacità di sostenere l’azione
sismica, ovviamente nell’ipotesi che il contenitore (l’edificio) sia sicuro o che siano adeguatamente
protetti.

1
“Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale – allineamento alle nuove
Norme tecniche per le costruzioni” (nel presente testo indicate, per brevità, come “Linee Guida BBCC”) rilasciate dal
MiBACT nel 2011 e approvate come Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 febbraio 2011, pubblicata
sulla G.U. n. 47 del 26 febbraio 2011, supplemento ordinario n. 54.
Solo per fare qualche semplice esempio: statue sufficientemente distanziate da pareti su cui
potrebbero urtare oscillando, basamenti di altezza adeguata, teche con elementari sistemi di
isolamento, anche basati solo sullo studio del coefficiente d’attrito del piano di appoggio, cupole di
protezione, sabbia dentro ai vasi, così da abbassare il loro baricentro, sospensione di quadri
tramite funi, etc.
Così, la rilevanza delle opere, spesso beni unici ed irripetibili, insieme a quanto prima osservato
sulla non mutabilità nel tempo della capacità, almeno per talune tipologie, potrebbero portare a
differenziare i percorsi delle verifiche a seconda del tipo di bene e a scegliere per essi una vita
nominale più lunga dei 50-100 anni fissati per gli edifici.
Ad esempio, le problematiche di una statua marmorea (ad es: il rischio di ribaltamento) sono
indipendenti (predisponendo le opportune protezioni) da quelle della costruzione che la contiene
e perciò potrebbero essere affrontate in modo diverso da quelle di un affresco murario, che segue
le vicende del muro su cui si trova, e quindi della costruzione.
Detto in altro modo: se ha senso fissare una vita nominale di 75 anni per la costruzione che ospita
un museo, eseguendo le verifiche sismiche per il sisma di riferimento per quel periodo, non ha
molto senso invece fissare la stessa vita per una statua ivi contenuta, perché: i) le sue
caratteristiche non variano nel tempo e quindi, alla scadenza della vita nominale prefissata, la
situazione sarà esattamente la stessa di oggi (e la vita nominale appare qui solo come un artificio
per ridurre l’azione sismica di riferimento); ii) i “costi” di un intervento (es: un isolatore sismico e
le adeguate protezioni rispetto a quanto connesso alle strutture adiacenti) potrebbero essere
contenuti e risolutivi.
Da questo punto di vista, le differenze, nel testo attuale delle Linee Guida BBCC, tra contenitore
(edifici) e contenuto (beni artistici) e tra le diverse tipologie di beni contenuti, sono invece poche e
concentrate prevalentemente sul problema della modellazione strutturale, che certo può risultare
più variegata e articolata per i beni artistici.
Per quanto riguarda l’intensità dell’azione sismica con cui verificare i beni artistici, le Linee Guida
BBCC indicano di valutare il possibile danno considerando terremoti di intensità correlata al valore
del bene, nel modo di seguito descritto. La verifica nei confronti dello Stato Limite di danno
Artistico (SLA) si dovrà fare con riferimento ad azioni sismiche con probabilità di eccedenza
relativa allo stato limite di danno (pVR=63%), ma valutate in un periodo di riferimento amplificato
di un coefficiente n, che tiene conto proprio dell’importanza dell’opera: VRA = n VR
Il coefficiente n è definito infatti come “il numero di cicli di controllo effettuati su quel particolare
bene artistico nell’intervallo di tempo normalmente adottato per il monitoraggio dello stato di
conservazione degli apparati decorativi, dei relativi supporti e di elementi architettonici in
muratura o materiale lapideo di particolare fattura”.
Il valore di n viene deciso (o almeno così dovrebbe essere) opera per opera dall’Amministrazione
deputata alla tutela e può assumere anche valori non interi. In realtà, almeno per l’esperienza
degli Autori, è difficile che gli Organi in questione possano effettivamente decidere un valore per
tale parametro.
Sempre le Linee Guida BBCC stabiliscono poi un limite superiore all’azione sismica con cui valutare
lo SLA che è quella dello SLV: “in ogni caso non dovranno mai essere assunti valori del periodo di
ritorno del sisma maggiori di quelli corrispondenti allo SLV”.
Come detto, questo limite ha senso per le opere il cui comportamento dipende strettamente da
quello della costruzione in cui si trova, per le altre non appare giustificabile.
Così, applicare le Linee Guida BBCC nel testo attuale significa solo utilizzare un artificio (numero di
ispezioni annue) per far tornare o meno la verifica, perché il problema non è il degrado strutturale
nel tempo: almeno per determinate tipologie di beni, se oggi c’è una certa probabilità di collasso,
questa rimane inalterata e la situazione di vulnerabilità di quel bene non cambia – se non in modo
artificioso - in base al numero di ispezioni eseguite.
Per quanto sin qui detto, sembrerebbe opportuno differenziare i percorsi metodologici di verifica
a seconda della tipologia di bene da valutare. Nel paragrafo che segue si cerca di individuare,
seppure in modo molto schematico, una possibile diversificazione.

Figura 1. Distruzione di una statua in terracotta caduta dal Figura 2. Danneggiamento di una statua in terracotta per
basamento nel Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila a le oscillazioni che l’hanno portata a urtare sulla
causa del sisma del 6 aprile 2009. retrostante parete, nel Museo Nazionale d’Abruzzo a
L’Aquila a causa del sisma del 6 aprile 2009. Sarebbe
bastato distanziarla adeguatamente dal muro per evitare il
danno.

Figura 3. Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, Figura 4. Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, dopo il
dopo il sisma del 6 aprile 2009: in questo caso la sisma del 6 aprile 2009: i quadri appesi alle pareti hanno subito
statua in terracotta era sufficientemente lontana dalle le vicende delle pareti stesse.
pareti e, grazie anche alla sua forma, non è caduta
dal basamento e non ha avuto danni.

2. Percorsi di verifica sismica per i beni culturali

Si vogliono qui indicare, seppur in modo sommario, dei percorsi di valutazione della sicurezza
sismica per i beni culturali in accordo con le Linee Guida BBCC, distinti però in base alla tipologia
del bene da tutelare.
A) Costruzioni
Per questa tipologia di beni (chiese, palazzi, torri, campanili, etc) la procedura di valutazione della
sicurezza è quella ben descritta nelle Linee Guida BBCC e può essere sintetizzata nei seguenti
passi:
- rilievo geometrico/strutturale;
- ricerca storica sul bene finalizzata ad aspetti strutturali (es. valutazione dei meccanismi di
accrescimento e delle connessioni tra pareti);
- verifica per carichi verticali e determinazione di un coefficiente di sicurezza per azioni verticali;
- verifica per azioni sismiche in LV3 (o LV2) e valutazione della massima accelerazione sismica
sostenibile dalla struttura allo SLV (o dell’indice di rischio come rapporto fra capacità e domanda
con domanda valutata per una vita nominale propria di un edificio nuovo nello stesso sito).
Le analisi e verifiche possono essere svolte con i normali strumenti e modelli strutturali messi a
punto per le valutazioni di sicurezza degli edifici non tutelati.
In caso di mancata verifica per carichi verticali si avrà certamente una valutazione di sicurezza
negativa e dovranno essere posti in atto opportuni provvedimenti con estrema celerità.
Per le azioni sismiche invece, come si è visto, è possibile esprimere la vita nominale ridotta per
l’edificio in esame e comunicarla al committente o gestore dell’opera, illustrandone il significato e
le relative implicazioni. Naturalmente, come si evince da quanto illustrato nel precedente
paragrafo, nel caso di indice di rischio non idoneo (vita nominale ridotta troppo bassa) il
suggerimento è quello di far presente che l’edificio non risulta verificato e indicare alla
committenza i necessari interventi.

B) Beni artistici
In questa tipologia si possono far ricadere tutte le opere d’arte contenute negli edifici. Esse, dal
punto di vista del comportamento strutturale, sono a loro volta classificabili come segue:

B1) Piccoli beni mobili (ad esempio, statue di dimensioni medie e piccole, oggetti, vasi, quadri e
tavole, dipinti, etc) strutturalmente indipendenti dall’edificio, ma che ne subiscono gli spostamenti
per essere appoggiati o appesi ai suoi elementi (pavimenti, pareti).

Per tale tipologia di beni artistici è possibile effettuare valutazioni di vulnerabilità a due distinti
livelli di approfondimento in funzione della possibilità di effettuare un rilievo approfondito o
meno.

> Valutazione approfondita:


- si effettua un rilievo accurato delle caratteristiche dimensionali e di massa dell’opera (ad
es. tramite laser scanner delle statue) e si valuta sperimentalmente la resistenza degli
eventuali dispositivi che la vincolano al supporto (es. ganci o chiodi per i quadri);
- si svolge la valutazione di vulnerabilità secondo le procedure e le metodologie riportate di
seguito ottenendo un risultato esprimibile tramite un “Indice di Rischio Reale Ir”.

> Valutazione speditiva:


- si effettua un rilievo speditivo delle caratteristiche dimensionali e di massa dell’opera e
della resistenza degli eventuali dispositivi di vincolo; ciò può essere fatto anche per
analogia con configurazioni standard riportate in appositi abachi
- si svolge la valutazione di vulnerabilità secondo le procedure e le metodologie riportate di
seguito ottenendo un risultato esprimibile tramite un “Indice di Rischio Speditivo Is”.
Gli Autori del presente lavoro hanno messo a punto e testato una procedura di valutazione
speditiva di piccole statue ed oggettistica [1] e di quadri e dipinti ancorati alle pareti che sarà
brevemente riassunta per i casi di studio riportati in un successivo paragrafo.

B1.a - Statue e oggetti:


- definizione dello SLA come attivazione del cinematismo dell’oggetto, oscillazioni, ribaltamento o
slittamento, assumendo non accettabile il fatto che l’oggetto subisca l’attivazione del cinematismo
in occasione del sisma.
- ricognizione di eventuali situazioni di vulnerabilità non collegate al comportamento dell’oggetto.
Ad esempio sua prossimità ad una parete, da cui il possibile martellamento, sua esposizione in una
sala dotata di controsoffitto precario, etc….
- rilievo ad un livello di approfondimento commisurato al tipo di valutazione richiesta
(approfondita nei casi più importanti, ad esempio, attraverso scansione laser, oppure speditiva);
- determinazione del baricentro e della sezione di appoggio della statua/oggetto al pianale o al
pavimento;
- valutazione dell’azione sismica in grado di attivare il moto della statua/oggetto per slittamento o
ribaltamento o anche oscillazione senza ribaltamento. Ciò può essere fatto con vari metodi, qui si
ricordano i diagrammi di Ishiyama [2] oppure delle semplici valutazioni di equilibrio di corpo rigido
[3], [4].

B1.b - Quadri e dipinti ancorati ad una parete:


- definizione dello SLA come distacco del quadro dalla parete o dal supporto cui è vincolato;
- ricognizione di eventuali situazioni di vulnerabilità non collegate al comportamento del dipinto o
quadro. Ad esempio suo vincolamento ad un supporto instabile, sua esposizione in una sala dotata
di controsoffitto precario, etc….
- rilievo dimensionale e materico inteso a valutare il peso dell’oggetto; il grado di
approfondimento di tale rilievo è commisurato al tipo di valutazione di vulnerabilità richiesta,
approfondita o speditiva;
- rilievo dei vincoli per tipologia, numero e posizione;
- stima della capacità resistente a trazione dei vincoli, tenendo conto delle condizioni delle cornici
(spesso antiche) che possono costituire il punto debole del sistema di vincolamento; il grado di
approfondimento di tale stima è commisurato al tipo di valutazione di vulnerabilità richiesta,
approfondita o speditiva;
- valutazione dell’azione sismica in grado di causare cedimento di un numero tale di vincoli da
provocare distacco del dipinto dalla parete.

B2) Grandi oggetti mobili (grandi statue, obelischi, colonne litiche, fontane)
- definizione dello SLA nel seguente modo: sono inaccettabili lesioni sul materiale costituente la
statua oppure attivazione di cinematismi dell’oggetto. Peraltro, i grandi manufatti artistici si
distinguono da quelli di piccole dimensioni in quanto essi non sempre sono schematizzabili come
un corpo rigido indeformabile e non soggetto a danneggiamento, essendo così possibili lesioni per
superamento dei limiti di resistenza del materiale per eccessive deformazioni;
- ricognizione di eventuali situazioni di vulnerabilità non collegate al comportamento dell’oggetto.
Ad esempio il deterioramento dei materiali, etc….
- rilievo approfondito, ricorrendo alla scansione laser nei casi più importanti;
- rilievo dei materiali costituenti al fine di stimarne le caratteristiche meccaniche (resistenza e
moduli elastici); per questo aspetto può essere utile la ricerca storica, ad esempio, della cava da
cui fu estratto il materiale per quella specifica statua, con la finalità di reperire un materiale
quanto più simile possibile e sottoporlo a prove di caratterizzazione, i cui risultati possono poi
essere assunti con gli opportuni coefficienti di sicurezza;
- modellazione (schemi semplificati a telaio, elementi finiti, etc) ;
- valutazione dell’azione sismica in grado di produrre lesioni inaccettabili; per tale aspetto è
fondamentale un approccio interdisciplinare che coinvolga gli esperti del settore (i restauratori) al
fine di stabilire quale sia il danno ritenuto accettabile per l’opera in esame;
- valutazione dell’azione sismica in grado di attivare cinematismi con oscillazioni o slittamento; tale
situazione dovrebbe essere ritenuta in ogni caso inaccettabile.

Figura 5. Un esempio di procedura di valutazione per una grande statua: analisi del David di Michelangelo, Galleria
dell’Accademia, Firenze [5]. Rilievo laser scanner, modellazione e analisi delle tensioni. L’analisi ha “ritrovato” le
lesioni su caviglia e broncone effettivamente presenti ed ha evidenziato come in caso di azioni sismiche tali lesioni
favorirebbero ulteriori fessurazioni che peggiorerebbero in maniera inaccettabile le condizioni statiche della statua.

Figura 6. Procedura di valutazione per piccole statue: analisi del “Giurista” di Arnolfo di Cambio, Galleria Nazionale
dell’Umbria, Perugia [1]. Scansione laser, determinazione della posizione del baricentro e della sezione sul piano
d’appoggio e valutazione dell’azione sismica ribaltante.

B3) Beni strettamente connessi alla struttura dell’edificio (affreschi, stucchi, mosaici parietali e a
pavimento).
Facendo riferimento qui, in particolare, al caso degli affreschi:
- si definisce lo SLA come comparsa di lesioni non accettabili o superiori ad una certa ampiezza,
che dovrà essere indicata da restauratori ed esperti del settore; ad esempio, può essere non
accettabile una lesione tale da non poter essere più restaurata;
- ricognizione di eventuali situazioni di vulnerabilità non collegate al comportamento dell’affresco.
Ad esempio forte degrado della pittura; debolezze intrinseche della parete affrescata (es. canne
fumarie o chiusura di vecchie porte e finestre poi nascoste dall’affresco);
- rilievo dell’edificio o delle parti di edificio interagenti strutturalmente con l’affresco che si
intende preservare;
- rilievo materico della muratura di supporto dell’affresco, al fine di valutarne le caratteristiche
meccaniche (resistenza e moduli elastici); tale operazione può essere svolta sulla base di analisi
storiche, di termografie e indagini soniche. E’ da tener presente che le lesioni dell’affresco
“coincidono” o si differenziano dalle lesioni della sottostante muratura in funzione dello spessore
dell’intonaco e del rapporto fra le rigidezze di intonaco e muratura;
- modellazione dell’edificio o della parte di edificio di interesse;
- valutazione dell’azione sismica in grado di produrre la comparsa di lesioni inaccettabili sulla
muratura affrescata. Ciò può essere fatto secondo due diversi approcci:
• verificare per quale valore di azione sismica si supera un prefissato valore di
spostamento relativo d’interpiano (drift) nella parete affrescata; in letteratura sono
presenti studi che indicano valori di drift corrispondenti a vari gradi di danneggiamento
dell’affresco [6], [7]. Tale approccio richiede la preliminare definizione della massima
ampiezza ed estensione di lesione ritenuta restaurabile senza perdita di valore
testimoniale dell’opera d’arte;
• verificare per quale valore di azione sismica si forma una lesione sulla muratura la cui
superficie è affrescata. Tale metodologia, più severa, risulta idonea per affreschi di
grande rilevanza, per i quali si pensa sia comunque inaccettabile la comparsa, per cause
sismiche, di una lesione.

Nella parte che segue viene descritta una procedura per la valutazione della vulnerabilità sismica
di beni riferibili al punto B1 precedente, ovvero piccoli beni mobili strutturalmente indipendenti
dall’edificio, che si presenta frequentemente per gli oggetti esposti in musei e gallerie.

3. Valutazione della sicurezza sismica per beni museali

Il metodo qui descritto si basa su una adeguata ricognizione dei beni ospitati in una costruzione,
considerandone i possibili comportamenti meccanici associabili alle azioni dinamiche derivanti da
un sisma.
Sulla base di tale ricognizione si possono ipotizzare, per ciascun bene, le modalità di collasso più
probabili.
Le problematiche individuate vengono quindi affrontate da un punto di vista quantitativo
definendo una azione sismica di riferimento cui tali beni dovranno poter rispondere senza subire
danneggiamenti significativi.
L’illustrazione della metodologia si articola nei punti seguenti:
- codifiche e simbologie adottate nella procedura;
- modalità di danneggiamento sismico di oggetti artistici;
- metodologia proposta: definizione degli Indici di Rischio IR per i beni museali.
Il livello di rischio viene espresso da un indice numerico dato dal rapporto fra capacità del bene
considerato (valutata in maniera semplificata) e domanda sismica.
Statue ed oggetti sono considerati come blocchi rigidi suscettibili di ribaltamento; per i dipinti o le
tavole lignee fissate alle pareti si valuta se l’azione sismica è in grado di causare il distacco dei
vincoli dalla parete con conseguente caduta del dipinto.
La metodologia che sarà illustrata è stata applicata a due casi di studio: la Galleria Nazionale
dell’Umbria di Perugia ed il Museo Nazionale del Ducato di Spoleto a Spoleto. Per tali musei,
infatti, sono stati svolti degli studi nell’ambito di una convenzione di ricerca tra il MiBACT –
Direzione Generale PABAAC e il Dipartimento di Ingegneria di Perugia (Verifica della sicurezza
sismica dei Musei Statali – Progetto ARCUS) con lo scopo di mostrare come sia possibile procedere
a stime numeriche del livello di sicurezza rispetto all'evento sismico prefissato definendo e
valutando un indice di rischio per ciascun bene.
Nel caso della Galleria Nazionale dell'Umbria erano stati eseguiti, in una precedente ricerca, i rilievi
con il laser scanner; dunque è stato possibile confrontare i risultati ottenuti con il metodo
speditivo proposto con i coefficienti di attivazione dei meccanismi di ribaltamento delle statue
valutati in modo più rigoroso, ottenendo delle buone corrispondenze tra i due approcci.
In questo scritto, per brevità, non si illustrano questi due casi di studio ma si riportano solamente a
titolo di esempio alcuni risultati relativi al caso della Galleria Nazionale dell’Umbria.

3.1 Livello di protezione per i beni museali


Come detto, la protezione dei beni museali, a differenza di quella degli edifici, spesso può essere
ottenuta con accorgimenti semplici che portano ad oneri economici limitati, a fronte di benefici
notevoli dal punto di vista della protezione sismica.
Inoltre, bisogna anche considerare che l'analisi sismica di un bene museale, se si escludono casi
specifici di grandi oggetti o di beni particolari, nella maggior parte dei casi è più semplice rispetto a
quella di un edificio: non sembra impossibile prevedere il comportamento meccanico di una statua
o di un dipinto fissato al muro di fronte a un sisma di una data intensità, nell'ipotesi che l'edificio
non subisca crolli nell'ambiente che ospita l'opera.
Se si osservano le immagini dei danni prodotti dai terremoti del passato, si possono notare casi in
cui il crollo dell'edificio ha costituito anche la perdita del bene artistico in esso contenuto, ma si
sono visti anche casi (figura 7) in cui l'edificio si è danneggiato ma non è crollato e invece le opere
in esso contenute sono state danneggiate gravemente o sono andate perse irrimediabilmente, a
causa di allestimenti che evidentemente non hanno tenuto in conto le problematiche sismiche.
Ricordando che per talune tipologie di beni elevare il livello di protezione sismica significa
intervenire solo e semplicemente sulle modalità del suo allestimento, in questo documento si
propone di considerare, per le opere museali esposte, sia il sisma ordinario, corrispondente ad un
periodo di ritorno di 475 anni, sia quello estremo, corrispondente ad un periodo di ritorno di 2475
anni (il più elevato consentito dalla vigente normativa).
Si potrà poi decidere quale sia la scelta del sisma più idonea, in funzione della semplicità o meno
dell’intervento, della importanza dell’opera, e della sua possibile protezione da eventuali crolli.

Figura 7. Esempio di beni museali danneggiati in maniera irreparabile contenuti in ambienti del museo che hanno
sostenuto l'azione sismica del 6 aprile 2009 a L'Aquila.

3.2 Codifiche e simbologie adottate nella procedura


Lo scopo della codifica di tutte le opere ospitate in un museo è quello di effettuare una
catalogazione sommaria per tipologia di bene in modo che siano possibili anche eventuali ricerche
o conteggi del numero di opere ospitate in base ai particolari parametri di interesse.
I parametri che verranno considerati ed i possibili valori che possono assumere sono indicati con
delle sigle, la cui chiave di lettura è riportata nelle tabelle 1-5.
Tabella 1. Codifiche per le caratteristiche constitutive di ciascuna opera d’arte.

Tipologia bene Materiale Posizione espositiva

S Statua/Vaso medio MAR Marmo PAV A pavimento


Q Quadro o tela incorniciata PIE Pietra PDV Su piedistallo vincolato
P Polittico o pala LGN Legno PDLIB Su piedistallo libero
AF Affresco CER Ceramica PAR A parete
AR Arredo VET Vetro SUPP Su supporto a parete
GS Grande statua TRC Terracotta SOFF Sospeso al soffitto
OG Piccolo oggetto VET In vetrina
ORO Oro
VE Vetrina PANT Su pannello a terra
BR Bronzo
A Altro MENS Su mensola da parete
A Altro
0 Non applicabile A Altro
NA Non applicabile
MOS Mosaico NA Non applicabile
GES Gesso
SOS Sostegno in acciaio
CAV Su cavalletto
Pieno/ Vuoto
Vincoli
PIE Pieno Rischio esterno
PAR Vincoli a parete CAV Cavo CSF Controsoffitto
BAS Vincoli alla base A Altro LAM Lampadario
SOM Vincoli sommitali NA Non applicabile RAO Altro oggetto
LIB Libero NO Nessun rischio
DIS Dissipatori Interferenze A Altro
ISO Isolatori NO Isolato NA Non applicabile
LAT Laterali IPAR Interag. con parete
POS Posteriori IAO Interag. con altro oggetto
A Altro A Altro
NA Non applicabile NA Non applicabile
APP Appoggio di base

Tabella 2. Descrizione dei parametri possibili per la classificazione tipologica delle opere museali.
Tipologia bene

Statua/Vaso medio
SI tratta di oggetti che da un punto di vista dinamico si comportano come
S blocco rigido e presumibilmente non hanno problemi legati all'aspetto
tensionale/deformativo. Resta esclusa l'oggettistica minore, che va in
codice OG (ved oltre).

Quadro o tela incorniciata


Rientrano qui anche le tavole dipinte, le predelle, le parti smembrate di
polittici e le tele con cornici rigide. Le due caratteristiche di tale categoria
Q di beni sono: (i) essere esposti in posizione verticale e vincolati alla parete
o ad altro supporto verticale a sua volta vincolato alla parete; (ii) avere una
massa sismicamente non trascurabile (es. una tela con una cornice di
massa significativa).
Polittico o pala
Si tratta di oggetti che differiscono da quelli in codice Q perché hanno
un'impalcatura (di solito lignea) che li rende più pesanti e per questo
P
solitamente sono appoggiati inferiormente, oltre che vincolati dietro o in
sommità. Tecnicamente un polittico è un oggetto con tavole ripiegabili;
una pala è un polittico che si espone all'altare.

Affresco
Qualunque pittura a muro indipendentemente dalla tecnica esecutiva.
Rientrano qui anche gli affreschi strappati ed esposti come se fossero
dipinti. Se l'affresco è ancora a parete allora la sua sicurezza sismica è
AF legata a quella della parete che lo ospita. Se l'affresco è stato asportato
dalla parete originaria ed è esposto a mò di quadro allora esso potrebbe
avere problematiche sismiche anche importanti tenuto conto della sua
massa, , della sua elevata snellezza, della sua fragilità e della scarsa densità
di vincoli a parete, solitamente solo inferiori e superiori.

Arredo
Sedute lignee, cori, cantorie, stucchi di pregio. Ciascun oggetto manifesta
problematiche sismiche proprie e dovranno quindi essere valutate caso per
AR
caso. A titolo di esempio: gli stucchi seguono le vicende delle pareti che
essi decorano, le cantorie a quote elevate delle chiese spesso hanno dato
problemi di martellamento, etc.

Grande statua
Statua (ma anche vaso) per la quale occorre valutare l’ipotesi che possa
GS
avere problemi di tipo tensionale/deformativo, più che comportamento
oscillatorio di corpo rigido.

Piccolo oggetto
Oggettistica, gioielleria, tesori, reliquiari piccoli, avori, ori, argenti, etc…
OG Solitamente sono in vetrine o espositori. In tal caso essi non sono stati
rilevati uno per uno ma si è proceduto a segnalare l'intera vetrina che li
ospita.

Vetrina
VE Contenitore di limitate dimensioni che potrebbe ribaltare in blocco con
tutto il suo contenuto. Di solito è accoppiato a OG.

A Altro
0 Non applicabile

Tabella 3. Descrizione dei parametri possibili per la classificazione della posizione espositiva di opere museali.
Posizione espositiva
A pavimento
PAV
Es. statue poggiate direttamente a terra.
Su piedistallo vincolato
PDV
Oggetto su piedistallo vincolato a pavimento.
Su piedistallo libero
PDLIB
Oggetto su piedistallo semplicemente appoggiato sul pavimento.
A parete
PAR
A ridosso della parete (es. un dipinto direttamente a parete).
Su supporto a parete
SUPP Oggetto vincolato ad un supporto (es. un pannello di legno) a sua volta
vincolato alla parete.

Sospeso al soffitto
SOFF Alcuni dipinti sono su pannelli sospesi al soffitto con dei tiranti. Spesso
sono anche appoggiati a terra su una slitta.

VET In vetrina
Su pannello a terra
PANT Alcuni oggetti (spesso dipinti) sono vincolati lateralmente o
posteriormente a mensole verticali aggettanti dal pavimento.
Su mensola da parete
MENS Dalla parete aggetta una mensola sopra la quale c'è l'oggetto
(solitamente piccole statue)
A Altro
NA Non applicabile

Tabella 4. Descrizione dei parametri possibili per la classificazione dei vincoli delle opere museali.
Vincoli
Vincoli a parete
PAR Opera direttamente vincolata alla parete in modo da non poter
traslare in avanti.
Vincoli alla base.
BAS Opera vincolata alla base in modo da non poter né traslare in basso né
traslare in avanti o indietro.
Vincoli sommitali.
SOM Opera vincolata in sommità in modo da non poter né traslare in alto né
traslare in avanti o indietro.
Libero.
LIB
Opera semplicemente appoggiata su una superficie
DIS Dissipatori

ISO Isolatori

Laterali.
LAT Opera vincolata lateralmente in modo da non poter traslare né
lateralmente né in avanti o indietro.
Posteriori.
Opera vincolata posteriormente (di solito un dipinto) in modo da non
POS
poter traslare in avanti. Si distingue da PAR perché può essere
vincolata ad un supporto e non direttamente alla parete.
A Altro
NA Non applicabile

Tabella 5. Descrizione dei parametri possibili per la classificazione delle interferenze delle opere museali.
Interferenze
Isolato.
NO
Se perde il vincolo e/o si muove in caso di sisma non fa danni su altre opere.
Interagente con parete.
IPAR
Se perde il vincolo e/o si muove in caso di sisma può urtare contro una parete.
Interagente con altro oggetto.
IAO
Se perde il vincolo e/o si muove in caso di sisma può urtare contro un'altra opera.
A Altro
NA Non applicabile

3.3 Modalità di danneggiamento sismico di oggetti artistici


Vengono considerate le seguenti modalità di danneggiamento:

Statue e oggetti di media grandezza liberi


• Oscillazione senza ribaltamento e urti della base con il piano di appoggio o urto della statua
con la parete.
• Slittamento e conseguente urto con parete o caduta da piedistallo.
• Ribaltamento della statua.
• Ribaltamento del complesso statua + piedistallo.
• Danneggiamento dell'opera dovuto a oscillazioni proprie risonanti con quelle sismiche.

Tavole dipinte, polittici


• Perdita di vincolo e conseguente caduta in terra.
• Danneggiamento dell'opera dovuto a oscillazioni proprie risonanti con quelle sismiche.

Lastre litiche ed oggetti scultorei vincolati a parete


• Perdita di vincolo e conseguente caduta in terra.

Affreschi distaccati ed esposti a parete


• Rottura del manufatto per eccessiva debolezza strutturale (problema di tensioni vs
resistenza).
• Danneggiamento dell'opera dovuto a oscillazioni proprie risonanti con quelle sismiche.

Oggetti sospesi al soffitto


• Eccessiva oscillazione e conseguente urto o rottura tiranti.

Grandi statue
• Insufficienza del materiale (problema di tensioni vs resistenza).

Affreschi a parete:
• Danneggiamento della parete sotto le azioni sismiche.

Tutti gli oggetti:


• Danno indotto da fattore esterno non strutturale (es. caduta di arredi o controsoffitti sopra
l'opera)
• Danno indotto da fattore esterno strutturale (es. caduta di pareti, solai o volte
nell'ambiente che ospita il bene museale).

3.4 Analisi dei possibili comportamenti meccanici: indice di rischio “reale” IR


Viene considerato un indice di rischio per i beni artistici contenuti nei musei che confronta due
termini:
a) terremoto atteso Ed
b) capacità (resistente) dell'oggetto Rd

E
I =
R

Il terremoto atteso sarà espresso in forma di accelerazione al piede dell'oggetto di cui si valuta la
vulnerabilità tenendo conto dello stato limite prescelto, della categoria di esposizione prescelta,
del sito geografico, della categoria di sottosuolo, della categoria topografica, del piano di
esposizione e dell'effetto filtro dell'edificio.
In linea generale, per definire il terremoto atteso è necessario distinguere due diverse situazioni:
- oggetto al piano terra;
- oggetto ad un piano superiore al piano terra.

Oggetto al piano terra


Ed = ag S

ag = accelerazione di sito;
S = coefficiente amplificativo topo-stratigrafico.

Oggetto ad un piano superiore al piano terra


Seguendo l'approccio delle NTC 2008, se un oggetto è posto ad una quota superiore al piano terra
di un edificio occorre svolgere due analisi: una per l'accelerazione che avrebbe se fosse a terra (già
definita in precedenza) e l'altra per una accelerazione filtrata dall'edificio che ospita l'oggetto.
In questo secondo caso, secondo la formulazione delle NTC è necessario valutare preliminarmente
alcuni parametri.
Un parametro è il coefficiente ψ = Z/H.
dove:
Z è la quota rispetto al suolo a cui è posizionata la statua
H è l’altezza H dell’edificio che la ospita

Occorre valutare un coefficiente γ che è di immediata determinazione basandosi solo sul


parametro N che indica il numero totale di piani fuori terra dell’edificio. Si ricorda che, in base alle
NTC 2008, si ha:
3N
γ=
2N + 1
Infine è da valutare il parametro spettrale Se(T1). Esso è chiaramente di difficile determinazione
anche per personale tecnico in quanto richiede l’individuazione del periodo fondamentale di
vibrazione T1 dell’edificio che, a rigore, è fornito da una analisi tridimensionale dello stesso
edificio.
Poiché spesso non è possibile effettuare analisi così onerose quando si vogliano semplicemente
stimare i livelli di vulnerabilità degli oggetti contenuti in un museo, ferma restando la possibilità
comunque di una valutazione rigorosa di Se(T1), si ricorre alla seguente semplificazione (in favore
di sicurezza) ponendo:
S e (T1 ) = a g SF0

dove F0 è l’amplificazione spettrale.


Tale valore è il massimo assumibile da Se(T1) e per la maggior parte degli edifici in muratura è
verosimile in quanto il loro periodo di oscillazione T1 è tale da intercettare proprio il tratto di
spettro elastico a massima amplificazione.

Si ottiene quindi la seguente espressione dell'accelerazione sismica ad un livello superiore al piano


terra:

Ed = ψ γ a g S F0

3N
dove: ψ = Z/H e γ =
2N + 1
essendo:
N = numero totale di piani dell'edificio;
Z = quota rispetto al suolo a cui è posizionata la statua/oggetto;
H = altezza dell’edificio che ospita la statua/oggetto;
F0 = amplificazione spettrale di sito;
ag = accelerazione di sito;
S = coefficiente amplificativo topo-stratigrafico.

La capacità dell'oggetto dipende dalla modalità di crisi dell'oggetto e dalla sua tipologia. Nel
seguito si analizzano le singole modalità di crisi in relazione alle tipologie di oggetto.

3.4.1 Propensione dell'opera a ribaltare o slittare


Per individuare il comportamento più probabile dell'opera è possibile ricorrere alla teoria
semplificata di Ishiyama, di seguito brevemente richiamata.
Ishiyama [5] ha formulato i criteri di ribaltamento dei corpi rigidi snelli attraverso condizioni poste
alle intensità dell'accelerazione, della velocità e dello spostamento.
Detti:
• ag l'accelerazione di input alla base dell'oggetto (la "domanda" secondo il linguaggio delle
NTC);
• vg la velocità di input alla base dell'oggetto;
• µ il coefficiente d'attrito fra l'oggetto ed il piano di appoggio;
• B la dimensione della base dell'oggetto (o, ad esser più precisi, la distanza orizzontale del
baricentro dell'oggetto dall'asse di rotazione considerato);
• H l'altezza dell'oggetto (o, ad esser più precisi, la quota del baricentro dell'oggetto rispetto
all'asse di rotazione considerato);
• g l'accelerazione di gravità.

I criteri utilizzati sono i seguenti:

- Criterio preliminare: condizione di possibile scivolamento dell'oggetto

>

- Primo criterio: condizione di oscillazione dell'oggetto quando lo scivolamento sia impedito

>
Confrontando le ultime due equazioni scritte, se ne deduce che l'oggetto può solo scivolare sul
piano di appoggio e non può oscillare o ribaltare quando:

µ < B/H

Viceversa, l'oggetto può oscillare e/o ribaltare ma non può traslare se:

µ > B/H

- Secondo criterio: valore della velocità di traslazione del piano d’appoggio che può dare luogo al
ribaltamento

Una possibile formulazione è che l'oggetto, che soddisfa la condizione di oscillazione introdotta in
precedenza, ribalti nel momento in cui:

14,46
>

E' opportuno per una maggior leggibilità dei criteri di Ishiyama individuare i domini che
definiscono i campi di comportamento di corpi rigidi, in funzione delle dimensioni B ed H
dell'oggetto.
Nelle figure 2 e 3 si riportano due possibili configurazioni del diagramma di Ishiyama che possono
essere interpretate nel modo seguente:
• Dominio A = al di sopra della retta che individua il criterio di oscillazione, a cui
corrispondono i valori del rapporto B/H superiori ad ag/g e quindi la condizione di assenza
di moto relativo purché µ > ag/g;
• Dominio B = al di sotto della retta di oscillazione ma ancora al di sopra della curva di
ribaltamento, che corrisponde ad oggetti che possono subire un moto di oscillazione, ma
ad una velocità insufficiente a determinarne il ribaltamento;
• Dominio C = al di sotto della curva di ribaltamento, che corrisponde ad oggetti per i quali è
probabile che si verifichi il ribaltamento.

Inoltre è possibile individuare altri due domini in relazione alla possibilità di scivolamento
dell'oggetto sul piano di appoggio, cioè in base alla semiretta µ = B/H che suddivide il piano in due
zone:
• la zona al di sopra della retta µ = B/H, che corrisponde ai valori di snellezza per i quali è
possibile solo un moto di traslazione. Il moto di traslazione si verificherà se ag > µ g;
• la zona al di sotto della retta µ = B/H, che corrisponde ai valori di snellezza per i quali si può
verificare il moto di oscillazione ed eventualmente il ribaltamento.
Figura 8. Diagramma di Ishiyama per un oggetto con basso coefficiente di attrito (retta dello slittamento a bassa
pendenza).

Figura 9. Diagramma di Ishiyama per un oggetto con alto coefficiente di attrito (retta dello slittamento con pendenza
marcata).

3.4.2 Oggetti suscettibili di ribaltamento


Si tratta in genere di statue, sistemi statua + piedistallo, sistemi costituiti da polittici e telai
retrostanti non vincolati, oggettistica minore non vincolata, vetrine considerate nella loro
interezza, lastre semplicemente appoggiate.

Capacità Rd = a*0 q

dove:
α0 g
a0* =
e * FC

α0 = moltiplicatore di attivazione del ribaltamento;


e* = percentuale massa partecipante, assunto qui pari ad 1. Tale assunzione oltre che essere in
favore di sicurezza in quanto e* non è mai superiore ad 1, è anche esatta nel caso che l’oggetto
che ribalta sia costituito da un unico blocco rigido. Infatti in questo caso l’intera massa dell’oggetto
è schematizzata come applicata nel baricentro ed è rappresentata dalla forza peso e dall’azione
sismica orizzontale pertanto essa partecipa interamente al moto sismico dell’oggetto.
FC = fattore di conoscenza;
q = fattore di struttura, assunto qui pari a 2. Tale valore oltre che essere quello suggerito dalle NTC
2008 per verifiche con l’analisi limite dei cinematismi di collasso (cui è assimilabile il ribaltamento
di un blocco rigido) è anche il valore proprio caratteristico dello specifico cinematismo di
ribaltamento.

Indice di rischio “reale” IR = Ed/Rd

3.4.3 Oggetti suscettibili di slittamento:


In genere: statue, oggettistica, lastre semplicemente appoggiate.

Capacità Rd = W f / g

W = peso dell'oggetto;
f = coefficiente d'attrito dell'oggetto col basamento;
g = 9,81 m/sec2.

Indice di rischio “reale” IR = Ed/Rd

3.4.4 Oggetti suscettibili di rottura dei vincoli a parete


Può trattarsi di quadri, dipinti, sculture, lastre ed oggetti vincolati a parete o a supporto.

Capacità Rd = T neff / (Weff/g)

T = forza resistente del collegamento a muro;


Weff = peso dell'oggetto che in fase sismica va ad impegnare il vincolo oggetto di verifica;
g = 9,81 m/sec2;
neff = numero di vincoli efficaci.

Il numero di vincoli efficaci neff dipende principalmente da tre fattori:


a) dalla tipologia dell'opera in relazione al suo comportamento (corpo rigido o deformabile)
b) dalla disposizione dei vincoli rispetto all'opera
c) dalla "propensione" dell'opera a ribaltare o slittare
Di seguito si analizzano sinteticamente i tre aspetti sopra menzionati.

a. Tipologia dell'opera in relazione al suo comportamento (corpo rigido o deformabile)


Le opere assimilabili a corpi deformabili quali, ad esempio, tavole lignee o cornici con tela o
affreschi strappati ed opere molto sottili rispetto alla loro estensione, tendono a vibrare sotto
l'azione sismica e ad impegnare tutti i vincoli che le connettono alla parete o al supporto.
Le opere assimilabili a corpo rigido, quali, ad esempio, lastre rigide, oggetti di marmo o pietra,
assumono invece il comportamento tipico del corpo rigido e pertanto possono oscillare o ribaltare
attorno ad un asse posto alla base, o, se i vincoli inferiori costituiscono anche piano di appoggio,
possono slittare su tale piano. Qualora l'opera oscilli o ribalti i vincoli impegnati saranno tutti
tranne che quelli di base che andranno considerati come appoggio; qualora l'opera slitti i vincoli
impegnati saranno tutti, compresi quelli di base.

Figura 10. Opera assimilabile a oggetto deformabile Figura 11. Oggetto assimilabile a corpo rigido (vista nel
(vista nel piano verticale). Le vibrazioni dovute alla piano verticale). Se il corpo rigido slitta, la crisi presuppone
deformazione dell'oggetto impegnano tutti i vincoli che la rottura di tutti i vincoli; se il corpo rigido oscilla o
collegano l'oggetto alla parete. La crisi presuppone ribalta, la crisi presuppone la rottura dei soli vincoli
quindi la loro rottura. superiori.

b. Disposizione dei vincoli rispetto all'opera


La disposizione dei vincoli rispetto all'opera influenza la quota parte di massa sismica che va ad
impegnare le linee di vincolo, secondo lo schema riportato in figura 12.

Caso 1. Dipinto Caso 2. Dipinto con due Caso 3. Dipinto con tre o più Caso 4. Dipinto con due
semplicemente appoggiato linee di vincolo una linee di vincolo, una linee di vincolo, una
ad una base inferiore e con sommitale e una alla base. sommitale, una o più posteriore ed una alla base.
una linea di vincolo Weff = 0.5 W posteriori e una alla base. Weff = 0.75 W
sommitale o posteriore. Weff = 0.33 W
Weff = W
Figura 12. Massa effettiva impegnata dal sisma in funzione delle configurazioni di vincolo (vista nel piano verticale).

Una volta individuate le linee di vincolo efficaci e la massa che le impegna sarà possibile
considerare quanti vincoli agiscono sulle linee di vincolo efficaci. Nel seguito si esemplificano due
casi tipici:

Caso 1. Dipinto con 2 o più vincoli alla base ed un solo vincolo sommitale. Per la crisi è sufficiente
rompere un solo vincolo, quello superiore, su cui andrà il peso di metà dipinto. Quindi si avrà:
Weff = W/2 (W è il peso totale del dipinto) ; neff = 1

Caso 2. Dipinto ben vincolato alla base e con 2 vincoli posteriori e nessun vincolo sommitale.
In tal caso la crisi si ha per rottura dei due vincoli posteriori che, con buona approssimazione, sono
sollecitati dai 3/4 del peso totale del dipinto. Quindi si ha:
Weff = 0.75 W (W è il peso totale del dipinto); neff = 2

c. "Propensione" dell'opera a ribaltare o slittare


Come detto in precedenza, se l'opera considerata è assimilabile a corpo rigido, essa può oscillare o
ribaltare attorno ad un asse posto alla base o, se i vincoli inferiori costituiscono anche piano di
appoggio, essa può slittare su tale piano. Qualora l'opera oscilli o ribalti i vincoli impegnati saranno
tutti, tranne che quelli di base che andranno considerati come appoggio; qualora l'opera slitti, i
vincoli impegnati saranno tutti, compresi quelli di base.
Per individuare il comportamento più probabile dell'opera è possibile ricorrere alla teoria
semplificata di Ishiyama illustrata in precedenza.

3.4.5 Oggetti sospesi al soffitto interferenti con pareti o con altri oggetti
E’ il caso di pannelli sospesi posti in prossimità di pareti. In queste situazioni il rischio è dato da
condizioni sullo spostamento e non sulla accelerazione. Pertanto, per escludere qualsiasi rischio si
dovrà verificare che sia:
L+h<D

L = lunghezza del o dei tiranti di sospensione;


h = altezza dell’oggetto sospeso;
D = distanza dell’oggetto sospeso da pareti o da altri oggetti fissi.

3.5 Indice di rischio speditivo Is


L’indice di rischio “speditivo” IS viene qui definito in maniera analoga all’indice di rischio IR
presentato nel paragrafo precedente. La differenza sta nel grado di approfondimento del rilievo
delle principali caratteristiche del bene museale (forma della base, peso, posizione baricentro,
resistenza dei vincoli, etc…) che, mentre per l’indice IR richiede una buona conoscenza, nel caso
dell’indice speditivo IS può essere svolto per analogia con pochi casi le cui configurazioni sono
note.
Lo scopo dell'Indice speditivo è di consentire, anche a personale non specializzato, uno screening a
larga scala del patrimonio museale italiano.
Attualmente, l’indice speditivo Is è stato messo a punto per le statue e l’oggettistica. Esso assimila
la statua/oggetto esposto ad un elemento rigido suscettibile di ribaltamento in condizioni sismiche
e, tramite analogia con modelli meccanici di cui è noto il comportamento, consente
immediatamente una stima della vulnerabilità della statua espressa da un indice speditivo.
Nel presente lavoro viene proposto un indice speditivo anche per beni museali diversi dalle statue,
come, ad esempio, i dipinti a parete o gli oggetti vincolati a parete.

3.5.1 Indice di rischio speditivo Is per statue ed oggettistica


L’obiettivo della procedura speditiva, introdotta nel 2011 (Borri et De Maria [8] ) è di codificare un
vero e proprio protocollo di analisi, attraverso il quale le Autorità preposte alla conservazione di
questi oggetti d’arte possano valutare il livello di rischio del manufatto tutelato e decidere se e
come sia necessario intervenire.
La metodologia è speditiva e di semplice applicazione ed è stata ideata per consentire anche a
personale non specializzato uno screening speditivo a larga scala sul patrimonio scultoreo e
museale italiano, con particolare riferimento alle statue ed all’oggettistica.
Le considerazioni su cui ci si è basati sono di seguito esposte in maniera sintetica (per una
trattazione più ampia si rimanda al Rapporto Tecnico per il Progetto di Ricerca DPC ReLUIS 2010-
2013, Linea 2.2 – Valutazione della vulnerabilità e del rischio sismico di sistemi speciali, Task 2.2.5
– Contenuti museali ed aree archeologiche).
Si considera la statua come un blocco rigido con resistenza infinita e si esclude dall’analisi il
fenomeno dello slittamento per superamento del coefficiente di attrito fra la statua ed il supporto
dove essa è appoggiata. Infatti, si è interessati unicamente ad analizzare le condizioni che portano
alla perdita definitiva della statua causata dal suo ribaltamento rigido causato da azioni sismiche.
Lo strumento operativo cui si è pervenuti è un indice numerico che esprime la propensione degli
oggetti al ribaltamento sotto l’effetto delle azioni sismiche. L'obiettivo quindi non è una verifica
numerica per uno stato limite di riferimento, ma, più semplicemente, l'individuazione di una classe
di vulnerabilità dell’oggetto museale.
È possibile tenere conto del particolare sito dove è esposta la statua, ossia dell’accelerazione
sismica di riferimento del terreno e dell'amplificazione topo-stratigrafica. Nelle considerazioni che
seguono ci si riferirà convenzionalmente ad una ag di sito per un periodo di ritorno di 475 anni,
senza svolgere valutazioni legate allo stato limite considerato o al coefficiente di utilizzo Cu.
Operando in base alle raccomandazioni delle NTC 2008, è immediato, data la forma della statua,
determinare il moltiplicatore di attivazione del meccanismo di ribaltamento più probabile e la sua
accelerazione di attivazione. Dall’accelerazione di attivazione del cinematismo di ribaltamento si
ricava l’indice di vulnerabilità ricercato, denominato Is.
La procedura di analisi di vulnerabilità pertanto è articolata nei seguenti passi:
(i) individuare i parametri fondamentali che regolano il problema;
(ii) determinare l’indice Is tenendo conto dei parametri individuati e della teoria del ribaltamento
come illustrata nelle NTC;
(iii) redigere dei campi di variabilità di tali parametri facilmente riconoscibili da un non addetto ai
lavori;
(iv) determinare il valore di Is per tutte le situazioni possibili al variare di tali parametri
fondamentali nei campi definiti in precedenza;
(v) suddividere l’intero spettro di valori assunti dall’indice Is (dalla configurazione più “sicura” a
quella maggiormente vulnerabile) in classi di vulnerabilità dal significato immediatamente
riconoscibile per i non addetti ai lavori.
In tal modo è possibile in maniera immediata, anche da parte del personale amministrativo di
musei o gallerie d’arte, avere una prima idea di quale parte del patrimonio scultoreo e oggettistico
ospitato nel loro sito sia soggetto maggiormente al rischio sismico.
Nel caso delle statue o degli oggetti rigidi, risulta estremamente semplice trovare il moltiplicatore
di attivazione del ribaltamento α0.
A tal fine si prenderanno in esame due configurazioni:
- Caso A: statua senza basamento;
- Caso B: statua appoggiata su un basamento strutturalmente separato dalla statua.
Caso A = si può avere un solo meccanismo di collasso: ribaltamento della statua attorno ad una
cerniera OS ad asse orizzontale posta al piede della statua (Meccanismo 1, figura 13).
O
S

Figura 13. Caso A: Meccanismo 1.


Caso B = si possono avere due meccanismi di collasso: ribaltamento della statua attorno ad una cerniera OS
ad asse orizzontale posta al piede della statua (Meccanismo 1, figura 14a); ribaltamento del complesso
formato dalla statua e dal basamento attorno ad una cerniera OB ad asse orizzontale posta al piede del
basamento (Meccanismo 2, figura 14b).

O
S

O
B
a) b)
Figura 14. Caso B: meccanismi 1 e 2.
Dunque nell’ambito delle ipotesi appena poste e discusse, di seguito e con riferimento alla figura 15 si
riportano gli schemi di risoluzione per determinare il moltiplicatore di attivazione α0 per i meccanismi 1 e 2
tramite l’equazione di equilibrio alla rotazione.
S
T
A
T
U
A
G
S
R
G
S

S
hG
O
S

B
A
S
A
M
E
N
T
O

YB
G
B

B
YG
O

XG

T
E
R
R
E
N
O
/
P
A
V
I
M
E
N
T
O
B

S
XG
B

Figura 15. Schema di riferimento per la determinazione del moltiplicatore di ribaltamento delle statue.

Si definiscono le seguenti grandezze:

GS = baricentro della statua;


GB = baricentro del basamento;
PS = peso della statua;
PB = peso del basamento;
OS = cerniera di rotazione della statua;
OB = cerniera di rotazione del sistema composto statua + basamento;
YB = altezza del basamento;
YGB = altezza rispetto ad OB del baricentro del basamento GB;
hGS = altezza rispetto ad OS del baricentro della statua GS;
XGB = minima distanza orizzontale fra il baricentro del basamento GB e l’asse orizzontale di
rotazione OB;
XGS = minima distanza orizzontale fra GS e l’asse orizzontale di rotazione OB;
RGS = minima distanza orizzontale fra GS e l’asse orizzontale di rotazione OS.

Per i meccanismi A1 e B1 il moltiplicatore di attivazione è dato da:


RGS
α0 =
hGS

Per il meccanismo B2 il moltiplicatore di attivazione è dato da:


PS X GS + PB X GB
α0 =
PS (hGS + YB ) + PBYGB

La scelta della direzione preferenziale di ribaltamento è determinata dalla minimizzazione dei


bracci orizzontali delle forze peso stabilizzanti. Si fa notare che nel caso di statua/oggetto con un
basamento il ribaltamento della sola statua potrebbe avvenire in una direzione diversa da quella
del ribaltamento del sistema statua più basamento. Per tali motivi occorre porre grande
attenzione alla posizione del baricentro della statua e del basamento.

Figura 16. Direzioni di ribaltamento per il sistema statua più basamento (meccanismo B2).

Quando sia stato determinato il moltiplicatore di attivazione del meccanismo occorre trasformare
tale moltiplicatore nella corrispondente valore dell’accelerazione di attivazione a*0. In base alle
NTC, ciò può esser fatto tenendo conto della frazione e* di massa partecipante al meccanismo,
mediante la formula:
α0 g
a0* =
e * FC
dove:
g = l’accelerazione di gravità;
FC = il fattore di confidenza;
e* = frazione di massa partecipante della struttura.

Per determinare un indice di vulnerabilità sismica delle statue seguendo i principi base delle NTC
2008 che distinguono i meccanismi al suolo da quelli in quota, si avranno due casi possibili:
- Statua posta ad un livello più alto del piano terra. In tal caso l’indice di vulnerabilità sarà pari al
maggiore fra l’indice di vulnerabilità di statua al suolo e l’indice di vulnerabilità di statua in quota;
- Statua posta al piano terra. In tal caso l’indice di vulnerabilità sarà coincidente con l’indice di
vulnerabilità di statua al suolo.

3.5.1.1 Indice di rischio per statua in quota


A differenza del caso dell’indice di rischio reale IR, per semplicità si parametrizza ψ (Z) rispetto alla
formulazione prevista nelle NTC 2008. Infatti, secondo la formulazione delle NTC risulta ψ = Z/H.
Tale coefficiente non sembra di immediata applicazione da parte di personale non tecnico che
dovrebbe valutare la quota Z rispetto al suolo a cui è posizionata la statua e l’altezza H dell’edificio
che la ospita. Occorre pertanto una parametrizzazione di applicazione immediata, che non alteri il
senso fisico del coefficiente ψ. Si pone quindi:
n
ψ =
N
dove:

N = numero totale di livelli dell’edificio;


n = livello dove è collocata la statua in esame.

Il coefficiente γ è di immediata determinazione basandosi solo sul parametro N che indica il


numero totale di piani fuori terra dell’edificio. Si ricorda che, in base alle NTC 2008, si ha:
3N
γ=
2N + 1
Il parametro Se(T1) invece è chiaramente di difficile determinazione per personale non tecnico in
quanto richiederebbe l’individuazione del periodo fondamentale di vibrazione T1 dell’edificio e la
conoscenza dello spettro di risposta elastico in accelerazione Se(T).
Perciò, per l’indice di vulnerabilità speditivo delle statue, si ricorre alla seguente semplificazione
(in favore di sicurezza) ponendo:
S e (T1 ) = a g SF0

dove F0 è l’amplificazione spettrale.


Tale valore è il massimo assumibile da Se(T1) e per la maggior parte degli edifici in muratura è
verosimile in quanto il loro periodo di oscillazione T1 è tale da intercettare proprio il tratto di
spettro elastico a massima amplificazione. Se il valore F0 non fosse noto si potrà porre F0 = 2,5 che
è un valore medio di tale parametro sul territorio nazionale per un sisma con periodo di ritorno di
475 anni.
Si ottiene quindi la seguente espressione, valida per il caso di statua posta ad un livello superiore
al piano terra:
ψγa g SF0
I S ( QUOTA) =
a0* q

Tale indice tiene conto di:


− forma e peso della statua e del basamento (contenuti in a*0);
− piano a cui è collocata la statua (ψ);
− numero di piani dell’edificio (γ);
− accelerazione sismica di sito (ag);
− amplificazione topo-stratigrafica (S, posto pari ad 1 quando non sia nota l’amplificazione di
sito).

3.5.1.2 Indice di rischio per statua al suolo


Nel caso delle statue poste al livello del terreno, vengono meno i contributi amplificativi dovuti al
filtro operato dalla struttura dell’edificio e quindi l’accelerazione da considerare è direttamente la
ag e non il suo valore spettrale. Dunque, coerentemente con le raccomandazioni delle NTC 2008, si
può affermare che:
ag S
I S ( SUOLO) =
a0* q

3.5.1.3 Parametri per la vulnerabilità sismica delle statue


Come accennato in precedenza, per determinare l'indice di vulnerabilità di una statua è possibile
procedere secondo due approcci:
a) approccio speditivo, in cui l'accelerazione di attivazione del ribaltamento a*0 è calcolata sulla
base delle macro-caratteristiche geometriche della statua. Con tale approccio non si effettua il
rilievo della statua ed è possibile determinare l'indice di vulnerabilità speditivo (IS) anche da parte
di personale non tecnico;
b) approccio esaustivo, trattato in precedenza, in cui l'accelerazione di attivazione del
ribaltamento a*0 è calcolata sulla base dell'effettiva forma tridimensionale della statua, del suo
basamento e della sezione di base. Tale approccio è impegnativo e richiede un rilievo a scansione
laser e va effettuato da parte di personale tecnico. Il risultato finale è l'indice introdotto in
precedenza ma valutato per l'effettiva geometria della statua e perciò denominato Indice di rischio
reale (IR).
Per definire l'approccio "a", di tipo speditivo, è necessario scegliere alcuni parametri ritenuti
decisivi nell’esito della verifica finale e suddividerli in classi di variabilità facilmente individuabili da
parte dei non addetti ai lavori.
Ogni configurazione assumibile da una statua sarà individuata per mezzo di tali parametri e ne
sarà calcolato l’indice Is che ne esprime la vulnerabilità sismica. In tal modo, quando per una data
statua saranno stati individuati i campi entro cui ricadono tali parametri fondamentali, sarà
immediato ottenere l’indice Is.
La parametrizzazione impone alcune semplificazioni necessarie per rendere la procedura
facilmente accessibile a chiunque. Per i tecnici rimarrebbe comunque possibile valutare l'indice di
vulnerabilità reale IR mediante l'approccio "b", qualora fossero disponibili i parametri richiesti dalle
NTC e quelli relativi all'effettiva forma della statua, dell'eventuale basamento e della sua sezione di
rotazione.
I parametri individuati per definire la configurazione della statua/oggetto sono cinque: snellezza
(S), forma (F), appoggio (A), piano di collocamento (P), numero totale di piani dell’edificio (N).
Ognuno di tali parametri può assumere convenzionalmente tre (o quattro) valori che modificano la
configurazione della statua e quindi l’indice Is.
Di seguito si ricava una formulazione dell’indice Is scritta in funzione dei parametri individuati. A
partire dalla definizione di Is(QUOTA) vista in precedenza e con riferimento alla figura 15, dette:
- H l’altezza totale della statua;
- B la larghezza totale del piede della statua nella direzione del possibile ribaltamento.
e ponendo le seguenti formule:
H
hGS =
(x)

B
RGS =
( y)
dove (x) ed (y) sono parametri divisori che saranno definiti nel seguito, è possibile, con alcuni
semplici passaggi, arrivare alla seguente formula:
3n( FC)a g SF0 H ( y)
I S (QUOTA) =
q(2 N + 1) B ( x)
I coefficienti divisori (x) ed (y) dipendono dai due parametri fondamentali forma (F) e appoggio (A)
e sono stabiliti secondo i criteri illustrati nel seguito.
Il valore di Is(SUOLO) sarà ottenuto con la seguente formula:
I S (QUOTA)
I S ( SUOLO) =
ψγF0

dove i coefficienti ψ e γ sono definiti come visto in precedenza.


Ora è possibile definire i valori convenzionalmente assumibili dai cinque parametri individuati e la
loro influenza sul calcolo dell’indice Is.
Si individuano così tre tipologie principali di statua, in relazione alla snellezza, definita come
rapporto fra l’altezza H della statua e la larghezza B della base di appoggio:
− S1 = Statua con snellezza inferiore a 3 (statua tozza). Il calcolo di Is sarà eseguito per: base (B)
larga 1 e altezza (H) pari a 3;
− S2 = Statua con snellezza compresa fra 3 e 5 (statua snella). Il calcolo di Is sarà eseguito per:
base (B) larga 1 e altezza (H) pari a 5;
− S3 = Statua con snellezza superiore a 5 (statua molto snella). Il calcolo di Is sarà eseguito per:
base (B) larga 1 e altezza (H) pari a 7.

Si individuano tre tipologie principali della statua in relazione alla forma della statua lungo
l’altezza:
− F1 = Massa concentrata prevalentemente nella parte inferiore della statua. Il calcolo di Is sarà
eseguito per: hGS = 1/3 H; ossia (x) = 3;
− F2 = Massa concentrata prevalentemente nella parte centrale dell’altezza della statua oppure
massa distribuita in maniera uniforme lungo l’altezza della statua. Il calcolo di Is sarà eseguito
per: hGS = 1/2 H statua; ossia (x) = 2;
− F3 = Massa concentrata prevalentemente nella parte superiore della statua. Il calcolo di Is sarà
eseguito per: hGS = 2/3 H statua; ossia (x) = 1,5.

Si individuano tre forme principali di statua in relazione alla base di appoggio:


− A1 = Statua senza porzioni sporgenti fuori dalla base e visibilmente centrata rispetto alla base. Il
calcolo di Is sarà eseguito per: RGS = metà larghezza base; ossia (y) = 2;
− A2 = Statua con porzioni poste al limite della verticale della base o lievemente sporgenti. Is sarà
valutato per: RGS = 1/3 larghezza base; ossia (y) = 3;
− A3 = Statua con porzioni non trascurabili sporgenti solo da un lato la cui proiezione ricade fuori
della base di appoggio della statua. Is sarà valutato per RGS = 1/4 larghezza base; ossia (y) = 4.

Si individuano quattro categorie rispetto al piano dell’edificio in cui è collocata la statua:


− P0 = Statua al piano terra. Si calcolerà solo l’indice Is al suolo;
− P1 = Statua al primo piano. Il calcolo di Is in quota sarà eseguito per: n = 2;
− P2 = Statua al secondo piano. Il calcolo di Is in quota sarà eseguito per: n = 3;
− P3 = Statua al terzo piano o superiori. Is in quota sarà valutato per: n = 4.

Si individuano quattro categorie sul numero totale di piani dell’edificio:


− N1 = Edificio di un solo piani. Si calcolerà solo l’indice Is al suolo;
− N2 = Edificio di due piani. Il calcolo di Is in quota sarà eseguito per: N = 2;
− N3 = Edificio di tre piani. Il calcolo di Is in quota sarà eseguito per: N = 3;
− N4 = Edificio di quattro o più piani. Is in quota sarà valutato per: N = 4.
Il campo di variabilità dell’indice Is naturalmente dipende dal sito in esame perché fra i parametri
che concorrono a determinarlo c’è anche l’accelerazione sismica ag del sito valutata allo SLV. A
titolo di esempio, per un sito di media sismicità come Perugia (ag = 0,197g) si ottiene un campo di
variabilità da Is = 0,11 ad Is= 3,31.
Si ipotizza una suddivisione in cinque classi di vulnerabilità definite nel modo seguente:

Valore di Is Vulnerabilità

minore di 0,5 molto bassa

fra 0,5 e 1 bassa

fra 1 e 2 media

fra 2 e 3 alta

maggiore di 3 altissima

3.5.2 Indice di rischio speditivo Is per dipinti, polittici ed oggetti vincolati a parete o a supporto

L’indice di vulnerabilità speditivo Is si riferisce al caso di dipinti o polittici in legno o su tela con
cornice di legno o ad oggetti generici anche scultorei, che siano vincolati o ad una parete o ad un
supporto (es. un telaio metallico). Nel caso siano vincolati ad un supporto l’indice Is fornirà il
rischio che il dipinto o l'oggetto si stacchi dal supporto; andrà poi valutato a parte il rischio che il
supporto si stacchi dalla parete o ribalti.
L’analisi del rischio consiste nel confrontare il terremoto atteso Ed con la capacità resistente
dell’oggetto Rd. La capacità resistente prende in considerazione il fenomeno del cedimento dei
vincoli del dipinto dalla parete o dal supporto. Pertanto qui non si considerano altri fenomeni,
quali la rottura del dipinto stesso.
La procedura speditiva per IS si distingue dalla procedura per IR , per la valutazione delle
dimensioni e del peso delle opere, che nel caso di IS viene effettuata in modo approssimato, e per
la valutazione della capacità resistente dei vincoli, che nel caso di IS non è frutto di sperimentazioni
e test ma è compiuta mediante classificazione tipologica del vincolo.
L’indice di rischio, analogamente al caso del ribaltamento delle statue, è dato da:

Is = Rd/Ed

Come negli altri casi analizzati, il terremoto di riferimento è distinto nei due casi di dipinto al piano
terra o ad un piano in quota. Rispettivamente si ottiene:

Oggetto al piano terra

Ed = ag S

Oggetto al piano n (formulazione semplificata che prescinde dalla valutazione dello spettro
assumendo il massimo valore possibile Se(T1) = ag S F0 ; ved. paragrafo precedente).

Ed = ψ γ a g S F0
dove:
n
ψ =
N
3N
γ=
2N + 1

N = numero totale di piani dell'edificio;


n = piano di esposizione dell'oggetto;
F0 = amplificazione spettrale di sito.

La capacità resistente è data invece da:

Rd = T neff / (Weff/g)

dove:
T = forza resistente del collegamento a muro (in N; se espressa in kg va tolto g al denominatore
della formula di Rd);
Weff = peso dell'oggetto che in fase sismica va ad impegnare il vincolo oggetto di verifica;
g = 9,81 m/sec2;
neff = numero di vincoli efficaci (dipende dalla disposizione dell'opera).

Il peso totale dell’oggetto W si può esprimere come segue:


- nel caso di dipinti su tavola W è il prodotto dell’area del dipinto Adip per lo spessore della tavola
sp per il peso specifico del legno γL:
W = Adip x sp x γL
- nel caso di altri oggetti, il peso W va valutato in via speditiva assimilando l'oggetto ad un solido
il cui volume sia facilmente determinabile (ad esempio un parallelepipedo) e moltiplicando il
volume per il peso specifico.
Analogamente al caso dell’indice di rischio reale IR, il peso dell'oggetto che in fase sismica va ad
impegnare il vincolo oggetto di verifica è una quota del peso totale W dell’oggetto, che dipende
dalla disposizione e dal numero delle linee di vincolo.

Caso 1. Dipinto Caso 2. Dipinto con due Caso 3. Dipinto con tre o più Caso 4. Dipinto con due
semplicemente appoggiato linee di vincolo una linee di vincolo, una linee di vincolo, una
ad una base inferiore e con sommitale e una alla base. sommitale, una o più posteriore ed una alla base.
una linea di vincolo Weff = 0.5 W posteriori e una alla base. Weff = 0.75 W
sommitale o posteriore. Weff = 0.33 W
Weff = W
Figura 17. Massa effettiva impegnata dal sisma in funzione delle configurazioni di vincolo (vista nel piano verticale).
Il numero di vincoli efficaci neff è dato semplicemente dal numero di dispositivi di vincolo presenti
sulla linea di vincolo maggiormente impegnata (evidenziata in rosso nella figura sopra).
Naturalmente occorre seguire gli stessi criteri già illustrati per l'indice IR, ossia tenere in conto la
tipologia dell'oggetto (assimilabile a corpo rigido o deformabile) e in caso esso sia assimilabile ad
un corpo rigido occorre valutare la sua modalità di collasso fra lo slittamento o il ribaltamento
ricorrendo al criterio di Ishiyama.
Alla luce di quanto sopra, l’indice di rischio Is vale:

Tn eff g
IS = Dipinto al piano terra
a g SW eff

Tn eff g
IS = Dipinto in quota
a g SF0ψγ Weff

In tali formule, l’indice di rischio Is è una funzione delle seguenti variabili:


- area del dipinto (Adip) e spessore del dipinto (sp) che influenzano il peso del dipinto (W) o, in
alternativa, volume dell'oggetto e peso specifico del materiale costituente l'oggetto;
- disposizione delle linee di vincolo che determina il Weff;
- numero di vincoli efficaci sulla linea di vincolo maggiormente sollecitata;
- piano di esposizione (n);
- numero totale di piani dell’edificio;
- accelerazione di sito (ag);
- coefficiente amplificativo di sottosuolo (S);
- resistenza della singola connessione (T).

Le ultime tre variabili vanno valutate caso per caso. Per quanto riguarda l’accelerazione di sito (ag)
ed il coefficiente di sottosuolo (S) sono note le procedure per la loro valutazione.
Più difficile appare la valutazione della resistenza (T) del singolo dispositivo di connessione perché
occorre conoscere la profondità d’infissione del vincolo o del tassello nel supporto o nella parete,
il materiale della parete (muratura, forati, cemento, etc.) e soprattutto la qualità del materiale
ligneo che costituisce la testa del vincolo sul dipinto.
Nei casi di studio trattati (Galleria Nazionale dell’Umbria e Muse del Ducato di Spoleto) è stato
possibile dare indicazioni di massima ipotizzando che i meccanismi di rottura del vincolo non
riguardino né i dispositivi in acciaio né la fuoriuscita dei tasselli dalla parete o dal supporto
posteriore. Dunque, nei casi di studio, i meccanismi di rottura più probabili sono:
1) lo strappamento del legno delle tavole o della cornice dalla vite o chiodo;
2) lo schiacciamento e la rottura del legno spinto dalle azioni sismiche contro il fermo in acciaio
del dispositivo di vincolo;
3) la rottura del marmo o della pietra in corrispondenza dello spigolo dell'oggetto esposto.
Ai fini della valutazione speditiva dell’indice Is per i dipinti sono stati svolti i calcoli dell’indice di
rischio a seguito della parametrizzazione di alcune delle variabili indicate in precedenza. In tal
modo è possibile ottenere l’indice Is semplicemente indicando per ciascun parametro la classe in
cui esso ricade fra quelle considerate, similmente a quanto già illustrato per il caso delle statue.
I campi dei vari parametri ed i valori con cui si può svolgere il calcolo di Is sono riportati in tab. 6.
Ai fini della valutazione speditiva dell’indice Is per gli oggetti litici esposti mediante vincoli a parete
o a supporto, sono stati svolti i calcoli dell’indice di rischio Is a seguito della parametrizzazione di
alcune delle variabili indicate in precedenza. In tal modo è possibile ottenere l’indice Is
semplicemente indicando per ciascun parametro la classe in cui esso ricade fra quelle considerate,
in modo simile a quanto già illustrato per il caso delle statue.
I campi dei vari parametri ed i valori con cui si è svolto il calcolo di Is sono riportati nella tab.7.

Tabella 6. Parametri di riferimento per la valutazione di Is per dipinti.

Parametro Campi di variabilità Valore utilizzato per calcolo Is


2 2
Area del dipinto Adip < 0,5 m Adip = 0,5 m
2 2
0,5-1 m Adip = 1 m
2 2
1-2 m Adip = 2 m
2 2
2-3 m Adip = 3 m
2 2
3-4 m Adip = 4 m
2 2
4-5 m Adip = 5 m
2 2
5-6 m Adip = 6 m
2 2
>6m Adip = 8 m
spessore del dipinto sp Cornice + tela sp = 0.02 m
Tavola sottile (<4 cm) sp = 0.04 m
Tavola spessa (4-8 cm) sp = 0.08 m
Disposizione delle linee Sommità/Appoggio o Posteriore/Appoggio (Caso 1) Weff = W
di vincolo Sommità/Base (Caso 2) Weff = 0,5 W
Sommità/Posteriore/Base (Caso 3) Weff = 0,33 W
Posteriore/Base (Caso 4) Weff = 0,75 W
Numero di vincoli 1 1
efficaci sulla linea di 2 2
vincolo maggiormente >=3 3
sollecitata
Piano di esposizione n Terra Is (piano terra)
1, 2, 3, 4, 5 Is (quota) con n = 1, 2, 3, 4, 5
Numero totale di piani 1, 2, 3, 4, 5 1, 2, 3, 4, 5
dell’edificio N
Accelerazione di sito ag ag ag
Coefficiente S S
amplificativo di
sottosuolo S
Resistenza della singola Chiodo o vite singola su legno T = 10 kg
connessione T Piolo basso su legno scadente T = 20 kg
Piolo alto su legno scadente T = 50 kg
Piolo su legno buono T = 100 kg
Tabella 7. Parametri di riferimento per la valutazione di Is per oggetti litici vincolati a parete.

Parametro Campi di variabilità Valore utilizzato per calcolo Is


Peso dell'opera W Stimato sulla base del volume V dell'opera valutato
in maniera speditiva in sito e del peso specifico γ del Vxγ
materiale.
Marmo: peso spec. 2700 kg/m3
Pietra calcarea: peso spec. 2600 kg/m3
Gesso: peso spec. 2300 kg/m3
spessore dell'opera sp Stimato in maniera speditiva in sito sp
Disposizione delle linee Valutazione preliminare Ishiyama:
di vincolo Caso 1: Ishiyama dà slittamento o moto attaccato:
Sommità/Appoggio o Posteriore/Appoggio (Caso 1) Weff = W
Sommità/Base (Caso 2) Weff = 0,5 W
Sommità/Posteriore/Base (Caso 3) Weff = 0,33 W
Posteriore/Base (Caso 4) Weff = 0,75 W
Caso 2: Ishiyama dà oscillazioni o ribaltamento:
Sommità/Appoggio o Posteriore/Appoggio (Caso 1) Weff = W
Numero di vincoli 1 1
efficaci sulla linea di 2 2
vincolo maggiormente >=3 3
sollecitata
Piano di esposizione n Terra Is (piano terra)
1, 2, 3, 4, 5 Is (quota) con n = 1, 2, 3, 4, 5
Numero totale di piani 1, 2, 3, 4, 5 1, 2, 3, 4, 5
dell’edificio N
Accelerazione di sito ag ag ag
Coefficiente S S
amplificativo di
sottosuolo S
Resistenza della singola Vincoli non perfettamente aderenti all'opera T = 20 kg
connessione T Vincoli perfettamente aderenti all'opera T = 50 kg

3.6 Applicazione della metodologia al caso della Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia: i dieci
casi a maggior rischio sismico

Vengono qui riportati alcuni risultati delle analisi compiute nella Galleria Nazionale dell'Umbria di
Perugia, assunta qui a titolo esemplificativo della procedura, dove per ciascuna opera sono rilevati
alcuni aspetti significativi per la risposta sismica dell'opera stessa.
Le opere sono state censite una per una nel corso di sopralluoghi in situ considerando il catalogo
ufficiale della Galleria Nazionale dell'Umbria.
E’ stata applicata la procedura illustrata nei paragrafi precedenti; sulla base del catalogo ufficiale è
stato messo a punto un foglio di calcolo con delle apposite schede dove per ogni riga si riportano i
dati identificativi di una opera, una sua breve descrizione, una sua immagine ed il rilievo dei
parametri fondamentali illustrati in precedenza.
E’ poi valutato l’indice di rischio speditivo. Per alcune delle opere scultoree è stato calcolato
l’indice di rischio reale, in quanto era disponibile il rilievo laser scanner della statua, svolto
nell’ambito della ricerca [1].
A titolo di esempio si riportano di seguito le dieci opere rilevate nella Galleria Nazionale
dell’Umbria con indice di rischio più elevato.
L’indice di rischio è riportato nella penultima colonna.
Nell’ultima colonna la dicitura “IR” significa che per quella particolare opera è stato valutato
l’indice di rischio reale; dove non è specificato nulla è stato valutato l’indice di rischio speditivo.
4. Conclusioni

In questo lavoro sono stati indicati, seppur in modo sommario, dei possibili percorsi di valutazione
della sicurezza sismica per i beni culturali, distinti in base alla tipologia del bene da tutelare.
Nel caso dei beni museali è stato mostrato come si possano ottenere indicazioni significative
tramite un indice di rischio valutabile mediante un procedimento con due livelli diversi di
approfondimento, a seconda delle risorse disponibili.
Come esempio di applicazione del percorso sono stati riportati i risultati per il caso della Galleria
Nazionale dell’Umbria di Perugia, pervenendo alla individuazione di quelli che, secondo la
procedura applicata, sembrano essere i beni a maggior rischio sismico conservati nella Galleria.

RINGRAZIAMENTI

Parte del presente lavoro (in particolare lo studio relativo ai beni museali della Galleria nazionale
dell’Umbria e del Museo del Ducato di Spoleto) è stato svolto nell’ambito di una convenzione di
ricerca tra il MiBACT – Direzione Generale PABAAC e il Dipartimento di Ingegneria di Perugia
(Verifica della sicurezza sismica dei Musei Statali – Progetto ARCUS).
La metodologia per la valutazione di un indice di rischio sintetico è stata messa a punto
nell’ambito del progetto ReLUIS II (2009-2012) - Linea 2.2 - Task 2.2.5 - Vulnerabilità dei beni
museali.
Si ringrazia l'Arch. De Angelis per le scansioni laser delle statue della Galleria Nazionale
dell'Umbria.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
[1] A. Borri, A. De Maria, (2013). Un indice per la ricognizione su larga scala della vulnerabilità sismica dei Beni
Museali. Calibrazione e test. Atti del XV Convegno ANIDIS - L’Ingegneria Sismica in Italia Padova 30 Giugno - 4 Luglio
2013. Padova
[2] Ishiyama, Y. (1984): Criteria for overturning of rigid bodies by sinusoidal and earthquake excitations. Proc. 8th
WCEE, World Conference on Earthquake Engrg., San Francisco, A.A. Balkema/Rotterdam, 267.
[3] Augusti, G., Ciampoli, M., 2000. Vulnerabilità dei beni archeologici e degli oggetti esibiti nei musei (a cura di D.
Liberatore). CNR-Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti - Roma.
[4] AA.VV. Linee Guida per la salvaguardia dei beni culturali dai rischi naturali. Fascicolo III. Linee Guida per la
protezione dei beni culturali dal rischio sismico. Progetto ENEA-Murst. http://www.afs.enea.it/protprev/
[5] Borri A (a cura di), “La stabilità delle grandi statue: il David di Michelangelo”, Editore DEI, Roma, 2005
[6] DELIVERABLE D23 “Proposal of modelling strategies for artistic assets”. Rapporto del 31.12.2012 scritto da
Calderini C., Degli Abbati S., Lagomarsino S. (UNIGE), Gianni Corradini R., Piovanello V. (www.perpetuate.eu/d23/)
[7] Deliverable D15, “Results of laboratory and in-situ tests on masonry properties and table with mechanical
parameters to be adopted in numerical modeling”. PERPETUATE Project, 2012 (www.perpetuate.eu/d15/)
[8] Borri, A., De Maria, A. Un indice per la ricognizione su larga scala della vulnerabilità sismica dei Beni Museali. Atti
del XIV Convegno Nazionale L’ingegneria Sismica in Italia, settembre 2011, Bari.

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