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Le rappresentazioni della fenice cinese risalgono a settemila anni fa, spesso come
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MondoMistery blogzine di informazione | Fenghuang, la fenice cinese
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amuleti di giada, essendo un portafortuna per le tribù della Cina orientale. Forse è
ispirato a un animale preistorico cinese simile a uno struzzo. Durante la dinastia
Han (2200 anni fa), il Fenghuang era usato come simbolo del Sud, rappresentato da
maschio, Feng, e femmina, Huang, uno di fronte all’altra. Era anche simbolo
dell’imperatrice nella coppia imperiale, mentre il drago rappresentava l’imperatore.
Per questo motivo i due animali erano raffigurati nelle celebrazioni di nozze come
buon auspicio per la relazione coniugale, un’altra metafora di yin e yang. Inoltre,
nelle decorazioni delle case, stava a significare che le persone che vivevano in
quell’edificio erano leali ed oneste poiché la fenice vive in posti dove non c’è
corruzione.
Il nome si riferisce alla puntuale applicazione della legge tradizionale di polarità del
simbolo in riferimento alla dualità cosmica che per i cinesi si identifica nel binomio
di forze Yin e yang. Infatti in questo uccello è insito il riferimento sia alla coppia
lunisolare che presiede l’illuminazione del giorno e della notte, sia alle due coppie
simmetriche date dai quattro aspetti del sole ai solstizi e agli equinozi.
Nel primo libro dello Shang jing, sono descritti i segni del Fenghuang:
« I segni che reca sul capo dicono (de) le virtù; quelli sulle ali dicono (yi) giustizia;
quelli sul dorso dicono (li) ritualità; quelli sul petto dicono (ren) umanità; quelli sul
ventre dicono (xin) sincerità. »
La fenice cinese è uno dei quattro esseri soprannaturali detti sishen, insieme alla
tartaruga, al drago e alla tigre, corrispondenti alle quattro classificazioni date date
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agli animali in epoca Han (206 a.C. – 220 d.C). I quattro animali suddetti sono
associati ai quattro elementi (rispettivamente fuoco, acqua, legno e metallo), alle
quattro direzioni e alle quattro stagioni. Specificando, il drago verde è l’emblema
dell’Est, della primavera, del legno; la tigre bianca, dell’Ovest, dell’autunno e del
metallo; la tartaruga e il serpente intrecciati, del Nord, dell’inverno, dell’acqua;
l’uccello rosso o fenice, del Sud, dell’estate, del fuoco. Questa serie variegata di
quattro valenze, interagendo con l’elemento inerte dell’alchimia cinese, la terra,
determina i cinque stati di mutamento, che descrivono una sequenza di produzione
e di distruzione riguardante il governo delle stagioni a sua volta ordinata in due
cicli; gli ultimi 18 giorni di ogni stagione sono pertanto attribuiti alla Terra intesa
come stato inerte. Nel primo ciclo detto di produzione, la primavera è governata dal
Legno, l’estate dal Fuoco, l’autunno dal Metallo, l’inverno dall’Acqua. La concezione
filosofica è la seguente: il Legno brucia e produce il Fuoco, la cui cenere in Terra dà
come residuo il Metallo quale essenza minerale, che confluisce nei corsi sotterranei
dell’Acqua, che a loro volta nutrono la vegetazione, che si rigenera nel Legno delle
piante primaverili. Nel secondo ciclo detto di distruzione, i cinque stati di
mutamento sono ordinati altrimenti. Con il Legno si indica tutta la vegetazione che
è alimentata dall’Acqua, la quale ingoia o cinge tutta la Terra. Esso è tagliato dagli
strumenti forgiati in Metallo e nell’opera prende Fuoco. Si noti che il numero dei
giorni residui di tutte le stagioni, del ciclo di produzione e del ciclo di distruzione (18
x 4) è 72. Tale numero fa riferimento al periodo canonico di 72 hou che governa la
successione dei mutamenti in base 5 nell’anno rituale di 360 giorni (72×5= 360).
La fenice cinese è quindi, come dichiara Saussure (1909), il primo nucleo del
mitologema dell’uccello di fuoco connesso ai temi di morte e rigenerazione.
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