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Tim Matts
Sommario
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cioù accade tuttavia percheé per Deleuze e Guattari il territorio, sia fisico che
geografico, eù sempre in relazione con il senso della terra, con ‘la terre’ in
Francese. Infatti, eù fondamentale notare come, oltre alla musica, “il ritornello puoù
assumere altre funzioni, amorosa, professionale o sociale, liturgica o cosmica:
porta sempre con seé la terra”4.
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Cominciamo con il ribadire il fondamento extra-musicale del concetto di
ritornello in Deleuze e Guattari. Pur implicando modi innovativi di pensare a
ritmo, melodia, armonia e contrappunto, eù piuù corretto guardare ad esso come a
qualcosa che ha a che fare con la relazione tra musica ed etologia, e
specificamente tra la Natura e gli schemi comportamentali di tutti gli esseri
viventi, comprendendo anche gli aspetti del ruolo che lo sviluppo umano, in
campo scientifico e tecnologico, gioca inevitabilmente nella trasformazione delle
nostre abitudini e pratiche creative. Se le tecnologie musicali (gli strumenti, ma
anche i computer e la progettazione degli spazi per le performance) ci aiutano
a manipolare i materiali sonori, allo stesso tempo attivano degli spostamenti
nelle nostre attitudini verso noi stessi e verso gli ambienti, che riguardano la
disponibilitaù di cioù che i corpi possono essere in grado di fare (in senso
spinoziano) sia che si tratti di corpi umani (a livello sensoriale, e in particolare di
voce e ascolto), di corpi del linguaggio (in termini di discorso e canzone), o di
corpi socio-politici (ereditaù storiche, nazionali, culturali e geopolitiche).
Per mostrare come questi interessi siano comprensibili per Deleuze e Guattari in
relazione alla struttura ternaria del concetto di ritornello, e poicheé questo in
particolare si dispone sui tre principali periodi creativi di Classicismo,
Romanticismo e Modernismo, abbiamo bisogno di familiarizzare con la nozione
fondamentale di ‘natura come sinfonia’ che sta alla base del concetto, e che
Deleuze e Guattari riprendono dal lavoro tutt’altro che ortodosso dell’etologo
Jacob von Uexkuü ll e del filosofo della biologia Raymond Ruyer. Descrivendo i
‘ritmi’ extra-musicali che emergono dal caos, inteso come dimensione informe e
non formalizzata della Natura, Deleuze e Guattari descrivono anche l’istituzione
di milieu, ovvero ambienti ‘codificati’ di tutti i tipi, compresi quelli microscopici
e interni di corpi minerali, vegetali e animali. Vedremo cosìù che le ‘componenti’ e
le ‘funzioni’ codificate di questi diversi ambienti sono susseguentemente
decodificate in processi di ‘de-’ e di ‘ri-territorializzazione’, o resi disponibili per
altri scopi in un processo che eù fondamentale per comprendere come la musica
sia in relazione con i comportamenti sociali, e pertanto in definitiva
‘deterritorializzi il ritornello’.
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ciascuna delle specie coinvolte, e tuttavia per Deleuze e Guattari eù un processo di
‘involuzione’ tanto quanto di evoluzione. Il processo tramite il quale si formano le
‘relazioni ambientali’ deve ovviamente portare anche alla comprensione del
comportamento territoriale, nella vita vegetale quanto in quella animale, ma puoù
essere considerato piuù semplicemente sulla scorta della maniera in cui gli uccelli
delimitano i territori appropriandosi di una porzione della foresta con richiami e
canti, ma anche con attivitaù e performance non sonore.
EÈ esattamente per questo che Deleuze e Guattari rompono con qualsiasi ipotesi
secondo cui solo l’umanitaù possiede l’arte, ribadendo che tutta la Natura opera
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secondo le modalitaù di una art brut, una serie di procedure a volte rozze e
inefficienti, ma sempre sperimentali. Deleuze e Guattari sono famosi per l’ampio
catalogo di animali che si puoù trovare nei loro testi, attraverso il quale descrivono
una gamma di processi di ‘divenire’, dove sono essenziali i concetti di
territorializzazione e deterritorializzazione. E di nuovo, il divenire non eù
evoluzione, ma involuzione, percheé gli ‘affetti’ appartengono a un ordine
‘virtuale’ dell’essere. Per quanto gli effetti degli affetti siano palpabili nel mondo
reale del tempo cronometrico e della misura, la loro modalitaù temporale eù quella
dell’aion, che i letterati chiamerebbero infinitiva (l’albero eù ‘verdeggiante’ invece
che semplicemente verde). Prima di considerare come il lavoro di Messiaen sui
canti degli uccelli, nel Catalog d’oiseaux (1956-58) e in Chronochromie
(1959-60), ci possa far afferrare la distinzione tra progressione storica ed
evoluzione, e quello che invece Deleuze e Guattari intendono per divenire
involontario, consideriamo un po’ piuù a fondo il modo in cui impiegano l’esempio
dell’uccello Scenopoietes dentirostris per mostrare cosa intendono quando
definiscono la sinfonia della Natura come art brut, o come un ‘divenire-
espressivo’ impersonale e molteplice che rivela che la Natura nella sua interezza,
compresa l’umanitaù , eù sottoposta a un continuo passaggio di divenire-altro, e al
quale eù essenziale una certa ‘autonomia d’espressione’.
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(ii) La musica e la deterritorializzazione del ritornello
6 Klee asseriva che l’oggetto della pittura non eù rendere il visibile, o riprodurre cioù che si vede,
bensìù il rendere visibili le forze che compongono cioù che si vede, o il dominio molecolare che
sottosta alla pigmentazione e alla forma. Deleuze e Guattari estendono questa matura intuizione
moderna a tutte le pratiche di astrazione creativa.
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identificando una gamma di intervalli e di frequenze che va oltre i sistemi tonali
umani. Cosìù gli ‘affetti’ animali ai quali il compositore si approssima stabiliscono
altre modalitaù di movimento, velocitaù e stasi, altre strutture temporali e modalitaù
di esperienze sensoriali, che trasformano attivamente la sua sensibilitaù ,
stravolgendo i codici ai quali egli stesso eù soggetto sui piani geo-politico e
sociologico.
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(Traduzione di Francesco Bergamo)