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Luigi Villa
MARTIN LUTERO
omicida e suicida
Q
uindi si potrebbe dire che l’anno dopo, la scuola di S. Giorgio,
Lutero è all’inferno! Ed ec- ad Eisenach. All’età di 18 anni en-
cone i motivi principali: trava all’università di Erfurt per
egli fu “omicida”, ed è per questo studiarvi filosofia e diritto. Era
che Lutero dovette rifugiarsi in un l’anno 1501. Nel 1505 era già “Ma-
convento, come vedremo più avan- gister Artium”, ossia Dottore in Fi-
ti; e morì “suicida”, dopo una en- losofia. Nello stesso anno, a mag-
nesima orgia serale! gio, iniziava lo studio del Diritto,
Ma prima tratteggiamo, in breve, la ma vi durò solo per sei settimane,
sua vita. circa!
Lutero nacque a Eisleben, in Sasso- Ora passiamo a quella sua “entrata
nia, il 10 novembre 1483. Era figlio in religione”, il 2 luglio 1505, che
di un minatore. La famiglia si tra- avvenne «non tanto perché attrat-
sferì a Mansfeld, la città dei mina- to, quanto trascinato»! (“non tam
tori, sei mesi dopo la sua nascita. tractus quam raptus”); e questo
Qui, Martino vi trascorse i suoi pri- non per un trauma dovuto a un
mi 14 anni frequentando le scuole violentissimo uragano, vicino a
private locali. In seguito frequen- Stotternheim, in cui sarebbe man-
terà, per un anno, la scuola capito- cato poco che non vi perisse1, ma
lare dei canonici, in Magdeburgo e, perché…
1 Lutero stesso lo fece credere quando riferiva a una grave ferita di spada che
disse che la sua entrata in convento «fu si sarebbe fatto mentre era in cammino,
involontaria, per la paura di una mor- con un suo compagno, nelle vicinanze
te subitanea» (Cfr. Wa W 8, 573, 31). di Erfurt. Sarebbe certamente morto se
Da notare, però, che Lutero parlò di un medico non avesse curata la ferita in
”paura della morte” anche quando si tempo!
3
Qui, ci mettiamo sulle orme del
giurista Dietrich Emme che, nel
1983, pubblicò un suo libro dal tito-
lo: “Martin Luther, Seine Jugend
und Studienzeit 1483-1505. Eine
dokumentarische Darstelleng” (=
Martin Lutero: La giovinezza e gli
anni di studio dal 1483 al 1505.
Bonn 1983, Dm 69)2.
1°
MARTIN LUTERO
“OMICIDA”
2 I due storici più competenti, in Ger- no avvalorato sia il materiale, sia i do-
mania, della vita di Lutero e dei tempi cumenti nuovi del Dott. Dietrich Em-
della Riforma, ossia il Dott. Theobald me, raccomandandone anche la pubbli-
Beer e il Prof. Remigius Baumer, han- cazione.
4
degli esami, spesso venivan conti- suo esame di “Magister”, assieme
nuate con la spada. Per questo, gli a Lutero e ad altri 15 candidati.
esaminandi, prima dell’esame, do- Ebbene, costui morì proprio tra l’e-
vevano giurare di non vendicarsi same e la promozione a “Magi-
per le “note” ricevute! Ma nei libri ster”!
dei Decanati delle Università me- L’Autore sopra citato scrive che fu-
dioevali vi figurano molti decessi rono proprio Lutero e Buntz a
di universitari dopo gli esami, pro- scontrarsi in duello, e che fu Lutero
prio per l’uso delle armi! a ferire mortalmente il compagno!
(Necessità di difesa?.. azione pas-
sionale?..).
Da tener presente che Lutero si era
già battuto in un altro duello - co-
«Io sono stato me abbiamo già detto - vicino a Er-
un grande mascalzone furt, da cui era uscito malconcio;
e omicida». ma, con questo secondo duello, in
cui uccise il suo collega di studi,
Jérôme Buntz, oltre che incorrere in
(Martin Lutero, due scomuniche, Lutero, per sfug-
WA WW 29,50,18) gire alla condanna a morte, andò
dal suo protettore ed amico Johan-
nes Braun, vicario collegiale a Ei-
senach, per chiedergli consiglio.
Fu nel giugno 1505. Braun lo solle-
citò ad entrare in un Ordine reli-
Ora, subito dopo che Lutero ebbe gioso, proprio per evitare un pro-
dato il suo esame di “Magister” cesso giudiziario!
della facoltà filosofica, avvenne E così Lutero, il 17 luglio 1505, ri-
una morte misteriosa: quella di un parò nel convento degli “Eremiti
certo Jérôme Buntz, che aveva da- Agostiniani”, allora coperto dal
to anch’egli, con esito positivo, il “diritto d’asilo”!3
3 Col nome di “Asilo”, fin dai tempi re- quei luoghi o edifici e, quindi, l’immu-
moti, si è designato un luogo al quale è nità così partecipata alla persona che vi
connesso il privilegio di mettere al co- si rifugia. Ne seguiva che un luogo sa-
perto da ogni persecuzione chiunque vi cro era sottratto alla giurisdizione dello
fosse rifugiato; ordinariamente un luo- Stato e cadeva sotto la giurisdizione ec-
go sacro, considerato, quindi, sotto la clesiastica (can. 1160). Questo istituto
particolare potestà, tutela e vendetta giuridico è antichissimo (Cfr. “Enciclo-
della divinità. Si chiama, “Diritto di pedia del Cristianesimo”, Casa Editri-
Asilo” l’immunità stessa di cui godono ce Tariff-Roma).
5
Martin Lutero.
6
Martini Lutherii, Ordinari Univer- tatello fu stampato, per la prima
sitatis Wittembergensis. De his qui volta, proprio nello stesso anno
ad ec-clesias confugiunt tam indici- che Lutero espose le sue 95 tesi,
bus secularibus quar Ecclesiae Rec- allo scopo di una giustificazione
to-ribus et Monasteriorum Prelatis personale. Difatti, in esso vi si fa
perutilis» (= Un breve Trattato del menzione che, secondo la legge di
dott. Martino Lutero, ordinario del- Mosé, chi uccide un uomo senza
l’università di Wittenberg, su colo- essergli stato nemico, per errore e
senza premeditazione, non è reo di
morte!4
2°
«Questi idioti di asini
(cattolici) non cono- MARTIN LUTERO
scono che le tentazio- “SUICIDA”
ni della carne. (...). In Abbiamo già detto che Lutero, no-
realtà, a queste tenta- nostante si fosse fatto “frate”, non
zioni il rimedio è faci- ebbe mai pace interiore, ma attra-
versò continui periodi di crisi, di
le: vi sono ancora don- lotte morali e di angosce di spirito
ne e giovanette...». spaventose. Anche questo può far
pensare che la sua entrata in reli-
(Martin Lutero) gione sia stata il frutto di una “vo-
cazione” molto discutibile, e piut-
tosto il risultato della paura di un
sicuro processo e di una sicura
condanna, anche a morte, e non
certo, quindi, una chiamata divina,
ro che fuggono nelle chiese; assai né un bisogno interiore di solitudi-
utile per i giudici secolari come ne e di preghiera!
per i rettori ecclesiastici e prelati Una crisi, quindi, la sua, che si fece
dei monasteri). sempre più accentuata con l’andare
Questo trattatello anonimo vide la degli anni, fino a portarlo… al sui-
luce nel 1517, mentre l’edizione del cidio!
1520 apparve col nome di Lutero. Lo psicanalista M. Roland Dal-
Ora, tutto fa pensare che quel Trat- biez, nel suo studio su “L’angoscia
7
zione” mediante la sola Fede, sen-
za le opere, grazie al sacrificio del
Cristo che ha portato su di Sé i pec-
cati degli uomini.
Leggiamo, qui, il testo di Lutero
(un po’ contorto):
«Se la moglie
trascura il suo dovere
(sessuale),
l’autorità temporale
ve la deve
costringere,
oppure
metterla a morte».
Martin Lutero.
(Martin Lutero)
8
alla disperazione, al coltello o alla in modo tale che tu abbia a guar-
corda»5… «Si conosce l’esempio di dare non quello che tu hai fatto,
un uomo che, tormentato nella sua non la tua vita, non la tua coscien-
coscienza diceva: io non ho pecca- za, ma il Cristo…»6.
to! In realtà, la coscienza non può
essere tranquilla se non quando i
peccati sono allontanati dal suo
sguardo. Bisogna, quindi, che essi
siano allontanati dal tuo sguardo, «Il motivo per cui bevo
tanto più forte, parlo
tanto più licenziosa-
mente, gozzoviglio
tanto pù frequente-
mente, è quello di pi-
gliare in giro il diavolo
che voleva canzonar-
mi».
(Martin Lutero)
5 «Est autem maximus labor posse haec quae saepe ad desperationem, ad glau-
ita fide apprhendere et credere ut di- dium et ad laqueum homines adigit».
cas: peccavi et non peccavi, ut sic vin- 6 Cfr. “In Esaiam prophetam scholia”,
catur consciencia, potentissima domina c. 53.
9
volersi auto-suggestionare; è come Comunque, questo suo odio con-
un ammirarsi in ogni peccato e in tro la coscienza non può essere
ogni errore, tacitando la coscienza certo di origine divina e neppure
come Caino di fronte al suo pecca- umana, ma solo frutto di una ten-
to! tazione demoniaca! Satana, infatti,
sa bene che spingendo un’anima
contro la ragione e la coscienza,
lui vi entra da maestro! «Un pec-
cato riconosciuto, è un peccato
perdonato!» gli sussurrava. E anco-
ra: «Ad ogni peccato c’è misericor-
dia!».
(Martin Lutero)
Martin Lutero.
10
Martin Lutero, con le sue 95 tesi, tentò di abbattere il Triregno papale!
(Martin Lutero)
12
Lutero, un giorno, ri-
spondendo a sua ma-
dre che gli aveva chie-
sto se doveva anche
lei cambiare religione,
disse: «No, restate cat-
tolica, perché io non
voglio né ingannare né
tradire mia madre!».
(Questo significativo
“documento” si conserva
nella Biblioteca del Convento
domenicano di Santa Maria
della Minerva in Roma).
13
Più che una tentazione, quindi, mandandosi come sia stata abroga-
possiamo dire che in Lutero c’era, ta la legge mosaica, Lutero così
ormai, come una morbida impul- spiegava: «Essa è, tutt’intera, senza
sione al suicidio! riserve, un testo che non può più
Voglio anche far notare, adesso, la né accusare né tormentare i fedeli!
predilezione che Lutero, a Witten- In essa vi è una dottrina della più
berg, aveva verso un giovane suo alta importanza che bisogna predi-
allievo di nome Jérôme Weller. Era
un giovane anch’egli portato alla
malinconia, alla tristezza; e Lutero
gli dava questi consigli: «Ogni vol- «... io trovai
ta che il demonio ti tormenta con
questi pensieri di tristezza, cerca il mio padrone
subito la compagnia dei tuoi simi- impiccato al suo letto,
li, o mettiti a bere o a giocare, e fai letteralmente
discorsi licenziosi, e cerca di di-
vertirti! Dobbiamo fare anche strangolato!».
qualche peccato, per odio e di-
sprezzo verso il demonio, per non (Dalla “deposizione” del dome-
dargli l’occasione di crearci degli stico di Lutero, Kudtfeld, pub-
scrupoli per niente!..». E continua- blicata ad Aversa nel 1606 dal-
va: «… e quale altra ragione credi lo scienziato Sédulius)
tu che io abbia per bere sempre
meno acqua, per avere sempre me-
no ritegno nel parlare, e di amare
sempre più i buoni pranzi? Con
questo, anch’io voglio infischiar-
mi del diavolo e tormentarlo, lui care sui tetti, poiché essa porta se-
che vuole tormentarmi e burlarsi renità alle nostre coscienze, specie
di me! Oh! se potessi trovare an- nelle ore in cui lo spavento ci op-
che qualche buon peccato per bef- prime. Io l’ho detto di frequente e
farmi del diavolo e per fargli com- lo ripeto ancora, perché non lo si
prendere che io non riconosco al- dice mai abbastanza che il cristia-
cun peccato e che la mia coscienza no, che abbraccia i benefici del
non me ne rimprovera alcuno!.. Cristo con la Fede, è assolutamen-
Bisogna assolutamente allontana- te al di sopra di ogni legge, ed è li-
re dai nostri occhi e dal nostro spi- bero da ogni obbligo sui diritti
rito ogni decalogo!..». della legge… Quando Tommaso
Da notare che Lutero, allora, era (leggi: S. Tommaso d’Aquino) e gli
pur sempre professore di Sacra altri teologi della Chiesa parlano
Scrittura! Ebbene, come tale, in un della legge di Mosé, essi dicono che
suo commentario, del 1535, su l’E- sono le leggi giudiziarie e cerimo-
pistola ai Galati di San Paolo, do- niali dei Giudei che sono state
14
dersi nella sua casa. La grazia di
Dio, anche quella volta, era passata
«È già un approvare invano!
l’errore E ormai, in lui, c’era un follìa os-
il non resistervi; sessiva che non l’abbandonava
più, e una disperazione che gli ro-
è già un soffocare deva il cuore!
la verità «Io non posso più pregare senza
il non difenderla!». maledire!» diceva. «Invece di dire:
il tuo nome sia santificato, io dico:
Maledetto! sia dannato il nome
(Papa Felice III) del papista! Invece di dire: il Tuo
Regno arrivi! io dico: Maledetto!
che sia dannato e annientato il pa-
pismo! Invece di dire: che la Tua
abrogate, ma non le leggi morali Volontà sia fatta, io dico: Maledet-
(cioè quelle del Decalogo); ma co- to! che siano dannati i piani dei
storo non sanno quel che si dico- papisti!… Ecco la mia preghiera!».
no!..». La vita dell’apostata Lutero, quin-
Povero Lutero!... ma ormai era al- di, era già diventata un vero infer-
l’apostasia totale! no per lui! Ed egli temeva la morte,
Poco prima della sua morte, una pur invocandola di continuo: «Il
sera, Lutero era assiso su una pan- mondo è sazio di me e io sono sa-
china, solitario, nel suo giardino a zio di lui! - diceva - ma presto farò
Wittemberger. Lo raggiunse la sua divorzio… Ah, se ci fosse qui un
convivente, l’ex suora Caterina Bo- turco per uccidermi!…».
ra. Lutero era immerso in un cupo Nel suo “Propos de Table” aveva
silenzio, guardando il cielo. D’im- scritto: «Il demonio spinge gli uo-
provviso, egli grida: «O bel cielo! mini dapprima alla disobbedienza
io non ti vedrò mai più!». Cateri- e al tradimento, come Giuda; poi
na, terrificata, si avvicinò a lui. «E li spinge alla disperazione, in mo-
se noi ritornassimo indietro?», gli do che essi finiscono col perdersi
disse. «No - rispose Lutero - inuti- o strangolarsi»!
le sognarcelo!». «E perché?» mor- E continuava dicendo che il demo-
morò la donna. «Il carro, ormai, è nio «ha una voce così terribile da
troppo impantanato!»8. spingere alcuni uomini, dopo un
E per sfuggire la vista di quel cielo colloquio notturno con lui, a farli
che lo eccitava e gli procurava ri- trovare, il giorno dopo, morti! E
morsi, Lutero si alzò e andò a chiu- questo arriverà anche a me!».
15
È una allucinante riflessione che grande timore! Non di meno cor-
prova come Lutero avesse chiaro remmo, senza alcun ritardo, dai
davanti a sé la sua fine. E questo prìncipi, suoi convitati della vigi-
dimostra anche che non sempre il lia, ad annunziare loro quell’ese-
suicida compie un gesto di follia, crabile fine di Lutero! Costoro,
ma può anche compiere un gesto colpiti dal terrore come noi, ci im-
lucido di possessione diabolica! pegnarono subito, con mille pro-
3°
IL “SUICIDIO” DI LUTERO «Papa, da vivo
ero la tua PESTE,
Vi sono varie “testimonianze”, da morto
protestanti e cattoliche, su questo
ultimo gesto disperato di Lutero. sarò la tua MORTE».
Qui, ci basti ricordare la principale;
quella del suo servo personale, (Martin Lutero)
Ambrogio Kuntzell (o Kudtfeld) il
quale, colpito nell’animo da quel
terribile castigo di Dio sul suo pa-
drone, finì col confessare tutte le
particolarità! messe e coi più solenni giuramen-
Ecco la sua testimonianza: ti, ad osservare, su quell’avveni-
«Martin Lutero, la sera prima del- mento, un silenzio eterno, e che
la sua morte, si lasciò vincere dal- nulla di nulla fosse fatto trapelare.
la sua abituale intemperanza e con Poi, ci ordinarono di staccare dal
tale eccesso che noi fummo obbli- capestro l’orribile cadavere di Lu-
gati a portarlo via, del tutto ubria- tero, di metterlo sul suo letto e di
co, e coricarlo nel suo letto. Poi, ci divulgare, dopo, in mezzo al po-
ritirammo nella nostra camera, polo, che il “maestro Lutero” ave-
senza nulla presagire di spiacevo- va improvvisamente abbandonata
le! All’indomani, noi ritornammo questa vita»!
presso il nostro padrone per aiu- Questo è il racconto della morte-
tarlo a vestirsi, come d’uso. Allora suicida di Lutero, fatta dal suo do-
– oh, quale dolore! – noi vedemmo mestico Kudtfeld; un “racconto”
il nostro padrone Martino appeso che fu pubblicato, ad Aversa, nel
al letto e strangolato miseramente! 1606, dallo scienziato Sédulius.
Aveva la bocca contorta, la parte Il dottor de Coster - subito chiama-
destra del volto nera, il collo rosso to! - fu lui che constatò che la boc-
e deforme. ca di Lutero era contorta, che la
Di fronte a questo orrendo spetta- parte destra del suo viso era nera e
colo, fummo presi tutti da un che il collo era rosso e deforme, co-
16
me se fosse stato appunto strango- suo corpo gracchiando paurosa-
lato. Questa sua diagnosi la si può mente, e che l’accompagnarono,
verificare su una incisione che Lu- poi, fino alla tomba!
cas Fortnagel fece subito il giorno E c’è anche quest’altro episodio
dopo la morte di Lutero, e che fu storico:
pubblicata da Jacques Maritain nel- «A Graz (Austria), un Padre fran-
la sua opera: “Tre riformatori”, a cescano, in una sua predicazione,
pagina 49 (dell’edizione francese)9. affermava che Lutero era danna-
Lutero, quindi, non morì di morte to… Una sera, col pretesto di am-
naturale, come si è falsamente scrit- ministrare una ammalata, un uomo
to su tutti i libri di storia del prote- lo venne a cercare… Invece di tro-
stantesimo, ma morì “suicida” 10 varsi davanti ad una ammalata, il
nel suo stesso letto, dopo una lau- Padre francescano si trovò in pre-
tissima cena in cui, come al solito, senza di 5 uomini che, mostrando-
aveva bevuto smisuratamente e si gli una rivoltella, gli dissero che
era rimpinzato di cibo oltre ogni li- se non dava la prova che Lutero
mite! era all’inferno, non sarebbe uscito
Sopra il suo letto, un giorno, egli vi vivo dalla stanza. Il Religioso, vero
aveva scritto: «Papa, da vivo ero la uomo di Dio, depose il SS. Sacra-
tua PESTE; da morto sarò la tua mento che portava con sé e si mise
MORTE»! (“Pestis eram vivus, mo- in adorazione; poi, recitò la pre-
riens ero mors tua”). ghiere dell’esorcismo… Improvvi-
C’è da inorridire, ma anche da me- samente, fu bussato alla porta.
ditare! «Entrate!» – dissero gli uomini –
Uno storico contemporaneo narra ma nessuno entrò! Pochi istanti do-
che una frotta di diavoli, sotto sem- po, però, la porta si aprì e Lutero,
bianza di corvi, volarono attorno al incandescente come un carbone
17
ardente, entrò nella camera. Era in ni come cani rognosi» – cfr. Erl. III,
mezzo ad altri due demoni! I cin- 306), di monoideismo, di nemico
que uomini presero la fuga…» (Cfr. mortale del Papa, di affossatore
B.C. 63, p. 4, 1982). della Messa («Io dichiaro che tutti i
postriboli, gli omicidi, i furti, gli as-
***
18
Lutero (primo a sinistra), Bugenhagen, Erasmo, Jonas, Creuziger, Melantone.
Dietro a Lutero, con il berretto, Spalatino.
19
stata sempre resa in modo giu-
sto»? E quell’altro che scrisse sulla
Rivista “Documentation Catholi-
que” del luglio 1983, sotto la foto
di Lutero: «Lutero, testimonio di
Cristo»?..
E, peggio ancora, come si può ac-
cettare quello che scrisse Giovanni
Paolo II, nel cinquecentesimo anni-
versario della nascita di Lutero, in
una lettera indirizzata allo stesso
Cardinal Willebrands e firmata,
purtroppo, dal Papa stesso, nella
quale si riconosce a Lutero una
“profonda religiosità”?.. Ma non è
proprio Lutero che derideva la pre-
ghiera mentale e il raccoglimento
interiore? E non è lui che, col suo
“esto peccator et pecca fortiter”, fa
Martin Lutero. ricordare il “fai ciò che vuoi”, che
è il comandamento prima della
nuova legge dettata dal diavolo
Ma allora, dopo tutto questo po’ Alwass ad Aleister Crowley?12
po’ di roba, chi avrebbe ancora il Ancor più recentemente, il cardi-
coraggio di definire Lutero “il no- nale tedesco Walter Kasper, presi-
stro comune maestro”, come lo de- dente del “Pontificio Consiglio
finì in una sua vanesia espressione per l’unità dei cristiani”, spiega:
un Cardinale? E come si potrebbe «Da Lutero abbiamo molto da im-
spiegare quello che il cardinale parare, a cominciare dall’impor-
Willebrands, Segretario per l’Unità tanza attribuita alla parola di Dio.
dei Cristiani, affermò, nel 1970, in Da tempo nella Chiesa cattolica si
occasione dell’Assemblea plenaria sta affermando una visione più
della “Lega Mondiale Luterana”, a positiva, una concezione meglio
Evianne (Ginevra), che, «nel corso articolata di Lutero come figura
dei secoli, la persona di Martin che ha anticipato aspetti che la
Lutero non è stata apprezzata ret- Chiesa ha nel tempo riscoperto e
tamente e la sua teologia non è inscritto nel proprio percorso».
Anche il Cardinale Ratzinger invi-
tava a riflettere “molto seriamen-
te” sul frate agostiniano e a “salva-
re ciò che vi è di grande nella su
12Cfr. John Symonds in “La Grande teologia”, mentre da Papa Bene-
Bestia”, p. 96 ss. detto XVI, in una riflessione sulla
20
«All’indomani, noi ritornammo presso il nostro pa-
drone per aiutarlo a vestirsi, come d’uso. Allora - oh,
quale dolore! - noi vedemmo il nostro padrone Marti-
no appeso al letto e strangolato miseramente! Aveva
la bocca contorta, la parte destra del volto nera, il
collo rosso e deforme. Di fronte a questo orrendo
spettacolo, fummo presi tutti da un grande timore!».
Lutero morto.
Disegno di Furttenagel.
21
LO STEMMA DI LUTERO
Il simbolo di cui si fregiavano i Rosa-Croce era lo stemma Rosacrociano di
Martin Lutero (una rosa rossa al cui centro era sovrapposta una croce), del qua-
le essi condividevano l’odio fanatico per la Messa Cattolica. Nessuna meravi-
glia, perciò, venire a conoscere che Lutero apparteneva anche alla sètta masso-
nica dei Rosa-Croce, i cui circoli pullulavano nella Germania del suo tempo.
Ecco un estratto di un discorso, tenuto dal Consiglio Supremo dell’Alta Masso-
neria Ebraica dei B’nai B’rith, in una riunione del 1936, a Parigi: «Noi siamo i
padri di tutte le rivoluzioni (...) Noi possiamo vantarci di essere i creatori del-
la Riforma! Calvino era uno dei nostri figli; era di origine ebraica e incorag-
giato dalla finanza ebraica a redigere il suo progetto di Riforma. Martin Lu-
tero cedette all’influenza di suoi amici ebrei e, grazie ancora all’autorità
ebraica e alla finanza ebraica, il suo complotto contro la Chiesa è riuscito...».
«Quando la Messa sarà stata rovesciata, io
sono convinto che avremo rovesciato con es-
sa il papismo. (...). Io dichiaro che tutti i po-
striboli, gli omicidi, i furti, gli assassini e gli
adultèri sono meno malvagi di quella abomi-
nazione che è la Messa dei papi!».
(Martin Lutero)
IL CAVALIERE ROSA-CROCE
Emblema araldico
del 18° grado
Il “Cavaliere Rosa-Croce”
della Massoneria di Rito
Scozzese Antico
ed Accettato