Nicola Ruggiero
nicolaruggiero1986@gmail.com
31 gennaio 2016
Indice
Biobibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ii
Poesie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
Illusione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
Senza padroni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
Guerriglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
Noi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Mentre aspetto scirocco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Noi, insieme . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
Chissà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
Il canto delle rane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Se . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
Viaggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
Il mercato delle parole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
Un muratore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
Madre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
Elegia per il compagno Oreste . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
Aprile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
Novembre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
Appunti al bar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
I tuoi occhi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
Ti parlo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
Cerchi di caffé . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
La notte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
Nesvegur . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
Come l’inverno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
Nesvegur/Skerjabraut . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
Forse la primavera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
Suðurmýri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
Piazza Donatello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
Reykjavík-Torino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
Ballata prima di un viaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
Al chiaroscuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
i
Biobibliografia
Nicola Ruggiero nasce a Mola di Bari, in Puglia, il 22 gennaio 1986.
Dopo la maturità classica si trasferisce in Islanda a Reykjavík dove lavora come edu-
catore d’asilo nido e in seguito come guardiano notturno in una comunità-alloggio per
disabili mentali.
Laureando in lingue straniere (islandese e inglese) presso l’Università d’Islanda con una
tesi sull’autotraduzione nel poeta islandese Baldur Ragnarsson, ha pubblicato due rac-
colte di poesie in lingua esperanto e una in italiano, “Il canto delle rane”. Vincitore di
diversi premi letterari in poesia, prosa, saggistica e teatro, guida da alcuni anni seminari
di letteratura in Esperanto e di scrittura creativa.
Bibliografia
Ciclo di poesie Absinthe pubblicato in:
Primo premio Claudia Ruggeri: letteratura e giovani autori. Lecce, Terra d’Ulivi. 2007.
Contatti
Nicola Ruggiero
Skerjabraut 5 A kjallari
IS-170 Seltjarnarnes
Islanda
nicolaruggiero1986@gmail.com
+354 86 79 77 5
Poesie
Illusione
2
Senza padroni
3
Guerriglia
4
Noi
5
Mentre aspetto scirocco
Il maestrale
rovinerà il frutto
dei ciliegi,
avvicinerà
nuvole nere
e il cielo sarà
come pietra.
Eppure,
aspetto scirocco.
6
Noi, insieme
Noi, insieme,
siamo soffio,
tu energia,
io aria,
tu amore,
io labbra.
Queste mani e queste braccia
sono sporche di colla,
direbbe mio fratello,
ma io la chiamo speranza.
I tagli alle dita
causati dalla carta tagliente
dei manifesti,
io la chiamo libertà.
Le tue grida soffocate
nei tuoi sguardi e nei tuoi
mille pensieri
gridano la mia impotenza
e la mia piccolezza:
posso poco, lo sai...
7
Chissà
8
Il canto delle rane
9
Se
10
Viaggi
I
Ricordi la girandola in terrazza?
Stanotte l’ho vista giocare e
suonare con un vento che migrava
verso est, assieme al mio respiro
sempre più grave, mentre a torso nudo
ho cavalcato una domanda,
baciato un ideale, stuprato un sogno
ricorrente e riletto Majakovskij.
II
Quand’è maestrale puoi ascoltare i treni
che si trascinano pesanti
ma rapidi e rapiti anch’essi dall’alba
che scopre scritte vergognose
nella stazione d’un piccolo paese.
Con estrema lentezza la stazione
riacquista quelle sfumature
e quei contorni rudi e definitivi
dalla scriminatura di quell’acqua
cielo mai stato un verginello;
e riconosco le sue nervature,
e i suoi grigi rigonfiamenti adulti,
la madre tenera e severa
ch’influenza quei nostri comportamenti.
III
Si parte perché non si sa restare:
la strada ferrata ci guiderà,
il battito delle tue ciglia
marcherà il confine tra le fermate
e il conoscere e il tuo urlo irto
si sfogherà in lacrime vecchie
che sanno d’un passato maï andato.
Mi spari addosso queste tue cartucce
di piombo caldo mentre cerco
11
il sonno dopo aver gridato cosa
m’intimorisce quand’è giorno.
12
Il mercato delle parole
13
Un muratore
14
e ne facessi pezzettini avresti
una nuova coscienza da macchiare.)
Forse la mia calce bianca
copre troppo il sogno.
Corro sempre più veloce
sforzo tutto me.
(Dalla montagna al mercato
per vivere.)
15
Madre
16
e
mille vite
avranno l’ingrato
compito
di alzare
o
abbassare un pollice.
A te, carissima mamma,
un più tenero abbraccio.
17
Elegia per il compagno Oreste
18
Aprile
I
A volte non ho la forza
per sentirvi e mi spavento
della mia debolezza.
Vorrei restare solo
per mettermi alla prova,
ma sono un albero nell’inverno
nordeuropeo, schiaffeggiato dal vento,
coperto dalla neve e dal buio.
Non chiedetemi come sto,
perché il caffé bruciato
mi rimanda alle domeniche
che non ci sono più,
con voi tutti,
fra sorrisi e litigi,
fra profumi e frastuoni.
Vi vorrei qui
e piangere assieme a voi,
per liberarci dalle nostre manie,
per fermarmi nel mio
lungo peregrinare,
e avvolgerci in un
fazzoletto di gioia.
II
I rumori della strada
sono come quando insieme
camminavamo e in silenzio
coloravamo triste lettere
d’un nostro alfabeto.
Sempre più di rado
il vento porta con sé
gli odori delle cucine,
dei panni stesi,
ma l’odore acre del mare
quello sì, è ancora qui da me,
19
mentre dondolo
come betulle protese
verso il cielo cangiante,
tra sputi e tosse,
fra il roboare delle auto
sempre di fretta.
Vorrei fermarmi,
anche solo per un po’,
e imparare di nuovo
a spuntare le foglie,
a rinascere dal nulla.
20
Novembre
21
Appunti al bar
I
Anche noi,
forse vivi,
più in là
spingeremo
questo peso.
II
Penna birichina e stronza,
succhia la tua china sbronza,
scrivi che la birra fresca
è rovina d’ogni tresca,
scrivi che se il vin scarseggia
ogni vianda rumoreggia,
scrivi che ci piace il whisky
e alle donne fare fischi.
III
I marinai dei sette whisky
cantavano dei mille mari,
dei voli dei gabbiani grigi
negli alti cieli bianchi.
IV
Fra chiacchiere di birra
e attese di cartone,
sorrisi a quella sorte
che già sapevo bene.
V
Senza sporcar col sesso
andirivieni
di sguardi che ridevan,
parole vere
filtrate sol dal tempo.
Saremo solo amici,
22
un ciao e due risate
tre birre e quattro sogni,
ma te ne basti uno
che fu speciale,
desiderato.
Non credo nei miei sogni,
ma credo che sian loro
la sveglia del mattino.
(Eppure mi credevo sfortunato
al gioco, maledetto tris di kappa).
23
I tuoi occhi
24
Ti parlo
25
Cerchi di caffé
26
La notte
27
Nesvegur
28
Come l’inverno
29
Nesvegur/Skerjabraut
30
Forse la primavera
31
Suðurmýri
Giorni fa,
mentre cercavo alternative
a questo mondo
a modo mio
a occhi chiusi,
forse russando,
mi hai preso la mano,
così, all’improvviso,
e ho sentito
il mare agitarsi
sulla spiaggia rocciosa
ma il vento era caldo
e la mia voce
tremava.
Io non so
se parlai
con parole
o fragili
sospiri,
o se il mio ridere
volgare, sguaiato,
era fragoroso
come le onde.
Arrancavo
sulle tue
fossette
e il fiato
m’è mancato
nell’apnea
dell’agire
lento.
No, non temere,
non guardare
il mio corpo fiacco,
ma comprendi
32
la mia voce
lieve e fumosa,
le mie metafore
bruciacchiate.
Fra pochi giorni
vorrei riaddormentarmi
e bisbigliarti
non sense
in cui nasconderti
il mio sguardo da bambino
che vede un arcobaleno
per la prima volta.
Rosso in volto
come col vino buono
ti dirò che non so parlare
ma conosco
strafalcioni degni di nota
e forse due o tre
poesie a memoria.
Ballo soltanto
se ubriaco,
canto soltanto
se c’è primavera
dentro di me.
Artefatti lessicali,
artifici della prosodia
tipici della mia isola,
non ne conosco.
Ma conosco l’invidia
per il tuo letto
che t’accoglie la notte.
Notti fa,
mentre trovavo
la mia voce
nella tasca sinistra,
interna, della giacca,
ho sentito il profumo
del ciclamino,
33
e di nuovo
le onde sui frangiflutti.
Corto il mio fiato,
certa la mia speranza,
carta fragile,
da scribacchino,
un mentecatto
da versi slavi, malati.
Adesso, in questa sera
che il sole cede
e la luna ci ricorda
la materia della realtà,
non scompaiono le onde,
né il mio tremare
o il mio sguardo basso
mentre le mie gote rosse
spiano la mia
primavera
e sonetti abortiti
sbigottiti
del mio inciampare.
Come potrò dirti
che ti vorrei baciare?
34
Piazza Donatello
35
Reykjavík-Torino
36
Ballata prima di un viaggio
37
Al chiaroscuro
38