Sei sulla pagina 1di 8

R O T T E ADRIATICHE

Tt'a Italia, Balcani e Mediterraneo

i cura dì
Stefano Trinchese
Francesco Caccamo

I lettori che desiderano informarsi sui libri e le riviste da noi pubblicati


possono consultare il nostro sito Internet: www.francoan^eli.il e iscriversi nella home page
al servizio "Informatemi" per ricevere via email le segnalazioni delle novità.
Volume pubblicato con il contributo del Centro per la Storia dell'Adriatico.
Culture, Lingue, Rotte Mediterranee del Dipartimento di Studi Medievali e Moderni,
Università degli Studi "G. d'Annunzio" Chieti-Pescara.

di Stefano Trinchese, Francesco Caccamo pag. 7

Rtica, di Stefano Trinchese » 9

•driatlca: rotte e percezioni nella storia e nella cultura


comune, di Andrea Riccardi » 15

• religione nei Balcani, di Roberto Morozzo della Rocca » 23

per l'impero ottomano: un limes e una tentazione,


L Grassi » 32

grò tra Adriatico e Balcani, di Antun Sbutega » 42

Copyright © 2011 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy.


I, un nome per l ' A l t r o , d i Maria Rita Leto » 51
Ristampa Anno
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 d t l l l Restaurazione asburgica in Dalmazia, di Rita
» 63
L'opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sui diritti d'autore.
Sono vietate e sanzionate (se non espressamente autorizzate) la riproduzione in ogni modo e forma
(comprese le fotocopie, la scansione, la memorizzazione elettronica) e la comunicazione nizlonale e religiosa i n Albania nel contesto tardo
(ivi inclusi a titolo esemplificativo ma non esaustivo: la distribuzione, l'adattamento, la traduzione e la , di Demet ilkbahar » 71
rielaborazione, anche a mezzo di canali digitali interattivi e con qualsiasi modalità attualmente nota od
in futuro sviluppata).
§nomane sui musulmani nella Bosnia-Erzegovina
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volu-
me dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile
rgica ( 1878-1908), di Paola Pizzo » 82
1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o
comunque per uso diverso da quello personale, possono essere effettuate a seguito di specifica autoriz- MOperta della sponda orientale dell'Adriatico. Viaggiatori
zazione rilasciata da AIDRO
(vywvy.aidro.org. e-mail segreteriafSìaidro.org).
I Albania c in Montenegro, d i Francesco Caccamo » 95

Stampa: Tipomonza, via Merano 18, Milano.

5
'identità nazionale e religiosa
Albania nel contesto tardo ottomano
met ilkbahar

I l presente intervento si propone di esaminare i l ruolo dell'identità religiosa


1 processo di formazione dell'identità nazionale all'interno dell'impero otto-
0, i n particolare per quanto riguarda l'Albania negli anni 1878-1912. Per
ntare la questione dei nazionalismi nel contesto ottomano occorre innanzi-
soffermarsi sul sistema del millet, ossia sul tradizionale sistema sociale e
inistrativo vigente nell'impero. Esso, come altri elementi strutturali
Wancien regime, a n d ò dissolvendosi con i l processo di modernizzazione.
Oggi i n Turchia la parola millet è usata nel senso occidentale di nazione,
allora indicava una c o m u n i t à religiosa'. I n altre parole, la società ottomana
era compartimentata secondo le identità religiose^. Esse erano realtà alquanto
'(

' Traduzione dal turco di Fabio L. Grassi.


' Questo significato originario non è stato completamente dimenticato, il che fa sì che millet
it il suo sinonimo neoturco ulus non siano del tutto equivalenti. Analogamente, il corrispon-
^ n t e aggettivo mìllì continua ad essere prediletto dagli ambienti islamisti. Al riguardo E .
Copeaux, Tiìrk Milliyetgiligi: Sòzciikler, Tarih, i^aretler [Il nazionalismo turco: vocaboli,
Itorìa, segnali], in T. Bora (a cura di), Milliyetgilik [Il nazionalismo], voi. 4 di Modem
TUrkiye'de Sìyasi Dii^tince [Il pensiero politico nella Turchia moderna], Istanbul 2002, pp. 44-
52; sulle corrispondenze tra scelte linguistiche e scelte politiche, F.L. Grassi, Atatùrk. Il
'fondatore della Turchia Moderna, Roma 2009^, pp. 340-342. Per l'inquadramento delle
vicende e dei temi su cui ci si concentrerà, si rinvia alle seguenti opere: G. Motta (a cura di), /
Turchi, il Mediterraneo e l'Europa, Milano 1998; A. Biagini, Storia dell'Albania: dalle origini
ai giorni nostri, Milano 2007^; Id., Storia della Turchia contemporanea, Milano 2005^; S.
Trinchese (a cura di). Le cinque dita del Sultano. Turchi Armeni Arabi Greci ed Ebrei nel
continente mediterraneo del '900, L'Aquila 2005; Id. (a cura di). Mare Nostrum. Percezione
Ottomana e mito mediterraneo in Italia all'alba del '900, Milano 2005.
^ Sul rapporto tra il sistema dei millet dell'impero ottomano e lo sviluppo dei movimenti
nazionali separatisti ci sono diverse interpretazioni. Secondo Stanford Shaw, se gli ottomani,
diversamente da altri invasori nella storia, non avessero rifuggito dal voler imporre la religione
musulmana agli abitanti delle regioni conquistate, non ci sarebbero state poi, nel X I X secolo,
una serie di questioni nazionali a indebolire l'impero. Esse si svilupparono anche per l'influsso
della rivoluzione francese, tra comunità che per secoli avevano comunque conservato la propria
religione, la propria lingua e le proprie tradizioni: cfr. S. Shaw, Osmanli tmparatorlugu'nda

71
coese, per non dire chiuse. È molto indicativo i l fatto che le compartimen- fine del X V secolo, al momento del consolidamento del dominio ottomano,
tazioni linguistiche, benché non coincidenti con quelle religiose (come nel accanto a una presenza musulmana ancora modesta, si registrava una maggio-
caso degli ortodossi turcofoni dell'Anatolia intema o dei musulmani grecofoni ranza ortodossa nella parte meridionale e cattolica in quella settentrionale.
in varie zone della Grecia), non riuscissero a scalfire queste ultime^. Avviatosi nel X V I secolo, i l processo di islamizzazione della popolazione al-
Le comunità non musulmane erano soggette al potere imperiale nel campo banese accelerò nella seconda m e t à del X V I I secolo. Nella seconda m e t à del
della grande amministrazione, delle finanze e delle forze armate. Pressoché per X V I I I secolo la maggioranza degli albanesi, con prevalenza particolarmente
tutto i l resto, erano soggette ai loro capi religiosi, tanto che per vari aspetti si netta nel meridione, era ormai musulmana. Le cause di questa massiccia isla-
potrebbe parlare di autogoverno. Con la riserva dell'assenso del padi§ah, le co- mizzazione sono molto complesse, tali da non poter essere sufficientemente
munità eleggevano i propri capi e gestivano questioni di diritto civile come d i - esaminate in questa sede. Qui basti dire che i privilegi e i vantaggi che i l pas-
vorzio ed eredità secondo i propri assetti religiosi e legislativi. Le decisioni dei saggio all'islam comportava ebbero i l loro peso. I n conclusione, i l panorama
tribunali religiosi dei vari millet erano eseguite a loro nome dallo stato ottoma- religioso albanese all'inizio del X X secolo era caratterizzato da una notevole
no'*. Altro settore a loro strutturalmente devoluto era quello del^istruzione^ pluralità: accanto a musulmani sunniti (55%) ed eterodossi (15%) c'erano c r i -
La c o m u n i t à musulmana godeva di uno status primario e privilegiato. Più stiani cattolici (10%) e ortodossi (20%). Questi u l t i m i erano conteggiati come
esattamente, la c o m u n i t à sunnita; e non si p u ò dire che tra i sunniti e le altre greci e tenuti sottoposti al patriarcato d i Costantinopoli. I cattolici invece era-
sette musulmane regnassero la benevolenza e l'armonia. N o n era tanto verso i no chiamati latini ed erano sotto la protezione dell'impero asburgico. Questa
cristiani quanto verso i musulmani eterodossi che lo stato ottomano e la socie- divisione, che faceva entrare g l i albanesi in ordine sparso nel sistema dei mil-
tà sunnita si mostravano aggressivi e intolleranti*. I n base al sistema ottomano let, contribuì inizialmente a ritardare la formazione d i un movimento naziona-
dei millet, turchi, arabi, curdi e albanesi non di altre religioni appartenevano le, anche p e r c h é la struttura sociale tradizionale degli albanesi era i n m o l t i
all'unico millet musulmano, considerato quella fondativo e basilare d e l l ' i m - campi sintonica con la tendenza autarchica del sistema dei millet. I n sostanza,
pero. Ekrem Vlora riporta nelle sue memorie che i n Albania, alla domanda per g l i albanesi la permanenza delle proprie tradizioni era prioritaria e la d i v i -
"Chi sei?" si sentiva rispondere "Sono turco, sia lode a Dio!"^; e si vede bene sione religiosa non era avvertita come un problema.
che turco era inteso i n senso religioso, ossia come sinonimo di musulmano. Fu d i fronte alle riforme centraliste tentate dai modemizzatori ottomani e
Analogamente, bulgari, serbi e greci appartennero fino al X I X secolo inoltrato poi di fronte alle mire annessioniste degli stati nazionali v i c i n i che si sviluppò
a un unico millet ortodosso, soggetto al patriarcato d i Costantinopoli. i l nazionalismo albanese. I n questa nuova situazione la pluralità religiosa si
La situazione degli albanesi all'interno del sistema dei millet mette i n evi- trasformò da fattore frenante in fattore positivo per la formazione della co-
denza i l rapporto paradossale tra religione e nazionalismo. Per spiegarlo, dob- scienza nazionale. U n grande storico ottomanista come ìlber Ortayh rimarca i l
biamo soffermarci un poco sulla geografia religiosa dell'Albania. Verso la fatto che i l movimento nazionale albanese ebbe precocemente un carattere
interconfessionale, e quindi laico^ In questo ebbe naturalmente i l suo effetto
Azinliklar Sorunu [La questione delle minoranze nell'impero ottomano], in Tanzimat'tan Cum- l'azione degli intellettuali albanesi, con le loro opere incentrate sulla lingua e
huriyet 'e Turkiye Ansiklopedisi [Enciclopedia della Turchia dai Tanzimat alla repubblica], 1- la cultura del loro popolo. Rimasto indietro nel corso del X I X secolo i n cam-
stanbul 1985, voi. 4, pp. 1002-1006). Altri autori affermano invece che quello dei millet fu il po politico, in campo sociale e in campo economico, l'impero ottomano fu
sistema con il quale i turchi riuscirono a essere l'unica forza in grado di garantire un certo ordi-
ulteriormente messo in crisi dalle richieste particolaristiche delle componenti
ne in un Medio Oriente caratterizzato da secolari tensioni interreligiose e interconfessionali, per
esempio C. Kufiik, Osmanlilarda 'Millet sistemi' ve Tanzimat [Il sistema dei millet e i tanzimat non musulmane. A tutto ciò si cercò di trovare una soluzione con i l decreto
presso gli ottomani], in Mustafa Re^id Pa§a ve Dònemi Semineri [Seminario su Mustafa Re§id inaugurante le "ristrutturazioni" {tanzimat), decreto che p u ò essere definito un
Pa§a e la sua epoca], Ankara 1987, p. 13. volontaristico tentativo d i riorganizzazione dell'impero. Esso stabiliva che
' i . Ortayli, Osmanli tmparatorlugu'nda Millet [Il millet nell'impero ottomano], in Tanzi- tutti g l i ottomani, indipendendemente dalla propria religione, erano uguali di
mat'tan Cumhuriyet'e Tiirkiye Ansiklopedisi, cit., voi. 4, p. 996. fronte alla legge. I n questo modo si cercava di fondare una nazione ottomana
C. Ku<?ak, Osmanhbarda, cit., p. 13.
sovrapposta alle identità etniche e religiose. Ciò che in tal modo c i si prefig-
' I. Ortayh, Balkanlarda Milliyetfilik [Il nazionalismo nei Balcani], in Tanzimat'tan
geva era d i bloccare i l processo d i dissoluzione.
Cumhuriyet'e Tiirkiye Ansiklopedisi, cit., voi. 4, p. 997.
"Ivi.
' A. Ekrem bey. Osmanli Arnavutluk'undan Andar (1885-1912) [Ricordi dell'Albania
' 1. Ortayh, Balkanlarda Milliyetfilik, cit., p. 1031.
ottomana (1885-1912)], Istanbul 2006, p. 157.

72 73
Contro questa politica centralizzatrice non tardarono a svilupparsi forme di tolleranza, al dialogo interreligioso e spesso al vero e proprio sincretismo.
Opposizione e di reazione'. Tra coloro che reagirono ci furono g l i albanesi. I l Questa confi-atemita era diffusissima in particolar modo nell'Albania meri-
fatto è che questa politica centralizzatrice costituiva un'aperta sfida all'auto- dionale. Con la sua propensione critica e oppositrice verso i l potere centrale e
rità dei grandi latifondisti locali e una minaccia per la legislazione consuetu- la sua profonda connessione con la natura e la spiritualità degli albanesi, la
dinaria che g l i albanesi avevano conservato anche dopo essere passati sotto i l bekta§iyya fu davvero i l grande elemento di ispirazione del pensiero nazionale
dominio ottomano. Le pur limitate riforme agrarie, la leva obbligatoria e so- albanese. A sua volta, la bekta^iyya trovò nel nazionalismo albanese i l mezzo
prattutto i l sequestro delle amministrazioni locali da parte di funzionari inviati ottimale per esprimere le sue tendenze interreligiose, la sua gratitudine per la
dal centro erano innovazioni che non potevano certo piacere ai feudatari loca- protezione e i l successo che aveva riscontrato presso g l i albanesi e la sua av-
l i ' " . Ciò fa sì che la storica turca Nuray Bozbora qualifichi i l movimento na- versione per i l potere centrale. Furono le logge bekta§ì le cellule nelle quali si
zionale albanese come movimento tradizionalista conservatore". organizzò la lotta nazionale albanese'^.
. Sia per questi aspetti anti-moderni, sia per quelli che osserveremo p i ù a- U n altro anno cruciale sia per g l i albanesi sia per l'impero ottomano è i l
vanti e che possiamo catalogare come progressisti, nello sviluppo del naziona- 1878. È un punto di svolta non solo per i l nazionalismo albanese ma anche per
lismo albanese la confraternita religiosa bekta^iyya ebbe un ruolo importantis- quello turco. Contro i l rischio di spartizione dell'Albania tra i paesi limitrofi si
simo. Retrospettivamente un armo molto importante per i bekta§i albanesi e accese la fiamma dell'unione nazionale albanese, mentre le gravi perdite terri-
quindi per i l nazionalismo albanese, oltre che i n generale per i l processo d i toriali subite dall'impero producevano una reazione nazionalistica nella com-
modernizzazione dell'impero ottomano, è i l 1826. L a distruzione, attuata i n ponente turca. G l i albanesi iniziarono a sentirsi seriamente minacciati da ser-
quell'anno, del corpo dei giannizzeri, m u t ò sensibilmente l'attitudine dei be- b i , montenegrini e greci. I l rischio d i uno smembramento a favore degli stati
kta^i albanesi verso i l governo ottomano. P o i c h é i giannizzeri erano in massa confinanti, quale prefigurato nella pace d i Santo Stefano, p o i fortemente cor-
bekta^i, molte logge bekta^i furono chiuse, con i l sequestro dei loro beni. Se- retta a Berlino, spinse g l i albanesi a una reazione che si rivolse anche contro
condo Nathalie Clayer, fu i n quel momento che tra i bekta§i albanesi si svi- l'arrendevolezza mostrata dalpadi§ah Abdiilhamid I L
luppò un inedito sentimento nazionale e antiturco, anche se la stessa autrice I n vista della sperata revisione berlinese, i l 10 giugno 1878, a Prizren, sor-
precisa che solo mezzo secolo dopo esso prese fattezze coscienti e concrete'^. se la lega albanese. Con la lega d i Prizren g l i albanesi svilupparono per la
L'altro aspetto per cui la bekta§iyya fu importante per l o sviluppo del na- prima volta u n ' u n i t à politica e un'intensa azione di rivendicazione della pro-
zionalismo albanese fu la sua tendenza interreligiosa, la sua vocazione alla pria identità nazionale. La lega di Prizren deve pertanto essere considerata una
tappa fondamentale nella storia del movimento nazionale albanese. I delegati
' Sull'effetto delle riforme centraliste nei Balcani nel periodo dei tanzimat ì. Ortayh, tmpara- rivendicarono la propria identità nazionale mettendo completamente da parte
torlugun En Uzun Yiizydi [Il secolo più lungo dell'impero ottomano], Istanbul 2005, pp. 123-169. le differenze di religione e confessione'''. Tale concezione si rispecchia nel
' F. Fshazi, 2. Me^nitiyet ve Arnavutluk'taki Osmanli Algisi: Amavutlarla Osmanh'mn memorandum da essi inviato i l 13 giugno al capo della delegazione britannica
Du^man Oldugu 'O An' [Il secondo periodo costituzionale e la percezione dell'ottomanità in a Berlino, lord Beaconsfield: " G l i albanesi sono una nazione distinta e separa-
Albania: "quel momento" in cui albanesi e ottomani diventarono nemici], "Istanbul Univer-
ta. Pur professando varie religioni, non hanno mai smarrito i l sentimento di
sitesi Siyasal Bilgiler Fakultesi Dergisi", n. 38, 2008, p. 168,
" N. Bozbora, Osmanli Yònetiminde Arnavutluk ve Arnavut Ulusgulugunun Geli^imi una patria comune"'^
[L'Albania sotto il dominio ottomano e lo sviluppo del nazionalismo albanese], Istanbul 1997, Tutto ciò non vuol dire che le decisioni d i Prizren furono prese senza d i -
p. 20. Peraltro Bozbora critica questa valutazione come non sufficientemente approfondita. E
scussioni. L a maggior parte dei delegati era del nord. Le loro istanze furono
Bilgin C^elik osserva che bisogna considerare le idee degli intellettuali albanesi, le loro opere e
soprattutto il loro sforzo di far nascere un'identità nazionale, per esempio battendosi per un che nessun territorio albanese fosse ceduto a Serbia e Montenegro, che non si
alfabeto nazionale e per l'istruzione in albanese, non tanto come il prodotto di un pensiero pagassero le imposte alle autorità centrali e che i funzionari locali fossero al-
conservatore quanto come il risuhato di una molto moderna presa di coscienza nazionale: B. banesi. I pochi delegati meridionali espressero aspirazioni p i ù radicali: unifi-
Celik, Ittihatgilar ve Arnavullar: II. Me^rutiyet Dòneminde Arnavut Ultisfulugu ve Arnavutluk cazione di tutte le province albanesi e forte autonomia. Malgrado queste diffe-
Sorunu [Unionisti e albanesi; il nazionalismo albanese e la questione albanese nel secondo
periodo costituzionale], Istanbul 2004, p. 34.
N. Clayer, Bekta§ilik ve Arnavut Ulusgulugu [La bekta^iyya e il nazionalismo albanese], " F. Fshazi, 2. Me^rutiyet, cit, pp. 167-168.
''' B. Celik, tttihatgilar, cit., pp. 65-67.
"Toplumsal Tarih", n. 2, 1994, p. 58. Per uniformità con la forma più diffusa nella letteratura
occidentale utilizziamo la dicitura araba bekta^iyya, ma si tenga presente che la forma turca è " Citato in B. (^elik, Arnavut ve Tiirk Ulusal Hareketlerìnin Benzerlikleri [Le somiglianze
tra i movimenti nazionali albanesi e turchi], "Toplumsal Tarih", n. 114, 2003, p. 59.
hekta^ilik [n.d.t.].

74 75
renze, la lega mostrò la piena praticabilità di una comune azione politica alba- Spirito: "Varie sono le nostre religioni, unica la confessione. Tutti noi siamo della
nese'*. Regolata a Prizren la questione religiosa, fu al congresso di Manastir confessione della libertà"^^. M a questo clima durò poco. L o storico turco Yusuf
(Ditola) del 1908 che furono risolte quelle della lingua e dell'alfabeto, con Hikmet Bayur espone la situazione assai efficacemente: "Pochi movimenti al
l'adozione di un alfabeto unico e di una lingua standard. E anche questo, ov- mondo suscitarono tante speranze quanto quello costituzionale ottomano e altret-
viamente, fu un importante passo avanti verso l'unione nazionale'^. tanto raramente un movimento le vanificò in modo così rapido e radicale"^^ A n -
È opportuno a questo punto un confronto con i l nazionalismo turco, soprat- che se con i l ripristino della costituzione l'unificazione delle varie componenti
tutto per quanto riguarda i l ruolo della religione. Come sottolinea frequente- dell'impero sotto una comune identità ottomana tornò in agenda, si dovette am-
mente Fran90is Georgeon, nelle varie fasi della storia del nazionalismo turco mettere ben presto che questo ideale era irrealizzabile. Neanche due anni dopo
c ' è un elemento stabile: più che l'etnia turca, i nazionalisti turchi hanno a cuo- Talàt bey, uno dei capi principali della forza trainante della rivoluzione, ossia i l
re lo stato. I l fallimento della politica ottomanista e i l forte aumento percentu- Comitato Unione e Progresso, espresse chiaramente la situazione:
ale della componente musulmana (circa r80% dopo la guerra del 1877-78)
nei nuovi e più limitati confini dell'impero fece escogitare i l panislamismo Sapete bene che nel quadro della costituzione è stata affermata l'eguaglianza tra
come nuova ideologia finalizzata a salvare l'impero. B e n c h é sia associato so- musulmani e infedeli. Ma tutti sappiamo e sentiamo che questo ideale non può essere
prattutto alla figura del padi§ah Abdiilhamit I I , dopo la rivoluzione del 1908 i l realizzato. La legge coranica, tutta la nostra storia, i sentimenti di centinaia di migliaia
di musulmani e del resto la resistenza degli stessi infedeli ai tentativi di ottoma-
panislamismo fu utilizzato largamente anche dagli unionisti. Come spiega
nizzazione costituiscono un ostacolo insormontabile all'instaurazione di una vera e-
Kemal Karpat, Abdulhamit I I utilizzò scientemente l'islam come ideologia
guaglianza. Per rendere l'infedele un leale ottomano ne abbiamo fatti, di tentativi, e
per mobilitare le masse nella difesa dello stato ottomano". Dopo i l 1878 i l sono falliti; e finché i piccoli stati balcanici continuano a fomentare i l separatismo tra
sultano prese a considerare l'islam sia come bandiera unificante all'interno i macedoni tutti i nostri sforzi sono condannati all'insuccesso. D i conseguenza, finché
dell'impero, sia come strumento di opposizione presso i musulmani soggetti non riusciamo nel nostro compito di ottomanizzare l'impero - compito lungo e arduo,
agli imperi coloniali europei^". La politica hamidiana fii peraltro più che una po- che tuttavia ho il coraggio di dire fin d'ora che riusciremo a portare a termine, quando
litica islamista una politica di sintesi islamo-turca, nella quale l'elemento turco gli stati balcanici avranno finalmente posto fine alle loro provocazioni e alla loro pro-
costituiva un elemento a un tempo caratterizzante e secondario^'. paganda - di eguaglianza non si può discutere^"*.
Sia per g l i albanesi che per i turchi un altro evento decisivo fii la rivoluzione
del 1908, che aprì i l secondo periodo costituzionale. Esso fii un momento di Come si evince dalle parole di Talàt bey, l'ideale della nazione ottomana
unione e di frattura al contempo. L'aspetto unificante fu la lotta contro i l regime aveva ormai ceduto i l posto a una ottomanizzazione che in effetti era una tur-
assolutistico. I l deputato armeno Krikor Zohrab espresse icasticamente questo chizzazione. U n chiaro esempio di questa fattuale identificazione si osserva i n
un editoriale del febbraio 1912 del "Tanin" [ I l Ronzio], organo ufficioso del
Cup, firmato Babanzade ìsmail Hakki^^ Questo articolo risponde per l'ap-
'" Ivi, pp. 68-69. punto alle critiche relative a come sotto i l nome di ottomanizzazione di fatto
F. Fshazi, Albanian Dilemma in the Balkans: Nationalism and Globalisation, tesi di
fosse attuata una politica di turchizzazione. Babanzade affronta una delle que-
master non pubblicata, Bogazifi Oniversitesi, 2005, pp. 47- 48.
"Invenzione della tradizione" e "comunità immaginaria" sono i concetti con cui viene stioni-chiave di quel periodo, quella della lingua, e si sofferma sulle reazioni
interpretato il fenomeno del panislamismo in S. Deringil, Osmanli tmparatorlugu 'nda 'Gelenegin suscitate dalla politica del governo tendente a rendere obbligatorio i l turco
icadi', 'Muhayyel Cemaat' ('Tasanmlanmif Topluluk') ve Panislamizm ["L'invenzione della nelle scuole e negli uffici^*. D i fronte alle richieste d i comunità anche musul-
tradizione", "la comunità immaginaria" ("società in progetto") e il panislamismo], "Toplum ve
Bilim", nn. 54-55,1991, pp. 47-64.
" K.H. Karpat, Islam'in Siyasalla^masi, Osmanli Devleti'nin Son Dòneminde Kimlik, Devlet, K. Zohrab, Osmanli Meclisinde Bir Ermeni Mebus [Un deputato armeno nel parlamento
ìnang ve Cemaatin Yeniden Yapilandirilmasi [La politicizzazione dell'Islam e la riedificazione ottomano], Istanbul 2001, p. 179.
dell'identità, della fede e della comunità nel tardo periodo ottomano], Istanbul 2004, p. 13. Citato in B. Lewis, Modem Turkiye'nin Dogu^u (ed. or. The Emergence of Modem
^° §. Mardin, Turkiye 'de Siyaset ve Din [Politica e religione in Turchia], Istanbul 2007, p. 14, Turkey, London 1963), Ankara 2004, p. 210.
^' M.Ò. Alkan, Resmi ìdeolojinin Dogu^u ve Evrimi Uzerine Bir Deneme [Un saggio sulla " Ivi, pp. 217-218.
nascita e sull'evoluzione dell'ideologia ufficiale], in Id. (a cura di), Cumhuriyet'e Devreden B.i. Hakki, Osmanlila§tirmak [Ottomanizzare!], "Tanin", 23 febbraio 1912, p. 1.
Dtì§iince Mirasi Tanzimat ve Me^rutiyet'in Birikimi [Il retaggio ideologico delle tanzimat e del Un'altra importante innovazione del 1911, infatti, fu la politica scolastica perseguita
periodo costituzionale in epoca repubblicana], voi. 1 di Modem TUrkiye'de Siyasi Dii^iince, dagli unionisti, tesa a rendere obbligatorio in tutte le scuole dell'impero l'uso del turco, per
Istanbul 2004, p. 392. "escludere dalla nazione tutte le componenti non turche e inoculare il patriottismo tra i turchi":

76 77
mane (come erano in prevalenza g l i albanesi) di ricevere l'istruzione nella 1918 la concezione nazionale di G ò k a l p progressivamente si laicizzò, con una
propria lingua, l'autore, riferendosi al fatto che la lingua della diplomazia era graduale perdita di importanza del fattore religioso^^.
il francese e che chi voleva entrare i n diplomazia aveva i l dovere d i impararla, Nel famoso articolo intitolato Tre tipi di politica, un altro nome illustre del
argomentava che, analogamente, chi voleva essere funzionario statale doveva nazionalismo turco, i l tataro Y u s u f Ak9ura, dopo aver preso in esame ottoma-
imparare i l turco. Questo articolo mostra che ormai i l sentimento identitario nismo, panislamismo e turchismo e averne esaminato partitamente i possibili
turco era uscito allo scoperto e che lo sforzo di unificazione era ormai perse- effetti, si concentrava specialmente sul rapporto tra nazionalismo turco e i -
guito secondo la sua ottica. Si p u ò arrivare alla conclusione che l'islam era, i n slamismo. Secondo Ak9ura, i l mondo islamico doveva accettare i l nazionali-
questo tentativo, relegato a ruolo d i strumento. smo perché questa era una necessità dei tempi. E non doveva solo accettarlo,
N e l corso del secondo periodo costituzionale, quello che va dal 1908 al ma essere al suo servizio. L'aspetto peculiare della sua tesi era che centro del
1920, la sintesi islamo-turca si trasformò quindi in sintesi turco-islamica e si movimento panturco doveva essere l'impero ottomano. L'articolo cercava di
affermarono i l sentimento identitario turco e i l nazionalismo turco. G l i unioni- conciliare le tendenze panturchiste della borghesia tatara con la preoccupazio-
sti si appropriarono dello stato islamico d i Abdiilhamit I I per dargli un nuovo ne, centrale nel pensiero giovane turco, di salvare lo stato ottomano. Questo
sviluppo. B e n c h é personalmente freddi verso la religione, non trascurarono di testo, pubblicato una prima volta al Cairo nel 1907, fu ripubblicato nel pieno
sfruttare le potenzialità mobilizzatrici dell'islam e lo utilizzarono come stru- della guerra libica, appena prima dello scoppio delle guerre balcaniche. E fu
mento di legittimità^''. Come osserva Orhan Kologlu, abbastanza paradossal- allora che divenne un testo fondamentale per i volontari che ormai si batteva-
mente fìirono loro a portare i l panislamismo a concreta pratica politìca^^. A no i n nome del nazionalismo turco^"*.
cavallo tra X I X e X X secolo, dunque, all'interno dell'impero ottomano otto- La storiografia turca mette l'ascesa del nazionalismo turco in stretto rap-
manismo, panislamismo e turchismo convivevano e si intersecavano. Appel- porto con le guerre balcaniche e le susseguenti drammatiche perdite territoria-
landosi a questo o quel versetto del Corano o a questa o quella testimonianza l i : si concentra quindi sul periodo 1912-1913. I n questa sede, tuttavia, quel
su Maometto, i nazionalisti turchi si affarmavano a dimostrare che i l naziona- che maggiormente ci riguarda è i l periodo immediatamente precedente, dallo
lismo poteva avere un legittimo ruolo nell'islam. Anche Ziya Gokalp, ideolo- scoppio della guerra libica al momento della proclamazione dell'indipendenza
go degli unionisti che proprio tra 1908 e 1914 ebbe un ruolo decisivo nella albanese (1911-1912). Le espulsioni di itahani, le azioni di boicottaggio con-
formazione intellettuale della gioventù turca^', si i m p e g n ò a dimostrare che tro le merci italiane e le manifestazioni di massa di ostilità contro l'Italia rese-
l'islam non era contrario al nazionalismo^". L o si riscontra nella sua definizio- ro realtà concreta la xenofobia^^ Apparentemente dirette solo contro g l i ita-
ne d i millet. Gokalp definisce i l millet una collettività composta da persone liani, queste reazioni in modo strisciante tendevano ad appuntarsi in generale
che parlano la stessa lingua, che hanno ricevuto un'educazione comune e che contro la presenza, soprattutto economica, europea. È in questo periodo che
condividono g l i stessi ideali religiosi, morali ed estetici; in breve, un gruppo sorsero le principali associazioni e riviste nazionaliste turche. Naturalmente,
umano partecipe di una comune lingua e d i una comune religione^'. I l suo na- poiché si era i n guerra con una potenza cristiana che voleva annettere un terri-
zionalismo è dunque soggettivo, è questione di lingua e cultura; fattori come torio musulmano, non ci si astenne dal far leva sul sentimento religioso; e
razza ed etnia non sono considerati^^. È peraltro da rilevare che tra i l 1909 e i l questo anche per assicurarsi la fedeltà degli albanesi. Come conseguenza dei
timori di amputazione territoriale e di disgregazione del periodo i n questione,
le emergenti espressioni di nazionalismo militarista rivendicarono frequen-
F.M. Gofek, Osmanli Devieti 'nde Tiirk Milliyetgiliginin Olu§umu: Sosyolojik Bir Yakla§im [La temente l'unità religiosa come caratteristica perculiare del nazionalismo turco.
genesi del nazionalismo turco nello stato ottomano: un approccio sociologico], in N. Bozbora (a
cura di). Osmanli, cit., p. 73.
" M.Ò. Alkan, Resmi, cit., pp. 394-400.
Cfr. O. Kologlu, //. Abdiilhamit'in Siyasal Du^uncesi [Il pensiero politico di Abdulhamit " F . Georgeon, Osmanli, cit., p. 15. Grassi sottolinea gli elementi di incompatibilità tra le
II], in M.Ò. Alkan (a cura di), Cumhuriyet'e, cit., pp. 273-276. ideologie qui analizzate: F.L. Grassi, Atatiirk, cit., pp. 33-34.
^' F. Georgeon, Osmanli-Tiirk Modernle§mesi (1900-1930), Istanbul 2006, p. 28. F. Georgeon, Tiirk Milliyetgiligi'nin, cit., pp. 48-49.
F. Georgeon, Tiirk Milliyetgiligi'nin Kòkenleri: Yusuf Akgura 1876-1935 [Le radici del " Sulla letteratura nazionalista (sia in generale sia in specifico riferimento alla guerra
nazionalismo turco: Yusuf Ak9ura 1876-1935], Istanbul 2005, p. 47. libica), sul boicottaggio anti-italiano e su altre forme di rappresaglia come l'espulsione di citta-
^' F.M. Gòfek, Osmanli Devleti'nde, cit., p. 73. dini italiani e la "campagna unitaria di ostilità", D. ilkbahar, 1911-1912 Trablusgarb Savori ve
T. Parla, Ziya Gòkalp, Kemalizm ve Tiirkiye 'de Korporatizm [Ziya Gokalp, il kemalismo Osmanli Kamuoyu [La guerra libica del 1911-1912 e l'opinione pubblica ottomana], tesi di
e il corporativismo in Turchia], Istanbul 2005, p. 31. master non pubblicata, Istanbul Oniversitesi, 2009.

78 79
La guerra fu esaltata con richiami ai valori religiosi. E la contrapposizione quale i l nazionalismo è costretto a combattere. G l i albanesi da una parte erano
cristiani-musulmani, i n qualche modo derivante dal sistema del millet, fxx ele- legati all'impero ottomano da una religione universalista come quella islami-
mento fondamentale nella costruzione dell'identità turca. A l contrario, i l na- ca, dall'altra vivevano al loro intemo una normalità di divisione religiosa. N e l
zionalismo albanese superò l'ostacolo costituito dalla pluralità religiosa e per- loro caso, la questione religiosa fu superata dalla loro attitudine tollerante. Sia
segui u n ' u n i t à basata sull'identità etnica. la storia dell'impero ottomano sia quella degli albanesi rende ragione alla de-
Sia quello turco sia quello albanese, certo, furono nazionalismi i n ritardo. finizione di Hobsbawm. Allorché la stmttura tradizionale dell'impero, fondata
Se si considera i l nazionalismo albanese un nazionalismo i n ritardo nel conte- sulle religioni, cominciò a vacillare a causa dei movimenti nazionali, i l tenta-
sto balcanico, lo stesso deve dirsi di quello turco dal punto di vista d e l l ' i m - tivo di difendere l'impero con i l panislamismo, ossia di nuovo con la religio-
pero ottomano. Secondo l'immagine di Gòkalp, i turchi avevano trascorso ne, si dimost r ò fallimentare. Essa, tuttavia, restò un importante elemento di
"una vita inconsapevole sotto le bandiere ottomane"^*. In questa arretratezza legittimazione dell'emergente nazionalismo turco, e ancora oggi ne è compo-
dei due nazionalismi risiede un altro punto in comune: entrambi furono forte- nente importante.
mente sollecitati da un pericolo estemo. Per i turchi i l pericolo veniva dagli
stati occidentali cristiani e dalle comunità cristiane, e certamente i l nazionali-
smo turco si sviluppò con uno spirito di contrapposizione cristiani-mu-
sulmani". Dopo le guerre balcaniche, tutto ciò che non era turco e musulmano
appariva ormai come nemico a ^ n pensiero turchista i n rapida ascesa. I l peri-
colo estemo non produsse lo stésso effetto in Albania, per la natura laica del
nazionalismo albanese.
Gli albanesi, che avevano- svolto un m o l o rilevante nella rivoluzione del
1908, restarono delusi nello loro aspettative, giacché i governi costituzionali
respinsero le loro richieste autonomistiche. I l fatto è che g l i unionisti ritene-
vano che se certe autonomie fossero state concesse agli albanesi, che erano in
maggioranza musulmani, anche tutte le altre componenti etniche musulmane
avrebbero potuto richiederle. E al contrario ripresero la politica accentratice
che aveva già suscitato tante opposizioni. I l divieto di portare armi, i l control-
lo delle amministrazióni locali da parte di funzionari stranieri e la lunga co-
scrizione furono le cose che più irritarono g l i albanesi. D i fronte all'atteggia-
mento sempre più rigido della dirigenza unionista, nel 1912 essi si volsero alla
prospettiva indipendentista.
Secondo l'espressione di Eric Hobsbawm, dal punto di vista del moderno
nazionalismo la religione è un "paradossale cemento"^^. Essa talvolta contri-
buisce alla costmzione dell'identità nazionale, talvolta è un fattore contro i l

T.Z. Tunaya, Turkiye 'de Siyasal Partiler: tttihat ve Terakki [I partiti politici in Turchia:
Unione e Progresso], Istanbul 1989, III, p. 310.
" Nell'ambito di questa contrapposizione; le risposte alle asserzioni italiane di una "missione
civilizzatrice" italiana in Libia possono essere viste come un antecedente della natura anti-
imperialista rivendicata dal nazionalismo turco nel periodo, successivo alla prima guerra
mondiale, della formazione dello stato nazionale: cfr. D. ilkbahar, 1911-1912 Trablusgarb
Savori, cit., in particolare cap. V,
E.J. Hobsbawm, 1780'lerden Gùnilmtize Milletler ve Milliyetgilik: Program, Mit ve
Gerfeklik (ed. or. Nations and Nationalism since 1780: Programme, Myth, Reality, Cambridge
1990), istpnbul 1995, p. 89.

80 81

Potrebbero piacerti anche