Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
http://www.archive.org/details/niccolmachiaveOOIani
\
PIETRO LANINO ftiU*u.k*Jr
NICCOLÒ MACHIAVELLI
ROMA
INGEGNERIA ITALIANA
EDITRICE
Via Due Mietili) 66
1921
ioo copie numerate in carta speciale - fuori commercio
i° migliaio in commercio
PROPRIETÀ LETTERARIA
d'italiano
i9?5
.^
RAGIONE DEL LIBRO
Di Niccolò Machiavelli
Del Rinascimento
Della idea dell' Unità d' Italia
legge (i).
— IX —
ce manifesto ch'egli non mira a considerare i »
« commencé à guèrir du M
a chiavelisme et on sen »
« dences, èie... ».
— XXI —
non altro pubblico ; ed è da questo che nasce la
-
« presentare le passioni umane che si urtano »
Ranke.
Luigi Settembrini osserva giustamente dei
Discorsi : « Machiavelli non si propone di fare »
»
« e est pays du monde ou il est plus difficile
le
« de partager l'histoire en
fragments ». Ed accen-
veni écrrre »
nando al Machiavelli soggiunge: « il
« desMédicis, il est obligé de
remonter aux Cesar s. ».
Guicciardini scriverà in
Più dichiaratamente il
XXXI —
« cose accadute ». Questo indirizzo si svilupperà
ampio negli storici del '500, assurgendo a fini
Tip. Ed. della Gazzetta d' Italia - 1880 - Cap. 22 - pag. 239.
— XXXVI
Italiana.
— XXXVII —
1366 - da papa Urbano V e dai Fiorentini, nella
— XLI —
Sino a questo punto concorde, salvo misura
e particolarità, può considerarsi il giudizio dei
critici del Machiavelli nel riconoscere qualità po-
sitive ai suoi scritti militari. Meno unanime è
« stra delle cose : di modo che anco s'è veduto in alcuna volta »
-
andiamo a desinare. E detto allora al Machiavelli che si »
-
Voleste poi che io a desinar con Voi, e vi menaste anche »
- al Machiavelli, in campo,
- (21 febbraio 1508)
per Firenze contro Pisa,
al ce Magmi Generate »
sempre il campo e
(1) Il Machiavelli consiglia di fortificare
di Fiandra i
ciòYeguendo l'usanza romana. Nella guerra
fortificato all'uso romano. Il
campo fu per la prima volta
lasciatoci dal Machiavelli e
quel medesimo
disegno del campo
Stevino come applicato dal principe
che vedremo descritto dallo
- (Précis desguerres
annota
Maurizio d' Orange. Napoleone
I
risurrezione.
In un tempo nel quale gli eserciti erano so-
pratutto composti di cavalleria e la fanteria era
adunata in bande di uomini raccogliticci male
armati, pochissimo istruiti e poco o punto discipli-
militari.
Targone, italiano.
tura militare.
— LIV —
uomo d'arme, e quindi i militari generalmente
non lo studiarono ; fu grandissimo uomo di Stato
« gli uomini ».
parte generale.
Anche quando imprende a scrivere di materia
« machiavellismo », se un « machiavellismo »
qualsiasi fosse legittimo e necessario stabilire.
« tria sua ».
S
— LXVI —
« alcuno di persona alcuna, preporre la verità »
« a tutte le cose, eziandio che seguire ne gli »
deces.
LXXIV
< Sic continue mutai paciem natura, sic in eodem sta tu nun-
quam permanet, sic varia perpetuo fluctuat » . Cesare Cre-
monint (1552-1631), Lecturae Exordium. Padova, 1,501.
— LXXVIII —
pure nel Guicciardini e principalmente nel Ma-
chiavelli ; in questi si trasmette anche alla stessa
consistenza delle religioni, ed è ciò che irrita
passioni dei
,<rige il corso della civiltà, e si giova delle
« popoli per compiere gli alti suoi fini — UH cupidìtate
generalizzazione.
Pure fra Paolo Sarpi scrive « le cose vanno »
—
;
cioè intorno alle Vite dello stesso del Perrens, francese (1853)
e del Madden inglese (1854),
- LXXXVI —
qui il successivo implacabile odio della Chiesa con-
tro Niccolò. Prosegue il Quinet « Fonder, conser- »
pag. 95-
(2) Der Fiirst des Niccolò Machiavelli — commento e
pag. 13-
— LXXXIX
liana, VI.
(3) Foscolo, Discorsi sulla lingua italiana, VI.
— xeni —
né con più brevità del Machiavelli. Il signifì- »
— xcv
nello studio dell' ing. Di Finizio, sul Genio Civile, 1Q17, sulla
<: foronomia di Frontino » . Vedasi al riguardo infine Ingegne-
ria Italiana, n. 101, 11 dicembre 1Q19.
XCIX —
rattere intuitivo, nel campo scientifico, come l'ha
così potè trarre le legioni che guidava alla strage, nel luogo-
— CI —
Accanto a Davide l'anima del Rinascimento
italiano non riesce meno efficacemente espresso,
dal Colleoni del Verrocchio, a Venezia, nella
perfetta individuazione della figura, caratteristi-
.
La Rinascenza germanica tenterà trasferire
ducono in essere.
pag. io.
umana
'
— CIX —
»
« La necessità è maestra tutrice della natura...
«...; è freno e
Così Leonardo da
regola eterna ».
prossimi
naturalismo, e questo sarà, negli uomini
.
tive, e buone di qualunque mortale».
— ex
(1) Questi erano i fattori del pensiero del medio evo, che
nel Machiavelli sono completamente scomparsi.
— cxx —
perandolo forse in alcuni punti, anche per la sua
mentalità più scientifica, come precisione d'espres-
sione e nella esattezza dei termini.
Il De Sanctis giudica (i) rappresentata dal
Machiavelli e dall'Ariosto la « sintesi » lette-
Foscolo, soltanto.
Nella prosa del Machiavelli invece vi è qual-
cosa che va oltre la letteratura. Nel suo conti-
nuo rinsaldarsi con la realtà, nel suo carattere di
rigore assoluto, la prosa del Machiavelli risponde
ai movimento naturalistico che col '500 italiano
si inizia in Europa; diviene ragionatrice, con ciò
mezzo di razionalismo, acquista quindi un valore
costruttivo, scientifico e filosofico proprio.
cxxv
' aussi révoltante et une te Ile violation des droits et des lois >
tadino.
L'individualismo era stato fattore decisivo del
risorgere del Medio Evo. Il sindacato della co-
scienza, eretto a principio ed a rinnovamento
di fede con Francesco d'Assisi, sino a ricercare
Concezione
scettica forse, che non il Ma-
umana, ancor più
chiavelli ha Francesco Guicciardini, né ^
meno
non in quegli, distacco
assoluto è in questi, che
il
(i) Storia dei Papi dalla fine del Medio Evo. — Roma.
Desclée, 1912, voi. Ili, pag. 117.
CXXXVII
tadino.
La legge di necessità, qual'è nel Machiavelli,
il Mazzini tende ad identificare con quella so-
ciale ; la libertà è infatti per lui espressione della
legge individuale (i).
« Il perfezionamento dell' individualità è uno »
dell'in-
del Romagnosi. In questo sta la difesa
dividuo, anche se in uno Stato tirannico, secondo
il Machiavelli. Pure in Lui gli Stati presi per
— CXLVI
« che era tra la Plebe e il Senato, che quello che non aveva »
Buonaccorsi.
»»
— CLI —
precettore di casa Medici,,
da essere proposto a
ce se all'intelligenza,»
scriva del Machiavelli che
delti Stati, ed alla pra-
»
« che in Lui era dei governi
avesse la gravità della »
« tica delle cose del Mondo
« vita, e la sincerità dei costumi aggiunti, si »
su questa dichiarazione
ampiamente dis-
onesta », e
l'idea,
serta, col proposito di demolire nell'uomo
il Pastor. Né certo
privatamente, specialmente in
realta
Vfflari, il quale nella
Machiavelli non è altro che il
ricorso il Pastor altro
non fa
nel passo cui fa così caldo
al Boccaccio. «Fa
muovere,»
che assimilare il Machiavelli
— CLII —
Ritengo invece giovi l'uomo
a caratterizzare
« i personaggi
gestire e parlare tutti con una vivacità vera- »
unificata.
Il Gregorovius vede nel Machiavelli l'antesi-
o dei proprii.
Napoleone I, coerente al principio storico
Al cap. 6° delle
si adoperasse da imperatore.
« État, ecc.. ».
CLXII —
Nulla egli compie per erigere l' Italia in effettiva
« Var n'est pas entrée en Italie ; elle n'est qtce sur les revers »
— CLXVII —
La concezione dantesca si differenzia nondi-
meno' nei riguardi ideali, sostanzialmente da
quella del Machiavelli. Lo dimostra con evi-
denza il De Sanctis. « Il Dio di Dante è l'a- »
« more, forza motiva dell'intelletto e dell'atto : »
« il risultato era sapienza. Il Dio di Machia- »
« velli è l'intelletto, l'intelligenza è la regola »
« della forza mondana : il risultato è scienza. »
« Bisogna amare, dice Dante. Bisogna inten-
« dere, dice Machiavelli. L'anima del mondo »
« dantesco é il cuore ; l'anima del mondo ma- »
« chiavellico è il cervello ». In questo il Mazzini
si accosta più a Dante, che al Machiavelli, il quale
appunto per questo suo diverso sentire riesce sin-
cera espressione del Rinascimento, mentre invece
in Dante sopravvive ancora, se non altro in parte,
dati i tempi, il Medio Evo.
« versa »
Firenze.
CLXIX
— CLXXII —
Anche nel Machiavelli la nazione è l'Italia; ma
questa è pure Patria. A questa concezione carat-
teristica del Machiavelli, il Mazzini farà fare un
passo ancora più ardito, asserendo all'Italia unifi-
« in pn >p< irzione dei fiorini e dei doni che offrivano agli im-
peratori di Lamagna ».
»
CLXXIV
— OLXXXI
suoi Discorsi » sono precisamente gli immortali
Discorsi di Niccolò sulla prima deca di Tito Livio.
Il Paruta li condanna assieme allo stesso autore
loro, a « perpetua oblivione » ; anzi li giudica
essere già dimenticati sin dai suoi tempi. In questo
v'è pure qualcosa della rivalità fra Venezia e Fi-
renze. La sorte sarà invece piuttosto più maligna
ai Discorsi del Paruta che non a quelli del rivale
fiorentino. Per quanto dotati di intrinseco valore,
i Discorsi del Paruta sono infatti troppo parti-
gianamente veneziani; Roma scompare da essi
completamente, si può dire, per cedere piuttosto
il posto a Sparta e persino a Cartagine (i); perchè,
come avverte il Machiavelli, essendo queste città
meglio volte a « conservare » che ad « ampliare »,
è sullo stampo loro che preferibilmente si plasma
il governo di Venezia. Il Machiavelli invece, pur
sentendosi sempre cittadino di Firenze, anche se
in alcuni punti delle sue Storie e degli stessi Di-
— CLXXXIX —
« era già vuota e pietrificata ». La Storia d'Italia
del Guicciardini definisce il Quinet felicemente
« Vhistoire du suicide de Fltalie ». Nel Guicciardini
é infatti insito l'abbandono dell'Italia alla inelutta-
13
— CXCIV
il Settembrini « trovò un altro più savio di »
Machiavelli.
— CXCV1
— CXCVII —
Paolo Sarpi, contro ogni invito ed anche non
ostante ogni minaccia di papa. L'eclettismo diviene
nel Sarpi non soltanto irrequietezza di mente, ma
pure, in taluni casi, incertezza di coscienza. Egli
infatti si avvicina in alcuni istanti alla Riforma
e, anche ne rimane estraneo, mostra simpatia per
se
essa (i), quasi augurando un consimile movi-
mento d'idee religiose pure all'Italia (2). Fu cosi
trattenuto dalla eccessiva vastità del suo campo
d'azione, ed in parte dalla sua complessa men-
talità, dall'assurgere a forme definitive ed asso-
lute, perfette, come scrittore di cose politiche
e storiche, quali raggiunse invece nell'equilibrio
della mente sua il Machiavelli. A questi come
al Guicciardini giovò, a renderli scrittori, il for-
zato ritiro dalla cosa pubblica, che li costrinse
a meditare, forti dell'esperienza passata, su que-
stioni generali, nell'abbandono d'ogni attività po-
litica particolare. Fra Paolo Sarpi rimane nella vita
politica, invece, sino all'ultimo suo giorno. « Ho »
(1) Lettere. —
Firenze. Barbèra, 18(33, v °l- H, pag. 225.
— Io sentirò con molto piacere se le cose dei Riformati »
«
(2) Lettere. Idem, voi. II, pag. 311 «né questo si leverà »
(3) Mémoires, ecc.. - Parigi. Plon, 1883, voi. VII, pag. 044.
— CXCV1II
potente e non immeritatamente vien detto « tem- »
— ce
(pag. 590).
Nel Machiavelli il concetto monistico dello Stato
si precisa infatti concreto ed assoluto. Esso pree-
sisteva già sostanzialmente nel Medio Evo ita-
(2) Dell' indole e dei fattori dell' iìicivilimento , TI. ti, 2 voi.
— CCIX —
ragione d'essere e la sua ragione morale. La mo-
derna teorica sociale nella sua dominante conce-
zione marxista di assoluta prevalenza della lotta di
H
ccx —
del 1847 si dichiara che « si chiama Stato il prò- »
« letariato organizzato in classe dominante ».
dominazione di classe.
La manchevolezza del Machiavelli è corretta
dal Romasriosi nella sua definizione di Stato
succitata; la quale, pur tenendo fermo il punto
di partenza, originale del Machiavelli, ne integra
« tres les troupes ; mais il est vrai que, le combat une foìs en- »
« il bastone di Metternich ».
« zioni costituzionali » .
— ccxxv —
« Stato ad ogni costo ». La « suprema saìus »
della Patria, che è nel Machiavelli, il Campa-
nella la nega e così, sempre il D'Ancona, oppor-
tunamente differenzia il metodo politico dei due
uomini, in quanto le dottrine relative derivano da
fonti diverse, nei termini seguenti : « Mentre il »
*5
CCXXVI
med •
di assicurarci di non esser preda del Re di Spagna »
tuosa ospitalità ;
perchè, come ci narra il D'An-
cona (i) : « I francesi non solo l'applaudivano »
« concreta e determinata ».
non Critica!
— CCXXXIX
1 o dicembre 1 5
1 3
dal riposo di San Casciano al
Vettori come fosse sua intenzione allora di dedi-
care l'opera a Giuliano, come a « principe nuovo »
L'opera fu quindi piuttosto intesa a considerare
l'arte di governo di un simile tipo di principe,
tutto particolare del XVI secolo italiano, che
non a studiare, e tanto meno a consigliare nel par-
ticolare,questo o quel principe.
Se un tipo di uomo e di principe idoneo
ad
essere il modello del Machiavelli
esiste vera-
mente fra tutti quelli del tempo, desso é il Va-
lentino, non Lorenzo de* Medici, u Machiavel, »
« il était plein de son idole, le due de Valenti- »
— CCXLI —
Signore oramai di tutta l'Italia mediana, se si
(i) / Borgia.
Portigliotti, —
Milano. Treves, 192 1,
pag. 117
« si destreggia tra i documenti, ponendo in
luce sopratutto »
16
— CCXLII —
Il Machiavelli riferisce come il Valentino at-
(Principe, VII).
Pone in buona evidenza il Portigliotti (i), fon-
dandosi specialmente sulle cronache del Bur-
khard (2), come rapida fosse stata la ripresa della
salute del Valentino e come il giorno della morte
del padre egli fosse già fuori di pericolo ed in moto.
Ad ogni modo la semplice ascesa del cardinale della
Rovere al papato, col nome di Giulio II, non basta
a spiegare una tanto subita rovina di tutta una Si-
« essere più ferme, che non sono sute le sue » . Lettera 4 no-
vembre 1503.
(4) G. Portigliotti, I Borgia. — Milano. Treves, 192 1,
pag. 197.
« Chiesa ».
,
Quando si considerano questi atti di veneficio,
di assassinio, di stupri anche su cada-
violenti,
veri di donna, quale, ad esempio, quello di Sigi-
&
smondo Malatesta (2) sulla incognita dama di
Germania, fatta assassinare nel ritorno in patria,
al
suo passaggio per Rimini, e si pongono a raffronto
col grado di magnifica civiltà del tempo,
si rimane
indubbiamente perplessi. Siamo di fronte ad un
periodo della vita italiana nel quale, per esempio,
17
CCLVIII
— CCL1X —
mento è pur quella che spiega
certi controsensi
compiuti dalla Germania durante l'ul-
fra gli atti
— CCLXVI
« sura del tempo faceva sì che il Fichte, come »
CCLXXI
quello di Senigallia ;
processo di ricostituzione
nazionale, naturale, necessario, dati i tempi. Il
18
— COLXXIV —
« derio di vendicarsi, ed avendo ricevuta ingiuria »
— CCLXXVII —
inferiore del duomo di Orvieto riceveranno nuova
espressione dai Pontedera (Tav. XXX e XXXI).
L'arte successiva individuerà sempre più nelle
sue sculture le figure della Vergine e del Re-
dentore, rendendole centro del quadro (Tavola
XXXII), facendole campeggiare sugli stipiti dei
pulpiti (Tav. XXXIII) e sulle lunette dei portali
cois d'Assise. —
Parigi. Fischbacher: Bonghi, Francesco
— CCLXXVII1
— CCLXXIX
Lafenestre (1) ;
questo arresto sarà subito vinto.
L'arte riprenderà sollecita e ardita il suo corso
ed il Signorelli, dalla consuetudine di vita e di
CCLXXXVIII —
scimento ci dà la soluzione definitiva, come l'aveva
pur data, secondo la natura sua, la Grecia, molti
secoli avanti.
Né al Rinascimento basta di avere glorificata nel
proprio tempio l'Arte ; esso aspira oltre che
ad esprimere la Bellezza, pure al dominio della
Forza; la scienza si sposa coll'arte e ne nasce
la tecnica costruttiva possente, che consente al-
l'uomo pure la padronanza dello spazio. Il go-
tico di oltr'Alpe è più particolarmente aspirazione
all'ascesa (i), risponde al movimento di religione
del tempo e di quelle regioni, diviene anche
sforzo, perdendo parte del necessario equilibrio.
Questo manterrà già più sicuro il gotico in Italia,
come abbiam considerato. Nel Rinascimento tale
spinta verso l'alto, non sarà più aspirazione,
vorrà essere, e sarà, dominazione. Mentre Leo-
nardo, rievocando il sogno d'Icaro, precorre con
le sue concezioni i più recenti trovati della tecnica
aviatoria, iMichelangelo, colla potenza del Genio,
strappa dal tempio d'Agrippa la cupola romana
(Tav. LXXX, fig. 129), e levatala dalla terra
al cielo, superando in ardimento tutti i creatori di
questo nuovo elemento architettonico, dal Brunel-
leschi (Tav. LXXIX) al San Gallo, e conferitole
la definitiva struttura a tamburo cilindrico, la
1 92 1
— CCLXXXIX —
imporrà dominatrice dello Spazio (Tav. LXXX,
fig. 130) a suprema e gloriosa corona della basilica
di S. Pietro (1). Potrà così di lui degnamente
dire il Foscolo che « nuovo Olimpo alzò in »
« Roma ai Celesti a (Tav. LXXXI). La fusione
delle due Rome, di quella dei Cesari con quella
deùPapi, ambedue universali, l'una nell'idea im-
periale e l'altra nella cattolicità della Chiesa, sarà
qui sovranamente significata dalla nuova romanità
di questo massimo -monumento della Cristianità
e del Rinascimento, ed anche in questo campo
sarà sempre il genio di Michelangelo quello che
ci darà la forma definitiva.
J
9
— ccxc —
che Niccolò Machiavelli, uomo del Rinascimento,
si ribella, e per questo sembra contrastare quasi
al principio cristiano. Questa la sua pretesa em-
pietà. Già nel Petrarca la volontà dell'individuo
è eretta a forza di perfezionamento umano ; ma
Niccolò in particolare così ragiona in materia.
« Se la religione nostra richiede che tu abbi in- te »
ccxcv —
« la cognizione eminente della potenza rispettiva »
« degli Stati, mancò lo spirito politico nazio- »
« naie » (i).
comprende
'
— Discorsi, I, 16.
— CCCII
<c d'en faire una machine de guerre pour sauver »
pag. 485.
(2) Teoria e Storia della Storiografia. — Bari. Laterza,
pag. 225.
CCCIV
20
e ce VI
CCCXI
— CCCXIV
« che passano, domando delle nuove dei paesi loro, in- >
giurati.
« loro ;
quindi cercando un usurpatore felice ed »
« sale del retto e del giusto, quanto dai fatti che aveva »
«veduti, e dai mezzi che soli gli pareano efficaci nelle ne- »
— CCCXXIX