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AGOSTO 2010
NEWSLETTER
Trifirò & Partners Avvocati
Editoriale
La nostra newsletter di agosto Vi giunge salutando la ripresa (anche se per molti
sarà già avvenuta) e vuole essere un augurio per un nuovo anno produttivo.
Non vi sono novità legislative nell’ambito del diritto del lavoro e, quindi, abbiamo
deciso di trattare nell’Attualità del Diritto del Lavoro un tema di rilievo attraverso
una sentenza: il tema della droga nel mondo del lavoro. Come ben sappiamo,
la droga è un fenomeno diffuso a tutti i livelli e non poteva restare immune il luogo di
lavoro. L’uso e lo spaccio di sostanze stupefacenti, ancorché, non se ne parli
molto, sono diffusi in ambito lavorativo e spesso concernono non solo i dipendenti,
ma anche i terzi, laddove si tratta di attività svolta a contatto con il pubblico.
Il fenomeno non può essere estraneo al rapporto di lavoro poiché, seppure le
mansioni siano svolte in modo adeguato, la detenzione e lo spaccio di droga mina
comunque il rapporto fiduciario, come appunto si legge nella sentenza riportata.
Sempre nell’Attualità si segnala una recentissima risoluzione dell’Agenzia delle
Entrate in materia di detassazione dei compensi per il lavoro notturno.
Nelle “Nostre Sentenze” abbiamo inserito casi collegati alla risoluzione del
rapporto di lavoro e alle questioni che sorgono con la reintegrazione.
Anche nella Attualità dedicata al Diritto Civile abbiamo scelto di pubblicare una
sentenza. Il caso riguarda la clausola statutaria “simul stabunt simul
cadent”, con riferimento alla carica di amministratore delegato: un caso
interessante e ricorrente.
SOMMARIO Nell’ambito delle “Assicurazioni”, segnaliamo un’interessante sentenza del
Supremo Collegio in merito alla circolazione nell’area di parcheggio degli
✦ EDITORIALE ipermercati e centri commerciali. La Suprema Corte ha ritenuto che, trattandosi
di area aperta all’uso da parte del pubblico, la circolazione automobilistica è
✦ DIRITTO DEL LAVORO soggetta alle norme della legge sull’assicurazione obbligatoria (oltre che a quelle
della circolazione stradale).
✦ ATTUALITÀ 2
“Il Punto su …” esamina una decisione dell’Autorità Garante della Privacy in
✦ LE NOSTRE SENTENZE 4 tema di diritto del dipendente di accedere alla posta elettronica aziendale e
tutela della privacy: un tema delicato e dibattuto, come sempre accade quando
✦ CIVILE, COMMERCIALE, si tratta di contemperare diritti contrapposti e salvaguardare esigenze di terzi e
ASSICURATIVO personali.
Nella “Rassegna stampa”, l’articolo “Che fine ha fatto il collegato lavoro?”
✦ ATTUALITÀ 6 pubblicato sul blog JOBtalk aggiorna sugli sviluppi del Collegato Lavoro 2010,
approvato dalle Camere e rinviato alle stesse dal Presidente della Repubblica lo
✦ ASSICURAZIONI 7 scorso 31 marzo: dopo il passaggio alla Camera dei Deputati è ora al Senato e,
secondo il calendario fissato dall’assemblea, dovrebbe essere approvato verso fine
✦ IL PUNTO SU... 9 settembre.
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In relazione, poi, alla circostanza che si sarebbe dovuto attendere l’esito del procedimento penale, il
Giudice ha osservato che ciò non è necessario, attesa “l’assoluta autonomia tra giudizio civile e giudizio
penale”. Pertanto, nel giudizio civile gli elementi soggettivi e oggettivi del fatto addebitato ben possono
essere autonomamente valutati, senza dover necessariamente attendere la conclusione delle indagini
penali.
Ricordiamo che la predetta normativa aveva stabilito l’applicazione di un’imposta sostitutiva del 10% per
le somme erogate ai dipendenti in relazione sia a prestazioni di lavoro straordinario (queste poi eliminate
dalla L. n. 191/2009) che ad incrementi di produttività, innovazione ed efficienza organizzativa ed altri
elementi di competitività e redditività legati all’andamento economico dell’impresa dei compensi erogati ai
lavoratori dipendenti.
✦L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione in oggetto ha chiarito che rientrano nel regime di
tassazione agevolata anche le somme erogate a titolo di lavoro notturno (riferendosi sia al
compenso ordinario che alla maggiorazione) a quei lavoratori anche non turnisti che prestino il loro
lavoro normale nel periodo notturno e a coloro che, occasionalmente si trovino a rendere prestazioni
che rientrano nella nozione di lavoro notturno così come definito dalla contrattazione collettiva.
Come però già precisato dalla stessa Agenzia delle Entrate nelle proprie precedenti circolari n. 49/2008 e
59/2008 le prestazioni di lavoro notturno devono essere comunque riconducibili o collegate ad incrementi
di produttività, innovazione ed efficienza organizzativa e redditività legati all’andamento economico
dell’impresa ai sensi dell’art. 2 comma 1 lettera c. del DL n. 93/2008.
Con la predetta risoluzione l’Agenzia precisa che i lavoratori possono far valere la tassazione più
favorevole in sede di dichiarazione di redditi, presentando una dichiarazione integrativa per gli anni passati
ovvero una istanza di rimborso.
✦Ricordiamo che l’agevolazione si applica nei limiti di 3.000,00 Euro per l’anno 2008 e di 6.000,00
Euro per gli anni 2009 e 2010 per quei lavoratori che abbiano conseguito un reddito nell’anno 2007
non superiore a 30.000,00 Euro lordi ed a 35.000,00 Euro per gli anni 2008 e 2009.
Link: www.agenziaentrate.gov.it
✦Risoluzione N. 83/E - 17 Agosto 2010 (PDF)
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Le Nostre Sentenze
LA SENTENZA DEL MESE
RIFIUTO DI ESEGUIRE LA PRESTAZIONE LAVORATIVA E LICENZIAMENTO PER GIUSTA
CAUSA
(Tribunale di Roma, 9 giugno 2010)
In ottemperanza a quanto statuito da una sentenza che aveva accertato l’illegittimità del
licenziamento, una società si era attivata per reintegrare il lavoratore interessato in azienda,
comunicandogli la data e la sede ove lo stesso avrebbe dovuto ricominciare a svolgere
attività lavorativa. Il lavoratore, nonostante detto invito, non si presentava al lavoro,
motivando la propria assenza con ragioni di salute (a tal proposito, inviava la relativa
certificazione medica). Alla data prevista per il rientro (stante la cessazione della malattia),
l’interessato non riprendeva servizio e, nonostante i ripetuti inviti da parte della datrice di
lavoro, non forniva alcun chiarimento né dava notizie di se. Pertanto, la società - dopo avere
atteso invano notizie dal proprio prestatore di lavoro - gli contestava l’assenza ingiustificata
di un rilevante numero di giorni (ben 40) e, successivamente, lo licenziava.
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ALTRE SENTENZE
SCADENZA DEL TERMINE E RIASSUNZIONE IN SEDE DIVERSA - LEGITTIMITÀ
(Tribunale di Trani, 20 luglio 2009)
Nel caso di cessazione di un rapporto di lavoro alla scadenza del termine contrattualmente apposto, il lavoratore
che ne contesta la legittimità non può pregiudizialmente rifiutare la proposta di riassunzione del datore di lavoro,
anche se essa prevede una sede di assegnazione diversa dalla precedente.
In tal caso, infatti, occorre considerare la situazione complessiva dell’azienda, l’eventuale situazione di crisi e la
chiusura dell’unità produttiva a cui il lavoratore era stato adibito in passato.
Il comportamento del lavoratore che, senza nemmeno rispondere alla proposta del datore di lavoro, instaura una
causa per l’accertamento della pretesa illegittimità del termine e, nel frattempo, reperisce una nuova occupazione,
integra la fattispecie della risoluzione per mutuo consenso del rapporto di lavoro, a prescindere dalle pretese ragioni
di illegittimità del termine, ed anche nel caso in cui i vizi del contratto siano palesi, riferendosi alla mancata
specificazione di una causale ex art. 1 del D.Lgs. 368/2001.
(Causa curata da Tommaso Targa)
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Civile, Commerciale,
Assicurativo
Attualità
USO STRUMENTALE DELLA CLAUSOLA SIMUL STABUNT SIMUL CADENT
E REVOCA DELL’AMMINISTRATORE SENZA GIUSTA CAUSA -
NECESSITÀ DI MOTIVARE LA DELIBERA DI REVOCA
(Tribunale di Monza, 5 luglio 2010)
L’ex amministratore delegato di una società di capitali citava in giudizio la società medesima, lamentando
di essere stato revocato dalla carica senza giusta causa, per effetto dell’uso distorto, ai suoi danni, della
clausola statutaria “simul stabunt simul cadent” e chiedendo, pertanto, il risarcimento del danno
conseguitone. L’attore esponeva di essere stato anticipatamente sollevato dal mandato per effetto delle
dimissioni rassegnate dagli altri due membri del Consiglio di Amministrazione della società, della
conseguente decadenza dell’organo gestorio e della contestuale nomina di un nuovo Consiglio di
Amministrazione. Tutto ciò in concomitanza con la cessione, da parte dei soci, delle quote di
partecipazione ad un’altra società di capitali costituita ad hoc con la partecipazione maggioritaria di uno
dei consiglieri e dopo aver subito, su iniziativa di quest’ultimo, un processo di progressivo esautoramento
e delegittimazione.
La società si costituiva in giudizio sostenendo che la mancata conferma dell’attore nel nuovo Consiglio di
Amministrazione dovesse ritenersi in sé giustificata dal cambiamento del socio di controllo della Società
stessa, circostanza da sola idonea ad incidere sul vincolo fiduciario che, in ogni caso, era venuto meno in
considerazione di una serie di episodi che avevano irrimediabilmente compromesso i rapporti tra l’ex
amministratore e il nuovo socio di controllo.
✦l’uso strumentale della clausola statutaria “simul stabunt simul cadent” è fonte di responsabilità
risarcitoria ex artt. 2383, comma 3, c.c. e 1725, c.c..;
✦le motivazioni integranti la giusta causa di revoca dell’amministratore devono essere enunciate
nello stesso contesto della decisione assembleare che dispone la revoca, non essendo ammissibile
un’integrazione postuma della deliberazione in sede giudiziale, ciò che si è esattamente verificato
nel caso di specie in cui l’assemblea dei soci non aveva espresso alcuna motivazione dell’atto di
revoca dell’attore, implicito nella decisione di costituire un nuovo Consiglio di Amministrazione
senza che lo stesso ne prendesse parte.
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Assicurazioni
A cura di Bonaventura Minutolo e Teresa Cofano
Deve essere riconosciuto (ove allegato e provato) il danno morale, a ristoro della
sofferenza psichica provata dalla vittima di lesioni fisiche, alle quali sia seguita dopo
breve tempo la morte, che sia rimasta lucida durante l'agonia in consapevole attesa
DANNO C.D.
della fine. Si tratta di un danno tanatologico o da morte immediata che viene
TANATOLOGICO
ricondotto nella dimensione del danno morale inteso nella sua più ampia accezione,
come sofferenza della vittima che lucidamente assiste allo spegnersi della propria vita.
(Cass., 7 giugno 2010, n. 13672)
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Il Punto su...
A cura di Vittorio Provera
Ci siamo già occupati degli interventi del Garante della Privacy in materia di uso dei sistemi informatici e di
posta elettronica all’interno delle Aziende, limiti dei controlli del datore del lavoro sull’impiego di tali mezzi
informatici e di comunicazione, necessità di regolamentazione preventiva ed altri aspetti.
Si segnala ora una nuova decisione dell’Autorità Garante della Privacy, emessa nel gennaio 2010
e disponibile presso il sito della medesima Autorità, avente ad oggetto un episodio connesso con il
licenziamento di una dipendente, accusata di aver posto in essere delle “avances e delle provocazioni di
carattere esplicitamente sessuali” nei confronti di un Direttore Generale della Società presso cui lavorava.
Al fine di dimostrare i comportamenti posti a base del licenziamento, l’Azienda aveva allegato alcune
e-mail che sarebbero state inviate dalla dipendente nonché delle fotografie in pose erotiche che -
secondo l’Azienda - la medesima avrebbe lasciato sulla scrivania del Direttore. Orbene in tale contesto, a
prescindere dal procedimento inerente l’impugnativa del licenziamento, la lavoratrice aveva formulato una
specifica richiesta ai sensi dell’art. 7 del Codice in materia di protezione dei dati personali (D.L. 30 giugno
2003 n. 196) finalizzata ad accedere alle informazioni citate nella lettera di contestazione disciplinare,
nonché a quelle contenute nelle “altre (…………..) e-mail di cui queste (cioè quelle indicate in
contestazione n.d.r.) costituivano la risposta e comunque lo sviluppo”.
In sostanza si chiedeva di poter accedere alla posta elettronica aziendale per verificare lo scambio di
messaggi in qualche modo attinenti all’evento. La dipendente, con riferimento ai fatti contestati, negava di
aver posto in essere i predetti comportamenti, lamentando di aver subito da parte del Collega attenzioni
sgradite, pertanto voleva accedere a tutti i messaggi di posta elettronica inviati da Lei stessa ed alla
medesima indirizzati, in particolare in relazione ai quei messaggi ritenuti utili per la propria difesa.
La Società aveva replicato a tale richiesta evidenziando di non detenere le fotografie della dipendente, né
comunicazioni e-mail contenute nella lettera di contestazione, precisando che la Società “non è a
conoscenza del fatto se le stesse siano state trasmesse o meno, per il tramite di un account di posta
elettronica aziendale”. Inoltre la Società contestava l’ammissibilità della richiesta di accedere a tutti i
messaggi di posta elettronica inviati e ricevuti dalla ex dipendente presenti sul computer che la stessa
aveva in uso, posto che non aveva dimostrato che si trattava di corrispondenza integrante un trattamento
dei dati personali; mentre non poteva formare oggetto di accesso la corrispondenza aziendale interna,
inviata per la gestione ed organizzazione aziendale.
In tale contesto l’Autorità Garante ha ribadito taluni principi già espressi in precedenti decisioni.
In primo luogo lo scambio di corrispondenza elettronica avente ad oggetto sia attività lavorativa che
altre tematiche (tra dipendenti, colleghi o persone esterne all’Azienda) costituisce comunque
un’operazione idonea a rendere conoscibili informazioni personali relative all’interessata; e ciò - nella
specie - risultava ancora più evidente in considerazione del fatto che l’indirizzo di posta elettronica
aziendale era un indirizzo individualizzato recante, dunque, le generalità della dipendente, oltre al nome
dell’Azienda.
Pertanto era tutelabile un diritto della stessa ad accedere ai dati personali contenuti nei messaggi di posta
elettronica inviati e ricevuti attraverso detto indirizzo e presenti presso il computer in uso alla stessa o il
server.
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RASSEGNA
✦BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 18/08/10
STAMPA twitter 24job http://twitter.com/24job
“Che fine ha fatto il collegato lavoro?”
di Stefano Beretta
✦Corriere.it:
12/07/10
“LAVORO Quando la crisi aiuta gli studi”
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L’archivio delle Newsletter T&P è consultabile nella sezione Newsletter del sito www.trifiro.it
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