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Ci si chiesti allora se lassetto dinteressi posto in essere dal settlor, sia contrario
allart. 458 c.c. giacch il trust potrebbe costituire un patto successorio, di tipo
istitutivo. La risposta a questinterrogativo negativa: infatti, nel trust non vi
nessun accordo diretto con il beneficiario finale, poich vi la presenza di un
terzo, il c.d. trustee, che funge da intermediario nelloperazione. questa la
conclusione alla quale perviene anche la dottrina italiana, la quale esclude che la
caratteristica strutturale del trust possa dare vita ad un patto successorio
istitutivo, e che si possa parlare di atto mortis causa dal momento che i beni
costituiti in trust, fuoriescono dal patrimonio del disponente durante la vita del
medesimo.
In ultimo, si afferma che il trust non contrasta, da nessun punto di vista, con il
principio generale secondo cui si pu disporre dei beni appartenenti allasse
ereditario soltanto con il testamento.
Capitolo III I presupposti della vocazione ereditaria: La
capacit di succedere.
Nel c.c. del 1942 la disciplina della capacit di succedere (art. 462) fa parte delle
disposizione generali sulle successioni. Accogliendo le istanze di una parte della
dottrina, si riservato un capo autonomo, il III (artt. 463-466) allindegnit, in
modo da separarla anche formalmente dallincapacit di succedere. Parte della
dottrina si chiesta allora se lart. 107 del progetto, adesso art. 462, non fosse
una norma inutile, poich la capacit di succedere altro non che un aspetto di
quella capacit giuridica generale che le persone fisiche acquistano al momento
della nascita.
In realt lart. 4262 del c.c. del 1942, serve per superare molte contraddizioni
logiche insuperabili nel codice del 1865. Inoltre lart. 462 pone laccento sulla
capacit di succedere piuttosto che sullincapacit.
Lart. 462 salvo alcuni aggiustamenti dindole tecnica, lattuale disciplina si
muove a livello di principi nel solco della tradizione. Il primo comma dellart. 462
menziona tra i soggetti capaci di succedere: coloro che sono concepiti al tempo
dellapertura della successione. Quindi coordinando lart. 462, 1 con lart. 1, 2
possiamo dire che i diritti successori del concepito sono subordinati allevento
nascita. Emerge dal sistema che lunica ipotesi di capacit incondizionata
sarebbe quella di chi nato prima dellapertura della successione, poich solo
in tal caso che si pu avere una coincidenza piena tra esistenza del soggetto e
capacit di succedere. Nel diritto vigente non pi richiesto il requisito della
vitalit, cio lattitudine a continuare la vita extra-uterina (a differenza dellart.
724 del 1865 che aveva lo scopo di escludere la capacit successoria dei nati vivi
ma non vitali). Lart. 462 consente lallineamento allart. 1 c.c. che a sua volta non
prevede il requisito della vitalit per lacquisto della capacit giuridica delle
persone fisiche. Quindi per poterci essere capacit incondizionata:
Gli effetti della rinunzia: Lart.945 disciplinava gli effetti dellatto rinunziativo
sancendo che chi rinunzia alleredit considerato come se non vi fosse mai
stato chiamato, e che la rinunzia per non lo esclude del poter chiedere i legati a
lui fatte. In tema di effetti diretti, avvenuta la rinunzia, il rinunziante perdeva il
possesso dei beni ereditari a lui attribuito per legge. Il rinunziante era reputato
alla stregua di chi non aveva mai avuto alcun diritto sulleredit; egli veniva
considerato come un amministratore estraneo che aveva avuto cura di una cosa
che non gli apparteneva. La rinunzia alleredit produceva inoltre effetti indiretti
nei confronti di soggetti diversi dal rinunziante. In tal caso occorre ricordare che
la legge escludeva la possibilit della rappresentazione a favore dei discendenti
del rinunziante, affermando che: nessuno succede rappresentando un erede che
abbia rinunziato. Inoltre se taluno rinunziava alleredit, i figli potevano ricevere
la quota del padre solo quando fossero stati i suscettibili del grado pi prossimo.
Quindi esclusa per legge la rappresentazione, gli effetti che si producono nei
confronti degli altri chiamati dovevano essere distinti a seconda che la
successione fosse stata legittima o testamentaria. Nel primo caso lart. 946
sanciva che: la parte di colui che rinunzia si accresce a favore dei suoi coeredi; se
solo la successione si devolve al grado susseguente. Nel secondo caso, lart. 948
statuiva che la parte del rinunziante si devolve ai coeredi o agli eredi legittimi,
com stabilito negli artt. 880-883. Lart. 880 sanciva che il diritto di
accrescimento ha luogo fra i coeredi quando in uno stesso testamento siano stati
congiuntamente chiamati. Lart. 883 tutte le volte in cui non ha luogo il diritto
allaccrescimento, la porzione dellerede mancante devoluta agli eredi legittimi
del testatore.
Termine per latto di rinunzia: In assenza di una norna, da ritenere che anche
per la rinunzia delleredit valga lo stesso termine di prescrizione previsto per
laccettazione; quindi fino a quando non siano trascorsi 10 anni dallapertura
successoria.
1) lavvenuta apertura della successione, com chiaro desumere dallart. 458 che
sanziona con la nullit ogni atto col quale taluno dispone dei diritti che gli
possono spettare su una successione non ancora aperta o rinunzia ai diritti
medesimi;
Lart. 520 prevede che nulla, la rinunzia fatta sotto condizione o a termine o
solo per parte.
Al pari dellaccettazione espressa delleredit, anche la rinuncia alla delazione
considerata dal legislatore quale actus legitimus con la conseguente nullit
dellatto rinunziativo fatto sotto condizione, sospensiva o risolutiva, o sottoposto
a termine iniziale o finale.
La rinunzia parziale: lart. 520 sancisce inoltre la nullit della rinunzia fatta
solo per parte. Cos come lart.475 esclude lammissibilit dellaccettazione
parziale sanzionando con linvalidit assoluta; anche lart. 520 adopera la stessa
sanzione dinvalidit per la trasgressione del precetto normativo. Di grande
importanza capire cosa deve intendersi per accettazione parziale e rinunzia
parziale. Certamente entrambe devono dirsi parziali quando il chiamato dichiari
rispettivamente: di voler subentrare al de cuius solo in alcuni dei rapporti
oggetto della quota attribuitagli per legge o per testamento; ovvero al contrario
dichiari di rinunziare a parte della quota riservatagli.
Lart. 521 prevede che chi rinunzia alleredit considerato come se non vi fosse
mai stato chiamato. Il rinunziante pu tuttavia ritenere la donazione o
domandare il legato a lui fatto, sino alla concorrenza della porzione disponibile,
salve le disposizioni degli artt. 551-552.
Il primo comma dellart. 521 sancisce il principio dellefficacia retroattiva della
rinunzia delleredit- la rinunzia fa cadere la delazione con effetti ex tunc e cio a
partire dallapertura della successione ed il rinunziante perde pertanto ab
origine la qualit di chiamato e non viene pi annoverato tra i successibili. Il
principio della retroattivit della rinunzia considerato come il risvolto
dellefficacia retroattiva dellaccettazione (ex art. 459) e mira anchesso ad
assicurare la continuit nella titolarit delle situazioni soggettive, gi facenti
capo al de cuius. da ricordare che comunque la definitiva perdita della
delazione si avr solo con lacquisto delleredit da parte di chiamati ulteriori,
potendo il rinunziante, fino a tale momento, revocare la propria dichiarazione di
rinunzia, ovviamente solo nel caso in cui non sia prescritto il diritto di
accettazione.
Il secondo comma dellart. 521 statuisce che al rinunziante consentito ritenere
la donazione o domandare il legato a lui fatto, fino a concorrenza delle persone
disponibili. In presenza di rinunzia, il bene donato in favore del rinunziante non
fa parte delleredit. La rinunzia alleredit per non implica la rinunzia al legato,
essendo la qualit di ere e quella di legatario distinte ed indipendenti.
Pertanto il rinunziante chiamato alleredit e nel contempo prelegatario, con la
rinunzia alleredit non perde il diritto al legato e non tenuto a restituire
loggetto legato che i trovi gi in suo possesso o che gli sia stata consegnato
prima della rinunzia.
Lultima parte dellart. 521 afferma: fatte salve le disposizioni degli artt. 551-
552. In particolare lart. 551 disciplina il legato in sostituzione di legittima,
ovvero che il legato in sostituzione della legittima grava sulla porzione
indisponibile. Ma se il valore del legato eccede quello della legittima spettante al
legittimario, il legato grava sulla disponibile.
Lart. 552 che disciplina la donazione e i legati in conto di legittima, riguarda
lipotesi del legittimario, gi donatario del de cuius e/o legatario che chiamato
alla successione abbia rinunziato alleredit.
Lart. 522 prevede che nelle successione legittime, la parte di colui che rinunzia si
accresce a color che avrebbero concorso col rinunziante, salvo il diritto di
rappresentazione e salvo il disposto dellultimo comma art. 571. Se il rinunziante
solo, leredit si devolve a coloro i quali spetterebbe nel caso che gli mancasse.
Effetti dellazione: Sebbene lazione in questione sia descritta dallart. 522 c.c.
come se fosse finalizzata ad ottenere unautorizzazione giudiziale ad accettare
leredit, i creditori non possono in realt porre in essere una vera e propria
accettazione. Infatti. Lautorizzazione ex art. 524 concessa ai creditori al solo
scopo di soddisfarsi sui beni ereditari fino alla concorrenza dei loro crediti. In
definitiva, i creditori sono solo autorizzati a provvedere esecutivamente sui beni
delleredit ripudiata, tramite e normali azioni esecutive. Il diritto del creditore
allimpugnazione dellatto rinunziativo, si prescrive nel termine di 5 anni dalla
dichiarazione di rinunzia.
Ragioni pratiche sottese alla revoca: Sono molte le motivazioni che possono
portare il rinunziate a pentirsi della scelta di rifiutare la delazione. I motivi pi
comuni sono:
La tutela dei diritti dei terzi: Lart. 5252 consente la revoca della rinunzia
senza pregiudizio delle ragioni acquistate da terzi, sopra i beni delleredit.
Lart. 525 tutela oltre al rinunziante pentito, anche i terzi che a seguito della
rinunzia, hanno acquistato diritti sui beni ereditari. Gli acquisti che vengono
salvaguardati sono quelli avvenuti nel periodo che intercorre tra la rinunzia
alleredit e la sua revoca.
Forma della sua revoca: Lart. 525 non dice nulla in merito ai requisiti formali
della revoca. I requisiti formali e sostanziali dellatto di revoca sono quelli dettati
per laccettazione delleredit e poich questultimo pu essere espressa o tacita,
la rinunzia pu essere posta nel nulla anche da un comportamento che integri la
pro herede gestio. da ammettersi quindi la revoca tacita della rinunzia formale.
1. Concetto
La successione il fenomeno per cui un soggetto subentra ad un altro nella
titolarit di uno o pi rapporti giuridici. Pu avere luogo tra vivi o a causa di
morte e configura unipotesi di sostituzione soggettiva.
Si ha successione a causa di morte quando la sostituzione si verifica per effetto
della morte della persona. La ratio di garantire la continuit delle situazioni
giuridiche trasmissibili.
Listituto della successione riconosciuto a livello costituzionale. Lart. 42,
quarto comma, demanda al legislatore il compito di individuare la disciplina ed i
imiti della successione e di stabilire i diritti dello Stato sulle eredit.
Lordinamento, pur imponendo limiti alla libert di autodeterminazione del
soggetto, riconosce uno spazio allautonomia privata attraverso il negozio
testamentario, mediante il quale possibile disporre delle proprie sostanze per i
tempo successivo alla propria morte. Un primo limite rappresentato
dallesigenza di tutelare i familiari pi vicini al de cuius, ai quali la legge riserva
una quota deredit o altri diritti nella successione: le disposizioni testamentarie
non possono pregiudicare i diritti loro spettanti.
Soltanto quando manca, in tutto o in parte, una manifestazione di volont, la
trasmissione del patrimonio avviene secondo criteri stabiliti dalla legge.
La successione legittima ha quindi carattere sussidiario rispetto alla successione
testamentaria.
1.5. Indegnit
Lindegnit una causa di esclusione della successione dei soggetti colpevoli di
aver commesso determinati atti pregiudizievoli nei confronti del de cuius o di
altre persone a lui legate da vincoli di parentela o di coniugio.
Le cause dindegnit sono tassativamente indicate dallart. 463 c.c. modificato
dalla l. 137/2005 con la quale stato inserito anche un nuovo presupposto. Il
numero 3 bis esclude ora come indegno dalla successione chi essendo decaduto
dalla potest genitoriale nei confronti della persona della cui successione si
tratta non stato reintegrato nella potest alla data di apertura della successione
medesima.
In generale le cause riguardano ipotesi di attentato allintegrit fisica o morale
del de cuius, del suo coniuge o dei suoi ascendenti o discendenti e ipotesi di
attentato alla libert di testare. Lindegnit non d luogo a incapacit di
succedere: lindegno ammesso a succedere al de cuius ma tenuto a restituire
quanto ha conseguito per effetto della successione dopo che lindegnit sia stata
accertata con sentenza giudiziale. Inoltre, non ha i diritti di usufrutto e di
amministrazione sui beni della successione devoluti ai figli.
Lo stato dindegnit pu cessare a seguito di riabilitazione ad opera del de cuius.
La riabilitazione avviene per effetto di una dichiarazione di volont contenuta in
un atto pubblico o in un testamento; lindegno che non sia stato espressamente
riabilitato, se contemplato nel testamento dal de cuius che conosceva la causa
dindegnit, ammesso dallart. 466 cc. A succedere nei limiti della disposizione
testamentaria.
2. Successione a titolo universale e a titolo particolare
2.1. Concetto
La successione a causa di morte pu avvenire a titolo universale ovvero a titolo
particolare. La prima si ha quando il successore subentra in tutti o in una quota
dei rapporti giuridici trasmissibili, attivi e passivi, facenti capo al de cuius.
La successione a titolo universale attribuisce la qualit di erede.
La seconda ricorre quando il successore subentra soltanto in uno o pi rapporti
giuridici determinati.
La successione a titolo particolare attribuisce la qualit di legatario.
di regola a titolo universale la successione che avviene per legge.
La distinzione tra successione a titolo universale e particolare ha maggiore
rilevanza quando la devoluzione del patrimonio avviene in virt di un negozio
testamentario, giacch rientra nellautonomia del testatore la facolt di attribuire
i suoi beni a titolo di eredit ovvero di legato.
Ai sensi dellart. 588, primo comma c.c. le disposizioni testamentarie sono a titolo
universale ed attribuiscono la qualit di erede se comprendono luniversalit o
una quota dei beni del testatore. Le altre sono a titolo particolare e attribuiscono
la qualit di legatario. La disposizione a titolo universale se risulta che il
testatore abbia inteso assegnare quei beni come quota del patrimonio.
3. Accettazione delleredit
4. Legato
Il legato determina lattribuzione di un beneficio in favore del legatario che vede
incrementato il proprio patrimonio; di regola disposto con testamento, essendo
limitati i casi di legato ex lege. Il legato a differenza delleredit si acquista
automaticamente senza bisogno di accettazione. La rinunzia pu essere espressa
o tacita; devessere fatta per atto scritto se il legato ha per oggetto beni immobili.
Ogni interessato pu chiedere allautorit giudiziaria di fissare un termine entro
il quale il legatario dichiari se intende esercitare la facolt di rinunzia (azione
interrogatoria); trascorso inutilmente questo termine, il legatario perde il diritto
di rinunziare.
Quando oggetto del legato la propriet di una cosa determinata o altro diritto
appartenente al de cuius, la propriet o il diritto si trasmette al legatario al
momento della morte del testatore; il legatario deve per domandare allonerato,
cio alla persona tenuta alla prestazione, il possesso della cosa legata, pur ove ne
sia stato espressamente dispensato dal testatore. Se oggetto del legato una cosa
generica, il legatario al momento dellapertura della successione acquista un
diritto di credito nei confronti dellonerato (legato di genere).
Il de cuius pu porre la prestazione del legato a carico degli eredi ovvero di uno o
pi legatari; in mancanza di espressa previsione, alladempimento del legato
sono tenuti tutti gli eredi.
Si parla di sublegato, quando onerato un legatario; il legatario tenuto
alladempimento del legato e di ogni altro onere a lui imposto entro i limiti del
valore della cosa ritenuta. Il legato pu essere disposto in favore di uno dei
coeredi e a carico di tutta leredit e prende il nome di prelegato. Il prelegato si
considera come legato per lintero ammontare: dallasse ereditario si preleva
prima il valore del legato e poi si divide il residuo per stabilire la quota di eredit
spettante a ciascun erede.
Il legato di cosa altrui nullo, salvo che dal testamento o da altra dichiarazione
scritta dal testatore risulti che questi sapeva che la cosa legata era di propriet
dellonerato o del terzo. Il legato valido se la cosa legata, pur appartenendo ad
altri al tempo della redazione del testamento, si trova in propriet del testatore
al momento della sua morte.
5. Delazione successiva
Nel caso in cui il chiamato non possa o non voglia accettare leredit, occorre
determinare quale sia la sorte del patrimonio ereditario e chi debba succedere al
posto del primo chiamato.
Soccorrono a questo fine, gli istituti della sostituzione, della rappresentazione e
dellaccrescimento.
5.2. Rappresentazione
In caso di successione legittima o testamentaria in assenza di sostituzione,
leredit si devolve secondo il meccanismo della rappresentazione, qualora il
primo chiamato non succede. Listituto della rappresentazione consente ai
discendenti legittimi e naturali del chiamato di subentrare nel luogo e nel grado
dellascendente in tutti i casi in cui questi non pu o non vuole accettare leredit
o il legato. La rappresentazione opera in linea retta in favore dei discendenti dei
figli legittimi, legittimati, adottivi e naturali del de cuius e in linea collaterale in
favore dei discendenti dei fratelli e delle sorelle del defunto.
5.3. Azione di petizione delleredit
Lazione di petizione consente allerede di chiedere il riconoscimento della sua
qualit ereditaria contro chiunque possiede beni della massa, a titolo di erede
ovvero senza titolo, al fine di ottenerne la restituzione.
Notiamo che l'azione dell'erede si rivolge contro chi dichiari di essere lui l'erede
(l'erede apparente), e contro chi possegga, ma senza alcun titolo, ma non contro
chi vanti un titolo qualsiasi di acquisto ma diverso da quello ereditario;
pensiamo al caso in cui l'erede voglia agire contro una persona che affermi di
aver comprato i beni dal defunto; in questa ipotesi l'erede non dovr agire con
l'azione di petizione dell'eredit, (che del resto sarebbe inutile, visto che nessuno
contesta la sua qualit di erede), ma con la rivendicazione.
Una volta riconosciuta la qualifica di erede all'attore, il convenuto dovr
restituire i beni ereditari. Nelle restituzioni rilevante la buona fede del
convenuto.
6. Successione testamentaria
6.1. Il testamento
Nella successione testamentaria, la devoluzione delleredit avviene secondo la
volont espressa dal de cuius nel negozio testamentario. Il testamento latto
revocabile con cui il soggetto dispone di tutte le proprie sostanze o di parte di
esse per il tempo in cui avr cessato di vivere. Il testatore pu trasmettere il
proprio patrimonio mediante istituzione di erede o mediante legato.
Il testamento lunico atto a causa di morte previsto e disciplinato nel nostro
ordinamento; ha la funzione di regolare la successione nei rapporti giuridici del
soggetto e produce effetti dopo la sua morte.
6.2. Caratteri
Il testamento un negozio unilaterale, personalissimo, non recettizio, revocabile
e solenne. La volont del testatore devessere libera e spontanea. A questo
principio si collega il divieto del testamento congiuntivo e del testamento
reciproco. Sono nulle le disposizioni fatte a favore di alcuni soggetti, la cui
posizione tale da mettere in dubbio la spontaneit dellattribuzione e la libert
del testatore. Essi sono il tutore, il protutore e lamministratore di sostegno
rispetto al testamento dellincapace; il notaio, i testimoni e linterprete
intervenuti nel testamento pubblico.
7. Revoca
Il testatore pu fino allultimo momento della sua vita modificare o revocare le
disposizioni fatte. Non produce effetti la clausola o la condizione con cui il
soggetto rinunci a tale facolt. La revoca pu essere espressa o tacita.
espressa quanto il testatore dichiara in un successivo testamento o in un atto
pubblico di revocare, in tutto o in parte, le disposizioni compiute in precedenza.
La revoca espressa un atto personale, unilaterale, non recettizio e formale.
tacita quando un successivo testamento contiene disposizioni incompatibili
con quelle espresse in uno o pi precedenti testamenti. Unaltra ipotesi di revoca
tacita data dal ritiro del testamento segreto precedentemente depositato
presso un notaio quando la scheda testamentaria non presenta i requisiti del
testamento olografo, giacch in questultimo caso il testamento segreto varrebbe
come testamento olografo.
Si pu avere la revoca della revocazione (totale o parziale) mediante
dichiarazione espressa del testatore, contenuta in un testamento successivo o un
atto pubblico. In questo caso rivivono le diposizioni revocate.
9.1. Concetto
Il testamento pu dare luogo a cause dinvalidit riconducibili ora alla nullit ora
allannullabilit. Lannullabilit assolta nel senso che pu essere fatta valere da
chiunque vi abbia interesse; lesecuzione volontaria e consapevole delle
disposizioni testamentarie invalide (nulle o annullabili) non consente la loro
impugnazione.
9.2. Nullit
La nullit del testamento pu essere determinata da vizi formali o sostanziali.
Le norme di riferimento in materia di nullit formali sono lart. 606 c.c.,
relativamente ai testamenti ordinari e lart. 619 c.c. rispetto a quelli speciali.
Le nullit sostanziali sono previste dal legislatore in varie norme: si pensi al
divieto dei patti successori o dei testamenti congiuntivi e reciproci. La nullit
generalmente colpisce la singola clausola, mantenendo in vita il negozio.
Accanto alle ipotesi di nullit testualmente previste, si ha nullit quando manca
uno dei requisiti essenziali o nei casi in cui loggetto della disposizione illecito,
indeterminato e impossibile.
9.3. Annullabilit
Anche lannullabilit del testamento pu derivare da vizi di forma o di sostanza. I
difetti di forma producono lannullabilit, quando non sono tali da fare divenire
incerta la provenienza dellatto. I difetti sostanziali che determinano linvalidit
sono lincapacit di disporre e i vizi della volont.
Sono incapaci di disporre i minori det, gli interdetti giudiziali e i soggetti affetti
da incapacit di intendere di volere al momento della redazione del testamento.
I vizi del consenso sono i medesimi di quelli individuati in materia contrattuale:
violenza, errore e dolo.
In ambito testamentario si suole distinguere tra dolo e captazione. Il primo
ricorre ove un soggetto mediante una serie di artifizi o raggiri riesce a coartare la
volont del de cuius; la seconda fattispecie invece una forma attenuata di dolo e
si determina ove senza raggiri si condiziona il volere del testatore.
rilevante poi lerrore sul motivo (di fatto o di diritto) qualora risulti dal
testamento e sia il solo che ha determinato il soggetto a disporre.
Lazione diretta a ottenere lannullamento deve essere proposta nel termine di 5
anni, decorrente dal giorno in cui stata data esecuzione alle disposizioni
testamentarie ovvero dal giorno in cui si avuta notizia dellerrore , della
violenza o del dolo.
12.1. Concetto
Lautonomia privata del de cuius trova un limite nelle norme poste a tutela dei
suoi congiunti pi stretti: la facolt di donare in vita beni e di disporne mediante
testamento non pu estendersi fino al punto di pregiudicare i diritti riconosciuti
dalla legge a determinate categorie di soggetti denominati legittimari.
La successione necessaria non rappresenta una terza forma di successione ma si
pone come correttivo della successione legittima e di quella testamentaria.
Rinviene il proprio fondamento nellesigenza di garantire i legami familiari pi
intimi; lobiettivo assicurare una base economica comune e stabile a ogni
membro della famiglia in funzione della realizzazione piena dei suoi bisogni e
delle sue aspettative.
Le persone alle quali la legge riserva una quota deredit o altri diritti nella
successione sono il coniuge, i figli e in mancanza di questi, gli ascendenti. La
quota di eredit destinata a questi soggetti prende il nome di quota di legittima o
di riserva.
La legge sancisce il principio dellintangibilit della quota di riserva: una parte
del patrimonio ereditario indisponibile, non potendo essere pregiudicata da
donazioni o da disposizioni testamentarie non potendo essere soggetta a pesi o
condizioni per volont del testatore. Solo con riferimento alla quota di
patrimonio residuale, il de cuius libero di disporre come crede.
Nellipotesi in cui il de cuius non rispetti il limite imposto dalla legge, rimessa
allerede pregiudicato la decisione in merito alle sorti dellattribuzione lesiva,
potendo egli scegliere se agire a protezione del proprio diritto esercitando la
relativa azione (di riduzione) ovvero dare attuazione alla volont del congiunto
defunto.
12.3. Collazione
Il coniuge, i figli e i loro discendenti che concorrono alla successione sono
obbligati a conferire ai coeredi tutto ci che hanno ricevuto dal defunto
direttamente o indirettamente per donazione. Listituto della collazione
fondato sulla presunta volont del de cuius: si ritiene che questi, attraverso
donazioni in favore dei congiunti pi prossimi, abbia voluto anticipare quanto
loro spettante in sede di successione e non abbia voluto alterare la proporzione
delle quote stabilite nel testamento o in caso di successione legittima fissate per
legge. Il de cuius pu impedire loperare della collazione dispensando i donatari
dallobbligo di conferimento; la dispenda da collazione produce effetto nei limiti
della quota disponibile.
La collazione di beni mobili si fa per imputazione, cio conferendo ala propria
quota ereditaria, il valore del bene al tempo dellapertura della successione; la
collazione del denaro si fa prendendo una minore quantit di quello che si trova
nelleredit, secondo il valore legale della specie donata.
La collazione dei beni immobili pu farsi, a scelta dellerede, per imputazione del
valore alla propria quota ovvero rendendo il bene in natura alla massa
ereditaria. Nel caso in cui il bene sia stato alienato o ipotecato, la collazione pu
operare solo per imputazione. Non soggetta a collazione la cosa perita per
causa non imputabile al donatario.
13.4 Definizione
La donazione il contratto con il quale, per spirito di liberalit, una parte
arricchisce laltra disponendo a favore di questa di un suo diritto (donazione a
effetti reali) ovvero assumendo verso la stessa unobbligazione (donazione a
effetti obbligatori). La donazione a effetti reali pu avere per oggetto un diritto
reale su cosa materiale o immateriale, oppure un diritto di credito.
La donazione un contratto solenne: per la sua validit necessario latto
pubblico e la presenza di due testimoni. Non richiesta la forma scritta quando
ha per oggetto beni mobili di modico valore, tenuto conto delle condizioni
economiche di entrambe le parti. In questultima ipotesi la donazione si
perfeziona con la consegna del bene, perci si definisce contratto reale. La
donazione di modico valore detta anche donazione manuale.
Per la conclusione del contratto necessaria da parte del donatario che pu
essere contestuale ovvero successiva; in questultimo caso deve essere fatta
mediante atto pubblico e di perfezionamento del contratto avviene dal momento
in cui laccettazione notificata al donante. Prima che la donazione sia perfetta,
tanto il donante quando il donatario possono revocare le loro dichiarazioni.
In funzione della definizione contenuta nel codice civile, la donazione
tradizionalmente rappresentata come il prototipo degli atti di liberalit.
13.5. I soggetti
Lart. 774 c.c. riconosce la capacit di donare soltanto ai soggetti che hanno la
piena capacit di disporre dei propri beni. Non possono fare donazione gli
incapaci legali e naturali, fatta eccezione per il minore e linabilitato qualora
lattribuzione della liberalit sia effettuata nel contratto di matrimonio.
Trattandosi di un atto personale, non ammesso il mandato a donare con cui si
attribuisce ad altri la facolt di designare la persona del donatario o di
determinare loggetto della donazione, ma la donazione valida quando la scelta
del destinatario o della cosa oggetto del contratto demandata al terzo
allinterno di pi persone designate dal donante o appartenenti ad una precisa
categoria. Nei pochi casi in cui ammessa, in attuazione del disposto dellart.
1392 c.c. la procura a donare deve rivestire la forma dellatto pubblico alla
presenza di due testimoni. Si ritiene inoltre che i soggetti diversi dalla persone
fisiche possano donare. Destinatari della donazione possono essere le persone
fisiche, i nascituri concepiti e non ancora concepiti e in generale le persone
giuridiche (qualche dubbio vi in merito alla capacit di donare delle societ,
perch manca nella donazione lo scopo di lucro che rappresenta la caratteristica
essenziale della stessa).
13.10. Revocazione
Il contratto di donazione pu essere revocato per ingratitudine o per
sopravvenienza dei figli. Sono soggette a revoca tutte le donazioni dirette e
indirette, salvo quelle rimuneratorie o obnuziali. Le ipotesi dingratitudine sono
tassativamente previste dal legislator; si tratta di casi in cui il donatario
manifesta un atteggiamento dirriconoscenza nei confronti del donante.
Lazione fatta valere dal donante o dai suoi eredi nei confronti del donatario o dei
suoi eredi entro un anno dal giorno in cui il donante ha avuto conoscenza del
fatto che consente la revocazione.
Laltra ipotesi di revoca data dalla sopravvenienza di figli: le donazioni fatte da
chi non aveva o ignorava di avere figli o discendenti legittimi al tempo della
donazione possono essere revocate per la sopravvenienza o lesistenza di un
figlio o di un discendente legittimo del donante. Le donazioni possono anche
essere revocate in ragione del riconoscimento di un figlio naturale, salvo che si
provi che al tempo dellatto di liberalit il donante aveva notizia dellesistenza
del figlio.
La domanda giudiziale devessere proposta entro 5 anni dal giorno della nascita
o del riconoscimento dellultimo figlio o della conoscenza della sua esistenza.
Avvenuta la revoca, il donatario deve restituire i beni e i relativi frutti o se li ha
alienati, il loro valore. La revocazione non pregiudica i diritti acquistati dai terzi
prima della trascrizione della domanda giudiziale.
13.13. Il volontariato
E attivit di volontariato quella prestata in modo personale, spontaneo e
gratuito, senza fini di lucro anche indiretto ed esclusivamente per spirito di
solidariet. La definizione data dalla L. 266/1991 che ha introdotto nel nostro
ordinamento la figura delle organizzazioni di volontariato.
Lattivit di volontariato consiste in una serie di atti collegati far loro diretti al
proseguimento di un fine altruistico: il volontario, personalmente e
spontaneamente, compie prestazioni di varia natura a favore di uno o pi
soggetti determinati o indeterminati.
Il volontariato incompatibile con qualsiasi rapporto di lavoro subordinato o
autonomo o comunque a contenuto patrimoniale; il soggetto pone in essere gli
atti in assenza di qualunque forma di corrispettivo anche indiretto.
Lattivit di volontariato pu esser svolta individualmente o allinterno di
organizzazioni appositamente costituite.
Lorganizzazione di volontariato in possesso dei requisiti prescritti dalla
L.266/1991 pu iscriversi in appositi registri regionali al fine di usufruire di
vantaggi fiscali e di contributi pubblici e di stipulare convenzioni con lo Stato e
con altri enti territoriali.