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SteraNo Tasacci NOMINE VESCOVILI E RUOLO DEL PAPA IN UN DIBATTITO CURIALE DI INIZIO SEICENTO ‘Trail settembre e ottobre del 1600 Roberto Bellarmine, gi dauun an- ‘no cardinae easeslaro consglicre teologica di Clemente VIM, sottopose al papa tun memorial di straordinaria importanaa De officio primar Sunimr Pontficis. In essoil dotto yesuitaaffrontava di petto una setie di problemi legati alla funzione dei vescovi ed ai crteri di nomine adottati dal papa, Nella prospettiva di Bellarmino il pontefice, innanai tutto pastore della CChiess universe, poteva adempiere alla sua missione solo con Takito di lun corpo episcopsleinteramente dedito alla sua missione. Di qui la denun- «ia di una serie distorture vecchie e nuove che gl sembravano andate con- tro le indicazioni del concilio di Trento e della tradizione apostolic: le troppo lunghe vacanze delle dioces, la promozione di prelati inadeguati «¢ ambizosi, ls sisiematica viclazione dell obbligo di residenza, in qualche ‘modo incoraggiato dal papato mediante la nomina di vescovi a eariehe po- litiche ed amminisiratve, il cumulo delle dioces, ancora pratieato da alcuni cardinal, la troppo facile raslzione dei vescovi da una diocesi aalra, la resignazione dell episcopato senza gusta causs.! Il memoriale di Bellarmino non resto senza esito. 14 oxtobre 1600 ‘Clemente VII sere al cardinal nipote Pietro Aldabrandin, ches trovava Abbreeon DBI-Dionari ogg dl i Ra, wi Sea Enc e lan, 16D HC. Gasca Hn to ede msctons de Vs Mena 95 Jaren: Kus jr De fico prima Sno Poni Ene Dene Kanal earns SerP ap Clow Vil op Ot IoD, m Rowe he Kolck Fancy Vane ‘he Side Ee vo Herman er,» dn Gt Remy Uniesta Crean, {Bt9, pp. 317-0), Dre Heusen Cen Vi fide tenn Leber des EtropanchenFrtnbilen Tbe, Moe Nenoye 198; Wa Cimon: Wisen. Le {bite qoeatr del go Pato, Roma, Mero peal cared ambien. * Per una eps dels sto dl eso ef. Jaren. Pr come ho it one pobbtegs ni Ale, Fowl Crs Rn Ett put oa Poo 23 — in Piemonte, impegnato in una delica medizaione tra Enrico 1V di Fran sit e Carlo Emanuele {di Savoia, comunicandogli tute le perplessitd del tesuito e chiedendogli impliciamente conforto consigli. Nella lttera ‘di Clemente VIL si arene in effet il disagio di frontend una requsitoria ‘che non s limita a prospetare in termini general il problema, ma toce ‘va punt specific dll politics di nomine aaa dal papa, ed alo stesso tempo la volonti di chiudere rapidamente Ia questione. prowvedendo alle Dumerose sedi el fetempo rimaste vacant. La letera di Clemente VIIL ‘offriva cos una prima rsposta, per veri asa misurat, lle ertche i Bel Tarmino, Si osservava, ad esempio, che so di vescoui nelle nunziaure era siustficato dalla necesita di sovraintendere ai vescov locale che la neces- Sith di mantenere buoni rapport con la corona spagnoly impediva di af frontare una serie di question’ apere Allo stesso tempo, perd, il papa chie~ leva al cardinal nipote consi su come coprire una sere di vescowati vi ‘anti (e id la dice hunga sulla policed di queste nomine). La letters di Clemente VII stata pubblicata e valorizzata da James ‘Qui si publica invece a vsposta del cardinal nipote Pietro Aldobrandin che pud, mi pare. offre ulterior! indiazioni su come nella corte romana di inizo Seicento veniva valutato il problema delle nomine vescovl [La rsposta dell Aldobrandint inizia con una chiara affermazione, aon sented piaggeia, dll bonta delle nomine effenuate du Clemente VIT ed una polemica non troppo velata col Bellarmino, accusato in sostanza di csers fo strumentalzzire da qualche awersario degli Aldobrandii. Se {gue una rsposta, punto per punto alle osservazion del gesuita, che see {alsuriga delle consideriioni del papa, con qualche mage aecennuazione, che radisce i fstidiv del canal nipote per una discussione teologica che tl doveva apparire serie. Cosi, « proposito dellimpiego di veseovt nelle runziatue, 'Aldobrandini inva per concudere sbrigaivamente che lar siden dei vescox, pe: quanto importante, non era di dritto divno, e quin ai em revocable. E con uguale freta il cardinal nipote si iberava di altre ‘question, rchiamando le superior esgente della politiea della S. Sede, Li beratos rapidamente dalle eriche di Bellormino, VAldobrandini poteva co slulfontare, in quell che rimaneva pur sempre un letera di negatio e non ‘un trartato il problema delle sedi vacant, per le quali indicava una serie di persona, sel in bae a criteri pi elves: la fedeté agli AKdobrandin, ke raccomandazioni, speso interne alla Curia, ma talora provenient dalla Spa fa o de alti prncip italian, i buon costa, pis che non la preparazione Aloweinale. I punto divistaecusial si esplicitava cos in tute le sue poten- zialii, come expressone di na pratica di governo duntilee apace di man tenere sotto controlo la real poltco-religiosa italiana = 264 — Nel dibartito u distanza avriatosi tra Bellarmino ¢ gli Aldobrandini si controntavano in manieraabb:stanza espliita due prospettive di governo della Chiesa che per ruta la seconda mets del Cinguecento avevano porto in qualche modo convivere, nel clima politico culturale di «riconguistor che aveva caratterizauo i decenni successivi al cancilio di Trento, gli uniei autenticamente «controrformistici». Allinizio del Seicento le cose erano ‘cambiate. Intorno al tema del ruclo del papa e dei vesevi si confrantavano rma due prospettive coatrapposte: da un lato una prospettva che faceva pero sulla centraltd dell ordinario diocesano, dal'altro una prospettva le {uta ad un‘immagine del vescovo come strumente della politica pupale, ma capace di rielaborare in maniera duttile e politicamente vincente le elabo: razioniteologiche e eanonistiche. ‘Da questo punto di vista i pontificato di Clemente VII (1592-1605) appare ricco di element in pane contruddittori Sin dal inizio del suo re uno il papa fu assuisensbile lle indicazioni che gli venivano dai cicoli ge suite, soprattarto, oratoriani. Ma questi influssi non si tradussero vera: mente in progsamma di govemo, a parte singoliepisedi, come la visita pa storae delle chiese romane, ma piuttosto in un ideale di severtipersonale. che finiva per escludere una rforma dell’appararo curiae, che anzi proprio. in queplistessi unni veniva valorizaaco anche atiraverso il perfezionamento lel sistema di congregazioni inmgurato da Sisto V. Bisogna cero resistere alla tentazione di crstlizaae in formule sche ‘matiche una reat complessa, che coinvalge tanto gli equilib di pote in- teri alla Curia che le forme di spiitualititipiche di un'epoca, ma sembra gusto vedere proprio nel pontiicato di Clemente VIII una svolta nella po. litica ecelesiastica della S. Sed. Se fino ad allora la ridefinizione degli ambiti della guriscizione ecclesiastics ela riorganizzazione delle strate local del ‘govern ecclesiastco si era natralmente accompagnata ad una valorizzazio- ne del'azione pastorale dei vescov,dall'nizio del SeicentoI'secento si spo. sta soprattucto sulla difesa della giuridizione e sul potenziamento del ualo delle congregazionie degli organi centrli di governe della Chiess, Da que: sto punto di vse, tanto linterdetto ali Vencuin (1603), souo Pao V, che la creazione dlells congreyazione dell'lmmuniea (1626), rappresentatono ‘quasi dei corollati delle scelte compiute tra il 1590, quando fu emanata tunvimportance bolls sulla immunith ecclesiastica, ed il 1605. O, per dicla dliversamente, la Rovat triumphs degli anni di Gregorio XV e dellnizio + Pert bibliog ny Clemente Vl A. Borneo, Clemente Vn Ene det ‘pt Hora, Insta dels Enc tc, 200, pp, 25265, aro Bas Popo DeCrtehewad eSserErpar 1591.10) asa GoogLe Tagen Nene, Yd = 2465 — el pontificato di Urbano VI trova un disewto e significative antecedente rel primissimi anni del Seicento. Lo scontro politico innescato dal memoriale di Bellarmine non pub certo essere valutato in maniera moralistica, contrapponendo le politche ccrialial genuino spirtotridentino di personoggi come gli oratoriani e Bet Jarmino, Il problema, infari, & pit complesso. Si trata di ricostruire i con: fronto dialetice che si venne svolgendo tra due anime che facevano parte a pieno titolo del cattliesimo controriformista e condividevano un ampio orizzonte comune. Non a ciso, del resto, in moment di crisi come quello delVncerdetto di Venezia le feature interne alla Cura si ricomposero senza slcuna difficoh* ‘Aldi li delle dinamiche politiche di breve periodo, il dibattito tra Bel: larmino e gli Aldabranini invita poi ad interrogarsi sul problema del ruolo dei vescovi nel! Italia di fine Cinguecento e del Seicento; tema, questo, ‘cu in anni recemti sono appaesi studi important, che hanno sgomberato il feampo da concetti vaghi e usurati (pastoralita, spirit tridentino ete), ma che non hanno ancora prodotto una sintesi definitiva In un‘importante sag- tio, che & « mio parere, la migliore discussione del problema, Claudio Do- nati ha proposto una periodizzazione assai interessante, che distingue un‘: ppoca posc-tridentina (15661621), caratrerizzata da una riorganizzazione delle diocesi e da un diffuso tencativo dei veseovt italiani di dare attwazione ai detati concliag,e una fase di pieno Seicento, i cu porveeclisars og pretesa didi centrlita delle furcioni girisdsionali pastoral di frontea dif Just fenameni dt disgregarione. delle struttare amomintsratve dioeesane a ‘antegsio di lire Jorme di organizazione ecclesiastica Si tatta di une punto importante, che uttende ancora di essere approfondito, anche ses £0 appare in sintonia con le indicazioni fornire nella ampia sintes di Gae- ano Greco [Bisognerebbe in effet chiedersi quai furono le ragioni di questo ap- pannamenco della funzione episcopale, se cioé eso enu in qualche modo implica nelle scelte conciiai in merto alla residenza dei vescovi, 0 era > Che Fane, end elaborate date patie Clemente VL me comitnsione ee ets soma aera comerporecar, I (993. "Donn Vint doce ales puttin lcadte al co Reg, in M, Reset cwra hh Cw wth nek dors Roms bak Lacs, 192 p38 3G. Greco, Li Chiu lanl edn, os a, Leer, 199, pp. 332. anche © Fc, {rot apples el Cond Trent ep de Ce fora cute di€ Mossi . arn, Hema Balen 997, pp 9-25 eM esa (cua = 266 — OMINE VESCOVILI£RUOLO DEL. PAPA piutosto una conseguerza del uolo della Cura, di quella parte della storia dela Chiesa italiana che, peruse un‘espressone di Advi Prosped nn ‘ass per Treno, E ancora, i quate andeebbe ariolatotenendo presente ome nel pieno Seicenr llindubtia appannamentc del roto pastoral dei vescovi (anche in conseguenza dla loro scelta di non esiedere nelle dlocesi) si aecompagnd una valoriazsione eruditae lsteraria della figura del vescovo, che trov8 espessione, ad esempio, nel alia sara di Usheli ma anche in una rice pubbliisic locale Question, come sivede, di centaleimponana, che dovrebbero essere affront attravers uno stdio complesivo degli epscopat italian. anche alsraverso strumenti presopografici. che si pud per ora soltanto auspiesre. Si pud. nel Frattempo, espore i risutati di in primo sondagaio per un'area eograca delimiata, ereand di taccate un rapidisimo profilo dei ve scovi atv nello Stato della Chiesa tra Vinizo del Seieento ela met del secolo, Com’é noto lo Stare della Chiesa presentava una strutturaecclsiastica « maglie piuttosto fie, rspeto ugh Stat della padana” Se nele Lega 2ioni le aridiocesi di Belogna e Ravenna in quslehe misura rssivano ad imporsi ai numerasivscorati mio. nella Marca, in Umbria enele pro vince del Lazio esisteva una plural di veseovai, spesso piccolt e medio piccoli che tendevano ad adattarsi ad una maplia urbane polientia, I problema delle nomine yescoili si poneva qui in maniersassai diversa che in ale contest. Nenesistendo tna controparte lea forte il paparo aveensosianzialmente le mani bere, pur dovendo tenere conto delle spi razion dei cet dsigent local. Quele dello Stato dells Chiesa non ra, del resto un epscopato«tazionalen, anche a eas della presenza di una celia come la Curia romana, dave trovawano occasion’ di impieyo esponenti dei cetidirgent di rue gl tai itlian. Gli sforsi, ue elevani di imporre nelle diocesi vescov in grado di dare artuazione a decrt identi e or sanizzarelestrutre ecesastiche lea si dovevano casi confrontare con ‘una plural di fator fe istanze dei ct rignti loca, fe line della po lnica ponifica, e pressoni di casute non oxgiarie dello Stato, La sit zione degli episcopati en perc ass Varegata,e per ert aspets atv cinava a quella della serentionale. dove perd i veteovti erano pit 6 cl 8. Drews, Lara enti and bin Trdetne la. Pty Mais Cpt andthe present ofthe Pater, Cae, Caeser en, 1A. Gun La danazol Stan Pai 03 modo, ie Race dk stra meters Vn ono on St as Gana Bog, Pa ac 95, pp aot a — 267 = stand ed il ruolo dei pariziai loca pit free per alti a quella del alia ‘meriionale, dove eutavia eta pid intenso lo sirutamento delle rsorse ec- clesiastiche loeli da parte di un elero non auroetono. Nella seconds meti del Cinquecento aon mancarono, accanto al bel -noto esempio del Palen, forme di govemo episcopal vicini al modello -cborromaicor. Dalla fine del Cinguccento, per, le cose sembrano decis mente cambiare. Il yorerno episcopale tende ormai a presents in una cezone pit giisdizicnale che pastorale, mentre diminuisce Vessevanza della residenza. Non potendo in questa sede esaminare tute le sedi vesco- vil dello Stato, mi limito a fornie qualche exempio. Nella prima meti del Seicento le grandi dioces dello Sato erano nelle ‘moni di esponenti di grandi famiglie aristocratiche. Larcivescovato di Bo- Joga pass® dalle mani del Paleotti a quelle di Scipione Borghese (1610- 1612), cardinal nipote di Puolo V. e poi a quelle di Alessandro Ludovisi (1612-1621) e di Ludovico Ludovisi (1621-1632), eatdinal-nipote di Gre- sotio XV, che vi si ree stabilmente solo a sequito di uno scontro eon Ur- bano VUl, nel 1630, Geronimo Colonna (1632-1615) e Niccold Albergat- Ludovisi. A Fereara il entdinal Leni (161-1628) fo seguito da una serie di cliente parent della famiglia di Urbano VILL, come Lorenzo Magalot (0628-1638) e Francesco Maria Machiavelli (1638-1655), che perro risie- detteo nella dioesi. A Perugia, invece, la stuazione appare pit! moss, in iets delslterars di cient di ponteficie vescovi di origine locale, talora ‘sai interest all iorganizzazione della via relgiosa della diocesi. Sir cordano, tra lili, Napoleone Conutol (1591-1624) e Benedetto Balde sch (1634-1643). Passundo poi ad un rapido esume delle singole aree dello Stato, si ped jnnanzi tuto osservare come nel'area delle Legazioni molt vescovi prove rissero da una carriers amministrativa. Era questo il caso di Faenza, dove siwvicendatono i cardinali Giovanfrancesco Biandrata (1603-1605) ed Er ‘minio Valenti (1605-1618), asst in sue nel pontifcato di Clemente VII, € poil'ex governatore diRtoma Giulio Monte ‘rca divicelegto di Ferrara (1623). Ese Foritroviamo personagg dims nore levatura, ma cotati di una cultura pit schiettamente reigiosa, la sede imolese fa tenuta per quasi tt la prima meti del Seicento da dxe membri della sess famiglia, il cardinal Garzia Melini (1607-1611) edi spot, Fer- dinando Melini (1618-1644), mentre a Rimini s altemarono curiali come Berlingherio Gessi (1606-1619), che dal 1607 al 1618 fu nunzio a Venezia, ¢ membri di ordini religos!alcuni cardinal, come Michelangelo Tanti € rancesco Sacrat, furono sequiti da Lorenzo Campegyi (1623-1629) che ron riseendeva nella dioees in quanto impegnato nelle nunziature. — 268 — Asai mosa la sitasione in Umbria ¢ nell Morea, di cul citerd solo uuiche esempio. Nella Marea, dove la presenza di un gran numero ci cit medio-piccole aveva consentito ls ereazione di numerosi vescorati, molt dlcesi rimasero appanraggio di membri del patito dello Stato dela Chiesa, speso di rigine marchigiana, Ad Ancona la eatedra fu occupata dda due cardial e ds un curiale, Giovanni Luigi Galli (1622-1666), mem bro di una famiglia imperunte di Osimo, asa vicina ad Ancoas, ¢ nunzio in Sao dal 1627 al 1629. L'smplisima arcidiocesi di Fermo rimase pure nelle mani di cardinal ecuriali, mente Macerata fi a lungo amministrata dal cardinal Felice Centini (1613-1642), membro del patizsto di Ascoli [Ad Ascoli vescovo Sigimmondo Donati (1605-1642) proveniva dal vesco ‘ato di Nocera (1598-1605), ma era gi stato precendetemente vicario re nerale della dicesi di Ascoli, Fano e Recanai invece, rocearono in genere scl esponenti i easati non provenienti dalle Marche. Sencla Maren mole doce erano nelle mand exponent de cei di rigenti local, che rurava solo raramente ruscivano a conseguire la cate dla della cit oatale, in Umbria la situazione era ancora pi vara, Nella piccoladiocesi di Citta della Peve, crea nel 1600 per staccare qu tetr- {ori dalla soggezione al rscano vescovo di Chiusi, i primo veseovo fu brio Paotuce’ dei Cabol (1605-1625), che vena da una carriers amt istativa syltasopratturto come procuratore delle comuniti a Roma. Gli successero un frate minare, Celso Zani (1625-1630), ex confesore di Maf= feo Barberini, poi Sebastiano Ricci (1630-1638) e Ciovambatsta Carcara sio (1638-1613). Quest ukimo era un awvocato, che nel 1626 era succedto al fratello Petro come agente delle comuniti ¢ quando fu nominato vesco- \o, rinunaié a sua volta Tugenzi ad un terza fratello, Vincenzo. La diocesi di Foligno passd invece da un curiae al altro: Francesco Simonetta (1606 1612), Porfirio Feliciani (1612-1623), gi impiegato alla segretera ci Stato Gistoforo Caetani € poi avvocat concstorale Antonio Montecatini Spoleto rimase invece inzialmence nelle mani di cardinali come Alfonso Vie sconti (1601-1608) e Mafeo Barberini (1608-1617), che ne frattempo era legato di Bologna (1611-1614. per poi passare ad un vescovo resident come Lorenzo Casteuci (1617-1655). Interessunte pure il caso di Assis, che passb dal cardinal Marcello Cresceni (+ 1630) al hueehese Tegrimo Te trim a Malatesta Bago (1641-1653. membro duno aii sai po Infine, nelle provinee del Lazio, la vicinanza delle diocesi alla captale le trasform’ spesso in terreno di caccia peri curiali,E questo il caso di Tivol, 1amministraa da potent cardinal di Curia, come Domenico Toschi (1595 1606), che la passb al nirote Giovambatista (1606-1621), Bartolomeo Cesi — 209 — + Marcantonio Gezzaln, che la tenneroassai poco, o anche di Rit della ‘chiesa candinlizi di Viterbo, stfficlentemente vicina a Roma per esiere iovernats in absentia. Anche qui cuttin, non mancano eccezioni. La dio- ‘cs ci Sepia esempio, fu oecupata da diversi membri di orinreligo ‘quella di Montefiascone ¢ Corneto passd da due merle una familia di ‘ius curl, li Zacchia (1601-1630) ad un oscuro Gaspare Ceecin che la teane pee pi di tenanni (1630-1666). Né mancano sei ex di dices del Lazio rete da escri personae, membsi di amigle della pie cela noi dete al wmesier> di vscover Alte, Anagni, Perenino, pie Sut ‘Quest rapide esemplificazioni non xppresentano che un saguio di i cerche ancor in corso. Da ese, tai emerge un modell di vescovo dat teat abustanza ntti un memo del ler seclare, dotato di cultura gi fies, spesso reduce da una cariera nelT'umministazione pontifia,pi legato alls cura che alla dioces «differenss di quanta spesso sccadeva nella setemtrionale, dove con pi fequenca i cei dirigenti delle cit- 1S pi important vedevano i props membr ascendere alle local eattedre episcopal. Le ferme di govemo episcople concretamente adottate nei territor ponific non possono essere eaminate in questa sede e satanno oggetto 4 un pit ampio contibuco, che err conto anche dei numeri espesso dlignitsi, studi d storia locale esitenti* Cet & che il model di vesc aifoso nllo eso dlla Chiesa del primo ¢ del pieno Seicento appate lootano da quello ui una (vera o pesunta) tmdizione borromalcs, ma a= che relatvamente distance da quello prefgurto dal! Ugheli, ed induce an ora una vol ad interrogusi su una sri di question’, a min parete, an ‘orm aperte: il apport ta i deere trident e evoluzionisecentesca de sl episccpat le cartterstice dell onganizznzione politica e religiosa dello Sato dela Chiesa in rapporco agi alt Stat dll tala cenro-settentiona Je, il peso della politica ponicia sulle nomine vesovl, le dnamniche di Jungo perio ¢ lo stesso signfiato dela svoka di fine Seicento, xia tempo indivdusta come un nuoco, importante fournan nea storia deli episcopai dealin, 4 lem ml di ere tl wan ce A tw out, is ¢ amie ee ssh nl ely VIL Ton vo rs Ro Veneae, Bebgne, Rb, 198M, Se. otter mine Eonar to ec pret deere na ep Nepal ‘porno 13291710. an 1986 en ene Gata Grea, oh 270 — APPENDICE ASV, Fondo Borghese, rie I busta 492, c€. 230.25. La leters,pervnura in ‘copia non sutegraa, epta n an eysto con tolazone antes, denominato er esr di lestere srt allo Sti di N. Se, Siteata in rea di wn eit i letere ‘Pietro Aldobranini a veri persooagy cul enon, di caraterefoeremente tmiscellaneo, Neledzione ai sano imitate a marginal ritocchi alle maiscole ed slVintrodusione ui slcuni w capo. Pee raion di spanio le note sone edont al mi ‘imo, Per pid ampi dats. melt dei personagai pominai eft. Jain, (230) Di mano di SS. ma To ringraio huilelimamente le S(anits Vesten della consoatione che si& ‘degnata (24) darmi con la sua lerters dell 14 del presente e bene non poss ne {are di non seni pena peril dbo, che tengo, che questa fatica deli serivere on roceia Vota) Stan et paticlarment ila mano. L'stessaletera meh un 0 conzoat infinitamente per quello, signa diem Vlosta Bicteudne sopra A soceesso con Don Virgitio Orsing alfenrita di Fiorenaa, del che ne baci Slantise)mi Pi dell Stonsea Viow ra, et aggiuryo solamente, che quello. che io fer, fu solo per non ricevere incoatro, parendomi, che non convenisse ‘alls persona che fo stenevo, el resto non ci ebbi passione di sor‘alcuna, lanai se Phavesi poruto rinediarealtriment, 8 sfugpee, have ato volentier, Grea il negotio principale non penso con questo dar briga alla Standlsb Vos, poiché ho fata tin poco di eatione di quanta mi & pasato quest oe con i ‘cone di Fuentes, a ale havi la Stand vosta con la cif, perd quella fai imett, slo. ico, Viosta) Slant. che spero bene della nefotatione con i Conte, perché &huomo ragionevole, et credo, che silascerd persuade, ‘mi bisogra durarifatica, x por del buono, far uscr eestoro, et anno qu sald, che alti non pense Bacio i pic alla Slant voser (24) della parte, che s 8 dena darn della scriurapresentata dal Sgr Cardinale ellarminio, tt dlls provisione, che degna fare Vion) Slant dll Vescovat vacant, et pol ‘hé Viostra) Bleatnadne i commands cos espressamente, che le die sopra di id quello, che sento con ogni rverenza per obbedire a Viosta) Stacia spendo rmakte ben, che coia aetna én me, per la quale io debba far alo, che sentir ‘soi sant commandment et obbedit t esse. ne pretender punto dpi tite fa serturs fo non posto far alo, che eifcarmi della soveechin dalla tanita Viosa, et seandalizzarmi dlr ardore, masime che toes in tuna materia nell que be Stans Vesen ba ft fos pi servito all Saniea Chis, che se sia stato fario cla centinars ana in qua, et questo otra essere dlote io ho ineso celebrate da persone gravsime, di mola esperienaa, et s0, she v'é un Prelate, che seve, et pone il modo, che hi tenut la Slant vost in proveder le chivse per unt dalle maggie’ riforme, che si poreser fare. Né dico ma i cae per lei che non credo haver bsogo di acsistarm la gratia sua por ‘questa vi, mami sfora avert dh pighar questo ari rattener le vacane e 25n non & stat mai tempo eecessvo, che non fuses quasi necessatfo pst qualche rispetto, et quella agione, che dice la Slane Vostra ed uatener, per informa ni par non sole buena, mi necesaria Circa Teletione dele penton, oltre quello che Vioatral Sami dice, "ho pensato un peazo per vedere in che persone cltte sid pouese ester scrupolo er mi pare di vedere che in tant vescovh che hi fatto Viosta) Stand, non ce ne sia Bog procesat alta, che i vescox di tonto che alto non ho suputo trovare. Cire i dar le chit, 3 pretendeni, io dco 3 ose) Siantini che la sent cos di cuore, che i pi dbl, 3 mance ati. che Inubia fatto Viera) Sunita, sono stati quel, che si xono fat tanto pregare t poi Vlesra) Slant si Tavita, che hanno mora nelle pension. Cire le sei chiesecardinaltic, io non bo, che pgiungere, i quello che Wiest) Sani} tice pradentssimamente et sale la Camera, se si hanno per benefit, semi. che non visi pu fondar sh ragione di spoglo, come si veduto nella cmuna di ‘Arapona. In quanto i Vescovt li Spagna Vioset) Slants wee, in che pric nights pone, quando si woe innevare itorno a questi Padronati de Princi= pi, et ben lo dimostra hora (c. 259i Patriarcoto di Venetia, onde &necenata la cia stare questa cesa di Spagna seguone in tliat in Sia depennate comes 8 mio gluditio. Ma perché non di dice che Viestea) Slant a fatto wenite in: ‘mina dal Re di Spagna in Iai, tia Sila, che € pit lessaine, et ian fone anco indieto, questo non & stato wn gran punto et pur Ua pasdaynat a Stan Vosra, coxa che non ha fatto nessun altro Papa, dopo che sono rors i Padronat dei Princip hic. Nelle untatre sono necesatVescov. et ei Go ‘emi Viosra) Stanuta&andaw rseratissims, ma i} Canclio non decze pet, che Is tesdenza Tose de Tue divine, se bene fo confsso, che & ben, che s vada Fiserato a levare i Pastor dalle loro Chiete et misono qualche vl fat xerupola sliver pariato a VS" di lvarealeuno, ma tttaviee necesario tl ala Tarlo Supplico la Slane Vesta, pesdonarmi, ¢ mit sano lito trasportare, et se ggiungo anco quest, che Dio vols, nen sia stato conceto di che aliro que sta seriturs del Cardinal Bellarminio, In quanto alle provision! delle Chiese vsexnti, dopo esermi rimess al pr dentssimo piuditio dell S(anidta Vortra, per obbedila Te dico (26+) quello, chemi ocorte, er ical ale diese facmente Vista) Bleatidinle ne havens ‘cera informatione, et potendo senza gravare oppo in questa ocessone, ata le ‘creature di Vist? Blcaiodine oe la supplieninstitemente Delle persone io ‘non pote dir cos i postive sul Velaro di Proc," ma sao ese ste di que 1 spagnoli Sinalgre al Ciclo quel, che exsi cononcanmy che ese ne ‘redo che questo le apport prepidtie alcune, DelTabbate Macedo non » Fino Pain (110, Gli Limotb ap. 398 Grontni Gaone Macedon, veo dh Monopoi 1608 127 —m— NOMINE VESCOVIL RUOLO DEL PAPA te posto dare néanco relation, se bene in Rema mi bastarebbe anime di ver 4a, ma i hones moles Ui om gi eer per rispeto soo, dl Po sone. Il Ghislerio™ non lo ons, ma mertandelo, conviene hanorar quella Css et Vlei Santini fo conforme ula pt t Bont ol Padre Seino Spica Tea occa 3 Vo Ste al an dle, del Duc di Savoia. Hora hd srivere i senso mio alla Stat V fe velo pilarinfomttoine dal Pade Dos Palo i quale die, che del vita 2 Boonies ot innoccntsimn, ct ella lencrerra Bs fatto fl corey ela ‘Theolopia.ct& meditementefondate, cede che potrebbe pastare, che artende alle confession on ststatons, mi che tralora é enuta 260 per bom di poco dio, er overna, t pert non ha poruto spuncare di cece fatto dei vocal, come ‘esi chiarmano quell che eeggono la Religione. Questo & guano hd eavato da Don Paolo, Secon information, che shavers cost, Vicstra) Slants pote favorito, io lene ter cbligo grandissiimo, havendo sempre dat 8 voi parent itentio. ne di fame guglardo offi, Mario Leto io non poss dir altro, non eono- secendolo, Del Alduna 3, ce il Duca el Sessa vi preme, ma ime ésavo dente 4 Roma, che resedendo in gull Cit di Lucera il ViceRe dels Provinea nan & se bene pore un spagrole, pa’ Vlost)a Slant consderard meglio di me _queste core. Di Mons Mentorio® Vost! Slat sae stata informata di quel, ‘a € corso di fare sapere. L’Area'™ Tho per hnemo da bene, et degno di qu che grata, Mons. Sella per ulcune cose, mi disci x Cardinal 8. Clemente, fn Tho per huomo asa leer, t fos sarebbe cosa accertta i icismario di ‘ogni volta che non pareste,ches abbandonasse i er Enea Pi I maestro dl Sa x0 Palazzo” io lo rccomando alla inne Vortra cllisimamente con cll Thum, che devo, se peré non hs havute quel male (27) del quale si mormord, che in questo cao io non aceomandete per Ciese, ma eli me ha det, che & stata malignt, et per mosrar la sua innocenza dice, che si veda, sil vescove di Sebenis, che allogué seco qulf'unno in Belvedere, & stato con Tisesso male in di morte con ttt sot sesiolr: te cd fuse, mi partebe asaidscolpao, ma ‘questa con, che spud riovare, et essendo innocente la chiesa I starebbe bene, et eglilapgleriavolencied. Suppico V(ost)a Slant in questo caso, & ratio bene, e peril sue luogo, edo, che i Pri di San Domenico esta atissimo. Mi 1 Seba Ghiler soxor Song Jes, 9-39. 9 In pre pe vocordods Nocera dt Papa Don Pt Toles ISI, p wren eh Bona « Chi nner, 399) 9 Frac de Alans tne p39, ' Hieranceco Manors, recor di caro da 1594, goensore dk Uso (S87) «| Feng (158) ewelopan de ugunoe IG Weber, "Loses Ar ate, p40) Gloanins Si, eictro dalla cangreguane J i, po reson oo aor p13. © Ghani Mavs Guna 2 acl ald Sled sven i icordare alla Sanna Vosta), che ela hi di quel che "hanno servta cx servono, che sono meriteal, cob pee meglio quest, che que che propon: ‘rome qustt spc, perehe questi sot provati, Gio. Carle Cappelli Tho per 1 se bene non posse dar relation dell sits, et moribus. Tadeo ho pee atti, et da bene, et ds servisene nelle occasion.” Ci il Res the ¢ Governarore di Ascol,™ che il fratello qualche volta miha presto, che io lo raccomandi alla Santa Viste, tho per persona honorat, t dabene (276) Ho are ylteenecomandat alls Slants Viow)ra un Abbate Ssluzzo? furl da fiscale di Napoli persona honoeata che i Cardinal del tan)to Offi ne possono dar relatone, esendosene seri in quell ffi, ct paricolarmente nel processo al yescoro di Bitomo, I] Dues di Parma mi he rcordato di progare ost) Slant ad haver in consideratione Giovanni Cont paiche i nepotio i Rice svanio per ala oceasione, questo io non $0, che hvome si, Vion) Stan ne pote pgliarinformatione, In cra mia c& U Barokt, che & Seri ‘ost, et mess Giacomo, che vorei vedere hone: rato in qualche manors, e bene in materia di Chiese nen sos eg cinlina, 50 bene in ia eoscenza che di sita&innocentsime ct honoratssimo, Circa la Chie 10 di Spoleto Vista) Slant por rar & fine il negocio di Parma, & pio rio, com una parol, che acc! 4 quel Veseoo, et po sr sareato (eg un Se perd cost patra bene alla Slantila Vote et come non ci sa pis risperto el Ducg: a resoltione di Vostra) Stati & buonissima favor di que dae Car- lial Bal Padre Doo Pua i eredo veraments, che non sia bene aspettare pit i nagosio ol Ascol, mi provedero, pit che 'Tacessione, ma io non le dirs (25+) alto sino & nuove aevso i Vlora) Slane, Cirea Monaignole Agooshi?® io lo raccomando con I maggior efficai, che io posso. Conoaca che le raion ‘Slant adduce, sono elfieaci ma non vorrei petite che i bun se ‘ine nocene quest huome. che & veramente fidlisime servtoe, et idonso ‘oni cosa, por in questo di Nari exccomando i nipote dl Cardinal Tosco ‘quando per altro non le paia dato al dleto Monatgnolre, o che eli, non lo vo> lin sc bene le ricordo, che le occasion’ sono scare. Di Sarina, credo che i Prane(esclo*? fark quell, che Vesta Slantha commands, Piglio cite di icorare alla Santina Vosra perl chiesa di Cid Castello, che quella Cin @in un confino da medi na posona confidente, ese bene mons, SuSE 2 Tadeo Sari pit voke yoneore eben, 2 bio Art Ye goreratore,exoe Ui Locers dl 16D (ben, 2 Gisepe So, eco Rav HED, 1110 setembre 101d escort Spt a seta ania Aono Viscon 21 mean Gnlano Agus (13581605) (DB. gions Th ws Na 28 gia 61 16, po 1 Ginafancice Adin — 4 NOMINE VESCOVILIE RUOLO DEL PAPA rca) & persona da bene. et atsima al povema, mutans see pi di cas, fors sarcbbe meglio. questa non sarcbbe male peril Pade) Don Paolo, overs peril m(astro di aero Palazzo, che & come di Cas, Riva™ & troppo di Sfondea- to, et mi pare, che Thuomo sia pid obligato & gl amic pit prossimi almeno pus aspenare Pladite Beatlisilno dubite, di non haver (280) ecceduzo i termini di quella reverenza, et modest, che devo verso la Stands Vitra, ma ho dubia anco ali eae in quella stada, stando i commandamento della Slanita Ves, la supplico& perdonarmi, se ho commeseoerrore, sapendo, che dovevo rimettrn, rngratiarla solo deVhonore, che mi hi fato a darmi questa parte, come in ef {esto 10 mi rimeto, ex di quanto supplico Wor) Slant, non esendo dover, che per me Viosr) Slant tatenga le sue sant resolution farm gratia che essecuione di queste cos in mia assenza passin per mano del lgnolt Giovan- Francesco, come ancose Vos) Slant) distibuira cosa alana ck pension alle Creature, perché cosi la Casa mia non vers defraudata di quelle (grate, che ‘Veesu) Suna st dogma for, median Ia mia person Er con questo, ce Di Torta li 22 di orobre 1600 3 Bac ala ca Anni nce (155-1626, eto d contegusone 2 Ludovico Ris, rovematore di Asc m5

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