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S. ALBERTO MAGNO E L'ESEGESI MEDIEVALE

Summarium, - S. Scripturae per mediam aetatem commentatores quantum


litterali sensui fuerint addicti, minime quidem pro merito a modetnis
aestimatur, sed in Alberto Magno, tanquam in praeclaro exemplo, pro-
bari potest; idque
Io in doctrina de sensibus s. Scripturae in scholas tum temporis propa-
gata, ad quam definiendam Albertus non parum contulit;
2 a principiis hermeneuticis et criteriis, quibus idem ducitur in s. Li-
brorum expositione, ac praesertim in diiudicandis variis eiusdem loci
explanationibus ;
3 ipso exercitio commentandi, in quo agitur: a) de cognitione linguarum
et scriptorum antiquiorum; b) de critica textus; c) de usu grammatices
et rhetorices ; d ) de contextu et poetico parallelismo ; e) de parabola et
allegoria ;
4 in vita Christi publica ordine chronologico disponenda, cui Albertus M.
diligenter incubuit, ostenduntur exegeseos eius aetatis virtutes simul
et defectus : virtutes quidem in accurata rerum ac temporum observa-
tione et in particularum temporalium ac transitionum interpretatione
haudquaquam meticulosa ; defectus vero, quod consuetudini et traditioni,
quaecumque ea demum sit, plus aequo tribuit. Verum hi defectus a
praecedentium saeculorum haereditate potissimum promanant, virtutes
a renovatis ipsorum scholasticorum opera studiis.

L'interesse portatosi in questi ultimi tempi sulla intensa


vita intellettuale del medio evo, giov anche ad una maggiore
conoscenza dell'esegesi allora praticata, e non poco fu scritto
di recente su principii generali o singoli autori di quell'epoca (l).
(A) In genere: H. Caplan, The four senses of Scripture Interpretation
and the medieval theory of Preaching in Speculum 4 (1929) 282-2% ; A. Land-
graf, Familienbildung bei Pauluskommentaren des 12 . fahrh. in Biblica 13
(1932) 61-72. 169-193; Id., Zur Methode der biblischen Textkritik im 12. fahr-
hundert ib. 10 (1929), 445-474. Su quest'ultimo articolo, poich scriviamo
sulla stessa rivista, sia permessa qualche rettificazione. Le citazioni Hugo-
nis in Genesim... in Exodm... in Leviticum... ecc. che l'autore afferma
non aver potuto identificare (p. 447) si riferiscono a Ugone di S. Vittore; le
due prime si possono leggere tra le costui opere stampate in Migne PL 175,
col. 61 (cf. 11. 33) 62-74; le altre vanno cercate nei manoscritti. Il lungo
Biblica 13 (193a) 17

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258 P. A. Vaccari S. I.

Il pi e il meglio furono rela


diti, a gran gioia di chi, per
accesso ai reconditi tesori delle biblioteche di manoscritti, e
certo con vantaggio non piccolo della scienza. Ci si guadagn
almeno in estensione; in profondit non altrettanto; restano a
determinare con precisione anche i punti fondamentali per una
esatta comprensione ed un giusto apprezzamento dell'esegesi
scolastica. La recente glorificazione di Alberto Magno, chia-
mando l'attenzione sopra questo astro della scienza medievale,
ci porge opportuna occasione di entrare in argomento per ri-
levare qualche errore, correggere falsi apprezzamenti, carat-
terizzare in uno dei suoi pi illustri rappresentanti l'esegesi
degli Scolastici, e con ci metterla nella sua giusta luce e nel
meritato valore. Infatti S. Alberto Magno forse pi che niun
altro si presta a mostrarci qual fu nei suoi essenziali caratteri
la normale esegesi biblica nel medio evo. E ci, perch Al-
berto, mente vasta e sapere enciclopedico, nella scienza della
Bibbia non fu ci che si direbbe uno specialista, che per la
sua particolare applicazione e competenza in tal materia esca
dal cammino comunemente battuto ; ma per l'eccezionale acume

tratto citato a p. 450 sotto il nome di Iohannes Faventinus sta gi a p. 449


diviso fra Mag . Rufinus (il pi) e Stefano di Turnai (tre linee). Di chi in
realt ? L'anonimo citato a p. 452 va a p. 451 sotto il nome di Uguccione .
P. 470 lin. 20 leggasi ineditione invece di meditatone ; p. 471 lin. 10
Cenchris (Rom. 16,1) non Teneris . Per il risultato (p. 474), per quanto
non nuovo, inoppugnabile.
In particolare : V. M. Fontana, Il commento ai Salmi di Gilberto de
la Porre in Logos 13 (1930), 283-301 ; G. Lacombe, La vie et les oeuvres de
Prvostin, (Kain 1927): La Summa super Psalterium, p. 104-130; G. Lacombe
and B. Smalley, Studies on the Commentaries of Card . Stephen Langton in Ar-
chives d'Histoire doctrinale et littraire du Moyen- Age 5 (1930) 5-220; Id., The
Lombard's Commentary on Isaias and other Fragments in The New Schola-
sticism 5 (1931), 123-162 ; A. Landgraf, Echtheitfragen bei Stephan von Langton
in Philos, Jahrb. 40(1927), 306-318; B. Smalley, Stephen Langton and the four
senses of Scripture in Speculum 6 (1931), 60-76; P. Fleig, Die hermeneutischen
Grundstze des Thomas v. Aquin, Freib. i. Br. 1927; P. Synave, La doctrine
de S. Thomas d'Aquin sur le sens littrale des Ecritures in Rev. Bibi. 35
(1926), 40-65; sulla stessa questione S. M. Zarb, in Divus Thomas 33 (1930),
337-350 ; A. Colunga, El mtodo histrico en el estudio de la S. Escritura
segundo S. Toms in Ciencia tomista 19 (1927), 30-51 ; H. Wiesmann, Der
Kommentar des hl. Thomas von Aquin zu den Klageliedern des Jeremias in
Scholastik 4 (1929 j, 78-91. Su S. Alberto M. ved. la prossima nota.

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S. Alberto Magno e l'esegesi medievale 259

del suo ingegno fu eccellente nelle vie comuni, e perci


in lui spiccano pi luminose le doti normali dell'esege
ticata dagli Scolastici.
Prima per di passar oltre sar qui opportuno un
sui risultati degli ultimi studi intorno agli scritti eseg
Alberto Magno, specialmente da quanto ne fu dett
Settimana Albertina a Roma 9-14 Nov. 1931 e pub
poi negli Atti di essa settimana (').
Le due edizioni delle Opera omnia B. Alberti M., q
di Lione 1651 in 21 volumi per cura di P. Jammy, e q
Parigi, 1890-1899, in 38 voi. per cura di A. Borgnet, tra
menti autentici (a Lam., Baruc, Dan., Profeti minori, Eva
ne contengono due di spurii, a Salmi e Apocalisse. Ma
invece di lob, pubblicato a parte da Melchior Weiss
burgo di Brisgovia nel 1904. Si sa inoltre per testimo
antichi biografi che il santo Dottore scrisse pure comm
tutti i profeti maggiori e alle Lettere di S. Paolo ; ques
ciono ancora inediti e sono forse perduti. Un breve fram
in Geremia 1, 4-10 pubblic recentemente il P. G.
seman O. P. (2). Isaia pare siasi ritrovato in due codic
a Lipsia, l'altro a Berlino (3). Il resto attende la pazien
dagine dei ricercatori.
(A) Alberto Magno , Atti della settimana Albertina. Roma, Pustet
Al nostro scopo fanno principalmente: 4. F. Pblster, S. I., De tr
manuscripta quorundam opermn S. Alberti M. (p. 81-105), e 6.
cari, S. I., S. Albertus M. Sacrae Scripturae interpres. (p. 127-152). In
allo stesso tempo uscirono: G. Meerssem an, O. P. Introductio in ope
B. Alberti Magni O. P.> Bruges Beyaert (1931), Opera exegetica
F. Pelster, Zur berlieferung einiger exegetischer Schriften Alb
Grossen (, Scholastik 7 [1932], 257-268). Ultimamente J. Vost O. P.,
bertus M . Evangeliorum interpres in Angelicum 9 (1932), 239-327; id
bertus M. in Apocalypsim ibid. 328-335; articoli venuti in luce
presente era gi sotto stampa.
(2) De S. Alberti Magni postilla inedita super Ieremtam in Angel
(1932) 3. 225. E' tolto da un codice del Seminario di Bruges, sec. XV,
titolo Albertus super Ieremiam lo pone dopo la gi edita postilla
berto al libro di Baruch (in stretto senso, cio cc. 1-5, escluso il
propriamente Y Epistola Ieremiae). Sono solo 5 fogli e il copista nota
samente alla fine : Non erat plus in exempli . I criteri interni
mano l'attribuzione di questo frammento al grande Alberto.
(3) G. Meerssem an, Introductio p. 89; F. Pelster, Ueberltej
p. 263 s. In questo articolo il P. Pelster non fa parola di una sua con
accennata di passaggio nella stessa rivista Scholastik 4 (1929), 126, ch

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260 P. A. Vaccari S. I.

Fra le opere esegetiche a


abbondanza e sodezza di esp
e fra essi quello di S. Lu
Maria, che fu Alberto Mag
appunto delle pericopi mar
Un posto a parte va fatto
alfabetico de muliere for
mente autentica, *ma per fin
lavori biblici di Alberto M.
morali anzich fra le esegeti
il libro delle 230 Quaestione
Perci n di questo n di
Ci appoggiamo dunque ai com
a stampa sopra enumerate ;
tici ricorremo pure alle oper
mento delle Sentenze (8).

1. - I vari sensi della Scrittura

Si suole attribuire agli Scolastici la distinzione di quatt


sensi, secondo cui andrebbe interpretata la S. Scrittura, e

berto M. sia autore della postilla in Genesm pubblicata fra le opere dubb
di S. Tommaso nell'edizione di Parma voi. 23. Sembra con ci stesso im-
plicitamente ritirare la congettura ; e fa bene. Infatti, oltrech per tale att
buzione manca ogni testimonianza esterna, anche i criteri interni sono con-
trari. E' un commentario per il suo tempo eccellente n disdirebbe guari a
grande Alberto ; ma non ne ha lo stile, e presenta nel suo genere uno stad
di evoluzione meno avanzata ; tiene solo tre sensi nella Scrittura, pur dand
al letterale il primo e pi largo posto.
(*) Da questo libro toglie l'unico saggio, che cita dell'esegesi di Al-
berto M., il Rosenmller D. Io., Historia interpretations librorum s. in
Ecclesia cristiana , V, p. 250, e i commentari, o postille, ai Vangeli che sono
il meglio del S. Dottore in fatto di esegesi, neppur li nomina. Fr. W. Far-
ra'r, History of Interpretation p. 267 citando il Rosenmller vi aggiunge di
suo altri svarioni.

(2) Per la distinzione dei due generi, e perch chiami postille tutte le
opere esegetiche di S. Alberto M. (prescindendo dal de muliere forti), mi
sia lecito rimandare a quanto ne ho detto nel citato volume Alberto Magno
p. 138 ss.
(3) Con Op . seguito da due numeri, cito sempre il volume e la pagina
dell'edizione parigina (Borgnet) ; le postille stanno nei voi. 18-24 ; il com-
mento alle Sentenze del Lombardo, nei seguenti 25-30.

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S. Alberto Magno e l'esegesi medievale 261

citano i famosi versi che correvano per le scuole e per


mentari del medio evo:

Littera gesta docet, quid credas Allegoria,


Moralis quid agas, quid speres Anagogia.
Di questi versi certo autore uno scolastico del sec. XIII,
e la recente pubblicazione di un trattatello inedito permise di
fare il nome: Agostino di Dacia dell'Ordine dei Predicatori,
morto nel 1282 quasi ottuagenario ('). Ma il dotto domenicano
in quei versi non fa che porre in breve e facile tormola una
dottrina gi invalsa nelle scuole.
ben vero che solo di recente vi era stata introdotta e
messovi stabile piede ne divenne patrimonio comune. La Hi-
storia scholastica di Pietro il Mangiatore (t 1178), che pur tanta
autorit e s largo uso incontr nelle scuole, con quasi tutti
gli autori del sec. XII, non insegna che tre sensi della Scrit-
tura: lo storico, l'allegorico e il tropologico o morale (!); e
ancora sulla soglia di quel memorando sec. XIII che segna
l'et matura della Scolastica, ingegni, che brillavano nelle
scienze ecclesiastiche fra i primi, tenevano ancora questa di-
visione trimembre (s). La teoria dei quattro sensi fa timida
comparsa presso di pochi nel sec. XII (') e solo nella prima
met del XIII quasi improvviso si afferma potente, per do-
minar poi sola. Ma le sue radici scendono ben pi profonde
negli strati dei secoli ; le sue origini sono di poco pi giovani
che la teoria rivale dei tre sensi. Dalle rive del Nilo, dove
per la prima volta le troviamo formulate, le due dottrine scen-
dono parallele il corso dei secoli, la prima (dei tre) qual fiume

(L) Angelicum 1929, p. 253; Verbum Domini 9 (1929), 212-214.


(2) Migne PL 198, 1053 sg.
(3) Per es. Pietro di Blois (f 1200), PL 207, 1052; Alano di Lille (ab
Insulis, t 1202), PL 210, 209; Sicardo di Cremona (f 1215), PL 213, 235.
(4) Non saprei citare che Guiberto Abbate di Nogent (f 1121 circa),
PL 156, 25; Ildeberto Cenomanense (f 1133), PZ, 171, 364; Onorio d'Autun
(f 1150 circa), PL 172, 349; 177, 342; Giovanni di Saresbury (f 1180), PL
199, 666; Adamo Scoto (f 1186), PL 198, 680. 697; l'ignoto autore del Glos-
sario Angelus , PL 112, 850, edito fra le opere di Rabano col falso titolo
Allegoriae in universam S. Scripturam (in realt appartiene al genere, caro
al sec. XII, delle Distinctiones ; per l'et ed autore cf. Re v. bnd . 32 [1920],
47-56).

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262 P. A. Vaccari S. I.

maestoso, l'altra (dei quattro


ricco di vitali elementi e di g
Gli Scolastici nell'adottare i q
decessori nell'attenersi ai tre,
tradizione, 1 sfruttare un'ered
/ t 1
del triplice t senso (vera teoria) formulata
quarto libro de Principili , e per l'autorit del
sandrino, e la diffusione de' suoi scritti in Occiden
di S. Girolamo e di Rufino, god nella Chiesa la
favore superiore certo al suo merito. L'altra dottri
sensi fu trasmessa ai Latini da Cassiano, che l'attin
dall'abbate Nesterote ('). La scienza delle Scrittu
questi al monaco latino avido d'istruzione, in d
partes, id est in historicam interpretationem et in
spiritalem... Spiritalis autem scientiae genera su
pologia, allegoria, anagoge, de quibus in Prover
tur: tu autem describe tibi ea tripliciter super
cordis tui (*).
Vedremo pi sotto quanta sia la rispondenz
con la dottrina degli Scolastici, specialmente di Alb
e dell' Aquinate, che l'hanno ripresa e perfezion
tazione ed applicazione di quel detto dei Proverbi 2
una riflessione. Precisamente lo stesso passo cit
sostegno della sua triplice divisione (3), e diet
S. Gerolamo ogni qualvolta ricorda i tre sensi de
non manca di accennarvi (4). Non per una rag
dere che i due sistemi di tre e di quattro sensi
fra loro soltanto dal pi al meno. Solo un raffr
ciale pu far derivare l'uno dall'altro per via di
di sottrazione, ed anche pi errato considerar
fu fatto anche recentemente, il quadrinomio di Ne
(*) Cassiano, Collatio XIV {PL 40, 962; CS EL 13, 404).
(*) Prov. 22, 20 secondo LXX.
(3) De principiis 4, 11. (PL 11, 364; Gr. ehr. Sehr. Orgenes 5, 312).
(4) Es, Ep. 120 verso la fine (PL 22, 1005); in Ez. 16, 30 e 41, 13 s.
(PL 25, 147.402); in Amos 4, 4-6 (ib. 1027). E* notevole che S.Girolamo nella
pratica applica costantemente soltanto due sensi, la historia e un altro
che chiama con nomi diversi: spiritalem intellegentiam (vedi sopra, Neste-
rote), mysticum intellectum, pi spesso tropologiam. Di tre sensi fa solo pro-
fessione in teoria, parte per influenza di Origene, parte anche per un'appli-
cazione mistica del numero tre nelle Scritture.

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S. Alberto Magno e l'esegesi medievale 263

siano) quale fusione di due schemi origeniani, diferenz


per la terminologia innegabilmente fluttuante del mae
alessandrino (*). In realt le differenze sono ben pi profo
radicali, e gi si possono scorgere confrontando le defin
date dai due primi autori di quei sistemi.
Per Origene i tre sensi sono fra loro indipendenti,
quanto al procedere immediatamente dal divino ispirat
della Bibbia, separabili nel soggetto, e tanto lungi il
spirituale dall'essere subordinato al letterale, che anzi, ri
dendo al fine primario della divina Scrittura, va innan
l'altro, ordinato soltanto a un fine secondario (*). Invec
sistema dell'abbate Nesterote i sensi allegorico, tropolo
ed anagogico, come suddivisioni o specie subalterne
intelligenza spirituale, logicamente stanno in un grad
feriore al letterale, e da esso non vanno disgiunti, per
due generi, storia e intelligenza spirituale, sono parti
granti di una medesima scienza. Che dal letterale dipen
gli altri sensi e lo suppongano sempre, non lo dichiara espr
samente l'abbate di Scete presso Cassiano; ma si poteva
cilmente dedurre dalla sua esposizione, e certo lo hanno
tamente professato altri esegeti di quel tempo, come gl
tiocheni e S. Girolamo, al linguaggio ed alla dottrina dei
tanto si accosta l'istruttore di Cassiano, quanto si allon
dal sentire degli Alessandrini. Solo irriflessione pu qu
mettere quasi sul medesimo piede i due sistemi ermene
vedendoci soltanto una differenza accidentale di numero.
Non si vuole con tutto ci sostenere che i seguaci d
l'uno o dell'altro sistema abbiano sempre avuta netta vis
della sua vera natura, e che nel corso dei secoli non
fatta pi d'una contaminazione fra i due sistemi. Gi l'anti
ne diede un esempio. Eucherio, vescovo di Lione (t 450
per conto suo seguiva, con la comune, la divisione di
gene, ma, avendo compendiate in parte le opere di Cass
ebbe pure a conoscere quella di Nesterote, nella prefaz
alle sue Formulae spiritalis intelligentiae , professa
tutto con formla prettamente origeniana : corpus Scrip
sacrae, sicut traditur, in littera est ; anima in morali sensu
tropicus dicitur; spiritus in superiore intellectu, qui an
f1) E. v. Dobschtz, in Harwick- Ehrung, Lipsia 1921, p. 8.
(2) De principiis , IV, 14. 15.

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264 P. A. Vaccari S. I.

appellator , e apporta confer


poi aggiunge : sunt etiam qu
nere quarto in loco adiciendam
tolte di peso dalla XIV colla
a dubitare della fonte a cui at
ch'egli non s'accorse di passar
verso.

Per Cassiano dunque la quadruplice divisione d


di Scete fu conosciuta in Occidente; ma poche trac
rilevano presso gli scrittori. Aldelmo (') e Beda (2) n
et dei Padri, Rabano che copia Beda (8) e Ange
copia Rabano (4) nella rinascita Carolingia, sono i s
presso i quali mi fu dato incontrarla prima del sec.
e perch un po' pi tardi presso gli Scolastici abbia
trato tanto favore da soppiantare interamente la ri
dipendere in parte da circostanze estrinseche, per e
diffusione delle collazioni di Cassiano nei monasteri de
ridissime riforme di Cluny e di Cistello. Ma creder
cisiva sia stata una ragione intrinseca ; e i dottori d
in ogni modo diedero prova di buon giudizio nel pr
sistema di Nesterote alla teoria trimembre del celebre
alessandrino. Infatti soltanto il primo, quale sopra f
era capace, nella rielaborazione scolastica, di acco
senso letterale i suoi diritti, il suo primato. E gli Scola
mancarono di riconoscerlo quel primato, in teoria e in
come vedremo quasi in esempio tipico, in Albert
S Alberto Magno ammette, secondo l'uso gi
nelle scuole, i quattro modi d'intendere la divina Scr
conforme al metodo essenzialmente scolastico, d u
ragioni di quella divisione ed assegna l'oggetto p
ognuno di quei sensi. Nell'oggetto del senso lettera
(*) De virginitate IV Prosa; PL 89, 106; Mon. Germ. hist. Auct.
ant. 15, 232.
(2) De tabernculo I, 6, PL 91, 410, spiegazione allegorica dei quattro
piedi della sacra mensa. Poco appresso (ivi 462) venendogli citato quel ver-
setto dell' Ecclesiaste: Funiculus triplex difficile rumpitur , ne fa applica-
zione all'altra distinzione di tre sensi; tanto l'abbracciare piuttosto l' una che
l'altra divisione poteva dipendere da circostanze diverse, e specialmente da
vari testi della Bibbia stessa.
(3) PL 108, 147; 109, 192.
(A) PL 115, 464.

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S. Alberto Magno e l'esegesi medievale 265

rico e del morale o tropologico tutti i teologi ed eseg


quel tempo convengono unanimi, e i termini stessi non la
luogo a diversit d'opinioni. Non cos nell'assegnare l'o
dei sensi allegorico ed anagogico, dove osservasi fra q
scrittori una bella variet di sentenze e d'espressioni. A
Magno ogniqualvolta ne parla, va costantemente coi v
Agostino di Dacia ; non si troveranno due autori di quei t
che si trovino tanto d'accordo. N l'accordo pu esser
tuito ; Alberto ed Agostino erano non soltanto contempor
ma hanno convissuto per qualche tempo insieme, probabil
a Colonia, dove Alberto insegn molti anni, ed Agostino e
trato nell'Ordine dei Predicatori. Posta la dipendenza d
dall'altro, non pu esser dubbio chi sia che d e chi riceve
berto il maestro ed Agostino il discepolo. Donde rilev
il grande Alberto non solo tenne la comune dottrina de
tro sensi, ma contribu non poco a definirla e propag
Per un'altra via anche migliore pu dirsi che il med
abbia contribuito al progresso dell'ermeneutica. Nel comm
al Io libro delle Sentenze, dove con maggior ampiezza il no
dottore tratta della presente materia, egli professa ch
il senso storico inteso e voluto dall'agiografo, dall'uomo
rato ; gli altri tre sono sovraggiunti dallo Spirito illumin
Se non erro, la prima volta che nella scuola si sente
ziare quest'idea, gravida di conseguenze. Ne consegu
l'altro, che l'esistenza di tali sensi aggiunti al letterale
pria solo dei libri divinamente inspirati, e che in tanto si
sono trovare nella Bibbia, in quanto Dio ispiratore ord
cose espresse dall'autore umano e le eleva a significare
volta altri oggetti (').

(A) Si noti bene questa motivazione, divenuta classica nelle scuole, e


poi si dica quanto vi possa essere di vero nella seguente grave affermazione :
Ueberwunden wurde das ganze dieser Methode zugrunde liegende Prinzip...
durch die Reformation mit ihrer neuen Erfassung des Gottesgedankes : der
offenbare Gott, der Vater Jesu Christi, konnte nur deutlich und einhellig
klar reden. Da gab es keinen geheimnisvollen Untersinn mehr (E. v. Dob-
schtz, in H arnack- Ehrung , p. 13). Che a Dio convenisse un parlar oscuro,
misterioso, fu detto da qualcuno nell'antichit cristiana, quando facevasi
ancora sentire la disciplina dell'arcano; ma la comune ed essenziale ragione
di ammettere nella Bibbia un senso pi profondo che il letterale, per i cat-
tolici fu ed tuttora la dottrina e la pratica degli Apostoli: 1 Cor. 10, 6. 11;
Gal. 4, 24 ; Hebr. 10, 1; 1 Pet. 3, 20; loh. 19, 36.

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266 P. A. Vaccari S. I.

Questa idea afferr il pi il


Magno, S. Tommaso di Aqu
ordinatrice, come suole, ne t
lucidit espressa nella Somma
ticolo 10, che per la sua sod
conquist le menti e divenne
Scuole. Di essa tre punti vann
apprezzare l'ermeneutica di q
di pi sensi nella Bibbia va
premo reggitore d'ogni cosa l'ha ispirata e per essa ha
parlato, tali sensi non sono propriamente che due: il senso
espresso con le parole o senso letterale, e il senso espresso
dalle cose narrate o senso spirituale. I sensi detti anago-
gico, allegorico, morale, non sono che suddivisioni del senso
spirituale o delle cose, e si distinguono solo per la variet
degli oggetti significati. Per ci stesso il senso spirituale si
fonda sul letterale e lo suppone come sua necessaria base.
L'Aquinate aggiunge (ci che non discende con la medesima
evidenza dai principii esposti), che soltanto dal senso letterale
pu trarsi valido argomento per una dimostrazione teologica.
Inoltre, dando maggior precisione e rilievo ad un principio
gi enunziato da S. Agostino, insegna che nessuna verit di
fede pu trovarsi nel senso spirituale, la quale dalla Bibbia me-
desima altrove non sia chiaramente palesata nel senso letterale.
Per tal modo non pu negarsi che al senso letterale siano
sufficientemente mantenuti i suoi diritti e confermata la pre-
minenza (').
(4) Del posto che ha il senso letterale nella teoria e nella pratica degli
Scolastici non si legge verbo nelle correnti storie dell'esegesi scritte da pro-
testanti : Rosenmller, Farrar, Gilbert. Qualche esempio d'allegoria preso alla
ventura da un'opera, genuina o spuria, dei principali autori, e poi alla lesta
tutto si butta nel cestino. Di tali mutilazioni e deformazioni d in copia,
last not least, H. Pr. Smith, Essays in Biblical Interpretation (London 1921).
Parlando di S. Tommaso scrive : His attitude towards Scripture is suffi-
ciently set forth in the opening chapter of his Summa, where he says : So
far as the things of the Old Law signify the things of the New Law etc. .
Sono parole tolte appunto dalla citata q. 1, art. 10; ma formano la seconda
parte del Respondeo , dove l'Angelico viene a suddistinguere il senso spiri-
tuale gi sopra opposto ai letterale. Di questo neppure il nome nello stralcio
dello Smith ; dopo di che, viene la conclusione : The passage make clear
that in this, as in other respects, the Saint adopts the current theory of a
threefold sense (sic! pag. 66). Ogni commento guasterebbe.

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S. Alberto Magno e l'esegesi medievale 267

S. Alberto Magno non svolge la teoria dei sensi scr


rali quanto il suo grande discepolo; ma tanto pi effi
mente mostr in pratica di avere uguali sentimenti. F
qui subito un'osservazione che avremo poi a meglio co
mare ed illustrare. N Alberto Magno n l'Aquinate n
commenti alla S. Scrittura hanno mai applicato il siste
quattro sensi, contenti di ricordare di quando in quando,
il letterale, or l'uno or l'altro, per lo pi il morale. An
quell'et, che tanto amava tutto ridurre a sistema, poc
esempio Ugone di Saint Cher e S. Bonaventura, han
deliberata costanza commentata la Scrittura secondo vari
sensi; ma secondo tutti e quattro, nessuno; il sistema nella
sua integrit non fu mai applicato. La ragione che, come
proprio della Scolastica in genere riannodarsi alla tradizione
dei Padri e sopra la sostanza delle dottrine tramandate eri-
gere un sistema scientifico, cos anche in questo punto del-
l'ermeneutica, la dottrina dei quattro sensi della Bibbia fu
ritenuta per forza di tradizione pi che per convinzione o per
bisognose con la spiegazione datane, si pose un argine a
prevenire gli inconvenienti che da una falsa interpretazione o
mala applicazione potevano seguire.
Sarebbe ingiustizia non segnalare qui, a proposito dei
sensi scritturistici, un altro insigne merito dell'ermeneutica
scolastica: l'aver definitivamente assegnato al senso lette-
rale il linguaggio figurato; in altri termini, aver nettamente
proclamato, che il senso letterale pu essere tanto proprio
quanto improprio o traslato ('). Questo ora da secoli un
principio elementare dell'ermeneutica biblica ; ma non era cos
nel tempo antico. Non solo Origene facevasi forte dell'uso di
metafore, antropomorfismi ecc. nella Scrittura per inculcare
la necessit dell' interpretazione allegorica ; ma persino gli
Antiocheni la loro historia circoscrivevano al senso proprio,
affidando il traslato alla tropologia (2). Per S. Agostino tutti

(*) Chiarissimo al solito e nella sua brevit completo S. Tommaso Somma


art. cit. ad 3, e in Gal. IV lect. 7 versus finem.
(2) Cos espressamente Diodoro di Tarso nella succosa dissertazione
introduttoria pubblicata da L. Maries in Rech . de se. rei . 9 (1919), 90. 92.
La medesima dottrina suppone il Grisostomo quando distingue tutti i detti
della Scrittura in tre classi: proprii, traslati (metafore, allegorie) e misti
(tipi) ; cf. PG 55, 126 208 Secondo Junilio Africano, ultima eco della scuola

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268 P. A. Vaccari S. I.

i figurate dicta , siano fig


formano insieme un genere
rolamo fra i Padri nella litt
tutto il senso, sia proprio s
lastici nel seguir lui in que
Padri, di nuovo hanno dato
trazione.

2. - Lo studio del senso letterale

A volgere una speciale cura al senso letterale spingeva


i commentatori del sec. XIII due caratteristiche dell'eseges
quel tempo, una appartenente all'invenzione, l'altra all'es
sizione della materia. Strumento utilissimo d'invenzione era il
metodo, novellamente introdotto nelle scuole, di distinguere
il testo in parti logiche e poi ancora dividere e suddividere
sino agli ultimi elementi. Tale arte, da quei ragionatori ch'erano
gli Scolastici sovente spinta all'eccesso, non direi che fosse
adattata unicamente alla ricerca del senso letterale ; ma certo
a quello principalmente serviva (). In ogni caso va rilevata
antiochena, ogni figurata locutio aliud sonans, aliud sentiens > appartiene
alla proverbialis dictio in quanto distinta dalla historia {De partibus
divinae legis I, 2. 5; PL 68, 16. 18).
(0 De Gen. ad lit. VIII in. PL 34, 372; Sermo 89, 4 PL 38, 556.
(2) Tal metodo in troppa stretta armonia con le generali tendenze dia-
lettiche di quel tempo, perch non si debba appunto in quelle tendenze
vedere la principal forza motrice di quel sistema esegetico : ma il primo im-
pulso ed esempio mi sembra sia venuto dal commento di Cassiodoro ai
Salmi con la Divisio p salmi da lui introdotta e applicata costantemente a
tutto il saltero, oltre non pochi altri elementi retorici e dialettici seminati a
profusione in quel commento, attinto del resto a S. Agostino. Il passaggio
dalla semplice analisi di Cassiodoro alla pi complicata della matura Scola-
stica si vede chiaro in Pietro Lombardo, che nella sua Glossa ai Salmi,
adottando ad ogni salmo la divisio del Senatore vi sovrappone la sua distin-
zione di materia , intentio , modus in ogni salmo. Perci non intendo bene
come di questo commento del Lombardo possa scrivere Mns. G. Lacombe,
Les uvres de Prvostin, Kain 1928, I, p. 115: son ouvrage n'a rien
d'original >. In tutto ci che scrive il ch. critico intorno alle origini del
commento esegetico medievale (p. 114 seg.) mi sembra abbia badato alla
pasta, diciam cos, come tolta dai Padri, senza far attenzione al lievito
introdottovi dai primi scolastici, che, poco da principio per quantit, con-
tribu pur molto, per qualit, alla maturazione dell'esegesi propriamente
scolastica.

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S. Alberto Magno e l'esegesi medievale 269

l'importanza che avevano le distinzioni nell'esegesi scol


per apprezzare in tutto il suo valore questo principio c
berto Magno professa, ad esempio sul cominciare d
commento alle Lamentazioni di Geremia: Nos de divisio-
nibus quae ex littera trahi non possunt, consuevimus non cu-
rare (4).
Quanto all'esposizione, la Postilla era il nuovo genere
introdotto al sec- XIII propriamente in aggiunta e supplemento
della Glossa , la quale era sorta al sec. XII e tosto divenuta
il testo, la auctoritas come dicevasi, nelle scuole. Da questo
primo scopo di supplire quanto mancava alla Glossa ne ve-
niva che, siccome appunto il senso letterale era nella Glossa
il pi trascurato, cos nella Postilla dei buoni commentatori
avesse almeno un largo posto, una parte prominente. Quindi
il nostro Alberto nel corso delle sue Postille avverte pi volte
ch'egli si attiene alla spiegazione letterale e per quelle d'altro
genere, allegoriche o mistiche, rimanda alla Glossa. Cos in
Lue. 9, 14 nel racconto della moltiplicazione dei pani: My-
stice dicit Glossa quod per quinqu millia significantur illi qui
in saeculari habitu ad/mc existentes quinqu sensius bene uti
consueverunt... Sed taliter exponer e facile est, et habetur in
Glossa. Nos autem litterae insistimus (s). Al capo 15 del me-
desimo Vangelo osserva giustamente che le tre parabole
(pecora smarrita, dramma perduta, figliuol prodigo) conver-
gono in un comune ammaestramento sull'accoglienza da fare
al peccatore pentito. Nella terza, la pi ampia e commovente,
ostenditur (dice) quam benigne peccator ad poenitentiam
rediens est suscipiendus et quam large et quam magnifice et
quam honeste exhibendus et pertractandus ; quod est contra
Pharisaeorum et Scribarum avaritiam... Hoc ergo generaliter
intenditur in hac parabola, sicut patet cuilibet; quamvis alle-
gorice de Gentili et Iudaeo in Glossis exponatur. Primant erga
nos prosequimur expositionem (la letterale); et tandem etiam
de ultima, quantum sufficit, mentionem faciemus (*).
Certo poche sono le postille o i commenti del medio evo
che di proposito si restringano al solo senso letterale; e quelle

(1) Op. XVIII, 250.


(*) XXII, 629.
(3) Op. XXIII, 292.

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270 P. A. Vaccari S. I.

di Alberto Magno abbondano


di quell'et, e in particolar
stava a cuore che si accopp
pratica, perch nel commenta
pura esegesi scientifica ; e
letteratura di quei templ. M
applicazione che propriament
seconda linea (') ; la predilez
a far rigettare nell'ombra o
o l'anagoge mistica. Perci
esprime positiva avversione a
Per es. in Marco 9 26 ss. :
sunt determinata. Haec autem
quia haec fidem catholicam s
exponere non audemus (*) ;
senta sufficiente istruzione,
Questo principio l'applica
al senso morale : Quae de p
(cos conchiude il commento
ad aliam trahenda exposition
dopo la spiegazione letteral
schiarimenti valgono per il s
communis est ad litteralem e
Omnes auctoritates super li
etiam ad sensum morlem
chiara e immediata dalla le
cerca di pi altre spiegazion
stare la sostanza. Sul raccon

(l) Quindi con serena oggettivit


scrive a proposito del commento d
pure il grande dottore d al sens
nei Vangeli) : Praktisch bildet der
lichste Objekt der Auslegung, neb
als gleichberechtigtes und regelms
wohl tropologische Deutungen nich
Joel und ihre Ausleger , p. 369). M
non ci si rimproverer di sfondare
(2) Op. XXI, 860.
(3) Op. XIX, 312.
(4) Op. XIX, 83.
(*) Op. XXI, 253.

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S. Alberto Magno e l'esegesi medievale 271

lagrime di S. Pietro egli scrive: Haec omnia moralit


poni possent; sed mihi videtur quod animum a pietate fid
strabere non sit titile et ideo tales praeterimus expositione
In qual conto Alberto Magno tenga il senso letterale
Scrittura si fa pur manifesto nei molti luoghi dove qu
gione di preferire una fra varie interpretazioni date
che essa letterale o pi conforme alla lettera, per rig
un'altra adduce ch'essa non letterale: per es. in Io
haec expositio Chrysostomi et est vera et litteralis.
stini autem et Bedae expositiones sunt istae etc. (*);
contrario in Matth. 5, 23: quod habet 1 adversum t
tu adversus illum, et sic tu fuisti causa... Chrysostomus t
legit hoc indifferenter et inconsideranter quis causam od
divisionis dederit. Sed primutn magis est secundum litter
secundum rationem; et est Augustini (3). Come si v
ragione decisiva della preferenza non l'autorit dei
per quanto grande, ma la lettera del testo sacro. In Lue
sul movente dell'interrogazione di Giovanni reca tre d
opinioni e poi conchiude. Prima est sententia Chryso
et haec est veritas litterae-, secundum illam ergo litteram
nemus, alias relinquentes (4). Poco pi sotto in Lue. 7
una esposizione adottata nella Glossa obbietta : Sed ha
est expositio litteralis-, prior autem litteralis est (5), que
che Alberto d per conto suo. Ancora in Lue. 22, 18 :
neratione vitis scilicet huius, de qua conficitur hoc f
sacramentum... Tamen quaedam Glossae exponunt hoc
gorice, quod vitis sit Iudaea... Et alia Glossa exponit de
talitate humanae naturae... Sed prima expositio est littera
vera (6). Ecco infine qualche esempio rispetto al senso m
in Zach. 9, 1 : requiei eius , id est oneris... Quaedam
dicit requiei eius, hoc est Dei ; sed moralis est (7) ; e pi
in Matt. 8, 16: eiciebat spiritus... Nec est verum quod qu

(l) Op. XXI, 723. In Marc. 14, 66-72.


(2) Op. XXIV, 122.
(s) Op. XX, 191.
() Op. XXII, 481.
() Ivi 490.
(6) Op. XXIII, 667. Altri esempi reca il P. Vost in Angelicum 1932
p. 257.
(7) Op. XIX, 569.

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272 P. A. Vaccari S. I.

dicunt eum (Iesum) hie osten


ritum humanum ; eo quod G
sionibus animae, quae sunt
moralis ('). Pi forte anc
scrive della spada che Ges
provvedersi a tempo opport
de gladio spiritus, qui est ve
iste non est intellectus litte
s. Dottore d pur chiaro a
probativo se non al senso let
segnato dal suo discepolo, l'

( Continua )
P. A. Vaccari S. I.

(l) Op. XX, 395. Vedasi anche XIX, 95; XXI, 478. 606; XXIII, 313.
604; XXIV, 638.
(2) Op. XXIII, 688. Non toglie valore a queste parole il fatto che il
senso da Alberto ritenuto per letterale il simbolico delle due potest, spi-
rituale e temporale, secondo l'opinione allora comune. Il movimento verso
un'interpretazione veramente letterale di questo luogo s'inizi alcuni decenni
dopo la morte del nostro S. Dottore ; sta in prima linea per acume e vigor
di linguaggio il sommo poeta cristiano Dante Alighieri De Monarchia 3, 9.
Cf. J. Leclbr, L'argument des deux glaives in Rech, de sc. rei. 21 (1931),
324; 22 (1932) 157.

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