A Florence On Raconte

Alessio Delfino
à f l o r e n c e o n r a c o n t e
des femmes 2001-2003
Alessio Delfino
à f l o r e n c e o n r a c o n t e
11 ottobre - 8 novembre 2003
Caffè Storico Letterario
Giubbe Rosse
Piazza della Repubblica
Firenze
a Cristina
Alessio Delfino con il contributo di:
“à florence on raconte”
Caffè Storico Letterario Giubbe Rosse

Piazza della Repubblica - Firenze
11 ottobre - 8 novembre 2003
Mostra a cura di:

Salvatore Galliani
Testo di:
Nicola Angerame
Ringraziamenti:
Progetto grafico: Raffaella Costamagna Fresia
Delfino&Enrile Advertising - Savona Roberto Fresia
Oreste Gagliardi
Stampa: Virginio Magni
Mediaprint - Milano Tiziano Pecchioli
Marta Picone
Finito di stampare: Marco Renieri
ottobre 2003 Fiorenzo Smalzi
Giubbe Rosse
Il Caffè “Giubbe Rosse” è tra i più famosi Ma personaggi come Marinetti, Papini,
ritrovi letterari italiani e stranieri. All’ini- Prezzolini, Campana, Gadda, Boccioni,
zio del’900 come Birreria dei fratelli Rei- Montale e moltissimi altri, in differenti
ninghaus ed in seguito con l’attuale nome epoche e situazioni culturali, hanno fatto
derivato dal colore delle giubbe dei came- delle “Giubbe Rosse” un crocevia della sto-
rieri, all’uso viennese, ha ospitato le sta- ria letteraria del’900.
gioni del Futurismo e delle successive ten- Anche gli ospiti in questi ultimi anni non
denze. Le diverse avanguardie fiorentine sono stati pochi: Italo Svevo, Umberto
hanno preso posto, come loro quartier ge- Saba, Valery Larbaud, Neumann, Quasimo-
nerale, proprio in Piazza Vittorio, nelle mi- do, Aldo Palazzeschi, Dylon Thomas, Ezra
tiche Sale del caffè delle “Giubbe Rosse”: Pound... Tutta Italia, e non solo, insomma,
più di un caffè, le prime due sale avevano gira di qua. Ma anche attualmente conti-
l’aspetto di un circolo di letteratura. Le fa- nuano gli incontri letterari alle “Giubbe
mose riviste “La Voce”, “Lacerba” (fonda- Rosse” frequentati da artisti e intellettuali
ta nel 1913 nella mitica terza saletta), “So- di ogni tendenza, che fanno di questo Caffè
laria” (fondata nei tavolini di questo caffè Letterario un portofranco della cultura
nel 1926 da tre giovani studenti, Alberto e dell’arte. Esempi sono la serata a tema
Carocci, Giansiro Ferrata e Leo Ferrero) organzzata nel 1991 su “La guerra non
ed altre anche recenti, devono qualcosa a è l’igiene del mondo”, capovolgendo la
questo Caffè, dove poeti, artisti ed intel- nota frase dei futuristi, o la catena di libre-
lettuali si sono confrontati e scontrati. Sa- rie col nome “Giubbe Rosse”, fondata in
rebbe lungo e forse impossibile ricordare collaborazione con la Cooperativa Italiana
tutti coloro he vissero il periodo esaltante Librai. Le “Giubbe Rosse” restano nella
della loro giovinezza artistica tra i tavolini storia della cultura italiana un laboratorio
del Caffè di Piazza Vittorio. di pensiero, di progetti e di passioni.
Alessio Delfino
Si può ancora fotografare la donna senza inedite. Di meno, perché è una fotografia
operare un’ennesima mistificazione pub- che non “vuole dire”, non vuole innescare
blicitaria? il desiderio nei confronti di ciò che ritrae;
Alessio Delfino si è posto il problema che piuttosto lo sublima. Sono corpi senza
concerne questa seduzione da società del- espressione perché sono acefali.
lo spettacolo, rispondendo con diverse se- Le immagini di Delfino innescano lo spet-
rie fotografiche che trattano il nudo ma tacolo di un corpo-universo. Anche se rea-
negano l’erotismo. Il suo nudo è nudo: si lizzati nel medesimo ambiente (lo studio),
getta sulla pelle, sui lembi, sui pori e sui con il medesimo stile e luminosità, gli scat-
peli, su zone d’ombra e su segrete visio- ti assumono plasticità differenti. Nella ri-
ni, indagando con teleobiettivi le mistiche cerca che pone il corpo nudo sotto la lente
pieghe del corpo. d’ingrandimento della macchina fotogra-
Gli innumerevoli scatti eseguiti in studio fica può capitare che il linguaggio slitti da
sulle sue “modelle” si dispongono come figurativo a puramente astratto.
una Storia della Pelle, delle sue linee invi- La donna-paesaggio, la donna-frammento
sibili ad occhio nudo, delle sue profondità cosmico, la donna-linea di luce sono tut-
e candori inattingibili dal comune senso te parti di quella conturbante donna Nar-
della vista. ciso in cerca di sé che Delfino “mette in
Ogni corpo è singolare, individuale, parti- studio”. Quello che ottiene sono brani di
colare: nelle foto di Delfino questo si per- pelli, frammenti opachi che tengono in-
cepisce meglio che altrove. sieme il corpo e che ne rappresentano lo
La sua fotografia è molto di più ed è mol- specchio, la membrana impenetrabile e la
to di meno di una fotografia erotica. Di superficie ineffabile. La storia di un cor-
più, perché la sua è una ricerca di forme po si legge sulla sua pelle, su quel tessuto
pure, di pieghe nascoste e di angolazioni tramato fittissimo che ormai la macchina
fotografica può vedere meglio dell’occhio. macchina fotografica supera le prestazioni
Delfino lavora con la luce, come uno scul- biologicamente limitate dell’occhio.
tore con lo scalpello. Padrone assoluto del Le immagini di Delfino vogliono essere in
set fotografico, si pone di fronte al corpo realtà una critica all’attuale “sistema della
come uno scultore di fronte alla materia bellezza”, dettato dalla moda e dalla pub-
grezza. Con gli scatti inizia a sbozzare, a blicità. Il fotografo cerca sul corpo in mo-
far distendere la sua “materia” fino al rag- vimento una forma che possa pretendere
giungimento del gradiente termico neces- una vita propria. Fotografare la realtà vuol
sario perché l’atmosfera divenga magica e dire per Delfino trovare un corpo amico
l’occhio, la macchina e il corpo si fondano a cui potersi avvicinare con il senso della
in una danza i cui fotogrammi testimonia- scoperta di uno sguardo che non sa quello
no la versatile e vorticosa cadenza. che trova.
Ed in questa ricerca compaiono le donne-
paesaggio, i cui seni sembrano vulcani e Nicola Angerame
i glutei colline; le donne-astrazione fatte
ormai di fili di luce stagliati contro il buio
più fitto; le donne-macro i cui peli somi-
gliano a campi di grano o praterie.
Le donne di Delfino sono una contesta-
zione all’ideale standard di bellezza: le
sue modelle, anche se verrebbero scartate
dalla fotografia di moda che detta i nuovi
canoni della bellezza, sono persone di cui
il fotografo intuisce una segreta bellezza.
La Storia della pelle è un progetto di storia
naturale che può farsi grazie al fatto che la
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1. Des Femmes #24 19. Des Femmes #42
2001 - Stampa Lambda - cm 40x40 2003 - Stampa Lambda - cm 40x26
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