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S
egnatevi questi
nomi: Roberto ALLA SPESA PER IL 50%,
Calvi, Carlo Pe-
MA È SOLO UN PRESTITO
CHE LO STATO RIFONDERÀ.
senti, Umberto E LE CIFRE FINALI SONO
Ortolani, Raul Gardini, ANCORA SCONOSCIUTE
Lorenzo Panzavolta. No- COME I TEMPI DEI LAVORI
mi che ricorrono nei più
grandi misteri italiani, cui
bisogna aggiungere quel-
lo di Licio Gelli, l’ideato-
re del “Piano di rinascita
democratica” dell’Italia
cui Silvio Berlusconi sta
dando attuazione. Nomi
dell’imprenditoria e della
finanza italiana passata e
attuale che – in una conca-
tenazione impressionante
di interessi economici e
avvenimenti – il giornali-
sta Antonio Mazzeo, nel
suo libro ancora inedito “I
padrini del ponte”, mette
P2 a prenderlo in custodia e che,
qualche mese dopo, Pesenti – la Dalle mani della P2
in relazione alla costru-
cui ambizione sarebbe stata quel-
la di acquisire maggior peso all’in- sul primo accordo del ’79
zione del collegamento
stabile dello Stretto. Un
terno del suo gruppo imprendito-
riale – fu nominato consigliere di a quelle di Impregilo:
mistero anche questo,
amministrazione della Centrale,
una finanziaria controllata dal tutti i nomi della lobby
non foss’altro perché non
si capisce con quali soldi si
Banco Ambrosiano presieduto da
Calvi. La ricostruzione di Mazzeo per la “grande opera”
dovrebbe fare e su che basi
vede quell’accordo come punto di
partenza dell’exploit della famiglia sullo Stretto di Messina
poggerebbe. Pesenti: «Affari su affari – scrive – Ma aveva ragione Pesenti,almeno dal punto di vista Una veduta
Mazzeo parte da un accordo che sono continuati anche dopo la dei suoi affari personali: a distanza di oltre trent’anni
il figlio Giampiero, in qualità di presidente di Italmo-
dello Stretto
di Messina
per la costruzione del Ponte, si- scomparsa dell’anziano industria- biliare, è nel consiglio di amministrazione della Pirelli visto dal
glato nel 1979 dal banchiere Ro- le, principalmente grazie a figlio e di Marco Tronchetti Provera, di cui sono azioniste le
famiglie Benetton e Ligresti, socie anche di Impregilo.
versante
siciliano
berto Calvi e dall’ex presidente di nipote». Che senza troppa fatica – con un ribasso stratosferico
C’è di tutto negli affari della famiglia Pesenti: rispetto alla base d’asta e grazie al fatto che tutte le
Italcementi, Carlo Pesenti (i cui dalle cementerie alle banche, dalle società di distri- concorrenti straniere si erano ritirate – nell’ottobre del
affari sono ora in mano agli eredi): buzione del gas alla produzione di energia elettrica.
Fino all’editoria: Italmobiliare – società finanziaria
2005 si è aggiudicata la gara d’appalto come general
contractor incaricato di progettare e costruire il ponte.
un’intesa, secondo le ammissioni della famiglia – è «uno dei maggiori azionisti di Rcs Impregilo: quella della storia infinita e sgangherata
di Calvi, sostenuta da MediaGroup», ma – aggiunge il che chiamano autostrada Salerno-Reggio Calabria e
giornalista – «nelle mani della fa- quella che ha costruito l’ospedale dell’Aquila, sbricio-
Umberto Ortolani e Ci sono strane “coinci-
denze” sulla scelta della miglia lombarda c’è poi il 33% del latosi nel terremoto dell’aprile scorso.
da Licio Gelli e «as- commissione che ha asse- pacchetto azionario della Ses, la Esito già deciso, quello della gara, come testimo-
società editrice della Gazzetta del nia una telefonata intercettata qualche giorno prima
sunta – in base alle gnato il contratto generale
dell’appalto: un valzer di Sud, il maggiore organo d’infor- dell’aggiudicazione dalla procura di
parole del finanziere personaggi fittamente col- mazione in Calabria e nel messi- Monza che stava inda-
nese, diretto da oltre quarant’anni gando la società di Sesto
– sotto l’egida della legati tra loro da interessi da Nino Calarco, il presidente San Giovanni per falso in
Gran loggia madre economici e finanziari onorario della Stretto di Messina bilancio e false comuni-
Spa. Alla Ses fanno riferimento cazioni sociali. Al telefono, da un lato c’era
di Londra». Calvi buona parte delle reti radiotelevisive locali che, con la Paolo Savona, ex presidente della società, dall’altro
spiegava che l’accordo era stato Gazzetta del Sud e la “cugina” La Sicilia di Catania, l’economista Carlo Pelanda, al tempo consulente del
ministro messinese della Difesa, Antonio Martino, ed
firmato anche dai due esponenti fanno da vere e proprie portavoce della lobby del Pon-
te». E qui il cerchio si chiude. Quelle quote azionarie editorialista dei giornali di Berlusconi. «La gara per il
massonici per dargli un «alone di Pesenti le aveva comprate nel 1976 da Uberto Bonino, Ponte sullo Stretto la vincerà Impregilo», informava
della Gazzetta, che non riteneva l’affare del Pelanda che, a sostegno della sua tesi, aggiungeva di
sacralità», che poi fu il capo della fondatore
Ponte «una cosa seria». averlo saputo dal senatore di Forza Italia Marcello
l’inchiesta Giovedì 4 Giugno 2009 15
Il Ponte
s’ha da fare...
Dell’Utri, di cui era amico al punto da avere presieduto
l’associazione “Il Buongoverno”, fondata dall’esponen-
a tutti i costi
era stato dal 1995 al 1998 presidente di Coinfra, la
società dell’Iri che aveva partecipato come fornitore
vori pubblici per l’advisor sul progetto di attraversa-
mento stabile dello Stretto di Messina» per quanto ri-
te forzista. «In verità – afferma Mazzeo in un’altra sua alla realizzazione in Danimarca dello Storebelt Brid- guardava gli aspetti ambientali, territoriali-urbanistici,
pubblicazione – le premesse per una vittoria d’Impre- ge, insieme a Cowi, collaborando direttamente con il trasportistici e di fattibilità economica.
gilo c’erano tutte. Basti pensare ai conflitti d’interesse professionista danese». Difficile districarsi in questo Mazzeo va avanti a lungo, facendo nomi su no-
che avevano turbato l’intero iter di gara». groviglio. Che però non è finito. Fra le presenze inop- mi di professionisti chiamati a far parte del cda della
E qui comincia un elenco interminabile di coinci- portune nella commissione aggiudicatrice della gara Stretto di Messina Spa che dimostrerebbero «più di
denze. Come quelle che riguardano la «composizione per il general contractor c’era pure quella di Francesco un feeling con il colosso delle costruzioni di Sesto San
della Commissione nominata dalla Stretto di Messina Karrer, urbanista e «consulente della Società italiana Giovanni»: Francesco Paolo Mattioli, ex manager Fiat
Spa per valutare le offerte e disporre l’aggiudicazione per il traforo del Monte Bianco (...) in mano per il (e in questo ruolo arrestato nel 1993 nell’ambito di
della gara»: dell’organismo faceva parte l’ingegnere da- 51% alla finanziaria della famiglia Benetton, salda- un’inchiesta su fondi destinati a tangenti da pagare
nese Niels J. Gimsing, che dal 1986 al 1993 era stato mente presente in Autostrade Spa e nel consorzio a Dc e Psi) e Cogefar-Impresit, che ora si chiama
anche membro della commissione internazionale di Igli-Impregilo», che era stato anche consulente della Impregilo; Carlo Angelici, preside della facoltà di
esperti per la valutazione del progetto di massima del Società Stretto di Messina Spa per Giurisprudenza alla Sapienza di Roma e consiglie-
Ponte sullo Stretto. Gimsing – ricorda il giornalista gli aspetti riguardanti «la gestione La stima dei costi è fer- re di amministrazione di diverse società afferenti alla
– era stato anche consulente per la progettazione di degli studi ambientali connessi al- ma al 2000-2002, ma nel famiglia Benetton; Gaetana Gelico, componente del
gara e la supervisione lavori per la costruzione in Da- la realizzazione dell’opera», e nel frattempo il prezzo delle collegio sindacale della concessionaria dei lavori nello
nimarca del ponte Storebelt, «progettato dalla società cui curriculum bisogna inserire materie prime è raddop- Stretto e a un tempo sindaco di Autostrade-Benetton;
di consulenza Cowi di Copenaghen, a cui il raggrup- l’incarico da parte dell’Istituto su- piato un paio di volte e e poi ancora altre società che – ricorda l’autore de I
pamento temporaneo d’imprese guidato da Impregilo periore dei trasporti a coordinare per realizzare il progetto padrini del Ponte – hanno concorso su fronti opposti
aveva affidato in esclusiva l’elaborazione progettuale «lo studio della “opzione zero” occorrono molto più dei 6 ai differenti bandi di gara per la costruzione dell’ope-
del Ponte di Messina». Tutto si tiene. nell’ambito del Sia del progetto di anni previsti ra, dalla Società italiana per condotte d’acque (che era
Tutto e molto altro ancora, in una specie di infinita attraversamento stabile»; «il ruolo nell’associazione temporanea d’imprese per il general
catena di Sant’Antonio. Che continua con lo studio di componente della commissio- contractor) alla società autostradale Satap Spa, con-
d’ingegneria Buckland & Taylor Ltd. di Vancouver, ne per l’aggiudicazione dei servizi relativi allo studio trollata dalla Argos, una finanziaria di cui è azionista
altro progettista del Ponte sullo Stretto, membro del d’impatto ambientale» e di un pool incaricato di va- Igli-Impregilo.
Cowi Group di cui Gimsing era consulente. Lo stes- lutare «gli effetti di valorizzazione e riorganizzazione Coincidenze che portano Mazzeo a una conclu-
so Gimsing che, secondo Mazzeo, «avrebbe dovuto territoriale a seguito della realizzazione del Ponte sullo sione: adesso che i prezzi di ferro e acciaio sono lievi-
astenersi dal partecipare alla commissione di gara per Stretto»; l’aggiudicazione «in associazione con l’Uni- tati e che il governo Berlusconi ha rimesso in moto la
il general contractor, anche perché l’allora amministra- versità Bocconi, PriceWaterhouse e Net Engineering, macchina, «uno dei prossimi maggiori impegni della
tore delegato della società Impregilo, Alberto Lina, della gara internazionale indetta dal ministero dei La- SEGUE A PAGINA 16
16 Giovedì 4 Giugno 2009 l’inchiesta
Calcolando tutti
i costi, il Ponte
non conviene
né per le merci
né per le persone
SEGUE DA PAGINA 15
Stretto Spa sarà quello di ritoccare l’ammontare del
contratto sottoscritto da Impregilo & socie» e ipo-
tizza che «alla fine, per comodità» si vedranno tutti
a Roma, al numero 68 di piazza Cola di Rienzo, cioè
nella sede dell’Istituto grandi infrastrutture che riuni-
sce i maggiori costruttori di opere pubbliche. Anche
perché, secondo Mazzeo, ci sarà pure qualcos’altro da
rivedere: «Altre voci di spesa potrebbero essere state
sottostimate in fase di pre-progettazione». Cosa di cui
non dubita Guido Signorino, docente di Economia
applicata nella facoltà di Scienze politiche di Mes-
sina, che boccia senza appello il progetto del Ponte.
Lui – e ci tiene a precisarlo – è uno di quelli che non
erano pregiudizialmente contrari a quest’opera, e ri-
corda di essersi scontrato con il proprio padre che a
Messina è un esponente di Italia nostra. Poi ha visto
le carte e dice che «se le fondazio-
ni geologiche sono simili a quelle
economiche, è una follia: non sta in
piedi». L’economista parte da una
considerazione talmente semplice
da apparire banale: un’opera del
genere si costruisce e si spendono
tanti soldi perché «serva al siste-
ma di trasporti in cui si inseri-
sce». E ricorda che l’opera «viene
propagandata come la conclusione dell’asse Berlino-
Palermo», ma non serve per le merci e non serve per i
passeggeri. Per le prime, facendo il rapporto fra costi
di carico e costi di percorrenza, le ferrovie (la parte
centrale del Ponte) possono andare bene per le «di-
stanze intermedie», mentre per quelle lunghe è più
economico il trasporto via mare. Chiarisce: «Arriva-
re oltre Roma o Firenze con il ponte presenta meno
vantaggi che raggiungere Livorno o Genova con la
nave. Tanto che nel 2001, nel corso di un’audizione
davanti al ministro Lunardi, imprese, banche e co-
struttori, dissero che c’era un rischio forte legato alle
stime di attraversamento». Stime, basate su «dati non
realistici» e senza alcun fondamento, che riguardano Spa, che impiega soldi pubblici, ci mette in partenza siciliano le fasi di picco occupazionale saranno di non
anche i passeggeri: secondo la Stretto di Messina Spa il 40%, poi ci aggiunge il 50% anticipato dai privati più di 3.000 occupati, di cui 1.200 provenienti da altre
il flusso dovrebbe essere crescente, mentre è evidente e così arriviamo al 90%. «Non è vero – ribadisce Si- parti d’Italia; e sul lato calabrese le fasi di
da anni, e soprattutto dall’exploit delle compagnie low- gnorino – che i soldi dei contribuenti non picco saranno di
cost, che chi deve fare lunghi viaggi prende l’aereo e, saranno toccati, perché il capitale 2.000 lavoratori,
quanto ai pendolari, non si vede perché dovrebbero sociale della Stretto di Messina è di cui 700 da
fare la circumnavigazione della terra – perdendo ore costituito con i soldi dei contri- altre regioni».
in macchina – per immettersi sul Ponte da Messina buenti». In pratica, quello dei pri- Aggiunge: «E’
e poi per uscirne e raggiungere Villa San Giovanni, vati non sarà un investimento ma praticamente impossibile che le
quando possono farlo in una ventina di minuti con «un prestito». E alla fine, se i flussi di traffico non fasi di cantiere possano generare occupazione indot-
il traghetto. saranno remunerativi, allo scadere della concessione lo ta per 35.000 lavoratori, mentre a regime la relazione
Proprio questa valutazione fa crollare tutto l’im- Stato la svenderà. dell’advisor governativo stimava nel 2001 una perdita
pianto come un castello di carte. Perché da questa Signorino è ancora più esplicito: «Il progetto di netta di 764 posti di lavoro, mentre la realizzazione
ne discende un’altra: e cioè che il ponte non si po- per sé non è buono sotto il profilo economico per di un sitema multimodale (trani o autovetture più
trà ripagare in trent’anni, come si è fatto credere, ma elementi di imprecisione grave: al limite dell’errore». traghetti) avrebbe generato un incremento occupa-
«secondo stime ottimistiche» fra cinquanta o sessan- Aggiunge che «l’analisi costi/benefici è fatta male tec- zionale di 1.100 posti di lavoro rispetto allo scenario-
ta. Il che vuol dire non solo che nessun privato sarà nicamente». Perché non tiene conto del «costo sociale ponte: 5/6mila posti di lavoro a “termine”, dunque».
disposto a investire ma che quest’opera inutile sarà nel suo insieme», che vuol dire anche l’usura di auto, Tutto ciò spendendo cifre miliardarie che, impiegate
pagata dagli italiani. Per Signorino, è «un grande in- motori e pneumatici, lo spreco di nella prevenzione antisismica, per Signorino pro-
ganno» dire che lo Stato non ci metterà un centesimo, benzina, «non valuta in maniera Per Guido Signorino, do- durrebbero un’occupazione dieci volte maggiore. C’è
«perché il piano finanziario prevede che il costo della corretta le extrapercorrenze del cente di economia, «l’analisi un’altra ragione che gli fa dire che il piano economico
costruzione gravi per il 40% sulla società Stretto di ponte rispetto alle vie alternative». costi/benefici è stata fatta non è credibile: la stima dei costi infatti è ferma al
Messina Spa, in parte, e al massimo per un 10% su Perché il Ponte non è solo quei male» perché «il Ponte non 2000-2002, ma negli anni il costo dell’acciaio (materia
un finanziamento dell’Unione europea, e tutto il resto 3,3 chilometri dell’opera, ma i 40 è solo i 3,3 km dell’opera, prima principale) «è raddoppiato almeno un paio di
sui privati. Ma i privati come? Assumendosi il rischio che in auto o in ferrovia bisogna ma i 40 che in macchina o volte: se l’attuale crisi ha calmierato il costo di questo
di impresa o in altro modo? In altro modo: perché percorrere per raggiungerlo. Nel col treno bisogna percorrere materiale, quando le fasi preliminari (progettazione,
non partecipano al capitale di rischio, ma acquistano piano economico dell’opera «il per raggiungerlo» approvazione, espropri, raggiungimento di un livello
obbligazioni stampate dalla Stretto di Messina Spa. calcolo delle extrapercorrenze – di finanziamento adeguato) saranno completate, l’eco-
Non c’è nessun rischio diretto, ma un rischio indiretto spiega l’economista – non appare nomia mondiale avrà ripreso a marciare e la domanda
che fra trent’anni sarà garantito dallo Stato: finirà che congruo». di materie prime di Cina e India avrà riportato in alto
le banche piazzeranno non più titoli Goldman Sachs, Per non parlare del grande bluff occupazionale: il il prezzo mondiale dell’acciaio».
ma obbligazioni della Stretto di Messina, e potranno ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, parla di qua- Poi c’è la follia dei tempi di realizzazione. Ci rac-
farlo perché, quando scadrà la concessione, lo Stato si rantamila posti di lavoro e non si è accorto che persino contano che lo faranno in sei anni e mezzo, ma per
è già impegnato a ripagare quasi il 50%, e cioè l’equiva- la Stretto di Messina Spa, che prima dava gli stessi Signorino occorrerà almeno il doppio del tempo se si
lente della somma impegnata dai privati». Dunque, se numeri, ora ha ridimensionato il tutto a quarantami- fa il raffronto con il ponte più simile, cioè a campata
la matematica non è un’opinione, la Stretto di Messina la unità lavorative annue. Vuol dire che «sul versante unica: lo Storebelt, che però è lungo la metà ed è solo
l’inchiesta Giovedì 4 Giugno 2009 17
IL GIUDIZIO DEI TECNICI
Si costruisce
sulle faglie attive
Non esistono materiali adatti ed è stato
ignorato l’elevato rischio sismico dell’area
L
a novità è che c’è un “pen- esperti di evoluzione tecnologica
tito”. E’ il professor Remo dei materiali da costruzione han-
Calzona, ordinario di Tecni- no stimato in un secolo e mezzo il
ca delle costruzioni all’Università tempo necessario per ottenere at-
di Roma e presidente del Comi- trezzature rispondenti alle carat-
tato che approvò la fattibilità del teristiche richieste dal progetto»
collegamento stabile sullo Stretto, e aggiunge che le saldature delle
che nel luglio scorso ha pubblica- diverse parti del manufatto sono a
to un libro - La ricerca non ha fine. rischio di rottura. Se non bastasse,
Il Ponte sullo Stretto di Messina - in l’urbanista sottolinea che lo studio
cui smentisce se stesso e gli altri di Calzona «conferma alcuni pro-
esperti che facevano parte dell’or- blemi, già segnalati da altri esperti,
ganismo denunciando i rischi per che rendono assai improbabile la
la sicurezza derivanti, in un ponte stessa costruzione e, in particola- GIAMPIERO PESENTI
I giornali ereditati dal padre Carlo, molto influenti in
a campata unica, dal cosiddetto re, escludono decisamente il fun- Calabria e Sicilia, sono portavoce della lobby del Ponte.
“galopping” e, cosa ancora più zionamento quale collegamento Ha legami con Benetton e Ligresti, soci di Impregilo
grave, l’occultamento di faglie lì ferroviario». Questo a causa di
dove il Ponte dovrebbe sorgere. parametri negativi «tra cui alcuni
La storia del vento - per la si confermano insormontabili»: le
quale aveva proposto la riduzio- sollecitazioni del vento e le dila-
ne della lunghezza del ponte a tazioni termiche della trave alle
due chilometri - Calzona l’ha poi quali si potrebbe ovviare soltanto
spiegata nel novembre scorso in con giunti di circa sette metri che
un’intervista a Repubblica pren- però, pure questi, ancora non li
dendo ancora una volta ad esem- hanno inventati.
pio lo Storebelt che proprio a cau- Fin qui gli aspetti tecnici. Ma
sa del “galopping” si è deformato, Ziparo riferisce anche riflessioni
con la conseguenza che bisogna di Calzona che riguardano que-
«bloccare per motivi di sicurezza stioni diverse, dall’impatto am-
il passaggio di cose e persone. Ma bientale a quello socio-territoriale
il ponte si realizza proprio per e cioè il fatto che sarebbero abbat- SALVATORE LIGRESTI
Originario di Paternò (Ct), ha fondato il suo im-
permettere il transito ininterrot- tute centinaia di case e deportate pero immobiliare a Milano, dove nel 1992 è stato
autostradale. I danesi, che non hanno a che fare con to». Sullo Stretto il vento soffia circa 5.000 persone sul versante coinvolto in “Mani pulite”. E’ socio di Impregilo
una burocrazia come quella italiana, ci hanno messo cento giorni l’anno: il che vuol siciliano e 3.000 su quello cala-
dieci anni. Doppio degli anni, doppio dei soldi: «Il ri- dire che, fra il calo di passeggeri brese (per non parlare dei morti:
alzo dei costi di costruzione è un vizio diffuso non e merci e la chiusura per vento, uno zampone del mastodonte a
soltanto in Italia – rileva – se in più consideri i tempi altro che redditività. Ma non lo Messina dovrebbe infatti finire
sbagliati, non sappiamo quant’è il 50% che lo Stato ascoltano: il docente universitario esattamente dove ora c’è il cimi-
si è impegnato a restituire: potrebbe costarci una mi- ha denunciato su Repubblica di tero di Granatari, a Torre Faro). E
nifinanziaria in più». Non solo: se, come vorrebbero essere stato diffidato dal pubbli- la riflessione principale parte da
i potenziali investitori privati, gli autotrasportatori care il libro dall’amministratore un dato inconfutabile: che tutto
dovessero essere obbligati (anziché servirsi delle au- delegato della Società Stretto di questo riguarda un’area a grande
tostrade del mare più economiche, meno inquinanti Messina, Pietro Ciucci. rischio sismico. La denuncia è pe-
e meno pericolose) a salire sul Ponte, questo, secondo Poi, siccome di quel libro, fat- santissima: non soltanto quella di
l’economista, non soltanto non favorirebbe l’economia to di calcoli e diagrammi, la gen- Ziparo, secondo il quale il proget-
siciliana, ma le procurerebbe un grave danno renden- te non ci avrebbe capito un bel to «ha totalmente e colpevolmen-
dola ancora meno competitiva. niente, a spiegarlo punto per pun- te trascurato la presenza di faglie
Senza contare gli altri danni che la realizzazione to ci ha pensato Alberto Ziparo, attive», ma soprattutto quella ROBERTO CALVI
di Calzona, dato il suo ruolo. Il banchiere, legato alla P2 e morto misteriosamente
del Ponte provocherebbe a Messina. Il docente ricorda urbanista calabrese docente della a Londra nel 1982, aveva siglato nel ‘79 un accordo
che la città è stata in ginocchio per anni, ai tempi della facoltà di Architettura a Firenze, «Misteriosamente - riferisce l’ex con Carlo Pesenti per la costruzione del Ponte
costruzione della metropolitana di superficie, tanto da secondo il quale la «reticenza di- consulente della Stretto di Mes-
essere stata dichiarata «ad emergenza traffico». E c’è vulgativa contrasta con la gravità sina - in questa rappresentazione
da rabbrividire se si pensa che sarà un unico cantie- delle critiche al progetto vigente». sono scomparse le faglie sotto
re per una dozzina d’anni. Ammesso che regga. Già Dall’interpretazione di Ziparo le pile, portando a pensare che
perché Messina, città di terremoti e di frane, dovrà si scopre che sarebbe un perico- queste potessero cadere in zone
sostenere anche il peso insostenibile di alcuni milioni lo, oltre che un danno enorme non interessate da faglie». Cose
di metri cubi di terra che dovrebbero essere sbancati all’ambiente e all’economia, se da pazzi. O da criminali, che -
per costruire. Per Signorino, «chi ne gioirà saranno anche si facesse soltanto di due- sempre secondo le “confessioni”
soltanto le ditte di trasporto terra», ma non gli abitan- mila metri e si spostasse più a sud del tecnico - non hanno tenuto
ti delle zone a ridosso delle discariche dove riversare come propone Calzona. conto delle segnalazioni di esperti
tutta quella roba: «a costellazione, ai limiti della città o Intanto il ponte sarebbe un riguardanti la fragilità del terreno
sui pendii delle colline, in zone di impluvio». Se non bestione troppo pesante per riu- su cui dovrebbe poggiare l’opera e
fosse chiaro, spiega che basterebbe un inverno piovoso scire a restare in piedi e, per as- il fatto che le due sponde si allon-
come quello appena trascorso perché tutta quella ro- solvere al suo compito, dovrebbe tanano: quindi, a meno che non
ba venga giù travolgendo campi sportivi e complessi essere realizzato con un acciaio la facciano di gomma americana, MARCELLO DELL’UTRI
sembra di capire che prima o poi Prima che l’appalto generale del Ponte fosse assegna-
residenziali. E conclude: «Sarebbe un altro terremoto, molto più leggero e molto più re- to, Dell’Utri avrebbe assicurato a Carlo Pelanda, un
altrettanto distruttivo». sistente. Che però non esiste. «Ri- crollerà. economista, che la scelta era ricaduta su Impregilo
PATRIZIA MALTESE cordiamo - spiega Ziparo - che P. M.
18 Giovedì 4 Giugno 2009 l’inchiesta
LE RAGIONI DEL NO E’ forte il rischio di perdere posti di lavoro nel settore del trasporto marittimo
IL FISICO