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ISSN 1124-9080

Estratto

Poetiche
rivista di letteratura
Vol. 15, n. 39 (2-3 2013)

MUCCHI EDITORE
Poetiche
Rivista di letteratura

Nuova serie
vol. 15, n. 39 (2-3 2013)

Mucchi Editore
I singoli contributi vengono sottoposti a procedura di peer-review
Comitato di direzione: Andrea Battistini (Universit di Bologna); Marco Antonio
Bazzocchi (Universit di Bologna); Giuliana Benvenuti (Universit di Bologna);
Aurora Conde Muoz (Universidad Complutense, Madrid); Fausto Curi (Univer-
sit di Bologna; coordinatore); Francesco Erspamer (Harvard University, Cam-
bridge MASS); Carlo Gentili (Universit di Bologna); Niva Lorenzini (Universit di
Bologna); Piero Pieri (Universit di Bologna); Luca Somigli (University of Toron-
to); Luigi Weber (Universit di Bologna).
Redazione: Daniela Baroncini, Francesco Carbognin, Bruno Capaci, Stefano Co-
langelo, Filippo Milani (coordinatore) Antonio Schiavulli.
Dipartimento di filologia classica e italianistica - FICLIT, via Zamboni 32 - 40126
Bologna
Editore: STEM Mucchi Editore, Modena
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Grafica e impaginazione STEM Mucchi Editore (MO), stampa Sigem (MO)

In copertina: Enrico Baj Passeggiata al Central Park (1969).


Si ringrazia sentitamente la signora Roberta Baj per la gentile concessione

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Finito di stampare nel mese di dicembre 2013


Recensioni
Poetiche, vol. 15, n. 39 (2-3 2013), pp. 433-443

Andrea Cedola, La parola sdillabbrata.


Modulazioni su Horcynus Orca, Introdu-
zione di Mariaclara Menenti, Ravenna,
Giorgio Pozzi Editore 2012

Dopo lotto settembre e la liberazione di Na-


poli, Ndrja Cambra, marinaio, nocchiero sem-
plice della fu Regia marina, torna in Sicilia per-
correndo luoghi e paesaggi devastati dalla guer-
ra. Attraversato lo stretto vede affiorare, trasci-
nato dalle correnti nelle acque dello scille ca-
riddi, il cadavere di un naufrago, probabilmen-
te un soldato ucciso in combattimento e reso
ormai irriconoscibile dalla lunga permanen-
za in mare: lo vedettero bene, sin troppo ma-
gari, come se lo erano lavorato sarde e compa-
gnia bella [] gli avevano accorciato e affilato
le braccia, spuntandogliele come pinne (Stefa-
no DArrigo, Horcynus Orca, Milano, Mondado-
ri, 1975, p. 903).
La figura sfigurata di un corpo trasforma-
to dalla morte la Morte a meraviglia (Edoar-
do Cacciatore) che si fa segno, discorso, princi-
pio primo del mutamento il filo di uninterro-
gazione ermeneutica che identifica nella lingua
darrighiana, nella sua incessante combinatoria,
un codice tragico straziato e sfregiato. La Pa-
rola sdillabbrata insiste analiticamente su que-
sto tema-mito. Horcynus Orca, annota Cedola,
il racconto di un impossibile nostos; un viag-
gio di Ulisse nellItalia del tragico autunno del
1943: ed la visione allucinata (o visionamento)
di una discesa agli inferi (p. 16).
Il romanzo sembr ai suoi primi lettori pri-
ma nella gestazione dei Giorni della fera, sul terzo
numero del Menab, nel 1960, e quindici anni
dopo nel volume mondadoriano del 1975 un
monstrum narrativo di sterminata complessit in
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forma di enigmatica catabasi. Quando giunse la


stampa ha ricordato di recente Giancarlo Alfa-
no la distanza dellopera dallatmosfera lette-
raria dominante non pot apparire pi evidente.
Il lavoro di DArrigo sembrava giungere in ritar-
do anche per il sistema narrativo, per quella sua
pretesa di poter ancora allestire un racconto, in
una fase che si chiudeva con larchiviazione dei
grandi rcits fondativi. Da questo punto, dalla
frammentariet che si impossessa dellesperien-
za vissuta, deriva quella coazione alla interpre-
tazione che documenta ladesione del capola-
voro di DArrigo al proprio tempo storico (Gian-
carlo Alfano, Nel gorgo del Duemari. Personaggio
e destino in Horcynus Orca, in Horcynus Orca di
Stefano DArrigo, a cura di Andrea Cedola, Pisa,
ETS, 2012, pp. 73-85, pp. 73 e 77).
Il testo darrighiano suggerisce una connes-
sione simbolica tra il cadavere sfigurato dalle
sarde e lorca agonica. Una identit di destino
scrive Cedola che lenigma pi oscuro e allar-
mante che quel corpo naufrago venuto a por-
re in queste acque. Le sarde, coi loro dentuzzi
a punta dago, sottopongono il ferone al mede-
simo supplizio del cadavere in forma di pesce,
con ci mostrando lanalogia tra le due morti,
tra i due corpi (p. 47). Linforme coincide con
il fondo stesso della metamorfosi, che si rive-
la negli intarsi sonori della parola come une-
co a oreocchio (barca-bara-arca), eco di voce e
di memoria ripetuta lontano, vicino, da quello
stesso mare e da un altro mare di tenebra (p.
77). Horcynus Orca, si legge ne La parola sdil-
labbrata, il suo linguaggio: la potente, gran-
diosa invenzione di una lingua inesistente, del
tutto autonoma, perfettamente chiara nella sua
complessit e qualit fantastica (p. 34). La lin-
gua darrighiana notava puntualmente Ignazio
Baldelli in un intervento critico di quarantanni
fa vivificata dal genio istintivamente defor-
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mante dello scrittore siciliano: lungo tutta lo-


pera si svolge una festa sfrenata di denomina-
li, di deverbali, di parasinteti verbali, di parole
composte e ripetute (Ignazio Baldelli, Dalla fera
allorca, Critica Letteraria, VII, 1975, pp. 287-
310). Gualberto Alvino ha fornito un aggiorna-
to regesto della onomaturgia darrighiana segna-
landone la vocazione autenticamente sperimen-
tale dentro i confini del territorio strettamen-
te lessicale, cui imprime una formidabile spin-
ta affabulatoria: Risucchiata nel vortice delli-
terazione infinita e sottoposta a centrifugazio-
ne da uninesorabile, quasi patologica coazione
a ripetere, annota Alvino la parola subisce
un progressivo svuotamento semantico sino a
farsi puro fantasma sonoro (Gualberto Alvino,
Onomaturgia darrighiana. Nuova edizione rive-
duta e corretta, Letteratura e Dialetti, 5/2012,
pp. 107-136, p. 109 e 110). Epopea tanatologica
innestata nei repertori tematici della catabasi,
della metamorfosi e del sogno, Horcynus Orca
scrive Cedola traduce e rovescia, sul piano del
linguaggio, il paradisiaco tomistico gran mar
dellessere nellinfernale, nembrottiano e babe-
lico Mare della nonsenseria (p. 111). Lingua
demente, poeticamente, metodicamente folle
e insensata (p. 112), la parola sdillabbrata si
basa su logiche discorsive svianti o patologiche,
come il nonsense e lecolalia, i cui processi con-
figurano una sorta di ipnotica e funerea afasia
(p. 113). Ma lintero impianto interpretativo del-
la monografia di Cedola poggia poi su una intu-
izione di fondo: la nonsenseria utilizzata da
DArrigo [] come forma della negativit assolu-
ta; come nonsenso solo apparente, eppure ben
pi radicale, perch attinge al livello pi profon-
do di un guasto immenso, indicibile; del pi ir-
reparabile sconvolgimento dellessere (p. 113).
Sulla scorta di Bataille lo psicoanalista
francese Pierre Fdida ha dedicato penetran-
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ti osservazioni al movimento dellinforme che


si situa sullenvers des choses e che sarebbe
generativo en chaque action de nommer, de la
mthode dcrasement. Fdida ha ricordato che
il termine o il concetto di forma non gode di
uno statuto privilegiato nel vocabolario freudia-
no, che insiste invece sul modello della forma-
zione del sintomo, indicandone la manifestazio-
ne esemplare nellimmagine del sogno. A que-
sto livello limmagine funzione come comporta-
mento del sogno, mentre il sogno ingrana una
teoria dellimmagine di tale sorta che la dfor-
mation qui traduit une dchirure de limage
[] appartient au processus de limage [] et,
par excellence, au travail du rve (Pierre Fdi-
da, Par o commence le corps humain. Rtour
sur la rgression, Paris, Presses Universitaires
de France, 2000, pp. 14 e 16). Ora, se si sosta-
to su queste note perch dformation, mtho-
de dcrasement e dchirure de limage insisto-
no sul campo di tensioni e torsioni semantiche
proprio della parola sdillabrata, dal momento
che linforme (la figura sfigurata del cadave-
re affiorante dal mare, come il dibattersi ago-
nizzante dellorcarogna nelle acque di fronte a
Cariddi) si rende leggibile mediante il procede-
re delle metamorfosi (Fdida precisa che linfor-
me non si d in s, mise en mouvement des
formes). Cos nel romanzo darrighiano, annota
Cedola, le pagine dellinserto dello sperone, e
specie quelle di barca-bara-arca, costituiscono
lacme, e forse come a posteriori, a spiegare
i lunghi ripensamenti di DArrigo sul romanzo
in forma di enigma [] possono considerarsi
il nucleo generatore del sistema linguistico-nar-
rativo horcyniano (p. 121). La parola sdillab-
brata, come la piaga dellorca scrive Cedola, ri-
marcando il parallelismo tra la metamorfosi del-
la parola e quella dei realia (DArrigo in effetti
si considerava un realista classico) ; sdil-
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labbrata in grumi sonori, scomposta e ricom-


binata secondo linee di pura suggestione foni-
co-analogica: echi, allitterazioni e paronomasie;
associazioni, dissociazioni e formazioni neopla-
stiche. Un pullulare che dalla piaga mostruosa
dellorca, o dal fondo dellilinx e della memoria,
si estende [] al mare stesso, allo scille cariddi,
che diviene mare della nonsenseria, azzeramen-
to della mera possibilit di riconoscere un sen-
so, o lessere, nelle parole e nelle cose (p. 122).

Ugo Perolino
Indice

Cinquantanni dal Gruppo 63

187 Cecilia Bello Minciacchi


Con gli occhi di Porta
209 Antonio Schiavulli
Autunno della Nuova avanguardia. Alfredo Giuliani e la
volont di sperpero del Gruppo 63
225 Luigi Weber
La genesi della voce narrativa di Edoardo Sanguineti

Saggi
243 Caterina Rambone
Fisicit in absentia: ambiguit di un corpo-macchina nella
Fosca di Igino Ugo Tarchetti
263 Aurora Scudieri
Comare Coletta di Palazzeschi e lo scandalo di Colette al Moulin Rouge
287 Veronica Pesce
Dalle Langhe allOklahoma e ritorno:
Beppe Fenoglio e John Steinbeck
313 Giovanna Belcastro
Esistenze in limine. Schreber e Landolfi a confronto tra
psicosi reale e psicosi romanzesca
341 Fabio Libasci
Scrittura carnefice. Una lettura di Dario Bellezza
da Lettere da Sodoma e Il Carnefice
377 Gherardo Fabretti
Religione e famiglia nei cristianesimi di Fleur Jaeggy
407 Cecilia Ghidotti
Nel cosciente disincanto:
gli anni Ottanta nel romanzo italiano contemporaneo
433 Recensioni

Estratto Poetiche - Quid novi? 2-3 del 2013

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