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Obese Michele Giocondi con la collaborazione di Piero Marovelli Dizionario dei sinonimi e dei contrari In appendice Grammatica essenziale della lingua italiana Editoriale Paradigma FONOLOGIA La fonologia é lo studio dei suoni (cioé delle emissioni di voce che effettuiamo per pronunciare le parole) di una lingua. I suoni che costituiscono il sistema tipico di una determinata lingua si chiamano fonemi. Quando i fonemi, cioé i suoni, vengono trascritti, diventano segni grafici, detti grafemi o lettere delPalfabeto'. : Le lettere dell’alfabeto sono 26: ABCDEFGHIKLMNOPQRSTUVWXYZ © 21 delPalfabeto italiano: ABCDEFGHILMNOPQRSTUVZ © 5 aggiunte per trascrivere parole straniere: JKWXY Le lettere dell’alfabeto si dividono in vocali ¢ consonanti. © VOCALE sono i suoni pit semplici. Esse vengono pronunciate con un flusso @aria continuo, dai polmoni alla bocca, senza incontrare chiusure € senza Paiuto di altri suoni. Le vocali, come segni grafici o grafemi o lettere, sono 5: a, €, i, 0, u. I suoni perd sono 7: a &, 6, f, 6, 6, © a, i, u hanno un suono unico (aperto la prima, chiu- 80 le altre due) © ¢, 0 hanno due suoni ciascuna = uno aperto, indicato dall’accento grave * = uno chiuso, indicato dall’accento acuto * 1, Le lettere dell’alfabeto © grafemi sono il punto d’arrivo di un Iungo cammino, volto a rendere per iscritto i suoni di una lingua. La corrispondenza tra suoni e lettere, tra fonemi ¢ graferni, non é perd perfetta ¢ ci sono alcune «smagliature». Per esempio nella nostra lingua il fonema e di méa & diverso da quello di ta, eppure entrambe le € sono rappresentate da una stessa lettera. Le lettere delPalfabeto, insomma, sono il traguardo di un’evoluzione storica, non la trascrizio- ne esatia dei fonemi. Una trasctizione esatta dei fonemi in simboli grafici tuttavia esiste, ed @ quella effettuata dal? associazione fonetica internazionale, in base alla quale i fonemi della nostra lingua, cioé Palfabeto fonetico italiano, sono 30 (il fonema |k| @ presente sia per indicate il suono duro della ¢ sia per quello della 4), rappresentati cost: vocali a é @ i 6 6 u lal lel lel bi dol bot tel pera testa sole 10 semivocali i u lil tl ‘piede rosa consonanti boc df g fi Bi lmopgqris st voz Yo) fH Vel fal dt tést Ist 14) bal aL beet dal fet el del Isl lel WY fel vt. est Lael re casa (sie fatto agli grome sere rosa sci a a Grammatica essenziale della lingua italiana / Fonologia 1076 Secondo il suono - i, u sono vocali dolci o deboli = a, e, 0 sono vocali aspre o forti. C CONSONANTI: sono i suoni che possono essere pronunciati solo appoggian- dosi a una vocale. L’aria che esce dai polmoni incontra chiu- suré complete o parziali in vari punti: labbra, denti, naso, lingua, palato. Le consonanti sono 21: © BCDFGHLMNPQRSTVZ (dell’alfabeto italiano) @ JKWXY (di otigine straniera) Le consonanti dell’alfabeto italiano, intese come segni o grafemi o lettere, sono dunque 16, I suoni sono perd 21 perché: = ce g hanno due suoni ciascuna: © (cane ¢ cera), g (gara e gir) - 8 €Z hanno due suoni ciascuna: s (sere € rasa), 2 (appa € zona) - ghti ha il suono di eli, figli. In alcuni casi petd gli si pronuncia con lq g dura (negligenzsa, glicine, anglicano) = gntvocale ha il suono di ogni, ragno ~ scte/i ha il suono di scena, scimmia Le consonanti he q non hanno alcun suono proprio: ~ h posta fra ¢/g ¢ i/e indica il sono duro (cheratene, ghiro) = q ha lo stesso suono della ¢ dura (cane), e deve essere seguita dalla vocale u (guadro); DITTONGO. Il dittongo ¢ V'incontro di due vocali che si pronunciano con una sola emissio- ne di voce. I dittonghi sono formati dall’incontro di: = una vocale debole, i/a (su cui non cade mai laccento)', con una vocale forte, a/e/o; - due vocali deboli (in questo caso una delle due vocali deboli pud essere accenta- ta). I dittonghi possibili sono: id, i8, 16, id ua, ué, uf, ud ai, au ei, du co A seconda della posizione dell’accento, i dittonghi si distinguono in: © ascendenti’: quando laccento cade sulla seconda vocale Es. mitle, pitima, budno 1, In questo caso la i ¢ la u sono chiamate semiconsonanti 0 semivocali, in quanto il loro suono molto debole ¢ si pone a meta fra quello vocalico e quello consonantico. In particolare la i ¢ la u sono semiconsonanti quando precedono V’altra vocale, semivocali quando la seguono. 2. Sono chiamati ascendenti perché Ia voce sale da una vocale atona (non accentata) a una tonica (accentata), discendenti perché scende da una tonica a una atona, In entrambi i casi le vocali deboli i/u sono atone (non accentate). Si dicono invece mobili’ j dittonghi i € ud perché in alcune situazioni perdono la prima vorale (i/u) e si riducono a e/o Es. piede - pedestre, muavere - movimento 1077 Grammatica essenziale della lingua italiana / Fonologia © discendenti: quando l’accento cade sulla prima vocale Es, baita, aula, pnduma TRITTONGO Il trittongo & Pincontro di tre vocali pronunciate con una sola emissione di voce. Ltrittonghi sono formati da due vocali deboli atone (cioé non accentate), i¢ u, oppure due i, + una vocale forte su cui cade l’accento Es. pagliat, mitt, aiudla, bust I trittonghi pitt comuni sono: idi, i8i, ud udi IATO Lo iato @ Pincontro di due vocali che si pronunciano sepatatamente, con due suoni distinti, due emissioni di voce. Si ha lo iato nei seguenti casi: = quando si incontrano due vocali forti: pa-ese, corte-o ~ quando si incontrano una vocale forte con la i oppure Ia u accentate: spt-a, pa-tera ~ con i prefissi re-, ri-, bi-, su-, tri-: re-impiantare, ri-avere, bi-ennio, su-accennato, tri-ennia, tri-angolo DIGRAMMA Il digramma é 1a successione di due lettere (consonante + consonante conso- nante + vocale) che formano un suono unico invece di due, come avviene normalmente. I digrammi sono 7: gl, gn, ch, gh, sc, ci, gi. ~ gli: aah, figi = gn: agn, legno ~ chte/i: anche, bachi ~ ghte/i: maghe, luaghi = scte/i: scena, nascita = cita/o/u: ciarlatano, ciocco, ciurma - gita/o/u: giallo, giostra, giudice TRIGRAMMA Il trigramma é la successione di tre lettere che formano un suono unico. I trigrammi possibili sono due: gli e sci. = glitvocale: moglic, paglia - scitvocale: ascia, asctutto Grammatica essenziale della lingua italiana / Fonologia 1078 SILLABA La sillaba é una vocale o un gruppo di lettere (contenente almeno una vocale) che si pronuncia con una sola emissione di voce. La sillaba pud essere costituita da — una sola vocale: e-poca = un dittongo o un trittongo: au-t, a-#uo-la = un gruppo di lettere che contenga almeno una vocale: stra-da. In base al numero di sillabe, le parole possono essere: ‘© monosillabe: formate da una sola sillaba: s, fo, la © bisillabe: formate da due sillabe: fe-, ca-ne, ca-sa © trisillabe: formate da tre sillabe: al-be-ra,ca-pan-na, mo-to-re © quadrisillabe: formate da quattro sillabe: mo-to-ri-na, ca-sa-men-to © polisillabe: formate da cinque o piti sillabe: sa-lv-te-re-ma, al-ter-na-to-re, na-po-le- ta-no, ca-ri-ta-te-vo-le, pre-ci-pi-be-vo-lis-si-me-vol-men-te DIVISIONE IN SILLABE Nella divisione in sillabe di una parola si devono rispettare le seguenti regole: @ la vocale iniziale, seguita da una sola consonante, fa sillaba a sé Es. a-ceto, i-sola, a-nimo, e-rano, o-dore © una consonante semplice fa sillaba con la vocale o il dittongo che segue Es. ca-te-na, ma-ti-ta, sa-li-re, do-ve-re, fe-ria-le © le consonanti doppie devono appartenere a due sillabe Es. mam-mea, bab-bo, o¢-casione, at-catastare gruppi di consonanti che non possono essere inizio di parole (come /m/n/r + consonante, oppure bd, bs, om, on, oq, ct, oz, dm, gm, pt, tm, in, x ec.) si dividono sempre come le consonanti doppie: una in una sillaba, una nelPaltra Es. ac-qua, el-mo, am-pio, ab-dico, ven-to gruppi di consonanti che possono costituire inizio di parola (come br, /, pl, fr, ir cc.) non si dividono mai, ¢ fanno sillaba con la vocale che segue. Lo stesso vale per s seguita da consonante Es. a-bra-sione, ap-pli-care, pi-gro, en-tra-ta, na-Sco-sto, co-spi-cvo, a-stro, fine-stra due vocali si possono dividere solo se costituiscono iato (mai nei dittonghi o nei trittonghi)', Es. ma-estro, pa-ura, le-one, a-iuola . . . digrammi ¢ trigrammi non si dividono mai Es. re-gno, mo-glie le parole composte con i prefissi as-, bis-, ois-, dis-, con-, ben-, mal-, in-, re-, ri-, ris-, trans-, tras-, post- si possono dividere in sillabe sia distaccando il prefisso, sia seguendo la regola generale (consigliamo questa seconda soluzione) Es. dis-armare 0 di-sarmare, mal-intensdonato 0 ma-lintenzionato |. Nell’incertezza @ preferibile non iniziare mai il rigo nuovo con una vocale. 1079 Grammatica essenziale della lingua italiana / Fonologia ELISIONE L’elisione é la caduta della vocale finale di una patola davanti ad altra parola che inizia per vocale, ed @ segnalata con lapostrofo. L’elisione di norma si effettua con: © gli articoli singolari lo, la, una Es. Palbero, Vanima, un’amica @ le preposizioni articolate formate da Jo ¢ la: allo, alla, dallo, dalla ecc. Es. dall’albero, sull’cremo © gli aggettivi bello, questo, quello, grande, santo Es, bell’uomo, quest’anno, quell’altro, grand’ ingegno, sant’ Antonio © ci, come, dove seguiti dal verbo «essere» Es, c’erano, com'erasame, dov'eravate @ alcuna ¢ nessuna quando precedono altra Es. alcun'altra, nessun’altra Lielisione é inoltre frequente con: © Ia preposizione di Es. d’inverna, d’estate, d’accordo, d’oro © i pronomi lo, la davanti al verbo «avere» Es. V’ha detto, U'bo vista © le particelle pronominali mi, ti, si, ci, vi, ne Es. m'innamorai, t'invito, s'illude, ¢°incontrammo, v'bo detto, ce n’é © alcune locuzioni del tipo: mezz’ora, anch’io, anch’essi, d’ora in poi, d’altra parte, nientaffatto, tutal piti, ec. TRONCAMENTO Il troncamento 0 apocope é la caduta della vocale finale o della sillaba atona finale di una parola. Puo verificarsi davanti a parola iniziante sia per vocale che per consonante e, in genere, non é segnalato dall’apostrofo. Perché sia possibile effettuare il troncamento occorre che la lettera che precede la vocale o la sillaba atona da eliminare sia 1, m,n, r Es, tal gesto, siam sicuri, buon anno, amor cortese Il troncamento si effettua con: © uno, alcuno, ciascuno, nessuno, buono Es. un uomo, alcun ospite, ciascun albero, nessun crede, buon anno © bello, quello, grande, santo al singolare e davanti a parola iniziante per conso- nante Es, bel tipo, quel gatto, gran lavoratore, san Carlo © ffate davanti a nome proprio iniziante per consonante, e suota davanti a nome proprio iniziante sia per consonante che per vocale Es. fia Cristoforo, suor Patrizia, suor Ada Grammatica essenziale della lingua italiana / Fonologia 1080 Se perd la parola inizia per: s impura (s seguita da consonante), x, % ps, Pf, BM, il troncamento non si effettua Es, uno zingaro, quello gnomo, santo Stefano! © signore, dottore, professore, cavaliere, ingegnere, commendatore seguiti da nome proprio Es. dottor Rossi, commendator Stanzani Il troncamento é lasciato alla discrezione di chi parla o scrive con; © tale ¢ quale Es. tal wom, qual buon vento @ alcuni verbi all’infinito Es, voler bene, andar per buchi, mangiar poco # amore, bene, fiore, fino, fine, male ecc., in particolari espressioni Es, amor projano, ben veitio, fior di farina, fin troppo in fin di vita, mal d'auto In alcuni casi il troncamento @ segnalato dall’apostrofo: negli imperativi da’, di’, fa’, sta’, va’, ¢ in po’, mo’, be” Es. da’ qua, di? qualena, fa piano, sta’ formo, va’ via; dormo an po’, a mo' di orator, va be'l ACCENTO Laccento é una particolare elevazione o insistenza della voce sulla vocale di una sillaba. La vocale ¢ Ja sillaba su cui cade l’accento si chiamano toniche; le altre si chiamano atone. In base alla posizione della sillaba tonica, le parole si dividono in: © tronche: quando Vaccento cade sull’ultima sillaba Es. cit, pietd, perché, carita, virti © piane: quando l’accento cade sulla penultima sillaba (sono piane la stragrande maggioranza delle parole) Es, cantare, lavorare, amare © sdrucciole: quando laccento cade sulla terzultima sillaba Es, celebre, rapide, albero ® bisdrucciole: quando laccento cade sulla quartultima sillaba Es. mandamelo, scivolano @ trisdrucciole: quando laccento cade sulla quintultima sillaba, Avviene perd molto raramente Es. recitamele, ordinatelo L’accento pud essere tonico o grafico: C1 tonico: & quello che ha ogni parola e che @ conferito dal tono della voce. Laccento tonico non si segna mai, a meno che non cada sull’ultima sillaba ¢ cio’ nelle parole tronche. E facoltativo su parole che potrebbe- 10 ingenerare ambiguiti o dubbi di pronuncia (principi - principi, ancora - ancira). 1. Ci sono perd delle eccezioni, come san (¢ non santo) Zeno, 1081 Grammatica essenziale della lingua italiana / Fonologia Laccento tonico pud essere: © acuto: ” sulle vocali i, u', € sulle vocali e, 0 per indicarne il suono chiuso o stretto Es. cast, pith, séra, cdda © grave: * sulla vocale ae sulle vocali e, 0 per indicarne il suono aperto © grave Es. mano, findsira, moto C grafico: & quello che deve essere rappresentato graficamente in corrispondenza dell’accento tonico, ma si fa solo in certi casi. E obbligatorio mettere l’accento (grafico) su: © parole tronche di due o piti sillabe Es. citta, virte, carita © monosillabi che terminano con dittongo ascendente Es. git, pudy pitt © alcuni monosillabi per distinguerli da altri uguali nella pronuncia ma di significato diverso: ché (cong, poiché) che (cong. ¢ pron.) da (verbo) da (prep.) di (nome) di (prep.) 2 (verbo) e (cong) la (avy) Ja (ast., pron. ¢ nome) i (vwv.) # (pron.) né (cong) ne (pron. € avv.) sé (pron.)? se, (cong,) si (avv. € cong.) si (pron. ¢ nome) #2 (nome) #e (pron) L’accento non va mai su: do, fa, fra, fu, me, no, qua, qui, re, sa, so, sta, sto, su, tra, tre, va, vo. ACCENTO CIRCONFLESSO Fra gli accenti grafici bisogna segnalare l'accento circonflesso ("), anche se @ pit esatto definirlo segno. L’accento citconflesso @ usato in genere nella poesia per indicare una contrazione © la caduta di una o pit lettere finali. Oggi & in disuso Es. éérre (togliere), pugndr (pugnarono)’ 1. Alcuni linguisti mettono Paccento grave anche su / ¢ # al posto di quello acuto: sono accettabili entrambe le soluzioni 2, Il pronome sé, quando é seguito da stesso 0 medesimo, pud anche non essere accentato, in ‘quanto non & possibile confonderlo con il st congiunzione. 3. Una volta Paccento circonflesso si usava per segnalare la contrazione di due i in una sola, in parole plurali che al singolare terminano in -io, con la i atona Es. caf, comich, matrimont (Oggi si preferisce contrarre la doppia i senza aggiungere il circonflesso Es, oad, comizd, matrimond Grammatica essenziale della lingua italiana / Fonologia 1082 PUNTEGGIATURA La punteggiatura o interpunzione é un insieme di segni grafici che regolano il succedersi delle parole ¢ delle frasi, ¢ conferiscono al petiodo chiarezza, armonia e intonazione, in modo da renderlo conforme al pensiero e alle intenzio- ni di chi scrive. I segni di punteggiatura sono: © virgola: indica una breve pausa. Si usa per: ~ dividere gli elementi di una enumerazione Es. Carla era alta, bionda, com gli occhi verdi. ~ dividere piti proposizioni coordinate Es. Sono andata al cinema, bo visto il film, sono rientrata a casa. = isolare un’apposizione 0 un inciso Es. Dante, il sommo poeta, mort in esilio. Laura, seusa se te lo dico, non ¢ adatta a te. — isolare un vocativo Es. Ascoltami, Francesca, non andare in quel luoge! ~ introdurre frasi precedute da vari tipi di congiunzioni (avversative, concessive, causali ec.) 5: ‘scire, ma non ne avevo voglia. Andai allo stadio, sebbene avessi il raffreddore. © punto e virgola: indica una pausa pitt lunga di quella conferita dalla virgola, ma meno marcata di quella suggerita dal punto Es. Stavo andando veloce; la citta era lontana, quando... © due punti: introducono una spiegazione, un’enumerazione, un discorso diretto Es. La verita stava venendo a galla: era lui il colpevole. Vidi un ammasso di oggetti: scarpe, calze, ombrelli, .. Opfeso, esclamai: «ma per chi mi prendity. © puntot indica una forte pausa, Si mette alla fine di un periodo, e dopo occorre la lettera maiuscola Es. Tornato a casa mi preparai la cena. Stavo ancora mangiando ... Se fra i due period io stacco & molto netto, si ricorre anche al capoverso. © punto interrogativo: si usa alla fine di una domanda diretta Es. Che diavolo combinit punto esclamativo: si usa dopo una frase esclamativa o dopo le interiezioni Es. Che gioia bo provato! Abi, Uffal © virgolette: si usano all’inizio ¢ alla fine di un discorso diretto o di una citazione, © per sottolineare il valore particolare di una parola o di un’espressione Es. Domandé: «A che ora tornit». I! valore «politico» di questa decisione ¢ evidente. © lineette: si usano all’inizio € alla fine di un discorso diretto o di una citazione, in funzione analoga a quella delle virgolette, oppure per delimitare un inciso Es. Sorpreso, disse: - Chi sei? ~. I principal autori del? 800 - Fascolo, Leopardi, Manzoni ~ avevano ... © trattino: si usa per unite due parole collegate in un particolare contesto, o per la divisione in sillabe delle parole Es. socio-politico, dizionario italiano-inglese 1083 Grammatica essenziale della lingua italiana / Fonologia © puntini di sospensione: si usano, nel numero di tre, nelle interruzioni dei discorsi 0 nelle pause dovute a imbarazzo, incertezza, soxpresa ecc. Es, Non sapreig tuo stocero allora.. © parentesi, tonde: isolano un inciso in maniera pid forte o pid evidente delle virgole ¢ delle lineette Es. Quando mi ako, mi sento gis di corda (¢ purtrappo cid avviene ogni ‘mattina). © parentesi quadre: si usano all’interno di una citazione quando si introdueono interventi personali, nomi, chiarimenti, che non fanno parte del testo riportato; oppure per indicare che & stato effettuato tun taglio, e in questo caso si aggiungono nelle parentesi quadre tre puntini [...] Es. If Poeta [Giacomo Leopardi] era solito © asterisco: si usa per indicare un richiamo in nota. Ripetuto tre volte, sostituisce il nome proprio che non si vuole far conoscere Es: Nel passe di *** nessuno lasorava. MORFOLOGIA La morfologia é lo studio della forma e della struttura delle parole, con le relative classificazioni, categorie, coniugazioni e declinazioni. In sostanza la morfologia é lo studio delle parti del discorso. Le parti del discorso possono essere variabili o invariabili. O variabili: quando le parole possiedono pitt forme, che mutano a seconda della funzione svolta nella frase ¢ del loro particolare significato. Sono: e articolo © nome © aggettivo © pronome @ verbo C invariabili: quando le parole possiedono una sola forma che non muta mai. Sono: © preposizione © congiunzione © avverbio © esclamazione o interiezione L’ARTICOLO Larticolo é la parte variabile del discorso che precede il nome, si accorda ad ess0 € ne specifica il genere ¢ il numero. Larticolo ha la funzione di indicare se il nome che accompagna é da considerarsi in senso determinato o indeterminato. Larticolo pud essere determinativo o indeterminativo. © determinativo: quando il nome cui si riferisce é ben definito ¢ si presuppone gid ‘noto Es. Dammi il libro. © indeterminativo: quando il nome cui si riferisce & generico, indefinito, non an- cora noto Es. Dammi un libro. FORME DELL’ARTICOLO DETERMINATIVO MASCHILE mt Si usa la forma il al singolare ¢ i al plurale davanti a parola che comincia per consonante Es. #2 tavol, il quaderno, il pallone 4 tavoli, ¢ quaderni, é palloni Speen ae 1085 Grammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia Fanno eccezionele parole che iniziano per 2.x, 8 impura (s seguita da altra consonante), ps, pf, gn, i semiconsonante. LO@),GLt Si isd la forma lo al singolare ¢ gli al plurale davanti a parola che inizia pet vocale ocon: © 2: 10 xo, lo yucchero, lo ero ©: Lo xilofeno, lo seemfobs' . $ impura: [o studs, lo shar, lo special, lo sfratto © ps: lo psicologo, lo psichiatra pni: lo pnexmotorace, lo pneumatico (ma non é raro trovare if pneumatic) © gn: lognomo, lo gnocco © isemiconsonante: Lo iat, lo iettatore, Lo iaduro, lo ingoslavo Quando lo si trova'davanti a parola che inizia per vocale si apostrofa Es: Palbera'Vodie,Perenita Vinizio Davanti’a parola che inizia per i semiconsonante (i seguita da vocale), lo.e ane non si apostrofano mai Es. To dio, To iettatore, lo ioduro Gli si pud apostrofare solo davanti a parola che comincia per i (ma é preferibile non Es. gPinvitati, gV invasori (mneglio gli invitat, git imvasori) FEMMINILE LA(L), LE Alfemminile singolare c’t solo la forma la,.che si usa pertanto davanti a parola che inizia sia per consonante che per vocale. In aquest ultimo caso ts si spostrofs Es. la case, la mamma, la vittoria, re Soha otisn ws Vanima, Velica, Pisola © * Davanti a parola'che inizia per i semiconsonante; la non si apostrofa mai % Es. la tend, la iattura, la tole, la iuta ae Al plurale si usa la forma le davanti a parola che jinizia sia per consonante che per vocale Es. Te etia Te vittorie,Ué anime Ue take Le si pud.apostrofare solo davahti a paves ret ae! inizia per e, ma é consigliabile evitarlo Es bits Fade posite de echo, e,edere) FORME DELL’ARTICOLO INDETERMINATIVO MASCHILE : vn Un si usa davanti ai nomi maschili che iniziano per vocale ¢ per‘consonante Es. ua albero, un somo, un ippopotamo un cane, un lavoro, unt silenio ‘ hod 4 i Grammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia 1086 Fanno eccezione le parole che iniziano per 2, x, 8 impura, ps, pn, gn, i semicon- sonante (come avviene per Particolo ill). UNO Uno si usa davanti alle parole che iniziano per 2, x, impura, ps, pn, gn, i semiconsonante (come avviene per l’atticolo lo) Es. uno zero, uno xilofono, uno sbaglio, uno psichiatra, uno pneumatic, uno gnomo, uno ingoslavo FEMMINILE UNA (UN) Una si premette ai nomi femminili che iniziano per consonante e per i semiconso- nante Es. una gonna, una foto, una cata, una iena Davanti alle parole che iniziano per vocale (esclusa la i semiconsonante), una si apostrofa Es. un'anima, un'amica, un'isola L’articolo indeterminativo non ha plurale. Al plurale si pud usare l’articolo partitivo dei, degli, delle o l'aggettivo indefinito alcuni/e, qualche Es. Cerano dei bambini (alcuni bambini, qualche bambino). Vidi delle ragazze (alcune ragaze, qualche ragazza). C’% anche un’altra possibilita: in alcuni casi (ma non sempre) si pud fare a meno sia dell’articolo partitivo che dell’aggettivo indefinito, lasciando il nome plurale senza un’ulteriore indicazione Es. ADbiamo auto delle (alcune) noie con la matchina. Abbiamo avuto noie con la machina, Ho dei (aleumi) dubbi sulle sue capacita. Ho dubbi sulle sue capacita. Schema riassuntivo dell’articolo DETERMINATIVO maschile INDETERMINATIVO fernminile maschile femminile singolare i |to@)| lay un | uno | una (un’) plurale i | gli | te - | - - L'ARTICOLO PARTITIVO L’atticolo partitivo (del, dell, dela; dei, degli, delle) indica una «parte» indefinita. 1087 Grammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia SINGOLARE DEL, DELLO, DELLA ‘Al singolare Particolo partitivo indica una parte, una quantita indeterminata di un tutto, un po’ di qualcosa Es. Voglio del prosciutto Comprai del pane. PLURALE DEI, DEGLI, DELLE Al plurale Particolo’ partitivo sostituisce Farticolo indeterminativo (che non ha plurale) e assume il valore di alcuni, qualche Es. Vidi dei rapacct. Ho preso delle insufficiewzs. LA PREPOSIZIONE ARTICOLATA. La fusione dell’articolo determinativo con una preposizione semplice (vedi pag. 1108) da luogo alla preposizione articolata. Questo 'lo schéma delle preposizioni articolate: Le preposizioni articolate seguono le stesse norme dell’articolo determinative da cui sono formate Es. b vio - dello io (errato del zo) bo psicolngo - dello psicologo (errato del psicolago) ATTENZIONE! Non si confonda la preposizione articolata con l’articolo partitivo Es. I volti dei bambini fanno tenerexza. // & preposizione articolata In piazea Cerano dei (alcuni), bambini. // & azticolo partitivo Grammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia 1088, IL NOME Il nome é la parte variabile del discorso che indica esseri animati o inanimati: persone, animali, cose, idee, fatti, sentimenti, qualita ecc. Il nome é formato di due parti: tadice ¢ desinenza. ~ radice: indica il significato di base della parola Es, ragazz, cas, libr ~ desinenza: indica il genere ¢ il numero della parola stessa Es. ragazz-a, cas-e, libr-i I nome pud essere: secondo il SIGNIFICATO © concreto: quando indica persone, animali, cose: tutto cid che esiste materialmen- te e che pud essere percepito dai nostri sensi ; Es. tavolo, auto, cane, mare, strada, pane, larspo, adore © astratto: quando indica cid che esiste solo nel pensieto e che non pud essere percepito dai nostri sensi: idee, sentimenti, qualita, fatti ecc. Es. onesta, bellexzea, sentimento, aticizia, eroisma, odio © comune: quando pud essere riferito a qualsiasi unit della stessa specie Es. ragazzn, citta, ragioniere, attore, lago : © proprio: quando si riferisce a una sola e particolare unita di una specie, distin guendola da tutte le altre Es, Maria, Roma, Rossi, Sordi, Maggiore © collettivo: quando indica (al singolare) un insieme di unita della stessa specie’ Es. braneo, stuolo, fla, greege, mandria, serie i © individuale: quando indica un esemplare singolo di esseri animati o inanimati Per indicarne pii di uno si usa il plurale’ Es. bambino, cane, pecora, idea, montagna secondo la FORMA © primitivo: quando non deriva da nessun’altra parola, ma @ formato solo dalla radice e dalla desinenza Es. bro, cane, legno, carta, banca © derivato: quando é formato da un nome primitivo con Paggiunta di un prefisso o di un suffisso Es. ibraio, canile, falegname, cartiera, banchiere © alterato: quando Vaggiunta di un suffisso modifica in parte il significato origina- tio. Pud essere: - accrescitivo: casona, ragazzone, librone = diminutivo: casing, ragazzino, librino 1. Sono individuali la quasi totalita dei nomi, esclusi, appunto, quelli collettivi. 1089 Grammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia - vezzeggiativo: casetia, ragazzetio, libretio - dispregiativo: casaccia, ragazzaccio, libraccio © composto: quando é formato dall'unione di due parole Es. cassaforte, francobollo, saliscendi, sottopassaggio secondo il GENERE ® maschile: quando persone © animali sono di sesso maschile. Per le cose una regola non c’é Es. ragazzo, Franco, gato, albero, libro femminile: quando persone 0 animali sono di sesso femminile. Per le cose una regola non c’é? Es. ragazza, Franca, gatta, porta, finestra Inoltre il nome pud essere: © di genere mobile: quando per il maschile ¢ per il femminile ha la stessa radice, ‘ma muta desinenza o presenta altre modifiche (vedi a pag. 1090 La formazione del fermminile nei nomi mobili). Es. ragazxo, gato, matstro, attore, principe ragazan, gatia, maestra, attrice, principessa © di genere comune: quando ha una sola forma sia per il maschile che per il femminile; in questo caso é Particolo che ne fa distinguere il genere Es, custade, nipote, cantante, giornalista (il/la) © digenere promiscuo: quando ha una sola forma con la quale indica sia il mfaschio che la femmina. Si trata per lo pid, ma non solo, di nomi di animali. Per precisare il genere maschile o femminile del ome occor- re farlo seguire dalla parola maschio o femmina, oppure farlo precedere da il maschio del ..., la femmina del ... Es. volpe; tonno, tigre, mosca, balena, delfino Ja volpe maschio - il maschio della valpe Ja volpe fenmina - la femmina della volpe © indipendente nei due generi: quando ha una forma per il maschile ¢ una per il femminile, del tutto diverse fra loro Es. womo - donna, babbo - mamma, bue - mucta, maschio - femmina, fuco - ape, fratello - sorella, celibe - nubile secondo il NUMERO © singolare: quando indica una sola unita Es. casa, fiume, monte, tavolo 1. Per quanto siguarda il genere dei nomi vi sono tante di quelle regole, particolarita ed eccezioni che & preferibile affidarsi alla pratica e all'uso di un dizionario piuttosto che ticorrere alla relativa, complicatissima casistica. 2. Vedi nota precedente. 3. Sono promiscui anche nomi come persona ¢ vittima. Per loro, pero, non si usa laggiunta i © femmina. Grammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia 1090 © plurale: quando indica pit unit Es, case, lumi, monti, tavolé Inoltre pud essere: © variabile: quando al plurale modifica la desinenza Es. porto - porti, giacca ~ giacche, busta ~ buste © invariabile: quando ha la stessa forma sia per il singolare che per il plurale; Particolo a indicarci il numero Es, cittd, auto, moto, virtd, cinema, re, parentesi © difettivo: quando manca del singolare o del plurale Es, datte, sangue, grano, miele, fame, sete, pieta; viveri, spinaci, bronchi, nore, posteri, Serie, pantaloni © sovrabbondante: quando ha piti forme di singolare ¢/o di plurale! Es, destricro/e, forestiero/e, nocchiero/e, sparviero/e, brati /ia, cig /ia, diti/a, budelli/a, calcagni/a, ginoccki /ia, orecchio/a (orewbi /ie), strofa/e (strofe/i) LA FORMAZIONE DEL FEMMINILE NEI NOMI MOBILI Nella formazione del femminile nei nomi mobili si possono verificare i seguenti casi: © i nomi maschili, al femminile mutano generalmente la desinenza -0, -e in -a Es. ragazxo/a, gatto/a, Carlo/a, signore /a, Simone /a alcuni nomi maschili indicanti titolo o professione, ¢ alcuni nomi di animali, pur terminando in -a’, -e, -0, hanno il femminile in -essa Es. duca - duchessa, poeta - poetessa, barone - baranessa, anvocato - arvocatessa, leone - leonessa, elefante - elefantessa © i nomi maschili terminanti in -tore ¢ -dore hanno generalmente il femminile in -ttice ¢ -drice; ma vi sono delle particolarita® Es. pittore - pittrice, traditore - traditrice, lavoratore - lavoratrice, attore - attrice, venditore - venditrice, mallevadore - mallevadvice © i nomi maschili terminanti in -sore hanno il femminile in ~itrice (con una piccola modifica della radice) ¢ in alcuni casi in -sora* | Es. pasessore - posseditrice, difensore - difenditrice, predecessore - predeessora 1. Spesso a forme differenti corrispondono anche significati diversi. Per esempio i cigli sono i bordi di una strada o di un fosso, le cigtia sono quelle degli occhi. 2. Ricordiamo che i nomi maschili terminanti in -a che hanno al femminile la stessa forma (€s. eulega, pediatra) sono i nomi di genere comune che abbiamo gid visto (pag. 1089) ¢ non sien- trano fra i nomi mobili qui esaminati, 3. Aleuni nomi in -tore, accanto alla forma in -trice, hanno anche la forma in -tora, di uso popolare Es. lavoratore - lavoratrice - lavoratora; traditore - traditrice - traditora Pastore ¢ tintore hanno solo la forma in -tora, Dottore fa dottoressa (ma ne! linguaggio narrativo si trova talvolta dottora). 4. Professore fa invece professoressa. Gli altri nomi in -sore sono di uso scarsissimo al femminile ¢ tendono ad essere sostituiti da sinonimi Es. posseditre & sostituita da proprictaria o padrona 1091 Grammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia © alcuni.nomi maschili, al femminile modificano in parte la radice Es. re - regina, dio - dea, eroe ~ eroina, cane - cagna, gallo - gallina, abate - badessa Schema tiassuntivo MASCHILE FEMMINILE Ee ragacea “a ragarcen avvocato ~essa avvocatessa Ee signore -a Signora studente ~essa studentessa a poeta essa ——poetessa store attore -trice abtrice -dore — mallevadore -drice —mallevadrice difensore vittice —difenditrice ~sore predecessore -sora —predecessora LA FORMAZIONE DEL PLURALE DEI NOMI Nella formazione del plurale dei nomi bisogna tenere presenti i seguenti casi: @ i nomi maschili escono al plurale in -i Es. monte /i, lavoratore/i, gatto/é, poeta/i © i nomi femminili escono al plurale in -e (quelli che al singolare terminano in -a) © in -i (quelli che al singolare terminano in -o ed -¢) Es. gatta/e, resa/e, matita/e, casa/e mano/i, legge/i, valle/é @ Ie parole tronche non mutano desinenza al plurale Es. la/le virtsi, Ja/le carita, la/le tribsi, la/le onesta, il/i colibri NOMLIN -CA ¢ -GA I nomi terminanti al singolare in -ca e -ga fanno al plurale: © -che c -ghe, se sono femminili Es. ocd - oche, amica - amiche, cuoca - ouoche, fatica - fatiche bottega - botteghe, paga - paghe, collga - colleghe © -chie -ghi, se sono maschili Es. monarca - monarché, patriarca - patriarchi collega - colleghi, stratega - strateghi NOMI IN -CIA ¢ -GIA I nomi terminanti al singolare in ~cia e -gia fanno al plurale: © -cie ¢ -gie, se la i 2 accentata (i tonica) Es. farmacta - farmacie, scta - scie bugia - bugie, magia - magie Gtammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia 1092 © -cie e -gie, se la i @ atona (cioe non vi cade laccento) ¢ -cia e -gia sono precedute da vocale Es. camicia - camicie, acacia - acacte valigia - valigie, cilegia - ciliegie, bambagia - bambagie © -ce e -ge, se la i @ atona (cicé non vi cade Paccento) ¢ -cia ¢ -gia sono precedute da consonante Es. lancia - lance, fascia - fasce, roccia - rocce, arancia - arance fangia - frange, pnggin - divgge, spiggia ~ ppogge NOMI IN -CO ¢ -GO I nomi terminanti al singolare in co € -go fanno al plurale: © -chi ¢ -ghi, se sono piani (accento sulla penultima sillaba) © -ci € -gi, se sono sdruccioli (acento sulla terzultima sillaba) Ci sono tuttavia molte eccezioni che contravvengono a questa regola. Preferiamo pertanto fornire uno schema in cui sono elencati alcuni nomi, consi gliando, per i casi qui non contemplati; il ricorso al dizionario. pl. in -chi pl. in -ghi pl. in -ci pl. in -gi carico arcipelago amico asparago cuoco catalogo greco filologo fuoco decalogo medico radiologo incarico dialogo monaco teologo parco epilogo nemico pizzico lago parroco rammarico monologo porco scarico naufrago portico valico obbligo sindaco profugo prologo riepilogo Alcuni nomi come antropofago, chirurgo, esofago, farmaca, mage, manice, sarcofago, stomace trafico hanno al plurale entrambe le forme: in ~chi -ghi e -ci -gi. NOMLIN -IO T nomi terminanti al singolare in -io fanno al plurale: © -ii, se la i 2 accentata (i tonica) Es. oblio - oblii, ronefo - romefi, io - di, rinvio - rinit © -i, se la i non 2 accentata (i atona) Es. proprio - propri, raggio - raggt, studio ~ studi, vario - varé L’AGGETTIVO Laggettivo @ la parte variabile del discorso che si aggiunge al nome per indicarne una qualita (aggettivo qualificativo) 0 per determinarlo meglio (ag- gettivo determinativo). 1093 Grammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia L’aggettivo pertanto pud essere qualificativo o determinativo. QUALIFICATIVO L’aggettivo qualificativo. indica la qualita del nome cui si riferisce ¢ con ess0 concorda nel genere ¢ nel numero Es, il bambino buono, la bambina buona, i bambini buoni, le bambine buone L’aggettivo qualificativo ha tre modi o gradi con cui esprimere una qualita del nome: positive, comparativo, superlative. C grado positivo, se indica una qualita senza precisarne la gradazione di intensita © senza metterla a confronto con un’altra Es. un bambino intelligente ©) grado comparativo, se mette a confronto due termini. Pud essere: © di maggioranza: Marc ¢ pitt intelligente della sorela @ di minoranza: Maro é meno intelligente della sorlla. © di uguaglianza: Marc é intelligente come (quanto) la sorela, C grado superlativo, se esprime una qualita al massimo grado. Puéd essere: © relativo: - di maggioranza: Marco é il piti intelligente di tutti. - di minoranza: Marco ¢ il meno intelligente di tutti. * @ assoluto: Marco @ intelligentissimo. Alcuni aggettivi qualificativi oltre alla forma regolare di comparativo di maggioran- za e di superlativo assoluto ne hanno un’altra derivata dal latino. I principali sono: POSITIVO | COMPARATIVO DI MAGGIORANZA ‘SUPERLATIVO ASSOLUTO buono | (piti buono) —_—migliore (buonissimo) ottimo cattivo cattivo) _ peggiore (cattivissimo) pessimo grande grande) maggiore _| (grandissimo) massimo piccolo piccolo) minore (Piccolissimo) minimo alto (pid alto) superiore _| (altissimo) supremo, sommo basso | (pii basso) —_inferiore (bassissimo) — infimo interno interno) _interiore intimo esterno | (pii esterno) _esteriore estremo AGGETTIVO SOSTANTIVATO, Quando l’aggettivo qualificativo non accompagna il nome, ma lo sottintende ¢ lo sostituisce, prende il nome di aggettivo sostantivato. L’aggettivo sostantivato @ in genere preceduto dall’articolo e pud essere accompa- gnato da un altro aggettivo Es. I (cittadini) ricchi devono pagare pid tasse dei (cittadin’) poveri. I disonesti ostinati avranno vita dura. Grammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia 1094 DETERMINATIVO Liaggettivo determinativo esprime una determinazione o una indicazione di posses- so, spazio, tempo, quantita ec. del nome cui si riferisce. L’aggettivo determinative pud essere: possessivo, dimostrativo (0 indicativo), indefinito, interrogativo, esclamativo, numerale. C. possessivo: indica a chi appartiene Pessere animato o inanimato di cui si parla. Gli aggettivi possessivi sono: mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro, proprio, altrui Es, i mio quaderma la sua bicicktta, i loro parenti, \e proprie sensazioni © dimostrativo 0 indicativo: indica qual @ l’essere animato o inanimato di cui si parla. Esprime un rapporto di vicinanga (questo, codesto)' 0 di lontanan- 2a (quello) rispetto a chi parla o ascolta, oppure di identita (stesso, medesio, tale) Gli aggettivi dimostrativi sono: questo, codesto, quello, stesso, medesimo, tale Es. Il braccio mi fa male in questo punto, Codesta citta di cui mi scrivi dev'essere meravigliosa, Abbiamo ancora impresse le immagini di quel ghiacciaio. Hanno pensato le stesse (medesime) cose. Con un tale acquazczone non poterono uscire, Ci indefinito: indica in modo indefinito (cio® vago, impreciso) la quantita ¢ talvol- ta la qualita del nome cui si riferisce. Gli aggettivi indefiniti sono: ogni, ciascuno, qualunque, qualsiasi, qualsivoglia, nessuno, qualche, punto, alcuno, taluno, certuno, certo, tale, poco, al- quanto, parecchio, molto, tanto, troppo, altrettanto, tutto, altro, diverso, vario, pit Es. tanti ragazd, diverse volte, nessun dubbio, un tale Rossi C intertogativo / esclamativo: introduce una domanda 0 un’esclamazione. Gli aggettivi interrogativi ed esclamativi sono: che, quale, quanto Es. Che regalo hai riceouto? Quanto dolore bo provato! O numerale: indica la quantita degli esseti animati o inanimati di cui si parla, oppure Pordine in una serie. Laggettivo numerale pud essere: © cardinale: «xo, due, ire, ..., cento, mille, un milione ecc. © ordinale: primo, secondo, ter, .., centesino, millesimo ecc, © moltiplicativo: doppio, eripls, quadruple ..; duplice, triplice, quadruplice © distributivo: ad wno ad uno, a due a due ...3 per due, per tre ...; due alla volta ...; ogni sei ...; cingue per cingue .. © frazionario: una meta, un teran, un quarto, un quinto © collettivo: ambo, ambedue, entrambi? 1. Pid in particolare questo indica vicinanza a chi parla, cadesto, vicinanza a chi ascolta. 2. Sono numerali collettivi, ma con valore di sostantivo: pain, oppia, dein, dozzna,quindicna, Ginquantina, centinaio, mighaio; binestre trimestre, quadrimestre, semestre, biennio, tiennie, quadrienni, quin- 1095 Grammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia IL PRONOME Il pronome é la parte variabile del discorso che si usa per sostituire un nome. Il pronome pud essere: personale, possessivo, dimostrativo, indefinko, interro- gativo, esclamativo, relativo, misto. G personale: si usa al posto di un nome di persona, animale 0 cosa. I pronomi personali sono: SOGGETTO COMPLEMENTO- 1* pers. sing. | io me, mi 2 pers. sing. | tu te, ti 3 pers. sing. | egli, ella, esso, essa _| lui, lei’, lo, la, gli’, le, sé, si, ne 1" pers. pl | noi noi, ci, ce 2 pers. pl. | voi voi, vi, ve 3 pers. pl. | essi, esse loro’, li, le, sé, si, ne Es. Io lavoro, voi scioperate Le ho detto di telefonarti. Gi possessivo: indica una relazione di possesso, proprieta, appartenenza. I pronomi possessivi sono: mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro, proprio, altrui Es, La mia casa 2 pit brutta della tua, © dimostrativo: indica con precision Videntita 0 la posizione el tempo, nello spazio, nel discorso, della persona, animale o cosa di cui si parla. I pronomi dimostrativi sono: questo, codesto, quello, stesso, medesimo, tale, altro, questi, quegli, costui, costei, costoro, colui, colei, coloro, cid* Es, Sono sempre gli stessi a fare confusione, To sono il tale, le dis QuelPorolegio ¢ pivi preciso di altri. © indefinito: indica in modo vago, impreciso la quantita ¢ talvolta la qualita del nome che sostituisce. I pronomi indefiniti sono: ¢ uno, ciascuno, nessuno, ognuno, qualcuno, alcuno, taluno, -veruno, altro, altri, chi :., chi, certi, certuni, diversi, tale quennio, lustre, decennia, nentennio, secolo; ame, tera, quaterna, cinguinas duett, tereeti, trie, quartet, quintetto; terzina, quartina, sestina, oftava, Possono iavece ewee ust ra come aggettivi che come sostanciv: bila, tlh quatre rin, quinario, nario, sctenarie, ottonarie, novenario, decasillab, endecaillabo, dodecasi 1. Lui, lei e loro oggi sono molto usati anche come soggetto Es, Lud ascota sempre la musica. Loro sono partiti. 2. Gli opgi viene usato anche al plurale con significato di a loro Es. Vidi dei tifsi che facenano a botte ¢ gli dissi (dissi a loro) di smettere, 3. Quando cid & usato con valore di complemento diretto o indiretto pud essere sostituito dalle particelle pronominali lo (a), ne (di aid), ci, vi (a ai) Es. Ne (di cid) diteuteremo in consiglio. Gi (aa eid) star’ attento, Grammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia 1096 © chiunque, chicchessia molto, poco, troppo, tanto, alquanto, altrettanto, tutto, parec- chio © niente, nulla, punto, qualcosa, alcunché, checché esi Es. Nessuno pretende di sostituirsi alla legge. Un tale chiede di te. C interrogative / esclamativo: sostituisce il nome di persona, animale 0 cosa nelle domande o nelle esclamazioni. I pronomi interrogativi ¢ quelli esclamativi sono: chi, che, quale, quanto Es. Chi #® Quanto costa? Che vedono i miei chi! Quanti erano! G relativo: sostituisce un nome o qualsiasi altra parola o gruppo di parole metren- do in relazione due frasi. T pronomi relativi sono: che, cui, il quale (la quale, i quali, le quali) Es. Ho telefonato alla ragarcta che incontrai sul treno. Nel paese in cui abitiamo c'é molto silenzio. Gli avverbi dove, ove, onde, donde (questi ultimi tre sempre meno in uso) assumono valore e funzione di pronome relativo quando congiun- gono due proposizioni Es, Vado nella citta dove (nella quale) sono nato Siamo ritornati al punto donde (dal quale) eravamo partiti, CG misto: svolge una doppia fanzione: di pronome dimostrativo o indefinito + di pronome relativo; pertanto, in qualita di pronome relativo, mete in relazione due frasi. I pronomi misti sono: chi, chiunque, chicchessia, quanto, quanti Es. Non mi fido di chi (coloro i quali) non conosco. “Apre la porta a chiunque suoni (tutti quelli che suonano). Fari quanto (quello che) mi chiedi. IL VERBO Il verbo é la parte variabile del discorso che indica azione, stato, modo di essere, esistenza di persona, animale 0 cosa. Il verbo pud essere: per il SIGNIFICATO. C predicativo: quando ha senso compiuto ¢ pud essere usato da solo. Sono predicativi la stragrande maggioranza dei verbi. O copulativo: quando collega il soggetto a un nome o a un aggettivo, perché da solo non ha senso. 1, Sé & pronome indefinito quando significa qualeuno Es. Si (qualeuno) pensa che il nostro sia un paese ricco, 1097 Grammatica essenziale delia lingua italiana / Motfologia Oltre al verbo essere, detto copula, sono eapulatini': © parere, sembrare, divenire, risultare, riuscire, stare, rimane- fe, restate, apparire, crescere, nascere, vivere, morire, farsi ce. (verbi copulativi in senso stretto) i seguenti verbi alla forma passiva: © chiamare, soprannominare, dite ecc. (detti verbi appellativi) © eleggere, creare, nominare ecc. (detti verbi eletiv’) @ ritenere, stimare, considerare ec. (detti verbi estimativi) © fare, rendere ec, (detti verbi effertiv’) Es, Mario sembra felice. Suo padre @ diventato povero, Franco @ stato nominato capufficio. Lo busky & considerato un cane pregiato. per il GENERE O transitivo: quando l’azione passa (transita) dal soggetto al complemento oggetto® Es. Ho comprato una moto. Lo studente legge un libro. C intransitivo: quando Vazione non si riversa su un complemento oggetto, ma rimane € si esaurisce nel soggetto* Es. Franco lavora in fabbrica, L’awvacato @ partito. Alla sua prisenza impallidi. B frequente. il caso di verbi che possono essere ora transitivi ora intransitivi a seconda del significato che assumono Es. Marco cambia scuola (trans.). I tempo cambia (intrans.). Ho finito i compiti (trans.). T soldi sono finiti (intrans.). 1. I vesbi elencati, quando non si collegano a un-sostantivo o a un aggettivo (che in tali casi costituiscono i complementi predicativi del soggetto - vedi pag. 1118) non sono copulativi, ma Branco @ morto, Anche il verbo paver goa significa ester, stare, trovarsi, non & copula, ma predicato vetbale Es. Alo stadio c'erano molti srisioni. 2. Talvolta un verbo transitivo pud anche non essere accompagnato da un complemento oggetto. In questo caso viene ussto in forme astute 0 intraniting, pur rimanendo un verbo transitivo Es. Mario mangia (la pies). Carla serive (una lettre). 3. Aleuni verbi, intransitivi possono avere un uso transitivo quando. sono. se complemento oggetto che viene detto interno, cio? da un complemento oggetto che abbi ctimolos del verbo (Vise una vita folie) o un’affinita di significato (Dorme un sonno sranquille. Piange lacrime amar). Grammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia 1098 per la FORMA! O attivo: quando il soggetto compie lazione Es. Ii gatto mangia il topo. © passivo: quando il soggetto subisce l’azione (ed @ il compl. d’agente o di causa efficiente a compierla - vedi pag. 1121) Es. I! topo 2 mangiato dal gatto. Un passanie é stato colpito da una tegola. Ci fiffessivo: quando azione si tiflette sul soggetto stesso. La forma riflessiva pud essere: © propria: quando ’azione si riflette sul soggetto ¢ le particelle mi, ti 4, d, vi sono compl. oggetto Es. Io mi lao, Exgii si pettina, : © apparente: quando V’azione si riflette su un ‘compl. oggetto e le particelle mi, ti, si, cj, i hanno valore di compl. di termine (vedi pag, 1120)ovvero equivalgono ad a me, a fe ccc. Es. Jo mi lavo la testa. © reciproca: quando V’azione esprime reciprocita e le particelle plu- rali ci, wi, significano a vicenda, Fun Laltro, fra loro, ec. Es. Mario ¢ Carla si amano, Gli amici si salutano. © pronominale: quando le particelle mi, 4, s, di, vi sono parte inte- grante del verbo (sempre intransitivo) ¢ quindi non sono complementi Es. Io mi pento, Maria si vergogna, Luisa si ammala, I verbi pronominal sono intransitivi' ¢ quindi non hanno il complemento oggetto: della forma riflessiva hanno solo aspetto, ¢ le particelle mi, ti, %, i, vi non significano me stesso 0 a me stesso, ecc., MA sono una cosa sola con il verbo, che altrimenti non avrebbe senso compiuto. I principali verbi pronominali sono: vergognarsi, pentirsi, dolersi, lagnarsi, lamen- tarsi, ravvedersi, ammalarsi, adirarsi, arrabbiar- si, accorgersi, impadronirsi, ribellarsi, imbat- tersi, avvalersi, trovarsi. Anche alcuni verbi transitivi, coniugati con la ticella pronominale si, acquistano valore intransit vo pronominale: addormentarsi, svegliarsi, ab- battersi, offendersi, rattristarsi, eccitarsi, di- menticarsi, ricordarsi, alzarsi ecc. r 1. I verbi transitivi possono avere le tre forme: attiva, passiva c riflessiva; mentre i verbi intransitivi hanno.solo la forma attiva, 2. La forma reciproca si pud avere solo con un soggetto plurale. 3. Infatti sono chiamati verbi intransitini pronominal. 1099 Grammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia pet la CONIUGAZIONE O dit’ (verbi in -are): amare, lavorare, mangiare CO di 2+ (vesbi in -exe): vedere, prendere, meitere © di 3+ (verbi in ~ire): venire, salire, sofrire' per il MODO C finito: quando pud essere coniugato: in tal caso fornisce P’indicazione di tempo, persona ¢ numero. I modi finiti sono: © indicativo: che esprime realta e certezza. E formato da 8 tempi: 1 per il presente, 5 per il passato, 2 per il futuro © congiuntivo: che esprime possibilita, desiderio, timore, supposizione, F dubbio, concessione, esortazione ec. E formato da 4 tempi: 1 per il presente, 3 per il passato © condizionale: che esprime l’eventualita subordinata a una condizione. E formato da 2 tempi: 1 per il presente, 1 per il passato © imperativo: che esprime comando, ordine, ma anche invito ¢ consi- lio. formato da 1 tempo presente. indefinito*: quando non pud essere coniugato: in tal caso non fornisce Pindica- zione né della persona, né del numero, tranne che nel participio. I modi indefiniti sono: © infinito: indica Pazione del verbo in maniera generica e indeter- minata. Ha 2 tempi: 1 per il presente, 1 per il passato © participio: svolge la funzione sia di verbo che di aggettivo e di nome. Ha 2 tempi: 1 per il presenté, 1 per il passato © gerundio: chiarifica la maniera in cui avviene Vazione principa- le. : Ha 2 tempi: 1 per il presente, 1 per il passato. per il TEMPO CO semplice: quando @ formato da una sola parola (la radice del verbo + la desinenza). C) composto: quando é formato da due parole (una voce dell’ausiliare essere 0 ave- re + il participio passato del verbo). 1. I verbi dire e fare sono della 2 coniugazione. 2, Linfinito, il participio e il gerundio sono chiamati anche forme nominali del verbo, perch possono venire usati in Funzione di sostantivo 0 aggettivo Es. bo spendere il risparmiare; mitente, amante; amato, simato; reverendo, venerando Grammatica essenziale della lingua italiana / Morfologia 1100 per la PERSONA e il NUMERO. O di 1* persona singolare (‘o) di 2* persona singolare (1s) di 3* persona singolare (egli, ella, esso, ess, lui, li) O di 1" persona plurale (1) di 2* persona plurale (vo) di 3* persona plurale (ss, esse, loro) per la FUNZIONE Gi ausiliare: quando serve a coniugare i tempi composti degli altri verbi. I verbi ausiliari sono essere ¢ avere. © essere si usa: - con i verbi passivi - con molti verbi intransitivi - con i verbi riflessivi © avere si usa: - con i verbi transitivi attivi ~ con alcuni verbi intransitivi O servile: quando regge l’infinito di un altro verbo. I principali verbi servili sono: dovere, potere, volere', sapere (nel senso di «essere in grado din), solere, Ma possono essere servili anche preferire, osare, desidetare, gradire’ ecc. Es, Franco @ dovuto partire, Paola ha dovuto ripetere Pesame, Simone non ® potuto andare allo stadio, Franco ha voluto bere. Maria ha saputo scegliere i collaboratori. Carlo ® solito guidare senza cintura di sicurezsea. C fraseologico: quando, posto davanti a un altro verbo al participio passato, all’infinito o al gerundio, forma con esso un’unica espressione. I principali verbi frascologici sono: stare, andare, venire, lasciarsi, vedersi, sentirsi, trovarsi, ac~ cingersi, stare per, cominciare a, a, continuare a, seguitate a, insistere a, smettere di, finire di, fare, lasciare’. 1, Questi verbi mantengono anche il loro significato proprio Es. Volevo andare al cinema (verbo servile). Volevo quella moto (verbo predicativo) Come ausiliare nei tempi composti, quando non sono verbi servili, prendono il verbo averes quando sono servili prendono, in genere, 'ausiliare del verbo principale. 2. Anche questi verbi mantengono il loro significato autonomo di normali verbi predicativi. Nei tempi composti vogliono sempre il verbo avere sia quando sono autonomi che quando sono servili. 3. Fare ¢ lasciare sono chiamati verbi causativi o faititini (ma non tutti li considerano della famiglia dei verbi fraseologici: alcuni li chiamano semiausiliar! causatii), in quanto il loro soggetto si limita a provocare, a causare ’azione, senza compierla direttamente Es. Simone ha fatto tnnervosire i! E il professore che compie l'azione di innervosirsi, anche se tale azione @ provocata, ecausatan, da Simone. Pure i verbi stare per, accingersi a, ccc. hanno una denominazione particolare: sono detti verbi aspettuali,

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