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Paolo Xella
CNR. Roma
Tra i grandi momenti storici che hanno conferito alla nostra civilt
la sua configurazione attuale, sono soprattutto da segnalare le due grandi
fasi designate con il nome di rivoluzione: la rivoluzione neolitica e
la rivoluzione urbana.
Durante la prima (10.000-6.000 ca. a.C.) luomo supera lo stadio
del semplice sfruttamento naturale attraverso caccia, pesca e raccolta,
applica e affina le tecniche della coltivazione e dellallevamento del
bestiame, costruisce e vive in dimore pi confortevoli, che costituiscono
piccole comunit di villaggio.
La c.d. rivoluzione urbana (definizione dovuta a G. Childe), a
partire dallet del Bronzo (3.500 a.C.), vede costituirsi insediamenti pi
estesi e complessi del villaggio, che meritano ormai la qualifica di citt.
Questo stato possibile grazie al controllo della produzione alimentare
(con le tecniche di irrigazione), allimmagazzinamento delle eccedenze,
alla loro redistribuzione ad opera di un centro organizzativo che, sotto
diverse forme (tempio, palazzo) rappresenta il nucleo e il cuore pulsante
della citt. Tale processo implica esigenze di calcolo e registrazione
attraverso la scrittura.
Una volta giunto a tale stadio, luomo produce una cultura e
unideologia di tipo nuovo, in armonia con i mutamenti e il nuovo as-
10 paolo xella
Genesi, 4, 17 ss.
Ora Caino si un alla moglie e partor Enoch; quindi divenne costruttore
di una citt che chiam Enoch dal nome del figlio.
Genesi, 11,4
Venite, costruiamoci una citt e una torre la cui cima tocchi il cielo e
facciamoci un nome, per non disperderci sulla terra.
12 paolo xella
Il nuovo spazio viene ripensato come tutto o centro di una periferia costi-
tuita da ci che resta e ritenuta marginale o del tutto estranea. Gli esempi
sono numerosissimi. Qui ne ricordo solo due. Gudea (Cilindro A), ensi
di Lagash, intorno al 2100 a.C. pone al centro del mondo la sua citt, che
ha a sua volta al centro il tempio del dio poliade Ningirsu. Dalla periferia
giungono da ogni parte, con moto centripeto, materiali per edificare il
luogo sacro. Una tavoletta assira molto famosa reca incisa sotto il testo
una immagine del mondo che ha al centro la citt di Babilonia!
Del resto, ogni atto di fondazione da una semplice casa a una
citt rievoca la cosmogonia, ragguagliando latto fondatore allazione
archetipica compiuta illo tempore da personaggi mitici creatori. Tut
tavia, se con la citt luomo conquista stabilit e sicurezza, grazie
allorganizzazione e alla cooperazione tra tutti i membri della societ,
egli crea al contempo una nuova enorme angoscia esistenziale. La citt
infatti tiene separati i suoi abitanti da tutte le altre creature della terra e
condiziona i rapporti col mondo esterno. Il coraggio, lautoaffermazione,
lorgoglio possono essere esaltati (cf. Babele!), mentre si indebolisce la
posizione del singolo verso i poteri sovrumani che continuano a regolare i
ritmi della vita. La dialettica interno/esterno, resa pi evidente dalle mura
che cingono le citt, implica che tutto quanto si trovi fuori dellabitato
si trasformi in una realt potenzialmente ostile, sede di forze caotiche
da fronteggiare, specie sul piano rituale. Sono i pro e i contro della vita
urbana, conquista ambigua e ulteriore prova del rifiuto umano di adattarsi
ai parametri spazio-temporali imposti dalla natura.
Ma gi lagricoltura, a ben vedere, aveva rappresentato una
grande ribellione allordine naturale (condanna biblica di Caino, primo
agricoltore!), con la pretesa umana di imporre al ciclo della vegetazione i
propri ritmi e le proprie esigenze. Attraverso la vita associativa in forme
sempre pi complesse, luomo si estranea progressivamente dal contesto
naturale: si consapevoli della frattura e si tende a nuovi equilibri che
preservino le nuove conquiste e rispettino quellordine naturale che
continua ad essere principio assoluto di vita.
E uno sforzo enorme, anche sul piano ideologico. Lo testimo-
nia la mitologia, che per dare legittimo fondamento allinitia urbis,
allappropriazione arbitraria dello spazio, al nuovo ordine socio-econo-
mico e religioso, stabilisce per la citt unorigine divina: la citt deve farsi
sacra per potersi contrapporre al resto del mondo. Si arriva a coinvolgere
14 paolo xella
Atrahasis, 88ss.
Cos, allorch dal cielo furono discesi [lo Scettro reale]
laugusta Corona e il Trono reale
le origini della citt nel vicino oriente antico 17
Dopo il primo edificio addetto al culto dello strato XVI di Eridu (ca
5000 a.C.), si riscontrano poi progressivamente spazi sacri delimitati che
culminano, nello strato VII (3900-3400), con un tempio elevato a terrazza
circondato da una cinta perimetrale. Tale organizzazione dello spazio
urbano che si articoler e svilupper in seguito (Ur, Ubaid, Tell Uqair
e il suo tempio dipinto, ecc.) corrisponde a unideologia che ritiene
sacra la citt, vede un dio come suo sommo signore e il re-sacerdote suo
vicario in terra, con alle sue dipendenze un personale specializzato.
Ma non tutto il culto si indirizzava al dio poliade. Il pantheon citta-
dino si articolava proprio come la societ umana fondata sulla diversit
in una pluralit di figure componenti una estesa famiglia. Accanto al dio
cittadino cera la sua sposa, i suoi figli, i parenti, i discendenti, i servitori,
ecc. Tutto questo bene attestato anche dallarcheologia. Non si trattava
quindi di una giustapposizione disordinata di figure soprannaturali, bens
di un sistema organico e dinamico dove i rapporti tra i vari membri erano
definiti da affinit, simmetrie, opposizioni o antagonismi. E un vero micro-
cosmo, un sistema classificatorio di poteri e valori che investe totalmente il
funzionamento del sociale, del politico, delleconomico. In Mesopotamia,
poi, si verifica progressivamente una specie di fusione facilitata dalla
teologia e dalle conquiste/annessioni territoriali tra vari pantheon cittadini
in un pantheon sopranazionale, in cui ogni divinit padrona di un singolo
centro occupa un determinato ruolo nella nuova macrostruttura. Al vertice
si trova un dio di particolare prestigio, perch legato a citt pi sante
delle altre, come fu il caso di Nippur e del suo dio Enlil, ma anche di Uruk
e di Ur, sulle quali vorrei soffermarmi brevemente.
Uruk fu la patria di Gilgamesh, re-eroe celebre in tutto lOriente
per le sue avventure legate alla ricerca dellimmortalit. Essa d nome
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Gilgamesh, I 8ss.
Egli (=Gilgamesh) fece costruire la cinta di Uruk-il-recinto,
il meraviglioso tesoro dellEanna santo.
Guarda questa cinta che pare (fatta) di bronzo,
contempla il suo muro interno, che non ha uguali,
tocca questo suolo, che viene da tanto lontano
Monta sul bastione di Uruk e percorrilo,
esamina le sue fondamenta, studia la sua muratura:
(guarda) se la sua muratura non di mattoni cotti
e se le sue fondamenta non le posero i Sette Saggi.
Indicazioni bibliografiche
Gli argomenti e i testi che qui vengono citati, direttamente o per
allusione, coprono un ambito talmente vasto da richiedere una bibliografia
di molte pagine. Per semplicit, rinviamo qui ad alcuni studi specifici
attraverso i quali sar facile ricostruire la documentazione dettagliata.
Lo studio pi recente e documentato lo si deve a D. Pezzoli
Olgiati, Immagini urbane. Interpretazioni religiose della citt antica,
Orbis Biblicus et Orientalis, Freiburg, 2002. I temi qui trattati erano
stati in parte da me gi affrontati in P. Xella, La citt divina. Cultura
urbana e politeismo nel Vicino Oriente antico, in F. Cardini (a cura
di), La citt e il sacro (= Civitas Europaea, 2), Milano, 1994, pp. 1-42.
Molto utile e lucido resta lo studio di M. Liverani, Lorigine della citt.
Le prime comunit urbane del Vicino Oriente, Roma, 1988. Per i lettori
di lingua spagnola sar ancora da segnalare, in particolare per le con-
cezioni oltramondane e il rapporto (anche spaziale) tra questo mondo e
mondo infero, P. Xella (ed.), Arqueologa del Infierno, Editorial AUSA,
Barcelona 1994 (trad. di P. Xella, ed., Archeologia dellInferno. Laldil
nel mondo antico vicino-orientale e classico, Essedue Edizioni, Vero-
na, 1987). Da ultimo, sul difficile rapporto tra indagini archeologiche
e storico-religiose, si rinvia al volume di imminente pubblicazione M.
Rocchi P. Xella (edd.), Archeologia e religione, Storia delle Religioni
II, Essedue Edizioni,Verona, 2006.