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Art. 875 Comunione forzosa del muro che non sul confine
Quando il muro si trova a una distanza dal confine minore di un metro e mezzo ovvero a distanza
minore della met di quella stabilita dai regolamenti locali, il vicino pu chiedere la comunione del
muro soltanto allo scopo di fabbricare contro il muro stesso, pagando, oltre il valore della met del
muro, il valore del suolo da occupare con la nuova fabbrica, salvo che il proprietario preferisca
estendere il suo muro sino al confine.
Il vicino che intende domandare la comunione deve interpellare preventivamente il proprietario se
preferisca di estendere il muro al confine o di procedere alla sua demolizione. Questi deve manifestare
la propria volont entro il termine (2964) di giorni quindici e deve procedere alla costruzione o alla
demolizione entro sei mesi dal giorno in cui ha comunicato la risposta.
Art. 879 Edifici non soggetti allobbligo delle distanze o a comunione forzosa
Alla comunione forzosa non sono soggetti gli edifici appartenenti al demanio pubblico e quelli soggetti
allo stesso regime (822 e seguenti), n gli edifici che sono riconosciuti di interesse storico,
archeologico o artistico, a norma delle leggi in materia. Il vicino non pu neppure usare della facolt
concessa dallart. 877.
Alle costruzioni che si fanno in confine con le piazze e le vie pubbliche non si applicano le norme
relative alle distanze, ma devono osservarsi le leggi e i regolamenti che le riguardano.
Note
Dispositivo
Relazioni
Giurisprudenza
Consulenza
(Relazione del Ministro Guardasigilli Dino Grandi al Codice Civile del 4 aprile 1942)
422 In ordine ai muri di cinta, riconosciuto, in conformit del codice del 1805 (art. 559), il diritto di
costringere il vicino a concorrere per met nella spesa di costruzione di essi, quando separano le
rispettive case, i cortili e i giardini posti negli abitati. La loro altezza, in mancanza di regolamenti locali
o di convenzione, rimane fissata in tre metri (art. 886 del c.c.). Se i fondi finitimi sono a dislivello,
l'onere di contribuzione grava interamente sul proprietario del fondo superiore per la parte del muro che
va dalle fondamenta all'altezza del fondo predetto, mentre entrambi i proprietari devono concorrere
nella spesa per l'altezza ulteriore del muro (art. 887 del c.c., primo comma). Il diverso criterio di
contribuzione, gi accolto nel codice del 1865 (art. 560), giustificato dalla funzione di sostegno, oltre
quella di recinzione, che il muro esercita rispetto al fondo superiore. Per eliminare controversie, il
secondo comma dell'art. 887 precisa che, anche nel caso di fondi a dislivello, il muro di cinta deve
essere costruito per met sul terreno del fondo inferiore e per l'altra met sul terreno del fondo
superiore. Dall'obbligo di contribuire nella spesa di costruzione del muro di cinta il vicino pu esimersi,
cedendo, senza diritto a compenso, la met del terreno necessario per la costruzione. Egli per conserva
la facolt di renderlo comune quando voglia; e poich, all'atto della costruzione, ha gi contribuito con
la cessione della met del terreno, pu ottenere la comunione pagando soltanto la met del valore del
muro (art. 888 del c.c.).
Dispositivo
Relazioni
Giurisprudenza
Consulenza
Cass. n. 6174/2015
Il proprietario di un fondo, che eriga un muro sul confine, ha diritto ad ottenere, dal proprietario del
fondo contiguo, un contributo per met nella spesa di costruzione solo se il manufatto integri i requisiti
del muro di cinta ex art. 886 cod. civ., raggiungendo un altezza non inferiore a tre metri e semprech lo
stesso, fino a tale livello, sia integralmente in muratura.
Cass. n. 24752/2013
Il contratto tra proprietari confinanti, relativo alla costruzione di un muro di cinta con ripartizione delle
relative spese, non richiede la forma scritta "ad substantiam", ai sensi dell'art. 1350 c.c., poich esso
non ha ad oggetto beni immobili, limitandosi a creare un rapporto di dare-avere tra le parti.
Cass. n. 2485/2012
Il proprietario di un fondo, che innalzi il muro di confine sino a portarlo all'altezza di tre metri ex art.
886 c.c., sopporta per intero le spese di sopraelevazione e non pu pretendere che vi concorra il
proprietario del fondo contiguo, atteso che quest'ultimo, ai sensi degli artt. 874 e 885 c.c., ha soltanto la
facolt, e non l'obbligo, di entrare in comunione della parte sopraedificata.
Cass. n. 10709/2003
Poich le norme tecniche di attuazione dei piani territoriali paesaggistici della Regione, che hanno la
finalit di tutelare interessi generali o urbanistici o di salvaguardia dell'ambiente, non sono integrative
del codice civile, le disposizioni in esse contenute sulle modalit costruttive dei muri di cinta non sono
modificative delle previsioni di cui all'art. 886 c.c.
Cass. n. 7675/1986
L'art. 886 c.c., prevedendo un obbligo, a carico del vicino, di contribuire per met nella spesa di
costruzione del muro di cinta, norma per sua natura eccezionale e, pertanto, insuscettibile di
applicazione analogica ad altre ipotesi, come quella in cui si tratti di recinzione realizzata con rete
metallica.
Cass. n. 1687/1982
Il limite di altezza per i muri di cinta di propriet comune posto dall'art. 886 c.c. (tre metri, ovvero
altezza diversa determinata convenzionalmente o dai regolamenti locali) concerne soltanto l'obbligo di
contribuzione del vicino e, pertanto, salva l'esistenza di un diritto di servit in favore del vicino (di
veduta altius non tollendi) o di una convenzione escludente il sopralzo, il singolo comproprietario ben
pu innalzare detto muro oltre il limite pattuito, sopportando per intero le spese di sopraelevazione, ai
sensi dell'art. 885 dello stesso codice, ed osservando la disciplina delle distanze fra costruzioni in
ipotesi di sopraelevazione oltre i tre metri.
Le recinzioni devono avere un aspetto decoroso, intonato all'ambiente e rispettare tutte le caratteristiche
e distanze dal ciglio stradale e dalle curve, richieste dall'ente preposto alla gestione della viabilit su cui
prospettano. Le recinzioni su strada in muro pieno non debbono superare l'altezza di ml. 1.00 nelle
curve o in zona di visibilit scarsa e di ml 1.50 nella restante parte. La parte a giorno dovr avere
altezza massima ml 2.00.
I cancelli di ingresso su strade e spazi pubblici fuori dai centri abitati, ove consentiti, devono essere
arretrati dal ciglio stradale in moda da permettere la sosta di un autoveicolo in entrata o in uscita
dinanzi al cancello stesso, fuori dalla sede stradale.
1. Salta Vedasi artt. 16,17 e 18 del D. Leg. 3/4/92, n. 285 e successive modificazioni ed
integrazioni.