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Pompe volumetriche
Classificazione
La pompa volumetrica è, al pari della turbopompa, una macchina operatrice idraulica, in quanto
aggiunge energia a un fluido considerato incomprimibile nelle normali condizioni d uso.
Tutte le pompe volumetriche alimentano l’impianto con una portata di liquido pulsante che si svolge in un
periodo scandito da due momenti:
a) si apre il volume della cavità e il liquido viene aspirato dal condotto a bassa pressione o condotto di
aspirazione;
b)il liquido, intercettato all’interno della cavità, viene prima compresso e successivamente mandato nel
condotto ad alta pressione o condotto dl mandata.
Alla fine di questi due momenti la pompa volumetrica riprende a lavorare ricominciando dall’inizio: è per
questo motivo che parliamo di un periodo di funzionamento della pompa volumetrica.
Nelle pompe volumetriche il fluido viene perciò elaborato in un volume chiuso da un organo mobile che
fornisce lavoro esercitando sul fluido un’azione di tipo statico:
la velocità del fluido nella pompa è modesta e l’azione della pompa volumetrica si manifesta soltanto
sotto forma di variazione di pressione Al contrario, nel caso delle turbopompe , sono le azioni di tipo
dinamico, originate dal movimento delle pale della girante, che fanno si che il fluido, muovendosi
attraverso passaggi aperti, aumenti la propria quantità di moto.
Vi sono essenzialmente due tipi di pompe volumetriche caratterizzate dalla forma dell’elemento mobile e
dal suo movimento: le pompe alternative a stantuffo quando l’elemento mobile che determina la
formazione della cavità è uno stantuffo che scorre, con moto alterno, all’interno di un cilindro (Figura
9.2) e le pompe rotative, contraddistinte da elementi dotati di moto rotatorio .
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La differenza V tra i valori massimo e minimo assunti dal volume variabile della camera prende il nome
di cilindrata. Il volume minimo assunto dalla camera viene indicato con spazio morto.
La cilindrata V risulta uguale al prodotto della superficie spazzata dallo stantuffo πD 2 / 4 (cori il diametro
dello stantuffo coincidente con il diametro interno D del cilindro) per la corsa C:
π ⋅ D2
V = ⋅C (1)
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La pompa schematizzata nella Figura 3 prende il nome di pompa a semplice effetto, in quanto manda una
quantità di liquido pari alla cilindrata V ogni due corse dello stantuffo: nella prima corsa infatti aspira il
liquido e nella seconda effettua la mandata. Quando invece la mandata viene effettuata a ogni corsa
(schema di Fig. 4) , con lo stantuffo che da un lato aspira e contempora-neamente dall’altro la (o
comprime il liquido, allora la pompa si dice a doppio effetto.
(4)
La pompa alternativa è azionata da una sorgente esterna (motore primo), costituita da un motore elettrico
oppure da un motore termico che fornisce il moto attraverso un albero rotante.
La trasformazione del moto da rotatorio del motore ad alternativo dello stantuffo avviene con il sistema
manovella - biella, testa a croce e stelo dello stantuffo (Fig. 3). Si ottiene così un moto periodico (*) : la
portata che si ottiene è rappresentata dal diagramma della Fig. 5 per una pompa a semplice effetto, e
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In questi diagrammi sono riportati con linea continua le portate istantanee mandate dalla pompa e con
linea a tratti le portate aspirate. Sono anche indicati i valori medi delle portate mandate dalla pompa. E
evidente la maggiore discontinuità nella portata di una pompa a semplice effetto.
Oltre alle pompe citate, esistono anche pompe azionate direttamente dal vapore, in cui lo stantuffo della
macchina motrice a vapore è collegato direttamente allo stantuffo della pompa per mezzo di un’asta,
evitando così il manovellismo descritto precedentemente. Nelle pompe a vapore la velocità effettiva dello
stantuffo è praticamente costante per 80 ÷ 90 % della corsa. Tutte le pompe ad azionamento diretto da
vapore sono a doppio effetto.
Mentre le pompe per basse prevalenze a stantuffo aderente sono state in pratica sostituite dalle
turbopompe, rimangono, per le alte pressioni oppure per il trattamento di liquidi aventi una viscosità
elevata, le pompe a semplice effetto con stantuffi tuffanti, indicati solitamente con il nome di pompanti.
Le attuali pompe a stantuffo, di costruzione orizzontale oppure (meno spesso) verticale, possono essere
dotate di un solo stantuffo (pompe monocilindriche oppure simplex), ma è più usuale la soluzione con
pompe pluricilindriche, dotate di stantuffi tuffanti azionati da un albero a gomiti, analogamente ai
compressori volumetrici e ai motori a combustione interna.
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(*) È un moto rigorosamente sinusoidale (cioè una curva della funzione trigonometrica seno) nel caso una biella di lunghezza
infinita.
In questo modo, assegnati V, C/D e n , è possibile, dalla (3), ricavare il diametro D e procedere al
dimensionamento della pompa.
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Un altro parametro caratteristico della pompa è la velocità media dello stantuffo vm [m/s] (**) , definita
come prodotto dello spostamento dello stantuffo in un giro pari a 2*C [m/giro], in quanto in un giro lo
stantuffo compie due corse (quella di andata e quella di ritorno), per la velocità di rotazione n [giri/s]:
vm = 2Cn (4)
Introducendo la velocità media dello stantuffo, l’equazione della portata (2) diviene:
* π ⋅ D 2 vm
V = ηV ⋅ ⋅ 5)
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(**)
Sulla base della velocità media dello stantuffo vm limitata per ridurre lo perdite di carico nei con-dotti e nelle valvole, le pompe si
classificano in:
- pompe lente vm 0.3 ÷ 0.8 [m/s]
- pompe normali vm 0.8 ÷ 1,2 [m/s]
- pompe veloci vm 1,2 ÷ 2,4 [m/s]
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Finora abbiamo considerato una pompa a semplice effetto. Se si volesse calcolare invece la portata di una
pompa a doppio effetto, occorre tener presente che, nell’ipotesi di trascurare il volume occupato dallo
stelo di comando dello stantuffo, la pompa a doppio effetto si comporta come se avesse una cilindrata
doppia rispetto alla corrispondente pompa a semplice effetto, in quanto, a ogni corsa, essa manda nella
linea un volume dl liquido pari alla cilindrata, mentre la pompa a semplice effetto riesce a mandare questo
stesso volume soltanto ogni due corse. Perciò, nel caso di una pompa a doppio effetto, occorre
moltiplicare per 2 l’espressione (2) oppure l’espressione (4).
* * π ⋅ D2 π ⋅ D2
La portata media V è allora rappresentata da: V = ηV ⋅ ⋅ 2 ⋅ C ⋅ n = ηV ⋅ ⋅ vm (6)
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Di solito le pompe volumetriche a stantuffo hanno più di un cilindro (sono cioè pluricilindriche).
La pompa puricilindrica con i cilindri ha cilindrata totale i ⋅ V , uguale cioè al prodotto del numero dei
cilindri i per la cilindrata V del singolo cilindro.
La portata totale mandata da una pompa pluricilindrica, avente i cilindri, si ottiene semplicemente
moltiplicando per i le equazioni precedenti. Se, ad esempio, facciamo riferimento all’equazione (2), la
portata totale diviene:
* * π ⋅ D2
VTotale = i ⋅ V = ηV ⋅ V ⋅ n = ηV ⋅ i ⋅ ⋅C ⋅n (2’)
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La pompa :
- nel tratto AB aspira alla pressione P1 un volume di liquido pari alla cilindrata V (questo tratto non parte
da O a causa della presenza dello spazio morto);
- nel tratto BC comprime in modo quasi istantaneo il liquido a causa della sua incomprimibilità (è per
questo motivo che abbiamo rappresentato la corsa di compressione con un segmento verticale);
- lungo CD manda il liquido alla pressione p2 ;
- dopo l’espansione istantanea lungo DA, riprende a lavorare partendo dal punto A.
Il lavoro (J = N*m) effettuato dalla pompa in un giro è il prodotto della cilindrata V [m3 ] per la
variazione di pressione ∆p [N/m2 ] .
Nelle condizioni ideali , la potenza assorbita dalla pompa Pa ,ideale è data dal prodotto del lavoro (J) per la
velocità di rotazione n [giri/s] diviso per il rendimento organico η o , (compreso tra 0,88 e 0,97), in modo
da tener conto degli attriti nei vari organi, come cuscinetti e perni, e dell’energia necessaria per
l’azionamento degli ausiliari:
V ⋅ ∆p ⋅ n
Pa ,ideale = (7)
ηo
Occorre adesso rimuovere l’ipotesi di assenza di perdite che avevamo fatto all’inizio.
— Il diagramma della figura (9-7b) si trasforma in quello della figura (9-7c), principalmente a causa
di fenomeni che modificano l’andamento della pressione nelle fasi di aspirazione e di mandata e
che riguardano, a differenza delle turbopompe, non più la sola pompa, ma la pompa e i condotti a
essa collegati.
Al solito, il prodotto (ηo ⋅η y ⋅ηv ) rappresenta il rendimento totale η p , della pompa a stantuffo:
η p = (ηo ⋅η y ⋅ηv ) (10)
e l’espressione della potenza assorbita, in modo più sintetico, si scrive:
*
V ⋅ ∆p
Pa = (11)
ηP
Ricordando la trattazione della potenza assorbita da una turbopompa, possiamo affermare che la (11) è
*
V ⋅ ρ ⋅ g ⋅ hu
uguale a Pa = (12)
ηp
dove, al posto della variazione di pressione ∆p , compare il termine ( ρ ⋅ g ⋅ hu ) che contiene la
prevalenza manometrica hu .
*
La portata V , che figura nella (11) e nella (12) , è naturalmente la portata totale trattata dalla pompa. Nel
caso di una pompa pluricilindrica a semplice effetto, la portata totale può essere espressa dalla (2’); nel
caso invece di una pompa monocilindrica (cioè dotata di un solo cilindro), la portata viene espressa dalle
altre formule citate in precedenza.
*
A pari potenza assorbita Pa , la (11) ci dice che la portata V mandata dalla pompa varia in modo
inversamente proporzionale all’aumento di pressione ∆p ; a meno del rendimento η p , si può infatti
* Pa *
scrivere: Pa = V ⋅ ∆p ⇒ V =
∆p
Perciò, qualora si voglia aumentare la portata, per una data potenza fornita dal motore elettrico che aziona
la pompa, occorre rinunciare a parte dell’aumento della pressione disponibile con quel dato modello di
pompa.
Viceversa, qualora si vogliano raggiungere pressioni molto elevate, occorre, per una data potenza
disponibile, lavorare con portate molto basse.
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ESERCIZI
1) Calcolare alesaggio D, corsa C, cilindrata V e velocità di rotazioni n di una pmpa a stantuffo a un solo
cilindro a doppio effetto di cui sono assegnati la portata, pari a 14 [dm3/s], il rendimento volumetrico
pari a 0.95, a velocità media dello stantuffo, pari a 1 [m/s] e il rapporto corsa/alesaggio uguale a 1.1.
2) Calcolare la potenza assorbita Pa da una pompa a stantuffo che tratta una portata d’acqua di 12 [dm3/s ]
con un aumento di pressione di 6 MPa e un rendimento totale di 0.88.