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Primo Gadia
1. Inquadramento storico
Per comprendere gli eventi che riaffiorano dal passato,
soffermandosi sui documenti e sui reperti esposti nella
mostra, necessario fa rivivere uno spezzone della nostra
storia contemporanea, dipanarne i fili intrecciati ed ordinarli
per delineare sinteticamente il quadro in cui interagiscono i
richiamati eventi.
- il Fascismo in Italia;
- il Nazionalsocialismo in Germania;
- il Patto dacciaio;
- lItalia in guerra;
- lOperazione Barbarossa.
2. Il Fascismo in Italia
Nellarco di due anni (1920 1922) lItalia passa dalla
situazione prerivoluzionaria creata dalloccupazione delle
fabbriche alla dittatura fascista.
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- la sostanziale paralisi del sistema politico e
dellavvicendarsi in rapida successione di ben quattro
governi (Giolitti, Bonomi, Facta I, Facta II);
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lordine, incapace di scorgere la portata del nuovo
fenomeno.
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estera a farci comprendere gli eventi richiamati nella
mostra.
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sottomissione alla strategia hitleriana peraltro condivisibile
poich nel 1936, allo scoppio della guerra di Spagna, si
apre un nuovo fronte di alleanza con linvio di volontari il
che contribuisce a migliorare ulteriormente il clima tra i due
regimi totalitari.
3 . Il Nazionalsocialismo in Germania
La nascita e la crescita del nazismo, cos chiamato dal
partito nazionalsocialista fondato da Adolf Hitler, si
inquadra nella disperata situazione in cui si trova la
Germania al termine della Grande Guerra: una popolazione
umiliata, lobbligo di pagare pesantissimi debiti di guerra,
disoccupazione, inflazione, un governo incapace di risolvere
queste emergenze e di sostenere la Repubblica di
Weimar nata nel 1919 dopo la caduta del Kaiser Guglielmo
II. La crisi del 1929 coglie la Germania in una condizione
particolarmente delicata e pone in movimento processi
sociali incontrollabili, che aprono una nuova fase nella storia
di Weimar, caratterizzata dalla progressiva paralisi del
sistema politico e dalla travolgente ascesa del movimento
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nazionalsocialista. Forza irrisoria all'inizio, addirittura messa
fuori legge nel 1923 ed imprigionato il leader Adolf Hitler, il
nazismo nel 1930 con l'inizio della grande crisi inizia la sua
folgorante ascesa passando di colpo al 18 per cento
affermandosi come secondo partito tedesco. Alle elezioni
presidenziali del 1932, vinte da Hindenburg, Hitler ottiene
13 milioni di voti ed alle elezioni politiche dello stesso anno
raggiunge addirittura il 37 per cento dei suffragi
(13.700.000 voti) e la maggioranza relativa del Reichstag
(230 seggi). La crisi delle istituzioni politiche tedesche e
lindifferenza internazionale verso lespansione del
nazionalsocialismo creano le premesse per lassunzione del
governo da parte di Hitler, segnando il declino definitivo
delle libert costituzionali in Germania e lavvio della
trasformazione dello Stato in senso fortemente autoritario.
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nel 1871) nel 1934 Hitler consolida il proprio potere
annientando gli avversari politici del proprio movimento fino
a cumulare, alla morte di Hindenburg, le cariche di
presidente e di cancelliere, autonominandosi Fhrer.
4 . Il patto dacciaio
Il 22 maggio 1939, prima dellaccordo con lURSS, Hitler
e Mussolini siglano il patto dacciaio, alleanza difensiva e
offensiva. Il patto, sottoscritto a Berlino , da Galeazzo
Ciano e da Joachim von Ribbentrop, richiama in
premessa le affinit ideologiche dei due popoli in un
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mondo inquieto ed in dissoluzione, chiamati ad assicurare
le basi della civilt europea.
5. IItalia in guerra
Il 1 settembre 1939 le truppe tedesche invadono la
Polonia e la conquistano in meno di venti giorni. Alla Polonia
era toccato il pi esteso dei territori sottratti alla Germania
dopo la prima Guerra mondiale. Inizialmente Hitler era
propenso ad accettarla come una specie di socio minore
a condizione che essa restituisse il porto tedesco di
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Danzica e concedesse alla Germania libert di accesso alla
Prussia orientale attraverso il corridoio polacco.
L'irrigidimento inglese nell' opporsi ad ogni soluzione
negoziale ed il deciso rifiuto polacco ad ogni modifica dei
trattati induce Hitler a giocare d'azzardo dopo essersi
assicurata la complicit della Russia con il Patto von
Ribbentrop-Molotov. In sostanza, nonostante le garanzie
sull'inviolabilit delle frontiere polacche, Hitler ritiene che i
fatti non possano seguire alle parole visto il mancato
sostegno russo alle potenze occidentali.
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Il 25 giugno diviene effettivo larmistizio dopo che le parti
interessate hanno preso accordi per un armistizio
collaterale tra Francia e Italia.
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Il 14 giugno viene temporaneamente occupata dagli
inglesi la Ridotta Capuzzo in Cirenaica e solo il 13
settembre forze italiane si attestano a Sidi el Barrani senza
proseguire verso Mersa Matruh. La sosta, insperata per gli
inglesi, consente di far affluire rinforzi e di attaccare,
iniziativa con conseguenze sbalorditive che si concludeva
con la totale distruzione delle forze italiane e il quasi
completo crollo del dominio italiano nel nord Africa.
Il 6 febbraio 1941, lo stesso giorno in cui larmata del
generale Graziani veniva annientata a Beda Fomm a sud di
Bengasi, il generale Rommel veniva convocato da Hitler
per affidargli il compito di accorrere in Africa a dare
manforte agli italiani.
Entro l11 aprile gli inglesi venivano spazzati via dalla
Cirenaica e costretti a riattraversare la frontiera egiziana.
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Condizioni meteorologiche, terreno, assenza di
equipaggiamenti condizionano pesantemente la campagna
militare e solo lintervento delle forze tedesche operanti nei
Balcani, porter alla capitolazione greca sottoscritta il 23
aprile 1941.
6 . Loperazione Barbarossa
Il 22 giugno 1941, dopo aver la Russia respinto alcune
richieste esorbitanti della Germania relative alla risorse
agricole e industriali sovietiche, la Wehrmacht attraversa la
frontiera iniziando la sua crociata antibolscevica.
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(Busch) ed il 4 raggruppamento corazzato di Hoppner
:obiettivo Leningrado.
- il secondo, a nord del Pripet, comandato da von Bock,
comprende la 4^ (Kluge), la 9^ (Strauss), la 2^
(Weichs), la 2^ corazzata (Guderian), la 3^ corazzata
(Hoth): obiettivo Mosca.
- il terzo a sud del Pripet al comando di von Rundstedt,
comprende la 17^ ( Stulpnagel), la 6^( Reichenau), la
1^ corazzata (Kleist): obiettivi Kiev e Charkov.
Sostengono questultimo gruppo le forze armate romene di
Antonescu, appoggiati dalla 11^ armata tedesca (von
Schubert) e unarmata ungherese.
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per tenere unite le forze italiane in un unico complesso
operante.
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premessa per il proseguimento delloffensiva verso sud. La
presa di Stalingrado rappresenta quindi solo un episodio
tattico teso a realizzare unottima posizione difensiva in
sistema con i due fiumi.
Mentre ha inizio la battaglia di Stalingrado (28 luglio
1942), lArmir, completato lo scarico ferroviario molto a
sud, a Taganrog sul Mar dAzov, si muove per raggiungere
le posizioni assegnate sullansa del Don.
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Lattacco sotto la direzione strategica del generale
Vassilievskij raggiunge il 26 novembre i difensori di
Stalingrado e minaccia la 6^ Armata e la 4^ corazzata.
Rendendosi conto del pericolo i tedeschi ordinano a Paulus
di mantenere le posizioni e a von Manstein di allestire
due controffensive per spezzare laccerchiamento,
purtroppo destinate allinsuccesso.
Il 2 febbraio 1943 le armi tacevano a Stalingrado.
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strada combattendo attraverso le linee di sbarramento
riuscendo a sottrarre alla cattura 13.000 uomini.
Le perdite dell' Armir dal luglio 1942 al gennaio 1943 furono
di 89.799 morti e dispersi. 43.133 feriti e congelati. Sono
note le vicissitudini dei prigionieri italiani in Russia: ne
tornarono solo 12.000 circa.
7 . Lepilogo
La fine del 1942 segna una svolta decisiva nella storia della
seconda guerra mondiale.
Per la prima volta, infatti, le armate dellasse si vedono
strappare liniziativa contemporaneamente in tre continenti:
- nel Pacifico, dove lavanzata giapponese arrestata alle
isole Salomone;
- in Europa, dove la vittoria di Stalingrado pone fine alla
supremazia della Wehrmacht e d inizio alla gigantesca
ritirata che non terminer che a Berlino (la Cartina nr.6
mostra landamento del fronte tra fine dicembre 1942 e fine
dicembre 1943);
- in Africa infine, primo continente a essere liberato dalla
stretta nazista, grazie alla vittoria di Tunisia, frutto dello
sbarco degli Alleati dell8 novembre e della decisiva
battaglia di El Alamein.
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22 dicembre 1942: le punte corazzate di Hoth si trovano a circa 150 km dallanello
sovietico che circonda Stalingrado; Von Manstein elabora un piano per la rottura
dellaccerchiamento da parte della 6a armata per ricongiungersi con le avanguardie di Hoth.
Il piano articolato in due fasi: la prima denominata Tempesta invernale prevede
lapertura di un corridoio per il ricongiungimento senza lo sgombero della citt; la seconda,
Colpo di tuono, successiva alla prima, labbandono di Stalingrado con tutte le forze per
un successivo reimpiego in altro settore. Il divieto di Hitler di procedere alla seconda fase
ipoteca anche la prima perch impedisce a Paulus di realizzare la necessaria gravitazione,
sguarnendo settori difensivi della citt, per rompere laccerchiamento. Lo sfondamento
russo sul Don impedisce peraltro il proseguimento delloffensiva liberatrice. Loffensiva
russa mira infatti a Rostov e minaccia di chiudere in una sacca due gruppi darmata (von
Manstein e von Kleist). Per sventare la minaccia necessario sacrificare la 6a armata.
2 febbraio 1943: alla caduta di Stalingrado le forze di von Manstein sono schierate a est di
Rostov e garantiscono il corridoio di ripiegamento delle Armate del Caucaso.
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Bibliografia
Per una migliore comprensione degli eventi richiamati nella
presente introduzione si indicano i seguenti autori :
Barnett Correl. I generali di Hitler. Ed. Bur Saggi.
Bedeschi Giulio. Nikolajewka: c'ero anch' io. Ed. Mursia.
Bedeschi Giulio. Centomila gavette di ghiaccio. Mursia.
Carrel Paul. Terra bruciata. Russia 1941-1945. Vol. I e
II. Ed. Longanesi.
Carocci Giampiero. Storia del fascismo. Ed. Newton.
Chassin L.M. Storia militare della seconda guerra
mondiale. Ed.Sansoni.
Fest Joachim. La disfatta. Ed. Garzanti.
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I momenti salienti delle operazioni militari dellARMIR nel
corso della campagna in Russia
Riduzione da
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1 - Costituzione dell ARMIR , Armata Italiana Russia
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Laiuto decisivo, Duce, lo potrete per sempre fornire col
rafforzare le vostre forze nellAfrica settentrionale
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- un comando di corpo darmata con tre divisioni al 1
maggio
- comando darmata e un comando di corpo darmata con
tre divisioni al 1 giugno
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CSIR, generale Messe, veniva ricevuto dal capo del
governo, al quale manifestava lopinione gi espressa per
via gerarchica, che linvio di una intera armata sul fronte
russo era un errore.
Egli riteneva che lesperienza di un anno di guerra avesse
dimostrato come lo scarso ed antiquato armamento ,
lassenza di idonei mezzi corazzati, linsufficiente quantit di
automezzi, i gravi problemi logistici dipendenti dai
rifornimenti e dai trasporti, soprattutto in relazione alle
continue incomprensioni manifestate dalla parte tedesca
verso le nostre necessit, fossero cause bastanti ad indurre
a non accrescere il contingente italiano, specialmente per il
pericolo che possibili eventi negativi menomassero il buon
nome del soldato italiano. Il capo del governo confermava
che lItalia non doveva figurare da meno di altri minori
alleati e doveva trovarsi a fianco della Germania, cos come
essa lo era con lItalia in Africa, i destini delle due nazioni
erano reciprocamente legati.
Si riproponeva di trarre maggior vantaggio per lItalia, alla
conclusione della pace, dalla presenza di una armata
piuttosto che da quella di un solo corpo darmata.
Nella prima settimana di giugno ebbero inizio le partenze.
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Per il corpo dArmata Alpino era prevista una terza zona di
radunata a nord di Tanganrog (mar dAzov), in quanto
destinato ad operare sul Caucaso.
1 Predisposizioni
La caduta di Sebastopoli in mano tedesca del 30 giugno
1942, completava la conquista della Crimea e poneva le
premesse per loffensiva destate germanica.
2 Operazioni
Al mattino del 11 luglio 1942 il comando della 3a divisione
Celere disponeva due puntate esplorative in forze,
entrambe le azioni ottenevano pieno e rapido successo e la
sera stessa erano diramati gli ordini per lazione offensiva.
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Allalba del 12 luglio, ore 3.30, il 3 bersaglieri
opportunamente rinforzato, avanzava su due colonne, la
divisione serrava a breve distanza su quattro scaglioni.
Un violentissimo temporale, inzuppando profondamente il
terreno, impediva il movimento dei mezzi a motore e
rallentava fortemente quello degli uomini a piedi.
Resistenze di retroguardia e ostacoli abilmente predisposti
dal nemico, soprattutto campi minati, attardavano
ulteriormente lavanzata, lazione non veniva continuata.
Per il 13 luglio il piano della 17a Armata, ordinava che la
Celere puntasse su Scevscenko Malaia Nicolaievka e su
Ivanovka Krasnaia Poliana, per impedire al nemico un
ripiegamento ordinato ed una eventuale organizzazione a
difesa.
Lazione riprendeva il 14 luglio, alle ore 3.30, veniva
conquistata di slancio q.360.2, determinante per la
successiva avanzata, con sensibili perdite.
Alle ore 6 lattacco era fortemente contrastato dal nemico,
sostenuto da fuoco di artiglieria, mortai e Katiusce,
schierate in posizioni profonde, inframmezzate da reticolati,
campi minati e fossi anticarro; le perdite erano
considerevoli.
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Il protrarsi della resistenza nemica determinava la richiesta
del concorso dellaviazione tedesca; per un equivoco nella
identificazione fa si che le prime due squadriglie di Stukas
colpiscano i bersaglieri, la terza colpisce finalmente il
nemico.
Subentravano nellazione altre formazioni, tra le ore 8 e le
ore 9 Ivanovka era conquistata, dopo una lotta casa per
casa.
Il nemico si ritirava sulle alture a est dellabitato e lo teneva
sotto il fuoco di artiglieria e Katiusce; come consueto, nel
paese scoppiavano le mine a effetto ritardato.
Marcia al Don
Le colonne delle unit XXXV-CSIR e II Corpo dArmata,
frammiste a quelle dipendenti direttamente dal Comando
dArmata e dallIntendenza dell8a Armata, stavano
confluendo verso Voroscilovgrad, appena conquistata dai
reparti tedeschi; nella zona adiacente la citt si concentrava
lintera Armata italiana, divenuta realt concreta.
Il 23 luglio 1942, il Comando Gruppo Armate A aveva
emanato un ordine per un rapido movimento verso il Don,
le divisioni italiane pi agili dovevano transitare
sollecitamente oltre il Donez per prestare aiuto alle divisioni
tedesche impegnate ad assicurarsi il possesso della sponda
destra del Don.
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Fu stabilito il gittamento di ponti di equipaggio, a
Luganskaia e Veselaia Gora.
Il movimento per via ordinaria iniziava il 23 luglio ore 12, la
colonna pontieri aveva precedenza di transito su qualunque
altra, obiettivo: ponte transitabile entro il 25 luglio.
Il movimento fu lento per il superamento delle molte
interruzioni operate dal nemico in ritirata, i 220 km del
percorso furono coperti in 24 ore, delle quali 12 di marcia
effettiva.
Il 24 luglio alle 18,30 il primo ponte veniva aperto al
transito, le prime a passare furono colonne tedesche.
Sempre il 24 luglio, veniva gittato il secondo ponte, circa
300m a monte del primo, inizio lavori ore 15,15, termine
ore 19.
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Udine Stadio Moretti, giugno 1942. Ai reggimenti della Julia viene
conferita la Medaglia dOro al Valor Militare per la Campagna di
Grecia, poi la partenza per la Russia.
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- a nord il II Corpo dArmata, con linserimento alla sua ala
sinistra la 336a divisione di fanteria tedesca oltre la
Ravenna e la Torino
- al centro il XXIX Corpo darmata tedesco, ricevendo la
Cosseria
- a sud il XXXV-CSIR, con le divisioni Pasubio e Sforzesca
- in riserva dArmata una quarta divisione tedesca e la 3a
Celere
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Durante la prima met del mese di agosto ebbe inizio
larrivo della prima delle divisioni Alpine, nella zona di
Gorlovka (bacino del Donez), la Tridentina.
Il 16 agosto, stabilite le necessarie misure logistiche per il
movimento, i primi reparti si avviavano a piedi su Armavir,
distante 400 km.
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Nella giornata del 25 luglio, la divisione si muoveva da
Voroscilovgrad, superava il Donez il 26 tra le 4.10 e le
13.45, nel pomeriggio raggiungeva Millerovo.
La sera stessa riceveva ordine di raggiungere la zona sud di
Serafimovic e di prepararsi allattacco; nel frattempo il
nemico attaccava a sua volta e allargava la testa di ponte.
Fino al 31 luglio si susseguivano attacchi e contrattacchi da
entrambe le parti.
Alla sera del 1 agosto Serafimovic era occupata,
rimanevano nel bosco a est nuclei nemici.
Il nemico ripassava il Don con nuove forze e lanciava
ripetuti infruttuosi attacchi.
Se il nemico aveva subito forti perdite in uomini, carri e
materiali anche la Celere si era ulteriormente ridotta
numericamente.
Quanti erano ancora presenti combattevano senza sosta da
quattro giorni e tre notti.
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Il 5 agosto la colonna Schuhard con rinforzo di bersaglieri
e appoggio di bombardieri Stukas, muoveva allattacco; la
reazione nemica non impediva il raggiungimento del Don.
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con lo scopo di sondare lo schieramento sulla sponda destra
del Don e individuare il punto pi debole.
La battaglia si svolse in quattro fasi:
a) lurto iniziale russo, 20 21 22 agosto
b) il contrattacco italiano, 23 agosto
c) a ripresa dellazione da parte russa, 24 25 agosto
d) larresto delloffensiva, 26 agosto 1 settembre
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Alle 16, senza che laviazione fosse intervenuta, aveva
inizio il contrattacco; il nemico era respinto fino in vista del
Don.
La reazione delle numerose armi gi schierate dal nemico
arrestava il contrattacco.
Alla conclusione della battaglia le perdite italiane
risultavano gravissime.
La continuit del fronte era stata mantenuta e si contava di
ristabilirne landamento originario mediante un nuovo
contrattacco il giorno successivo.
b) Il contrattacco italiano
La giornata del 23 agosto era contraddistinta dal tentativo
italiano di ristabilire la situazione iniziale, alla quale il
Comando Supremo tedesco e il Comando del gruppo di
armate B attribuivano tanta importanza. Gi allalba del
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24 agosto i capisaldi di Jagodni e Cebotareski erano
fortemente attaccati; il contrattacco iniziava alle 9.45,
lavanzamento era fortemente contrastato da artiglieria;
alle ore 16 il nemico sviluppava una violentissima
resistenza, concentrando il fuoco di artiglieria, mortai e
mitragliatrici.
Alle ore 17 veniva presa la quota 224.4 con assalto alla
baionetta e bombe a mano.
La giornata del 24 agosto 1942 era aperta dalle azioni di
cavalleria, tra le quali la carica di Isbuscenski; alle 6,30 lo
scontro finiva, lazione del rgt Savoia Cavalleria, era costata
al nemico lannientamento di oltre un battaglione e la grave
disorganizzazione di altri due.
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Le forze avversarie irrompevano nellabitato, contrastate
casa per casa da tutti gli elementi presenti, che arretravano
brevemente a sud ovest.
Nessun aiuto veniva portato dal confinante XVII corpo
tedesco.
Si andava cos aprendo una pericolosa falla tra l8a armata
italiana e la 6a armata tedesca.
La maggiore preoccupazione veniva soprattutto dalla
generale stanchezza fisica dei combattenti, ormai alla sesta
giornata.
d) larresto delloffensiva
Il 26 agosto 1942, il comando del gruppo di armate B
esprimeva il proprio disaccordo circa lordine di
ripiegamento di reparti italiani e ordinava di fermare i
movimenti di ripiegamento della divisione Sforzesca.
Alle 8.30 ingenti forze di fanteria russa attaccavano
ripetutamente, senza successo, la Celere da nord e da est,
infine attuava un tentativo di aggiramento; il contrattacco
da nord a sud di bersaglieri motociclisti e del Savoia
cavalleria respingeva il nemico.
Nelle ore pomeridiane e fino a notte inoltrata, lattacco
nemico si spostava a settentrione.
A conclusione di una dura giornata di lotta la linea di difesa
della Celere era intatta.
Il 27 agosto, alle ore 1, un vivace attacco nemico veniva
respinto; nella notte giungeva in rinforzo un reggimento
bersaglieri corazzato, appena giunto in Russia e il 5 rgt
Alpini.
Il 28 agosto alle 4.30 il pilastro difensivo di Jagodni veniva
attaccato da tutti i lati eccetto che da sud; la difesa del XXV
bersaglieri fermava lattacco con proprio pesante logorio e
nel pomeriggio veniva sostituito dal battaglione alpini Monte
Cervino.
Nel settore della Pasubio il nemico svolgeva due distinte
azioni, la prima alle prime luci dellalba, respinta nel
pomeriggio, la seconda, pure al mattino, respinta allarma
bianca dalla Legione Croata.
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Il 29 agosto lattivit offensiva del nemico si riduceva, ma le
sue puntate erano continue.
Il 30 agosto nelle prime ore del mattino il nemico attaccava
le posizioni sui rilievi, ma era prontamente respinto; nel
pomeriggio affluivano i battaglioni alpini Vestone e Val
Chiese.
Il 1 settembre alle ore 5, doveva iniziare una azione
combinata per ripristinare la continuit della linea di difesa,
tra XXXV-CSIR e 79a divisione germanica; obiettivo per
questultima i rilievi q.220 e q.206.3, poi proseguimento
fino a collegarsi con gli italiani.
Il XXXV-CSIR aveva come obiettivo il costone dal rilievo
q.226.7 al q. 228.
Laviazione tedesca avrebbe svolto azioni di
bombardamento.
Lattacco doveva essere veloce per ottenere leffetto
sorpresa.
Alle ore 5.10 inizio del bombardamento aereo, il suo ritardo
determinava un ritardo nellinizio dellattacco, che iniziava
alle 5.35 dopo breve preparazione di artiglieria.
Gli Alpini trovavano forte resistenza, ma alle 10,30
prendevano q.209.6 e la mantenevano, sorprendevano una
batteria nemica e la annientavano, poi erano fortemente
contrattaccati e dovevano ripiegare con la perdita di 443
alpini.
Dei 17 carri L/6 dei bersaglieri ben 11 erano inservibili,
per distruzione o avarie.
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Situazione generale allinizio dellinverno 1942 1943
Le operazioni svolte nella stagione estiva avevano raggiunto
solo in parte gli obiettivi fissati dal Comando Supremo
Germanico.
La resistenza opposta allinvasore dalle forze amate
sovietiche era andata ben oltre le previsioni, le unit
tedesche incominciavano a risentire dello sforzo compiuto
Le difficolt in cui versavano le Forze Armate germaniche
erano leccessiva ampiezza dei settori difensivi, la
mancanza di riserve, la deficienza di materiali di
rafforzamento e carburanti.
La battaglia
Loperazione piccolo saturno contro l8a Armata aveva
inizio, secondo il comando sovietico, il 16 dicembre 1942.
La medesima, ma con denominazione seconda battaglia
difensiva del Don secondo il comando italiano, ha inizio
l11 dicembre.
A) fase di logoramento
La fase di logoramento, tra l11 e il 15 dicembre, fu
condotta dai sovietici senza risparmio di uomini e con
notevoli sacrifici.
Le ondate di assalto si erano succedute in certi casi perfino
in ordine chiuso; il sangue era corso, letteralmente, fino ad
arrossare il Don ghiacciato, sotto la q.218; dagli altoparlanti
i russi avevano minacciato ritorsioni per le ingenti perdite
subite.
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In 5 giorni le due Armate sovietiche 6a e I guardie avevano
lanciato contro le divisioni Cosseria, Ravenna e Pasubio 21
attacchi, impiegando dai 26 ai 28 dei loro 115 battaglioni.
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Laggravamento della situazione induceva il Comando
Armate B a disporre il ripiegamento delle Grandi Unit
operanti a sud del CdA Alpino, dalle ore 15 del 19 dicembre
1942.
Il 20 dicembre proseguiva il ripiegamento; si erano formati
due blocchi di ripiegamento: blocco nord e blocco sud.
Nei giorni 21 e 22 dicembre sul fronte settentrionale dell8a
Armata lazione delle unit corazzate e motorizzate
sovietiche rendeva impossibile ogni tentativo di
ricostituzione di un fronte da parte dei CdA XXXV-CSIR e
XXIX tedesco, che a causa delle perdite subite, cessavano
di avere scopi tattici.
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conforto, calze di lana, cappotti con pelliccia, mantelli
mimetici; i tedeschi fornivano calzature di feltro.
Nei giorni 4-5-6 gennaio 1943 combattimento per il
possesso della quota Cividale nel settore tedesco,
lattacco delle 16a compagnia di quel battaglione suscitava
lammirato plauso dei tedeschi, per lo sprezzo del pericolo
dimostrato.
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Il CdA Alpino era minacciato di avvolgimento; la minaccia
da tergo rendeva molto grave la situazione dell8a Armata.
Il 15 gennaio, arretrava nellintento di coprire Rossosc,
sede del Comando del CdA Alpino.
Alle 5,30 un reparto corazzato russo irrompeva in Rossosc.
La rottura praticata dal nemico era irreparabile, non
esistendo alcuna disponibilit di forze per chiudere la falla.
Il 16 gennaio la Julia veniva attaccata durante il movimento
al Don e subiva gravi perdite.
Nella notte del 17 gennaio, forze nemiche attaccavano il
fronte della Tridentina.
Le unit ungheresi, contrariamene alle opinioni espresse,
avevano lasciato il Don, solo allora il Comando Gruppo
Armate B autorizzava il ripiegamento del CdA Alpino.
Dal 21 al 31 gennaio continuava larretramento della linea
difensiva.
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Lo sfavorevole andamento della situazione generale,
imponendo successivi spostamenti verso ovest della zona di
riordino, rese sempre pi lente e complesse le operazioni.
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- blocco nord; resti del CdA Alpino (essenzialmente
Tridentina) ed unit del CdA, circa 16.000 uomini e 2.500
quadrupedi
- blocco centrale: Cosseria, raggruppamento a cavallo,
complementi alpini, circa 9.000 uomini, 2.500 quadrupedi,
130 autospeciali
- blocco sud: Sforzesca, Ravenna, Pasubio, Torino, Celere,
truppe e servizi, con circa 65.000 uomini, 300 quadrupedi,
1.500 automezzi.
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IL 30 marzo il Comando dell8a Armata si trasferiva a
Karkov per rimpatriare.
Inserimento in linea
Schieramento
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La linea del Btg. Cividale sul Don (ottobre dicembre 1942)
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Lo schieramento era completato da rinforzi di un gruppo di
artiglieria di medio calibro, tre gruppi di piccolo calibro, dal
battaglione alpini sciatori Monte Cervino e da un gruppo di
squadroni appiedati dei reggimenti di cavalleria Savoia e
Novara.
La sistemazione invernale
Il ripiegamento
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Nel corso della seconda battaglia difensiva del Don, il CdA
Alpino era rimasto accerchiato, ma tenuto in linea anche
dopo linizio del ripiegamento dei CdA schierati alle sue ali.
Il 17 gennaio 1943 il comando armate B acconsentiva
al ripiegamento, di qui lordine del comando di CdA
diramato alle ore 11 del 17 gennaio 1943 , che orientava le
Grandi Unit Alpine a compiere i movimenti su tre linee di
attestamento successive:
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Il 19 gennaio il movimento proseguiva con lentezza; la
Tridentina si scontrava con il nemico, trovava diverse
localit occupate; la divisione si trovava in anticipo sul
movimento delle altre divisioni e sostava per lintera
giornata.
La Vicenza nelle prime ore del mattino occupava un paese
dopo breve combattimento e alle 17 riceveva ordine di
raggiungere la Tridentina.
La Cuneense, giunta a Popovka, riceveva informazioni
sulloccupazione russa del percorso Rossosc Valujki e
quindi deviava dallitinerario, distruggendo tutti gli
automezzi e abbandonando il carreggio, marciava
organizzata su due scaglioni.
La Julia raggiungeva Novo Postojalovka, trovandola
occupata; iniziava una lotta durata lintera giornata.
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La Julia combatteva per lintera giornata per aprirsi il
passaggio attraverso Postojalovka.
A sera attuava un aggiramento da nord, lazione contribuiva
fortemente alla salvezza della colonna settentrionale del
CdA.
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- appoggiarsi agli abitati per il ricovero degli uomini durante
le soste per attenuare le conseguenze della rigidissima
temperatura
Il movimento era ripreso alle ore 2, alle 8 era occupata
Lymarevka, tolta a forze regolari e partigiane, gi respinte il
giorno precedente a Novo Charkovka.
Il freddo eccezionale imponeva di non procedere oltre.
Feriti e ammalati venivano trasportati a braccia e le slitte
trainate da uomini in una esemplare gara di solidariet
umana.
La altre divisioni seguivano il movimento intervallate di un
giorno, dovevano a loro volta occupare combattendo i centri
abitati che i russi puntualmente rioccupavano.
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causa delle gravissime perdite di uomini e materiali non era
pi impiegabile.
Le richieste di aviorifornimenti di viveri e medicinali non
potevano essere soddisfatte.
Dopo la marcia notturna, alle ore 10 la Tridentina
raggiungeva Malakijeva sotto il fuoco di artiglieria nemica;
la rigidissima temperatura di 40 e una bufera di neve
esigeva una azione di rapido corso; i carri tedeschi
entravano in azione spalleggiati dai battaglioni Vestone e
Val Chiese; alle 12 il paese era conquistato.
Per ingannare lo stimolo della fame, uomini e muli potevano
ingerire solo neve gelata.
La Vicenza proseguiva la marcia notturna fino alle 4, con
una sola ora di sosta; nelle ore pomeridiane sostava presso
un villaggio di nome sconosciuto.
La Cuneense, superato Garbusovo, raggiungeva Rybalzin e
vi sostava.
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Verso mezzogiorno giungeva il grosso della colonna che
consentiva lintervento del 5 alpini con lappoggio di tutta
lartiglieria.
Il nemico, valutato in una divisione, reagiva anche con
lintervento di numerosi aerei; lazione aveva effetti
gravissimi sulla massa della colonna.
Lattacco veniva rinnovato con estrema decisione, sulla scia
dei carri tedeschi portava i reparti oltre la ferrovia e alla
seconda occupazione nellabitato.
Il 5 alpini provocava lavanzata di tutti gli uomini
delleterogenea colonna; armati e disarmati si buttavano in
avanti a valanga, travolgendo tumultuosamente ogni
resistenza.
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Il Comandante del CdA in considerazione del probabile
ritorno offensivo del nemico, dopo una breve sosta,
ordinava di proseguire.
La Vicenza muoveva allalba e trovava gli abitati presidiati
da elementi avversari; la colonna era soggetta ad attacchi
aerei e lanci di razzi; alle ore 15, la colonna ridotta a circa
3000 uomini , era arrestata da fuoco di mitragliatrici,
mentre reparti di cavalleria sbucati dal bosco apparivano sul
lato sinistro; cavalleria cosacca rinforzata da artiglieria e
carri si presentava anche a tergo, completando
laccerchiamento.
Il nemico intimava la resa, il comando accettava quando
lintera colonna era gi catturata.
La Cuneense proseguiva attaccata da reparti di cavalleria e
mitragliamento aereo.
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Il 29 gennaio la colonna raggiungeva Bessarab in zona
amica, la sua forza era di 20.000 italiani, di cui oltre 2.000
feriti e 5.000 congelati.
Il numero di tedeschi e ungheresi portati in salvo si era
ridotto a 15.000 16.000 uomini.
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Non per celebrare la guerra e nemmeno chi la ha voluta,
ma per ricordare e tener viva la memoria
di chi la guerra la ha dovuta fare