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Lanticonformismo delluomo fruttariano

A cura del Prof. Armando DElia

La marcia di ritorno delluomo al suo originario


fruttarismo non un disegno utopico, non un
sogno, una realt. Avendo dimostrato nei
paragrafi precedenti che la carica proteica della
frutta rappresenta loptimum per
lapprovvigionamento azotato delluomo e che,
per una serie di altri motivi tratti dalle pi
diverse discipline, il fruttarismo, lambita meta
finale, in un certo senso obbligata, di tutta
lumanit, abbiamo con ci contribuito a dare
certezza scientifica alla radice della tematica
fruttariana.

Orbene, sul piano pratico bisogna fare il


possibile per avvicinarci gradualmente, con
pazienza e perseveranza, a tale meta: saremo
incoraggiati a farlo dalla constatazione che la
nostra salute fisica, la nostra efficienza
intellettuale migliorano in maniera evidente a
misura che si avanza verso il fruttarismo al
100%. Una volta acquisita la consapevolezza di
essere sulla strada giusta, razionalizzeremo
sempre pi la nostra alimentazione, gradino
dopo gradino. Nel frattempo giova informarsi
sulle esperienze fruttariane di chi pi avanti di
noi in modo da prendere coscienza del livello al
quale si giunti nellopera di bonifica della
propria vita.

Se tale livello risultasse ancora modesto o


anche modestissimo, non ci si deve per questo
scoraggiare, ma conviene utilizzare il livello gi
raggiunto come una pedana di lancio onde
potere poi balzare al livello superiore e cos via,
gradatamente, ma senza fermarsi, senza mai
rinunciare a migliorare. Ognuno di noi , quindi,
in marcia per diventare fruttariano al 100%, a
pieno titolo:

Allora: pensiamo, leggiamo, ascoltiamo,


indaghiamo, sperimentiamo! Avanziamo!

In quanto allanticonformismo dei fruttariani gi


tali o in marcia per divenirlo, chiaramente
espresso dal titolo di questo paragrafo,
dobbiamo anzitutto ricordare che la presente
relazione ha, tutta, una carica anticonformista.
Del resto, non solo i fruttariani, ma tutti i
vegetariani in genere sono anticonformisti.
Nessun dubbio che siamo ancora una
minoranza, nessun dubbio che siamo contro
corrente, contro i principii dietetici e
comportamentali seguiti acriticamente e
supinamente dalla maggioranza.

Dobbiamo per essere lieti di far parte di questa


minoranza, che ci consente di sentirci (certo
non in senso elitario) culturalmente
avvantaggiati e tuttavia maggiormente
impegnati, nei rapporti con gli altri, a praticare
la benevolenza, la comprensione e lumilt
tipiche di coloro che pi sanno.

Il conformismo culturale oggi imperante, che noi


decisamente rigettiamo, conduce in realt ad
una acritica accettazione delle opinioni dei
satrapi della cultura accademica, soprattutto di
quella medica. Certamente, tenendo conto di
tale andazzo, molti passi di questa relazione
appariranno non solo spregiudicati, ma
addirittura irriverenti nei riguardi sia di persone
o categorie di persone, sia di principii o luoghi
comuni, dai quali ci discostiamo pi o meno
vistosamente. Ma questa nostra eterodossia
vuole essere solo una critica costruttiva, anche
quando ha le parvenze di essere demolitrice;
pensiamo, in sostanza di agire in difesa della
libera ricerca della Verit, ritenendo che questo
e non altro debba essere il fine di ogni indagine
scientifica, quando condotta con idee chiare
ed onest di intenti.

Del resto, ben noto che molte altisonanti


affermazioni, anche di matrice scientifica, si
sono poi palesate solo dei pregiudizi o
addirittura dei miti e pertanto sono
clamorosamente cadute; e si pu star certi che
altre sono destinate a cadere nel futuro, a
misura che avanza nelluomo la ragione ed il
ricorso liberatorio al semplice buon senso e/o
alla logica elementare deduttiva. E noto che i
pregiudizi ed i miti sono duri a morire e quindi
non c da meravigliarsi se anche quelli relativi
alle proteine siano ancora cos diffusi.

Il fatto che alcune di queste false credenze


durino molto non significa affatto che esse
abbiano sicuramente un fondamento reale. Un
esempio illuminante quello che qui di seguito
citiamo.

Nel lontano 1914 un grande scienziato, Robert


Banary, vinse il premio Nobel per la fisiologia e
la medicina per merito di una sua teoria sul
funzionamento dellorecchio interno e sui
dispositivi che influenzano lequilibrio del corpo
umano. Tutto il mondo scientifico dellepoca,
fece propria tale teoria e tutti i testi scolastici,
dai licei alle Universit, data lautorit del
Barany, la riportarono qualificandola come una
conoscenza scientifica ormai definitivamente
acquisita e indiscutibile. Senonch senonch,
nel 1983, dopo circa 70 anni di supino
conformismo scientifico, si scopr, durante il
volo di prova dello Space Shuttle, che quella
teoria era totalmente infondata e
immediatamente tutti tacquero, di colpo, e da
allora nessuno ne ha pi parlato. Ebbene,
quando tale teoria fu formulata, nessuno si era
preso la briga di indagare sulla sua seriet e
fondatezza; tanto pu (eccone un esempio) la
accettazione acritica dellautoritarismo
culturale!

Talvolta per, pu accadere che qualche


scoperta o invenzione viene sottoposta a
verifica e crolla miseramente. Riportiamo ora un
altro caso, pi recente di quello prima
accennato.

Qualche anno fa tutti i giornali ed i settimanali


riportarono la notizia della memoria
dellacqua, notizia che mise in subbuglio tutto il
mondo scientifico e fu definita (molti di voi lo
ricorderanno) la scoperta del secolo.
Addirittura ci fu chi scrisse che da tale scoperta
si dovevano attendere spettacolari
sconvolgimenti in tutti i campi delle conoscenze
umane. Di che cosa si trattava? Ecco: la
famosa rivista scientifica inglese Nature aveva
dato la notizia che un notissimo medico
francese, il ricercatore Jacques Benveniste,
aveva scoperto che i globuli bianchi del sangue
umano, in presenza di anticorpi in soluzioni
sempre pi diluite, conservavano la capacit di
reagire anche quando la soluzione era diluita a
tal punto da non contenere pi alcun anticorpo.
Ergo, lacqua conserva la memoria. Una tale
scoperta sconvolgeva ovviamente le leggi
naturali, ma guarda caso! accreditava
fortemente le basi della omeopatia le cui
fortune, fondate, in sintesi, sullefficacia di
soluzioni estremamente diluite, stava perdendo
credibilit in tutto il mondo. Senonch, in
seguito ad indagini e verifiche, si riusc a
dimostrare che questo famoso dott. Benveniste
aveva utilizzato fraudolentemente, nei suoi
esperimenti, campioni contaminati che,
naturalmente, continuavano a provocare la
reazione dei globuli bianchi. Dopo tale
smascheramento, il Benveniste, che in un primo
tempo era gi stato qualificato un grande
scienziato in tutto il mondo scientifico, divenne
di colpo uno scienziato di scarto e la sua
scoperta, sui giornali italiani, fu definita un
falso clamoroso (giornali del 28/7/1988).

Potremmo continuare a portare esempi di


imposture, miti, pregiudizi e falsit, ma per
questioni di spazio ci limitiamo ai due casi prima
citati (Ci preme sottolineare che il prof.
Armando DElia, nei suoi lavori, ha pi volte
brillantemente contribuito a smascherare altri
miti: quello delle proteine cosiddette nobili e
quello degli aminoacidi essenziali, n.d.r.).

Si pu trarre, concludendo, un chiaro monito,


rivolto soprattutto ai fruttariani, che
costituiscono la brigata di punta di tutto il
movimento vegetariano: non bisogna mai aver
paura di andare contro corrente, non bisogna
mai aver paura di difendere a viso aperto il
fruttarismo e le sue motivazioni scientifiche ed
etiche: il tempo galantuomo. La schiera, oggi
ancora cos fitta, di persone avverse al
fruttarismo, destinata ad assottigliarsi
rapidamente; in genere si tratta di disinformati,
da aggiornare con amore e pazienza. La Verit si
imporr inevitabilmente.
Per mettere in crisi chi contrario al fruttarismo
occorre prima di ogni cosa fargli capire che
bisogna resistere alla tentazione di conformarsi
supinamente alle opinioni dominanti, che spesso
costituiscono la maschera perbenista di grossi
interessi di natura economica.

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