4 - Il senso del peccato - L apertura a Dio, lapertura a Dio che salva, lapertura a un impegno:
Il peccato di Davide e quello di Saul.
1
Ministero della riconciliazione, senso di colpa e peccato, lumano in confessione
Formazione permanente preti, Cremona 18.02.2010
Giuseppe Sovernigo
Introduzione
Siamo nellanno sacerdotale, tempo in cui siamo pressantemente invitati ad approfondire la nostra
identit e missione presbiterale: essere preti secondo il cuore di Ges. Siamo preti in varia condizione:
giovani o da qualche anno o da molti anni con molta esperienza. La nostra esperienza ci dice quanto
questo sia tanto bello quanto impegnativo.
Tra i tratti caratteristici del nostro essere e agire da preti c quello del ministero della riconciliazione,
della confessione sacramento. II Cor 5, 17-6,2. Quindi se uno in Cristo, una creatura nuova; le
cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo per viene da Dio, che ci ha
riconciliati con s mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Noi fungiamo
quindi da ambasciatori in nome di Ges come se Dio esortasse per mezzo nostro.
Noi ci troviamo di fronte alla riconciliazione su due piani tra loro in stretta connessione e interazione:
come penitenti e come confessori.
Ci collochiamo dallangolatura della persona, come singola o come gruppo, come possibile penitente,
per vedere come essa vive le tre realt tra loro molto connesse e distinte a un tempo: il peccato, il
senso di colpa, la confessione sacramento. Ci proponiamo di precisare le connessioni che intercorrono
e le diversit presenti, in vista di un loro rapporto corretto e costruttivo.
Parlare di peccato, di colpa e di confessione comporta addentrarsi su un terreno complesso, abitato da
realt che necessario individuare con chiarezza. Solo cos esse si possono configurare nella loro
identit e si possono far dialogare tra loro in vista di un incontro fecondo di vita. Tra i vari temi che il
testo illustra ne sottolineiamo alcuni.
* Nellillustrare il tema, Senso di colpa peccato e ministero della riconciliazione, ci riferiamo al testo
di II Sam 11-12,1-14. il peccato di Davide, in parallelo a quello di Saul. Qui troviamo illustrato il
nodo pastorale di fronte al quale ci troviamo spesso. Ci sono tre fasi in questa vicenda.
- Davide e il peccato con Bersabea
- La parabola del profeta Natan,
- il riconoscimento del proprio peccato da parte di Davide.
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Ora queste interpretazioni e questi interventi operativi interpellano da vicino linterpretazione
teologica e lazione pastorale e trovano nella dimensione pedagogica e terapeutica un terreno di
incontro.
b - Il senso di colpa a un primo sguardo
I - Anzitutto occorre rilevare che il senso di colpa, o lesperienza di colpevolezza, una esperienza
umana universale nel tempo e nello spazio. una esperienza centrale, una realt significativa, una di-
mensione costitutiva dellessere persona, non solo n principalmente un fatto religioso. Essa
presente in ogni cultura e tempo, ed espresso secondo modalit culturali proprie.
II Occorre tener conto che il senso di colpa della concreta persona non un dato statico della
persona, ma ha una storia evolutiva particolare. una esperienza primordiale a partire dal primo anno
di vita e successivamente, ben prima della presa di coscienza riflessa (6-7 anni).
Per comprenderlo occorre perci avere una concezione delluomo non cartesiana o illuministica,
ferma alla dimensione conscia della persona, ma una visione sistemica, unitaria in cui conscio e
inconscio interagiscono entro lo stesso io nei comportamenti secondo la mappa conscia e quella
emotiva inconscia dellagire umano, con le relative fratture e interferenze.
III In particolare occorre che tener conto che il senso di colpa unesperienza che interessa
centralmente lidentit della persona. In particolare incide positivamente o negativamente in modo
significativo sulla moralit, sulla religiosit, sullaffettivit, sulla socialit e indirettamente sul resto
della personalit.
Perci il senso di colpa una realt complessa e pluridisciplinare. Noi lo studiamo dal punto di vista
della psicologia della religione, dal punto di vista fenomenologico, cio secondo la struttura che lo
costituisce e i dinamismi che lo muovono. Di fronte ai problemi teologici che presentano realt quali
il peccato, la penitenza, i sacramenti, la fede, ecc. lo psicologo cerca di capire a quali processi psichici
corrispondono queste realt e in quale sequenza e tessuto di idee, motivi e sentimenti queste realt si
inseriscono e vengono vissute1.
Tutto questo richiede anche un quadro filosofico e teologico interpretativo. Questultimo deve basarsi
sulla realt effettuale con i suoi vari elementi, non su astrazioni non verificate dallesperienza. E
questo che d orizzonte e senso allesperienza della colpa.
c Le tappe dellesplorazione psicologica del senso di colpa
Lo studio del senso di colpa ha conosciuto delle tappe lungo una storia. Le scienze umane, in rapporto
a quelle sacre, e viceversa, sono passate per varie fasi. Nel secolo XX queste tappe dellesplorazione
del senso di colpa perci vanno:
- dallesplorazione e interpretazione freudiana del senso di colpa, restrittiva e riduttiva che lo
inquadra come realt da eliminare, espressione di un conflitto tra morale e istinti da superare. Dai
tempi in cui la verit era detenuta dalla chiesa e la scienza vi era sottomessa, si passati allopposto
con i maestri del sospetto. Successivamente si separano scienza e religione in nome della
secolarizzazione e della laicit;
- allarticolazione del senso di colpa in senso di colpa normale, comune e in quello problematico,
talora patologico, cf. Charles Odier, Rollo MayQuello normale pu essere un vissuto creativo.
Allora consente alla persona di assumere una responsabilit verso la propria vita.
- alla specificazione del senso di colpa nelle sue componenti come senso di colpa psichico, senso di
colpa morale, senso di colpa religioso, cf. Marc Oraison, Albert Pl, ecc 2. Dopo il Concilio Vat.II., si
11 RONCO ALBINO, Dinamismi psicologici della confessione, in Ziglioli Roberto ( a cura di), Confessione e
psicologia,ha ancora senso confessarsi oggi? Oari Varese 1974, p.111.
22 Cf Cf. GRRES ALBERT, Il senso di colpa: psicanalisi e cristianesimo a confronto, in Lambertino Antonio ( a cura
di), Al di l del senso di colpa, gli interrogativi dopo Freud, Citt nuova Assisi1991, p.59. Un sano, positivo senso di
colpa mi avverte se sono sul punto di ledere un valore fondamentale, come i diritti e i bisogni del mio simileRimane
tuttavia valida la tesi impopolare secondo cui nelleconomia della vita psichica i sensi di colpa sono indispensabili alla
salute mentale, alla tranquillit, alla gioia e alla vita. Cf. POLAINO-LORENTE AQUILINO, Il senso di colpa non
patologico, in Lambertino Antonio ( a cura di), Al di l del senso di colpa, gli interrogativi del dopo Freud, Citt nuova
Assisi 1991, p.114. il male di tale paziente, infatti, risiede nellordine morale e non nellordine funzionale o organico
della persona. In molti casi basta ammettere che la colpevolezza normale e non patologica, che legata al peccato e che
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passati a una forma di prevalente mutuo rispetto e dialogo reale tra scienza e fede, l dove questo ha
potuto prendere forma.
d - Alcuni sentimenti di colpa ricorrenti.
A seconda della sorgente da cui proviene, del temperamento del soggetto e della sua storia evolutiva,
il senso di colpa si concretizza anche in una vasta gamma di sentimenti, spesso penosi e invadenti.
Ci che proprio della colpevolezza la coscienza di una diminuzione di se stessi, di una perdita di
valore, non di fronte agli altri, bens ai propri occhi3.Essi possono essere:
* Un senso di indegnit di s di fronte a se stessi o agli altri o ad un Essere Superiore, con il
correlativo bisogno di riscattarsi ai propri occhi e a quelli altrui.
* Un senso di contaminazione di s che imbratta tutto il proprio essere, con il correlativo bisogno di
purificazione.
* Un senso di paura, di minaccia per la trasgressione di una legge, con la necessit di riparare e
ricomporre un ordine infranto.
* Un timore di una rappresaglia da parte di potenze occulte offese, con la necessit quindi di placarle,
di espiare, di ripropiziarsele.
* un senso di disagio diffuso ed impreciso quanto persistente, con il correlativo bisogno di scrollarselo
di dosso, di liberarsene.
* Un senso di disistima di s con la conseguente ricerca dei mezzi e dei metodi per riacquistare ai
propri occhi e a quelli altrui la stima perduta.
* Un senso di inferiorit e di svalutazione di s, o un senso di superiorit, cio di inferiorit negata,
con il bisogno correlativo di colmare il dislivello creatosi e rivalutarsi ai propri occhi e a quelli altrui.
* Un senso di avvilimento, di sconfitta, di umiliazione a causa di un deprezzamento di s, con il
relativo bisogno di uscire da una situazione intollerabile.
* Un senso di depressione o meglio di alternanza tra stati pi o meno euforici e stati pi o meno
depressivi, con il correlativo ristagno di s.
* Un senso di dissidio interiore con se stessi e con gli altri, con una inquietudine diffusa e persistente
come un ruminio a ripetizione.
* Un senso di risentimento e di rivalsa contro ignoti o contro persone precise, accompagnato da un
rodio interiore logorante.
In ogni concreto individuo si ha la prevalenza di questo o quel sentimento, legato, oltre al tipico
carattere del soggetto, anche alla sua educazione e ad altri particolari fattori socio-ambientali.
e Le condotte sintomatiche ricorrenti del senso di colpa
Alcune condotte si qualificano per essere mosse soprattutto dal senso di colpa . Le principali condotte
sintomatiche sono le seguenti:
I Condotte autopunitive o punitive ricorrenti:
* Le condotte da scacco. Ci sono condotte attraverso le quali un soggetto involontariamente infligge a
se stesso sofferenze ed insuccessi, tenta di annullare la sua creativit, alcune volte tenta anche di
autodistruggersi. E ci molto spesso senza averne coscienza. In questi casi si tratta sempre di un modo
di punirsi per una colpa che si pensa di aver commesso, anche se il ricordo stato rimosso. A causa di
questa colpa ci si sente ancora passibili di castigo.
Le condotte da scacco non sono una reazione di fronte allo scacco effettivo, ma una specie di rifiuto
della felicit e del successo a causa di un divieto psichico, di un interdetto che pesa sulla felicit e sul
successo. questo rifiuto interiore e non conosciuto che provoca lo scacco. Queste condotte si
concretizzano in alcuni modi.
* La negativizzazione della sessualit, a volte fino all'impotenza sessuale. Dei libri e dei ricordi
vissuti conservano la memoria di uneducazione religiosa che congiura contro il sesso, reprime la
violenza, incita alla lotta contro se stessi, esalta la padronanza di s. Una minaccia accigliata colpisce
particolarmente la sessualit....La colpevolizzazione massiccia della sessualit ha degli effetti
particolarmente patogeni, particolarmente perch essa raggiunge e riattiva delle rappresentazioni
inconsce...La colpevolizzazione pesante e diffidente impoverisce la vita affettiva, spegne le forze
tale unione legittima, perch la colpa inizi a pesare meno.
33 Cf. ZUANASSI GIANFRANCESCO, Esperienza della colpa, aspetti psicologici, in AA:VV,Senso di colpa e coscienza
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proiezione. Di qui la concezione di un Dio corrucciato ed inesorabile, la cui funzione principale
quella di ispirare paura. Cf. le immagini demoniache ricorrenti di Dio presenti in molte persone:7.
La colpevolizzazione squilibra lordine dei significati cristiani , congela il cammino della fede e, per
un ritorno surrettizio di passioni misconosciute, altera latteggiamento della fede. Secondo gli stessi
criteri religiosi essa rappresenta una distorsione.8
Il narcisismo non accetta di essere limitato dalla trascendenza degli altri, della legge, della realt, di
Dio stesso; la relazione resta impigliata negli intrighi affettivi della tenerezza, della protezione, della
magia religiosa. Dio non viene ricercato per se stesso, ma come mezzo per affermarsi. Sono perci le
condizioni e le qualit dellautoidentificazione che orientano la personalit in uneconomia
narcisistica. Dio pu essere vissuto come un aspetto dellio idealizzato. Ma Dio non pu realizzare ci
che lio non ancora riuscito a fare. N Dio n gli altri possono essere pezzi di noi stessi.
Queste sono solo le principali condotte sintomatiche ricorrenti. Ce ne sono varie altre, diversamente
articolate. Nessun sintomo va preso a s stante. Per coglierne il senso vero, esso va inserito
nell'insieme della dinamica personale.
II - Le reazioni di evitamento fuga dalla colpevolezza ricorrenti
Altre persone reagiscono prevalentemente con una condotta di fuga, di evasione. La rimozione vi
gioca un ruolo centrale. In queste situazioni le strategie seguite sono varie. Le pi ricorrenti sono le
seguenti:
* le reazioni di superficialit rispetto alla situazione. Emerge allora la tendenza a negare la propria
implicazione nelle scelte, a evadere nellesteriorit, a rifugiarsi in un perdonismo facile, a banalizzare
le scelte, ad autoesonerarsi dalle conseguenze di ci che si fa, a scuotere da dentro la portata delle
scelte operate;
* le reazioni di giustificazione. Queste danno luogo allora alla tendenza a negare la propria
responsabilit e a ricercare ragioni salva facciata, adducendo varie ragioni.
* Le reazioni proiettive della colpa sugli altri: la persona, anzich accettare la propria fallibilit o
mancanza, la proietta fuori. Allora incolpa gli altri delle proprie mancanze, quasi incapace di assumere
la responsabilit di s.
2 Un rapporto chiaro tra peccato e senso di colpa come un serio problema.
Ma affrontare costruttivamente lesperienza della colpevolezza, in vista del sacramento della
riconciliazione, unazione n facile, n immediata. Resistenze e precomprensioni varie si
frappongono cos da rendere problematica tale dimensione.
I - Resistenze da fuori della persona del confessore e del penitente
- le concezioni decolpevolizzanti e innocentiste diffuse a livello della mentalit comune
- le deresponsabilizzazioni personali con scarico sociale delle proprie manchevolezze
- la complessit della esperienza della colpa, parte conscia e parte inconscia.
- il riduzionismo dallalto o dal basso per lunilateralit delle concezioni teologiche o psicologiche
sottostanti.
II - Resistenze da dentro della persona del confessore e del penitente
- la tendenza alla permanenza della colpevolezza nella sua pervasivit
- la tendenza alla rimozione della colpevolezza e la sua traslazione in altri settori personali
- il relativismo morale che disancora da ogni riferimento stabile
III - Le domande indebite nellambito psicologico e in quello religioso
In entrambi gli ambiti ci possono essere attese e domande indebite che fuorviano dallobiettivo.
Anzitutto bisogna eliminare le domande che non gli sono proprie.
a) Ci sono penitenti che si servono del sacramento della penitenza per chiedere consigli al prete
perch si trovano male nella vita;
b) Altri penitenti, che soffrono di colpevolezza ansiosa, possono ricercare nel sacramento della
penitenza una decolpevolizzazione liberante dallangoscia;
77 Cf. FRIELINGSDORF KARL, Ma Dio non cos, ricerca di psicoterapia pastorale sulle immagini demoniache di Dio,
S.Paolo Milano 1995, pp.93 - 139.
88 VERGOTE ANTONIO, Dette, o.c. p.97.
6
c) Ci sono altre pseudo domande al sacramento della penitenza: ritrovare la pace interiore di fronte a
una situazione di conflitto, un bisogno di incoraggiamento e di rassicurazione, o una preoccupazione
pi formalista di mettersi a posto.
IV Le difficolt a trovare confessori e guide spirituali capaci di accompagnamento spirituale per
persone in psicoterapia. O divengono intrusivi o ipercritici svalutanti o disertano il loro compito
specifico.
V - La demitizzazione del peccato
Il male e resta un mistero difficile da spiegare. Da dove viene la corruzione delluomo e della
societ?
* La prima esplicita demitizzazione del peccato proviene da J.J. Rousseau che trasferisce il peccato
dal cielo alla terra, luomo dal cielo alla terra. Come pu ununione di uomini, naturalmente buoni,
divenire cattiva fino al punto di rendere cattivi i suoi componenti? L uomo nasce buono, senza
peccato e diviene cattivo solo a causa della societ. Per Rosmini per evitare il problema dellorigine
della corruzione delluomo, Rousseau dunque si scontra in quello dellorigine della societ; non
scioglie il nodo, neppure lo toglie, ma lo trasposta9
* Kant invece riduce il peccato ad una allegoria morale, un parlare in immagini della colpa, ossia una
tendenza peccaminosa delluomo volta a sovvertire la legge morale. E in questo modo che egli ha
interpretato tutti i dogmi del cristianesimo: la trinit, lincarnazione, la resurrezione, lascensione. . .
Contro questilluminista Kirkegard ha rivendicato il carattere esistenziale del peccato.
* De Sade incarna lilluminismo. Tutta la sua opera Utopia del male pu essere letta come uno
sviluppo coerente del materialismo e dellateismo illuministi. Per lui il peccato un mito; luomo
adulto, libero, non mette nessun limite nella sua ricerca della felicit. Libero da ogni timore religioso,
si mette al di sopra delle leggi. De Sade trova che la natura ha creato gli uomini solo perch da ogni
cosa traggano un piacere10.
* Nietzsche: uno degli attacchi pi violenti contro i concetti cristiani di peccato e colpa proviene da
Nietzsche. Egli trova che questi concetti sono la pi pesante eredit del peggiore popolo della terra,
quello ebraico. Secondo lui con questi due concetti lebraismo ha gettato i fondamenti dellanima
malata e ha consentito il trionfo degli ideali ascetici, non naturali e inumani di rinuncia alla vita e di
mortificazione della carne. Il peccato dunque per lui un invenzione clericale, i cui risultati stanno
davanti agli occhi. Luomo, imprigionato in una ferrea gabbia di errori, divenuto una caricatura
duomo, malato, triste, malevolo verso se stesso, pieno dodio verso gli impulsi della vita, pieno di
diffidenza verso tutto ci che la vita ha di bello e di felice, una miseria che cammina: questo aborto
artificioso, arbitrio, pieno di rancori, che i preti hanno strappato dal suo suolo, il peccatore11
* Marx stesso ha socializzato il valori della morale. Il peccato originale secondo lui lo sfruttamento
capitalista che egli considera come positivo perch conduce alla rivoluzione e alla societ senza classi.
Marx non vuole sentire parlare di morali, che sono tutte false morali, cio delle ideologie. La morale
per eccellenza secondo lui, la lotta di classe che serve a distruggere la vecchia societ sfruttatrice.
* La morale laica. Tutta la corrente culturale evocata rappresenta la morale laica. Questa mira alla
demitizzazione e alleliminazione del concetto di peccato Essa rifiuta ugualmente la dipendenza
delluomo di fronte a Dio. La morale laica non animata dai valori religiosi. Secondo questa bisogna
che il peccato muoia, che luomo possa con la sua libert evitare la colpa, bisogna che la religione
rivelata sparisca perch possa nascere una morale laica e religiosa, la Religione della libert. La
demitizzazione del peccato uscita da questa morale laico religiosa ha avuto nel nostro secolo lesito
della socializzazione della colpa. La socializzazione della colpa significa che la societ che stabilisce
ci che bene o male. Lazione buona normale e non morale, lazione cattiva non colpevole, ma
patologica. La societ si difende cos di fronte alla sanzione. Evitare la colpa significa allora agire in
conformit con le regole del gioco sociale.
In sintesi: La demitizzazione del peccato e la socializzazione della colpa, con i loro corollari della
secolarizzazione e della morale laica, costituiscono la tendenza prevalente del mondo contemporaneo.
9 ROSMINI ANTONIO, Antropologia in servizio della scienza morale, Tipografia Aureli Ancona 1844, p. 319.
10
12 Cf. LELY G., De Sade profeta dellerotismo? Feltrinelli Milano 1968. p.25.
11
Cf NIETZSCHE F.. La genealogia della morale. III. 20,: in werke. vol.IL ed. Schelechta. Ulistein.
Francoforte s. Meno 1972. p. 881.
7
Il loro scopo non la ricerca di una religione pi valida, ma un processo alla ricerca delluomo
adulto senza nostalgie religiose. La demitizzazione del peccato non cerca il vero senso del peccato, ma
solamente la sua distruzione e la perdita della responsabilit morale.
La chiesa deve allora proporre delle strategie adeguate ed evitare di essere complice della irreligiosit
attuale. Senza dubbio la costruzione di una nuova societ nel terzo millennio, capace di oltrepassare il
nichilismo della societ attuale, passa attraverso la rimitizzazione del peccato e la personalizzazione
della colpa. E cos che si pu trovare la via del sacramento della penitenza e della conversione.
Inoltre la chiesa in questo processo di rimitizzazione deve sforzarsi di non servirsi del peccato come di
un concetto ombrello per spiegare certe realt antropologiche che non dipendono pi principalmente
oggi dal peccato.
Di qui un serio problema di crescita: Che cosa intendere e in che cosa consiste la colpevolezza
umana? Quali sono le dimensioni costitutive della colpevolezza? Quali vicinanze ci sono tra senso di
colpa e senso del peccato? Quali somiglianze e quali differenze tra intervento terapeutico e intervento
sacramentale?
Questi interrogativi pongono molte questioni centrali tra loro in interazione sia in campo teorico che
pratico pedagogico pastorale.
In questo ambito ci si limita ad alcuni punti di riferimento utili per il tema trattato.
Entro lesperienza della colpa occorre anzitutto distinguere e comporre tre tipi di colpevolezza. Cf.
Tavola Le dimensioni della colpevolezza.
Il senso di colpa un dinamismo psichico che, adeguatamente vissuto, presiede allo sviluppo della
coscienza morale. presente in ogni essere umano fin dall'inizio dell'esistenza e ne segue le vicende
evolutive. Potenzialmente un sentimento utile e normale per giungere alla riparazione di un errore
o di un danno arrecato.
3-1 La colpevolezza comune e normale
8
D IM E N S IO N I D E L L A C O L P E V O L E Z Z A
D a to d i p a rte n z a S E N S O D I C O L PA P S IC H IC O
- a z io n i d a u n "d o v e r e ssere"
- a tte g g ia m e n ti fin a liz z a ti a r ifa re
o r ig in a ti d a l v e n ir o b b l i g a n t i " T u d e v i - t u l 'e q u i l i b r i o t u r b a t o
- s ta ti in te rio ri m eno com e: n o n d e v i" (g li in tro ie tti) tr a m ite u n a r ip a ra -
- tra s g re s s io n e z io n e e u n rito rn o
In s ie m e d i s e n tim e n ti - in fra z io n e
n e g a tiv i n e i c o n f r o n ti a llo s ta tu s q u o
- o m is s io n e ...
d i s s te s s i (-)
o r ie n ta ti a :
S E N S O D I C O L PA M O R A L E - s tim o la r e u n a r ip a -
a d u n a s c a la d i v a lo ri ra z io n e
In s ie m e d i o r ig in a ti d a l v e n ir fin a liz z a ti: - a s u s c ita re u n im -
s e n tim e n ti m e n o s o tto fo rm a d i: in te r io r iz z a ti, a d u n - a r ic o n o s c e r e il m a -
" p o te r e d o v e r e s s e - pegno
n e g a tiv i e p o s itiv i - tra s g re s s io n e le o g g e ttiv o fa tto
re " se c o n d o u n a - rim e tte re in c a m -
- in fra z io n e - a c c e t t a r e l a p r o p r i a
c o sc ie n z a m in o r is p e tto a lla
- o m is s io n e ... re s p o n s a b ilit
(+ -) a u to n o m a s ta s i
S E N S O D I C O L PA R E L IG IO S O O S E N S O D E L P E C C A T O O rie n ta ti a :
In s ie m e d i s e n ti- - ris ta b ilire la c o m u -
m e n ti p o s itiv i e O rig in a ti d a l v e n ir N e i c o n f r o n ti d i: F in a liz z a ti a : F in a liz z a ti a :
m e n o p e r d e b o le z - - D io c re a to re e - r ic o n o s c e r e D io - ric o n o s c e re le d im e n - n io n e c o n D io e
in p a rte n e g a tiv i c o n i fra te lli
z a o p e r d e lib e ra te z - s a lv a to re m is e r ic o rd io s o e s io n i o g g e ttiv e d e l
n e i c o n fr o n ti d i - s tim o la re u n
s e d i D io z a a d u n a re la z io n e - d e l s u o p ro g e tto p r io rita r io m a le fa tto
p e rs o n a le c o n D io d i s a lv e z z a - il s u o p e r d o n o - a s s u m e r s i la re s p o n - i m p eg n o c o n fo rm e
(+ -) a l p ia n o d i D io
- la b o n t s o s ta n z ia - s a b ilit d e lle p ro p r ie
le d i c ia s c u n o a g li s c e lte s u d i s
o c c h i d i D io - rip a ra re p e r q u a n to
p o s s ib ile
Ma quando esso persiste senza condurre alla correzione, o si fissa sulla condanna e sulla svalutazione
di se stessi, invece di aprirsi a un futuro miglioramento, allora diventa problematico, a volte nevrotico,
talora patologico. Il risentimento per la frustrazione non si gira solo verso gli altri. Si gira contro se
stessi. Sorge allora la colpevolezza. Non si smette di risentire la propria colpa, la colpa di esserci, la
mancanza dessere. E pi facile di quanto si crede odiare se stessi, scriveva Bernanos12
Il senso di colpa pu venire descritto come un insieme di sentimenti negativi nei riguardi di se stessi,
come singoli o come gruppo, originati dal venir meno a un proprio dovere e poter essere,
rappresentato da qualcuno o qualcosa.
Questo insieme di sentimenti negativi finalizzato a stimolare il singolo o il gruppo, a ristabilire
l'equilibrio turbato mediante un qualcosa che sia a volte un gesto di riparazione ed espiazione del
male fatto, altre volte limpegno e la ripresa della strada smarrita, lassunzione della propria
responsabilit di fronte alle scelte attuate.
a - La sequenza psichica della colpevolezza
Pi dettagliatamente, il senso di colpa pu essere descritto come una sequenza psichica articolata in
quattro tempi:
I- momento - Inizialmente la persona avverte come un misto impreciso e sfumato di sentimenti di
ansia, di rimorso e di incertezza diffusa, a volte di angoscia.
II - momento - Questi sentimenti negativi sono causati dal venir meno a un dover essere, a una
strada obbligata e obbligante, rappresentata da leggi interne o esterne al soggetto o da persone
significative o dalle istanze della realt individuale e socio-ambientale.
Questo venir meno assume varie forme. Pu essere: infrazione di una legge, trasgressione e
violazione di una norma, ribellione a un'autorit riconosciuta o imposta, omissione di un preciso
dovere, rottura, tradimento, ecc...
14 THOMAS JOSEPH, Chercheurs de soi, in Etudes 381992), p.227. Cf. ANCONA LEONARDO, Luniverso morbido
12
della colpa, in Spinsanti Sandro ( a cura di), In cammino oltre il senso di colpa, Cittadella Assisi 1984, p.22.
9
III- momento - A monte del venir meno sta sempre, esplicitamente od implicitamente,
consapevolmente o inconsapevolmente, una pienezza, una totalit, una integrit, una giustezza, un
senso del valore di s rappresentato da una gerarchia di valori pi o meno interiorizzata, un ideale di
s, come singoli o come gruppo, percepito come realizzante o promuovente, in ogni caso pi o meno
obbligante.
L'esistenza della colpevolezza vera e propria richiede la coscienza di una deficienza nella risposta che
noi dobbiamo al desiderio dell'altro, quando questo desiderio ha per noi forza di legge, cio quando
nella nostra esperienza primordiale ed attuale esso viene dai genitori e dalle persone significative.
C' colpevolezza solo in riferimento al torto causato a un oggetto d'amore e alla paura di perderne la
stima e l'amore, oppure causato nei confronti di un oggetto del dovere.
IV momento - Dal senso di colpa emerge la necessit di rifare un equilibrio mediante un rimedio
adeguato che pu essere di volta in volta espiazione, riparazione, soddisfazione, ecc...
Il senso di colpa nei suoi gradi di consapevolezza e di risonanza il risultato di un conflitto interiore
alla psiche, intrapsichico e intrasistemico. Dietro ai fatti a volte irrilevanti c un nodo inconscio da
cui proviene la colpevolezza.
b - Funzione del senso di colpa
Compito specifico del senso di colpa quello di aiutare la singola persona a tener in debito conto le
esigenze della realt delle altre persone, cose e situazioni di vita in vista di una crescita propria ed
altrui.
Esso presente come un avvertimento di qualcosa che non va, come una indicazione di una strada da
riprendere. La colpevolezza pu essere configurata come una specie di segnale d'allarme che
avverte l'interessato della difformit di una data scelta interna od esterna, oppure di uno stato di vita,
rispetto al suo quadro di valori o a quello del gruppo cui appartiene; oppure come un'eco interna
che informa immediatamente il soggetto sulla conformit o meno di ci che sta facendo con ci che si
propone di essere e di realizzare. Si tratta di un'eco solitamente sgradita, a ripetizione semplice o
multipla. Essa presenta e ripresenta all'interessato ci che ha fatto oppure omesso, chiedendogli
ragione e riparazione. Come un segnale di allarme, essa svolge una precisa funzione psicologica
oppure pu porre dei seri problemi a seconda dell'intensit e della modalit.
c - I protagonisti dell'esperienza della colpevolezza,
Nellesperienza della colpevolezza i protagonisti, tra loro in interazione, sono sempre due:
- da un lato l'io del soggetto, come singolo, a volte come gruppo. Si pone qui il problema del tipo di io
presente, del grado di consistenza della persona.
- dall'altro una controparte diversificata (il s, gli altri, la legge, la realt delle cose e delle persone con
le sue esigenze, Dio stesso...).
3.2 - La colpevolezza problematica o larea delle coazioni a ripetere
Ogni grave alterazione di uno o pi di questi quattro momenti della sequenza della colpevolezza
ingenera dei consistenti problemi per l'evoluzione della persona e della religione, particolarmente per
la moralit e la religiosit. Due problemi si impongono: la genesi di questo sentimento e
lincoscienza possibile di questo sentimento13. Ci pu essere avvenuto in vario modo:
* Se durante l'infanzia la formazione del superio avviene assieme a una grave carenza affettiva, il
male tender a essere sentito come un'infezione del proprio essere, una contaminazione quasi
ineliminabile. Di qui un senso di colpa morboso, inibente lo sviluppo.
* Se durante la fanciullezza si molto insistito sulla legge esterna, su un legislatore a s stante e
rigido, su un ordine etico ugualmente a s stante, il male tender ad essere avvertito come
un'infrazione di una legge esterna al soggetto, la trasgressione di una norma da osservare a prescindere
dalla intenzionalit e dalla interiorit. Di qui il facile moralismo e formalismo morale e religioso.
* Se durante l'adolescenza la formazione della coscienza morale non sufficientemente ac-
compagnata dalla sottolineatura dei valori e dal senso della complessit del reale, dalla distinzione tra
l'io e le sue scelte e da una vera autoaccettazione, il male tender ad essere sentito come uno scacco
per l'io del soggetto, un fallimento che suscita senso di inferiorit o all'opposto di rivalsa
compensatoria. Di qui un rafforzamento del narcisismo, la difficolt di un giudizio morale autonomo e
di un autentico senso del peccato.
1315 NODET CHARLES, Liberation de lhomeReflexions psucanalytique, in Le supplment 111(1974), pp.439.
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Queste situazioni sono indefinitamente possibili, con accentuazioni diverse a seconda dei soggetti. In
questi casi la colpevolezza, anzich favorire la crescita della persona, si fa problematica, complesso
di colpa, talora nevrotica o anche patologica. Diviene allora la sorgente di gravi disturbi della
personalit. In queste circostanze, la colpevolezza pu essere definita come una angoscia arcaica di
natura affettiva e molto egocentrica nella sua sorgente, angoscia dovuta al contraccolpo personale,
alla reazione percepita in seguito a una situazione conflittuale dovuta a vari fattori presenti o
passati, ma -ancora influenti nel soggetto. Si tratta di un riflusso d'angoscia di oscura origine,
opposto al senso di giustezza, di valore, di dignit di s, di sicurezza, percepiti come necessari ed
irraggiungibili14.
a - Allorigine della colpevolezza problematica o del complesso di colpa
I1 senso di colpa patologico o problematico quello in cui il soggetto non riesce a convincersi che la
mancanza pu essere perdonata e riparata. Allora la si ingrandisce e si rimane preda di sentimenti di
depressione e di svalutazione.
La persistenza di questo tipo di senso di colpa riflette spesso un modello di vita immaturo, rigido,
irrealistico che nessun uomo potrebbe seguire. Con una coscienza implacabile il soggetto si
autocondanna in antecedenza, o proietta questo suo stato d'animo sugli altri.
Un inconscio meccanismo di difesa usato in queste circostanze la formazione reattiva. Questo
meccanismo spinge il soggetto a prendere rigidamente un atteggiamento e una condotta
diametralmente opposta a quella cui tenderebbe l'impulso. E ci in forma esagerata, assolutista. La
funzione di questo meccanismo quella di assicurare il soggetto che egli non cede alle insinuazioni
dell'impulso, che anzi egli estremamente contrario ad esse. Molto spesso esagerati accenti sopra
particolari vizi da evitare o sopra particolari inconvenienti da correggere possono esprimere pi l'ansia
e il bisogno di salvarsi di fronte ad un pericolo morale che l'amore per il bene e il valore della virt
propugnata.
b - Langoscia di colpevolezza
Quando la colpevolezza diventa problematica, viene vissuta come complesso di colpa o angoscia di
colpevolezza. In se stessa non esprime riferimento ad altri, ma a s, a un'immagine arcaica e
idealizzata di s. Essa si muove; in un sistema psicologico chiuso ed immaturo, egocentrico, carico
di angosce e di difese quali fobie, ossessioni, ripiegamento, ecc. una nostalgia narcisistica del
passato in cui il bambino godeva, nella sua fantasia, gli attributi dell'onnipotenza, dell'immortalit,
della perfezione, attributi che egli proiettava sui genitori. Questa colpevolezza molto viva e profonda
perch colpisce il proprio desiderio pi radicale di essere amati, riconosciuti, dotati di valore.
Quando la colpevolezza costituisce un peso per la vita personale, essa manifesta fondamentalmente
una mancanza di un autentico amore di s. La colpevolezza consiste allora nell'amarsi male,
nell'autodisprezzarsi.
Molto spesso questa deficienza d'amore vero di s si converte, capovolgendosi mediante il
meccanismo di difesa della proiezione, nel sentimento di non essere amati e riconosciuti dagli altri. La
misura della propria maturazione affettiva data dallamore e dalla stima di noi stessi cos come si
in realt, con il proprio io, e con le proprie pulsioni pi o meno regolate, con la propria ambivalenza
di base. Possiamo dire che la misura delle proprie frustrazioni data dal grado di non accettazione
incondizionata di s. Quanto meno ci si autoaccetta, tanto pi si affettivamente frustrati. Si instaura
allora nella persona uno stato di narcisismo.
In psicologia narcisismo corrisponde all'idea di compiacimento di se stessi, di contemplazione
di s, come di un vivere tastandosi continuamente il polso, di un guardarsi allo specchio,
autocompiacendosi, rassicurandosi o condannandosi. Ci comporta una notevole limitazione della vita
psichica.
La mancanza di amore manifestata nell'angoscia di colpevolezza pu avere serie conseguenze. A volte
essa rischia di annullare la capacit di agire, inibendo le forze vive della personalit, riducendone la
vitalit. In alcuni casi essa conduce alla criminalit.
Si parla di complesso di colpa quando il senso di colpevolezza raggiunge una intensit tale da
incidere vivamente nel comportamento, e una durata nel tempo ben oltre la causa che ne all'origine.
1416 Cf. ORAISON MARC, Che cosa il peccato? Gribaudi Torino 1970, p.31. Cf. CENCINI AMEDEO, Vivere
riconciliati, aspetti psicologici, Edb Bologna 1985, pp.25-27.
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Si tratta allora di un nodo di problemi evolutivi persistenti non risolti o mal risolti. In questi casi la
colpevolezza, da fattore frequentemente presente nella vita, tende a costituire un serio problema di
personalit che richiede un aiuto adeguato.
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portata ultima delle sue scelte. necessaria una relazione tra il soggetto e Dio con un centramento su
Dio15.
Nel suo senso originale il termine peccare, commettere un peccatovuol dire in ebraico
mancare il bersaglio. Peccare mancare il bersaglio nella propria vita. Non solo sbagliare l'idea
che ci si fa di se stessi, ma sbagliare l'idea stessa che Dio si fa di noi. Infatti, se pec cando passiamo
accanto a ci che vorremmo essere, prima e soprattutto noi deludiamo Dio, mancando il bersaglio cui
egli ci destina.
Il segno decisivo della verit dell'amore questo: accettare o meno di far passare, prima della nostra
idea, l'idea che l'Altro, Dio, si fa di noi. Bisogna captare l'idea che Dio si fa di noi, bisogna percepire
ci che rischia di deludere l'Altro. Bisogna comprendere e ammettere ci che lAltro si aspetta da noi.
Questa relazione personale con un Dio persona, una relazione che vale e va al di sopra di tutto il resto,
compresi i propri peccati, fa cogliere una dimensione nuova e promovente del proprio comportamento
e degli atteggiamenti. Senza questo riferimento, almeno implicito, a Dio e ai valori, i comportamenti e
gli atteggiamenti umani mancano di qualche cosa che loro essenziale, un qualcosa che agisce come
un lievito, un fattore di promozione.
d Per il cristiano un orizzonte di vita diverso
La realt esterna delle scelte non cambia: stesse scelte, stessi fattori socio-ambientali, stessi
protagonisti. Invece la realt oggettiva e soggettiva muta radicalmente attraverso questo salto di
qualit. Emerge allora un nuovo significato della stessa realt comportamentale.
E questo significato nuovo avvia una dinamica interpersonale nuova, molto pi ricca. Viene a galla
una nuova intenzionalit che conferisce alle scelte umane un andamento nuovo. Ogni scelta umana si
situa lungo un continuum ininterrotto di valutazioni morali. Queste nuove dimensioni della scelta
umana sono frutto di un cammino di maturazione della coscienza morale e religiosa, resasi sensibile a
una vasta gamma di valori e a Dio stesso.
e Itinerari biblici
La varia tipologia e gradualit della colpevolezza pu essere vista in alcune situazioni-tipo presenti
nella Bibbia. Esse consentono di cogliere dal vivo l'azione complessa e dagli esiti molto diversificati
sul piano pratico di questo o quel tipo di colpevolezza. Sono come degli itinerari lungo i quali
possibile cogliere dal vivo i vari passaggi, i diversi livelli della colpevolezza all'interno dell'agire
umano. Ne vediamo alcune in particolare: in questo contesto ci limitiamo ad analizzare gli
atteggiamenti personali ed il comportamento delle persone interessate, mentre il contenuto e il fine
della vicenda-storia sacra sono ben pi ampi.
Indicazioni per un passaggio di qualit
Perch il male sia vissuto come peccato occorre favorire alcune condizioni:
I - Educare a uno sguardo in profondit di fronte al male commesso. Serve non fermarsi alla cronaca
di ci che successo, a ci che si vede e sente, ma intravedere una dimensione in profondit, un
disegno di vita, un altro ordine di base violato, calpestato, ignorato, cio lordine di Dio creatore e
salvatore.
Ci richiede uno sguardo di fede, il senso della miseria morale e spirituale delluomo e della
impossibilit a uscirne da solo.
II - Coltivare il senso dellaltro ignorato, violato, del suo bene oggettivo calpestato e del bene comune
trasgredito.
Ci richiede una maturazione della persona e dellaffettivit nella reciprocit e nella gratuit
III - Coltivare il senso del Radicalmente altro, di Dio fondamento della vita, creatore, salvatore,
inviatore.
Ci richiede il senso di Dio trascendente e presente, un disegno di vita allopera nella concreta
persona e umanit.
1517 Cf. LAMBERTINO ANTONIO, Quale senso di colpa? P.11. Lautore rileva che il senso di colpa, quando non
affetto da patologia, esprime proprio latteggiamento radicale di chi ha labitudine a percepire affettivamente , in modo
quasi spontaneo, la possibilit e la realt della fallibilit umana e, anzich rifiutarne lesistenza per narcisismo o per paura,
laccetta e la trascende.
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IV - Prendere coscienza di una integralit di s venuta meno, di una contrazione o mutilazione del
proprio essere.
Ci richiede il senso vero del s, del valore della propria persona.
V - Aprirsi a un senso di ricuperabilit di s incondizionata e del male a opera del perdono di Dio.
Ci richiede fede in Dio creatore e salvatore e nel suo perdoni rinnovatore.
VI Il senso della chiesa, segno e strumento della salvezza.
Ci richiede uno sguardo di fede nella chiesa e una fiducia nella sua mediazione.
Alcuni itinerari biblicisignificativi
Pu essere utile approfondire il senso di colpa e il seno del peccato attraverso alcuni itinerari biblici
significativi.
* Il cammino della coscienza di Davide e di Saul ( II Sam. 11 e 12,1-14)
* Il peccato di Pietro e quello di Giuda
* Il fratello minore e quello maggiore del Padre misericordioso
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