de Rome
Riassunto
L'Autore parte dal presupposto che impossibile trattare, nell'ambito del Convegno, l'intera problematica storico-linguistica
relativa al processo di ellenizzazione dell'Italia antica. apparso quindi pi opportuno tentare di dare un quadro generale dei
problemi teorici riguardanti i fenomeni di acculturazione linguistica e/o culturale. Il modello teorico proposto all'attenzione del
Convegno, di tipo strutturalista, distingue nettamente tra significato e designazione . Il primo definibile a livello di
sistema lingua (L) e pu essere considerato, in sincronia, come stabile. La designazione avviene nel parlare concreto (P),
quando cio un significato viene riferito ad un oggetto estralinguistico che risulta perci denotato. Il sistema dei significati si
differenzia da lingua a lingua, in quanto ciascuna struttura in modo proprio il continuum empirico (cio il sapere mediato
socialmente). Diversi dal significato (che designa) sono i valori connotativi, costituiti dalle componenti non propriamente
cognitive, ma emozionali ed affettive, legate al segno linguistico. La problematica storica viene illustrata, in questo quadro
teorico, sulla base di alcuni esempi riguardanti diversi settori del lessico.
De Simone Carlo. L'influenza linguistica greca nell'Italia antica : problemi generali. In: Modes de contacts et processus de
transformation dans les socits anciennes. Actes du colloque de Cortone (24-30 mai 1981) Rome : cole Franaise de
Rome, 1983. pp. 755-784. (Publications de l'cole franaise de Rome, 67);
http://www.persee.fr/doc/efr_0000-0000_1983_act_67_1_2487
1 Mycenaeans in early Latium, Roma, 1980; cfr. anche Id., in Lingue e dialetti
dell'Italia antica. A cura di A. L. Prosdocimi, Roma, 1978, p. 489 sgg.
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SERiu, Synchronie, Diachronie und Geschichte. Das Problem des Sprachwandels, Monaco,
1974, p. 66 sgg.). In altri termini ogni lingua funzionale si realizza secondo una tecnica
(se si vuole : insieme di regole) a lei propria, che storicamente la determinano in
quanto tale (distinguendola da altre tecniche). Il parlare, che pu essere considerato nel
suo aspetto universale, non esiste che nella sua individuazione storica (Einzelsprache).
La formulazione di Gusmani risente secondo me ancora di una concezione atomistica e
positivistica del fatto linguistico, risalente in questo caso a V. Pisani. Cfr. da ultimo K.
Th. Holden, Loan-Words and phonological Systems, Austin (Texas), 1972.
5 Cfr. ad esempio R. Beals, in A. L. Kroeber, Anthropology Today. An Encyclopedic
Inventory, Chicago-Londra, 1968, p. 621 sgg.; E. H. Spicer, in International Encyclopedia
of the Social Sciences, I, 1972, p. 21 sgg. Problemi generali dell'impatto tecnologico sulle
culture tradizionali sono trattati da G. M. Foster, Traditional culture and the impact of
technological change, New-York-Evanston, 1962.
6 Art. cit., p. 626.
L'INFLUENZA LINGUISTICA GRECA NELL'ITALIA ANTICA 759
7 Cfr. Beals, art. cit., p. 626 sgg. ; Spicer, art. cit., passim.
8 In *Report of the 7th Annual Round Table Meeting on Linguistic and Language,
Washington 1957, p. 167 sgg. Cito da R. A. Hudson, Sociolinguistica, Bologna, 1980, p. 90.
760 CARLO DE SIMONE
9 Hudson, {op. cit., p. 91 sgg.) nota che non tutto il sapere propriamente culturale
(cio mediato socialmente), ma pu essere pi meno condiviso. Quali esempi vengono
addotti io e casi come il concetto di dimensione verticale. Nell'ambito del mio
modello va rilevato che io fa parte della L(ingua), mentre dimensione verticale di
rilevanza della P(arola), come sembra suggerire Hudson stesso (p. 101). Occorrerebbe
chiederci, nell'ambito del sistema di Hudson, in che limiti inferenza possa essere
classificata e lessicalizzata (L(ingua) senza mediazione sociale, senza cio essere accolto
come concetto (e condiviso) da altri individui. Lo stesso problema si pone, in sostanza,
anche per io, che mi chiedo quanto possa essere elaborato, sulla base della propria
esperienza, indipendentemente da una situazione di interscambio linguistico e
corrispondente costruzione di un sapere linguistico strutturato. noto del resto che i pronomi
personali formano sistemi differenti da lingua a lingua, chr. J. Lyons, Einfhrung in die
moderne Linguistik, Monaco, 1972, p. 280 sgg.
10 Cfr. diffusamente Hudson, op. cit.
11 Mi riferisco in questo caso esplicitamente alla distinzione tra architettura e
struttura (= lingua livello funzionale) nell'ambito di una lingua storicamente
determinata. Cfr. soprattutto E. Coseriu, Enfhrung in die strukturelle Betrachtung des
Wortschatzes, Tbingen, 1970, p. 32 sgg.; Id., Probleme der strukturellen Semantik, Tbingen,
1973, p. 38 sgg. Inoltre : E. Coseriu-H. Geckeler, in Current Trends in Linguistics, XII 1,
1974, p. 154 sgg.
L'INFLUENZA LINGUISTICA GRECA NELL'ITALIA ANTICA 761
probabile (ma sarebbe necessaria un'attenta verifica empirica) che il primo passo verso il
cambio semantico sia costituito dalla reinterpretazione semantica dell'automobile, per
valersi dell'esempio di Basso.
26 Cfr. soprattutto Coseriu, Einfhrung, cit., p. 9 sgg.; Id., Probleme, cit., p. 16 sgg.
766 CARLO DE SIMONE
34 Cfr. Thesaurus linguae Etruscae, cit., s.v. ; De Simone, in Aufstieg und Niedergang der
rmischen Welt, cit., p. 504; G. Colonna, in Arch. CL, XXV-XXVI, 1973/4, p. 139 sgg.
35 Cfr. Thesaurus linguae Etruscae, cit., 5. . Il nome di vaso va riconosciuto
inoltre nell'iscrizione di Castelluccio Sapri, per cui cfr. M. Lejeune, in Revue des tudes
anciennes, LXXV, 1973, p. 1 sgg. Si rilevi inoltre in una iscrizione in alfabeto
siculo, per cui cfr. ora A. Zamboni, in Lingue e dialetti dell'Italia antica, cit., p. 958 nr. 4.
36 Cfr. Thesaurus linguae Etruscae, cit., s.v.
37 Cfr. Thesaurus linguae Etruscae, cit., s.v.
38 Cfr. Thesaurus linguae Etruscae, cit., s.v.
39 Cfr. De Simone, in Gioita, LUI, cit., p. 172.
40 Cfr. A. L. Prosdocimi, in Le iscrizioni pre-latine in Italia, Roma, 1979, p. 159 sgg.
41 Cfr. Prosdocimi, art. cit.
42 Cfr. De Simone, Die griechischen Entlehnungen im Etruskischen, II, cit., p. 178 (f);
Colonna, in Arch. Cl., cit., p. 133.
43 Cfr. De Simone, in Gioita, LUI, cit., p. 172; Colonna, art. cit.
44 Art. cit.
45 In La linguistique, 1970/1, 6, p. 116 sgg.
768 CARLO DE SIMONE
51 Cfr. ora Poccetti, op. cit., nr. 109. Cfr A. L. Prosdocimi, in St. Etr., XLV, 1977,
p. 329 sg..; Id., in Lingue e dialetti dell'Italia antica, cit., p. 870 sgg., 1072 sgg.
52 Cfr. Prosdocimi, in Lingue e dialetti dell'Italia antica, cit., p. 853 sgg. ; Id., in
Scritti. . . Bonfante, cit., p. 848 sgg.
53 Cfr. C. Santoro, in Studi Linguistici Salentin, VI, 1973/74, p. 81 sgg.
54 Cfr. C. De Simone, in Atti dell'XI Convegno di studi sulla Magna Grecia, Napoli,
1974, p. 134-135.
770 CARLO DE SIMONE
'
ra solo Iuveis Luvfreis : (Vasto)68, ed, in ambiente vene-
tico, possibilmente Louderai Kanei : (Cadore)69.
in questo quadro teorico che si spiegano molto bene, secondo
me, i fenomeni di cos detto sincretismo religioso cultuale. Una figura
divina ha carattere sincretistico quando possiede due diverse
connotazioni valenze culturali-religiose (problema che non mi risulta
affrontato in modo organico per quanto riguarda l'Italia antica).
Un altro aspetto particolarmente interessante non da ultimo per i
suoi risvolti teorici e metodologici costituito dal complesso delle
iscrizioni di Rossano di Vaglio70, in cui a livello di significanti non
sembrano attestati grecismi. La questione stata ripresa, in opposizione a M.
Lejeune, da A. L. Prosdocimi71. Tra i possibili grecismi individuati da
Prosdocimi spicca in primo luogo (gen.), considerato da
Prosdocimi quale grecismo direttole la greca in forma italica72.
Questa formulazione mi lascia perplesso perch non credo venga posto
il problema nei termini necessari. Cosa significa grecismo diretto?
L'accoglimento del significato decima in osco non pu aver prodotto
alcun mutamento della struttura del sistema degli ordinali in osco (ad
esempio : aver mutato il sistema decimale) : nulla avvenuto a livello di
lingua (dei rapporti paradigmatici in L) meglio pi precisamente
non ci stato alcun imprestito. Se le argomentazioni
storico-culturali di Prosdocimi sono giuste dovremo dire che avvenuta una
estensione del campo referenziale del termine osco, riferito ora ad un uso
costume greco (; decima ex voto), connotato quindi, in questa
accezione, come greco. Il punto focale della questione che il
significato non pu essere definito (a livello funzionale) come l'insieme
somma dei significati impieghi contestuali concreti, che sono
potenzialmente infiniti. Quanto dico pu essere chiarito dallo schema
seguente73 :
Italiano
74 Cfr. C. De Simone, in Orfismo in Magna Grecia. Atti del XIV Convegno di studi sulla
Magna Grecia. Taranto, 6-10 ottobre 1974, Napoli, 1975 [1978], p. 159-160.
75 In Indogerm. Forschungen, LIV, 1936, p. 99 sgg.
76 Cfr. De Simone, loc. cit.
L'INFLUENZA LINGUISTICA GRECA NELL'ITALIA ANTICA 775
82 Cfr. ad esempio H. Rix, in Aufstieg und Niedergang der rmischen Welt, I, 2, cit.,
p. 740 sgg.
L'INFLUENZA LINGUISTICA GRECA NELL'ITALIA ANTICA 777
che vorrei venissero intese come uno spunto ed una indicazione. Non
a priori verosimile che il problema dell'origine degli Individualnamen-
gentilicia presenti una soluzione storica unitaria. Dovremo tener conto
certamente di fattori geografici e cronologici, e soprattutto della
situazione concreta nelle diverse citt etrusche, che pu essere stata
sensibilmente differente. ad esempio sicuro che le necropoli di Orvieto
non rappresentano tombe aristocratiche, ma appartengono invece al
.
impensabile in ogni modo che un greco come (Rutile
Hipucrates) sia giunto a Tarquinia come schiavo persona di diritto
minore (tomba principesca di Tarquinia). Io credo piuttosto che
Hipucrates vada visto sul piano storico del corinzio Damarato (fase damara-
tea dell'arte etrusca), che si tratti cio di un greco che, dopo, la sua
immigrazione in Etruria, ha acquisito il diritto di cittadinanza, il che ha
avuto per conseguenza l'impiego di ' come gentilizio (>
Rutile Hipucrates)87. Se cos se ne deve dedurre che la societ etrusca
a Tarquinia nel VII secolo era relativamente aperta (per lo meno a certi
livelli); su questo piano sarebbe da collocare la penetrazione di nomi
aristocratici ed il conseguente fenomeno di acculturazione.
Vorrei chiudere il mio contributo con la discussione di un nuovo
importante ritrovamento epigrafico. G. Bermond Montanari ha
pubblicato88 recentemente una iscrizione etrusca arcaica di Genova.
Leggiamo (alfabeto arcaico : probabilmente prima met del V sec.) : mi neme-
ties. Al pronome mi ego segue in questo caso nemetis, genitivo di un
nome di persona Nemetie ( : lat. *Nemetius). La formula onomastica
monomembre, dato che Nemetie non ha gentilizio. Interessante in
questo caso che il nome Nemetie di origine gallica89. ben noto
l'appellativo gallico (e celtico) nemeto- bosco sacro90, da cui sono derivati
nomi di persona quali Nemeto-cenna e Nemeto-gena91 ; forma ipocoristi-
87 Cfr. De Simone, in Aufstieg und Nierdegang der rmischen Welt, I, 2, cit., p. 508 sgg. ;
C. Ampolo, in Dialoghi di archeologia, IX-X, 1976/77, p. 333 sgg.; G. Colonna, in St. Etr.,
XLVII, 1979, p. 172.
88 In Si. Etr., XLVII, 1979, p. 296 nr. 1.
89 Cfr. ora C. De Simone, in Zeitschrift fr vergleichende Sprachforschung, XCIV, 1980,
p. 198 sgg.
90 Cfr. E. Benveniste, in Bulletin de la Socit de linguistique, XXXII, 1931, p. 79 sgg.;
. . Schmidt, in Mnchener Studien zur Sprachwissenschaft, XII, 1958, p. 49 sgg. Per il
teonimo Nemetona cfr. Meid, in Beitrage zur Namenforschung, VIII, cit., pp. 73, 114.
91 Cfr. . . Schmidt, in Zeitschrift fr keltische Philologie, XXVI, 1957, p. 248; H. Bir-
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khan, Germanen und Kelten bis zum Ausgang der Rmerzeit, Vienna, 1970, p. 564 con
nota 1772d.
92 Cfr. R. Paulsen, Die Mnzprgung der Boier, I, Leipzig-Vienna, 1933, p. 124 sgg. ; .
Pink, Einfhrung in die keltische Mnzkunde, Vienna, 1960, p. 47; R. Gbl, Typologie und
Chronologie der keltischen Mnzprgung in Noricum, Vienna, 1973, p. 92-93 ( : 75).
93 Per la presenza di nomi gallici in etrusco arcaico cfr. C. De Simone, in Parola del
Passato, CLXXXII, 1978, p. 370 sgg.
INTERVENTIONS
Benedetto Benedetti :
In quanto non competente di linguistica italica ed etrusca far una breve
notazione su un termine che ha suscitato il mio interesse dopo aver ringraziato
il prof. De Simone che mi ha fornito utili strumenti metodologici anche in
campi non pertinenti l'etruscologia. Vorrei solo accennare alla possibilit di
una convergenza di termini tecnici anatolici con un vocabolo etrusco qui
citato. Premetto che la propongo con estrema cautela e solo come eventuale
isoglossa di Kulturwort. Il vocabolo che per cos dire ha suscitato la mia
curiosit il termine tecnico agrario etrusco, in glossa latina gruma, messo in
corrispondenza con gnome greco. Tale derivazione, per l'aspetto fonetico delle
corrispondenze, mi ha lasciato un po' perplesso, probabilmente per la mia
incompetenza in questo campo. In alternativa vorrei proporre un altro schema di
corrispondenze da valutare. Esistono nelle diverse lingue anatoliche alcuni termini
pertinenti la terminologia di un tipo di fondo agrario che ritengo costituiscano
un gruppo omogeneo etimologicamente e semanticamente; si tratta di ittita
kuera-Zkura, termine tecnico usato come determinazione dell'ideogramma
campo probabilmente designante un appezzamento non coltivato assegnato
da assegnare, forse un lotto standard. In luvio cuneiforme si trova hurammi/a
nella stessa funzione di termine tecnico di specifica a campo, la forma
appare ampliata con un suffisso che in luvio ha anche, in particolare, la
funzione diformante dei participi passivi. Nella nota trilingue di Xanthos il testo licio
per definire un lotto di terra assegnato usa il termine hrmma-da (neutro pi.
-nta), mentre il greco ha agrs. Il lidio presenta la forma qira col segno della
labiovelare. La corrispondenza sembra perfetta in tutte le lingue anatoliche,
con due esiti da un comune termine pananatolico : la forma semplice in ittito-
lidio ed una con suffisso in luvio-licio. La verosimimile presenza di una
labiovelare iniziale, conservata in ittita e lidio, spirantizzata in luvio (com' normale) e
licio (dove la corrispondenza s'impone per la coerenza dello schema in cui si
L'INFLUENZA LINGUISTICA GRECA NELL'ITALIA ANTICA 783
Ciro Santoro :
Quanto alla relazione del De Simone da ammirare la salda griglia del
metodo in generale : per quanto attiene i rapporti tra Greci e Messapi, se in
messapico possiamo rilevare alcuni termini evidentemente di origine greca, es.
teonimi come aprodita {IM 9.116,1 : Oria), damatra (3.27 : Gnathia; ecc.)
termini di altra natura, es. argorian argentum, uno stemperamento di esso nel
greco non sostenibile : e sono pienamente d'accordo col De Simone quando dice
che non tutto ci che culturale linguistico. Non condivido, per, del De
Simone lo scetticismo sulle etimologie : in questo campo se opportuno tenersi
lontani da arditezze, non bisogna neppure operare una totale chiusura.
Carlo De Simone :
Sono contento che si sia iniziata la discussione su questo punto, perch
credo sia utile per tutti rendersi conto dei problemi teorici che travagliano
attualmente i linguisti. bene che i colleghi di altre discipline si rendano conto e
partecipino a questa discussione. Io credo che la differenza tra me e Prosdoci-
mi sia minore di quanto possa apparire. Esiste comunque un punto su cui
esiste discordanza, a meno che non si tratti di un fraintendimento di una
formulazione inesatta. Io intendevo operare delle distinzioni nell'ambito di un
modello articolato ed integrato. Proporre distinzioni non significa affatto eliminare (o
peggio castrare) la linguistica, ma attribuirle il suo settore di competenza
specifica appunto in un quadro pi complesso del conoscere culturale. Introdu-
cendo l'elemento (Parola) in quanto realizzazione concreta di L (Lingua) ho
incluso nel modello le designazioni, quindi gli oggetti realt extralinguistica
(il dato ontologico nella terminologia di A. Pagliaro), che certo non pu
essere escluso (campo referenziale ; valori connotativi legati alle conoscenze
dell'oggetto designato). Non intendevo dunque escludere il dato ontologico, ma
considerarlo al suo punto (e col suo valore) nell'ambito del modello. Distinguere non
significa in alcun modo eliminare (e quindi castrare ) la linguistica. Va quindi
mantenuta la distinzione fondamentale tra significato e designazione, cio tra i
rapporti a livello paradigmatico sistemico ed il riferimento concreto ad
og et i dell'esperienza, con la conseguente conoscenza relativa ai designati stessi.
ovvio che la realt extralinguistica (in parte) strutturata. Ma come ho
rilevato non esiste isomorf ismo tra i due piani (della lingua e della realt extra-
784 CARLO DE SIMONE