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PREVENZIONE
Il sistema di difesa preventivo era costituito da svariati oggetti, come gli amuleti,
e da gesti destinati ad annullare il possibile influsso negativo.
In alcune zone della Sardegna la pietra nera veniva sostituita dal corallo,
cambiando il nome in corradeddu e sogu leau (corallino del malocchio).
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Sempre simboleggiante locchio troviamo sogu de Santa Luxia, lopercolo di un
mollusco (astrea rugosa) cui si attribuiva il potere, oltre che di preservare dalla
iettatura, di medicina preventiva per gli occhi.
Tra gli scongiuri rivolti al possibile portatore di malocchio ricordiamo anche luso
di sputare per allontanare il male, attestato in Sardegna da un manoscritto anonimo
del settecento, toccare un oggetto di ferro, di corno o le parti genitali, bestemmiare
al suo passaggio, tirar fuori velocemente la punta della lingua per tre volte, oppure
fare le fiche al suo indirizzo a fura (di nascosto), ecc.
Il fare sas ficas usanza diffusa sia fra gli uomini che fra le donne, tale uso era
certamente noto anche a Cagliari.
Altri metodi utili a tener lontane le influenze nefaste del malocchio richiedevano
di portare in tasca o negli indumenti intimi, a diretto contatto con la pelle, un
ramoscello di lentischio o dulivo. Per proteggere gli animali si appendeva una foglia
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di fico dIndia sul recinto o allingresso della stalla, cos pure per proteggere le
coltivazioni.
RIMEDI
Le cure per il malocchio rientrano nella medicina popolare sarda, anche se fanno
parte delle casistiche che sconfinano nel magico. Tali cure eliminano le influenze
nefaste riportando il soggetto nello stato psicofisico precedente a sa pighada de
ogu.
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Secondo Max Leopold Wagner, studioso di lingua e tradizioni di Sardegna,
linfluenza nefasta del malocchio pu essere rilevata scorgendo nellocchio della
persona o dellanimale colpito, un punto luccicante, riflesso dellocchio iettatore.
Nel caso in cui il malocchio abbia gi fatto effetto, le cure possono essere
molteplici. La pi diffusa conosciuta con diversi nomi: saqua de sogu,aqua
licornia, aqua medallia o semplicemente mexina de sogu (medicina dellocchio),
lunica definizione che si riscontri presente in tutta la Sardegna.
Dal paese di San Sperate ci viene segnalato lutilizzo di nove chicchi di grano
(della migliore qualit e compatto) e nove cristalli di sale grosso, preventivamente
divisi a gruppi di tre.
La fase preparatoria accompagnata da un preciso rituale: il segno della croce
ripetuto nel formare ognuno dei tre mucchietti di grano e sale (sei volte in totale), la
recita del Credo e di seguito la litania:
Susanna ha fattu Anna, Anna ha fattu Maria, Maria ha fattu Gesusu, sogu pigau
non ci siada prusu (nota anche nella variante: Susanna mamma de SantAnna,
SantAnna mamma de Maria,sogu pigau non ci siada prusu).
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Terminata la formula di benedizione, vengono gettati dapprima i tre gruppi di
chicchi di grano (con i quali si sar provveduto a comporre il segno della croce) e
successivamente quelli di sale, sempre accompagnati dal simbolo trinitario.
Anche in questo caso, per verificare la presenza nefasta del malocchio, occorre
osservare le eventuali bollicine formatesi sopra i chicchi di grano, con una variante
rispetto alla posizione delle bolliccine : la posizione (parte superiore o centrale)
indicher la patologia del malato, mal di testa o di mal di pancia, mentre il numero
dei grani interessati alla formazione delle bolle riveler invece la cifra dei
responsabili de sa pigadura de ogu. Qualora per al termine del rito le bollicine non
fossero scomparse, si render necessario la ripetizione della pratica, fino ad un
massimo di tre volte, superate le quali si dovr attendere il giorno successivo oppure
rivolgersi ad altre due persone che ne completino la funzione salutare con
ladempimento del rituale.
Altre operatrici che utilizzano il grano dalle bolle daria prodotte nellacqua, o
dalla posizione dei chicchi di grano, loperatore riesce a capire se soghiadori una
donna o un uomo.
Se il grano resta orizzontale si ritiene sia stato fatto da una donna, mentre se il
grano resta con la punta in alto si ritiene sia stato fatto da un uomo. In questultimo
caso, in alcune zone si ritiene che la medicina debba essere fatta da unuomo.
Lacqua trattata in tale modo viene poi utilizzata per bagnare le giunture del
corpo del malato con il segno della croce, oppure gliene si fa bere qualche sorso.
Leventuale acqua rimanente viene gettata in un vaso.
Se le tre gocce dolio rimangono separate e piccole, cio senza spandersi o unirsi,
non c malocchio; se al contrario si spandono o si uniscono, allora c linflusso
negativo. In questo caso occorre recitare le formule opportune per debellarlo.
Se entro le prime tre volte in cui si applica tale rimedio le gocce dolio non
rimangono separate e ridotte, si pu cambiare operatore oppure aspettare il giorno
dopo fintanto che il malocchio non viene debellato.
Si buttano questi tre carboni nella ciotola contenente lacqua, recitando per tre
volte uno scongiuro particolare e nel caso in cui il rituale va a buon fine, il carbone a
cui stato dato il nome della persona colpevole va a fondo e le gocce dolio
assumono la forma corretta.
Una volta che loperatore ritiene debellato il malocchio, pu far bere alla persona
colpita qualche sorso dacqua (saqua medalla) dalla ciotola nella quale sono stati
fatti cadere i carboni quindi si deve necessariamente buttare la rimanente acqua in
un vaso o comunque in un punto che non pu essere calpestato da persone o
animali.
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E bene precisare che in origine lacqua da utilizzare doveva essere benedetta, e
generalmente veniva presa in chiesa, motivo per il quale alcuni parroci evitavano di
benedire lacqua presente nellacquasantiera. Ci si adattati utilizzando la normale
acqua con il medesimo risultato.
Altri elementi usati, a seconda delloperatore e della zona, sono: grano, olio, sale,
un medaglione, le licornias (amuleti). Questi consistono in due pezzi di corno, la
punta e una sezione centrale, tenuti separatamente ciascuno con uno spago in
modo da poterli immergere nellacqua durante lesecuzione del rito.
Nicolino Cucciari, nel suo Magia e superstizione tra i pastori della Bassa Gallura
descrive il seguente rituale: Prima fare il segno di croce, poi, prendere una scodella
o un piatto colmo di acqua, fare su questa una croce con la mano destra e poi
posarla su una qualsiasi parte del corpo di chi stato colpito dal malocchio; infine,
mentre si d inizio alla recita di li parauli, lasciar cadere nellacqua, tre grani di sale e
tre gocce dolio doliva dopo aver fatto sul sale e sullolio, sempre con la mano
destra, un segno di croce.
Se le tre gocce restano separate e ridotte, cio senza spandersi o unirsi, il male non
causato dal malocchio; al contrario se si spandono anche restando separate
(sfattu) oppure si uniscono, il malocchio c ed allora si recita:
Se dopo la prima, seconda o terza recita, le gocce non restano separate e ridotte,
ma allargate, necessario rivolgersi ad altra persona, cambi mani, oppure se si ha
fiducia nella stessa persona, questa far la recita il giorno dopo e fintanto che l ociu
no torra; se questo non avviene si possono prendere dal focolare tre carboni
ardenti, e, dopo aver fatto sugli stessi con la mano destra una croce, si da il nome di
una persona che si presume sia quella che ha colpito con il malocchio, si buttano
nella scodella che contiene lacqua e si recita per tre volte:
Mentre gli altri due carboni, durante la recita, resteranno a galla, quello al quale
stato dato il nome che ha lanciato il maleficio, andr a fondo.
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I capelli, dopo aver fatto lciu, si restituiscono allammalato che deve tenerli
addosso per almeno tre ore, poi deve bruciarli, mentre lindumento personale deve
essere indossato per almeno una notte.
A volte alla persona colpita si fa bere, a piccoli sorsi, lacqua con la quale stato
fatto lciu e nella quale sono stati lasciati cadere i carboni. Subito lolio si
normalizza: questo sistema si chiama fa turr lciu cu lu fcu.
Il Cucciari scrive che necessario, prima della cerimonia, fare un segno di croce
con la mano destra sia sullacqua contenuta nella scodella o nel piatto, sia sul sale,
sullolio, sui carboni ardenti, o su qualsiasi altro elemento usato anche in altri tipi di
parauli per annullare il malocchio. Segnarsi, poi attingere lolio col dito da un
cucchiaino. Il rituale come il precedente:
Santu Gosimu
e Santu Dumianu
unu medicu
e laltu solgianu;
Santu Silvestru etc.
oppure:
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Magistru palch no piddhi
lu mali di chistu
pal mezu di la iglini Maria?
Si li mani no li pongu b u,
ti li ponghia b Du.
Dmine Patri.
A questo punto si attende un p e si recitano per le anime del purgatorio tre Ave
Maria, sei Requiem Aeternam e si fa per sei volte un segno di croce toccando
quattro punti esterni del piatto, a croce. Infine lofficiante osserva lolio: se si
riunito in una sola chiazza linflusso maligno stato vinto e il rito finito.
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Se invece lolio rimasto sparso in tante goccioline il malocchio perdura ed il rito
deve continuare. Si prende un pezzo di carta che viene attorcigliato e acceso,
avvicinandolo subito dopo allacqua del piatto in cui viene immerso. Il rito viene
ripetuto fino alla buona riuscita dello scongiuro. In caso contrario la donna esclama
E troppu presu.
Il rito deve essere ripetuto in un altro giorno oppure se la donna esperta dichiara
la sua impotenza dicendo Chici n c ha fattu meu (non cosa per me), si ricorre ad
unaltra persona.
Spesso abbiamo sentito dire che sa mexina de sogu ha effetto anche a distanza,
in assenza quindi della persona colpita.
In questo caso pare sia necessario portare alla guaritrice, se questa non conosce
personalmente la persona da trattare, qualcosa che appartenga al malato. In casi
simili pare che is brebus da utilizzare debbano essere recitati rivolgendosi nella
direzione in cui vive la persona da curare.
Il malocchio pu essere esercitato su tutto ci che vivo, quindi non solo esseri
umani ma anche sugli animali, sulle piante, sulla frutta, sugli ortaggi; in questi casi
spesso ci che colpito si scorara, ossia perde qualunque forza e muore. Alcuni
ritengono addirittura che il malocchio possa colpire il cibo nel senso che la sua
preparazione pu andare a male: torte o pane che non lievitano, crema che
impazzisce, conserve che ammuffiscono.
Anche per gli animali si ricorreva ai rimedi tradizionali, con lutilizzo delle erbe e
dei brebus. Una delle cure consisteva nellutilizzare lacqua benedetta,
spruzzandola sullanimale o facendogliene bere alcuni sorsi.
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IS BREBUS
Come abbiamo avuto modo di specificare, ogni operatore aveva il suo metodo e i
suoi Brebus. Abbiamo trovato i seguenti:
1 S.Luxia de Milis
Santa Luxia de Arrabi
Santa Luxia de Aristanis
Circanta SantAntiogu
Po sanai custa feridi ogu.
S.Luxia de Arrabi,
Santa Luxia de Aristanis
S.Luxia de Casteddu,
Santi Mracu e SantAntiogu,
Custu mabi bogaindeddu,
cun sa mexina de sogu.
Santu Nigola,Santi Sisineri,
Deus tappada a torrai,
Forza e poderi.
2 Da Villamar
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Maria fiat sa mamma de Gesus,
ddat fattu po sa potenzia de su Babbu e po opera de su Spiritu Santu,
CUSTOGU PIGAU SI NDANDIT INCANTUS PO IS SATTUS E PE IN MONTIS E NISCIUNA
ANIMA BATTIADA DDU INCONTRIT E DE DOGNA ANIMA BATTIADA SIAT SPARIU
Ges Cristu mortu e resuscitau su sanguini ti torrit chi ti ndi ddat pigau
Ges Cristu mortu in sa lettiera,
su sanguini ti torrit a sa vena.
Ges Cristu mortu in sa gruxi,
su sanguini ti torrit a luxi.
Cristus vincit, Cristus regnat de dogna mali ti difendat.
3 Santa lughia,
de oju majia,
santu damianu torramilu sanu,
custa no est sa manu mia: est sa manu e maria,
no est sa manu mia pius :est sa manu e gesus.
santa lughia ( 3 volte)
liberanos de oju e de majia
4 Da San Sperate
Deusu e Santu Antiogu
e deusu ti torri sogu
e Santu Patriaccu ti torridi sacra,
e SantAnni Battista
e Santu Liberau sogu ti sia torrau..
5 Da Serramanna
Gesu Cristu Santu adi nau una cosa,
chi ti pongiu una manu in fronti,
manu in fronti e in conca,
po chi no timmasta custa notti,
ca andausu de Santu Juanni,
e du narada Deusu, ca su mellusu seu deu,
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su mellusu battiau,
a sogu sa luxi torridi
Custa mexina de sogu dhappu fatta po (e si narada su nomini)
6 Gallura
Fli e invidia cosa fai
chi pulpa e ossu vi chilivr?
Anda a lazza di lu mari
e sulivrigghjia chi sali
e chistu lassalu sta.
Maria cu la Trinitai
ti ponghia li mani.
Santu Gosimu
e Santu Dumianu
unu mdicu
e laltu sulgianu;
Santu Silvestru mdicu lestru
Santu Pantallu
midichsi a Du.
Cuss midichigghjia
e middhria
ca pongu li mani u.
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e laltro sulgianu (?)
San Silvestro medico svelto
San Pantaleo medic a Dio.
Cos che possa medicare
e migliorare
a chi metto le mani io.
8 Monserrato
Fare il segno della croce, inumidire il pollice con la lingua e fare il segno della
croce sulla fronte del malato.
Recitare la preghiera:
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De santu Giuanni
bettiau in SantAmbrosiu
e Santu Lioni e Conti
ti ponga manu in fronti
ti ponga manu in conca
no timmas nottesta e no tengasa paura
che in sarriu de Giordanu
sa conca torra sanu
cessu Santu Simoni e Conti e Santu Pantaleu
ogus ti torru deu
e Santu Patriarca
ti torri tottu is sacra
is sacra de su coru
ca est santu bonu
1 padre nostro
1 ave maria
1 gloria al padre
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BIBLIOGRAFIA
Magia e superstizione tra i pastori della Bassa Gallura Nicolino Cucciari
Ed. Chiarella, 1985 279 pagine
Medicina popolare in Sardegna nando Cossu Ed. Carlo Delfino 366 pagine
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