Sei sulla pagina 1di 5

dicembre 2009

LOGARITMI, INTEGRALI E DECIBEL NELLA MISURA DEL RUMORE.

Luciana Ramella,
Dipartimento di Matematica dell’Università di Genova, via Dodecaneso 35, 16146 Genova,
e-mail: ramella@dima.unige.it

Lezione tenuta nei corsi di Istituzioni di Matematica per Scienze Geologiche, Scienze Naturali e Scienze
Ambientali della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Genova.

Il suono è un fenomeno fisico di carattere ondulatorio. L’onda rappresenta una perturbazione delle
condizioni locali di riposo di un mezzo, perturbazione che si sposta nel mezzo stesso. Consideriamo la
propagazione di onde sonore in aria. In presenza di suono si ha oscillazione delle particelle dell’aria con
velocità v(t) attorno alle loro posizioni di equilibrio e conseguente generazione di un’alternanza di zone
più rarefatte e zone più addensate rispetto ad una situazione di densità uniforme. Questa alterazione della
densità del mezzo produce una variazione locale della pressione. Essendo la velocità v(t), le alterazioni di
densità e le variazioni di pressione legate tra di loro, risulta possibile dare una descrizione soddisfacente
del suono e dei suoi effetti in termini della sola perturbazione del campo di pressione. La pressione è
misurata in P ascal (abbreviato P a, 1 P ascal = 1 N ewton · m−2 = 1 Kg · m−1 · s−2 ). In assenza di suono
la pressione dell’aria è la pressione atmosferica Patm , che è dell’ordine di 105 P a.

Definizione. In presenza di suono in aria al termine statico Patm si sovrappone la perturbazione


locale p(t), denominata pressione sonora o pressione acustica. Questa è la grandezza solitamente rilevata
dall’orecchio e/o dagli strumenti di misura (fonometri). Il termine Patm agisce su entrambe le facce del
timpano o della membrana del fonomentro e pertanto questi rivelatori di suono sentono differenze di
pressione; p(t) rappresenta proprio questa differenza.

La pressione sonora è una funzione p(t) rapidamente variabile con il tempo e con alternanza di valori
positivi e negativi. E’ significativo considerare il suo valore medio nell’intervallo di tempo di istante
iniziale t0 ed istante finale t1 :
Z t1
1
(1) p(t) dt .
t 1 − t 0 t0
Si noti che se si considera una base di tempo sufficientemente lunga da contenere un numero abbastanza
grande di cicli (alternanza di valori positivi e negativi di p(t)) allora il valore medio (1) è nullo. Ad
esempio, per un suono di frequenza 250 Hz (tono puro) un ciclo dura 4 · 10−3 s e la (1) varrà zero con
buona approssimazione per t1 − t0 > 0.1 s.

Definizione. In un assegnato punto la pressione sonora p(t) e la velocità v(t) delle particelle sono
proporzionali (legge di Ohm acustica). Il loro rapporto Z = p(t)v(t) viene detto impedenza acustica ed
è una grandezza caratteristica del mezzo in cui il suono si propaga. Nell’aria (è il nostro caso) si ha
Z∼ = 400 kg m−2 s−1 .

Definizione. L’intensità sonora istantanea I(t), definita come potenza istantanea che fluisce at-
traverso una superficie unitaria disposta perpendicolarmente alla direzione di propagazione dell’onda,
può essere scritta come prodotto p(t) v(t) tra la pressione sonora e della velocità delle particelle. Usando
l’impedenza acustica Z, si può ottenere per I(t) la seguente espressione
p2 (t)
(2) I(t) = .
Z
2

L’unità di misura per l’intensità I è il W · m−2 (Watt a metro quadro).


Naturalmente I(t) varia rapidamente con il tempo e sarà quindi la sua media
Z t1 Z
1 1 1 t1 2
(3) I= I(t) dt = p (t) dt
t 1 − t 0 t0 t 1 − t 0 Z t0
la grandezza veramente utile alla quantificazione dell’intensità sonora nell’intervallo di tempo di istante
iniziale t0 ed istante finale t1 .

Dal punto di vista pratico le misure del ”rumore” vengono effettuate mediante i fonometri, che sono dei
microfoni in versione sofisticata e pluriaccessoriata, sensibili alla pressione sonora. Pertanto è opportuno
scrivere la (3) mediante la formula
s Z t1
1 2 1
(4) I = P , dove P = [p(t)]2 dt
Z t 1 − t 0 t0

Definizione. La quantità P della formula (4) è detta pressione quadratica media (o pressione sonora
efficace) nell’intervallo di tempo di istante iniziale t0 ed istante finale t1 .

Il campo di variabilità per I copre 12 decadi, passando da valori di I 0 = 10−12 W m−2 (soglia di udibilità)
a 1 W m−2 (soglia del dolore) e anche oltre. Si hanno in corrispondenza, per Z = 400 kg m−2 s−1 , valori
di P da P0 = 20 µP a (micro Pascal) a 20 P a (variabilità 6 decadi). L’uso di una scala logaritmica per
comprimere questa variabilità numerica è non solo estremamente opportuno, ma anche supportato dalla
fisiologia. Infatti il comportamento del cervello umano di fronte a stimoli uditivi (e non solo uditivi) è di
carattere logaritmico, come descritto dalla legge di Weber-Fechner, legge che dà la relazione tra la portata
fisica di uno stimolo e la percezione umana dell’intensità di tale stimolo (si consulti la voce corrispondente
su Wikipedia, per esempio).
Alla luce delle precedenti considerazioni si riesce a dare una buona quantificazione del livello sonoro
in termini di livelli di pressione quadratica media (la grandezza che i fonometri misurano) mediante la
quantità LP espressa con una scala logaritmica in base 10 e usando il rapporto (v. (4))
I P2
(5) = 2.
I0 P0
Una successiva moltiplicazione per 10 fornisce una scala più fine, che dà valori arrotondabili agli interi
senza apprezzabile perdita di precisione: sono i deciBel (dB). Si arriva alla seguente

Definizione. Si definisce livello di pressione sonora (nell’unità di tempo) la quantità


I P2 P
(6) LP = 10 log10 ( ) dB = 10 log10 ( 2 ) dB = 20 log10 ( ) dB ,
I0 P0 P0
dove P è il valore quadratico medio di pressione sonora dato dalla (4) e il valore di riferimento P0 = 20 µP a
(micro Pascal) è la pressione quadratica media corrispondente alla minima intensità sonora udibile. In
questa scala alla soglia del dolore corrisponde il valore di 120 dB.

Suoni forti caratterizzati dalla presenza di un tono puro, cioè aventi una ben definita frequenza, vengono
percepiti con un fastidio maggiore, a parità di livello sonoro, rispetto a rumori distribuiti su un ampio
intervallo di frequenze. Rumori con caratteristica impulsiva sono generalmente considerati, a parità di
livello sonoro, più pericolosi.
Quando si misurano livelli sonori fluttuanti, sono necessarie elaborazioni del segnale microfonico del
fonometro. Si sceglie la ponderazione di frequenza FAST per simulare la sensazione uditiva, essa è
3

sensibile alla pressione sonora dell’ultimo ottavo di secondo. Si sceglie la ponderazione di frequenza
SLOW per avere approssimativamente una media dei livelli istantanei dell’ultimo secondo.

Definizione. Il livello sonoro può variare nel tempo, cioè la pressione quadratica media P è a sua volta
funzione del tempo perché si sta modificando la potenza della sorgente sonora e si hanno a disposizione i
dati di P in diversi intervalli di tempo consecutivi e quindi P diventa una funzione (del tempo) costante
a tratti. In tal caso si utilizza come quantità di misura il livello equivalente Leq nell’intervallo di tempo T
di istante iniziale t0 ed istante finale t1 , che è il livello costante che ha il medesimo contenuto energetico
del livello fluttuante nell’intervallo di tempo T in esame. Esso viene definito come
Z t1
1 P (t)2
(7) Leq = 10 log10 ( dt),
t1 − t0 t0 P02
dove P (t) è la funzione costante a tratti definita dalle pressioni quadratiche medie negli intervalli di tempo
considerati, P0 è il valore di riferimento definito sopra.

Usando la definizione di media e le proprietà dell’integrale, si può dimostrare facilmente che nell’integrale
(7) si può sostituire la funzione costante a tratti P (t) con la pressione sonora vera e propria p(t).
La misura Leq del livello equivalente deve essere accompagnata dall’indicazione del tempo considerato:
va considerata la coppia (Leq, T ).

Per valutare l’impatto uditivo di una sorgente di rumore si apportano delle correzioni al segnale fornito
dal microfono del fonometro. Per bassi livelli sonori si usa la ponderazione ”A”, in tal caso si scrive
Leq(A), LSmax(A), LSmin(A), ecc

Nota. Si riportano i limiti di livello sonoro equivalente Leq(A) cui devono sottostare le sorgenti sonore
in due tipi di classi considerate dalla Zonizzazione del territorio comunale per salvaguardare l’ambiente
dall’inquinamento acustico. Le ore diurne vanno dalle 6 alle 22 e quelle notturne dalle 22 alle 6 (Decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14/11/1997. Determinazione dei valori limite delle sorgenti
sonore. G.U. n.280 del 01/12/1997).
Classe II, aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: aree urbane interessate prevalentemente
da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali
ed assenza di attività industriali ed artigianali.
Limiti di emissione: 50 dB diurno, 40 dB notturno.
Limiti assoluti di immissione: 55 dB diurno, 45 dB notturno.
Valori di qualità: 52 dB diurno, 42 dB notturno.
Classe IV, aree di intensa attività umana: aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con
alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività
artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali,
le aree con limitata presenza di piccole industrie.
Limiti di emissione: 60 dB diurno, 50 dB notturno.
Limiti assoluti di immissione: 65 dB diurno, 55 dB notturno.
Valori di qualità: 62 dB diurno, 52 dB notturno.

Formula della somma di livelli equivalenti parziali. Se il tempo T è suddiviso in n intervalli di


tempo parziali T1 , . . . , Tn , e se si hanno i livelli equivalenti parziali (Leqi , Ti ) nei tempi Ti , allora il valore
(Leq, T ) nel tempo T si ottiene dalla formula

n n
1X Leqi X
(8) Leq = 10 log10 ( Ti 10 10 ) con T = Ti .
T i=1 i=1
4

Prova. Indichiamo con ti−1 , ti gli istanti estremi dell’intervallo di tempo Ti . Si ha


Z tn Z t1 Z ti Z tn
P (t)2 P (t)2 P (t)2 P (t)2
dt = dt + · · · + dt + · · · + 2 dt.
t0 P02 t0 P02 ti−1 P0
2
tn−1 P0
R ti P (t)2
Dalla definizione di livello equivalente Leqi = 10 log10 ( T1i ti−1 P02
dt),
R ti P (t)2 Leqi
si ricava ti−1 P 2 dt = Ti 10 10 .
0
Pertanto è provata la formula.

Esempi 1.
94 dB per 2 ore + 20 dB per 6 ore = 88 dB per 8 ore.
70 dB per 2 ore + 20 dB per 6 ore = 64 dB per 8 ore.
61 dB per 2 ore + 20 dB per 6 ore = 55 dB per 8 ore.

Formula della somma L di due livelli sonori equivalenti L1 , L2 in un dato intervallo di


tempo:

L1 L2
(9) L = 10 log10 (10 10 + 10 10 ).
Prova. Abbiamo
Z t1 Z t1
1 P1 (t)2 1 P2 (t)2
L1 = 10 log10 ( dt), L2 = 10 log10 ( dt),
t1 − t0 t0 P02 t1 − t0 t0 P02
la loro somma non è la loro somma algebrica, bensı̀ il livello sonoro equivalente L dato dalla somma delle
due intensità e quindi grazie alla (4) dalla somma P1 (t)2 + P2 (t)2 . Poiché
Z t1 Z t1 Z t1
1 P1 (t)2 + P2 (t)2 1 P1 (t)2 1 P2 (t)2 L1 L2

2 dt = 2 dt + 2 dt = 10 10 + 10 10 ,
t 1 − t 0 t0 P0 t 1 − t 0 t0 P0 t 1 − t 0 t0 P0
si ottiene la formula del livello sonoro equivalente dato dalla somma di due livelli sonori equivalenti.

Esempio 2. Due casse acustiche vicine che emettono musica a 93 dB producono in totale un rumore
da 10 log10 (2 · 109,3 ) = 10 log10 (2) + 93 = 3 + 93 = 96 decibel.
In generale q casse acustiche con livello sonoro equivalente L emettono L + 10 log10 (q) decibel.

Definizioni. (Decreto Ministeriale del 16/03/1998. Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inqui-


namento acustico. G.U. n.76 del 01/04/1998.)
Il livello di rumore ambientale (La ) è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato ”A”
prodotto da tutte le sorgenti di rumore esistenti in un dato luogo e durante un determinato tempo.
Il livello di rumore residuo (Lr ): è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato ”A”,
che si rileva quando si esclude la specifica sorgente disturbante. Deve essere misurato con le identiche
modalità impiegate per la misura del rumore ambientale e non deve contenere eventi sonori atipici.

Il rumore ambientale è costituito dall’insieme del rumore residuo e da quello prodotto dalle specifiche
sorgenti disturbanti, con l’esclusione degli eventi sonori singolarmente identificabili di natura eccezionale
rispetto al valore ambientale della zona.

Osservazione. Noti il rumore ambientale La ed il rumore residuo Lr si può stimare il livello sonoro
equivalente L della sorgente disturbante:
La Lr
L = 10 log10 (10 10 − 10 10 ).
Tale formula risulta da un conto analogo a quello della somma di due livelli sonori equivalenti.
5

Nota. Per salvaguardare l’ambiente dall’inquinamento acustico, i valori limite differenziali (La−Lr) di
immissione sono stati stabiliti essere 5 dB per il periodo diurno e 3 dB per il periodo notturno, all’interno di
ambienti abitativi (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14/11/1997. Determinazione dei
valori limite delle sorgenti sonore. G.U. n.280 del 01/12/1997). Considerando l’Osservazione precedente,
si deduce che nel periodo notturno il livello sonoro della sorgente di rumore disturbante non deve superare
il livello di rumore residuo.

Esempio 3. In una serata estiva, in una località turistica, per valutare il livello di disturbo di una
discoteca all’aperto vengono misurati il livello del rumore ambientale e di quello residuo. Se si trova
rumore ambientale La = 69, 1 dB e rumore residuo Lr = 68, 1 dB, allora usando la formula della
differenza si stima che il livello sonoro equivalente della discoteca all’aperto è L = 62, 2 dB.

Esempio 4. Si consideri che nella località turistica dell’Esempio precedente in quella serata estiva era
stato misurato un livello di rumore residuo Lr = 68, 1 dB dovuto a traffico veicolare, vociare di persone
e musica all’aperto di locali limitrofi alla discoteca all’aperto da esaminare. Se usualmente il livello di
rumore residuo in assenza di attività musicali è 48 dB, allora facendo la differenza dei due livelli sonori
equivalenti, si può stimare che il livello del rumore anomalo dovuto al traffico ed al vociare delle persone
e ai locali limitrofi alla discoteca all’aperto da esaminare è 68 dB.

Esempio 5. Per la ristrutturazione di un appartamento è necessario fare una valutazione previsionale


di impatto acustico. Si hanno questi dati:

M acchina Leq sulla macchina Leq(A) corretto


M artello demolitore elettrico 98, 00 91, 97
Smerigliatrice angolare 97, 00 90, 97
T rapano 84, 00 71, 95
Impastatrice elettrica 83, 00 80, 95
Rilievo ambientale 42, 00
Verificare, usando la formula della somma di livelli sonori equivalenti, che la previsione di livello equiva-
lente totale ambientale è di 94, 72 dB.

Nota. Nei luoghi di pubblico spettacolo o di intrattenimento danzante, il limite massimo consentito di
livello sonoro equivalente Leq(A) della sorgente sonora è 95 dB (Decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri n. 215 del 16/04/1999. Regolamento recante norme per la determinazione dei requisiti acustici
delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo e nei pubblici esercizi).

Formula della divergenza geometrica. In campo sonoro libero con sorgente puntiforme e con
propagazione del suono sferica si ha la formula detta della divergenza geometrica: L2 = L1 − 20 log10 ( dd21 ),
dove Li è il livello di pressione sonora in dB a distanza di dalla sorgente, i = 1, 2.

Esempi 6. Se alla distanza di 1 metro da una sorgente sonora puntiforme vengono misurati 95 dB di
emissione sonora, allora il livello di pressione sonora della sorgente a 100 metri sarà (95−40) dB = 55 dB.
Se invece i 95 dB vengono misurati alla distanza di 2 metri, allora a 100 metri si avranno (95 − 34) dB =
61 dB.

Riferimenti. Gli aspetti fisici delle questioni trattate sono stati messi a punto sulla base del materiale
ricavato dalle pagine web http://www.ge.infn.it/∼calvini e http://www.ge.infn.it/∼prati.

Potrebbero piacerti anche