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[Cris&na] Inauguriamo questo nuovo appuntamento che si chiama UX on the Sofa. Si tra<a di una
serie di interviste a professionis& del design, della UX ma non solo, per raccontare la professione e i
temi professionali da un altro punto di vista: quello interno, concreto, umano e, perch no,
inaspe<ato e imprevedibile del quo&diano.
Iniziamo le interviste con Raaella Roviglioni UX researcher & designer, cos-player, e maker
sopra<u<o co-chair of EuroIA 2017
[Cris&na] Oggi con te vorrei provare a spiegare a chi ci ascolta o ci legge che cosa signica essere
un UX researcher.
[Cris&na] Rispe<o a quel primo proge<o cosa cambiato nel tuo approccio? immagino che avrai
fa<o dei bilanci in corsa...
[Raaella] Da una parte mi sento pi preparata, spero, dopo ques& anni. In realt quello che
cambiato di pi la consapevolezza, credo oggi di essere pi consapevole di ci che comporta fare
ricerca e sopra<u<o dellimprevisto che sempre dietro langolo quando si fa ricerca.
[Cris&na] Forse anche della responsabilit nei confron& del design e ma anche delle persone
[Raaella] Beh, quello lo ho sen&to dal primo momento! Sar perch ce lo avevo tu<o addosso da
sola in quel caso. Per s, certo un aspe<o importante...
[Cris&na] La prima volta che & sei sen&ta veramente una UX researcher, o che & chiamata cos?
[Raaella] ci ho messo un bel po questa una domanda che mi ha fa<o anche un nostro collega,
Davide Folle<o Casali, ci ho messo un po, 2-3 anni, anche perch provenendo io da una
professione completamente diversa ho avuto bisogno di un momento di esplorazione prima di
capire quale era la cosa che mi interessava di pi e capire per cosa mi sen&vo pi portata.
Ha coinciso con Euro IA 2012 dove tenni un intervento su come mi era avvicinata allo UX design:
provenendo da un background diverso mi ricordo che la conclusione di quel mio intervento fu che
la cosa principale e che mi spingeva a fare questo lavoro erano le persone.
E confrontandomi con uno dei keynoter della conferenza gli dissi io sto ancora esplorando,
decidendo.. e lui mi disse: No, secondo me hai deciso chiaramente e sei una researcher. Quello
mi fece rie<ere che forse s...
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[Cris&na] C qualche strumento, metodo, modello che hai ado<ato nel tempo e ha fa<o la
dierenza? Pur magari avendolo lasciato ma che ha segnato il tuo percorso professionale?
[Raaella] Allora, se devo pensare ad uno strumento, penso alle interviste, nel senso che
qualcosa su cui ho lavorato, mi sono formata, che ho perfezionato e non nir mai di imparare.
unarte dicilissima. Per a me piace pensare che la ricerca pi legata ad una forma men&s non a
degli strumen&. Io mi sono resa conto anche incontrando colleghi junior che stavano decidendo
cosa fare che la dierenza la fa quel clic mentale per cui & meY in una condizione di ascolto. E non
banale, nel senso che il cappello di designer rispe<o a quello di ricercatore diverso proprio
come a<eggiamento. Il designer quello che vuole trovare problemi e ideare soluzioni per fare
ricerca devi fare un cambiamento di punto di vista, puoi usare tan& strumen&, ma
fondamentalmente devi cambiare punto di vista.
[Cris&na] Che cosa invece & fa ancora/sempre dire WOW di questo mes&ere?
[Raaella] Sempre, ogni volta che faccio ricerca c qualcosa che mi sorprende, mi aascina e
solitamente sono le storie che mi raccontano le persone quando facciamo ricerca. C sempre da
scoprire qualcosa.
[Cris&na] E invece Raaella che cosa rende dicile questo mes&ere? Quali sono i momen& che dici
oh uah che fa&ca...
[Raaella] Un sacco di volte [ride]. Mi viene da dire che spesso la parte pi fa&cosa linterazione
con i clien&, i nostri commi<en&, perch ci sono ancora molte barriere da abba<ere. C tanto
lavoro da fare per far comprendere il lavoro che facciamo, questo ancora un po fa&coso.
[Cris&na] Pi fargli capire che c bisogno della ricerca o pi forse raccontargli che i risulta& non
[Raaella] sono sempre quelli che si aspe<ano?
Tu<e e due le cose per chi gi convinto che ha unidea da ascoltare s, e non da tuY ma le
aspe<a&ve e la loro partecipazione alla ricerca qualcosa di dicile ges&one.
[Cris&na] Invece quella volta che & sei de<a (e non & hanno de<o): brava Raaella...
[Raaella] Allora, premesso che io sono la mia prima cri&ca di me stessa, quindi non me lo dico
pra&camente mai. Anche perch immagino in tante aYvit cos, ma in par&colare nella ricerca
anche i pi esper& facciano errori. Per esempio quando riascolto le interviste che magari devo
trascrivere o devo cominciare ad analizzare i risulta& ogni santa volta mi capita di dire Nooo,
perch ho de<o questa cosa..mi sono sbagliata! dicile.
Se devo pensare ad un momento recente nel quale mi sono de<a sei stata brava stato lanno
scorso, quando ho lavorato per un cliente internazionale che ho dovuto ges&re interamente da
sola. Ed era abbastanza al buio, nel senso che, non sapevamo bene cosa volesse questo cliente,
cosa si aspe<asse. Quando alla ne con estrema ansia, devo dire, ho presentato i risulta& e loro si
sono complimenta& per i risulta& e quello che avevamo raggiunto, l ho &rato un sospiro di sollievo
e mi sono de<a Vabb, sei stata brava.
[Cris&na] Mi raccon& la pi grossa cantonata che hai preso, quella volta che hai pensato ah, se
solo avessi...?
[Raaella] Allora, cantonata grossa, dicile, nel senso che non mi viene in mente niente a parte
qualche errore, di quelli che & capitano e che & rendi conto mentre li stai facendo.
Cantonata pu essere stato acce<are alcuni progeY dove magari mi era stato proposta di fare
alcune aYvit e magari mi ero pure entusiasmata pensando ah che bello questo proge<o mi
perme<er di fare esperienza ad un altro livello o magari internazionale che un mio pallino e poi
arrivare l e rendersi conto che in realt le aYvit di ricerca erano state tagliate, non erano state
comprese, e quindi alla ne molto ridimensionate, ma oramai ero incastrata in quella situazione.
Le cantonate mi verrebbe da dire sui clien&/progeY.
[Cris&na] Perch in Italia Raaella la ricerca sui clien&? che cosa manca al mercato italiano?
[Raaella] Secondo me due problemi. Uno scrollarsi di dosso un &pico approccio alla
proge<azione che vede il guru, la stella, la persona famosa che sa proge<are tu<o oppure la
proge<azione di una volta che era deputata solo allIT, con poco pensiero su chi u&lizzava queste
cose. Questa una forma men&s un po an&ca che va cambiata e magari sta cambiando.
Laltro problema che manca la ducia nellapproccio qualita&vo. Noi siamo molto lega& ai vecchi
sistemi di ricerca di mercato in cui si chiedono opinioni a migliaia di persone e non viene compreso
che una ricerca o una piccola immersione nelle realt delle persone che, magari sono poche, ma
con una ricerca mirata e approfondita pu portare tanto valore. Ecco questo secondo me non
ancora compreso.
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[Raaella] In questo momento s, siamo nel pieno di questo argomento. una nostra
responsabilit, ma no ad un certo punto, ne parliamo ancora troppo poco...
[Cris&na] A un ragazzo che & chiede come diventare user researcher tu gli dires& che....
[Raaella] Innanzitu<o gli chiederei perch [risa] che ovviamente una metadomanda! Noi
chiediamo sempre perch! Ma io vorrei capire quale il vero mo&vo: a volte vedo persone che
vogliono solo cambiare lavoro, ma per fare il ricercatore serve una certa forma men&s.
Quando gli chiedo perch voglio capire se gi ce lha o propenso a cambiarla, perch, secondo
me, pi importante di qualsiasi cosa si studi dopo. Dopodich gli direi di sviluppare la curiosit, di
cominciare a diventare osservatore del mondo perch poi quello che & servir per fare questo
lavoro. Conviene allenarla questa curiosit!
[Cris&na] Raaella parte per lisola dei famosi e puoi portare con te 3 libri, professionali ma non
solo, che & aiu&no a diondere la UX tra i naufraghi, quali por&?
[Raaella] [risa] Mi sarebbe piaciuto pensare a qualcosa di non professionale, ma la mia fantasia
limita&ssima! Il primo Dont make me think di Steve Krug, perch aiuta a fare il cambiamento di
paradigma mentale. La caeYera del masochista di Norman perch un libro diverten&ssimo
semplice ma veicola una quan&t di conceY chiave e si legge come un romanzo. Trascende tuY i
limi& del nostro lavoro e arriva molto oltre. Il terso Usable usability di Eric Reiss che un libro
divulga&vo con mol& esempi nel quo&diano, ma fa molto rie<ere.
[Cris&na] Nella losoa hindu c una speciale intenzione che diamo a noi stessi che viene dalla
mente ma anche dal cuore: si chiama sankalpa. lauspicio di quello che vogliamo essere o
realizzare. Il tuo quale ...
[Raaella] Per me quello di essere sempre unallieva, di non sme<ere di imparare che la molla
che mi spinge a fare qualsiasi cosa e che, se sme<essi di avere questo a<eggiamento, penso che
cambierei lavoro, di nuovo [risa]
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