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Economia aziendale

04/03/2013
Leconomia aziendale
Leconomia aziendale la scienza che studia le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita
dellazienda, ossia la scienza dellamministrazione economica dellazienda. Il fine ultimo dellazienda
lequilibrio di bilancio economico cio lequilibrio tra spese e ricavi.
Lazienda un istituto economico amministrativamente organizzato per lequilibrato e dinamico
svolgimento di una programmata e controllata gestione operativa di produzione o consumo o composita
(nellinteresse di ununit economica che faccia proseguire una durevole efficienza aziendale).

11/03/2013
Concezione meccanicistica di azienda
Lazienda un meccanismo naturale che viene connotato in un organismo naturale. Si assume la
concezione meccanicistica quando tutti i meccanismi (elementi) indipendenti sono collegati, fino a quando
sono indipendenti, si ha una concezione organicistica. La concezione meccanicistica induce a individuare
lazienda come un sistema, il quale ha un carattere dinamico, che consente il divenire dellazienda nello
spazio e nel tempo, e un carattere unitario, che proviene dal fatto che lazienda ha un unico fine ultimo cio
il raggiungimento dellequilibrio economico.

Requisiti per individuare unentit produttiva come azienda:


1) Esistenza di un sistema produttivo;
2) Esistenza di un sistema di decisioni;
3) Esistenza di un sistema di operazioni;
4) Esistenza di un sistema del rischio.

1) Adeguamento strutturato e coordinato, costituito da un insieme di elementi di natura eterogenea


tra loro interagenti e unitariamente rivolti allo svolgimento dellattivit di produzione di beni e/o
servizi.
2) Volta a combinare, coordinare e integrare i fattori della produzione al fine di soddisfare gli obiettivi
aziendali.
3) Orientato dal sistema delle decisioni, costituito dallinsieme delle operazioni simultanee e
successive che dinamicamente si dispiegano per il raggiungimento dei molteplici obiettivi aziendali.
4) Eventualit di non riuscire a conseguire gli obiettivi per i quali lazienda stata costituita e avviata.

Il sistema produttivo
Gli elementi che sindividuano nel sistema produttivo sono:
Elementi materiali;
Elementi immateriali o intangibili.
Gli elementi materiali sono quegli elementi che sono di agevole identificazione e misurabilit. Gli elementi
immateriali quali il noaut, la reputazione, i brevetti, i segni distintivi sono invece elementi non facilmente
identificabili e misurabili. Tali valori si manifestano solo in seguito a operazioni di stima. I primi creano
valori oggettivi, mentre i secondi valori soggettivi in quanto sono sempre soggetti a un grado pi o meno
importante di soggettivit. Un altro elemento importate il lavoro che pu essere sia di natura dipendente
sia di natura autonoma.
Da quanto detto si deduce che concorre a costituire unazienda ogni elemento idoneo a garantire la
realizzazione della connessa funzione produttiva, il che significa che bisogna tenere conto non solo dei
fattori umani, materiali e immateriali, ma anche degli elementi prospettici. La congiunzione spazio-
temporale tra elementi produttivi tipologicamente differenti ma tra loro complementari amplifica e
rafforza lefficacia del singolo elemento, facendo in modo che utilit prodotta dal complesso risulti
superiore alla somma delle utilit che ciascun componente portatore. Linsieme ha una valenza
economica superiore rispetto ai valori dei singoli elementi che lo compongono.
Il sistema delle decisioni aziendali
La sussistenza dellinsieme dei fattori produttivi, organizzato e coordinato per lo svolgimento dellattivit
produttiva non sufficiente a qualificare unazienda se manca un sistema di decisioni volto a combinare
coordinare e integrare i suddetti fattori per dare unadeguata soddisfazione agli obiettivi aziendali.

Il sistema delle operazioni aziendali


Il sistema decisionale - amministrativo e il sistema delle operazioni costituiscono i due aspetti dell0unitaria
conduzione aziendale.
Quando si parla del sistema delle operazioni, sintende il sistema delle operazioni simultanee e successive.
Il sistema delle operazioni dipende da quello delle decisioni.
Quando si parla si molteplici obiettivi sintende una serie di obiettivi che permettono di giungere al fine
ultimo cio allequilibrio economico.
I proprietari dellazienda si aspettano come remunerazione del capitale investito una somma detta utile.
I benefici dellazienda vanno a: proprietari, Stato, fattore umano dellazienda (lavoro).

Il sistema del rischio


Rischio: possibile verificarsi di un andamento sfavorevole nello svolgimento di un operazione futura.
Qualunque azienda inserita nel sistema economico generale immersa nel rischio che si palesa quale
caratteristica imprescindibile del normale operato in azienda. In azienda il rischio sidentifica con
leventualit che non siano raggiunte le finalit aziendali.

I fini aziendali possono distinguersi in:


Fondamentali (primari)incentrati sullobiettivo di sopravvivenza dellazienda nel lungo periodo;
Accessori (strumentali) volti a soddisfacimento dei soggetti ai quali destinata la produzione
realizzata dallazienda, nonch, in modo inevitabilmente congiunto, di coloro che lhanno costituita
e la mantengono in vita e il cui soddisfacimento da considerarsi strumentalmente necessario al
raggiungimento del fine principale.
Collaterali concedenti il soddisfacimento di quei che in via pi o meno diretta sono collegati all
azienda (finanziatori, dipendenti, ecc.).
Ma se lobiettivo primario di ogni azienda quello di perpetrare se stessa nel tempo, sostanzialmente
differenti sono invece i termini dellanalisi con riferimento alla corretta definizione delle finalit strumentali
e collaterali, che devono essere opportunamente declinate a seconda della natura dellazienda
specificamente considerate. A tal proposito, possibile distinguere i sistemi aziendali in:
Lucrativi;
No profit:
Aziende di consumo;
Aziende di erogazione.
Condizioni per la creazione di valore

Strategia

Condizioni
interne Condizioni
esterne

Risorse
Processi Valori Internazionale Nazionale Settore
competenze

Caratteri di aziendalit

Persone

Fini comuni Beni

Condizioni di
Interazione
produzione e
dinamica
di consumo

I fondamentali caratteri di aziendalit

Equilibrio
Economico

Coordinazione
sistemica

Autonomia Durabilit
15/04/2013
I soggetti aziendali
I soggetti aziendali sono:
Soggetto giuridico;
Soggetto economico;
Esecutori;
Tecnici;
Amministratori;
Dirigenti;
Finanziatori.
Il soggetto giuridico il titolare dei diritti e dei doveri che scaturiscono dallattivit aziendale. Egli stipula
contratti, assume obbligazioni perch agisce in nome e per conto dellazienda; pu essere o sottoforma di
persona fisica o giuridica.
Il soggetto economico costituito da colui o coloro che rappresentano gli interessi istituzionali dellazienda
e in esso si accentra il potere volitivo.

Le aziende si possono classificare in:


Azienda individuale, nella quale il soggetto economico e giuridico sono la stessa persona. (Se in
unazienda il titolare non gestisce lazienda soggetto economico e soggetto giuridico non coincidono).
Societ occulta (segreta), in essa il soggetto giuridico uni personale e quello economico
pluripersonale.
Societ di persone:
1) Sono dotate di autonomia patrimoniale;
2) Sono prive di responsabilit giuridica.

Le societ di persone
Le societ di persone sono:
SNC (Societ Nome Collettivo), dove tutti i soci sono illimitatamente responsabili (per le obbligazioni
rispondono anche con il loro capitale);
SAS (Societ in Accomandita Semplice), in queste societ si distinguono due tipi di soci:
I soci accomandatari, che hanno diritto di gestione e sono responsabili illimitatamente;
I soci accomandanti, che rispondono limitatamente alla quota conferita alla societ.
Nelle societ di persone il soggetto giuridico e il soggetto economico sono riuniti nella figura dei soci. Nella
SNC il soggetto economico non coincide con quello giuridico e il potere viene attribuito a quei soci che
assumono la carica di amministratori della societ. Invece nella SAS i soci accomandatari hanno il diritto di
gestione.

Le societ di capitali
Le societ di capitali sono:
1) Dotate di personalit giuridica;
2) Autonome e indipendenti rispetto alle persone dei soci.
Le societ di capitale sono:
SRL (Societ a Responsabilit Limitata), dove il capitale costituito da quote sociali;
SPA (Societ Per Azioni), dove il capitale costituito da azioni;
SAPA (Societ Accomandata Per Azioni), dove il capitale costituito da azioni, ma molto pi grande
rispetto alla SPA i soci si dividono in soci accomandatari (responsabili illimitatamente) e soci
accomandanti (responsabili limitatamente).
Nelle societ di capitali vi una separazione netta tra i soci e la societ, che gode di personalit giuridica. Il
soggetto giuridico coincide con la societ stessa se considerata capace di assumere i diritti e gli obblighi. Il
soggetto economico varia a seconda che si tratti di SRL, SPA o SAPA.
Nella SPA:
1) Le linee guida vengono gestite dalla maggioranza dei soci;
2) Il capitale di comando (maggioritario) la quota di capitale rappresentata dal pacchetto azionario
di maggioranza (e le decisioni sono adottate in unassemblea in cui la maggioranza valutata in
base al numero delle azioni con avente diritto di voto);
3) Vi sono i sindacati di voto o sindacati azionari;
4) Public Company cio societ con azioni di grandi dimensioni, con decine di migliaia di soci. Il
soggetto economico rappresentato dal CDA o da un amministratore unico nominato dalla societ
stessa che ha potere decisionale. In caso di delega del CDA alcuni componenti possono essere
amministratori.
Nella SRL lamministratore deve essere necessariamente un socio, il potere nelle mani dei soci, che
costituiscono il soggetto economico e che hanno la possibilit di scegliere un amministratore a tempo
indeterminato.
Nelle SAPA i soci accomandanti vengono esclusi dalla gestione, che viene affidata ai soci accomandatari. In
questo tipo di societ pi difficile sollevare gli amministratori dal loro incarico.
Nei gruppi aziendali vi un soggetto giuridico per ogni societ facente parte del gruppo. Il soggetto
economico coincide con quello dellazienda dominante, quindi vi una societ madre che ha il soggetto
economico di tutto il gruppo poich decisore di ultima istanza che in alcuni casi rimane occulto.
Nelle aziende composte pubbliche il soggetto giuridico coincide con lente pubblico territoriale che gestisce
lazienda pubblica. Il soggetto economico il soggetto operativo che usufruisce dei servizi che fornisce
lazienda.

Stakeholders e shareholders
Gli Stakeholders sono soggetti che sono interessati nel tempo allo sviluppo dellazienda, sono dotati di
diritti e di obblighi, in base ai loro contratti, relativi allo scambio di beni e/o servizi di cui sono fornitori o
clienti. Gli shareholders sono proprietari che sono interessati alla cura del capitale e allottenimento di
unadeguata remunerazione del successo dellazienda. Si fanno carico del rischio e hanno diritto di
controllo.

Shareholders Theory
In questo caso lazienda ha solo la responsabilit di usare solo le risorse disponibili e di accrescere i profitti
attraverso la libera competizione. Lazienda deve impegnarsi nel sociale solo per creare valore agli azionisti.

Stakeholders Theory
Il successo si consegue solo con lequilibrio economico e il successo sociale, lazienda cio deve rendere
conto agli azionisti e bilanciare i propri interessi alla Stakeholders.

Management
La complessit aziendale e limpossibilit di utilizzare su vasta scala i modelli di controllo hanno portato
lazienda allo sviluppo di regole e principi di comportamento volti a far nascere dirigenti, funzionari e
manager. Questi ultimi gestiscono funzioni aziendali contemperando diverse istanze e interessi e
applicando le best practices aziendali. Nella Stakeholders Theory i manager sono delegati dagli azionisti e
devono bilanciare i diversi interessi per rafforzare i rapporti di fiducia. Nella shareholders Theory i manager
sono delegati della propriet e devono mantenere la massimizzazione dei profitti nel breve periodo.

Separazione tra propriet e controllo


Il potere che viene attribuito ai manager in contrapposizione a quello formale del proprietario ha portato
alla rottura della responsabilit. Questa separazione ha evidenziato il prevalere del capitale umano rispetto
a quello finanziario favorendo il comportamento opportunistico dei manager interessati alla valorizzazione
del loro capitale piuttosto che ai risultati dellazienda.

Le competenze manageriali
1. Lobsolescenza delle conoscenze ha segnato il predominio delle de specializzazioni;
2. Sono annientate le funzioni che chiamato a svolgere.
La competenza una qualit essenziale di un buon manager, che deve basare le proprie decisioni su
principi morali ottemperando allavidit che ha portato al fallimento dellazienda.

Corporate governance
un articolato sistema di regole, relazioni e interessi che lega tutti gli azionisti, le strutture di vertice e gli
altri Stakeholders. Le modalit di esercizio aziendale sono connesse alla cultura e alla tradizione di un
paese. I principali modelli di corporate governance sono:
Il modello anglosassone;
Il modello renano.
Il modello anglosassone la propriet azionaria polverizzata e vi il CDA che lorgano massimo
decisionale dellazienda, eletto periodicamente dai soci. Il mercato finanziario la principale fonte di
finanziamento. Nel modello renano il consiglio di gestione ha la gestione dellazienda ed nominato dal
consiglio di sorveglianza, composto sia da lavoratori sia dai proprietari dei capitali. Le scalate sono
impossibili e il sindacato un atto importante della gestione comune.

16/04/2013
Aggregati aziendali
Si parla innanzitutto di azienda relazionale: incremento della produzione, dei beni, dei servizi e dei consumi.
I mercati sono competitivi quando:
Le aziende sono sistemi aperti;
Si passa dallazienda artigianale a quella relazionale;
Ci sono politiche aggregative.
Le aggregazioni aziendali sono un insieme di aziende legate tra loro da legami molto stabili o da vincoli
molto stretti da poterle considerare come diverse unit operative. Le classificazioni delle relazioni che
possono intercorrere tra aziende sono:
Le aggregazioni basate su rapporti informali (collegamento di carattere finanziario o personale);
Le aggregazioni basate su rapporti contrattuali (consorzi, franchising ecc.);
Le aggregazioni basate su rapporti di tipo patrimoniale (gruppi).
Origine dei gruppi
Nel 1890 lo Sherman act vietava i trust e una legge del New Jersey sulle corporate riconosceva la
possibilit per una societ di acquisire partecipazioni in altre societ.
1. Divieto di trust;
2. Legalizzazione delle holding nella forma aziendale.
Tre sono le definizioni di gruppo per leconomia:
I. Si chiama gruppo quando esistono pi aziende con veste giuridica preferibilmente di capitali e
dotate di autonomia giuridica. Il legame finanziario rappresentato dal possesso da parte di una
societ del gruppo, della maggioranza o da una parte delle quote di capitale. In questo caso si
consente allazienda di esercitare il potere di controllo e la direzione di queste aziende.
II. Si parla di gruppo quando unazienda esercita su altre il potere di gestione ovvero quando pi
combinazioni produttive condividono lo stesso oggetto economico.
III. Si dice gruppo qualsiasi organizzazione aziendale in cui le aziende sono collegate tra loro sia in
maniera formale sia informale, purch il loro legame sia stabile.

Condizioni di esistenza del gruppo


Pluralit del soggetto giuridico e quindi presenza di pi aziende indipendenti;
Unicit del soggetto economico e quindi il potere di dominio sullaggregato deve concentrarsi in
una figura sia essa una persona o un gruppo di persone;
Controllo tramite partecipazioni al capitale cio la partecipazione deve consentire di esercitare il
potere di gestione sullazienda partecipata;
La direzione unitaria cio il soggetto economico deve esercitare le proprie prerogative su tutte le
aziende partecipate.
A seconda di come il rapporto di partecipazione si manifesta si possono individuare diversi tipi di strutture
esteriori di gruppo:
Struttura semplice;
Struttura complessa;
Struttura a catena;
Struttura mista.
Sia le partecipazioni sia i rapporti che legano a queste societ di gruppo possono essere: dirette, indirette e
reciproche (bilaterali o multilaterali). Esistono diverse tipologie di gruppi:
Tipologie di gruppi che considerano le caratteristiche del gruppo: dimensione, natura del
capogruppo, area geografica su cui opera ecc.;
Tipologie di gruppo che considerano le attivit svolte dal gruppo: grado dintegrazione (orizzontale,
verticale e conglomerata), il tipo di attivit del capogruppo (holding pura o mista), grado di
complementariet tecnico-operativa tra le aziende (gruppi finanziari, economici o misti).
Le motivazioni che spingono alla creazione dei gruppi aziendali sono:
1) Operare una ristrutturazione aziendale;
2) Ridurre la complessit o il rischio di un impresa;
3) Conseguire delleconomia di scala;
4) Aumentare la capacit di credito;
5) Sfruttare la leva azionaria;
6) Raggiungere finalit occulte.

Obblighi del gruppo


Redigere il bilancio consolidato;
Direzione e coordinamento unitario;
Obblighi di pubblicit e comunicazione in capo alle societ che subiscono la direzione;
Nella relazione sulla gestione indicare i rapporti intercorsi con chi esercita lattivit di direzione e
con altre societ e motivare le decisioni delle societ soggette a direzione influenzate dalla
capogruppo;
I soci di minoranza hanno il diritto di recesso della societ;
Per quelle societ quotate hanno lobbligo di comunicazione delle partecipazioni incrociate alla
CONSOB.

22/04/2013
La strategia
Per quanto riguarda la strategia vi sono due definizioni:
1. La definizione di Chandeler, secondo cui: la strategia la definizione dei fini e degli obiettivi di
lungo termine, lo sviluppo delle attivit e lallocazione delle risorse necessarie a perseguimento
degli obiettivi;
2. La definizione di Hanzoff, secondo cui: la strategia linsieme degli obiettivi, scopi o fini, delle
politiche e dei piani operativi per il raggiungimento di tali fini, il business dove lazienda opera o
dovr operare.
Gli elementi di strategia sono:
1) La definizione di obiettivi di lungo termine;
2) La condivisione nellazienda degli obiettivi strategici;
3) Pianificazione e sviluppo di azioni dirette a orientare la gestione verso gli obiettivi;
4) Acquisizione e locazione delle risorse necessarie.
Le decisioni sono prese in base:
Ai mercati o settori in cui si opera;
Al modo di confrontarsi con la concorrenza;
A come dare attuazione alle diverse funzioni che compongono i settori degli investimenti
(approvvigionamento, produzione e vendita).
Le decisioni dellazienda possono essere:
Strategiche: sono scelte di lungo periodo e molto complesse, richiedono un considerevole impiego
di risorse e non sono facilmente modificabili;
Tattiche: sono scelte che riguardano lutilizzazione dei fattori di produzione;
Operative: sono scelte importanti per procedere alla concretizzazione della strategia aziendale.
Le politiche aziendali sono un insieme organico di decisioni, di obiettivi e di azioni che si concretizzano in
singole aree funzionali dellazienda al fine di attuare obiettivi di ordine superiore, quindi ogni politica
aziendale parte di una pi ampia strategia aziendale.

Politica
commerciale

Politica Politica
fiscale ambientale

Strategia
Aziendale

Politica di Politica
approvigionamento finanziaria

Politica
Personale

Intenzione strategica
La non controllabilit di tutte le variabili esterne e interne allazienda porta allintuizione che la strategia
spesso la sintesi di risultati che non sono programmati dallimpresa; quindi vi un concetto separato tra
strategia decisa e intenzione strategica, cio lassunzione da parte dei vertici aziendali di un disegno di
sviluppo dellimpresa fondato su un sistema di obiettivi in grado di orientare le successioni decisive. La
strategia decisa la parte pi o meno ampia dellintenzione strategica che la valutazione degli aspetti
interni allimpresa e di quelli ambientali mostra conveniente sviluppare. La strategia realizzata la
risultante da quella parte di strategia concepita che limpresa riesce a sviluppare e di quella parte di
strategia che emerge da fattori inattesi, che si sono originati allinterno o allesterno dellimpresa.

Intenzione Strategia Strategia


strategica decisa realizzata
(-) Parte rimossa o (+) Parte emergente
abbandonata (-) Parte non attuata
Strategia e struttura

La struttura sono le
relazioni stabili che
La strategia incide in modo qualificano l'azienda e la
rilevante su una struttura rendono percepibile come
di un azienda. sistema unico
nell'ambiente economico-
produttivo.

Nella strategia vi sono dei modelli di analisi del sistema e delle strategie:
Modello gerarchico a livelli gerarchicamente ordinati (modello anglosassone);
Modello della formula imprenditoriale (modello italiano).
La studio della strategia individua due gruppi decisionali:
Lazienda nel suo complesso;
Le singole aree strategiche di affari (ASA).
LASA combinazione prodotto-mercato-tecnologia che identifica un sottosistema aziendale strategicamente
importante e relativamente autonomo. Un insieme di aziende che competono nello stesso mercato con
prodotti simili (settore). I raggruppamenti strategici sono gruppi di aziende che seguono strategie simili.

Strategie di corporate
Lazienda la materializzazione del sistema delle idee (deve crearsi). Lidea dimpresa si articola nella
formula strategica attuale. La forma strategica costituisce ci che lazienda , nonch lo schema e il modello
generale di funzionamento dei suoi processi gestionali. Il perno della strategia costituito dalla definizione
della formula strategica attuale e della formula strategica del domani. Lazienda definisce una proposta che
competitiva che rivolta allambiente competitivo in cui opera o pensa di operare, o una proposta sociale
che interessa gli attori sociali e la comunit di riferimento. Per realizzare le proposte si organizza un insieme
di risorse per realizzare la propria attivit. Queste azioni strategiche vengono analizzate in una prospettiva
economico-finanziaria.
Le strategie di portafoglio al livello di corporate definiscono a quali aree di business lazienda intende
competere e collegandosi alle altre strategie di corporate qualificano la distribuzione e le relazioni
sinergiche tra le varie ASA. Le strategie di business hanno lobiettivo di definire come competere allinterno
del o dei business.
Le forze competitive sono cinque:

Nuove
imprese
concorrenti

Fornitori Concorrenti Clienti

Produttori
sostitutivi
Strategie competitive
Una strategia competitiva si ottiene quando unazienda riesce a organizzarsi e a creare dei modelli
gestionali tali per cui i suoi costi cumulativi per generare tutte le attivit generatrici di valore sono pi bassi
di quelli dei suoi concorrenti. Questa leadership conferisce allazienda la capacit di strutturare processi
diversi e meno costosi cosicch riesce a ottenere margini operativi pi alti rispetto a quelli del sistema
stesso. Questa differenziazione (costi pi bassi per uguale qualit) mira a generare una superiorit dei
margini operativi complessivi sfruttando i caratteri di superiorit dei prodotti offerti ai clienti, per
questunicit e superiorit i clienti sono disposti offrire di pi.

29/04/2013
Organizzazione
Lorganizzazione determina il come cio le modalit con cui divedere linsieme delle attivit (raggiungere
lobiettivo) tra i soggetti e coordinarle. Il problema organizzativo scegliere le configurazioni (le forme
organizzative) aggregando le attivit (divisione del lavoro), assegnandole agli attori (dipendenti) e
coordinandole, valutare che le configurazioni siano efficienti e valutare lefficacia nel raggiungimento di
determinati risultati. Due attivit sono interdipendenti se dipendono luna dallaltra. Le interdipendenze
possono essere: per accumulazione, sequenziali, reciproche o intensive. Le prime caratterizzano quegli
insiemi di attivit tra cui non c un rapporto diretto di dipendenza, ma esiste comunque
uninterdipendenza data dal fatto che ogni attivit presta un contributo al tutto e ciascuna sopportata dal
tutto; viene detta anche interdipendenza semplice. L interdipendenza sequenziale caratterizza una serie di
attivit tra cui c un rapporto diretto dindipendenza che rende necessaria una precisa sequenza tra le
attivit. Loutput di unattivit linput della seguente attivit perci detta interdipendenza pi
complessa. Linterdipendenza reciproca caratterizza quelle situazioni in cui gli output di unattivit
diventano gli input di ogni altra attivit o in cui le attivit devono essere svolte contemporaneamente e
adattate in tempo reale allandamento delle altre per la realizzazione di uno scopo comune (alta
complessit o extra complessa). Quindi in una azienda importante laggregazione e la divisione delle
attivit tra gli attori- per quanto riguarda le aggregazioni delle attivit importante il modo
efficiente/efficace per regolare le interdipendenze e assegnare due attivit interdipendenti alla stessa
risorsa. Per quanto riguarda la divisione delle attivit dallaggregazione consegue che il diritto/dovere di
svolgete quella attivit sar in capo a qualcuno e il diritto/dovere di svolgere altre attivit interdipendenti
con le prime sar in capo a qualcun altro.

Come coordinare questa risorse:


Far decidere ai singoli individui il proprio comportamento in base alla loro cultura;
Stabilire delle norme di comportamento a cui gli individui si devono attenere;
Far decidere ai singoli individui il proprio comportamento avendo predisposto incentivi o lasciando
che sia il prezzo a determinare il punto dincontro tra le decisioni individuali;
Scegliere un soggetto a cui conferire lautorit di decidere;
Lasciare che attraverso il confronto un gruppo di persone concordi sui comportamenti da
intraprendere.
Linterdipendenza di accumulazione con terze economie sono dovute alla condivisione delle risorse sono
regolate da meccanismi di ordinamento che generano un controllo sociale e sanzioni per coloro che
danneggiano il patrimonio comune; per esempio, le aziende che sono localizzate in una localit geografica
che svolgono attivit economiche coerenti con le vocazioni economico produttive dellarea stessa hanno
interesse a sfruttare risorse comuni e beneficiare di un effetto reputazione legato a quel luogo.
Le interdipendenze sequenziali con terze economie sono dovute a uno scambio dinput e sono spesso
regolate attraverso prezzi, fiducia, autorit accordi contrattuali; per esempio, sono quelle aziende che
svolgono attivit relative agli stessi macrosettori e hanno interesse allo scambio di beni o servizi.
Le interdipendenze reciproche con terze economie sono dovute alla volont di svolgere insieme unattivit
e sono regolate attraverso joint venture, queste sono societ giuridicamente autonome ma sono prive di
soggetto economico e delle condizioni di autonomia, responsabilit e durevolezza e sono insieme per
condividere sia capitali sia rischi nello sviluppo di un prodotto innovativo.
Vi sono dei mercati che sono assistiti da altri strumenti di coordinamento.
Mercato A: sono quei mercati in cui unazienda esercita unautorit sulle altre e con le quali
intrattiene rapporti di scambio.
Mercato B: sono quei mercati in cui esistono delle regole formali e dei sistemi di autorit
formalizzati che le aziende si sono impegnate a rispettare-
Mercato C: (mercato assistito da clan) sono quei mercati in cui per clan si intende lutilizzo di
meccanismi di coordinamento del tipo culturale e di confronto tra attori appartenenti a gruppi
circoscritti.

Unit organizzative
Sono dei Raggruppamenti dellattivit finalizzate a massimizzare le interdipendenze allinterno di ogni unit
e minimizzare le interdipendenze tra unit

Raggruppamento delle attivit


Avviene in base alle tecniche o conoscenze o pi in generale allinput dellazienda o ancora in base alle
combinazioni prodotto/mercato e alle loro caratteristiche, alle aree geografiche o pi in generale agli
output dellazienda.

Input o funzione
Questo raggruppamento crea un gruppo di attivit omogenee rispetto alle tecniche di lavoro utilizzate, alle
risorse, alle competenze e cio alle funzioni che lazienda utilizza per ottenere i propri output. Il
raggruppamento di conoscenza e capacit simili in stessa unit favorisce laccumulo di conoscenze e
processi di apprendimento. Infine possiamo dire che le unit organizzative funzionali sono presenti in tutte
le aziende ma caratterizzano soprattutto le forme unitarie o funzionali.

Raggruppamento di output
Crea gruppi di attivit omogenee rispetto al fine conseguito. In questo caso la specializzazione delle unit
organizzative pu essere per prodotto o servizio, per cliente oppure per area geografica: quella per
prodotto implica il raggruppamento di attivit diverse (per esempio, produzione o vendita relative allo
stesso prodotto); quelle per cliente o per area geografica implica il raggruppamento di attivit relative a
gruppi di consumatori diversi nonch mercati di sbocco diversi. Le unit organizzative che ne derivano
prendono il nome di divisioni.

Le divisioni
La divisione ununit specializzata rispetto a un output che, aggrega al suo interno le principali attivit
relative a quel output. Ogni divisione ripropone al proprio interno una logica funzionale e quindi questo
pu essere considerata una attivit semi-autonoma in quanto gode di unautonomia decisionale ed
valutabile in termini di risultati reddituali. Le divisioni caratterizzano le forme organizzative che prendono il
nome di forme divise o divisionali.

Coordinamento delle interdipendenze tra attivit interne alla azienda


La creazione delle unit organizzative non risolve tutti i problemi dinterdipendenza tra le attivit interne
allazienda. Le interdipendenze interne allunit organizzative devono essere coordinate mediante la
pianificazione autorit/gerarchia dagli strumenti ad hoc dintegrazione e alla cultura.
Per quanto riguarda la pianificazione, questa coordina le azioni attraverso degli obiettivi da perseguire e dei
mezzi e modalit di conseguimento, il risultato di una negoziazione in cui pi parti interagiscono per
giungere a un accordo e anche coinvolge i membri della direzione aziendale che prendono una decisione
sugli obiettivi da perseguire e su come comportarsi per il loro raggiungimento. La pianificazione genera
piani, programmi, norme, regole e procedure finalizzate alla formalizzazione del comportamento o alla
specificazione delle azioni da prendere per ottenere un determinato obiettivo. Inoltre la pianificazione
incorpora la negoziazione, la formalizzazione di regole, norme, piani, programmi nonch i meccanismi di
prezzo. Per quanto riguarda lautorit, la struttura organizzativa definisce la distribuzione dellautorit
attraverso posizioni organizzative. Lautorit non legata a caratteristiche della persona che la esercita, ma
un attributo della posizione che occupa. Lesercizio dellautorit ritenuto legittimo e accettato dai
subordinati nellambito delle prerogative stabilite. Per quanto riguarda la gerarchia, essa una catena di
relazioni di autorit in cui ogni anello una relazione capo-subordinato, tende a essere efficace/efficienza
in presenza di interdipendenze tipiche delle attivit che presentano delle novit. La gerarchia si esplica
attraverso la catena delle autorit che va dal vertice alla base della piramide aziendale: pi aumentano i
livelli gerarchici pi la struttura organizzativa tende a allungarsi in modo verticale; con la riduzione dei livelli
gerarchici la struttura organizzativa tende ad appiattirsi orizzontalmente. Lautorit viene esercitata
attraverso la leadership, cio quando si ha un potere di influenza che una persona esercita sugli altri. Ogni
azienda sar caratterizzata da un modo tipico di gestire lautorit, un particolare stile di leadership cui gli
individui si formano e che definisce il modello di comportamento che consente allautorit di influenzare in
modo efficiente/efficace il comportamento del subordinato.

30/04/2013
Gli strumenti ad hoc
Con laumentare della complessit delle interdipendenze tra e nelle unit organizzative, che svolgono molti
compiti differenziali, pianificazione e gerarchia, sono affiancati da strumenti ad hoc dintegrazione. Gli
strumenti ad hoc sono organi creati per facilitare il coordinamento e la comunicazione tra le unit e dentro
le unit organizzative ad alta differenzazione. Questi organi possono essere individuali o collegiali a seconda
che siano composti da una o pi persone, possono essere permanenti o temporanei a seconda della loro
durata nella azienda. Le tipologie di strumenti ad hoc sono: Product manager, Brand account manager,
Project manager, Capocommessa, Task force e il comitato.

La cultura
In presenza di attivit extracomplesse, che sono tipiche delle attivit imprevedibili e caratterizzate da forte
incertezza, novit e criticit, risulta molto difficile basare il coordinamento sulla pianificazione, gerarchia e
strumenti ad hoc. In questi casi c bisogno di qualcosa che limita i rischi senza impedire liniziativa.
La cultura un insieme di norme e valori condivisi dai membri di unorganizzazione che influenza il modo
con cui le persone in azienda prendono le decisioni, comunicano e si comportano. Consiste in una serie di
norme e valori interiorizzati dai membri dellorganizzazione che da luogo a modelli cognitivi condivisi per le
interpretazioni delle varie situazioni favorendo luniformit del comportamento. La cultura nazionale,
secondo il criterio anglosassone, viene definita cultura di sfondo ed un insieme di norme che si sviluppano
nella societ in periodi di tempo piuttosto lunghi e influenza lorganizzazione, le persone che vi lavorano e
la cultura organizzativa. La filosofia, le opinioni del fondatore dellazienda o di quelle persone che
detengono la maggiore parte dellazienda influenza tutti i membri dellorganizzazione. I valori alla base
della cultura condivisi dai membri dellorganizzazione sono il risultato di un processo di apprendimento
affiancato da una serie di meccanismi. La socializzazione un processo con cui il nuovo membro
dellorganizzazione apprende il sistema dei valori, norme e modelli di comportamento prevalenti in quel
contesto. La cultura si manifesta attraverso i riti e le cerimonie che sono azioni che vengono ripetute
periodicamente in azienda.
Il linguaggio comprende il gergo aziendale, i soprannomi attribuiti ai lavoratori, slogan, metafore e gesti che
sono compresi solo dai membri dellorganizzazione.

La struttura organizzativa
La struttura organizzativa di unazienda rappresentata graficamente da un organigramma che identifica il
raggruppamento delle attivit organizzative, coesistono tante diverse strutture aziendali che possono
essere ricondotte a configurazioni di base, queste sono distinte in due macrocategorie allinterno delle
quali possibile collegare le differenti forme tipiche che possono essere forme unitarie o divise.
Le forme unitarie o funzionali possono essere adottate dalle aziende che si sono specializzate in un singolo
prodotto, servizio o su una linea di prodotti. Le unit organizzative nelle forme unitarie sono tutte
impegnate nelle diverse attivit necessarie per la produzione o erogazione di un output, quindi si parla di
output unitario. Ogni funzione aggrega gruppi di attivit omogenee. Gli aspetti negativi delle forme unitarie
possono essere: conflitti interfunzionali e problemi di coordinamento oppure assunzioni di comportamenti
orientati al conseguimento di obiettivi parziali, quindi ogni funzione tende a massimizzare il proprio
risultato e a confondere gli obiettivi funzionali con quelli aziendali. Ciascuna funzione propri linguaggi e
orientamenti culturali diversi da quelli delle altre. Al crescere del numero di prodotti la forma unitaria
presenta delle difficolt nella performance specifica di ogni prodotto.
Le forme divise sono adottate da quelle imprese che hanno intrapreso scelte di diversificazione legate
allintroduzione di nuovi prodotti e allingresso in nuovi mercati. Il criterio di specializzazione delle unit
organizzative per prodotto/mercato e questi ripropongono al proprio interno una logica funzionale, ogni
divisione responsabile della produzione e della vendita del proprio prodotto come se si trattasse di una
impresa indipendente. Le divisioni godono di un autonomia decisionale rispetto alla combinazione
prodotto/mercato che gestiscono. I rapporti con la direzione centrale riguardano soltanto la locazione delle
risorse finanziarie e la comunicazione degli standard di performance e dei risultati economici conseguiti. Gli
aspetti negativi delle forme divise possono riguardare problemi di coordinamento generati da un lato dalla
locazione delle risorse e dallaltro dal governo delle transizioni interdivisionali, ulteriori problemi possono
riguardare la determinazione dei prezzi di trasferimento che riguardano le transizioni interdivisionali poich
al fine di massimizzare le proprie performance ogni divisione pu fissare un prezzo elevato penalizzando le
altre divisioni e quindi lintera azienda. La forma divisa una struttura particolarmente costosa a causa
della duplicazione delle attivit presenti nelle diverse divisioni. Importante la burocrazia, che
caratterizzata dalla divisione del lavoro e dalla specializzazione dei lavoratori. La differenziazione pu
essere: verticale o orizzontale. La burocrazia non altro che la formalizzazione delle regole e procedure che
consentono di specificare meglio responsabilit e compiti, efficacia in ambienti stabili e prevedibili
caratterizzata dal prevalere di strumenti per il coordinamento quali la pianificazione che si esplica tramite la
formalizzazione e la gerarchia. Ogni divisione indipendente e autosufficiente, vi unautonomia
decisionale in relazione al business e nelle modalit di regolazione dei rapporti con le altre divisioni,
possibile valutare la performance di ciascuna divisione poich sono responsabili del risultato economico. La
divisione considerata una quasi impresa e il suo responsabile un quasi imprenditore, adottata da
aziende che intraprendono una strategia di diversificazione conglomerata. Tra le divisioni le
interdipendenze sono quasi inesistenti. Gli scambi interdivisionali vengono regolati con i prezzi di
trasferimento che vengono decisi autonomamente dalle divisioni. Tra le attivit svolte da ciascuna
divisione, si notano le interdipendenze sequenziali che sono generate dallo scambio di risorse, le aziende
che adottano questo tipo di struttura perseguono unintegrazione verticale. Gli strumenti per il
coordinamento sono pianificazione e gerarchia. La pianificazione trova espressione nelle norme, regole e
prezzi di trasferimento. La direzione generale deve delineare politiche comuni relativamente alle attivit di
comune interesse.
Per risolvere i problemi di differenzazione nelle forme unitarie nata lIntegrata unitaria. Nella forma
unitaria le funzioni rappresentano delle realt indipendenti con i propri obiettivi, linguaggi, valori, e schemi
cognitivi.
Le funzioni che sono a contatto con lambiente esterno sono pi complesse rispetto alle altre. Rispetto alla
forma burocratica sinserisce nella struttura un organo ad hoc per quanto riguarda il coordinamento.
Questorgano gestisce le relazioni tra due o pi funzioni ma non ha un potere gerarchico.
La divisionale integrata si caratterizza per l ingresso in nuovi mercati che presentano caratteristiche simili a
quella in cui lazienda gi opera. La regolazione di queste interdipendenze avviene tramite appositi organi di
integrazione e di interdipendenza che si sommano alla pianificazione. Lorgano dintegrazione
responsabile del coordinamento e della comunicazione tra le divisioni. La divisione integrata con organo
dintegrazione a orientamento tecnico prende il nome di struttura a core. La divisione integrata a organo
dintegrazione a orientamento finanziario prende il nome di struttura a funzione critica. La divisione
integrata con strumento dintegrazione a orientamento commerciale detta struttura ad area manager.
Nellunitaria a matrice vi un criterio doppio di specializzazione delle unit organizzative cio coesistono la
specializzazione per funzione e quella per prodotto o cliente. Tutti i lavoratori appartengono
contemporaneamente a due unit organizzative, sia alla funzione che corrisponde alle proprie competenze
sia allunit relative al prodotto o cliente per il quale sono impiegati. In questa forma non esiste il principio
di comando e i lavoratori dipendono contemporaneamente da due capi: il responsabile di funzione e il
responsabile di prodotto o cliente. Quindi si creano gruppi di lavoratori provenienti dalle varie funzioni e
ciascun gruppo soddisfa le esigenze di uno specifico prodotto o cliente. Si possono verificare dei conflitti
nellattribuzione delle risorse.
Network (N-form) cio organizzazione a rete interna. La struttura un sistema di gruppi di progetto che
aggregano le diverse competenze specialistiche e che si possono ricombinare tra di loro. Questi gruppi sono
autonomi e indipendenti anche se non sono stabili. Questa struttura flessibile e adottata per operare in
ambienti innovativi e variabili. Infatti, alcune attivit sono affidate allesterno sviluppando rapporti di
collaborazione con altre aziende. Il problema organizzativo coincide con la necessit di regolare le
interdipendenze tra le attivit svolte tra i singoli individui o gruppi per la realizzazione di una prestazione
lavorativa. Per prestazione lavorativa sintende leffetto contributivo dellindividuo o gruppo in termini di
comportamenti attivati e risultati prodotti. I comportamenti di cui sopra, sono quelli finalizzati alla
prestazione lavorativa e quindi sono chiamati comportamenti organizzativi, sono quei comportamenti
richiesti allindividuo riconducibili alla necessaria regolazione efficacia/efficienza delle interdipendenze.
I comportamenti sono correlati allimpegno e alle scelte dei dipendenti mentre il risultato pu essere
influenzato da variabili esogene relative alle condizioni di contesto.

06/05/2013
Le determinanti delle prestazioni lavorative
Le competenze sono un insieme di attributi intrinseci alla persona correlati con la performance in compiti
definiti (sono competenze innate o apprese). Gli atteggiamenti riguardano la predisposizione acquisita a
reagire in modo coerentemente favorevole o sfavorevole nei confronti di qualcuno o qualcosa
(attaccamento allazienda, soddisfazione). La motivazione rappresenta linsieme di processi psicologici e
cognitivi che spingono un individuo a una serie di azioni positive per raggiungere un determinato obiettivo.

Le prestazioni
Un sistema efficace di governo delle prestazioni consente una prestazione lavorativa di qualit, per avere
ci si deve stimolare la motivazione dei lavoratori favorendo un atteggiamento positivo verso il lavoro,
intervenendo sullo sviluppo delle competenze e sulla crescita professionale. I principali fattori a
disposizione dellazienda per garantire una prestazione adeguata dei lavoratori sono:
Architettura contrattuale
Organizzazione del lavoro
Gestione delle risorse umane
Larchitettura contrattuale un mix di forme contrattuali presenti in azienda in un dato momento. Esistono
differenti tipologie contrattuali: a tempo indeterminato e tipologie contrattuale classificate in base alle
modalit di gestione del tempo di lavoro. Si parla di flessibilit di orari quando possibile variare il numero
di ore lavorative dei singoli lavoratori in unit di tempo, flessibilit di durata quando possibile definire un
tempo limitato per la relazione di lavoro.

Progettazione della macrostruttura


In primis bisogna scegliere i livelli di differenzazione verticale e orizzontale che permettono a ogni individuo
di controllare le proprie attivit per realizzare gli obiettivi prefissati. La differenzazione orizzontale fa
riferimento al modo in cui sono raggruppati i compiti in mansioni. Questo crea la divisione del lavoro
consentendo alle persone di specializzarsi e diventare pi produttivi. La differenzazione verticale fa
riferimento al modo in cui sono definite le relazioni di gerarchia in modo da collegare gli individui operanti a
diversi livelli organizzativi. Le principali variabili sono la specializzazione, lautonomia, lincertezza,
linterdipendenza e la criticit del contributo di lavoro.

Forma di organizzazione
Modello burocratico tayloristico: nella progettazione della microstruttura si favorisce da un lato la
massima divisione del lavoro dallaltro la formalizzazione e laccentramento decisionale.
Modello arricchito: lorganizzazione del lavoro privilegia la flessibilit delle mansioni attraverso la
rotazione,allargamento e arricchimento.
Modello reticolare: concentrato totalmente sul concetto di flessibilit del lavoro, individua nel
gruppo lelemento centrale su cui si fonda la progettazione della microstruttura.
Modello professionale: le mansioni presentano un elevato contenuto di professionalit e seguono
una modalit di organizzazione del lavoro di tipo professionale.
Per gestione delle risorse umane sintende un sistema di attivit, funzioni e processi volti ad attrarre,
identificare e trattenere i lavoratori in azienda non che a incentivare comportamenti in linea con gli
obiettivi aziendali. Possiamo parlare anche di politiche gestionali volte a ricercare e selezionare il personale
alla formazione per lo sviluppo continuo delle competenze alla gestione di politiche retributive incentivanti,
che possono avere un ruolo importante per il successo dellazienda. Per la gestione delle risorse umane
importante un insieme di politiche raggruppabili in tre classi:
1. Modalit e sviluppo: ricerca e selezione del personale, formazione e carriera.
2. Valutazione: competenze e prestazione.
3. Retribuzione: prestazioni, competenze e posizioni.
La fase iniziale delineata da attivit di ricerca e selezione che rappresentano il momento di incontro tra
domanda e offerta. Nella fase dinserimento e socializzazione organizzativa avviene lincontro con
lorganizzazione e il lavoratore apprende le caratteristiche della cultura organizzativa. Il contratto
psicologico indica le azioni che il lavoratore crede di dovere fornire per ricevere la controprestazione da
parte dellazienda. La carriera collegata alle promozioni professionali, agli aumenti retribuitivi, allo
sviluppo di competenze e alla responsabilit. La valutazione del personale pu avere per oggetto la
posizione, le prestazioni, le competenze e il potenziale. La valutazione della posizione si propone di legare
in modo oggettivo la retribuzione alla posizione ricoperta e non alla persona. Gli altri tipi di forme di
valutazione sono di tipo soggettivo in quanto concentrate sulle persone, sulle loro competenze o potenziali
e sui risultati. La retribuzione rappresenta lo strumento attraverso il quale le aziende attirano, trattengono
e motivano i propri dipendenti. La retribuzione monetaria comprende sia la retribuzione economica del
lavoratore e sia gli incentivi erogati non sotto forma di denaro ma che hanno un corrispettivo controvalore
economico. La retribuzione non monetaria rappresenta una componente importante dello scambio sociale
tra lorganizzazione e lavoratore quali gratificazione,status, lautonomia professione e limmagine esterna
dellorganizzazione.

07/05/2013
La gestione
La gestione il sistema delle operazioni aziendali; le attivit poste in essere dallazienda si realizzano
attraverso una sequenza ordinata svolta da diversi soggetti per raggiungere attraverso lattivit produttiva
le finalit aziendali. Tali operazioni compongono la struttura aziendale la cui combinazione genera le
dinamiche degli andamenti economici, finanziari, tecnici, patrimoniali e organizzativi. Tali attivit si
compongono di un insieme dinamico di operazioni, allinterno del sistema, al fine di ottenere unattivit
economica capace di soddisfare le finalit per le quali nasce lazienda. Laspetto oggettivo della gestione
comprende le operazioni di approvvigionamento delle risorse utili alla produzione, la combinazione-
trasformazione delle risorse procacciate e le operazioni di collocamento di beni/servizi realizzati mediante
lattivit economica. Laspetto soggettivo della gestione comprende la componente umana grazie alla quale
avviene lattivazione dei processi rientranti nellaspetto oggettivo (amministrazione, impiegati, operai).

Le risorse
Le risorse aziendali, secondo i classici economisti, rappresentano tutti quei beni o servizi utilizzabili
allinterno del sistema produttivo, secondo leconomia aziendale, invece sono rilevanti solo se limitati nella
quantit e/o nella accessibilit; laspetto quantitativo della gestione affidato alla rilevazione che utilizza il
metro della moneta per ricondurre a grandezze comparabili e omogenee i fattori che partecipano al
processo produttivo. Non sono fattori della produzione le risorse naturali liberamente disponibili poich
non avendo valore monetario, non modificano la ricchezza dellazienda, sono invece fattori produttivi le
risorse il cui valore monetario imputabile oggettivamente poich scaturente da uno scambio di mercato e
le risorse il cui valore monetario quantificabile attraverso un processo di stima non opinabile.
Combinazione delle risorse economiche utili alla produzione
La scelta dei fattori produttivi scaturisce dalla loro utilit e funzionalit rispetto alla produzione effettiva
che lazienda vuole realizzare. Lazienda combina i fattori produttivi allinterno del processo mediante
modalit pi appropriate e convenienti al fine aziendale. Ogni azienda ha ragione di esistere solo se la sua
combinazione produttiva sia differenziata da quella delle altre aziende; gli elementi materiali non essendo
negoziabili rappresentano la componente intangibile. I fattori della produzione sono tutti quegli elementi
che rendono possibile la realizzazione della produzione di beni o servizi. Tali fattori caratterizzano la
struttura patrimoniale e tecnica dellazienda poich dalla loro organizzazione dipendono in larga parte i
risultati dellattivit aziendale. Al costo del fattore produttivo e al relativo processo di scambio corrisponde
un sacrificio di mezzi monetari che lazienda disposta a sostenere e che consente di misurare lutilit
economica del fattore stesso. Per generare utilit economica occorre che lazienda vincoli a se i vari fattori
produttivi integrandoli opportunamente durante il processo produttivo, in modo tale che possa
remunerare gli oneri dacquisto sostenuti dei vari fattori mediante il successivo collocamento dei prodotti
ottenuti nel mercato.

Classificazione dei fattori produttivi


Durata di utilizzazione del processo:
Fattori produttivi pluriennali;
Fattori produttivi correnti.
Modalit di partecipazione al processo di produzione:
Fattori generici (quelli potenziali che potrebbero essere utili);
Fattori specifici (quelli effettivi).
Tangibilit:
Fattori materiali o servizi;
Fattori immateriali.
Provenienza:
Fattori esterni;
Fattori interni.
Obsolescenza:
Lobsolescenza limita la capacit del fattore di partecipare in modo valido allo svolgimento del processo
produttivo e pu colpire:
La struttura organizzativa;
La struttura operativa;
I beni/servizi prodotti.
Lorigine si ha per cause interne o esterne, se interna viene denominata obsolescenza tecnica, se
esterna obsolescenza tecnologica.

Produzione
La produzione rappresenta la trasformazione dei fattori produttivi in beni o servizi. Tale trasformazione non
fa riferimento solo a un processo chimico-fisico dinput-output ma anche a una trasformazione nel tempo e
nello spazio. Si definisce produzione linsieme delle attivit organizzate al fine di ottenere un processo finito
e le principali tipologie sono:
Produzione unitaria (prototipo);
Produzione in serie (grande, media e piccola);
Produzione continua o di processo (produzione industriale).
I livelli di valutazione della gestione aziendale sono rappresentati dallefficienza/efficacia e
dalleconomicit. Tali caratteri si devono attenere ai principi guida che gli operatori economici assumono
nelle loro scelte e nei loro comportamenti. Tutto ci si verifica se durante la gestione vengono rispettati gli
opportuni criteri di valutazione (efficienza, efficacia e economicit).
Lefficienza la capacit di conseguire un dato risultato con il minimo consumo di fattori.
Lefficacia la capacit di conseguire gli obiettivi di una data attivit.
Leconomicit rappresentata dal principio-guida o dalla condizione che riguarda lintera gestione oltre che
le sue parti.
Principio-guida della gestione significa operare con efficienza/efficacia per un equilibrio economico
durevole. La condizione una gestione che sia al contempo efficace ed efficiente attraverso limpiego del
proprio management al proseguimento dellequilibrio economico in quanto fine fondamentale.
Leconomicit come condizione complessa della gestione include una serie di condizioni parziali tra loro
interconnesse:
Efficacia reddituale;
Equilibrio monetario;
Efficienza;
Efficacia gestionale;
Efficacia sociale;
Lefficacia reddituale rappresentata dal rapporto tra costi e ricavi di gestione ed lindicatore di
autosufficienza economica della gestione. Lequilibrio monetario la condizione per la quale lazienda deve
essere in grado di far fronte ai propri impegni di pagamento sia nel breve sia nel lungo periodo. Nel breve
periodo i due equilibri possono a divergere, nel lungo periodo invece tendono a coincidere.

13/05/2013
Rilevazione
Il sistema informativo linsieme ordinato degli elementi che raccolgono, elaborano, scambiano e
archiviano dati con lo scopo di produrre e distribuire le informazioni alle persone che ne hanno bisogno in
un momento ben preciso. Sidentifica, inoltre, come sistema informativo linsieme degli elementi e delle
loro relazioni che determina il procedimento di produzione delle informazioni. Partendo dai dati che
descrivono in origine sia i fenomeni aziendali sia quelli ambientali. Tali procedimenti sono quindi finalizzati
a soddisfare le esigenze conoscitive interne ed esterne allazienda. Il sistema informativo si classifica come
segue:
1. Raccolta;
2. Selezione;
3. Classificazione;
4. Elaborazione;
5. Rappresentazione;
6. Comunicazione;
7. Interpretazione.

La contabilit generale o direzionale


Nellambito del sistema informativo la contabilit generale il fulcro di un insieme di rilevazioni finalizzate
alla misurazione e al controllo degli accadimenti aziendali verso il conseguimento degli obiettivi, inoltre,
permette di misurare il risultato delle operazioni che si riferiscono allazienda nel suo complesso in modo
oggettivo rilevando direttamente, continuamente e in modo semplice gli scambi che lazienda realizza con i
soggetti esterni. La contabilit analitica rappresentata dalle rilevazioni finalizzate alla determinazione di
valori e risultati che si riferiscono a dimensioni particolari della gestione aziendale. Invece le analisi di
bilancio rappresentano una metodologia di analisi a consultivo dei valori finalizzata alla comprensione dello
stato di salute dellazienda, tutto ci tramite la costruzione di indici basati sul confronto di voci o aggregati
patrimoniali ed economici. Il budget il sistema di documenti mediante il quale ogni azienda definisce con
grandezze quantitative ed economico-finanziarie gli obiettivi che intende perseguire. Il reporting
rappresenta il sistema di documenti mediante il quale lazienda formalizza i risultati conseguiti e li
comunica allinterno dellorganizzazione affinch vengano prese le decisioni.

Il sistema informativo e tecnologico


Lintegrazione della contabilit generale con altre procedure ha consentito la realizzazione delle sintesi per
periodi di reddito e di capitoli per periodi infrannuali, il consolidamento in condizioni di efficienza ed
efficacia dei dati provenienti da realt dislocate geograficamente, la determinazione di risultati particolari
mediante la contabilit analitica, il potenziamento degli strumenti per la misurazione a preventivo quali il
budget, gli standard, gli strumenti di previsione e simulazione , gli strumenti di reporting. Nel primo caso si
tratta di software gestionali, nel secondo invece di business intelligence.

Bilancio di esercizio
Il bilancio di esercizio uno strumento di sintesi dei comportamenti aziendali che vengono racchiusi in
valori e riportati in due prospetti: lo stato patrimoniale (SP) e il conto economico (CE). Il primo il
prospetto (fonti/impieghi) che fornisce una fotografia in un determinato momento delle risorse a
disposizione dellimpresa per la gestione futura. Lo stato patrimoniale si divide in attivo e passivo, lattivo
identifica come investito il denaro (impianti, brevetti, ecc.), il passivo invece identifica la provenienza del
denaro che limprenditore ha a sua disposizione (debiti, capitale proprio, ecc.). Il conto economico il
prospetto che evidenzia le vicende della gestione aziendale in un dato periodo in termini di risorse
consumate (costi) e risultati ottenuti (ricavi). Nella sezione di destra del CE posto il valore delle risorse
consumate nel corso dellesercizio, nella sezione di destra invece posto il valore dei risultati ottenuti con
eventuali utili.
Ricavi > Costi = Utile
Ricavi < Costi = Perdita

STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO


ATTIVITA PASSIVITA COSTI RICAVI
Cassa; Debiti verso banche; Costi di esercizio; Ricavi di esercizio;
Clienti; Fornitori; Perdita di esercizio. Utile di esercizio.
Rimanenze; Capitale netto.
Impianti;
Brevetti.

Esempio

STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO


ATTIVITA PASSIVITA COSTI RICAVI
Cassa = 100 Debiti verso banche = 600 8000 10000
Clienti = 1000 Fornitori = 450
Rimanenze = 150 Capitale netto = 1000
Impianti = 400

Redazione del bilancio


Il patrimonio aziendale linsieme dei valori, dei beni, dei diritti e degli obblighi. Il reddito linsieme dei
due stati patrimoniali e della differenza tra il capitale netto di due anni successivi con il risultato di un utile
o di una perdita.

Misurazione dei costi e dei ricavi


Le operazioni di gestione esterna rappresentano il rapporto con il mercato e si concretizzano con lo
scambio dei beni: approvvigionamento (acquisizione sul mercato di input) e collocamento (vendita di
output). Loperazione di gestione interna sono quelle operazioni di combinazione dei fattori produttivi in
assenza di rapporti con terzi (produzione o trasformazione economica). Laspetto economico e monetario
cosi rappresentato:
Lacquisizione genera il costo che viene misurato dalluscita monetaria;
La vendita genera il ricavo che viene misurato dallincasso di moneta.
VALORI ECONOMICI
SITUAZIONE FINANZIARIA VARIAZIONI ECONOMICHE VARIAZIONI ECONOMICHE
POSITIVA NEGATIVA NEGATIVE POSITIVE

Il conto
Il conto uno strumento di rilevazione contabile per conservare in memoria i fatti di gestione. Esso
rappresentato da una tabella a due sezioni: Dare e Avere. Addebitare il conto significa inserire una cifra
nella sezione Dare, accreditare un conto, invece significa inserire una cifra in Avere. Aprire o accendere un
conto significa introdurre il primo valore del conto; movimentare il conto significa inserire una cifra nel
conto; chiudere il conto significa movimentarlo per il suo saldo o eccedenza (Dare Avere) inserendo tale
saldo nella sezione con importo minore. Con tale operazione i titoli Dare e Avere si equivalgono e il conto
chiuso. Si possono avere due tipi di conto:
Bifase: sono movimentati sia in dare sia in avere;
Monofase: sono movimentati solo in Dare o solo in Avere.

Partita doppia
La partita doppia il modello dinterpretazione dei fatti di gestione vigente in Italia e questo viene indicato
come il sistema del reddito. I fatti di gestione interna sono osservati sotto due profili:
Finanziario;
Economico o reddituale.
Nella partita doppia si adottano due serie di conti diversi:
I conti finanziari (variazione delle somme di denaro a disposizione dellazienda);
I conti economici.
Nei conti finanziari in Dare vengono segnate le entrate (aumenti di denaro o crediti), in Avere le uscite
(diminuzioni di cassa o aumenti di debito). Nei conti economici in Dare si hanno i costi (acquisto di beni o
servizi), mentre in Avere i ricavi (cessione di prodotti o servizi).

Esempio
Acquisto di merci = 500 con pagamento contante.
Laspetto finanziario luscita di cassa che va inserita in Avere.
Laspetto economico rileva il costo pari a 500 e viene inserito nel conto di reddito.
Si ha questa scrittura:

DARE AVERE
MERCI C/ACQUISTI A CASSA 500

MERCI C/ACQUISTI CASSA


DARE AVERE DARE AVERE
500 500

Regole contabili
1. Se non vi la manifestazione finanziaria, non possibile effettuare la rilevazione di un qualsiasi
fatto di gestione.
2. Dal momento che la manifestazione finanziaria misura quella reddituale dato il funzionamento
simmetrico dei conti; chiaro che il totale degli accreditamenti pari al totale degli addebitamenti.
Esempio
Vendita di merci con riscossione in contanti

DARE AVERE
CASSA A MERCI C/VENDITE 500

MERCI C/VENDITE CASSA


DARE AVERE DARE AVERE
500 500
Esempio
Estinzione debito di 500 con uscita di cassa

DARE AVERE
DEBITI V/FORNITORI A CASSA 500

DEBITI V/FORNITORI CASSA


DARE AVERE DARE AVERE
500 500

Regole contabili
Una permutazione finanziaria unoperazione che riguarda solo laspetto finanziario e non anche quello
reddituale della gestione (per cui i conti sono finanziari). Non vero il contrario di quanto detto per il solo
aspetto economico.
Questo accade sia con i conti finanziari che vengono accesi a seguito di normali operazioni di
compravendita sia con quei conti finanziari aperti con un prestito in banca (debiti di finanziamento) per
ampliare stabilimento, comprare impianti o pi in generale finanziare lattivit aziendale nel suo complesso.

14/05/2013
Valori finanziari

Certi

Assimilati

Valori finanziari

Che non sono stati determinati a causa


di transazioni non in euro e per essere
contabilizzati necessitano di una stima.

I valori finanziari certi (ex cassa) sono quelli che non presentano rischi dinsolvenza; i valori finanziari
assimilati (ex credito) sono quelli che presentano il rischio di non essere poi trasformati in contanti; i terzi
valori finanziari sono quelli che sono crediti o debiti in valuta estera che per essere trasformati in euro
necessitano di valutazione.

Conti di capitale
I conti menzionati finora non permettono una corretta rappresentazione di un conferimento di denaro da
parte di un imprenditore sia nel momento della costituzione dellazienda, sia in una fase successiva. Questo
perch a fronte di unentrata di cassa non possibile contrapporre un conto di reddito (il conferimento non
certo un ricavo) e neppure di debito. Quindi si preferisce riconoscere nelle variazioni di capitale netto un
ulteriore serie di conti: i conti di capitale. Questi ultimi sono movimentati in avere in caso dincremento di
mezzi propri, in dare quando il capitale netto diminuisce.

CAPITALE NETTO
DIMINUZIONI INCREMENTI
Esempio
Costituzione di un impresa con conferimento di denaro pari a 900

CASSA CAPITALE NETTO


DARE AVERE DARE AVERE
900 900

Dalle scritture continuative a quelle di assestamento


Per la rilevazione occorre che ci sia una manifestazione finanziaria. Nel corso delle scritture continuative un
costo un costo, niente viene detto in relazione al consumo della risorsa acquistata, dove la sua utilit pu
essere esaurita pi o meno in un periodo amministrativo. Per esempio, un costo rilevato nel 2011 non
necessariamente corrisponde a un costo di esercizio del 2011. Il valore racchiuso nel conto impianti, ad
esempio, sar solo in parte consumato nel corso dellanno e solo in parte quindi di competenza
dellesercizio cio costo dellesercizio. Per il resto, un costo che stato sostenuto anticipatamente
rispetto al suo utilizzo cio costi anticipati o sospesi. Per determinare il reddito di esercizio si devono
spezzare i costi rilevati, in sede di scritture continuative, in due pezzi. I costi di esercizio misurano il valore
delle risorse che sono state consumate nel corso del periodo amministrativo e vanno portati nel conto
economico. I costi anticipati o sospesi sono quelli sostenuti anticipatamente rispetto al loro utilizzo e vanno
portati nello stato patrimoniale. Le scritture continuative non possono dire tra i costi, che hanno trovato la
loro manifestazione finanziaria nel corso dellesercizio, quali sono desercizio e quali sospesi. A fine
esercizio occorre rettificare i valori che risultano dalla contabilit.

Costi di competenza non rilevati


Nel corso dellesercizio sono consumate delle risorse che per non danno luogo a unuscita (manifestazione
finanziaria).
Esempio
Nel caso di un affitto che si paga ogni sei mesi in data 01/04 e 01/10 in via posticipata, i tre mesi di canone
che vanno dal 01/10 al 31/12 non sono rilevati in assenza di uscita monetaria, ma risultano di competenza
dellesercizio.
Le scritture continuative non rilevano i costi di esercizio che non hanno trovato la manifestazione
finanziaria nel corso dellesercizio. A fine esercizio i soldi contabili andranno integrati, cosi da aggiungere
anche i costi sostenuti ma non rilevati a quelli da portare bel conto economico.

Scritture di assestamento
Le sole scritture continuative non bastano per la redazione del bilancio al termine dellesercizio e per
trasformare i valori di conto in quelli di bilancio necessari a rappresentare il reddito di esercizio e il
patrimonio finanziario; quindi si devono confrontare con le scritture di assestamento. Queste scritture si
distinguono in:
Scritture di rettifica, che consentono di rinviare al futuro componenti di reddito di non competenza
dellesercizio;
Scritture dintegrazione, che anticipano al presente componenti di reddito di competenza ma
ancora non rilevati.
Le scritture di rettifica rinviano costi e ricavi che si sono manifestati sotto il profilo finanziario e quindi sono
stati rilevati, ma non sono di competenza dellesercizio. Di questi fanno parte lammortamento diretto o
indiretto, le rimanenze merci e i risconti attivi o passivi.

Lammortamento
Lammortamento il procedimento economico contabile di ripartizione in pi esercizi del costo dei beni a
fecondit ripetuta in funzione della loro durata economica. Per le immobilizzazioni materiali, cio linsieme
di tutti i fattori produttivi a utilit pluriennale fisicamente tangibili, si applica il metodo indiretto che fa uso
del fondo di ammortamento; per quelle immateriali, cio tutti i fattori produttivi a utilit pluriennale
intangibili, si applica il metodo diretto che consiste nel portare in deduzione dal costo storico reale del bene
le quote di ammortamento. Per quanto riguarda il bilancio del primo esercizio, il conto di ammortamento
rappresenta un conto di reddito acceso con i costi di esercizio.

I risconti
Il risconto quella quota di costo di ricavo di competenza dellesercizio successivo che per ha gi avuto la
sua manifestazione finanziaria. Il principio contabile della competenza impone di depurare il risultato
dellesercizio in corso trasferendo allesercizio successivo quelle quote di costi o ricavo di sua competenza.
Il risconto pu essere attivo o passivo; quello attivo il costo gi sostenuto ma da stornare in parte in
quanto parzialmente di competenza dellesercizio successivo, il passivo invece il ricavo gi conseguito ma
parzialmente o totalmente di competenza del esercizio successivo.
Esempio

RISCONTO ATTIVO INTERESSI PASSIVI


40 40

Il risconto attivo contiene 40 ed un conto di reddito acceso a conti sospesi. Gli interessi passivi sono
costi di esercizio ed un conto di reddito acceso ai conti di esercizio.
Alla fine dellanno si ha:

STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO


Risconti attivi = 40 Interessi passivi = 40

Esempio
Il risconto passivo una riscossione anticipata di un canone di locazione semestrale di 120 in data 01/11.
Dai 120 gi riscossi e contabilizzati nel conto Fitto attivo 40 rappresentano il ricavo di esercizio mentre
80 sono di competenza del esercizio successivo e dovranno essere tolti dal conto Fitto attivo e vanno
portati in risconti passivi.

FITTO ATTIVO RISCONTI PASSIVI


80 80

Scritture dintegrazione
Consentono di integrare nel sistema dei valori di bilancio alcuni componenti di reddito cui la manifestazione
monetaria avr luogo nel futuro o nei futuri esercizi, ma sono di competenza del esercizio che si chiude. Ne
fanno parte il fondo imposte, il fondo svalutazione e i ratei attivi o passivi.

20/05/2013
Rimanenze merci
Parte delle merci acquistate durante lanno alla chiusura dellesercizio potrebbero rimanere in magazzino a
disposizione dellesercizio successivo (costo anticipato).
Esempio
Acquisto merci per 3000
Rimanenza in magazzino per 1000

MERCI C/ACQUISTI
3000

Costo sospeso = 1000 Costo desercizio = 2000


VARIAZIONE DELLE RIMANENZE FINALI (CE) A RIMANENZE FINALI (SP)

RIMANENZE FINALI A VARIAZIONE DELLE RIMANENEZE FINALI

NOTA BENE: si ha un costo quando: variazione rimanenze finali (CE) a rimanenze finali (SP)
Si ha un ricavo quando: rimanenze finali a variazione rimanenze finali.

Fondo di svalutazione
Alcuni crediti non vengono riscossi generando una perdita su crediti di competenza dellesercizio di cui il
credito stato concesso. Il 31/12 si procede a stimare la perdita che probabilmente si manifester sui
crediti in portafoglio per farla pesare quindi sul reddito dellesercizio.

PERDITA SU CREDITI (CE) A FONDO SVALUTAZIONE CREDITI (CONTO PATRMONIALE) 1000

Bilancio desercizio
Il termine esercizio indica il sistema di valore in unit economiche allinterno di un periodo amministrativo
di durata convenzionalmente pari a 12 mesi. Il bilancio desercizio rappresenta una sintesi del sistema dei
valori con riferimento allimpresa della sua fase di normale e continuo funzionamento. Tale sintesi discende
dai valori che alimentano le rivelazioni di contabilit generale cui si apportano a termine del periodo
amministrativo rettifiche e integrazioni necessarie al fine di un congruo calcolo del termine desercizio e del
connesso capitale di funzionamento a fine esercizio. Il reddito di esercizio costituisce una variazione
positiva o negativa che subisce il capitale netto iniziale del periodo amministrativo. Per effetto della
gestione e delle tecniche di valutazione impiegate per rappresentarla in esercizi successivi. Il capitale netto
iniziale pu essere ricondotto al capitale di bilancio determinato in connessione al reddito dellanno
precedente (se lazienda gi avviata) oppure al capitale di costituzione (se non ha ancora iniziato la
gestione economica caratteristica).

Relazione tra capitale e reddito


Alcuni elementi del capitale iniziale (ratei, rimanenze, ecc.) partecipano direttamente al reddito desercizio
con i suoi componenti. Altri elementi del capitale iniziale (fondo ammortamento, fondo rischi, ecc.) sono tra
i dati di riferimento sui quali si basa la determinazione di alcuni componenti di reddito (ammortamenti,
quote di rischio, ecc.). Alcuni valori (cassa, crediti, debiti, ecc.) sono i dati di partenza per giungere alle
determinazione dei corrispondenti valori da rappresentare nella situazione del capitale finale di
funzionamento. Al termine del periodo amministrativo i valori del capitale iniziale e i valori rilevati durante
il periodo di amministrazione si compongono nella rappresentazione dei componenti del reddito di
esercizio (CE) e nelle sintesi del capitale di funzionamento (SP). Come finalit del bilancio desercizio
potremo avere:
1. Come vero rendiconto della gestione;
2. Come strumento per prospettare i futuri svolgimenti economici della gestione.

I principi contabili
I principi contabili sono norme di buona prassi per la predisposizione del bilancio. Possono acquisire una
diversa valenza in relazione allordinamento giuridico in cui sono inseriti, al ruolo a esse attribuito dal
legislatore, dalla professione contabile, dagli operatori contabili e da altri fattori che possono avere influito
nellevoluzione delle disposizioni tecnico-contabili in un determinato contesto territoriale. Tali principi sono
accettati se soddisfano i seguenti punti:
Sono ritenuti validi dalla migliore dottrina;
Sono applicati dal mondo operativo ossia dalle imprese a cui gli stessi sono indirizzati.
I principi contabili nazionali sono emanati da organismi locali predisposti alla loro emanazione e sono riferiti
allapplicazione delle pertinenti norme contabili. In Italia si ha lOIC (organismo italiano contabilit). I
principi contabili internazionali sono predisposizioni tecniche-contabili accettate a livello mondiale.
Lorganismo pi importante International Accounting Standard Board (IASB), il principale comitato tecnico
della International Accounting Standard Commitend Fondation (IASCF). Tale organismo elabora e delibera i
principi contabili internazionali intesi come IAS (International Accounting Standard) e gli IFRS (International
Financial Reporting Standard) tali principi contabili internazionali vengono introdotti nel panorama giuridico
come unitario per mezzo di regolamenti, mentre le norme di legge nazionali in materia di contabilit
tramite direttive comunitarie. Gli IAS e IFRS sono finalizzati a soddisfare le esigenze conoscitive dinvestitori
potenziali ed effettivi. La comunit finanziaria ha necessit di comprendere leffettivo stato di salute delle
aziende e tutto ci si ottiene dalle informazioni utili ricavabili dei prospetti di bilancio esprimendo un
giudizio sulla situazione attuale e futura.
Il legislatore nazionale dispone che il costo sia il criterio base delle valutazioni di bilancio. Il bilancio redatto
in conformit alle norme di legge nazionale pensato come elemento di garanzia per esaurire le esigenze
informative dei soci di minoranza, dei finanziatori istituzionali, dei creditori e dello Stato.
Gli IAS presentano soluzioni assai pi articolate delle norme italiane, luso dei valori di scambio ha un ruolo
cruciale nella redazione di tali bilanci. Tali principi essendo documenti tecnici sono soggetti a continui
cambiamenti chiedendo quindi uno sforzo continuo di aggiornamento.

21/05/2013
Reddito e conto economico
Il bilancio uno dei modelli fondamentali di analisi delleconomicit aziendale con il fine di consentire la
determinazione e la rappresentazione del risultato economico di esercizio per poter individuare le
condizioni di equilibrio (economica finanziaria e patrimoniale), in cui versa lazienda. Consente inoltre di
sapere se lattivit economica, svolta dallazienda durante lesercizio, ha prodotto utili o perdite; qual in
un determinato istante la struttura del capitale opportunamente articolata in attivit e passivit. Il bilancio
di esercizio composto dallo Stato Patrimoniale (tavola di valori rivolta allindividuazione del capitale di
funzionamento) e dal Conto Economico (tavola dei valori rivolta alla determinazione del reddito di
esercizio). Il risultato economico rappresentato dalla variazione della ricchezza manifestatasi nellarco
temporale considerato dal bilancio, inoltre, dato dalla somma algebrica dei valori assegnati ai fattori
produttivi impiegati nel processo produttivo con i proventi derivati dal disinvestimento della produzione
realizzata. Il reddito di esercizio scaturisce quindi dalla gestione ordinaria e straordinaria fino al
collocamento dei prodotti/servizi ottenuti impiegando i fattori produttivi. Il reddito totale si determina
dalla differenza tra il valore del capitale restituito ai soggetti inizialmente conferenti il capitale di rischio e il
valore dei conferimenti iniziali, aumentati dei prelevamenti e diminuiti dei conferimenti (metodo
patrimoniale). Pu essere inoltre dato dalla differenza della sommatoria delle entrate e della sommatoria
delle uscite con lesclusione di quelle relative al capitale di rischio. Altres pu essere dato dalla differenza
tra tutti i ricavi e tutti i costi (metodo reddituale). Questi tre metodi conducono allo stesso risultato se:
1) Tutti i fattori produttivi sono utilizzati per lattivit produttiva o venduti per stralcio;
2) Tutti i processi produttivi sono ultimati e i prodotti venduti;
3) Tutti i crediti sono incassati e i debiti pagati;
4) Quando non esiste alcun rischio che debba determinare costi o perdite.
Sin individuano periodi amministrativi parziali di una certa durata o esercizi amministrativi nei quali
scomporre la vita aziendale spezzando artificiosamente il flusso continuo della vita aziendale. La periodicit
can la quale si procede alla determinazione del risultato di esercizio fissata convenzionalmente in 12 mesi.
Nella pratica aziendale si potrebbero riscontrare esercizi non coincidenti con lanno solare, seppure di
durata annuale. Se nel corso di un determinato esercizio si verificano determinate operazioni straordinarie
(fusione, scissione, conferimento dazienda ecc.) risulta necessario procedere alla determinazione del
reddito con riferimento a un periodo inferiore a 12 mesi. Alla determinazione del reddito totale concorrono
tutti i costi e ricavi che si sono manifestati durante il periodo desistenza dellazienda. Per determinare
invece il reddito di un singolo esercizio necessario separare i costi e i ricavi di competenza di quel periodo.
Le maggiori difficolt che possono derivare sono dovute alla continuit dei processi economici dellazienda,
in quanto, fanno emergere numerosi valori che sono dovuti a due o pi esercizi; per cui occorre
artificiosamente spezzarli e costruire la tavola dei valori dalla quale scaturisce il risultato economico-
aziendale.
Il principio della competenza
Il principio con cui sindividuano i componenti positivi o negativi di competenza dellesercizio del quale si
vuole determinare il risultato economico la competenza. Vengono utilizzate due logiche con le quali tale
principio pu essere applicato:
Sono considerati di competenza i costi e i ricavi avviati in virt delle iniziative assunte dallazienda
sebbene alla chiusura dellesercizio essi non siano ancora completati.
Sono considerati di competenza i costi e i ricavi legati a processi produttivi compiuti dallesercizio e
chiusi con il conseguimento dei ricavi, sempre che siano state effettuate nel periodo stesso da
parte dellazienda anche le relative prestazioni
Queste due impostazioni si discostano per la diversa considerazione degli utili relativi a processi in corso di
svolgimento che con la prima soluzione sono imputati allesercizio considerato, mentre con la seconda sono
imputati al periodo in cui i processi saranno completati. Le perdite sui processi in corso sono di competenza
del periodo nel quale il relativo rischio emerge, anche se gli stessi devono essere ancora completati.
Il reddito di esercizio ha natura astratta e deriva da un processo di divisione del periodo amministrativo
finalizzato alla periodica determinazione del risultato economico con la conseguenza che a formare tale
risultato concorrono anche valori stimati e congetturati. Varie configurazioni di reddito potrebbero essere
adottate per la determinazione del risultato di periodo e pi in generale, per la predisposizione del bilancio.
I principali modelli sottesi alla determinazione del reddito sono:
Reddito realizzato;
Reddito corrente;
Reddito realizzabile;
Reddito economico.
Il reddito realizzato riflette la configurazione del principio di competenza economica secondo il quale i ricavi
sono giudicati di competenza dellanno se derivano da operazioni di vendita gi concluse, anche se lincasso
non si manifestato in via definitiva. Il reddito corrente si ottiene dalla differenza tra i ricavi realizzati e i
costi sostenuti dei fattori produttivi utilizzati nei processi aziendali. Il reddito realizzabile si basa su
presupposto che sono considerati di competenza di un esercizio i ricavi connessi a processi produttivi
avviati in quel periodo a prescindere se sono stati venduti. Il reddito economico si determina considerando
la variazione che subiscono le prospettive di produzione economica durante lesercizio, intendendo tali
prospettive come lattenuazione della capacit di produrre reddito e si manifesta dalla variazione del valore
economico con la differenza tra il valore del capitale determinato a fine esercizio e quello determinato a
fine dellesercizio precedente.
Il conto economico
linsieme dei componenti positivi di reddito (ricavi) e quelli negativi (costi) di competenza, consentendo la
determinazione del risultato economico di esercizio. Il conto economico viene rappresentato in una
scrittura a sezioni divise e contrapposte nella quale nella sezione di sinistra sono indicati i costi e in quella di
destra sono indicati i ricavi.

CONTO ECONOMICO
COMPONENTI NEGATIVI (COSTI) COMPONENTI POSITIVI (RICAVI)
Costi trasferiti dallesercizio n-1 allesercizio n Costi dal trasferimento dellesercizio n-1
Costi dacquisizione dei fattori produttivi allesercizio n
Quote di ammortamento dei fattori Proventi da dismissioni
produttivi pluriennali Proventi dai fattori produttivi pluriennali
Oneri finanziari e rischi futuri Ricavi conseguiti durante lesercizio
Oneri da dismissione e altre perdite Proventi finanziari e patrimoniali
Oneri tributari Altri ricavi di vario tipo
Ricavi dal trasferimento dallesercizio n a
quelli n-1 UTILE

PERDITA
27/05/2013
Stato patrimoniale e patrimonio
Il capitale di funzionamento di unazienda il complesso dei beni e diritti disponibili per lo svolgimento
dellattivit dellazienda stessa. Esso si configura come una massa dinvestimenti cio impieghi di risorse
monetarie in fattori per mezzo dei quali effettuare processi di produzione e scambio sul mercato di beni
e/o servizi. Le risorse monetarie necessarie alla realizzazione degli investimenti devono essere acquisite
attraverso le fonti di finanziamento. Ne consegue che il capitale di funzionamento dellazienda pu essere
visto sotto una duplice prospettiva:
Gli investimenti, cio impieghi di risorse monetarie;
I finanziamenti, cio le fonti da cui provengono le risorse.

Immobilizzazioni
tecniche
Capitale fisso
Immobilzzazioni
finanziarie

Capitale lordo di
funzionamento Disponibilit

Capitale Liquidit
circolante differite

Liquidit
immediate

Il capitale fisso
Sono le immobilizzazioni ossia gli investimenti realizzati per predisporre le condizioni necessarie a svolgere
durevolmente le attivit aziendali e destinate a essere impiegati in un ampio arco temporale. Le
immobilizzazioni tecniche sono fattori impiegati direttamente nellattivit produttiva dellimpresa, possono
essere materiali (fabbricati, impianti, attrezzature ecc.) o immateriali (brevetti, marchi, concessioni, costi
dimpianto e dampliamento, costi di ricerca e sviluppo). Le immobilizzazioni finanziarie sono composte da
attivit di finanziamento a titolo di capitale di rischio e di credito (partecipazioni azionarie, crediti finanziari
ecc).

Il capitale circolante
composto da: disponibilit, liquidit differite e liquidit immediate. La disponibilit sono i beni che si
rinnovano in un breve arco temporale (massimo alcuni mesi) e comunque almeno una volta nellesercizio.
La liquidit differita sono i crediti di funzionamento, ossia principalmente i crediti verso clienti (che si
creano in seguito alle vendite dei prodotti a termine, cio con successione di dilazione di pagamento agli
acquirenti). Le liquidit immediate sono la cassa e i depositi bancari o postali.

Le fonti di finanziamento
Sono dei capitali raccolti che si contrappongono agli impieghi per lo svolgimento dei processi di gestione
(totale dei mezzi finanziari di cui necessita lazienda per i suoi finanziamenti). Pu essere determinata con
riferimento a:
Occorrenze gi verificate che si identificano nellinsieme delle operazioni in corso di svolgimento e
trova copertura nel capitale proprio e in quello di terzi.
Occorrenze prospettiche, funzione delle operazioni che si prevede effettuare in ragione della
strategia perseguita.
Il finanziamento delle attivit aziendali pu essere attraverso le fonti interne o attraverso le fonti esterne
(capitale di rischio e di debiti)

Le fonti interne (autofinanziamento)


La ricchezza prodotta dalla gestione aziendale trattenuta in azienda.
1) Pu essere un processo di aumento di capitale connesso allaccantonamento di ricchezza prodotta
e non distribuita come dividendi.
2) Pu essere correlato a utili netti realizzati dallazienda o agli utili al lordo delle imposte contabili
non aventi manifestazioni finanziarie.
Si possono verificare due diverse accezioni di autofinanziamento:
Autofinanziamento in senso stretto (o proprio) che deriva dalleccedenza degli utili netti conseguiti
su quelli distribuiti;
Auto finanziamento in senso ampio (o improprio) che comprende anche costi desercizio che non
danno origine in via immediata a corrispondenti manifestazioni finanziarie (somma
dellautofinanziamento proprio e di alcune imposte contabili che non hanno manifestazione
finanziaria ad esempio gli ammortamenti, le svalutazioni e gli accantonamenti a fondi spese futuri).
Lorigine dellautofinanziamento deriva da ricavi e dai costi: il graduale formarsi di capitali in misura
maggiore rispetto ai costi per effetto della gestione costituisce la fonte interna. Per avere
lautofinanziamento occorre che lazienda operi in condizioni di equilibrio economico; senza questo si pu
avere lautofinanziamento da utili al lordo delle imposte contabili non aventi manifestazioni finanziarie ma
non da utili netti. La misura dellautofinanziamento in un determinato periodo non necessariamente
corrisponde alleffettivo incremento delle risorse monetarie a disposizione dellazienda. La parte
dellautofinanziamento monetario si ottiene quale differenza tra ricavi e costi che sono tradotti in
corrispondenti movimenti di cassa in un determinato periodo, la parte non monetaria si ottiene sommando
a quella monetaria la variazione del capitale circolante.

Le fonti esterne
Il capitale conferito indica le risorse apportate dagli investimenti in periodi differenti della vita aziendale
con il vincolo del pieno rischio. Nella societ di capitali detto capitale sociale, il capitale conferito e
lautofinanziamento rappresentano i mezzi propri dellazienda: capitale di rischio. Il capitale di rischio una
fonte:
1) Di finanziamento sia interna che esterna in un lungo periodo;
2) a un elevato grado di rigidit;
3) Di finanziamento ricorrente;
4) A rischio pieno;
5) A remunerazione incerta e variabile.

Il capitale di reddito
Possono essere distinti debiti di finanziamento e debiti di funzionamento; i primi derivano da operazioni
che comportano direttamente unentrata monetaria. I debiti di funzionamento nascono a seguito di
dilazioni commerciali ottenute nellambito di acquisto diversi fattori produttivi: sono corredati a soggetti
che assumono la qualifica di fornitori di beni/servizi dellazienda. Rappresentano un finanziamento in
quanto sostituiscono temporaneamente i pagamenti monetari. Anche i debiti verso i dipendenti sottoforma
di TFR (trattamenti di fine rapporto) e la liquidazione pensionistica cono assimilabili a debiti di
funzionamento. I debiti di finanziamento possono essere classificati in base:
Alla durata: breve e lungo periodo
Al soggetto finanziatore: si distinguono in debito verso il mercato monetario e finanziario, debito
bancario in senso proprio, debito verso organismi finanziari non bancari (leasing factory), debiti
verso privati risparmiatori (soci o societ del gruppo);
Alle modalit di calcolo del costo delle specifiche fonti di finanziamento.
Le pi frequenti forme tecniche di finanziamento sono:
1) Scoperto di conto corrente (aperture di credito, mutui, leasing finanziari);
2) Capitale di debito una fonte di finanziamento esterno, di finanziamento sia di breve che di lungo
periodo, flessibile, sia ordinario che straordinario, che non consente il governo diretto dellazienda,
a rischi limitato.
Le fonti finanziarie si possono distinguere in:
Capitale permanente che fa riferimento alle fonti di finanziamento durevoli nel tempo perch di
lungo periodo, come il capitale sottoscritto e versato dalla propriet e lautofinanziamento
realizzato dalla gestione aziendale;
Passivo consolidato che fa riferimento alle fonti durature di lungo periodo ad esempio debiti
finanziari e funzionali di medio - lungo periodo;
Passivo corrente che fa riferimento alle fonti temporanee di breve periodo debiti finanziari e
funzionali di breve termina da estinguersi entro lanno.

Stato patrimoniale
un prospetto che fornisce la rappresentazione della consistenza quantitativa e della composizione
qualitativa del capitale a disposizione dellazienda a una certa data per svolgere la sua attivit. un
prospetto che consente di acquisire conoscenze pi specifiche riguardanti la struttura finanziaria,
patrimoniale e la solvibilit. La struttura patrimoniale cio le informazioni che si ricavano dallattivit ossia
dagli investimenti in attesa di realizzo che esprimono le forme dimpiego delle risorse monetarie a
disposizione delle imprese. La struttura finanziaria non altro che la composizione delle fonti di
finanziamento e dal rapporto tra patrimonio netto e passivit. La solvibilit sono i dati che si ottengono dal
confronto tra le caratteristiche degli investimenti e quelli dei finanziamenti. Lo stato patrimoniale un
documento a sezioni divise e contrapposte.

STATO PATRIMONIALE
ATTIVIT PASSIVIT
Immobilizzazioni Quote ideali del patrimonio
Disponibilit economiche Capitale sociale
Liquidit differite e immediate Riserve
Utile o perdite desercizio
Utile o perdite portate a nuovo
Passivit consolidate
Passivit correnti

I componenti attivi sono quelle attivit dagli investimenti in attesa di realizzo (immobilizzazione e
disponibilit) dal denaro disponibile e dai crediti di funzionamento (liquidit immediate e differite). I
componenti passivi sono quelle passivit rappresentate dalle obbligazioni assunte verso terzi (debiti di
funzionamento e finanziamento) e dal patrimonio netto (PN) cio la parte del valore che resta delle attivit
dopo aver soddisfatto gli impieghi assunti.
ATTIVIT PASSIVIT = PN
I motivi che determinano le difficolt momentanee dellazienda sono:
Obsolescenza dei fattori;
Instabilit del mercato che genera rigidit strutturale o mancanza di flessibilit;
Forte indebitamento dellazienda;
Strutture finanziarie squilibrate cio prive di scadenza che generano costi del capitale molto
elevati.
Quando unazienda non produce utile e non riesce a essere in equilibrio, occorre:
1) Ridurre gli investimenti
2) Incrementare i finanziamenti.
Il fabbisogno finanziario complessivo il totale dei mezzi finanziari di cui lazienda necessita per i suoi
investimenti. Il fabbisogno residuale il tot dei mezzi finanziari di cui necessita lazienda per i suoi
investimenti al netto dei recuperi che si verificano nella attivit di gestione. Il fabbisogno finanziario
residuale aumenta se:
Aumentano gli investimenti;
Aumentano i crediti.
La velocit di circolazione degli investimenti la velocit temporale di un investimento di ritornare in forma
liquida.

28/05/2013
Rendiconto finanziario
Lequilibrio finanziario, o meglio lequilibrio tra investimenti e finanziamenti, deve avere le seguenti
caratteristiche:
Deve trattarsi di un equilibrio temporale (fonti e impieghi) avendo una scadenza simile o molto
vicina;
Deve trattarsi di equilibrio quantitativo, cio i ritorni monetari generati dai due circuiti devono
consentire la continuazione degli stessi soddisfacendo le attese del mercato dei capitali e degli
stakeholder (portato di interessi) del circuito di produzione;
Deve trattarsi di un equilibrio dinamico cio un equilibrio che va nel lungo periodo.
Il rendiconto un documento che ha come obiettivo i movimenti monetari ed evidenzia le operazioni
aziendali e quelli che hanno assorbito liquidit. I principi contabili nazionali consigliano lutilizzo nella nota
informativa, mentre quelli internazionali lhanno elevato a documento ufficiale del bilancio come il conto
economico, lo stato patrimoniale, la nota informativa e il prospetto delle variazioni del patrimonio netto.
Gli oggetti del rendiconto pi usati sono:
1. Il capitale circolante netto (CCN) cio le variazioni intervenute nelle grandezze finanziarie che
riguardano cassa, crediti, debiti e magazzini.
2. Il flusso di cassa cio le variazioni che hanno per oggetto la cassa.

UTILE DI ESERCIZIO
+ AMMORTAMENTI
+ ACCANTONAMENTI
+ TFR
- PLUS VALENZE
+ MINUS VALENZE
VARIAZIONE CREDITI
+ VARIAZIONE FORNITORI
VARIAZIONE RISCONTI ATTIVI
+ VARIAZIONE RATEI PASSIVI
+ VARIAZIONE DEBITI TRIBUTARI

FLUSSO DI CASSA
ACQUISTO CESPITI
+ VENDITA CESPITI

FLUSSO DI CASSA DA ATTIVIT DI INVESTIMENTO


+/- DEBITI VERSO BANCHE
+ MUTUI NETTI
- DIVIDENDI
+/- CAPITALE (AUMENTI/RIMBORSI)

FLUSSO DI CASSA DA ATTIVIT DI FINANZIAMENTO


+ CASSA E BANCA INIZIALI

BANCA E CASSA FINALI


Nota integrativa
La nota integrativa un doc di natura extracontabile finalizzata a coadiuvare il lettore nellinterpretazione
dei fatti di gestione e andando oltre la semplice elencazione degli effetti finanziari ed economici desumibili
dai prospetti contabili. La nota integrativa quindi fornisce informazioni esplicative e complementari ai dati
presenti nello stato patrimoniale e nel conto economico, descrivendo le grandezze contenute in questi
prospetti e indicando i criteri di valutazione che sono stati utilizzati per misurarle.
Fornisce inoltre ulteriori informazioni su temi che non si prestano allinserimento in un prospetto contabile
come la composizione del capitale umano sia in termini quantitativi sia qualitativi. Non previsto uno
schema obbligatorio bens un contenuto obbligatorio, poich deve essere improntata nel rispetto dei
principi di completezza dellinfo e della sua utilit e rilevanza che inspirano la redazione dei documenti di
bilancio. Le informazioni da includere nella Nota integrativa sono racchiuse in quattro sezioni. La prima
sezione offre le informazioni fondamentali in quanto devono essere illustrati i criteri di valutazione adottati
e le modalit di applicazione. Nella seconda e nella terza vengono forniti i dettagli riguardanti
rispettivamente le poste dello stato patrimoniale e del conto economico, inserendo le informazioni
riguardanti la composizione e il movimento delle voci patrimoniali attive e passive, finalizzate a evidenziare
come si sono evoluti investimenti e strutture finanziarie, e le informazioni relative a misurare la redditivit
delle varie combinazioni produttive attivate in azienda e a valutare i risultati conseguiti nelle diverse aree di
gestione. Infine la quarta lezione offre informazioni aggiuntive di varia natura che spaziano dal dettaglio sui
dipendenti, ripartiti per categoria, e i compensi corrisposti agli organi sociali, alle varie possibili categorie di
azioni con cui pu essere suddiviso il capitale sociale. Inoltre occorre includere nella nota integrativa
ulteriori informazioni:
Eventuali deroghe ai principi che regolano la redazione del bilancio o modifica di alcuni aspetti
formali o sostanziali;
Informazioni sui rapporti che intercorrono tra limpresa ed eventuali societ che su di essa
esercitano il controllo;
Indicazioni sui beni del patrimonio che sono stati oggetto di rivalutazione o svalutazione monetaria;
In seguito al recepimento dellordinamento nazionale delle indicazioni contenute nella direttiva
europea 2006/46, a partire dal bilancio 2009, le imprese sono chiamate a fornire nuove indicazioni
relativamente alle parti correlate e alla natura e allobbiettivo economico di accordi non risultanti
dallo stato patrimoniale.

Relazione sulla gestione.


La relazione sulla gestione un contenitore dinformazioni di carattere qualitativo che accompagna e
collega il bilancio di esercizio e, pur non essendo parte integrante del bilancio, rappresenta un documento
chiave della reportistica aziendale. Questo documento deve porre il lettore nelle condizioni di tracciare la
cornice entro cui interpretare i risultati della gestione che sono stati inseriti descritti in bilancio. Fine ultimo
della relazione sulla gestione quello di offrire agli utilizzatori del bilancio informazioni utili per valutare la
capacit dellimpresa di mantenere o sviluppare condizioni di equilibrio che le permettono di perdurare nel
tempo. Fornisce, inoltre, elementi utili per ricostruire la formula imprenditoriale, cio il modello di
business dellimpresa. Affinch linterpretazione dei dati di bilancio permetta di risalire al funzionamento
della realt aziendale necessario avere informazioni su:
Condizioni interne dellazienda (aspetti istituzionali quali governance e organizzazione, propensione
allinnovazione, attraverso attivit di ricerca e sviluppo);
Condizioni esterne relative sia al macroambiente in cui limpresa opera (ambiente economico,
tecnologico, politico, legislativo e sociale) sia a quelle particolarmente legate alle caratteristiche
dellambiente specifico (mercati di acquisto e di sbocco, settore economico di appartenenza);
Scelte poste in essere nelle gestioni passate e sui piani di sviluppo programmati per quella futura.
Le informazioni in esso contenute possono essere suddivise in tre aree tematiche:
1. Situazione della societ (andamento e risultati della gestione);
2. Rapporti con le consociate;
3. Fatti intervenute dopo la chiusura dellesercizio.
Del bilancio 2008, con il recepimento della direttiva europea 2003/51, la relazione sulla gestione deve
contenere anche:
Indicatori finanziari che sintetizzano i risultati ottenuti;
Indicatori non finanziari, specifici allattivit dellimpresa;
Una descrizione dei principali rischi e incertezze cui la societ esposta;
Informazioni attinenti allambiente e al personale.

Bilancio sociale.
Il bilancio sociale consente di dare un quadro completo e approfondito delle interrelazioni tra limpresa e il
contesto ambientale di appartenenza. collegata al bilancio di esercizio poich da un lato accresce la
capacit informativa e ne completa il flusso dinformazioni, dallaltro trae dal bilancio numerosi dati. Pur
essendo un documento autonomo, dal punto di vista delle modalit di pubblicazione (non obbligatorio)
deve essere redatto successivamente al bilancio di esercizio.

04/06/2013
Indici di perfomance e il valore dellazienda.

Gli indici di bilancio.


Le misure di sintesi che scegliamo di utilizzare per rappresentare le performance di gestione si riconducono
a una sintesi dindicatori tra loro correlati in grado di evidenziare le relazioni che intercorrono tra le
grandezze economiche e finanziarie attraverso cui la realt aziendale si esprime. Gli indici dedicati ad
aspetti di natura economica mirano allaccertamento delle condizioni di economicit della gestione nel suo
complesso e in ambito caratteristico con lo scopo di valutare la qualit-reddito di prodotti e la loro
verosimile ripetibilit. Invece gli indici dedicati ad aspetti finanziari mirano allaccertamento della capacit
dellimpresa di far fronte autonomamente ai propri impegni di pagamento.

Analisi per indici


Tempo: confrontando i risultati ottenuti dellimpresa su un arco di tempo di pi esercizi vedremo
se e quanto essi siano migliorati.
Spazio: confrontando i risultati ottenuti dellimpresa con quelli dimprese operanti nello stesso
settore economico verificheremo se vi un divario o un rilievo.
Macroambiente: condizioni politiche, economiche, sociali e tecnologiche che influenzano lagire
dellimpresa in termini generali poich legate al contesto geografico cui limpresa appartiene.
Microambiente: condizioni relative al contesto competitivo nel quale si verificano fattori che
influenzano i mercati di acquisizione e di sbocco a cui limpresa fa riferimento.

Riclassificazione dei prospetti contabili.


La gestione un fenomeno unitario nello spazio e nel tempo. Tuttavia, le operazioni che la compongono
generano costi e ricavi riconducibili a diverse aree di gestione; si distinguono:
Valori che derivano da operazioni di carattere ordinario e di carattere straordinario;
Nellarea di gestione ordinaria, operazioni afferenti larea di gestione operativa e operazioni di
natura finanziaria.
La rilettura del conto economico secondo questa logica di pertinenza gestionale permette la costruzione di
un prospetto scalare che evidenzia una serie di risultati intermedio che si riferiscono a ogni singola area di
gestione.
CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO SECONDO LA PERTINENZA GESTIONALE
a) Ricavi operativi
b) Costi operativi

Reddito operativo Area operativa


+/- proventi o oneri area finanziaria attiva Area ordinaria
Area finanziaria
Reddito ante oneri finanziari
oneri finanziari

Reddito ordinario
+/- Proventi o oneri straordinari Area straordinaria

Reddito ante imposte Area


- imposte Tributaria

REDDITO NETTO (utile o perdita)

IL CONTO ECONOMICO A VALORE DELLA PRODUZIONE E VALORE AGGIUNTO


Costi esterni (merci c/o acquisti, costi per servizi ecc.)

Valore aggiunto
Costo del lavoro (salari, stipendi, TFR ecc.)
Area operativa
MOL (margine operativo lordo)
- Ammortamenti

Reddito operativo
+/- proventi o oneri finanziari

Reddito ante oneri finanziari (EBT) Area


Oneri finanziari Finanziaria

Reddito ordinario
+/-Proventi o oneri straordinari

Reddito ante imposte


- Imposte

REDDITO NETTO

STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO SECONDO LA LOGICA DI LIQUIDIT/ESIGIBILIT


Attivit correnti (disponibili entro i 12 mesi Le passivit correnti (esigibili entro i 12 mesi
successivi) successivi)
Attivit immobilizzate (disponibili oltre i 12 mesi Passivit differiti (esigibili oltre i 12 mesi successivi)
successivi) Capitali permanenti (capitale di rischio)
STATO PATRIMONIALE SECONDO LA LOGICA DI PERTINENZA GESTIONALE
Attivit legate al ciclo operativo Passivit legate al ciclo operativo
Attivit operative legate alla struttura Debiti finanziari
Attivit finanziarie Capitale netto

Return on equity (ROE)


Per essere utili allanalisi delle condizioni di economicit della gestione, le grandezze fondo e flusso
derivanti dalle operazioni di riclassificazioni dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico, devono essere
messe in relazione secondo una logica che lega i capitali impiegati al risultato ottenuto mediante il loro
impiego. Il ROE rappresenta il confronto tra il capitale impiegato dai soci a titolo di rischio e la ricchezza
netta generata per effetto delle operazioni nel periodo amministrativo. La remunerazione del capitale di
pertinenza del soggetto economico cio il capitale netto (CN) apprezzabile confrontando questultimo con
il reddito netto (RN), che riassume il contributo reddituale offerto da tutte le aree di gestione dopo aver
remunerato tutti gli altri soggetti o fattori produttivi, che hanno contribuito al riassunto ottenuto
nellesercizio amministrativo.

ROE = RN/CN

ROD (return of debts) = Oneri finanziari/ Debiti finanziari

ROI (return of investiment) = EBT / Capitale investito netto

ROI ROD = effetto leva finanziaria che si riesce a esercitare sui capitali presi in prestito

ROI > ROD = effetto leva finanziaria positivo; i soldi investiti nellimpresa fruttano un tasso di rendimento
maggiore del costo di tali saldi.

ROI < ROD = effetto leva finanziaria negativo; deprime la redditivit netta (ROE) quanto pi si fatto ricorso
al debito (DF/CN).

Sebbene in condizioni normali i debiti favoriscono la redditivit netta (ROE) ci non significa che limpresa
possa indebitarsi ad libitum, ma che il capitale proprio debba sempre essere massicciamente presente
per fronteggiare eventuali perdite.
Lanalisi della gestione finanziaria si sviluppa tipicamente su due piani:
Verificare la capacit dellimpresa di far fronte ai propri impegni di pagamento in un ottica di breve
periodo;
Indagare in che misura limpresa in unottica di medio-lungo periodo sia in grado di far fronte ai
propri debiti in via definitiva.
Le condizioni di solidit vengono esaminate indagando la struttura patrimoniale e finanziaria e i rapporti
qualitativi/quantitativi che intercorrono tra queste grandezze. Nella struttura patrimoniale partendo dai
prospetti riclassificati di stato patrimoniale, gli indici di composizione degli investimenti si costituiscono
mettendo a rapporto le principali categorie di investimenti con il totale degli stessi al fine di stabilire il
grado di elasticit della struttura patrimoniale. Nella struttura finanziaria partendo sempre dai prospetti di
stato patrimoniale riclassificato, gli indici di composizione delle fonti si costruiscono mettendo a rapporto le
principali categorie di finanziamenti con il totale degli stessi al fine di stabilire il grado di rigidit della
struttura finanziaria ovvero di verificare a quali fonti limpresa ha fatto ricorso per coprire i propri
fabbisogni finanziari.
Gli indici desumibili dal prospetto dal prospetto riclassificato di stato patrimoniale:
Liquidit generale = Attivo corrente/ Passivo corrente
Liquidit secca = (Attivo corrente- Scorte)/ Passivo corrente
Liquidit immediata = Liquidit immediate/ Passivo corrente a breve
Gli indici desumibili dal rendiconto finanziario:
Coverage (oneri finanziari) = EBITA/ Oneri finanziari
Coverage (debito) = EBITA/ Rimborsi quote di capitale di debito
Coverage (finanziario) =Flusso di cassa della gestione operativa/(oneri finanziari + quota di capitale)

Il capitale di funzionamento
Il capitale di funzionamento indica il capitale netto di una societ risultante dal bilancio ordinari di esercizio
redatto secondo un ottica di continuit gestionale. La redazione periodica del bilancio finalizzata alla
conoscenza della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica di una societ a una determinata data
richiedendo che gli elementi che la compongono siano espressi sulla base di criteri stabili e coerenti nel
tempo. Il sistema contabile di riferimento fissa delle regole precise per indirizzare gli operatori aziendali
nella valutazione delle attivit in condizioni di regolare il funzionamento dellimpresa. Invece il conto
economico mira a esprimere il valore espresso globalmente dallimpresa tenendo conto del modo con cui le
singole parti interagiscono durante la vita aziendale. Il valore dellazienda consiste in un processo finalizzato
alla stima del suo valore tramite lutilizzo di uno o pi metodi specifici. Lidentificazione di tale valore
avviene mediante un processo complesso di misurazione che si basa sulla scelta di un metodo in grado di
rappresentare lazienda. In condizioni di normale funzionamento la difficolt di tale processo discende dal
fatto che il valore dellimpresa dipende dalla corretta previsione delle sue performance future che a sua
volta dipende da una molteplicit di fattori legati alla storia dellimpresa e dagli andamenti futuri. Le
differenti formule valutative dellimpresa determinano notevole variet dimpostazioni teoriche e di
comportamenti applicativi nei mercati finanziari. Unazienda pu essere valutata sulla base dei flussi di
cassa che produrr in futuro. Trovano maggior riscontro: i metodi di valutazione patrimoniale basati sulla
determinazione analitica del valore degli assetti aziendali, i metodi reddituali basati sulla determinazione
del risultato economico normalizzato e i metodi misti (patrimoniale e reddituale).

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