1.2.2 Natura
Bisogna poi chiedersi quale sia la natura della responsabilit precontrattuale:
1)extracontrattuale: con prescrizione in 5 anni. La giurisprudenza, anche quella della Cassazione
unanime allattribuire natura extracontrattuale alla responsabilit precontrattuale. 2)
contrattuale: con prescrizione in 10 anni. a favore di questa natura si era pronunciato il Tribunale
di MILANO, stabilendo che la responsabilit da prospetto ha natura precontrattuale e che la
responsabilit precontrattuale ha natura contrattuale. Per la cassazione, nella sentenza
Tessival vs Banco di Napoli ha stabilito che: 1)la responsabilit da prospetto diversa dalla
responsabilit precontrattuale; 2)la responsabilit precontrattuale ha natura extracontrattuale.
Ora c unapposita disciplina nel TUF.
2
stipulanti, di un contratto dello stesso oggetto, altrettanto o pi vantaggioso di quello non
concluso. forti critiche in dottrina, poich se un contraente trascura un affare confidando nella
conclusione di un altro meno conveniente si occupa in modo negligente e irragionevole, pertanto
non merita tutela. Questa massima frutto in realt della corruzione di unaltra massima.
3
buon fine. La funzione di questa responsabilit non consiste nel sanzionare il convenuto per aver
tenuto una condotta illecita; ci dovuto al fatto che il recesso e lecito.
4
Nel caso in cui il vizio sia solamente incidente, ovvero quando la vittima della violazione
dellobbligo di informazione, avrebbe comunque concluso il contratto anche se a condizioni pi
favorevoli. Da qui possono derivare due diversi scenari:
a)Se la vittima riesce a dimostrare a quali condizioni diverse avrebbe concluso il contratto:
il danno risarcibile pari alla differenza tra il prezzo reale (pagato) e quello che sarebbe stato
pagato se fosse stato noto il vero stato delle cose (prezzo ipotetico). Se il prezzo non ancora
stato pagato, pu pretendere la riduzione dellimporto. [prezzo reale prezzo ipotetico= danno
risarcibile // riduzione del prezzo da pagare]
b)Se la vittima non riesce a dimostrare le diverse condizioni ci sono due diversi criteri di
calcolo del danno: 1) prezzo promesso/pagato valore reale del bene (come nel caso di vizio
determinante del consenso. 2) prezzo pagato prezzo ipotetico calcolato in f(x) del rapporto tra
valore ipotetico/valore reale del bene .
1.4.6. il caso in cui il valore del bene sia diminuito nel tempo
Se il bene perde valore tra la conclusione del contratto, la scoperta del vizio e lesercizio della
domanda giudiziale per fattori indipendenti dalla violazione dellobbligo dinformazione il danno
risarcibile pari alla differenza tra prezzo pagato/promesso il valore del bene al momento della
conclusione del contratto. Diversamente la vittima della violazione riuscirebbe a trasferire sulla
controparte rischi indipendenti dalla violazione dellobbligo di informazione, che ha liberamente
assunto. Questo vale sia per vizio incidente che determinante. Se si sostenesse che se il vizio
determinante la vittima dovrebbe poter trasferire sulla controparte tutte le conseguenze
negative dellaffare: il danno risarcibile sarebbe determinato sulla base di un criterio di causalit
naturale, e la controparte sarebbe una sorta di assicuratore della vittima. La vittima sarebbe
cos posta in una posizione migliore di quella in cui si sarebbe trovata se non avesse subito la
violazione, non dovendo sopportare rischi a cui sarebbe comunque stata esposta. A questa
disciplina esiste uneccezione; in caso di dolo determinante il consenso, la vittima pu
pretendere: lannullamento del danno pi un risarcimento pari alla differenza tra prezzo
pagato/promesso ma non anche i danni successivi, perch dalla scoperta del vizio, la vittima si
assunta il rischio che il valore del bene diminuisse ulteriormente a causa di fattori indipendenti
dalla violazione dellobbligo di informazione. Su questa disciplina vi sono due sentenze
contrastanti:
FREEDOM LAND: ESCLUSO dal RISARCIMENTO il rischio di perdita di valore assunto
dallinvestitore, perch si PRESUME che anche con le informazioni corrette ci sarebbe stato
linvestimento in azioni.
ERGETON VS ITALEASE: COMPRESE ne RISARCIMENTO anche le conseguenze negative
dellinvestimento, perch si PRESUME che non ci sarebbe stato investimento con delle
informazioni corrette.
1.4.7. il caso in cui il valore del bene sia aumentato nel tempo
Nel caso in cui il valore del bene sia aumentato nel tempo a causa di fattori indipendenti dalla
violazione dellobbligo di informazione, la regola generale che il danno deve essere
commisurato al valore del bene al momento della conclusione del contratto. Non si pu
pretendere che il danno subito dalla vittima per violazione di obblighi di informazione sia
5
compensato con quanto la vittima ha guadagnato a causa di un aumento del valore del bene che
non stato causato dalla stessa violazione.
2.1.2.
Per il perfezionamento del contratto vige, la regola della recezione, secondo la quale ex Art.
1326. Conclusione del contratto. 1) Il contratto concluso nel momento in cui chi ha fatto la
proposta ha conoscenza dell'accettazione dell'altra parte. Oltre a questa regola segue quella
espressa dallart. 1334/35: Art. 1335. Presunzione di conoscenza. La proposta, l'accettazione, la
loro revoca e ogni altra dichiarazione diretta a una determinata persona si reputano conosciute
nel momento in cui giungono all'indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato,
senza sua colpa, nell'impossibilit di averne notizia.
Art. 1334. Efficacia degli atti unilaterali. Gli atti unilaterali producono effetto dal momento
in cui pervengono a conoscenza della persona alla quale sono destinati. La giurisprudenza ha
negli anni consolidato il principio della spedizione o emissione: ha consolidato negli anni il
PRINCIPIO DELLA SPEDIZIONE/EMISSIONE. Nella formazione del contratto tra persone lontane la
revoca della proposta comunicata per lettera impedisce la conclusione del contratto se spedita
allaccettante prima che il proponente ricevesse laccettazione. Mentre per la efficacia della
revoca dellaccettazione, la legge pone laccento sul momento finale, per la revoca della
proposta laccento posto sul momento iniziale. Questo orientamento, accettato anche da una
parte della dottrina, vede la revoca come un atto indirizzato non recettizio che produce i suoi
effetti dal momento della spedizione. Ci per incompatibile con gli articoli 1334 e 1335 in
quanto, proposta, accettazione, revoca si reputano conosciute nel momento in cui giungono
allindirizzo del destinatario. Una sentenza della Cassazione del 2000, si cosi discostata dai
precedenti giudiziali affermando che: Rileva il momento della ricezione, non quello della
spedizione. Questa soluzione pi aderente al principio dellaffidamento, risponde meglio alle
esigenze di garanzia e certezza dei traffici commerciali che sarebbero seriamente compromesse
se si consentisse al proponente di fornire la prova di aver affidato a terzi, prima di ricevere
laccettazione, lincarico di comunicare la revoca della proposta/spedire la revoca allaccettante.
Critiche apportate alla sentenza perch diverge dalla posting/mailing rule anglosassone e anche
dai principi di UNIDROIT. Per questa sentenza ha il pregio di uniformare la regola della recezione
cui prima la revoca della proposta era sottratta. Un fatto caratterizzante il nostro ordinamento
che vi sono stati introdotti alcuni principi internazionali: 1) proposta e accettazione producono i
loro effetti quando pervengono al destinatario; 2) la proposta pu essere revocata se perviene al
destinatario prima che questi spedisca laccettazione; 3) la revoca dellaccettazione deve
pervenire prima o contemporaneamente allaccettazione; 4) la proposta irrevocabile pu essere
ritirata con atto che pervenga prima o contemporaneamente alla proposta al destinatario.
2.1.3.
6
Nella disciplina della revocabilit della proposta, una norma di fondamentale importanza
lart. 1329 sulla proposta irrevocabile chiamata anche proposta ferma. 1)Se il proponente si
obbligato a mantenere ferma la proposta per un certo tempo, la revoca senza effetto.
2)Nell'ipotesi prevista dal comma precedente, la morte o la sopravvenuta incapacit del
proponente non toglie efficacia alla proposta, salvo che la natura dell'affare o altre circostanze
escludano tale efficacia. E lart. 1331 prevede il patto o contratto di opzione: 1)Quando le parti
convengono che una di esse rimanga vincolata alla propria dichiarazione e l'altra abbia facolt di
accettarla o meno, la dichiarazione della prima si considera quale proposta irrevocabile per gli
effetti previsti dall'articolo 1329. 2)Se per l'accettazione non stato fissato un termine, questo
pu essere stabilito dal giudice. Gli effetti di entrambi gli istituti, linefficacia della revoca o della
dichiarazione, ci consente di distinguere la proposta irrevocabile e lopzione dagli altri negozi
strumentali o preparatori: 1)contratto preliminare(che obbliga a concludere un contratto
definitivo, che richiede cmq un comportamento dei promittenti); 2)patto di prelazione(impone
non di alienare il bene, ma di offrire al prelazionario lacquisto se decider di vendere);
3)impegni precontrattuali (comunque non possono dare vita ad un contratto).
2.2. la proposta irrevocabile: effetti, funzione e natura. Le proposte irrevocabili ex lege o per
natura.
2.2.1
La proposta irrevocabile stata introdotta nel codice del 1942 secondo cui: revocabilit
della proposta fino al perfezionamento del contratto; in dubbio se si potesse rinunciare al potere
di revoca e quali effetti avrebbe potuto avere; in dubbio se lopzione fosse un contratto
condizionato condicio iuris (valido) o si volim (nullo). Oggi vi sono poi alcuni casi di
irrevocabilit della proposta: -Art. 1333. Contratto con obbligazioni del solo proponente.
1)La proposta diretta a concludere un contratto da cui derivino obbligazioni solo per il
proponente irrevocabile appena giunge a conoscenza della parte alla quale destinata. 2)Il
destinatario pu rifiutare la proposta nel termine richiesto dalla natura dell'affare o dagli usi. In
mancanza di tale rifiuto il contratto concluso.
-Art. 1887. Efficacia della proposta. La proposta scritta diretta all'assicuratore rimane
ferma per il termine di quindici giorni, o di trenta giorni quando occorre una visita medica. Il
termine decorre dalla data della consegna o della spedizione della proposta.
-Art. 732. Diritto di prelazione. 1)Il coerede, che vuol alienare a un estraneo la sua
quota o parte di essa, deve notificare la proposta di alienazione, indicandone il prezzo, agli altri
coeredi, i quali hanno diritto di prelazione. Questo diritto deve essere esercitato nel termine di
due mesi dall'ultima delle notificazioni. In mancanza della notificazione, i coeredi hanno diritto di
riscattare la quota dall'acquirente e da ogni successivo avente causa, finch dura lo stato di
comunione ereditaria. 2)Se i coeredi che intendono esercitare il diritto di riscatto sono pi, la
quota assegnata a tutti in parti uguali.
2.2.2.
Leffetto di una proposta irrevocabile non la creazione di un obbligo a mantenere ferma la
proposta al quale conseguirebbe in caso di violazione, il risarcimento del danno, ma il sorgere
della soggezione del proponente allaccettazione fino alla scadenza del termine fissato, con il
correlato potere delloblato. La proposta irrevocabile comporta dunque una privazione ex lege
del potere di revoca della proposta. Diverso, naturalmente, il caso del ritiro della proposta
irrevocabile, ammesso nei medesimi termini previsti per la proposta semplice ossia se viene a
conoscenza del destinatario prima che gli pervenga la proposta. In dottrina si dice che
limpegnativit della proposta irrevocabile avrebbe carattere reale.
2.2.3.
Lulteriore effetto della proposta ferma dato dalla sopravvivenza dellefficacia della
proposta irrevocabile alla morte o alla sopravvenuta incapacit del proponente. La proposta
irrevocabile resta infatti accettabile fino alla data fissata dal proponente, anche se questi sia nel
frattempo deceduto o divenuto incapace. Tale regola non opera quando la natura dellaffare
esclude tale efficacia. Secondo una parte della dottrina, il riferimento normativa permette di
sottrarre alla regola generale dellart. 1329. Per parte della dottrina si pu sottrarre alla regola
dellart 1329 anche la proposta fatta nellinteresse del proponente o presupponente una sua
particolare situazione, ovvero quella in cui le altre circostanze sembra sovrapporsi a quello della
natura dellaffare e si ricadrebbe ancora nellipotesi del contratto caratterizzato dallintuitus
7
personae. Allora le altre circostanze (1329,2) impedienti la sopravvivenza della proposta ferma
consisterebbero espressa previsione della caducazione della proposta in caso di morte o di
incapacit sopravvenuta! Per la ratio della sopravvivenza della proposta contrattuale
irrevocabile sembra autorizzare che la caducazione potrebbe essere indicata anche in modo
implicito.
2.2.4.
La funzione della proposta irrevocabile quindi quella di agevolare e stimolare linteresse
delloblato concedendogli un adeguato spatium deliberandi, senza subire il rischio di veder
vanificati, con la revoca, il tempo e le risorse finanziarie spesi per lesame dellaffare.
Lirrevocabilit della proposta consente al destinatario di effettuare le indagini necessarie,
cercare finanziamenti, impostare trattative contrattuali con terzi, confidando nella stabilit
dellofferta.
2.2.5.
Sulla natura giuridica della proposta irrevocabile la dottrina pu essere distinta in due
orientamenti: 1)proposta costituita in due atti(proposta semplice + rinuncia al diritto di revoca);
2) negozio unilaterale unico e non componibile; allinterno di questo secondo orientamento, se
ne raccolgono diversi: 1)promessa unilaterale (non adottata in giurisprudenza), 2)negozio
giuridico, 3)proposta caratterizzata dalla irrevocabilit. A queste diverse qualificazioni, si
aggiunge quella della dottrina secondo cui la proposta irrevocabile unopzione gratuita
concessa dal soggetto che si vincola alla irretrattabilit della dichiarazione.
2.3.2.
Perch la proposta sia considerata irrevocabile, occorre quindi che emerga chiaramente,
che il proponente vuole tenerla ferma ed occorre, che il proponente indichi il termine fino al
quale la proposte resta ferma. Questa caratterizzazione capace di risolvere problemi
qualificatori di fattispecie, rispondendo allesigenza di certezza del diritto, ma rischia di tradire
laffidamento che loblato ragionevolmente ripone sulla sua revocabilit. Da un lato,
lirrevocabilit desumibile dalle circostanze, dallaltro lato, la mancata indicazione di un
termine dirrevocabilit non comporta limpossibilit di una sua determinazione. Lorientamento
che per fa si che la mancata fissazione del termine travolge completamente la clausola di
irrevocabilit, sembra essere eccessivamente distruttiva. A questo proposito si espressa la
corte di Cassazione: SSUU N.2103/75: la fissazione di un termine di irrevocabilit presupposto
essenziale della validit del vincolo. A sostegno di questa previsione ci sarebbe lart 1329,1 che
parla di un certo tempo durante il quale la revoca della proposta non ha effetto. NB: solo il
proponente pu vincolarsi. Quindi: necessario che emerga chiaramente che il proponente vuole
tenere ferma la proposta e che venga indicato il termine entro cui la proposta irrevocabile.
8
2.3.3.
Un problema contrastato concerne la sopravvivenza della proposta irrevocabile, come
proposta semplice, quando sia inutilmente decorso il termine dirrevocabilit. Aderendo alla tesi
della doppia dichiarazione si potrebbe giungere alla conclusione per cui, la proposta sopravvive
come semplice fino al termine allart. 1326. Seguendo la tesi unitaria, il termine di irrevocabilit,
si presumono coincidenti, salvo che diversamente emerga dallinterpretazione della volont del
proponente.
2.3.4.
Per quanto appena detto, laccettazione tardiva della proposta irrevocabile pu essere
ritenuta efficace dal proponente, purch egli ne dia immediatamente avviso allaltra parte. Ci si
deve invece chiedere, cosa accade se loblato di una proposta ferma emette unaccettazione non
conforme o contro-propone un diverso regolamento contrattuale. La giurisprudenza ritiene che la
controproposta equivalendo a nuova proposta, implichi una rinuncia implicita alla proposta
irrevocabile.
2.4.2.
Per quanto riguarda la proposta ferma di acquisto, il soggetto che si propone
irrevocabilmente come acquirente, sar assoggettato allacquisto con laccettazione del
destinatario ritualmente effettuata e sar tenuto al pagamento del corrispettivo, sempre che il
bene ancora esista in capo allaccettante. Se loblato accetta, pur avendo nel frattempo alienato
il bene ad un terzo, lart. 1479 impedisce di ritenere nullo il contratto cosi perfezionatosi: al
proponente spetter di chiedere la risoluzione del contratto oltre al risarcimento del danno.
Quando il bene sia perito o trasformato, il contratto finale dovr considerarsi nullo. Per il caso di
proposta ferma di vendita: 1) se il perimento o la distruzione del bene avvengono durante il
periodo di irrevocabilit: il proponente responsabile precontrattualmente (1338) se si comporta
in malafede nella formazione del contratto. Anche quando perimento/distruzione sono
involontari/non colpevoli, il proponente deve tempestivamente avvisare loblato del venir meno
delloggetto della prestazione.
2)in caso di alienazione del bene al terzo: la proposta irrevocabile non ha efficacia esterna
anche se il terzo in malafede. C responsabilit risarcitoria del proponente/concedente
dellopzione e delleventuale corresponsabilit del terzo in malafede. In caso di accettazione post
alienazione del bene oggetto, il contratto risolubile da parte dellaccettante ex art 1479 (salvo
che non gli venga comunque procurata la propriet del bene). Da qui possono delinearsi due
scenari: 1) se non accetto perch so dellalienazione del bene egli pu agire per il risarcimento
ex 1337; 2) se accetto sapendo dellalienazione il proponente deve procurare la propriet del
bene allaccettante, altrimenti questi potr chiedere sia la risoluzione che il risarcimento.
2.4.3.
Un diverso problema si pone nellipotesi in cui il bene risulti deteriorato, alterato, modificato
o abbia perduto il valore economico che aveva alla data della proposta. Se il destinatario ha gi
accettato la proposta, egli potr agire in base alle norme che disciplinano la vendita per la
risoluzione del contratto o per la riduzione del corrispettivo. Se il destinatario non la accetta,
9
sarebbe ipotizzabile una sua richiesta di risarcimento del danno ex art. 1337, dovendosi provare
la scorrettezza del proponente. Se infine, il bene totalmente diverso da quello della proposta ci
sono 2 soluzioni. 1)risoluzione perch c stata consegna di aliud pro alio. 2) nullit per
mancanza delloggetto o dellaccordo delle parti sulloggetto.
2.4.4.
Le considerazioni appena svolte ci permettono di risolvere anche lipotesi di proposta
irrevocabile avente per oggetto un bene parzialmente altrui.si tratta di applicare direttamente le
norme sulla vendita, quando loblato abbia accettato nellignoranza della situazione reale; di
ricorrere invece agli art. 1337/38 quando loblato non accetti la proposta.
2.4.5.
Resta da verificare se lemissione di una proposta sia fonte di obbligazioni in capo alloblato.
La risposta apparentemente semplice, poich , non trattandosi di contratto ma di atto o
negozio, la proposta non crea obbligazioni.
2.4.6.
Ci si chiede se applicabile un rimedio risolutorio per il caso di eccessiva onerosit della
prestazione intervenuta dopo lemissione della proposta. NO: il proponente pu cautelarsi
comunicando alloblato le sopravvenienze accorse e agire sul contratto gi concluso. NO: perch
la proposta irrevocabile non un contratto. SI: assimilazione della proposta irrevocabile
allopzione , quindi applicabili i suoi rimedi. Non vi quindi una sola soluzione.
2.5. LOPZIONE E LAUTONOMIA DELLE PARTI NEL PERSEGUIMENTO DELLE LORO RISPETTIVE
ESIGENZE
2.5.1.
Col lopzione le parti convengono che una di esse rimanga vincolata dalla propria
dichiarazione e laltra abbia la facolt di accettarla o meno, con effetto di inefficacia di
ritrattazione del concedente. Anche se diffusa la definizione dellopzione come patto sulla
irrevocabilit della proposta, il contenuto del contratto normalmente pi ampio: generalmente
entrambe le parti concordano il contenuto del futuro contratto, modi e tempi per lesercizio
dellopzione, la corresponsione di un premio.
2.5.2
Qualche esempio: CALL OPTION- allesercizio dellopzione, vi leffetto traslativo della
propriet di un bene dal concedente lopzione allaltra parte. Il premio pagato pu essere
computato al prezzo finale (ma le parti possono decidere diversamente).
2.5.3.
Le parti possono stabilire che lopzionario eserciti lopzione solo alla data di scadenza del
termine convenuto oppure in un certo arco temporale oppure in qualsiasi momento compreso tra
la data di concessione dellopzione e fino allo scadere di un dato termine. Se il termine non
stato convenzionalmente fissato, ciascuna parte potr chiedere al giudice di determinarlo.
2.5.4.
Molto diffusa la concessione di opzioni quando si compravendono partecipazione
societarie. Se tizio vende a caio una parte della sua partecipazione, che conferisce a caio il
controllo societario, nel contratto di vendita tizio pu riservarsi unopzione per vendere anche la
residua sua partecipazione nella societ. PUT OPTION: lopzionario lalienante; il concedente
lacquirente. Se si esercita lopzione, la propriet del bene trasferita dallopzionario alienante al
cedente che dovr pagare il prezzo pattuito.
2.5.5. 2.5.6.
Il contratto di opzione pu essere finalizzato alla conclusione di qualsiasi tipo contrattuale:
locazione, somministrazione, appalto, mutuo. Si tratta infatti di uno strumento neutro che pu
addirittura essere usato per contratti di tipo preliminare. La sua versatilit trova poi conferma
anche nel fatto che lo stesso legislatore ad usarlo nei vari settori dellordinamento.
2.5.7.
10
Quindi la definizione di opzione come patto sulla irrevocabilit della proposta quindi molto
stretta, poich la dichiarazione dellopzione non coincide con una proposta, dato che c una
comune determinazione delle parti. Pu al massimo essere considerata come proposta nel senso
che esprime una volont completa e impegnativa del concedente, con carattere per
irrevocabile.
2.6.2.
La struttura del contratto dopzione indica chiaramente che il contratto finale si perfeziona
solo con l'accettazione, ossia con un elemento costitutivo del contratto, e non invece che il
contratto finale gi concluso: dopo l'entrata in vigore del codice, la qualificazione del contratto
d'opzione, in termini di contratto finale condizionato andata perdendo.
2.6.3.
La distinzione dell'opzione dalla proposta ferma si basa sulla loro diversit quoad naturam,
essendo per la tradizionale dottrina, medesimo l'effetto. In giurisprudenza, la distinzione pare
poggiare esclusivamente sulla struttura unilaterale o bilaterale. Su tale differenza si espressa
anche la corte di cassazione che ha cosi dichiarato:1)proposta irrevocabile: una parte
unilateralmente fa una proposta e promette di mantenerla ferma per un certo lasso di tempo.
L'irrevocabilit dipende dalla volont del proponente.
2)opzione: due parti convengono che una di esse sia vincolata dalla dichiarazione mentre
laltra libera di accettarla o meno. L'irrevocabilit dipende dalla volont delle parti. Ci si chiede
allora come possano coesistere gli art. 1331 e 1329. Una teoria si basa sul fatto che la proposta
irrevocabile risulta essere gratuita, mentre l'opzione onerosa.
2.6.4.
Lopzione gi un contratto in cui le parti decidono che una di esse sar assoggettata alla
futura conclusione di un altro contratto, mentre laltra libera di decidere se perfezionarlo o no,
esercitando lopzione. Da qui l'opzione un contratto che attribuisce allopzionario attribuito il
diritto di costituire il rapporto contrattuale finale mediante una propria dichiarazione di volont.
E quindi un contratto autonomo produttivo di propri effetti (es pagamento del premio) ma
strumentale al perfezionamento del contratto finale. Il contenuto del contratto finale gi
compreso nel contratto di opzione il quale deve essere completo. In proposito la giurisprudenza,
ha affermato la necessit di una completa determinazione del contenuto del contratto di
opzione. Ma la sua determinabilit appare naturalmente, sufficiente, e la dottrina tutta in
questo senso: basta quindi che le parti prevedano i criteri sulla cui base, si possano identificare
le prestazione o che esse demandino ad un terzo la determinazione dell'oggetto.
2.6.5.
La completezza della dichiarazione consente di distinguere l'opzione dai meri accordi
precontrattuali o dagli accordi preparatori in senso stretto. In tal senso si espresso il tribunale
di Bari: a quanto gi detto aggiunge che il patto di opzione si risolve in un contratto strumentale,
gratuito o oneroso, destinato a realizzare ed esaurire la sua funzione con il perfezionamento del
contratto finale. Questo ha funzione di negozio preparatorio ma non assorbito dal contratto
finale.
2.7. LACCORDO DELLE PARTI. LA CAUSA DEL CONTRATTO D'OPZIONE. TESI DELLA SUA
NATURA NECESSARIAMENTE ONEROSA.
2.7.1.
Occorre sempre Da tenere presente che la conclusione del patto dopzione immediata,
mentre quella del contratto finale successiva. Si segnala anche che la parte proponente del
contratto d'opzione, non necessariamente coincide con la parte concedente l'opzione. Il
contratto dopzione pu concludersi o in presenza di entrambe le parti o anche a distanza,
11
tramite lo scambio di una proposta di opzione e di unaccettazione dopzione. Proposta e
accettazione dovranno avere necessariamente la forma scritta se tale forma richiesta per il
contratto finale (se si ammette anche lopzione gratuita, la forma sarebbe richiesta solo per la
proposta). Il contratto finale si perfezioner con l'esercizio dell'opzione, il quale dovr rispettare
la forma prevista per il contratto finale.
2.7.2.
Ci si chiede poi se l'art. 1333 possa essere applicabile all'opzione gratuita. (Art. 1333.
Contratto con obbligazioni del solo proponente. 1)La proposta diretta a concludere un
contratto da cui derivino obbligazioni solo per il proponente irrevocabile appena giunge a
conoscenza della parte alla quale destinata. 2)Il destinatario pu rifiutare la proposta nel
termine richiesto dalla natura dell'affare o dagli usi. In mancanza di tale rifiuto il contratto
concluso). Per la giurisprudenza no, perch per perfezionare il contratto di opzione ci vuole il
consenso di entrambe le parti. ES: Tribunale di MILANO (1986): per qualificare una proposta
come offerta irrevocabile o opzione, bisogna cercare se esiste unaccettazione della controparte,
e solo in questo caso sar possibile riconoscere la convenzione richiesta dallart 1331.
2.7.3.
Secondo alcuni autori non possibile applicarlo allopzione perch non sovrapponibile con
lart 1331, dato che rappresentano due tecniche diverse di perfezionamento del contratto.
Quindi anche nel caso di opzione gratuita, sono necessarie due manifestazioni di volont
espresse. Secondo altri autori invece, possibile che lopzione gratuita si perfezioni con il
meccanismo della proposta seguita dal mancato rifiuto. In questo caso dubbio se nel caso
pratico si tratti di proposta irrevocabile o di opzione; ad esempio per riconoscere se si tratta di
unopzione, si pu verificare se lirrevocabilit discende da un accordo delle parti.
2.7.4.
Secondo Rodolfo Sacco lopzione si appoggia ad una causa onerosa, perch la
convenzione di cui allart 1331 segnalerebbe la rilevanza e lessenzialit dellespressione di
entrambe le dichiarazioni. Si presuppone limpegno allirrevocabilit dietro una
repromissione/controproposta del beneficiario. Nel caso di impegno assunto senza corrispettivo,
disciplina dellart 1329. Alcuni studiosi dicono che la proposta irrevocabile una fattispecie di
opzione gratuita proposta dal soggetto che si vincola allirrevocabilit. Quanto alla
giurisprudenza v segnalata la sentenza della Corte D'Appello di Milano: a differenza che nella
proposta irrevocabile ove la fonte della irretrattabilit costituita dalla volont unilaterale del
proponente e dalla fissazione di un termine nell'opzione tale irretrattabilit deriva da una vera e
propria convenzione tra proponente e controparte, ossia un incontro di volont tra queste parti.
Secondo il tribunale di milano quindi la put option non gratuita nonostante la mancata
pattuizione di un premio
2.7.5.
Nonostante la tesi dellonerosit necessaria dellopzione sia accattivante, rimangono alcune
perplessit. Nel nostro ordinamento non si trovano ostacoli a conoscere la versione gratuita di
contratti che non sono legislativamente onerosi, e sono ammessi anche i contratti gratuiti atipici,
se supportati da causa apprezzabile per cui anche il contraente sacrificato tragga vantaggi
economici dalla conclusione del contratto (ad esempio: opzione come clausola in un contratto
oneroso). Nulla anche vieta che questo accordo si formi secondo lart 1333. Per, se
ammettessimo lopzione gratuita, se il termine per laccettazione fosse molto lungo, il lungo
sacrificio del concedente non giustificato visto che il contratto oneroso eventuale (solo se
esercitata lopzione).
2.8. GLI EFFETTI DELLOPZIONE: IL RAPPORTO GIURIDICO IN PENDENZA DEL TERMINE PER
LESERCIZIO DELLOPZIONE. LOPPONIBILITA AI TERZI DELLOPZIONE E LA SUA TRASCRIVIBILITA.
2.8.1.
Dalla proposta irrevocabile scaturiscono, durante il periodo di irrevocabilit, solo obblighi
strumentali dalla cui violazione discende la frustrazione dellinteresse delloblato alla conclusione
del contratto e che la responsabilit in cui pu incorrere il proponente quella degli art
1337,1338 (responsabilit precontrattuale). Per la dottrina lo stesso ragionamento deve essere
fatto con riguardo allopzione. per alcuni la responsabilit non ha natura precontrattuale (che
12
presuppone il risarcimento del solo interesse negativo), consolidando la tesi della responsabilit
ex contractu del concedente lopzione. A nulla rileva che la conclusione del contratto finale sia
eventuale, dato che gi stato concluso il patto di opzione. Secondo la cassazione,
successivamente alla stipulazione del contratto di opzione, incorre in responsabilit
precontrattuale, da far valere in giudizio con apposita domanda di accertamento, lopzionario
che ingeneri nella controparte il ragionevole affidamento nel perfezionamento del contratto
definitivo e invece non intenda accettarne la conclusione.
2.8.2.
Per identificare gli obblighi delle parti tra la stipulazione del contratto di opzione e
lesercizio del diritto bisogner accertare, se non stabiliti nel contratto di opzione, caso per caso.
Genericamente sorgono obblighi di buona fede (tra cui il dovere del concedente di comportarsi
secondo correttezza) e in particolare di doveri di protezione (che discendono da Art. 1175.
Comportamento secondo correttezza. Il debitore e il creditore devono comportarsi secondo le
regole della correttezza) volti a consentire lattuazione del risultato cui lobbligazione principale
preordinata e preservare ciascuna parte del rapporto obbligatorio da attivit della controparte
pregiudizievoli dei rispettivi interessi (es. obblighi di custodia, segreto, cooperazione). Applicabili
anche Art. 1374. Integrazione del contratto. Il contratto obbliga le parti non solo a quanto nel
medesimo espresso, ma anche a tutte le conseguenze che ne derivano secondo la legge, o, in
mancanza, secondo gli usi e l'equit. Art. 1375. Esecuzione di buona fede. Il contratto deve
essere eseguito secondo buona fede.
2.8.3.
pacifica l'opinione che il contratto di opzione non abbia l'effetto di far perdere al
concedente il potere di disposizione del bene. Lalienazione del bene oggetto del contratto finale
da parte del concedente inadempimento contrattuale, ma il contratto concluso col terzo
valido ed efficacie. Art. 1372. Efficacia del contratto. Il contratto ha forza di legge tra le parti. Art.
1379. Divieto di alienazione. Il divieto di alienare stabilito per contratto ha effetto solo tra le
parti, e non valido se non contenuto entro convenienti limiti di tempo e se non risponde a un
apprezzabile interesse di una delle parti. Strettamente connesso a quello appena indicato il
tema della trascrivibilit nei registri immobiliari di proposte irrevocabili o contratti di opzione. A
tal proposito prevale l'opinione negativa; non possibile trascrivere visto che il contratto di
opzione non previsto tra le ipotesi tassative di trascrizione ex art 2643 e visto anche che non si
produce nessun immediato effetto traslativo (non esistono quindi ragioni giuridiche di
trascrivibilit). In dottrina prevale la tesi della rilevanza esterna del contratto di opzione e della
sua trascrivibilit. Le critiche sostengono che sono trascrivibili solo gli atti che producono effetti
traslativi di diritti reali immobiliari, il cui effetto in questo caso si verifica solo con lesercizio
dellopzione. La dottrina che non riconosce lopzione come contratto autonomi, nega la
trascrivibilit sia del patto di opzione che della proposta irrevocabile, in quanto sostengono che
la trascrizione possa avvenire solo quando tutti gli elementi essenziali ai fini della completezza
del contratto si siano verificati. Alcuni problemi sono stati causati dallArt. 2645-bis. Trascrizione
di contratti preliminari, che sembra offrire un chance alla trascrizione dei contratti dopzione.
Contro questa tesi per si sono espressi molti studiosi, che sostengono la tassativit degli atti
trascrivibili e che non vi sia la stessa ratio di base, visto che si tratta di due contratti diversi.
2.8.4.
Appare comunque difficile sostenere lefficacia esterna del contratto di opzione, per
garantire la sicurezza e certezza dei traffici giuridici. Prevale la posizione del terzo acquirente.
Pi che una tutela reale dellopzionario, sarebbe efficace una tutela preventiva, per mezzo della
richiesta di provvedimenti cautelari che impediscano il trasferimento del bene al terzo; oppure la
tutela potrebbe essere attuata convenzionalmente, ad esempio decidendo che il bene oggetto
venga depositato presso un terzo di fiducia.
2.9.2. - 2.9.3.
Sullapplicabilit degli Art. 1467.( Contratto con prestazioni corrispettive. 1)Nei contratti a
esecuzione continuata o periodica ovvero a esecuzione differita, se la prestazione di una delle
parti divenuta eccessivamente onerosa per il verificarsi di avvenimenti straordinari e
imprevedibili, la parte che deve tale prestazione pu domandare la risoluzione del contratto, con
gli effetti stabiliti dall'articolo 1458.2)La risoluzione non pu essere domandata se la
sopravvenuta onerosit rientra nell'alea normale del contratto. 3)La parte contro la quale
domandata la risoluzione pu evitarla offrendo di modificare equamente le condizioni del
contratto.)e l' Art. 1468.( Contratto con obbligazioni di una sola parte. Nell'ipotesi prevista
dall'articolo precedente se si tratta di un contratto nel quale una sola delle parti ha assunto
obbligazioni, questa pu chiedere una riduzione della sua prestazione ovvero una modificazione
nelle modalit di esecuzione, sufficienti per ricondurla ad equit.) si registra una certa
confusione tra i casi di risoluzione che attengono al contratto di opzione, i quali ovviamente
potranno incidere sul contratto finale allo stesso collegato, ed i casi di risoluzione che attengono
al regolamento contrattuale finale. Generalmente lopzione viene considerata come contratto
unilaterale, rendendo quindi impossibile lapplicazione dellart 1467. E prevalente lopinione che
si debba ricorrere allart 1467 o 1468 a seconda che il contratto finale sia a prestazioni
corrispettive o con prestazioni a carico di una sola parte, dal momento che lonerosit deve
riguardare le prestazioni oggetto del contratto finale. Quando lopzione volta alla conclusione
di un contratto finale a prestazioni corrispettive, anche se lopzione sia gratuita, si applicher
sempre lart 1467. Se il contratto finale prevede obbligazioni a carico di una sola delle parti, cio
il concedente lopzione, sar possibile applicare lart 1468, con possibile applicazione della
riduzione ad equit della prestazione, indipendentemente dalla unilateralit o bilateralit del
contratto di opzione. Su questo dottrina e giurisprudenza sono non univoche, ma ammettono la
possibilit di impugnare ex art 1467 o 1468 il contratto anche prima dellesercizio dellopzione
da parte del beneficiario, fondando questa soluzione sull'autonomia di fattispecie, pur se inserita
nel procedimento formativo del contratto finale. Ci sono per alcune osservazioni:
1)non avrebbe senso applicare il rimedio direttamente al contratto di opzione perch
comporterebbe una anticipata considerazione di un regolamento patrimoniale che ancora in
fieri, sicch bisognerebbe attendere il perfezionamento del contratto finale
2)ai fini del perfezionamento del contratto definitivo vi incertezza sullentrata in vigore del
regolamento contrattuale su cui il vizio incide.
La conseguenza di ci che il termine di prescrizione dellazione di fa decorrere dalla data
di perfezionamento del contratto finale anche se, quanto allesistenza del vizio, il giudizio va
effettuato con riguardo al momento in cui il concedente ha concluso il contratto di opzione.
Soluzione ragionevole se si tiene conto che spesso la facile oscillazione dei prezzi o la lunga
durata del termine per lesercizio dellopzione possono permettere che si recuperi loriginario
14
equilibrio delle parti. Per non trascurabile il fatto che il concedente ha bisogno di chiarezza in
merito alla validit e vincolativit del contratto finale. Si dovrebbe quindi permettere al
concedente di agire ex 1467 o 1468 quando le circostanze CONCRETE inducano a considerare
DEFINITIVA la situazione di ONEROSITA della sua prestazione. Ad evitare azioni strumentali volte
esclusivamente alla liberazione anticipata dal vincolo, il beneficiario potrebbe opporgli la carenza
di interesse attuale o lexceptio doli. Il contratto di opzione non pu definirsi aleatorio per natura,
per rappresenta unALEA normale, variabile in relazione ai diversi elementi che rilevano nella
individuazione della distribuzione del rischio contrattuale, e unalea per volont delle parti che
non agevole distinguere da quella normale. Ovviamente lalea variabile caso per caso. Su ci
si espressa anche la giurisprudenza la quale riconosce una gradazione dellaleatoriet
impressa dalle parti al contratto, e in particolare la tesi per cui i contraenti possono assumersi
reciprocamente o unilateralmente determinati rischi di sopravvenienze, modificando lo schema
tipico del contratto commutativo e rendendolo per certi aspetti aleatorio, con leffetto di
escludere, nel caso in cui si verifichino le sopravvenienze considerate dalle parti, lapplicabilit
dei rimedi ri-equilibratori. (maggiore efficienza di questo principio nei casi concreti).
2.10.2.
Sempre in considerazione del carattere generale della norma e della sua applicabilit a
qualsiasi tipo di contratto, si riconosce anche l'opzione a favore di terzo ex art. 1411 (Contratto a
favore di terzi. 1)E' valida la stipulazione a favore di un terzo, qualora lo stipulante vi abbia
interesse. 2)Salvo patto contrario, il terzo acquista il diritto contro il promittente per effetto della
stipulazione. Questa per pu essere revocata o modificata dallo stipulante, finch il terzo non
abbia dichiarato, anche in confronto del promittente, di volerne profittare. 3)In caso di revoca
della stipulazione o di rifiuto del terzo di profittarne, la prestazione rimane a beneficio dello
stipulante salvo che diversamente risulti dalla volont delle parti o dalla natura del contratto). Si
ritiene che lopzione a favore di terzi sia applicabile sia ai contratti con effetti obbligatori sia a
quelli con effetti reali. In tal senso la cassazione si espressa nel 2003 stabilendo che: il
soggetto promittente, con il contratto dopzione, resta gi vincolato dalla sua dichiarazione di
irrevocabile proposta contrattuale sicch il terzo beneficiario, libero di accettarla, deve solo
accettare perch a suo favore si producano gli effetti del contratto, per la conclusione del quale
lopzione stata accordata. Problemi riguardanti il 3comma prevede che nel caso in cui la
prestazione consista nel diritto a perfezionare un determinato contratto, rilevante sapere per il
concedente quale sar la persona che diventer sua controparte contrattuale. Se nulla
specificato dalla stipulazione, si tratter di verificare se lopzione concessa (rifiutata o revocata)
15
possa considerarsi per natura destinata solo ad un soggetto determinato (il terzo) o se
lopzionario (futura controparte) sia indifferente per il concedente.
2.10.3.
Non oggetto di dubbi che il contratto di opzione sia, in via generale, suscettibile di essere
ceduto per atto tra vivi ai sensi dell'art. 1406 (Nozione di cessione del contratto: Ciascuna parte
pu sostituire a s un terzo nei rapporti derivanti da un contratto con prestazioni corrispettive,
se queste non sono state ancora eseguite, purch l'altra parte vi consenta.). Secondo la dottrina
il contratto d'opzione (anche gratutia) cedibile purch esista il consenso del concedente. A
volte pu essere lo stesso concedente a dichiararne la cedibilit in sede di stipulazione del
contratto (es stock options) oppure la sua incedibilit per un determinato periodo. Ovviamente la
circolazione dellopzione pi facile se il concedente a dichiararlo preventivamente. La
circolazione del contratto di opzione sicuramente resa pi agevole quando il consenso del
contraente ceduto gi espresso preventivamente ai sensi dell'art. 1407 (Forma. 1)Se una parte
ha consentito preventivamente che l'altra sostituisca a s un terzo nei rapporti derivanti dal
contratto, la sostituzione efficace nei suoi confronti dal momento in cui le stata notificata o in
cui essa l'ha accettata. 2)Se tutti gli elementi del contratto risultano da un documento nel quale
inserita la clausola all'ordine o altra equivalente, la girata del documento produce la
sostituzione del giratario nella posizione del girante. Per alcuni lopzione gratuita incedibile
visto lintuitus personae (ma ci andrebbe verificato nel caso concreto). Da qui deriva che
lopzione cedibile se lo anche il contratto finale alla cui conclusione tende; non possibile
trasferire il diritto di opzione senza cedere anche il contratto di opzione. Anzi, cessioni del solo
diritto di opzione dovranno essere qualificate come cessione del contratto di opzione stesso.
CAPITOLO 3: LA PRELAZIONE
3.1. NOZIONE
La prelazione un diritto (ex lege o per contratto) di un soggetto ad essere preferito ad altri
soggetti e pu riguardare sia lacquisto di un bene sia il recupero di un credito. Da qui deriva che
la prelazione regolata da una disciplina differente a seconda che questa derivi da un diritto o
un credito. 1) disciplina del CREDITO: diritto riconosciuto ad uno o pi creditori privilegiati di
vedere soddisfatto il proprio credito prima degli altri creditori. Eccezione alla par condicio
creditorum, che disciplinata dalla legge ma non consente applicazioni estensive o analogiche.
2) DIRITTO attribuito ad un soggetto di essere preferito ad altri a parit di condizioni ove si
decida di concludere un determinato contratto ovvero di procedere alla vendita di un
determinato bene. Diritto solo ad essere preferito rispetto ad altri anche se il proprietario rimane
libero di decidere se vendere il bene o no.
3.2. PRELAZIONE LEGALE O CONVENZIONALE
La prelazione normalmente delineata, pu essere distinta n due tipi: 1) Prelazione LEGALE:
prevista e disciplinata direttamente dalla legge a favore di determinati soggetti, a certe
condizioni (es prelazione agraria del coltivatore diretto). Tutela specifici interessi ritenuti
meritevoli. Ha efficacia reale (la prelazione segue il bene stesso), per cui il prelazionario dispone
di rimedi opponibili erga omnes per il caso in cui non venga posto in condizione di esercitare il
suo diritto. Possibile lazione di riscatto del bene, tutela in forma specifica. 2) Prelazione
VOLONTARIA: rientra nellalveo dellautonomia privata. Accordo avente ad oggetto la
concessione, a titolo oneroso o gratuito, per atto inter vivos o mortis causa, del diritto ad essere
preferiti a terzi. Attribuito al titolare un diritto potestativo, essendo il concedente sottoposto alla
volont del prelazionario nel concludere, a parit di condizioni, il contratto per il quale la
preferenza stata accordata.
Ha effetti obbligatori, e pertanto gli unici rimedi sono di tipo risarcitorio.
18
relativit degli effetti contrattuali. Rimane fermo che il prelazionario possa agire ex art 2932
qualora il promittente, nelle more della decisione a seguito della denuntiatio, stipuli con un terzo.
25
5.2. ASIMMETRIE DI MERCATO E REGOLE DI RIEQUILIBRIO: LO SVILUPPO DELLA
LEGISLAZIONE E DELLELABORAZIONE DOTTRINALE.
5.2.1 LA DISCIPLINA DELLE CONDIZIONI GENERALI DI CONTRATTO
Nel codice gli unici articoli che parlano della tutela delladerente e della standardizzazione
del contratto sono gli articoli 1341, 1342, 1370. La finalit tutelare laderente, tenuto conto che
aderire ad un contratto senza le trattative su questo, potrebbe portargli sgradite sorprese.(Art.
1341. Condizioni generali di contratto. 1)Le condizioni generali di contratto predisposte da uno
dei contraenti sono efficaci nei confronti dell'altro, se al momento della conclusione del contratto
questi le ha conosciute o avrebbe dovuto conoscerle usando l'ordinaria diligenza. 2)In ogni caso
non hanno effetto, se non sono specificamente approvate per iscritto, le condizioni che
stabiliscono, a favore di colui che le ha predisposte, limitazioni di responsabilit, facolt di
recedere dal contratto o di sospenderne l'esecuzione, ovvero sanciscono a carico dell'altro
contraente decadenze, limitazioni alla facolt di opporre eccezioni, restrizioni alla libert
contrattuale nei rapporti coi terzi, tacita proroga o rinnovazione del contratto, clausole
compromissorie o deroghe alla competenza dell'autorit giudiziaria. Art. 1342. Contratto
concluso mediante moduli o formulari. 1)Nei contratti conclusi mediante la sottoscrizione di
moduli o formulari , predisposti per disciplinare in maniera uniforme determinati rapporti
contrattuali, le clausole aggiunte al modulo o al formulario prevalgono su quelle del modulo o del
formulario qualora siano incompatibili con esse, anche se queste ultime non sono state
cancellate. 2)Si osserva inoltre la disposizione del secondo comma dell'articolo precedente. Art.
1370. Interpretazione contro l'autore della clausola. Le clausole inserite nelle condizioni generali
di contratto o in moduli o formulari predisposti da uno dei contraenti s'interpretano, nel dubbio, a
favore dell'altro). La finalit di queste norme quello di tutelare la parte aderente, tenuto conto
che ladesione a un testo da altri predisposto, e la mancanza di trattative su questo, potrebbero
comportare qualche sgradita sorpresa alla parte debole. Da qui infatti ricaviamo che tali norme
hanno un CAMPO DI APPLICAZIONE SOGGETTIVA(non richiesta alcuna qualificazione delle parti.
Si pu applicare quindi ai rapporti imprenditore consumatore ma anche impresa impresa e
consumatore consumatore) e un
CAMPO DI APPLICAZIONE OGGETTIVA(devono concorrere questi due aspetti).
26
modifiche (ES: nuova disciplina sul commercio a distanza, ampliati i diritti del consumatore,
introdotta lazione collettiva risarcitoria).
5.4.1.LEQUILIBRIO
Sistema di controllo sulla proporzionalit tra diritti e doveri discendenti dalla stipulazione
(grande novit). Si vuole garantire una protezione sostanziale al consumatore, dato che la
violazione del limite imperativo del SIGNIFICATIVO SQUILIBRIO pu determinare la NULLITA del
contratto. Lo squilibrio deve essere normativo, relativo alla non corrispondenza tra diritti e gli
obblighi cui son tenute le parti nellesecuzione del contratto. Non sempre agevole individuare
criteri chiari e precisi che permettano di distinguere lequilibrio normativo e quello solo
economico, essendo il primo strumentale al secondo. La normativa si affianca alle previsioni
degli art 1341 e 1342, ma non le sostituisce. Tuttavia gli art del CC hanno lo scopo di rendere
laderente informato e consapevole delle clausole di contratto che non ha contribuito a formare,
mentre la nuova disciplina europea consente di dichiarare nulle le clausole vessatorie anche se
perfettamente conosciute dal consumatore (forte limite allautonomia contrattuale del
professionista). Art 33 cod. cons: clausole vessatorie nel contratto tra professionista e
consumatore. Le clausole che malgrado la buona fede, determinano a carico del consumatore un
27
significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto. Al comma 2, lart 33
elenca una serie di clausole che si PRESUMONO VESSATORIE salvo PROVA CONTRARIA. Art 34
cod. cons: accertamento della vessatoriet delle clausole. 1)La vessatoriet di una clausola
valutata tenendo conto della natura del bene o del servizio oggetto del contratto e facendo
riferimento alle circostanze esistenti al momento della sua conclusione ed alle altre clausole del
contratto medesimo o di un altro collegato da cui dipende. 2)La valutazione del carattere
vessatorio della clausola non attiene alla determinazione delloggetto del contratto n
alladeguatezza del corrispettivo dei beni e dei servizi, purch tali elementi siano individuati in
modo chiaro e comprensibile.3)Non sono vessatorie le clausole che riproducono disposizioni di
legge ovvero che siano riproduttive di disposizioni o attuative di principi contenuti in convenzioni
internazionali delle quali siano parti contraenti tutti gli stati membri dellUE o lUE. 4)Non sono
vessatorie le clausole o gli elementi della clausola che siano stati oggetto di trattativa
individuale. 5)Nel contratto concluso mediante sottoscrizione di moduli o formulari predisposti
per disciplinare in maniera uniforme determinati rapporti contrattuali, incombe sul professionista
lonere di provare che le clausole, o gli elementi della clausola, malgrado siano dal medesimo
unilateralmente predisposti, siano stati oggetto di specifica trattativa con il consumatore.
Lesenzione data dalle trattative esclusa per clausole che abbiano per effetto di:
1)escludere o limitare la responsabilit del professionista in caso di morte o danno alla persona
del consumatore, risultante da un fatto o omissione del professionista; 2)escludere o limitare le
azioni dei consumatore contro il professionista o un terzo in caso di inadempimento; 3)prevedere
ladesione del consumatore come estesa a clausole che non ha avuto, di fatto, la possibilit di
conoscere prima della conclusione del contratto. Per ci che attiene alla trattativa, lart. 34
sembra protendere verso il senso formale: mera discussione anche se si conclude con ladesione
della clausola predisposta dal professionista. Cos la norma facilmente eludibile, basta infatti
che il professionista finga di essere disposto a trattare, anche se non esistono alternative alla
vessatoriet per il consumatore. Da questo punto di vista allora meglio preferire il senso
sostanziale: la trattativa codeterminazione del contenuto del contratto; deve esserci una
partecipazione attiva del consumatore nella predisposizione della clausola.
5.4.2.4. LIMITI ALLA DETERMINAZIONE PER RELATIONEM DEL CONTENUTO DEL CONTRATTO
Ulteriore manifestazione del principio di trasparenza si rinviene in quelle disposizioni che
contengono limiti alla determinazione per relationem del contenuto del contratto. In tal senso va
menzionata la regola secondo cui si presumono vessatorie le clausole che hanno per oggetto o
per effetto di prevedere ladesione del consumatore come estesa a clausole che non ha avuto, di
fatto, la possibilit di conoscere prima del contratto. Su tali clausole sono sorte molte norme, tra
cui lart. 117 t.u.b. il quale ci permette anche esso di individuare lintenzione del legislatore di
ostacolare lautoregolamentazione delle condizioni contrattuali da parte dei contraenti.
29
5.4.3. IL RIPENSAMENTO
Il diritto di ripensamento un recesso che il legislatore concede al consumatore con
riguardo alle vendite fuori dai locali commerciali, a distanza, a distanze relative ai servizi
finanziari. Sono tutti casi in cui il contraente pu essere sollecitato allacquisto, o casi in cui gli
si vuole garantire, in quanto contraente debole, unadeguata riflessione e determinazione
negoziale. La funzione di questo periodo di riflessione riequilibrare, per quanto possibile, la
posizione delle parti, consentendo al consumatore di valutare, magari con aiuti esterni, laffare
effettuato e magari di tornare sui propri passi.
Per questo istituto differisce dalle altre figure di recesso legale perch:
-Esercizio DISCREZIONALE, no presupposti giustificativi
-GRATUITO
-Diritto ad ESERCIZIO TEMPORALE RISTRETTO, termine di decadenza breve
-Riferito in alcuni casi a PROPOSTE, in altri a CONTRATTI
-In alcuni casi, la pendenza del termine per il ripensamento comporta la SOSPENSIONE
DEGLI EFFETTI del contratto
5.4.3.2. SETTORI
Numerosi sono i settori interessati dallintroduzione del diritto di riesame:
1) Contratti conclusi (o negoziati) con gli investitori: Il diritto di recesso va esercitato entro
sette giorni decorrenti dalla data di sottoscrizione dellinvestitore. Durante la decorrenza del
termine per il ripensamento lefficacia sospesa.
2) Contratti negoziati fuori dai locali commerciali: Riguarda i contratti e le proposte
contrattuali aventi ad oggetto la fornitura di beni o servizi, conclusi in qualsiasi forma, stipulati
fuori dai locali commerciali, anche per le offerte effettuate al pubblico tramite mezzo televisivo o
altri mezzi audiovisivi, informatici e telematici
3) Contratti di assicurazione sulla vita: Diritto di recesso entro trenta giorni dal momento in
cui il contraente stato informato che il contratto concluso, a meno che non abbia durata
minore o pari a sei mesi. Esercizio possibile arbitrariamente, vista la natura debole del
contraente. Vista la lunga durata del termine per il ripensamento, si pu configurare uno ius
poenitendi (diritto di pentirsi), pi che un diritto di ripensarci.
4) Contratti relativi a diritti di godimento a tempo parziali su beni immobili: Diritto di
recedere dal contratto entro dieci giorni dalla sua conclusione.
5) Contratti a distanza: Diritto di recedere entro dieci giorni lavorativi, in modo arbitrario e
gratuito.
6) La commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori: Il consumatore ha
un termine di quattordici giorni per recedere dal contratto senza penali e motivazioni. Il termine
esteso a trenta giorni per i contratti a distanza aventi per oggetto assicurazioni sulla vita.
7) Il credito ai consumatori: Il consumatore pu recedere dal contratto di credito entro
quattordici giorni e il termine decorre dalla conclusione del contratto o, se successivo, dal
momento in cui il consumatore riceve tutte le informazioni previste dal TUB. Se il contratto ha
avuto esecuzione in tutto/in parte, il consumatore restituisce il capitale ricevuto e gli interessi
maturati entro trenta gg. Il finanziatore pu pretendere somme ulteriori.
6.1. LA NOZIONE
Lordinamento italiano ha accolto la definizione di oggetto che era presente gi nel diritto
francese (il contratto doveva avere ad oggetto des chises). Lart 1325 lo enuncia tra gli
elementi essenziali del contratto, e questo deve essere POSSIBILE, LECITO,
DETERMINATO/DETERMINABILE. Dottrina e giurisprudenza si sono interrogate sul significato
attribuibile a questa nozione. In base ad un primo significato loggetto un BENE MATERIALE.
A sostegno di questa interpretazione vi lart 1472 che disciplina il passaggio della propriet
quando oggetto della vendita sono gli alberi o i frutti del fondo, e anche lart 1532 riguardante
la vendita che abbia per oggetto titoli azionari. Loggetto il termine di riferimento del
consenso, lid verso il quale il consenso si manifesta. Secondo la giurisprudenza loggetto che
deve essere determinato e determinato o determinabile costituito dai beni che vengono
scambiati e non dallutilit che le parti conseguono con lo scambio. A questa teoria viene per
mossa una critica secondo cui non in tutti i contratti pu trovarsi un oggetto che sia
rappresentato da un bene. Es: patti di non concorrenza, contratti di lavoro subordinato. Questo
porterebbe parte della dottrina ad individuarlo non nel bene materiale ma nel BENE DOVUTO in
base al contratto e dedotto nella prestazione. Una dottrina risalente dal pensiero di EMILIO BETTI
fa scaturire il pensiero secondo cui loggetto lINTERESSE DELLE PARTI. Pi diffuso il
pensiero secondo cui loggetto identificabile nella PRESTAZIONE del contratto. Tale teoria
supportata da parte del codice civile ma anche da parte della giurisprudenza maggioritaria. Ad
31
es ribadita limpossibilit delloggetto quando vi sia impossibilit giuridica della prestazione al
momento della conclusione del contratto. Un ulteriore indirizzo in dottrina riconducibile al
pensiero di RODOLFO SACCO secondo cui loggetto il CONTENUTO DEL CONTRATTO.
Loggetto sarebbe ci che le parti hanno deciso. Tesi poco accolta in giurisprudenza. Un
orientamento dottrinale anzi distingue loggetto dal contenuto (che pu, estendendone la
concezione, ricomprendere anche latto stesso, oltre alle previsioni fissate dalle parti. Loggetto
quindi piccola parte del contenuto). interessante sapere che in Europa e UNIDROIT, visto che
non possibile dare una definizione unitaria di oggetto, si evitato di cercarne una definizione e
ancor pi di inserirlo tra gli elementi essenziali del contratto.
6.2. LIMPOSSIBILITA
Limpossibilit delloggetto determina la nullit del contratto quando originaria, oggettiva
e assoluta. Lart.1347 c.c. (Art. 1347. Possibilit sopravvenuta dell'oggetto. Il contratto
sottoposto a condizione sospensiva o a termine valido, se la prestazione inizialmente
impossibile diviene possibile prima dell'avveramento della condizione o della scadenza del
termine) prevede che in un contratto sottoposto a termine o a condizione se loggetto diviene
possibile prima della scadenza del termine o del verificarsi della condizione, esso valido. Si
rilevato che limpossibilit deve essere INTRINSECA alla situazione finale che le parti intendono
realizzare e dei mezzi che a tal fine potranno o dovranno essere impiegato, tale da costituire un
impedimento a realizzare quel risultato nei modi previsti dalle parti. La dottrina ha poi specificato
che si ha una impossibilit MATERIALE se la prestazione ha ad oggetto cose IRREALIZZABILI o
INESISTENTI in natura. Un bene futuro invece pu essere dedotto in contratto senza che si tratti
di impossibilit delloggetto (Art. 1472. Vendita di cose future. 1)Nella vendita che ha per
oggetto una cosa futura, l'acquisto della propriet si verifica non appena la cosa viene ad
esistenza. . 2)Qualora le parti non abbiano voluto concludere un contratto aleatorio, la vendita
nulla, se la cosa non viene ad esistenza). Dottrina e giurisprudenza non ravvisano
limpossibilit quando vi siano difficolt che rendano gravoso o ostacolino il risultato a cui la
prestazione diretta. Qualora la prestazione per, pur essendo possibile, risulti troppo onerosa e
il pretenderla fosse contrario alla buona fede, si ha inesigibilit (le parti per non dovevano
esserne a conoscenza al momento della stipulazione del contratto). Ulteriore tipo di impossibilit
quella ORIGINARIA SOLO PARZIALE. Secondo la dottrina si ritiene il contratto NULLO se risulta
che le parti non lo avrebbero concluso se ne fossero state a conoscenza al momento della
stipulazione del contratto. Diversamente, sar possibile richiedere il risarcimento del danno per
la parte non corrisposta. A questa si aggiunge lIMPOSSIBILITA GIURIDICA che si ha quando una
norma o un provvedimento amministrativo rendono la prestazione impossibile (interpretazione
restrittiva). Va sottolineato che la nozione di prestazione linsieme delle vicende di situazioni
giuridiche contemplate dal contratto, pertanto limpossibilit si presenta raramente e la nullit
per impossibilit il pi delle volte invocato per sfuggire alle conseguenze pi gravi
dellinadempimento.
6.3. LILLICEITA
Ai sensi dellart 1346 loggetto deve essere LECITO, cio non contrario a norme imperative,
ordine pubblico e buon costume (interpretato ex art 1343 che parla della liceit della causa).
Dottrina e giurisprudenza hanno criticato tale orientamento, perch cos non possibile fare una
distinzione tra oggetto e causa. da notare come lIMPOSSIBILITA (inidoneit alla realizzazione
delleffetto giuridico desiderato) sia diversa dalla ILLICEITA (disapprovazione dellordinamento)
anche se per sono sancite entrambe con la nullit.
6.5.L ARBITRAGGIO
(Art. 1349. Determinazione dell'oggetto. 1)Se la determinazione della prestazione dedotta
in contratto deferita a un terzo e non risulta che le parti vollero rimettersi al suo mero arbitrio,
il terzo deve procedere con equo apprezzamento. Se manca la determinazione del terzo o se
questa manifestamente iniqua o erronea, la determinazione fatta dal giudice. 2)La
determinazione rimessa al mero arbitrio del terzo non si pu impugnare se non provando la sua
mala fede. Se manca la determinazione del terzo e le parti non si accordano per sostituirlo, il
contratto nullo. 3)Nel determinare la prestazione, il terzo deve tener conto anche delle
condizioni generali della produzione a cui il contratto eventualmente abbia riferimento.) Lart.
1349 c.c. prevede la possibilit per le parti di deferire ad un terzo la determinazione delloggetto.
In tal senso, dottrina e giurisprudenza distinguono tra arbitrato, perizia contrattuale e
arbitraggio.
ARBITRATO: strumento con cui le parti tendono alla definizione di una controversia. Il lodo
dellarbitro ha natura di sentenza o negozio (se larbitrato irrituale).
-PERIZIA CONTRATTUALE: conferito ad un terzo lincarico di effettuare, in base alle sue
competenze tecniche, accertamenti e constatazioni.
-ARBITRAGGIO: ha ad oggetto rapporti giuridici imperfetti e con esse le parti affidano ad un
terzo arbitratore il compito di determinare loggetto in via sostitutiva alla loro volont.
Per distinguere tra PERIZIA E ARBITRAGGIO la Cassazione intervenuta stabilendo che
larbitratore deve ispirarsi al principio di equit contrattuale e di bilanciamento degli interessi in
gioco. Non arbitrario il suo giudizio, perch rimesso al controllo da parte del giudice
(applicabile lart 1349). Il perito invece deve svolgere una valutazione tecnica utilizzando
conoscenze e criteri specialistici. Non applicabile lart 1349; la perizia pu essere impugnata solo
per errore, violenza o dolo. Larbitraggio si caratterizza poi per il fatto che pu essere diviso in
due tipi:
-ARBITRIUM BONI VIRI: determinazione delloggetto rimessa allequo apprezzamento del
terzo che deve valutare in modo saggio ed equilibrato gli elementi soggettivi ed oggettivi,
conosciuti e conoscibili. Ispirazione ai valori di buona fede, ragionevolezza ed efficienza. E
possibile che intervenga il giudice per iniquit o erroneit manifeste, evidenti.
-MERUM ARBITRIUM: la volont delle parti di sottoporvisi deve risultare espressamente dal
contratto, ed espressione della fiducia nei confronti del terzo. Comunque va fatta una
valutazione imparziale e obiettiva (prima invece che la sua scelta fosse totalmente libera). Non
possibile in caso di mancanza della sua determinazione, il rivolgersi ad un giudice. La sua
decisione pu essere impugnata solo per mala fede (vista la particolare libert di scelta).
Bisogna stare attenti alla scelta dellarbitratore, che potrebbe essere condizionata dalla parte
contrattualmente pi forte e che potrebbe non essere terzo e imparziale.
33
prezzi di beni o di servizi, imposti dalla legge, sono di diritto inseriti nel contratto, anche in
sostituzione delle clausole difformi apposte dalle parti).
Su questo punto la GIURISPRUDENZA si pronunciata, creando diversi orientamenti:
-ha considerato estensivamente la nozione di legge (che comunque deve essere
precedente allaccordo. Oggi questa norma ha perso rilievo essendo meno diffusa la fissazione
autoritativa dei prezzi.
-lorientamento tradizionale ha ritenuto che la norma fosse applicabile solo quando
linderogabilit fosse espressamente sancita.
-non convince chi vuole limitare lapplicabilit della norma sulla base della natura principale
o meno della clausola da sostituirsi.
Il PROBLEMA il RAPPORTO tra lart 1339 e Lart. 1419. (Nullit parziale. 1)La nullit
parziale di un contratto o la nullit di singole clausole importa la nullit dell'intero contratto, se
risulta che i contraenti non lo avrebbero concluso senza quella parte del suo contenuto che
colpita dalla nullit. 2)La nullit di singole clausole non importa la nullit del contratto, quando le
clausole nulle sono sostituite di diritto da norme imperative). Sembra preferibile lidea che vede
queste norme complementari, nel senso che la legge pu o rendere nullo un accordo o sostituire
le clausole nulle per mantenerlo valido.
6.7. USI
Nellintegrazione del contratto gli usi svolgono un ruolo importante. Non solo vincolano le
parti ex Art. 1374 (Integrazione del contratto. Il contratto obbliga le parti non solo a quanto nel
medesimo espresso, ma anche a tutte le conseguenze che ne derivano secondo la legge, o, in
mancanza, secondo gli usi e l'equit), ma le clausole duso sono inserite nel contratto se non
risulta che non sono state volute dalle parti ex art. 1340 cc(Clausole d'uso. Le clausole d'uso
s'intendono inserite nel contratto, se non risulta che non sono state volute dalle parti). Secondo
parte della DOTTRINA c lesigenza che qualora le clausole duso siano vessatorie, sia
necessaria lapprovazione per iscritto ex 1341. Si suole distinguere tra:
-USI NORMATIVI: equiparati alla legge (1374)
-USI NEGOZIALI: servono per linterpretazione del contratto e per la sua integrazione in caso
di lacuna. Le parti possono escluderne lapplicazione (e se intendono valersene, devono
provarli).
-USI DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE: si sono sviluppati negli ultimi anni. Utilizzati tra le
parti di diversa nazionalit. Raccolti anche in base ai principi UNIDROIT.
6.8. EQUITA
Ex art 1374 lequit un criterio di integrazione del contratto. Non una clausola generale,
in quanto ha carattere prevalentemente economico legato a valutazioni espresse in termini di
misura, quantit e dove le posizioni delle parti vengono in considerazione sotto un profilo
patrimoniale (per questo diversa dalla buonafede). EQUITA NON COGENTE: alle parti che
rimessa la determinazione dellequilibrio nel contratto e il giudice non pu sindacarla.
Espressione della libert contrattuale. Tuttavia nei contratti con il consumatore, questo
maggiormente protetto.
7.2. LA VIOLENZA
In un primo significato il termine violenza designa limpiego diretto della forza per
costringere altri: violenza fisica. In un secondo significato designa la minaccia ingiusta esercitata
allo scopo di costringere un soggetto ad emettere una dichiarazione negoziale che altrimenti non
avrebbe emesso (estorsione: art. 629 c.p.). Il minacciato viene posto di fronte ad
unalternativa: o stipulare un determinato negozio giuridico, oppure andare incontro al male
ingiusto minacciatogli. Se il minacciato cede, considerando il negozio richiestogli come il male
minore, questo annullabile per vizio del consenso. La violenza psichica assoggettata al
medesimo trattamento giuridico anche se esercitata da un terzo (art. 1434 c.c.). In questo
caso la legge non richiede la consapevolezza della controparte del minacciato. La violenza deve
essere di natura tale da fare impressione sopra una persona sensata e da farle temere di esporre
s o i suoi beni a un male notevole. Nel valutare lintensit della minaccia e la sua efficacia
causale si ha riguardo allet, al sesso e alla condizione del minacciato (art. 1435 c.c.). La
violenza causa di annullamento del negozio giuridico anche quando il male minacciato riguardi
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la persona o i beni del coniuge, di un discendente, di un ascendente, o anche di unaltra
persona, salva in quest0ultimo caso la valutazione, da parte del giudice, dellefficacia della
minaccia (art. 1436 c.c.). E necessario poi che la minaccia sia ingiusta. La minaccia di far
valere un diritto lecita quando sia diretta ad ottenere la stipulazione di un negozio strumentale
per la realizzazione del diritto stesso. Ma se la minaccia di far valere un diritto esercitata per
ottenere qualcosa che vada al di l di ci che gi dovuto, e che non costituisca un mero
rafforzamento del diritto, o un giusto compenso per la dilazione o a rinuncia al diritto stesso,
allora essa ingiusta e determina lannullabilit del negozio (art. 1438 c.c.).
7.3. LERRORE
Lerrore consiste in una falsa conoscenza o nellignoranza di situazioni, qualit, rapporti.
Lerrore pu influire sulla formazione del negozio giuridico in diversi modi. Innanzitutto esso pu
cadere sulla dichiarazione (errore ostativo). Ci accade quando, per distrazione o per ignoranza
del significato delle parole o dei segni usati, si dichiara cosa diversa da quella che si vorrebbe.
Oppure lerrore pu cadere su circostanze che influenzano la formazione della volont negoziale
(errore vizio). Di errore in senso tecnico-giuridico si pu parlare solo quando la falsa
rappresentazione si riferisce a fatti presenti o passati. Lerronea previsione di sviluppi futuri , di
regola, irrilevante. Lerrore determina la formazione di un negozio inidoneo alla funzione che gli
propria: quella di strumento concesso a persone ed enti per realizzare autonomamente
programmi economici e dare ai propri interessi lasseto desiderato. Di qui unesigenza di negare
efficacia al negozio viziato da errore. Il dichiarante, con il negozio, regola i propri interessi nei
rapporti con altre persone, le quali fanno affidamento sullassetto negoziale e si regolano di
conseguenza. La legge italiana risolve il problema del trattamento dellerrore nel negozio
facendo prevalere la tutela dellaffidamento nei contratti a titolo oneroso, e facendo prevalere la
tutela del dichiarante nei contratti a titolo gratuito. La tutela dellaffidamento nei contratti a
titolo oneroso non significa che il dichiarante caduto in errore sia sempre vincolato dalla sua
dichiarazione. Se lerrore stato rilevato dallaltra parte, non vi nessun affidamento da tutelare
e il contratto pu essere annullato. La stessa soluzione vale per lipotesi che lerrore non sia
stato rilevato dallaltra parte, ma fosse da questa riconoscibile con la normale diligenza. Ci
significa che la legge impone a ciascuna parte un onere di attenzione allesistenza di eventuali
vizi della volont o della dichiarazione dellaltra parte: solo laffidamento che sia sorto
nonostante questa attenzione merita tutela. Il contratto a titolo oneroso dunque annullabile
solo se lerrore riconoscibile dallaltro contraente (artt. 1428, 1431 c.c.). Lerrore deve essere
anche essenziale, intendendosi con ci un errore che cade sulla natura o sulloggetto del
contratto, sulloggetto della prestazione o, infine, sullidentit o sulle qualit della persona
dellaltro contraente, sempre che luna o le altre possano considerarsi importanti in relazione alla
natura del contratto e alle circostanze (art. 1428 c.c.). Ogni altro errore irrilevante, anche se
stato determinante del consenso. Nei negozi a titolo gratuito laffidamento non trova tutela:
lerrore pu essere causa di invalidit anche se non essenziale e riconoscibile.. occorre pur
sempre che lerrore abbia avuto efficacia causale determinante: perci il negozio resta valido se,
anche in mancanza dellerrore, sarebbe stato stipulato ugualmente. La legge richiede che il
motivo, sul quale cade lerrore, risulti dallatto (art. 787 c.c.). Si consideri lipotesi che un
commerciante acquisti una certa quantit di merce per reintegrare la propria scorta di
magazzino, senza sapere che a ci aveva gi provveduto un suo dipendente. Questo un errore
determinante del consenso: se il commerciante avesse saputo che la scorta era gi stata
reintegrata, non avrebbe acquistato la merce per lui inutile e ingombrante. Tuttavia questo
errore non essenziale, nel senso definito dalla legge (art. 1429 c.c.), perch non cade sulla
natura del contratto, n sulla natura o sulla qualit della merce, n sul prezzo. Lerrore non
essenziale non causa di annullabilit del contratto a titolo oneroso. Si consideri, invece,
lipotesi che alcuno acquisti dellalcool denaturato, credendo che si tratti di alcool puro: qui
lerrore, determinante del consenso, cade sulla qualit delloggetto, ed perci essenziale. Se
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esso anche riconoscibile dl venditore, il contratto potr venire annullato. Resta dunque che gli
errori essenziali costituiscono una categoria compresa entro quella pi ampia degli errori
determinanti del negozio. Ogni errore essenziale anche determinante della dichiarazione
negoziale; viceversa, lerrore determinante della dichiarazione negoziale non sempre
essenziale ai sensi dellart. 1429 c.c. Secondo lart. 1429 c.c. lerrore essenziale pu cadere
sulla natura o sulloggetto del contratto; sullidentit o sulle qualit delloggetto della
prestazione; sullidentit o sulle qualit della persona dellaltro contraente. Lerrore pu cadere
su circostanze di fatto (errore di fatto) oppure sullesistenza o sullinterpretazione di una regola
di diritto (errore di diritto). Anche lerrore di diritto pu essere causa di annullamento del
contratto (purch, trattandosi di contratto a titolo oneroso, esso sia essenziale e riconoscibile).
Lerrore di diritto pu essere causa di annullabilit del contratto a titolo oneroso solo quando si
risolve in errore sulla natura o sulloggetto del contratto, o sulle qualit giuridiche delloggetto o
della persona dellaltro contraente. Lerrore essenziale quando cade sulla natura del contratto,
sulloggetto della prestazione o sulla persona dellaltro contraente, e che in ogni caso pu
derivare sia dallignoranza di fatti, come dallignoranza del diritto. Per rendere invalido il
contratto a titolo oneroso occorre anche che lerrore sia riconoscibile dallaltro contraente.
Lerrore si considera riconoscibile quando, in relazione al contenuto, una persona di normale
diligenza avrebbe potuto rilevarlo. Per lannullabilit del contratto non necessario che lerrore
sia scusabile. Lerrore-vizio e lerrore sulla dichiarazione sono assoggettati al medesimo regime
giuridico (art. 1433 c.c.). Anche lerrore sulla dichiarazione deve essere essenziale e
riconoscibile, per rendere invalido il contratto a titolo oneroso. Il problema della tutela
dellaffidamento si pone in modo identico tanto nellipotesi di errore-vizio quanto nellipotesi di
errore ostativo. Anche lerrore sulla dichiarazione pu tuttal pi, rendere il contratto annullabile.
8.2. STRUTTURA
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Il contratto a favore del terzo non configura un contratto tipico, n un contratto autonomo
e diverso rispetto a quello cui accede il patto che mira a deviare gli effetti contrattuali a favore
del terzo. Il contratto a favore del terzo trova la propria giustificazione causale al di fuori del
contratto principale: a riguardo bisogner verificare i rapporti intercorrenti tra stipulante e terzo
beneficiario. Tra le figure tipiche di contratti caratterizzati dal fatto che a beneficiare della
prestazione un terzo, il legislatore prevede: lassicurazione sulla vita, il trasporto di cose, il
deposito nellinteresse del terzo. Ma si reputano altresi ammettere, la transazione a favore di
terzo, il mandato a favore di terzo, nonch la fideussione a favore di terzo. Ricorrente nella prassi
la figura del patto parasociale in favore di terzo.
CAPITOLO 9: LE SOPRAVVENIENZE
9.1. INTRODUZIONE
Questo tema riguarda tutti i casi in cui il rapporto nato dal contratto subisca TURBATIVE tali
da interferire con lutilit o la convenienze delloperazione. Esclusi i casi di: a) inadempimento
imputabile e b) impossibilit sopravvenuta della prestazione. La TURBATIVA pu riguardare:
a)RAPPORTO DI VALORE tra le prestazioni; b)possibilit di PERSEGUIRE LUTILITA attesa dalla
prestazione. In ogni caso si tratta di ECCEZIONI dei principi fondamentali del contratto:
lONEROSITA SOPRAVVENUTA deroga alla regola generale della RESPONSABILITA
CONTRATTUALE ex Art. 1218. Responsabilit del debitore. Il debitore che non esegue
esattamente la prestazione dovuta tenuto al risarcimento del danno, se non prova che
l'inadempimento o il ritardo stato determinato da impossibilit della prestazione derivante da
causa a lui non imputabile.
Il debitore infatti viene LIBERATO dal debito nonostante la sua prestazione sia POSSIBILE da
adempiere.
la PRESUPPOSIZIONE deroga al principio dellIRRILEVANZA DEI MOTIVI CONTRATTUALI,
consentendo che ladempimento del contratto venga paralizzato dallIRRAGGIUNGIBILITA dello
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scopo che uno dei contraenti si proponeva di conseguire. La presupposizione va distinta dal
semplice motivo.
il LEGISLATORE si occupato solo della ECCESSIVA ONEROSITA SOPRAVVENUTA.
lIRRAGGIUNGIBILITA DELLO SCOPO contrattuale non ha disciplina normativa esplicita,
ma la GIURISPRUDENZA la governa attraverso il ricorso allistituto della PRESUPPOSIZIONE.
articolato anche il discorso relativo ai RIMEDI giuridici applicabili.
La semplice lesivit del contratto non spiega conseguenze sulla sua validit stabilit.
Lonerosit sopravvenuta non si risolve nel mero squilibrio contrattuale: questo assume rilevanza
solo in quanto imprevedibile. Analisi degli elementi della fattispecie:
- Si deve trattare di contratti di durata (turbativa sorta in pendenza del rapporto
obbligatorio, non devono essere gi stati prodotti tutti gli effetti del contratto). Si manifesta
preoccupazione per la tutela dellequilibrio convenzionale tra le prestazioni e per gli spostamenti
patrimoniali privi di adeguata giustificazione.
- lart 1467 si applica ai contratti a prestazioni corrispettive. Per LArt. 1468.(Contratto
con obbligazioni di una sola parte. Nell'ipotesi prevista dall'articolo precedente se si tratta di
un contratto nel quale una sola delle parti ha assunto obbligazioni, questa pu chiedere una
riduzione della sua prestazione ovvero una modificazione nelle modalit di esecuzione,
sufficienti per ricondurla ad equit). Non sempre facile individuare se si debba applicare il 1467
o 1468. ES: il mutuo costituisce obbligazioni per il solo mutuatario, quindi non sar applicabile il
1467.
se A ha gi ricevuto la controprestazione, ma deve ancora adempiere:
1)applico allobbligazione da adempiere lart 1468 (non applicato dalla GIURISPRUDENZA)
2)meglio distinguere: a)il caso in cui il soggetto debba per adempiere sostenere oneri
maggiori rispetto a quelli originariamente programmati e b)il caso in cui il bene dovuto dal
debitore abbia aumentato il valore di mercato senza che il debitore debba sostenere oneri
economici ulteriori per adempierein questo secondo caso, ammettere linvocazione
dellonerosit sopravvenuta significherebbe permettere al debitore di inseguire utilit inerenti al
40
bene di cui si gi spogliato e che sono gi state remunerate con ladempimento della
controprestazione.
se A ha gi adempiuto e attende la controprestazione: rischio che la controprestazione
perda valore, svilendo la controprestazione stessa. Il legislatore tace, segno di una sua
valutazione di irrilevanza. La GIURISPRUDENZA ritiene che chi abbia gi compiuto la prestazione,
non possa accedere ai rimedi normativi per lonerosit sopravvenuta.
la prestazione di A diventata ECCESSIVAMENTE ONEROSA: sono assimilati i casi di
eccessivo costo rispetto a quello preventivato e quello di decremento di valore della
controprestazione che remuneri il debitore.
Per la CASSAZIONE: non caso di onerosit sopravvenuta lalterazione dellequilibrio
contrattuale tutto a vantaggio di una parte, ma senza pregiudizio aggiuntivo per laltra.
leccessiva onerosit sopravvenuta consiste in una prestazione imprevedibilmente gravosa per
il debitore e non in un vantaggio insperato per il creditore.
Vi una forte difficolt nel definire quando una turbativa possa essere considerata idonea a
generare una ONEROSITA ECCESSIVA, non ci sono indicazioni quantitative affidabili se non a
riguardo dei singoli contratti. Linterprete deve stabilire quando la sopravvenienza SUPERA
lALEA NORMALE del contratto:
-NO le semplici fluttuazioni di mercato
-NO il fatto che un contratto per una parte determini solo perdite e non guadagni
-SI: deve essere causato uno sconvolgimento delloperazione contrattuale, tale che il suo
mantenimento condurrebbe ad esiti economici irrazionali
Un orientamento DOTTRINALE sostiene che c onerosit sopravvenuta quando le turbative
sono a portata GENERALE, nel senso che deve operare presso qualsiasi debitore, cos da operare
una modificazione di valore nel mercato della prestazione. Questa limitazione appare NON
sufficiente: ES Art. 1664. Onerosit o difficolt dell'esecuzione. 3)Se nel corso dell'opera si
manifestano difficolt di esecuzione derivanti da cause geologiche, idriche e simili, non previste
dalle parti, che rendano notevolmente pi onerosa la prestazione dell'appaltatore, questi ha
diritto a un equo compenso. lonerosit qui riguarda solo il singolo contratto con lappaltatore,
non tutto il mercato.
-si deve trattare di eventi straordinari e imprevedibili:
STRAORDINARIO: inconsueto, anomalo. Ma anche in senso dimensionale: molto grande,
sbalorditivo.
IMPREVEDIBILE: diverso da imprevisto. La tutela accordata solo nel caso ci sia stato un
EVENTO IMPREVISTO E IMPREVEDIBILE. La sopravvenienza perturbativa assume rilevanza solo
quando abbia avuto unincidenza imprevedibile e straordinaria sul singolo concreto rapporto
contrattuale, anche se la sopravvenienza, di per s, non possa dirsi straordinaria e imprevedibile.
Il soggetto che invoca lonerosit sopravvenuta dovr provare quali siano gli eventi che
hanno provocato la turbativa. Su ci si espressa la Cassazione, stabilendo che non basta
provare lo squilibrio tra le prestazioni, ma anche che lo stesso stato causato da un andamento
anomalo del mercato.
-la turbativa deve essere quantitativamente significativa, deve fuoriuscire dallalea normale
del contratto. Il semplice riferimento al tipo negoziale non sufficiente a determinare lalea
normale del contratto. Occorrer lanalisi del contenuto della singola e specifica operazione
economica programmata dalle parti per determinare lalea normale e se la sopravvenienza
debba avere rilevanza risolutoria. Comunque ex art 1469, il rimedio risolutorio non si applica
per i contratti aleatori: contratti in cui incerto se la prestazione di una delle parti debba essere
eseguita o incerta lentit della prestazione dovuta (es: cntr di assicurazione).
Lonerosit sopravvenuta, a parte lesclusione dei contratti aleatori, applicabile al
contratto in generale. In alcuni casi disciplinata con riguardo ad alcuni tipi contrattuali:
appalto, affitto, affitto di fondo rustico.
9.2.8. I RIMEDI
In caso di eccessiva onerosit sopravvenuta, il legislatore prevede il rimedio della
risoluzione del contratto: si tratta di risoluzione giudiziale, che non si produce automaticamente.
Lonerosit sopravvenuta non rilevabile dufficio e la domanda non pu essere per la prima
volta posta in grado di appello. Di contro alla domanda di adempimento non si pu opporre in via
deccezione lonerosit sopravvenuta. Il fatto che non possa essere posta in via dECCEZIONE,
comporta che fino alla risoluzione del contratto il debitore non liberato dallobbligazione di
adempiere. Quindi chi richiede lonerosit sopravvenuta ha 2 opzioni:
-non adempiere e agire per la risoluzione (rischiando di dover risarcire il danno da
inadempimento)
-adempiere e chiedere la risoluzione qualcuno critica: ma se si riesce ad adempiere
perfettamente, allora non ha senso chiedere la risoluzione ex 1467. In realt chi richiedere la
risoluzione pu evitare di rispondere degli ulteriori danni di inadempimento compiendo
comunque la prestazione. Domandata la risoluzione, la parte CONVENUTA pu offrire la
RICONDUZIONE AD EQUITA del rapporto.
9.3.PRESUPPOSIZIONE
9.3.1. NOZIONE
Listituto della presupposizione non disciplinato dal cc.; si tratta di una figura ammessa
dalla giurisprudenza ed elaborata per risolvere i casi in cui il contratto non riesca ad assolvere la
propria funzione, per vicende, che non rendono in via diretta, impossibile loggetto, ne privano
loperazione contrattuale della funzione sua propria. ES: locazione del balcone per assistere al
passaggio del corteo reale. Se la processione verr annullata, viene meno un presupposto
necessario del contratto. Loggetto possibile, la causa prezzo/godimento del bene non
frustrata, ma rimane alterato il senso delloperazione economica. Ricorre la presupposizione
quando una determinata situazione debba ritenersi, anche in mancanza di un espresso
riferimento ad essa nelle clausole contrattuali, essere stata tenuta presente dai contraenti nella
formazione del consenso come PRESUPPOSTO DETERMINANTE ai fini dellESISTENZA e del
42
PERMANERE del VINCOLO CONTRATTUALE. Necessaria una attivit interpretativa. La valutazione
del fatto riservata al giudice di merito ed incensurabile in sede di legittimit se immune da
vizi logici o giuridici. Listituto della presupposizione serve ad evitare che producano
regolarmente i propri effetti dei contratti che siano perturbati nel loro senso economico da
vicende che le parti non hanno disciplinato espressamente nel testo negoziale pur avendole
considerate come essenziali ai fini delloperazione economica da loro voluta. Non deve divenire il
modo per far rilevare IL MOTIVO contrattuale (distinzione sottile). La presupposizione costituisce
una tecnica per sottrarre allarea del motivo (giuridicamente irrilevante) circostanze che servono
a dare un senso compiuto alloperazione contrattuale: lampliamento del concetto di causa pu
essere un modo concorrente per raggiungere le stesse finalit. Sono diversi per gli effetti:
mancanza della causa = nullit; difetto del presupposto = annullamento/recesso (non
automatici). richiesto che le parti NON si siano immaginate che la circostanza potesse
mancare; deve essere un rischio non considerato e non accollato dalle parti. La presupposizione
deve essere ESCLUSA ogni volta che lanalisi del contratto conduca a ritenere che la circostanza
rientrasse nella sfera dei rischi convenzionalmente posti a carico di una parte.
9.3.2. APPLICAZIONI
Le principali applicazioni dellistituto della presupposizione, hanno riguardato due diversi
tipi di situazioni. 1)contratti relativi a operazioni immobiliari, in cui larea compravenduta abbia
una destinazione urbanistica (originaria o sopravvenuta) diversa da quella presupposta dalle
parti.
2)casi in cui la turbativa riguarda beni diversi rispetto a quelli che formano oggetto
immediato del contratto: vendite di partecipazioni sociali, in ci le azioni assumono valore in
quanto rappresentanti un oggetto mediato, cio lazienda sociale.
3)altre applicazioni, non raccoglibili in classi.
Materia non facilmente sistematizzabile. Bisogna stare attenti a distinguere:
- il difetto originario del presupposto contrattuale: VIZIO DELLATTO. RIMEDI: NULLITA per
difetto di causa o ANNULLABILITA per errore sulloggetto o contenuto del contratto o
INEFFICACIA.
- la turbativa sopravvenuta (turbativa del rapporto obbligatorio): applicato lart 1467.
Tuttavia la GIURISPRUDENZA si discosta da questa applicazione quando ammette di invocare la
presupposizione come semplice eccezione diretta a contrastare la pretesa alladempimento, di
contro alla necessit di svolgere una coerente domanda diretta alleliminazione del vincolo.
9.3.3. TERRENI
Nelle operazioni contrattuali relative ai terreni, la possibilit o meno di destinare questi allo
svolgimento di attivit edificatorie assume evidentemente una centrale importanza dal punto di
vista sia del loro uso, sia dei valori scambiati entro il contratto. In pochi altri casi cosi evidente
la rilevanza del prezzo a significare le caratteristiche proprie delloggetto del contratto: un
prezzo allineato ai valori di aree edificabili denuncia in maniera piuttosto chiara come
ledificabilit costituisca un presupposto tenuto presente dalle parti ed eventualmente privo di
disciplina espressa.
9.5. LHARDSHIP NEI PRINCIPI UNIDROIT E NEI PROGETTI DI UNIFICAZIONE DEL DIRITTO
PRIVATO
Principi UNIDROIT: hanno trovato attenzione sia il tema del rapporto originario tra
prestazioni (gross disparity) che quello della sua alterazione successiva (hardship). Su richiesta
della parte che avrebbe diritto allannullamento del contratto (se laltra parte ha tratto un
ingiusto vantaggio economico, valutato anche in base allo scopo del contratto), il giudice pu
adattare il contratto o le sue clausole in modo da renderlo conforme ai criteri ordinari di
correttezza nel commercio (anche su richiesta della controparte che ha ricevuto lavviso della
domanda di annullamento). Il debitore, anche in caso di hardship, tenuto alladempimento. Si
ha HARDSHIP quando si verificano eventi che alterino sostanzialmente lequilibrio del contratto o
per laccrescimento dei costi della prestazione di una delle parti o per la diminuzione del valore
della controprestazione (se gli eventi si verificano DOPO la stipulazione del contratto, se erano
imprevedibili, estranei alla sfera di controllo della parte svantaggiata e il rischio di tali eventi non
era stato assunto dalla parte svantaggiata). CONSEGUENZE DELLHARDSHIP:
1)la parte svantaggiata pu richiedere la RINEGOZIAZIONE del contratto. Vanno indicati i
MOTIVI della richiesta ed essa va fatta senza ritardo.
2)la richiesta di rinegoziazione non d il diritto di sospendere lesecuzione.
3)se le parti non si accordano entro un termine ragionevole, possono rivolgersi al giudice.
4)il giudice pu o MODIFICARE o RISOLVERE il contratto.
Si pone in primo piano il rimedio CONSERVATIVO, cui pu seguire quello RISOLUTORIO se la
trattativa non ha buon esito.
Principles della COMMISSIONE LANDO: La prestazione va comunque compiuta anche se
diventata pi onerosa. viene introdotta, accanto alla flessibilit del contenuto del contratto nel
caso di mantenimento, anche una flessibilit di effetti nel caso in cui il vincolo sia sciolto. Il
giudice potr far risalire la risoluzione ad una data da lui definita e potr determinare anche le
condizioni della risoluzione (possibile una gestione specifica del problema dei costi di
investimento sostenuti da una delle parti anteriormente alla risoluzione del contratto).
DRAFT COMMON FRAME OF REFERENCE: la prestazione va comunque compiuta anche
se diventata pi onerosa. Si considera lonerosit sopravvenuta in modo similare ai principi
UNIDROIT.
9.6. CONCLUSIONE
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Il tema delle sopravvenienze manifesta la propria importanza concettuale perch introduce
un vulnus profondo alla nozione del contratto come atto che si perfeziona alla sua conclusione e
che vincola in modo definitivo le parti al rispetto della parola data, vista la sua forza di legge. Al
dovere incondizionato di adempiere si sostituisce il dovere di cooperare per dare attuazione ad
una operazione economica; e lo snaturamento delloperazione economica non rimane senza
riflessi sulla stabilit del contratto. Il dovere di buona fede nellesecuzione del contratto viene ad
assumere una valenza specifica in questi contratti laddove, allopposto, la risoluzione del
contratto rimane un approdo alternativo. Per la RISOLUZIONE rimane il RIMEDIO PRINCIPALE
previsto nel nostro ordinamento nellipotesi di turbativa contrattuale non disciplinata
convenzionalmente dalle parti.
CAPITOLO10: LA SIMULAZIONE
10.1.3.LINTERPOSIZIONE FITTIZIA
Come riferito in apertura, infine, linterposizione fittizia una forma di simulazione,
soggettiva, che si realizza quando si raggiunge un accordo simulatorio che concerne lindennit
di una delle parti. In pi occasioni si parlato di interposizione fittizia con riferimento a due casi
in cui un soggetto(interposto) interviene simulatamente(prestanome) a un determinato atto.
Ovvero quando linterposto interviene per: 1)prestare il suo nome per un contratto da
sottoscrivere con un terzo, ovvero, il c.d. interponente, allo scopo di simulare la conclusione
dellaccordo e nulla pi; 2) ricevere un bene dallinterponente e prestare il suo nome a favore di
questultimo nei confronti di tutti i terzi. Ci detto, linterposizione fittizia v distinta per dalla
interposizione reale, la quale si configura quando un soggetto (interposto) agisce come
contraente da un altro soggetto e assume, nei confronti di questultimo, in nome proprio, diritti e
obblighi contrattuali che si impegnato a trasferire, con un atto distinto, a un soggetto ulteriore.
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10.2. LACCORDO SIMULATORIO E LA CONTRODICHIARAZIONE: DEFINIZIONI E CONFRONTO
Elemento fondamentale della simulazione laccordo simulato, cio lintesa, raggiunta tra
le parti, di dar vita a un negozio simulato. Laccordo simulatorio deve essere distinta dalla c.d.
controdichiarazione, che la dichiarazione in cui si manifesta laccordo simulatorio stesso, ma
che ne costituisce mero elemento di prova, non dovendo consistere in un atto richiesto ad
substantiam perch si possa dire di trovarsi in presenza di simulazione. Infatti, corretto
affermare che laccordo simulatorio copre e accorpa gli elementi del contratto simulato, della
(contro)dichiarazione in cui si specifica che il contratto simulato avr valenza solo per i rapporti
con i terzi e, se del caso, del contratto dissimulato. Ad ogni modo, la ragione per la quale si
propende per la partecipazione del terzo allaccordo simulatorio che, in caso contrario, il
diretto contraente dellinterposto potrebbe esigere dallinterposto, anzich dallinterponente,
lesecuzione del contratto. Su ci la giurisprudenza si espressa ammettendo che il terzo possa
semplicemente aderire a un accordo raggiunto tra interponente e interposto.
10.4.1. GLI EFFETTI DELLA SIMULAZIONE TRA LE ARTI E IL RUOLO DEI CONTRATTI,
SIMULATO E DISSIMULATO, INTER PARTES
Latto simulato non produce nessun effetto fra le parti (art. 1414 c.c.), per la ragione
che esso non effettivamente voluto. Questo significherebbe che la simulazione
configura unipotesi di nullit; ci dovuto anche dal fatto che trae una divergenza tra
dichiarazione e volont. Secondo alcuni autori invece sarebbe pi appropriato dire che
il contratto simulato inefficacie. Ci per diverse ragioni:1)per la scissione tra la
domanda diretta ad accertare la simulazione e la domanda diretta a far dichiarare la
nullit; 2)perch il contratto simulato non sarebbe convertibile n convalidabile; 3)per
il fatto che un negozio non potrebbe essere nullo tra le parti ed efficace per i terzi che
non ne subiscano un pregiudizio; 4)perch la legittimazione ad agire per la
simulazione sarebbe relativa e non assoluta, come nel caso di azione di nullit; 5)per il
fatto che la vicenda simulatoria, in giudizio, potrebbe essere soltanto opposta dalle
parti e che quindi il giudice non potrebbe rilevarla dufficio; 6)perch la simulazione
non integra, di per s, irregolarit del contratto, come violazione di norme imperative,
limpossibilit delloggetto. A seguito di queste ragioni parte della dottrina ritiene che
siamo in presenza di un caso di inefficacia . Ancora oggi la questione dibattuta. Se si
tratta di simulazione relativa, fra le parti ha effetto il diverso contratto che esse hanno
47
voluto effettivamente concludere, purch ne sussistano tutti i requisiti di validit ( art.
1414 c.c.).
49
10.6.LAMBITO DI APPLICAZIONE DELLA DISCIPLINA CODICISTICA DELLA SIMULAZIONE
La prima questio riferibile al tema del campo di applicazione della disciplina della
simulazione prevista dal cc quella che investe la simulazione relativa parziale della
clausola sul prezzo. Su questa la giurisprudenza si divisa. Infatti, alcuni giudici sono
giunti ad affermare che il patto con cui si conviene di tenere celata una parte del
prezzo non sarebbe da assoggettarsi alla disciplina del cc. Nella prima ipotesi, si
posto un onere della prova a carico dellinterponente mentre nella seconda, il prezzo
effettivamente voluto, potrebbe essere provato con qualsiasi mezzo. Ci detto, la
logica della giurisprudenza, nella disapplicazione della disciplina prevista dal cc, si
fonda sulle considerazioni che, se e quando laccordo investe solo uno degli elementi
del contratto ostensibile, conservando inalterati tutti gli altri suoi elementi. Con la
conseguenza che esso dovrebbe dirsi simulato, ovvero nullo o annullabile, ma
soltanto inefficacie tra le parti. Senza contare che per quanto concerne la
disapplicazione della sola disciplina probatoria, stato altresi evidenziato che il
requisito della forma sarebbe soddisfatto l dove essa fosse riscontrabile nel contratto
simulato, in luogo a quello dissimulato, in considerazione di una sostanziale unit di
volont, manifestata dalle parti nel porre in essere la fattispecie simulatoria e
delloperativit della simulazione sul piano egli effetti invece che su quello della
validit del contratto apparente. Nondimeno, questi ragionamenti hanno sollevato
critiche, su due motivi. Il primo motivo che non potrebbe dirsi conforme al diritto
limitare lambito di applicazione dellart. 1414 ai soli casi in cui vi sia un contratto
dissimulato di tipo diverso risetto al contratto simulato. Lintento del legislatore
sembrerebbe essere:1)una prima regola, volta a disciplinare la simulazione del
contratto; 2)seconda regola, diretta a coprire tutti i casi in cui due o pi parti
perseguono un obbiettivo occulto nascente da un atto congiunto di autonomia privata;
3)terza regola, interessante i fenomeni simulatori insorgenti da negozi unilaterali. Il
secondo motivo sta nel fatto che quando la dichiarazione simulata contenuta in un
documento, dovrebbe ritenersi insuperabile il richiamo allart. 2722, cosi che la
pattuizione di un prezzo superiore a quello apparente, configura un mero patto
contrario al contenuto di un documento. Pertanto il secondo motivo che pu ritenersi
in astratto compatibile con il ragionamento avviato, configura la soluzione pi
ragionevole e plausibile per la dimostrazione della simulazione dalla clausola sul
prezzo. Va poi, infine, rilevata la questio relativa allambito di applicazione della
disciplina codicistica della simulazione, si estende al problema della simulabilit della
data di un dato negozio. Per quanto riguarda il tema della simulabilit della data,
secondo parte della dottrina, questo elemento, non pu essere oggetto di simulazione
in senso proprio, sia perch si avrebbe a che fare con una dichiarazione di scienza, sia
perch in forza di ci, la creazione in tal senso, in un contratto, di unapparenza
divergente della realt sarebbe piuttosto da catalogare nelle categorie del falso.
Questa sembra essere la tesi maggiormente accreditata, anche se, sembra trascurare
che attraverso simili alterazioni, le parti possono perseguire indirettamente un effetto
dispositivo divergente da quello che risulta dallatto, creando una diversit di effetti
tra le parti e i terzi. Per quanto concerne lapplicabilit della disciplina codicistica agli
atti unilaterali, lart. 1414 prevede che si applichi anche agli atti unilaterali destinati a
una persona determinata, che siano simulati tra il dichiarante e il destintario. Ci si
chiede se tali norme possano poi essere estese alla disciplina dei contratti plurilaterali,
nei quali rientrano i contratti simulati di societ. Di fatto non vi alcun concetto che
impedisce tale estensione.
PARTE 1: LA FIDUCIA
11.1. DEFINIZIONE. FIDUCIA ROMANISTICA E FIDUCIA GERMANISTICA
Premesso che il negozio fiduciario non contemplato dal cc, in diritto privato, la nozione di
fiducia designa lattribuzione a un soggetto (fiduciario) di un diritto o di un potere giuridico
limitato dalla cura degli interessi di un altro soggetto (fiduciante o beneficiario). Da ci derivano
le due categorie di fiducia: 1) fiducia romanistica: quel negozio in cui il fiduciante trasferisce al
fiduciario la propriet, piena e illimitata di uno o pi beni, con lintesa che il fiduciario amministri
tali bene e li detenga a garanzia di un debito del fiduciante; 2)fiducia germanistica: quella fiducia
con la quale il fiduciante attribuisce al fiduciario la legittimazione a esercitare, in nome proprio,
un diritto su uno o pi beni, oppure, svolge da meccanismo giuridico diretto a attribuire effetti
reali al pactum fiduciae affinch in caso di violazione dellaccordo, i beni tornino nel patrimonio
del fiduciante. Questo tipo di fiducia per non riconosciuta nel diritto italiano se non nel caso in
cui il fiduciante trasferisce al fiduciario un diritto sotto condizione risolutiva.
11.4.4. BREVI OSSERVAZIONI SULLE DECISIONI DELLA SUPREMA CORTE IN TEMA DI PROVA
DEL PACTUM FIDUCIAE
Volendo ora razionalizzare quanto emerge dalle sentenze della corte di Cassazione, si pu
osservare che: 1)tutte le sentenze che si sono pronunciate in merito alla fiducia hanno,
qualificato tale negozio, dapprima qualificato il negozio fiduciario come contratto atipico dotato
di cause fiduciae piuttosto che comeun insieme di due contratti collegati; 2) dallanalisi delle
sentenze risulta un certo contrasto quando ad oggetto del negozio vi sia un bene immobile.
Perch in alcuni casi stata applicata la disciplina del mandato senza rappresentanza, in altri la
disciplina del preliminare.
52
devono ricorrere per potersi configurare un patto commissorio vietato. Allo stato attuale, dopo il
pronunciamento della Corte di Cassazione, si ritiene che vi sia patto compromissorio (vietato)
quando loperazione sia strutturata come unalienazione a scopo di garanzia. Detto ci, in
conformit a quanto appena esposto, si segnalano qui due casi in cui la corte, si pronunciata,
in relazione al divieto del patto commissorio. Il primo caso concerneva lacquisto di un bene
immobile presuntivamente effettuato da due coniugi, nei confronti di un terzo, allo scopo di
ottenere un finanziamento nellinteresse altrui. Entrambi inerenti a unasserita violazione dellart.
2744 per interposizione fittizia.
11.4.9.LA FIDUCIA ESCLUSIVA. I RAPPORTI DEL NEGOZIO FIDUCIARIO CON GLI STRUMENTI
DI TUTELA DEI CREDITORI E CON I DIVIETI LEGISLATIVI
Il negozio fiduciario pu essere utilizzato oltre che per perseguire finalit meritevoli di
tutela, anche per realizzare scopi esclusivi, se non propriamente illeciti. Esso pu essere infatti
usato dal fiduciante per sottrarre beni a suoi creditori e per violare divieti negoziali o normativi.
PARTE 2: IL TRUST
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11.1. DEFINIZIONE DI TRUST. CAMPO DI APPLICAZIONE DEL PRESENTE LAVORO
Il diritto italiano non conosce il concetto di trust. Il trust un istituto del sistema giuridico
anglosassone di common law, sorto nell'ambito della giurisdizione di equity, che serve a regolare
una molteplicit di rapporti giuridici di natura patrimoniale (isolamento e protezione di patrimoni,
gestioni patrimoniali controllate ed in materia di successioni, pensionistica, diritto societario e
fiscale). stata introdotta con la convenzione dellaja del 1985 relativa alla legge applicabile ai
trust ed il loro riconoscimento (CAT). Allart. 2 del CAT, il trust, viene riferito a un rapporto
giuridico istituito da una persona, il disponente, con cui dei beni siano posti sotto il controllo di
un trustee nellinteresse di un beneficiario o per un fine determinato. Tale definizione ha ricevuto
forte critica dalla dottrina perch ricomprende altri istituti simili ad esso. Detto ci comunque, il
punto di partenza per lo studio del trust il CAT. Ci detto, si deve osservare che ai sensi dellart.
3 CAT, la convenzione si applica ai soli trust istituiti volontariamente e provati per iscritto. Ci
significa che si andr a studiare solo quei trust istituiti da una persona, che sia titolare prima
dellistituzione del trust, di un diritto reale su uno o pi beni.
11.4. I PROBLEMI GIURIDICI DI DIRITTO CIVILE SOLLEVATI DAI TRUSTS, IN ITALIA: A)LA
QUESTIO DELLAMMISSIBILITA DEI TRUSTS INTERNI
Sui trust interni sono nate diverse teorie, da dottrina e giurisprudenza, in Italia, prima di
uniformarsi a favore del loro riconoscimento. In altri termini, dato per presupposto il
riconoscimento dei trust esterni, si a lungo discusso se fosse ammissibile, istituire un trust i cui
elementi obiettivi, non modificabili, sono connessi a un solo ordinamento giuridico.
11.4.1. CENNI SUL DIBATTITO DOTTRINALE SUL RICONOSCIMENTO DEI TRUSTS INTERNI
Il dibattito insorto nella dottrina sul riconoscimento dei trust interni stato riferito a una
serie di questioni, tra le quali, su tutte: -la natura di diritto internazionale privato della CAT; - il
principio del numero chiuso dei diritti reali; - il testo dellart. 2740cc. Volendo riassumere i
contenuti del dibattito, si pu osservare che la dottrina contraria al riconoscimento dei trust
interni, ha affermato che: 1)il trust dei paesi di common law, fondato sulla dicotomia tra common
law e equity, si scontrerebbe con il nostro principio del numero chiuso dei diritto reali; 2)il trust
sarebbe in contrasto con lart. 2740; 3) nessuno stato tenuto a riconoscere i trust interni;
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4)lart. 5 CAT esclude lapplicabilit della convenzione quando la legge regolatrice risultante
degli art. 6 e 7 CAT non preveda listituto del trust o la categoria di trust in questione; 5)dato che
la CAT non ha inteso introdurre il trust nel diritto sostanziale degli stati aderenti c.d. non-trust, ha
posto dei limiti entro i quali un trust possa trovare riconoscimento sia i trust che i non-trust. A
queste considerazioni, la dottrina favorevole al riconoscimento dei trust interni ha replicato: 1)la
dicotomia common law-equity, presunta fonte di una duplice propriet in capo ai trust di
common law, non crea alcuna incompatibilit con il numero chiuso dei diritti reali; 2)lart. 2740
non deve ritenersi applicabile ai trust; 3)lart. 13 deve essere inteso non quale fonte di un
divieto di riconoscimento; 4)deve considerarsi improponibile una lettura dellart. 5 CAT da cui si
intenda far scaturire lesclusione dei trust interni; 5) lart. 6 non ha inteso in alcun modo limitare
la libert del settlor in sede di scelta della legge regolatrice del trust, imponendogli di far
riferimento alla legge di uno stato con cui il trust da costituirsi presenti elementi di
collegamento.
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che preveda la coincidenza tra costituente (settlor) e trustee, individuandosi quale beneficiario
una determinata famiglia costituenda della quale esso costituente faccia parte. Nella fattispecie
il Tribunale di Parma ha statuito nel senso della necessit di dare pubblicit al summenzionato
trust, esigenza che non rinverrebbe alcuna limitazione nel principio dell'unicit del patrimonio di
cui all'art.2740 cod.civ. (Tribunale di Parma (decreto), 21 ottobre 2003). In senso analogo ha
statuito altra Corte di merito, rilevando come non risulti ostativa rispetto alla possibilit di
operare la trascrizione neppure l'assenza di soggettivit del trust (Tribunale di Torino del 10
febbraio 2011). Va notato che questa opinione vale a conferire una maggiore pregnanza alla tesi
volta a valorizzare l'autonomia di una causa fiduciaria, ex se idonea a fondare l'istituto.
11.6. I RAPPORTI TRA IL TRUST E: A)LE NORME IMPERATIVE DEL CODICE CIVILE E; B)
LORDINE PUBBLICO.
Anche il trust come la fiducia soggetto alle norme imperative del codice civile. Cosi, lart
15 CAT stabilisce che: la convenzione non ostacoler lapplicazione delle disposizioni di legge
previste dalle regole di conflitto del foro, allorch non si possa derogare a dette disposizioni
mediante una manifestazione della volont, in particolare nelle seguenti materie: 1)protezione
dei minori e di incapaci; 2)gli effetti personali e patrimoniali del matrimonio; 3)i testamenti e la
devoluzione dei beni successori; 4)il trasferimento di propriet e le garanzie reali; 5)protezione
dei creditori in casi di insolvibilit; 6)protezioni, per altri motivi, dei terzi che agiscono in buona
fede. Tali disposizioni sono poste con il solo scopo di impedire che un trust, violi in Italia, le
norme inderogabili di legge. In altri termini, grazie allart. 15 CAT, il disponente del trust, libero di
scegliere la legge regolatrice, pu regolare il trust e il suo statuto, ma non pu pretendere di
ottenere sempre tutti gli effetti. Effetti che, non pu conseguire, nemmeno quando il trust sia in
violazione: 1) dellart. 16 che recita: la convenzione non pregiudica le disposizioni legislative del
foro che devono essere applicate anche per situazioni internazionali indipendentemente dalla
legge designata dalle regole di conflitto di legge; 2) dellart. 18 che stabilisce: le disposizioni
della convenzione potranno essere non osservate qualora la loro applicazione sia
manifestamente incompatibile con lordine pubblico.
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Il ruolo del trustee pu essere rivestito da chiunque, persona fisica, giuridica o
professionista, anche se oggi a gestire il trust fund, sia un soggetto che svolge lattivit di
trusteeship, ci anche perch il trustee si assume obblighi molto onerosi. La maggior parte
delle obbligazioni proprie del trustees sono comuni ai vari tipi di trust. Questi tipi di obbligazioni
possono essere divese in due categorie: equitable duties e i fiduciary duties. Alla prima categoria
vengono ricondotti il dovere di agire secondo diligenza (duty of care) il dovere di registrare le
attivit svolte e fornire il rendiconto ( duty to keep and render account) il dovere di investire il
trust fund (duty to invest) e il dovere di non delegare le proprie funzioni (duty not to delegate).
Nella seconda categoria rientrano invece il dovere di agire in buona fede (good faith) il dovere di
non agire nel proprio interesse o nellinteresse di un terzo senza il consenso informato dei
beneficiari (fiduciary duties) e il dovere di evitare tutte quelle situazioni pratiche che possano
comportare linsorgere di conflitti di interesse.
DUTY OF CARE
Ciascun trustee tenuto ad agire con la diligenza e la perizia che ragionevole attendersi,
nelle circostanze del caso, in considerazione delle sue conoscenze , della sua esperienza
personale e di quanto da costui eventualmente dichiarato ai terzi.
DUTY OF ACCOUNT
Per quanto riguarda il dovere di rendiconto, il trustee ordinariamente soggetto allobbligo
di fornire ai beneficiari tutti i documenti registrati e registrabili inerenti allamministrazione del
trust fund, cosi che questi ultimi possono verificare se si conformato alle disposizioni contenute
nel trust instrument e in che modo ha operato.
DUTY TO INVEST
Inizialmente regolato dal trustee investiment act del 1961, poi disciplinati dal trustee act
del 2000. Prima dellentrata in vigore di questultimo la legge era molto accorta per quanto
concerneva le tecniche di investimento del trust fund, il cui obbiettivo sempre stato quello di
conservare il patrimonio a esso conferito. Oggi, ciascun trustee pu fare qualsiasi investimento
che compirebbe normalmente per se stesso. V per notato che in deroga a quanto detto, ogni
trustee deve, eseguire gli investimenti che intende compiere in modo diversificato.
FIDUCIARY DUTIES
Per quanto riguarda i fiduciary duties, va segnalato che ogni trustee tenuto a rispettare:
1) un general fiduciary duty (obbligo di segregare e mantenere distinto il patrimonio di ogni
singolo trust dal suo patrimonio personale); 2) dovere di attenersi a quanto stabilito nellatto
costitutivo di trust; 3) il dovere di agire personalmente; 4) il dovere di evitare conflitti di
interesse.
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CAPITOLO 12 : I CONTRATTI ATIPICI DI GARANZIA
PREMESSA
Per contratti atipici di garanzia, si intendono quella serie di patti che si inseriscono,
modificandola, nella disciplina dettata in tema di garanzie atipiche reali e personali, ampliando lo
spettro degli strumenti civilistici la cui funzione sia quella di garanzia. Andremo ad analizzarne
diversi tipi.
12.3.LETTERE DI PATRONAGE
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La lettera di patronage una forma di garanzia personale atipica diffusa prevalentemente
nellambito del sistema delle societ collegate o controllate, che consiste nella dichiarazione
emessa dalla societ controllante a favore di istituti bancari in connessione con lerogazione di
finanziamenti a soggetti sui quali il dichiarante esercita la propria influenza. molto usato dalle
holding per svolgere la propria funzione di assistenza finanziaria alle societ controllate, senza
per ricorrere alle usuali forme di garanzia. un istituto che, nonostante il suo frequente utilizzo,
sfugge a precisi inquadramenti normativi e teorici, in quanto, in realt , non esiste un solo tipo di
lettera ma molteplici tipologie. Nonostante ci per assodato che lo scopo di questa quello
rafforzare nellistituto di credito il convincimento che il patrocinato far fronte ai propri obblighi.
La loro diffusione si avuta anche grazie al fatto che questa viene rilasciata con maggiore
facilit rispetto alle garanzie tipiche previste. Una caratteristica di tali lettere che possono
essere divise in: 1)lettere deboli: lettere con cui il patrocinante si limita ad esternare la propria
posizione di influenza; 2)lettera forte: quando il patrocinante non si limita ad esternare la propria
posizione di influenza ma si assume anche degli impegni.
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condizioni che determinano lescussione della garanzia: 1)le obbligazioni sono immediatamente
esigibili; 2)si calcolano le reciproche posizioni di debito-credito secondo i valori di mercato, con la
liquidazione della differenza a favore del contraente creditore.
INTRODUZIONE
Lintensit e la velocit degli scambi avvenenti nel nostro ordinamento, lo hanno reso
sempre pi permeabile ai modelli giuridici internazionali. Nel tempo, infatti, si sono introdotti
modelli contrattuali non contemplati nel nostro sistema, ci dovuto anche al fatto che si creata
una forte tipizzazione dei contratti tra imprese che hanno portato alla formazione di raccolte e di
usi sempre pi articolati. La diffusione di tali usi ha determinato la diffusione di quello che ha
recentemente denominato il contratto alieno.
PARTE 2: LEASING
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Il leasing un contratto trilaterale attraverso il quale unimpresa concedente compra un
bene da un fornitore con lesclusivo scopo di concederlo il locazione finanziaria ad unimpresa
utilizzatrice interessata. Al termine del rapporto, questultima matura un diritto di opzione per
lacquisto del bene che ha in godimento ad un prezzo predeterminato.
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In alcune spa, i contraenti inseriscono una clausola di price adjustament, attraverso la
quale, le eventuali difformit della situazione patrimoniale riscontrate dopo il trasferimento della
target, giustificano una diminuzione del corrispettivo. unipotesi in cui il prezzo non sia ancora
stato determinato durante le trattative o alla conclusione del contratto, motivo per cui le parti
rinviano la sua quantificazione ad un momento posteriore al closing. Da un punto di vista
operativo le clausole di indemnity e price adjustament, hanno funzione analoga perch fungono
da strumenti di riequilibrio in caso di alterazione della prestazione.
14.4. LINADEMPIMENTO
Presupposto della risoluzione il grave inadempimento dellaltro contraente. Inoltre si
discusso se sia necessaria la colpa del debitore, oppure se rilevi solo linadempimento in quanto
mancata prestazione. Secondo una prima corrente di pensiero, necessario che
linadempimento sia imputabile al debitore ex art. 1176 e 1218cc; questo perch se
linadempimento fosse incolpevole, darebbe luogo alla risoluzione per impossibilit
sopravvenuta. Altra parte della dottrina invece, nega che la consapevolezza sia presupposto
della risoluzione per inadempimento. Daltro canto, essendo la ratio quella di mantenere
lequilibrio sinallagmatico, ogni turbamento dovrebbe comportare comunque lutilizzabilit del
rimedio risolutorio. Risorge in tal senso il dubbio se lincolpevolezza delladempimento sia o
meno causa di risoluzione, da qui discende il principio secondo cui, ammettere lesenzione
dellinadempimento incolpevole scivola nellirrazionale. Da ci infatti discenderebbe che il
creditore potrebbe approfittare di una qualsiasi manchevolezza dellaltro contraente per
sbarazzarsi del contratto. Lart. 1455 infatti dispone che il contratto non si pu risolvere se
linadempimento di una delle parti ha avuto scarsa importanza. Solo uno sconvolgimento del
sinallagma iniziale causa di risoluzione. Da qui allora nasce il problema riguardo la valutazione
della gravit dellinadempimento. Lunico criterio o elemento oggettivo di valutazione in tal
senso la mancata o inesatta prestazione , mentre da elemento soggettivo funge linteresse
concreto della controparte allesatta e tempestiva prestazione. da notare come, con apposita
clausola, i contraenti possono identificare ex ante gli inadempimenti da considerare non di
scarse rilevanza.
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cronologica; 2)causalit; 3)proporzionalit. Per ci che attiene allonere della prova in caso di
inadempimento possiamo dire che secondo la giurisprudenza, lattore che agiva per la
risoluzione del contratto doveva provare linadempimento del convenuto, mentre se agiva per
linadempimento doveva solo provare il titolo ed allegare linadempimento senza dover fornire la
prova. Al convenuto spetta lonere di provare la non imputabilit dellinadempimento. Secondo
altra parte della giurisprudenza, questa diversificazione, risulti essere poco razionale.
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disciplina della restituzione non vi unanimit di opinioni: secondo parte della dottrina
troveranno applicazione le norme che il legislatore ha previsto in tema di ripetizione dellindebito
o restituzioni di arricchimenti e quindi in particolare i frutti e gli interessi sono dovuti, dal giorno
del pagamento se laccipiens era in mala fede, dal giorno della domanda se era in buona fede.
Altra parte della dottrina sostiene invece lautonomia delle azioni restitutorie conseguenti alla
risoluzione rispetto allistituto della ripetizione dellindebito. Oltre al rimedio della risoluzione, il
creditore insoddisfatto potr chiedere il risarcimento dei danni subiti a seguito
dellinadempimento. La dottrina maggioritaria ritiene che tale risarcimento debba coprire il c.d.
interesse positivo. Non manca per, chi reputa che il contraente danneggiato possa scegliere tra
questo risarcimento e il risarcimento dellinteresse negativo.
15.3. LA DISCIPLINA DELLA CLAUSOLA PENALE: TRE POSSIBILI MODELLI. CIVIL LAW E
COMMON LAW A CONFRONTO.
La disciplina della clausola penale diversa quando si tratta di contratti con il
consumatore. Questa discilinata dallart.33 del codice del consumo(Clausole
vessatorie nel contratto tra professionista e consumatore. 2) f) imporre al
consumatore, in caso di inadempimento o di ritardo nell'adempimento, il pagamento di
una somma di denaro a titolo di risarcimento, clausola penale o altro titolo equivalente
d'importo manifestamente eccessivo). La penale manifestamente eccessiva si
presume vessatoria e quindi nulla fino a prova contraria. Negli altri ordinamenti:
-FRANCIA: intervento del giudice ammesso anche per valutare i danni ulteriori quando
la penale giudicata irrisoria. I giudici tendono a non riconsiderare i danni preliquidati
e sono considerate penali vere e proprie solo quelle sanzionatorie o con danni liquidati
in modo generico e forfettario.
-GERMANIA: si distingue tra penali in senso proprio con carattere sanzionatorio
[possono essere ridotte dal giudice se eccessive] e preliquidazione dei danni anche
forfettaria, purch i danni siano indicati e previsti [non riducibile dal giudice, se non si
prova che si tratta di penali larvate]. Sempre ammesso il risarcimento del danno
ulteriore (perch la richiesta un principio inderogabile di ordine pubblico).
Nei cntr con professionisti, penali INEFFICACI, preliquidazione dei danni VALIDA.
-COMMON LAW: penalties sono considerate nulle perch irrogano danni punitivi.
Ammesse per le clausole di preliquidazione dei danni.
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come effetti la sottocompensazione dei danni, comportamenti opportunistici, e
notevoli costi legali.
2)La tendenza a riconoscere legittime e non riducibili penali e caparre confirmatorie
negoziate in modo chiaro dalle parti e regolate nel quadro dei contratti rigidi, con
lassistenza legale necessaria, senza dubbio da preferire
3)La propensione a riconoscere la validit di clausole che essendo chiare possono
essere eseguite senza contenzioso e in tempi brevi ormai sempre pi forte.
4)le clausole che consentono unuscita programmata dal contratto, devono essere
considerate efficienti ed analizzate in modo sistematico e approfondito.
16.2. ABUSO DEL DIRITTO: GLI OTTO CASI PROSPETTATI DALLA CASSAZIONE, 18
SETTEMBRE 2009, N.20106
1)in materia societaria la giurisprudenza ha avuto modo di affermare che, nellambito di
una deliberazione assembleare di scioglimento della societ, labuso del diritto si potrebbe
concretizzare nellabuso di potere da parte della maggioranza che esercita il diritto di voto, dal
quale conseguirebbe poi linvalidit della delibera assembleare assunta. Questa per deve
violare il dovere di buona fede. Quando quindi si dimostra che il potere di voto sia stato
esercitato allo scopo di ledere linteresse di altri soci, si configura un abuso di potere.
2)sempre in ambito societario, si configura un abuso di potere anche quando, in caso di
esclusione del socio dalla societ. Labuso quindi si configura per i medesimi motivi visti nel
punto 1.
3)in giurisprudenza si configura anche il concetto di abuso di personalit giuridica. Quando
un socio non applica le regole sulle societ unipersonali e confonde il patrimonio della societ
con il proprio, pu escludersi il beneficio della responsabilit limitata. Questo caso per molto
controverso e dibattuto.
4)secondo la Cassazione, se una banca recede da un rapporto di apertura di credito, il
recesso, per previsto e ad nutum, pu essere abusivo se assume connotati imprevisti ed
arbitrati, la banca tenuta cosi al risarcimento del danno.
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5) in materia di mediazione, la giurisprudenza ha affermato che il principio di buona fede
oggettiva deve presiedere tanto alla fase delle trattative, quanto a quella di esecuzione del
contratto. Le parti sono poi tenute ad assumere tutti i comportamenti idonei a conservare gli
interessi dellaltra parte, purch non comporti un apprezzabile sacrificio per le stesse. Anche in
questo caso non si configura un vero e proprio abuso.
6)nei contratti sale and lease back ritenuti contrari al divieto del patto commissorio,
configurandosi quindi come alienazioni a scopo di garanzia, possono forse ritenersi espressione
di un abuso del diritto? E lesercizio abusivo del diritto pu comportare la nullit dl contratto? In
entrambi i casi, sia configurando tali clausole cosi inusuali da modificare il contratto come
unalienazione a scopo di garanzia o meno, loperazione colpita da nullit e quindi risulta
illogico configurare ci come un abuso di diritto.
7) si affronta ora la questione, se in un contratto autonomo di garanzia, le richieste di
pagamento non giustificate da circostanze obbiettive possano concretare un abuso del diritto.
Anche in questo caso per, la giurisprudenza, consente di bloccare, in un contratto autonomo di
garanzia, le richieste di pagamento solo se vi sono prove liquide e prove. Il ricorso al concetto di
abuso potrebbe qui diventare un espediente per bloccare lesecuzione a fronte di
inadempimenti.
8)abuso del diritto come tecnica per giustificare un principio generale antielusivo nel
sistema tributario, sia per la prevalenza del tema , sia per gli interventi della suprema Corte.
facile dimostrare che il problema dellelusione di norme tributarie stato affrontato nel
nostro sistema proponendo di applicare i principi che derivano, sostanzialmente, dalla clausola
generale della frode di legge. Questa peraltro limpostazione accolta dallart. 37/bis d.p.r.
600/1973 che riduce lapplicazione del principio solo a casi determinati. Da questa si
consolidato un orientamento volto a vedere tale regola come applicabile allintero ordinamento.
In realt, lutilizzo dellabuso del diritto come clausola generale antielusiva non solo superfluo,
ma anche fuorviante er diverse ragioni: 1)al centro della frode alla legge sta la norma. La regola,
infatti, quella per cui i negozi, i contratti, i procedimenti in frode alla legge non possono
impedire lapplicazione della norma elusa; 2)nel valutare i comportamenti, i negozi, i contratti, si
pu far riferimento alla regola generale. Occorre accertare se esiste unapprezzabile interesse
delle parti, un apprezzabile interesse aziendale o se, la finalit di chi agisce quella di
aggiramento della norma; 3)la conseguenza dellapplicazione della clausola di frode la
inefficacia del procedimento impiegato per mettere in scacco la norma elusa; 4)la frode alla
legge una clausola generale e quindi potrebbe portare ad eludere una molteplicit di norme.
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applicabile. V perci individuato il processo che sembra necessario, seguire e mettere in opera.
In primo luogo, necessario verificare se un complesso di applicazioni sia stato in effetti messo a
punto e se queste regole applicative siano descrivibili in modo chiaro e preciso. Se ci si
compiuto vuol dire che su certe regole vi ormai il consenso degli operatori. Una regola che
derivi da questo procedimento di concretizzazione di una regola generale, pu quindi essere
ammessa, se sufficientemente specifica e si consolida a sua volta, in aplicazioni condivise e
ben determinate.
16.7. CONCLUSIONI
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