Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
1. INTRODUZIONE
1
L'utilizzo terapeutico della tossina botulinica, che mediante iniezioni
intramuscolari paralizza reversibilmente e selettivamente muscoli
predeterminati, ha permesso inoltre di trattare con successo, oltre a diversi
disturbi del movimento (torcicolli, blaferospasmi), anche esiti di lesione
del sistema nervoso centrale (ictus, cerebropatie infantili) con conseguente
spasticit.
2
1.a GENERALITA SULLA MIELOLESIONE
1. Mielolesioni Traumatiche
2. Mielolesioni non Traumatiche
1. Mielolesioni Traumatiche:
- Cervicale:
1. Iperflessioni dovute a colpi alloccipite, a traumi al vertice del capo
flesso, allimpatto frontale in autovetture, a tuffi in acqua poco profonda.
Il trauma agendo sulloccipite, sollecita violentemente il capo, quindi il
rachide cervicale, pu provocare le seguenti lesioni: fratture anteriori del
corpo vertebrale a cuneo, senza lussazioni, strappo dei legamenti articolari
e frattura dei sistemi articolari con sublussazione o lussazione completa
anteriore di un corpo vertebrale.
3
- Lombare: sono interessati da una violenta flessione.
b) Dati epidemiologici
4
Riferendosi a dati del 1980, sempre per milione dabitanti, la frequenza di
nuovi casi sarebbe cos ripartita:
GERMANIA FEDERALE 13,0
AUSTRIA 15,7
SVIZZERA 13,4
NORVEGIA 16,5
FRANCIA 12,7
GIAPPONE 27,1
Sulla base di uno studio eseguito dal GISEM (Gruppo Italiano Studio
Epidemiologico sulle Mielolesioni) nel 1998, grazie ad operatori sanitari
appartenenti a 48 strutture riabilitative che si occupano di mielolesione,
emergono alcuni dati interessanti che fotografano il problema lesione
midollare.
5
Le cause della lesione midollare dorigine traumatiche maggiormente
riscontrate sono:
Incidenti dauto 36%
Cadute 22%
Incidenti motociclistici 12%
Incidenti sportivi 11%
Tentato suicidio 3%
Lesioni da arma da fuoco 2%
Altre cause 14%
6
1.b SPASTICITA
DEFINIZIONE:
Esagerazione del tono muscolare di riposo secondo Vulpian, Charcot..
Espressione parziale della rigidit decelebrata secondo Walshe.
Laumento del tono muscolare di base che si verifica nelle patologie del
SNC, siano esse di origine traumatica, degenerativa, vascolare o
infiammatoria, si definisce IPERTONIA: si distinguono unipertonia
spastica o spasticit (danno del sistema piramidale o del I motoneurone) ed
una ipertonia plastica o rigidit (danno del sistema extrapiramidale).
La rigidit comporta un aumento di tensione sia nei muscoli agonisti che
negli antagonisti: cio, se si mobilizza un segmento corporeo, una volta
cessata lazione della forza esterna, questo rimane fisso nella nuova
posizione (mentre nel caso della spasticit ritorna spontaneamente alla
posizione di partenza).
La spasticit, invece, definita come un disturbo motorio caratterizzato da
un abnorme aumento, velocit dipendente, della risposta muscolare allo
stiramento, perch in questa condizione che essa si manifesta e si valuta.
La spasticit un complesso sintomatologico caratterizzato da:
segni positivi:
a. Esaltazione dei riflessi propriocettivi;
b. Comparsa di cloni;
c. Aumento della resistenza allo stiramento passivo;
d. Liberazione dei riflessi flessori agli arti inferiori (coltello a
serramanico, spasmi flessori, Babinsky).
Segni negativi:
a. Ipostenia o paresi;
7
b. Ridotta capacit motoria.
NEUROFISIOPATOLOGIA
I meccanismi fisiopatologici sono molteplici e non del tutto noti.
Si possono riassumere nei seguenti punti:
iperattivit dei motoneuroni gamma per mancata inibizione da parte dei
centri sovraspinali, quindi sensibilizzazione dei fusi e potenziamento
del riflesso da stiramento;
mancata inibizione dei motoneuroni alfa da parte delle cellule di
Renshaw (interneurone inibitore): inibizione ricorrente;
deficit dellinibizione pre-sinaptica delle fibre IA (neurotrasmettitori
gabaergici);
modificazione dellinibizione reciproca: un fenomeno fisiologico che
agisce tendendo ad inattivare i muscoli antagonisti quando lagonista si
contrae. Le afferenze Ia infatti, oltre ad attivare il muscolo da cui
originano, inibiscono il pool motoneuronale antagonista attraverso gli
interneuroni Ia, modulati anche da vie discendenti sovrasegmentarie.
Lattivit di queste cellule pu essere indagata nelluomo inducendo un
riflesso monosinaptico con la stimolzione di un nervo proveniente
dallantagonista. Nei pazienti spastici linibizione reciproca risulta
essere diminuita a riposo ed ancor di pi quando il soggetto contrae
volontariamente il muscolo. Si pu quindi affermare che la ridotta
efficienza di questo meccanismo uno dei momenti fisiopatologici
della spasticit, forse quello che pi danneggia il paziente
nellesecuzione dei movimenti volontari consentendo la co-contrazione
dellantagonista;
facilitazione delle vie polisinaptiche IA: aumento del riflesso da
stiramento per il sommarsi delleccitazione delle fibre IA mono e
polisinaptica.
8
ASPETTI CLINICI
La spasticit rappresenta uno degli aspetti pi invalidanti per i pazienti
affetti da patologie del motoneurone superiore, tuttavia per impostare un
corretto approccio terapeutico necessaria una valutazione attenta ed
individualizzata da caso a caso.
Infatti, la spasticit presenta anche alcuni aspetti positivi: lattivit
muscolare, anche se involontaria, limita latrofia muscolare e favorisce il
ritorno venoso prevenendo le trombosi venose profonde.
Inoltre pu essere utile nellesecuzione di attivit funzionali: la S. in
estensione degli arti inferiori viene sfruttata per la stazione eretta e la
deambulazione dal paraplegico, il quale utilizza la sinergia estensoria
come un "pilone", quasi fosse una protesi.
Gli aspetti negativi della spasticit sono generalmente prevalenti, infatti la
spasticit:
facilita la comparsa di contratture e retrazioni, le quali nel tempo
danno luogo a deformit e posture scorrette non pi correggibili
(predisposizione alle piaghe da decubito ed agli altri danni terziari);
facilita la comparsa di dispnea per interessamento dei muscoli
respiratori;
pu favorire linstaurarsi di una sintomatologia dolorosa, che da
riferirsi allazione meccanica esercitata dalla S. stessa sulle strutture
muscolo-tendinee;
limita la motilit attiva e, quando la forza dei muscoli spastici
supera quella dei muscoli con attivit volontaria, pu mascherare
del tutto un reclutamento attivo presente ma deficitario;
pu, inoltre, impedire le attivit della vita quotidiana quando le
sinergie patologiche e lirradiazione compaiono anche per
movimenti richiesti nei muscoli sani e lontani da quelli plegici.
9
Se spasmi e contrazioni dovuti alla spasticit compaiono anche a riposo e
sono dentit tale da interferire con il mantenimento della posizione seduta
in carrozzina e con lesecuzione delle attivit della vita quotidiana, le
ripercussioni sul grado di disabilit del paziente sono significative,
aumentandone la necessit dassistenza.
DOLORE
E una delle componenti che maggiormente limita le possibilit funzionali.
Il dolore ha una genesi complessa e possiamo riconoscere 3 tipi di dolore:
1. PERIFERICO
Pu essere suddiviso in :
superficiale somatico: che origina da stimoli nocicettivi cutanei o
delle mucose. Segue le vie sensitive integre per giungere alla
coscienza;
profondo viscerale: che ha origine dai visceri;
profondo somatico:
a. miogeno, suscitato dalla contrattura involontaria. La spasticit
quindi pu essere una delle cause del dolore con una componente
diretta, di origine muscolare, ed una indiretta. Infatti provocando
sollecitazioni delle strutture tendinee, ligamentose, articolari e
ossee, pu provocare stimolazione delle terminazioni nocicettive.
b. osteogeno, provocato indirettamente dalle sollecitazioni della
spasticit;
c. articolare e periarticolare: anchesso ha patogenesi indiretta da
sierose e da altri rivestimenti con la stessa origine sopra descritta.
2. NEUROPATICO
Dolore da deafferentazione che pu avere una sintomatologia simile al
dolore profondo somatico ma che non risente delleffetto terapeutico
degli antispastici.
10
3. PSICOGENO
Pu essere concomitante al dolore somatico aumentandone lintensit,
ma poich non ha patogenesi piogena, pu risentire solo indirettamente
dei benefici dei miorilassanti.
VALUTAZIONE CLINICA
Clinicamente la S. viene misurata con scale di valutazione
semiquantitative:
Scala di ASHWORTH: valuta la resistenza opposta alla
mobilizzazione delle articolazioni (reazione allo stiramento) con un
valore da 1 (non aumento di tono) a 5 (articolazione bloccata in
flessione od in estensione).
Scala degli spasmi: prevede un punteggio da 0 (assenza) a 4 (pi di
10 spasmi spontanei allora).
Scala dei riflessi: i valori vanno da 0 (assenza dei ROT) a 5
(presenza di cloni).
Si tratta in tutti questi casi di valutazioni dirette e soggettive.
VALUTAZIONE STRUMENTALE
Numerosi sforzi sono stati compiuti alla ricerca di un metodo di
valutazione oggettivo del fenomeno della spasticit, riproducibile ed in
grado di quantificarlo.
La valutazione strumentale oggi ben conosciuta, ma le diverse metodiche
hanno il limite di considerare solo alcuni aspetti del "complesso spasticit"
e non il fenomeno nella sua globalit.
Hanno tuttavia il vantaggio di consentire un monitoraggio temporale,
indispensabile ad esempio per valutare lefficacia di una terapia
antispastica.
11
1. PENDULUM TEST (o Test di Wartemberg).
E stato introdotto nel 1951, ma tuttora utilizzato. Prende in
considerazione la reazione allo stiramento del muscolo quadricipite: il
paziente viene messo supino con le gambe fuori dal lettino, loperatore
solleva una gamba fino a raggiungere lestensione completa del ginocchio,
quindi la lascia andare.
Si verificano delle oscillazioni passive della gamba la cui frequenza ed
ampiezza vengono misurate: nella spasticit sono ovviamente ridotte.
Viene misurato anche lINDICE DI RILASSAMENTO (I.r.), cio il
rapporto fra lampiezza della prima oscillazione e la differenza tra angolo
di partenza e angolo finale; tale indice ridotto nella spasticit.
I.r.= amp.I oscillaz.: (angolo di partenza-angolo finale)
Si pu, inoltre, effettuare un EMG con elettrodi di superficie sul retto
femorale per misurare lattivit elettrica del muscolo, corrispondente alla
reazione allo stiramento.
12
3. VALUTAZIONE DINAMICA
E di frequente riscontro osservare un aumento della spasticit in
situazione dinamica, ad esempio nelleffettuazione di movimenti
complessi funzionali, a livello di gruppi muscolari che in situazione statica
non erano ipertonici. Per evidenziare tali aspetti si pu eseguire unEMG
in condizioni funzionali, ad esempio durante il cammino.
Se ad esempio si applicano degli elettrodi di superficie sul tricipite surale
si noter che nel soggetto sano vi segnale elettromiografico (contrazione
muscolare) nella fase di appoggio, ma non nella fase di oscillazione; nel
patologico, invece, ci sar contrazione anche nella fase di oscillazione, per
mancanza dinibizione. (3)
13
2.a TERAPIA MEDICO-FARMACOLOGICA
14
motoneuroni Alfa e Gamma e agendo sugli interneuroni spinali. La
posologia varia tra i 2 e i 32 mg/die.
CLONIDINA: oltre ad avere un effetto ipotensivo riduce la
spasticit.
I farmaci suddetti possono essere associati tra loro e la posologia pu
essere aumentata progressivamente, sorvegliando leventuale insorgenza
di effetti collaterali: sonnolenza, confusione mentale, stanchezza,
ipotensione, depressione resp., nausea, vomito, diarrea, vertigini.
15
Il sistema per il rilascio del medicinale formato da due parti: una da
impiantare nel paziente per il rilascio del medicinale ed una esterna per il
controllo del sistema di infusione.
La parte da impiantare costituita dalla "POMPA" vera e propria che
funge da serbatoio e da motore per linfusione del baclofen. Viene
posizionata in una tasca sottocutanea addominale (sottocostale); ad essa
viene collegato un catetere di raccordo che, attraverso un tragitto
sottocutaneo nel fianco, raggiunge a zona paravertebrale a livello L1, qui
viene collegato con il catetere intratecale il quale viene introdotto nello
spazio sub aracnoideo e spinto in alto fino a livello di T11 (lesatto
posizionamento si controlla radiologicamente in quanto i cateteri sono in
gomma al silicone, radio-opaca).
Il sistema di controllo esterno un COMPUTER PORTATILE che per
mezzo di una testa radiante che si posiziona sopra alla pompa (sulla cute)
invia dei segnali elettromagnetici per la telemetrica: in questo modo
possibile conoscere tutti i dati relativi alla programmazione della pompa.
La pompa viene periodicamente riempita dallesterno e quando necessario
si possono impostare gli schemi posologici dando il segnale dallesterno.
Prima di procedere allimpianto necessario valutare lefficacia del
farmaco per via subaracnoidea, grazie alla somministrazione di un bolo di
baclofen. Il 1 bolo di 25 g e viene ripetuto, in caso di insuccesso, con
dosaggi rispettivamente di 50 g , 75 g, 100 g.
Il test viene giudicato positivo se si ottiene una riduzione significativa
della S. (almeno due punti della scala di Ashworth) che inizi entro 4 ore
dal bolo e che duri per almeno 8 ore. Se il test risulta negativo anche a
100g. il paziente non idoneo allimpianto, in quanto il dosaggio utile
potrebbe incidere negativamente sullattivit dei muscoli respiratori.
16
Indicazioni allimpianto della pompa:
spasticit di origine spinale;
spasticit cronica e stabilizzata;
spasticit resistente agli antispastici orali.
Appena impiantata la pompa, si programma una infusione continua
semplice alla dose doppia di quella a cui risultato positivo il test (prime
24 ore). Poi di solito si deve incrementare la dose del 10-30%/die sino a
raggiungere un effetto terapeutico. A dosaggio stabilizzato si pu anche
impostare uno schema di infusione continua differenziata se la spasticit
ha un andamento variabile nelle 24 ore.
La maggior parte dei pazienti utilizzano un dosaggio tra i 300 e gli 800
g./die, mentre un 10% circa diviene refrattario agli aumenti di dose.
Effetti clinici :
Riduzione della spasticit e degli spasmi, ma anche riduzione del dolore se
questo da riferirsi allazione dellipertono muscolare. Linfusione
determina anche una riduzione dellattivit vescicale, ma da valutare con
attenzione se questo effetto positivo o meno rispetto alla preservazione
della funzionalit renale.
Effetti collaterali:
Sono inerenti alla somministrazione di Baclofen:
Sonnolenza, stanchezza, nausea, vertigini, ipotono
Overdose, i cui sintomi sono: eccessiva salivazione, vertigini,
nausea e/o vomito, eccessivo ipotono anche agli AA SS, sonnolenza
fino alla depressione respiratoria ed al coma. Tali sintomi si
manifestano tardivamente dopo molte ore o addirittura giorni, per
cui vi il tempo di recarsi in ospedale, spegnere la pompa e
svuotare il serbatoio.
17
Non esiste un farmaco antagonista specifico, tuttavia dimostrato che la
FISOSTIGMINA pu arrestare rapidamente la depressione respiratoria e
la sonnolenza, che risultano i sintomi pi pericolosi.
TECNICHE NEUROCHIRURGICHE
18
e. Mielotomia longitudinale laterale: sezione sul piano frontale del
midollo dai segmenti toracici inferiori ad S1, interrompendo larco
monosinaptico
f. Mielotomia a T: sezione della sostanza grigia, separando le corna
anteriori da quelle posteriori.
g. Termorizotomia percutanea delle radici spinali: lesione mediante
termocoagulazione delle radici a livello dei forami di coniugazione L1-
L5.
h. Rizotomia selettiva posteriore: sezione solo delle radici che
elettromiograficamente provocano rispose patologiche.
i. Griseotomia: lesione dellarea dingresso delle radici posteriori del
midollo.
l. Rizotomia selettiva sacrale posteriore: sezione delle radicole sacrali
identificate mediante laminectomia di L1-L2 nel punto dingresso del
cono midollare. Tale tecnica viene utilizzata nella iperreflessia
detrusoriale nelle donne (negli uomini interferirebbe con lattivit
sessuale).
Neuromodulazione , reversibile.
a. Elettrostimolazione: consiste nel posizionare gli elettrodi nello
spazio extradurale che, connessi con il generatore posizionato in una
tasca sottocutanea, inviano al midollo stimoli elettrici secondo un
programma controllato da un computer esterno attraverso cui
possono essere variati i parametri.
19
CHIRURGIA ORTOPEDICA
TRATTAMENTO ORTESICO
20
Nel programmare un corretto approccio terapeutico al problema spasticit
utile seguire una scala di priorit a seconda della gravit della S. e
dellimportanza del deficit funzionale che ne deriva, iniziando con le
tecniche meno invasive e meno distruttive per passare a quelle pi
impegnative in un secondo tempo, in caso di insuccesso (Fig.1).
(3-4)
Fig.1
21
2.b TRATTAMENTO FISIOTERAPICO-RIABILITATIVO
A. Rieducazione Sensomotoria:
22
a. Il paziente osserva diversi oggetti, chiude gli occhi, stabilisce
lipotesi percettiva, mentre il terapista seleziona uno degli
oggetti.
b. Il paziente analizza le sensazioni tattili ottenute passando il
polpastrello di un dito sulloggetto selezionato.
c. Il paziente confronta le proprie percezioni con lipotesi
percettiva: da questo confronto deriva il riconoscimento
delloggetto.
4. In questo tipo di riabilitazione la motricit esplorativa o tatto attivo
occupa una posizione dominante nella scelta.
23
Descrizione della tecnica:
Perfetti descrive tre gradi di esercizi. Questi tre livelli corrispondono a tre
obiettivi.
a. Esercizi di primo grado: mirano alla lotta contro le disfunzioni
legate alla spasticit. Perfetti definisce la spasticit come
abbassamento della soglia dellattivit miotattica. Ne descrive le
conseguenze motorie, ma anche quelle percettive: laumento del
riflesso da stiramento modifica e falsa le informazioni cinestesiche
ed esterocettive. Impedisce la regolazione delle contrazioni chi
assicurano lispezione tattile delloggetto da riconoscere. Se
domandiamo ad un paziente neurologico di riconoscere loggetto sul
quale spostiamo il suo indice sono possibili due situazioni:
1. la contrazione dei suoi muscoli viene regolata correttamente;
il dito percorre loggetto: il paziente in situazione
favorevole per raccogliere le informazioni necessarie al
riconoscimento delloggetto;
2. i muscoli che regolano la pressione sono sotto leffetto della
spasticit e il soggetto non pu riconoscere le caratteristiche
delloggetto con precisione; identifica la natura di questo
ostacolo e impara, se pu, ad aggirarlo.
Questi principi reggono gli esercizi di primo grado: insegnare ai pazienti a
comandare il rilasciamento muscolare in modo selettivo.
24
b. Esercizi di secondo grado: hanno come scopo di regolare
lirradiazione delle contrazioni. Durante uno sforzo il soggetto
normale recluta i suoi muscoli interessati, regola il livello di
contrazione o rilasciamento dei propri muscoli in base alle
resistenze opposte e si adatta alla complessit dellorganizzazione
del movimento. Il paziente neurologico perde questa facolt di
adattamento allo sforzo: davanti ad una resistenza o ad un livello di
complessit minima, risponde con unirradiazione globale non
adeguata e che ha, per un dato soggetto, sempre la stessa
configurazione spaziotemporale. Contro questo tipo di fenomeno
Perfetti preconizza luso dello stesso schema di apprendimento
sotteso agli esercizi di primo livello.
1. Il terapista propone alcuni esercizi significativi per il
paziente.
2. Il riconoscimento o meno degli oggetti da parte del paziente
deve permettere a questultimo di distinguere il comando
adeguato da quello che non lo .
3. La differenza tra primo e il secondo livello di esercizi , deriva
dal fatto che in questultimo lo stesso paziente ad iniziare i
gesti adeguati.
Il rieducatore facilita, o piuttosto fornisce solo laiuto necessario perch il
il gesto si compia senza irradiazioni incontrollate.
25
di spingere in avanti la spalla un movimento significativo per il
terapista, ma non necessariamente per il paziente. Per giungere a
sollecitare questo comando in modo naturale, il terapista propone al
soggetto di riconoscere il percorso di un oggetto posto a distanza e
secondo un orientamento tale da indurre unantepulsione, lintensit
e la direzione della quale sono controlli per di mezzo della del dito
sulloggetto. (5)
a. I punti chiave
Sono delle parti del corpo a partire dalle quali il rieducatore pu ridurre la
spasticit e facilitare le reazioni posturali e cinetiche normali.
Si distingue un punto chiave centrale, un punto chiave della mobilit, un
punto chiave della stabilit e dei punti chiave prossimali.
26
1. Il punto chiave centrale (testa-sterno): il rieducatore esperto sceglie
la posizione nello spazio (in decubito, seduto, in piedi), lampiezza
del movimento, limportanza della rotazione del capo in funzione
del programma motorio che si desidera provocare nel paziente.
Wyke ha dimostrato che la posizione di partenza di unarticolazione
la velocit di spostamento nello spazio hanno unazione diretta
sullattivazione della muscolatura; egli sottolinea limportanza dei
propriocettori cervicali nellanimale come pure nelluomo.
2. Il punto chiave della mobilit: il cingolo scapolare.
3. Il punto chiave della stabilit: il cingolo pelvico.
27
Il rieducatore con buone conoscenze in neurofisiologia ed un eccellente
senso di osservazione invia al paziente il massimo numero di informazioni
nel corso delle sue manovre manuali.
b. Inibizione:
Linibizione di schemi anormali non una risposta in s; solo una
preparazione, una normalizzazione del tono muscolare, che permette al
paziente di realizzare uno spostamento corretto. Il rieducatore esperto sa
scegliere, tra le numerose tecniche che conosce, la migliore tecnica
manuale per inibire la spasticit.
Ne seguono alcune:
1. Inibizione a partire da punti chiave.
2. Inibizione per stiramento lento e mantenuto della catena muscolare
spastica.
3. Inibizione per controllo della parte prossimale dellarto e messa in
carico distale.
4. Autoinibizione.
28
2. Inibizione per stiramento lento e mantenuto della catena muscolare
spastica
Il rieducatore deve, prima di tutto, valutare la spasticit dellarto. Se per
esempio si trova di fronte ad un paziente con spalla in antepulsione-
adduzione-rotazione interna, avambraccio in flessione e pronazione, polso
in flessione con inclinazione ulnare, dita in flessione, la valutazione
consentir al terapista di capire quali siano i muscoli maggiormente
spastici. In tal caso la spasticit sar pi intensa a livello del gran pettorale,
gran rotondo, gran dorsale e trapezio superiore. Il terapista potr procedere
nel modo seguente: il paziente sdraiato in decubito laterale, dal lato sano,
con larto superiore plegico posizionato su un cuscino in avanti; il terapista
stira lentamente gli adduttori della scapola, poi pone una mano sul bacino
e laltra sullascella e stira il gran dorsale; applica ugualmente la mano sul
bacino, una mano sullapice della scapola, poi completa la manovra con
lenta dissociazione del cingolo. Successivamente, stira lentamente la spalla
in flessione-abduzone-rotazione esterna. Ci sono tre componenti spastiche
alla radice degli arti. Quando la spalla si rilascia, il rieducatore stira tutta la
catena muscolare a spirale per ottenere lapertura della mano; termina con
una presa di mano distale.
Il terapista pu ugualmente inibire il cingolo pelvico e larto inferiore.
Deve provocare il rilasciamento della catena muscolare e non un riflesso
miotattico.
29
chiave del cingolo scapolare; il paziente esegue le rotazioni del tronco
superiore. Si pu anche mettere il paziente in carico sui due avambracci,
poi guidare delle flessioni-estensioni del tronco o bilanciamento del tronco
sui diversi piani. Le informazioni vengono dal tronco, dal capo e
provocano delle reazioni dappoggio sulla mano; la spasticit dei flessori
del pugno diminuita.
4. Lautoinibizione
Ogni paziente in grado di collaborare deve essere capace di inibirsi da
solo. Deve conoscere la distribuzione della sua spasticit e i fattori che ne
aumentano lintensit.
Un paziente deve essere capace di arrestare da solo un clono al piede o di
diminuire una griffe delle dita (del piede) caricando lentamente larto
spastico e assumendo una posizione opposta alla spasticit (triplice
flessione, carico anteriore in caso di spasticit in estensione).
Il paziente impara a controllare laumento di spasticit e le sincinesie
durante il cammino. (6)
30
DISCUSSIONE:
31
Le due catene sono tenute assieme da un ponte disolfuro. La light
possiede attivit proteolitica, mentre la heavy fornisce specificit
colinergica e promuove il passaggio della catena leggera attraverso la
membrana endosomiale. Le tossine botuliniche differiscono per i loro
bersagli cellulari, per lintensit dell'attivit farmacologica e la durata
d'azione.
Com' noto, alle terminazioni nervose colinergiche l'acetilcolina si trova
immagazzinata nelle vescicole. All'arrivo di uno stimolo nervoso, o in
seguito all'azione di farmaci, si osserva un'apertura dei canali del Ca++
posti sulla membrana neuronale con conseguente aumento del calcio
citosolico. Il calcio induce la produzione di proteine specifiche, quali
sinaptofisina e sinaptina, che consentono, dapprima, il movimento delle
vescicole sinaptiche verso la membrana neuronale e, poi, la fusione fra i
fosfolipidi delle membrane delle vescicole e quelli della membrana
plasmatica e conseguente formazione di fori con la fuoriuscita di
acetilcolina (relasing) nello spazio itersinaptico.
Le vescicole dopo la loro fusione e svuotamento vengono riutilizzate. La
tossina blocca questo meccanismo, impedendo, quindi, la trasmissione
nervosa a livello della placca motrice con conseguente paralisi dei muscoli
scheletrici innervati.
In particolare, viene dapprima internalizzata la tossina mediante un
processo di endocitosi e poi, dopo che il ponte disolfuro si spezzato, la
catena leggera si porta nel citosol dove impedisce il legame delle
membrane delle vescicole con qulle del neurone e, pertanto, in
conclusione, interrompe la secrezione di acetilcolina.
La catena leggera possiede attivit proteolitica (e, come la tossina tetanica,
una zinco-endopeptidasi) che localizzata nell'N-terminale della
molecola. La liberazione di acetilcolina risulta inibita la tossina provoca
l'interruzione della sequenza aminoacidica di una o pi proteine neuronali
32
coinvolte nel trasporto delle vescicole verso la membrana del neurone,
impedendo cos che avvenga il bilding e la fusione delle vescicole della
membrana plasmatica.
In effetti, noto che per un normale attracco delle vescicole alla superficie
interna neuronale occorre la formazione di un complesso che includa le
proteine citoplasmatiche (gmma-SNAP, alfa-SNAP, NSF, SNAP25),
proteine delle vescicole e proteine della membrana. La tossina botulinica
A in commercio in Europa sotto il nome di Dysport e nel resto del mondo
come botox ha propriet di agire elettivamnte sulla SNAP25.
L'effetto clinico della tossina botulinica dovuto principalmente all'attivit
sul sistema nervoso periferico. Di norma c' un ritardo di 24-72 ore tra
somministrazione della tossina e l'inizio dell'attivit clinica.
D'altra parte, non del tutto chiaro, se la tossina raggiunga anche il
sistema nervoso centrale. Nel gatto stato osservato che, dopo
un'iniezione intramuscolare, la tossina raggiunge il midollo ipsilaterale
entro 3-4 giorni, suggerendo un trasporto neuronale retrogrado della
tossina dal sito di introduzione.
La tossicit della BTX-A molto diversa da una specie animale all'altra.
La dose letale nell'uomo non nota, ma certamente molto lontana dalla
dose raccomandata in terapia, per cui poco probabile unavvelenamento
durante il ciclo terapeutico. In ogni caso, disponibile un'antitossina, da
somministrare entro 21 ore dall'intossicazione. La somministrazione di
BTX-A controindicata nelle donne in gravidanza e nel periodo
dell'allattamento. (1)
33
USO CLINICO DELLA TOSSINA
La tossina botulinica purificata di tipo A, si vista realmente efficace nel
ridurre l'iperattivit muscolare in una discreta variet di patologie con
disturbi neuromuscolari di tipo distonico o paretico.
Dalle iniziali indicazioni cliniche per l'utilizzo del farmaco (trattamento
del blaferospasmo e dello strabismo), si sono susseguite numerose
segnalazioni relative all'utilizzo del farmaco in svariate e sempre diverse
forme cliniche.
Tra queste:
a. Paralisi delle corde vocali.
b. Disordini temporo-mandibolari.
c. Acalasia.
d. Iperidrosi.
e. Ragadi anali.
Estrema variabilit posologica, descritta dalla letteratura internazionale,
anche nell'ambito delle medesime patologie.
Le segnalazioni pi recenti di effetti indesiderati sono state:
a. Atrofia di fibre muscolari in sedi distanti dal sito di inoculo.
b. Crisi dansia depressive indotte da anestesia ed ipostesia
generalizzata.
c. Ipostenia generalizzata e prolungata nel tempo.
Occorrer peraltro vigilare sugli effetti collaterali, predisponendo ove
occorra, nuove modalit di intervento. (1)
Definizione:
Si tratta di un presidio di "contenzione dinamica" che mediante bende
adesive elastiche ed anaelastiche opportunamente combinate, si propone di
ottenere la protezione di singole strutture mio-tendinee e capsulo-
legamentose da agenti patomeccanici o potenzialmente tali, senza limitare
la fisiologica biomeccanica articolare su qualsiasi piano si sviluppi oppure
di mantenere un gruppo muscolare in allungamento al fine di consentire al
farmaco (tossina botulinica) una migliore perfusione.
Indicazioni:
Lelaborato tratta lutilizzo del tape in seguito a inoculazione di tossina
botulinica, ma questa metodica riabilitativa viene utilizzata anche in:
36
a. Patologie funzionali da :
periostiti;
tendinite;
sinoviti;
lesioni legamentosa;
disturbi muscolari.
b. Esiti post-traumatici da:
distorsioni;
lussazioni;
fratture;
rotture muscolari.
c. Esiti post-operatori:
trattamento postoperatorio dopo intervento sulle articolazioni.
Controindicazioni:
1. Ipersensibilit verso il materiale (si evita con l'utilizzo del salvapelle).
2. Vesciche ed ulcerazioni della cute. (8)
Metodi di bendaggio:
Materiali:
I materiali occorrenti per l'effettuazione di un bendaggio adesivo sono:
-Tensoplast, un materiale elastico-adesivo, utile per delimitare
prossimalmente e distalmente la zona da bendare e per ricoprire sempre
ogni fasciatura effettuata con effetto compressivo. Esso permette,
37
essendo elastico, l'espansibilit muscolare senza provocare "effetto
laccio" sulla circolazione sanguigna.
-Tape, un materiale anaelastico (Fig.2), e quindi inestensibile, utile per
limitare i movimenti, ma fastidioso per l'effetto-laccio che pu
provocare; inoltre difficile da usare perch non permette di superare
facilmente i punti di repere e le asperit dei segmenti.
Fig.2
Fig.3
38
Fig.4
3 . Controllo dello stato della cute del pz. perch non esistano ferite,
abrasioni, infezioni, nei o comunque irritazioni della pelle. Nel caso
fossero presenti si utilizza il salvapelle, ricoprendo interamente
l'articolazione, diminuendo notevolmente la tenuta del bendaggio, oppure
circoscrivendo con il salvapelle solo la zona interessata dall'
infiammazione.
39
Maggiore sar la distanza degli attacchi dal fulcro dell'articolazione, pi
efficace sar la tenuta del bendaggio. Quindi pi un soggetto pesante, pi
distanzieremo gli attacchi.
4.b TUTORI
40
Le Ortesi sono ausili realizzati sulle dimensioni corporee dell'
articolazione del paziente, atte a sostenere, a supportare unazione
deficitaria o assente.
Le funzioni delle ortesi sono:
a. Permettere lesecuzione di attivit funzionali laddove la muscolatura
impossibilitata ad agire attivamente.
b. Sostenere e facilitare l'esecuzione dei movimenti, qualora la muscolatura
sia deficitaria.
c. Immobilizzazione articolazioni o segmenti corporei che devono rimanere
a riposo.
d. Favorire retrazioni muscolo-tendinee di tipo funzionale.
e. Evitare retrazioni muscolo-tendinee dannose, limitazioni articolari
funzionalmente ed esteticamente negative.
f. Effettuare un intervento di stretching, in grado di limitare la presenza di
spasticit e di favorire lestensibilit attiva o passiva (Fig.5-6).
Fig.5 Fig.6
41
b. Velcro
c. Neopreme
d. Termoplastica
e. Plexiglass e policarburo
Fig.7
Tecniche di costruzione
43
PREPARAZIONE DEL CARTAMODELLO (Fig.8)
Avendo stabilito quale splint si intende realizzare, si prepara il modello di
carta direttamente sulla mano e sull'arto del paziente.
Si prende un foglio da disegno, si appoggia su di esso la zona interessata e
si traccia una linea lungo il perimetro segnando dei punti di riferimento
(escrescenze ossee, zone articolari ecc.).
Si taglia il disegno lasciando tutto intorno un bordo di 2 cm.
Si prova il modello ottenuto sull'arto del paziente
Fig.8
44
Una volta pronto il modello in termoplastica, immergerlo in acqua portata ad
una temperatura di 70 ( o comunque alla temperatura indicata per il tipo di
materiale utilizzato) ed attendere che si ammorbidisca bene.
Il paziente deve essere posto in maniera tale da avere l'arto da trattare di fronte
al terapista. Quando si toglie il modello in termoplastica dall'acqua calda
asciugarlo, per non bagnare il paziente ed anche per fargli cedere un po di
calore prima di posizionarlo sulla pelle. Larto del paziente pu essere protetto
con del tessuto, oppure, se necessario, si riveste il modello di termoplastica con
materiale adesivo morbido ed antidecubito (avendo avuto cura di prepararlo gi
tagliato della stessa misura e allargato le dimensioni dello splint in quanto lo
spessore crea maggiori pressioni). Il modello in termoplastica viene adagiato
sullarto del paziente gi in precedenza posizionato; a questo punto il materiale
deve essere accarezzato affinch prenda la forma dellarto, senza imprimere
pressioni troppo elevate per non creare punti di maggior pressione. Spesso, a
seconda della forma che deve avere lo splint, bene essere in due operatori ,
altrimenti risulta difficile posizionare correttamente lo splint su pi
articolazioni.
Mentre il modello ben disposto sullarto del paziente, in attesa che
raffreddandosi si irrigidisca, si controllano i punti maggiormente a rischio di
eventuali compressioni.
Quando lo splint diventato rigido si sbenda lavambraccio e si inizia a
controllare il risultato ottenuto.
Fig.9
45
Vengono segnati i punti che possono comprimere, che creano dolore o
arrossamenti e quelli che sono sicuramente da tagliare o da modificare.
Si pu reimmergere in alcune parti lo splint per rimodellarlo o per tagliarlo
oppure si pu utilizzare il phon, direzionando il getto daria calda direttamente
sul punto da modificare.
Pi il materiale ha memoria e pi possibile effettuare aggiustamenti senza
comportare modificazioni con effetti negativi (tensioni interne e distorsioni).
Quando tutto lo splint viene indossato senza pi difficolt e senza punti di
compressione, si passa a posizionare i cinturini di velcro, studiando i punti dove
devono essere affrancati e le modalit di tiraggio.
46
MODELLI DI ORTESI E LORO APPLICAZIONI
Le ortesi per il trattamento della spasticit si dividono in splint e cast.
I primi, a forma di doccia, possono essere dorsali, palmari o bi-valve ed hanno
il vantaggio di poter essere indossati e rimossi pi volte al giorno. I cast si
differenziano dagli splint poich coprono l'intera circonferenza dell'arto e
pertanto non sono rimovibili.
Secondo alcuni autori i cast avrebbero maggiore efficacia sulla spasticit in
quanto producono una maggior pressione circonferenziale sul ventre muscolare
e mantengono localmente il calore corporeo (calore neutro). Un particolare tipo
di cast rappresentato dai cosiddetti drop-out cast, nei quali la parte prossimale
o distale viene aperta "a doccia".
In linea generale, per il trattamento degli arti inferiori gli autori consigliano di
utilizzare i cast, la cui maggior contenzione richiesta dall'intensit delle forze
generate dai muscoli spastici del piede, mentre gli splint in materiale
termoplastico a bassa temperatura sono invece consigliati per gli arti superiori e
ogni qualvolta non sia indispensabile il posizionamento continuo (ad esempio
nella prevenzione delle deformit) o si rendano necessarie ispezioni per il
monitoraggio dell'arto.
Gli splint possono essere suddivisi in statici o dinamici: i primi non prevedono
parti mobili, mentre i secondi sono dotati di snodi, molle, elastici, ecc.
Gli splint dinamici, detti anche "attivi", hanno lo scopo di dare mobilit
all'articolazione interessata, controllandone la direzione del movimento ed il
grado di forza su di essa esercitata. La controversia riguardante l'uso di modelli
statici o dinamici stata sollevata da alcuni autori, che considerano questi
ultimi pi efficaci nell'evitare le conseguenze dell'immobilizzazione e prevenire
le retrazioni. Tuttavia, riguardo a ci non vi evidenza sperimentale e va inoltre
sottolineato che la costruzione di splint dinamici risulta difficoltosa e
dispendiosa in termini di tempo.
47
Un'ulteriore controversia riguarda l'uso di splint dorsali o palmari nel
trattamento della spasticit dei muscoli flessori del polso e delle dita. Gli autori
in favore di quelli dorsali richiamano l'attenzione sul potenziale rischio di
stimolare il riflesso di prensione utilizzando ortesi palmari, mentre altri autori
considerano la pressione esercitata dallo splint su tendini e ventri muscolari
utile per l'inibizione del tono muscolare. Poich i lavori pubblicati non hanno
stabilito consistenti differenze tra dorsali e palmari, riteniamo pi rilevante
considerare altri indicatori per la scelta di uno splint palmare o dorsale: facilit
di applicazione, tollerabilit da parte del paziente e tempo necessario per la
fabbricazione.
In linea con queste considerazioni, Van Lede ha proposto un particolare splint
per la mano con una parte palmare sulle dita e sul palmo, ed una dorsale per
l'avambraccio che assicura un buon posizionamento ed un'adeguata
distribuzione delle forze tra le articolazioni del polso e delle dita, nonch la
notevole facilit nell'indossamento anche in presenza di retrazioni.
Suggeriamo di conformare le ortesi per il trattamento della spasticit in modo
che i muscoli si vengano a trovare in stato di leggera e sopportabile tensione,
prolungandone il tempo di applicazione e monitorando eventuali incrementi di
tono muscolare o di dolore. Lo splint potr essere poi progressivamente
modificato (serial splinting o casting) aumentandone il grado di correzione
qualora la tensione percepita dal paziente (o stimata dall'operatore) si sar
ridotta. Una particolare attenzione va posta ai soggetti con fluttuazioni di tono,
poich lo splint potrebbe non essere tollerato nei momenti di aumento della
spasticit. (11)
49
stimolazione degli organi tendinei del Golgi, ottenuta mediante
l'allungamento prolungato dei muscoli spastici, al "calore neutro" fornito
dallo splint o dal gesso e alla pressione circonferenziale esercitata sui
ventri muscolari, che secondo Snook pu in alcuni casi facilitare l'attivit
motoneuronale volontaria.
50
retrazioni che possono portare allimpossibilit di mantenere una postura,
alla diminuzione dellautonomia o ancor peggio alla compromissione di
una funzione primaria quale per esempio la respirazione.
Fig.10
51
a terminare sulla parte laterale e superiore della fascia di copertura del
muscolo retto addominale. Linserzione avviene dappertutto attraverso
brevissime inserzioni tendinee, salvo che nel tratto inferiore dove sono
maggiormente estesi tratti aponeurotici di inserzione. Al di sotto della
linea ricordata esistono poi numerose inserzioni di fascetti muscolari alla
faccia esterna della cartilagini costali dalla prima alla sesta. Il muscolo
gran pettorale riceve i nervi toracici anteriori del plesso brachiale (C5-C8 e
T1). (13)
52
In casi di ipertono marcato il paziente soffre di forti algie a livello
dellarticolazione scapolo-omerale e per l'assenza di movimento rischia di
andare incontro a macerazione cutanea e successive piaghe da decubito a
livello del cavo ascellare.
Grazie allintervento selettivo e mirato della tossina botulinica si pu
risolvere in parte o definitivamente il problema, sboccando l'arto dalla
posizione viziata e permettendo cos un miglior nursing.
Il farmaco pu essere inoltre utilizzato in caso di accorciamento
muscolare: il gran pettorale partecipa in parte alla meccanica respiratoria,
in caso di ipertono l'atteggiamento viziato a cui porta rende faticosa
lispirazione.
53
5.b Muscolo Flessore Profondo delle Dita (Fig.11) (16)
Fig.11
Anatomia: occupa la parte mediale del terzo strato dove si trova insieme al
flessore lungo del pollice. Origina dai 2/3 superiori delle facce anteriore e
mediale dellulna, dalla fascia antibrachiale, dalla parte della membrana
interossea e da margine mediale del radio, al di sotto della tuberosit. Il
ventre si porta in basso e, alla met dellavambraccio, si divide in quattro
fasci carnosi cui seguono altrettanti tendini di inserzione; questi ultimi,
attraversato il condotto del carpo, si portano nel palmo della mano e
decorrono nella guaina osteofibrosa che si trova sul lato volare delle dita;
in corrispondenza della 1 falange essi attraversano locchiello del tendine
del muscolo flessore superficiale e vanno a fissarsi alla base della 3
falange delle ultime quattro dita.
Il muscolo superficialmente in rapporto con il flessore superficiale delle
dita e il flessore ulnare del carpo, con il nervo e i vasi ulnari.
Profondamente ad esso si trovano il pronatore quadrato e la membrana
54
interossea. Il nervo mediano discende nellinterstizio tra il flessore
profondo delle dita e il flessore lungo del pollice.
Il muscolo flessore profondo delle dita innervato dal nervo mediano
(met laterale) e dal nervo ulnare (met mediale). (15)
Azione: molto attivo nella chiusura del pugno senza resistenza. Flette
soprattutto le due falangi distali: a prima e seconda flessa, la sua
efficacia modesta. La flessione completa richiede unescursione di 4-6
cm. (14)
55
cutaneo: lo splint non deve coprire od appoggiare in nessun modo su di
una sofferenza cutanea.
La lunghezza, il numero di ancoraggi, lavvolgenza, sono parametri che
devono essere presi in considerazione a seguito di un valutazione della
spasticit, delle eventuali deviazioni del polso e dellarticolarit dei vari
segmenti.
Si devono dare al paziente indicazioni chiare sulla pulizia dello splint, sul
controllo di eventuali punti di pressione, su quando indossarlo.
56
5.c Muscolo Bicipite Brachiale (Fig.12) (16)
Fig.12
57
diparte una lamina, il lacerto fibroso, che si espande in basso e
medialmente fondendosi con la fascia antibrachiale.
Il bicipite brachiale in rapporto, in alto, con il muscoli deltoide e gran
pettorale; in superficie avvolto dalla fascia brachiale; profondamente in
rapporto con il muscolo brachiale anteriore.
Il tendine dinserzione si fa profondo nellavambraccio, tra i muscoli
brachioradiale e pronatore rotondo. A lato del muscolo bicipite si trovano
due solchi (solchi bicipitali); nel solco mediale passano larteria e la vena
brachiale con il nervo mediano e, pi superficialmente la vena basilica; nel
solco laterale decorre la vena cefalica. Il muscolo bicipite brachiale
innervato dal muscolocutaneo (C5-C6). (15)
58
rilasciamento muscolare che permette al gruppo riabilitativo di recuperare
il movimento articolare completo.
Unaltra indicazione, in caso di conservata attivit del tricipite, la
semplice riduzione del tono a carico del bicipite: linibizione di questo
muscolo permette il ripristino di movimenti fini di flesso-estensione del
gomito e quindi il miglioramento dellautonomia.
Il muscolo pu essere trattato mediante splintig e/o mediante
mobilizzazione passiva e stiramenti.
59
5.d Muscoli Adduttori dellArto Inferiore (Fig.13) (16)
Fig.13
Gracile
60
Azione: assiste nelladduzione, flessione rotazione interna della coscia:
Jonsson e Steen rilevano il muscolo particolamente attivo come flessore
dellanca quando il ginocchio esteso e nei primi gradi del movimento.
Pettineo
Grande Adduttore
61
Anatomia: situato pi profondamente rispetto agli adduttori lungo e breve,
un muscolo piatto e triangolare il cui apice occupa tutta laltezza della
linea aspra del femore. Origina dalla faccia anteriore della branca ischio-
pubica e dalla tuberosit ischiatica. Si dirige in dietro, in basso e
lateralmente e, giunto al margine posteriore del femore, termina
inserendosi sul labbro mediale della linea aspra fino allaltezza del
tubercolo del grande adduttore che si trova al di sopra dellepicondilo
mediale.
Linserzione del grande adduttore interrotta da una serie di orifizi che
danno passaggio ai vasi perforanti; lultimo di tali orifizi, posto tra i fasci
che terminano sulla linea aspra e quelli che terminano sul tubercolo,
detto anello del grande adduttore e d passaggio allarteria poplitea. La
porzione superiore del muscolo grande adduttore viene anche descritta
come muscolo adduttore minimo.
La superficie anteriore del muscolo in rapporto con gli adduttori lungo e
breve e con il sartorio; inferiormente delimita, insieme al vasto mediale, il
canale degli adduttori. La faccia posteriore corrisponde al muscolo
bicipite, semitendinoso e semimembranoso. innervato dal nervo
otturatorio e dal nervo ischiatico (L2-L5). (15)
62
Adduttore Breve
Adduttore Lungo
63
Il gruppo degli adduttori, nella maggior parte dei casi, viene infiltrato per
ragioni di igene personale: lattegiamento in adduzione degli arti inferiori
dei pazienti para e tetraplegici rende difficoltosa la pulizia dellinterno
coscia e dellinguine. Se al suddetto problema si associa lincontinenza il
pericolo di macerazioni cutanee aumenta esponenzialmente.
Anche i passaggi posturali, il vestirsi, e gran parte delle autonomie
vengono compromesse.
Infine il farmaco pu essere somministrato anche in caso di spasmi da
parte di questi muscoli durante la deambulazione.
Per lo stiramento degli adduttori si utilizza lo stretching manuale in quanto
nella zona da trattare impossibile confezionare tutori o bendaggi senza
che essi siano compressivi e causino irritazioni o, peggio, piaghe.
64
Fig.14
65
A livello del ginocchio, il margine mediale del gemello laterale e il
margine del gemello mediale sono separati da uno spazio angolare aperti
in alto e rappresentano i limiti inferiori della fossa poplitea. Il gemello
laterale incrociato dal tendine del muscolo bicipite e dal nervo peroniero
comune; il gemello mediale corrisponde ai muscoli semimenbranoso e
semitendinoso. Profondamente i due gemelli sono a contatto con la
capsula articolare. Tra essi decorre il fascio vascolo venoso della gamba
costituito, dalla profondit alla superficie e lateromedialmente, dal nervo
tibiale, dalla vena e dallarteria poplitea. Pi in basso i gemelli sono in
rapporto superficiale con la fascia crurale, con il sottocutaneo e quindi con
la cute, profondamente con il muscolo soleo. Il soleo corrisponde
posteriormente al muscolo gastrocnemio e al plantare; anteriormente in
rapporto con i muscoli flessore lungo dellalluce, flessore lungo delle dita
e tibiale posteriore, nonch larteria e la vena tibiale posteriore e il nervo
tibiale.
Il tendine calcaneare corrisponde superficialmente alla cute, mentre risulta
separato anteriormente dallarticolazione tibiotarsica mediante un piano
adiposo e dalla faccia posteriore del calcagno mediante una borsa mucosa.
Il muscolo tricipite della sura innervato dal nervo tibiale (L4-S1). (15)
66
Secondo OConnel la parte laterale del soleo sarebbe attiva nella
rotazione esterna del piede mentre la parte mediale dello stesso muscolo
soleo sarebbe attiva nella rotazione interna. Circa lattivit posturale, i
pareri sono discordanti: Josef e Nightingale ritengono che essa prevalga
nel soleo e sia di tipo continuativo in accordo con la definizione di Granit
di muscolo tonico; secondo Smith invece essa di tipo intermittente e
limitata al gastrocnemio, muscolo fasico per Granit.
Lattivit posturale del tricipite appare pi intensa in soggetti portatori di
tacchi alti a causa dello spostamento in avanti del baricentro.
Durante il cammino, lattivit del gastrocnemio appare evidente nella
parte centrale della fase dappoggio quando la linea di gravit passa al
davanti della tibiotarsica; il soleo comincia a contrarsi prima che il
tallone si sollevi dal suolo e cessa la sua attivit prima che il piede si
stacchi completamente da terra. (14)
67
5.f Muscolo Tibiale Posteriore (Fig.15) (16)
Fig.15
68
tibiale. Nel collo del piede, il tendine del tibiale posteriore scorre nella
doccia osteofibrosa formata dal retinacolo dei muscoli flessori.
innervato dal nervo tibiale (L5-S1). (15)
69
6.a TRATTAMENTO MIRATO AL PAZIENTE
a) Bendaggio Funzionale:
Metodica di bendaggio:
Fig.16
70
2. Applicare il salvapelle nei punti di maggior pressione [in questo caso
sono la prima commissura del pollice (fig.17) e a livello del terzo medio
Fig.18
71
Fig.19
Fig.20
Fig.21
72
Fig.22 Fig.23
Fig.24 Fig.25
73
allinterno del rocchetto (Fig.26) e posizionarlo al di sopra dellimbottitura
(Fig.27).
Fig.26 Fig.27
7. Applicare i tiranti selettivi per il polso. Il tape deve partire dal palmo
della mano e terminare sullancoraggio passando sopra la puleggia. Per
dare maggiore stabilit i tiranti vanno bloccati con del nastro trasversale
applicati prossimamente (Fig.28) e distalmente (Fig.29) alla puleggia. Fig.28
Fig.29
74
8. Per estendere le dita della mano si utilizza un preformato in materiale
termoplastico rivestito da unimbottitura che evita punti di pressione
(Fig.30).
E consigliato disporre di una vasta gamma di preformati al fine di
adattarli alle dimensioni dellarto del paziente. Dopo aver scelto il
termoplastico della dimensione adatta si consiglia di fissare le dita con il
nastro, di lasciare libere le unghie per permettere unattenta ispezione della
cute nei giorni successivi (Fig.31). Fig.30
Fig.31
75
Dopo aver sistemato i tiranti, il bendaggio deve essere chiuso con del tape
inestensibile perpendicolarmente alla linea di trazione (Fig.34).
Fig.32 Fig.33
Fig.34
76
b) Ortesi in Termoplastica
Metodologia di costruzione
1. Nel disegno del modello per lo splint della mano bisogna prevedere uno
scarico per la prima commissura e per il pollice (Fig.35).
Fig.35
Fig.36
77
3. Il modello deve essere asciugato e raffreddato prima di essere adattato
allarto del paziente(Fig.37); bisogna avere la cura di inserire la mano
correttamente (Fig.38), modellarlo rapidamente in modo da riscaldare il
materiale il minor numero di volte possibile. Fig.37
Fig.38
Fig.39
78
5.Una volta terminata la modellazione bisogna valutare dove applicare i
velcri e le eventuali imbottiture (Fig.40).
Fig.40
79
Terminato lo split, come per il bendaggio, bisogna programmare un
incontro con il paziente per valutare i punti di compressione e insegnare al
paziente la manutenzione dello split.
TRATTAMENTO DELLARTO INFERIORE:
Il trattamento dellarto inferiore analogo a quello della mano
sopradescritto, tuttavia la metodologia costruttiva del bendaggio si
diversifica in maniera interessante per il posizionamento delle linee di
trazione.
Come nellarto superiore, lo stiramento deve essere ben calibrato sia come
intensit sia come direzione, e le pressioni che ne conseguono sono di
entit superiore e devono pertanto essere ripartite su maggior superficie
possibile.
Le immagini sequenziali del bendaggio sono tratte da un video girato dal
Dott. Molteni nel presidio ospedaliero di Costamasnaga Villa Beretta.
a)Bendaggio funzionale:
Metodica di bendaggio:
Fig.41
80
2. Applicazione dei salvapelle (Fig.42).
Fig.42
Fig.43 Fig.44
Fig.45 Fig.46
81
5. Collocazione degli ancoraggi alti e bassi: lancoraggio alto viene fissato
sotto il ginocchio (Fig.47), mentre il basso viene posizionato a livello delle
82
Sono costituiti da ununica striscia di nastro che parte in corrispondenza
del piatto tibiale laterale, passa al di sotto del calcagno e termina al piatto
tibiale mediale (Fig.49-50).
Fig.49 Fig.50
83
Bisogna compiere loperazione partendo sia dal malleolo esterno, sia dal
Fig.53
84
8. Il tirante pi importante e anche pi difficile da posizionare in modo
corretto quello che blocca la flesso-estensione. Il tape viene diviso a
met in senso longitudinale ed i due lembi vengono applicati alla staffa al
piede (Fig.54); in questo modo la tenuta del bendaggio migliore.
Dopo aver stirato bene la caviglia si incolla il nastro alla base (Fig.55); al
3 prossimale di gamba si divide nuovamente il tirante (Fig.56) e lo si
applica sulla sezione del polpaccio. Loperazione va ripetuta pi volte
mantenendo quanto pi possibile in flessione dorsale larticolazione
tibiotarsica (Fig.57).
Fig.54 Fig.55
Fig.56 Fig.57
85
9. Si bloccano i tiranti con del nastro posto perpendicolarmente alle linee
di trazione (Fig.58).
Fig.58
86
b)Ortesi in Termoplastica
Metodologia di costruzione:
Fig.59
87
Fig.60
Fig.61 Fig.62
88
Fig.63
Fig.64
89
6.b OSSERVAZIONE DEI CASI
90
SCHEDE DI VALUTAZINE PER LA TOSSINA BOTULICA
a. Gran Pettorale
Valutazione pre-infiltrazione:
Nome Anno di Livello della Segni Pre- Ash Spasm Forz R.O.M. Data
Nascita Lesione Infiltrazione wort i a Infiltrazione
h
Gomito
Flex\Est
120
70
0
Tabella I
Follow-up:
Nome 15 Giorni 30 Giorni 60 Giorni 90 Giorni
Data Ashworth ROM D. A ROM D. A ROM D. A ROM
. . .
C.K,. Marzo 2 Flex. Aprile 2 Flex Maggio 2 Flex Giugno 2 Flex
'98 Est. '98 Est. '98 Est. 98 Est.
145 120 120 130
0 10 20 0
0 -0 0 0
Abd. Abd. Abd. Abd.
150 150 140 130
Tabella II
Commenti:
I risultati dellutilizzo del farmaco si osservano nelle prime settimane: vi
una progressiva riduzione del dolore ed un recupero del R.O.M. articolare.
92
C. K. G. B.
180
145
120 120 120 130
Valore massimo di
90
Flex
20 20 20 20 20
0
Valutazione
15 Giorni 30 Giorni 60 Giorni 90 Giorni
Preinfiltrazion
Tabella III
93
b. Flessore Profondo della Dita
Valutazione pre-infiltrazione:
Tabella IV
Nome Anno di Livello della Segni Pre- Ashw Spasm Forza R.O.M Data
Nascita Lesione Infiltrazione orth i Infiltrazione
94
Follow-up:
Nome 15 Giorni 30 Giorni 60 Giorni 90 Giorni
Tabella V
Commenti:
In seguito a complicanze non imputabili al farmaco il trattamento
fisioterapico di P.G. viene sospeso.
Negli altri due casi si osserva un miglioramento dellescursione articolare
e una diminuzione di punteggio della scala Ashworth.
95
4 4
4
3 3
3 3 2 2 2
2 2
Ashw orth 2 2 2
0
Valutazione
Pre- 15 Giorni 30 Giorni 60 Giorni 90 Giorni
infiltrazione
3 2 2
P. G.
P. G.
G. C. 3 3 2 2 G. C.
L. G. 4 4 2 2 2 L. G.
Tabella VI
Sia L.G. sia G.C. utilizzano in maniera spontanea la mano infiltrata; inoltre
lo stiramento mediante ortesi ha permesso un recupero quasi completo del
R.O.M. articolare.
96
c. Bicipite Brachiale
Valutazione pre-infiltrazione:
Nome Anno di Livello della Segni Pre- Ashw Spasmi Forza R.O.M Data
Nascita Lesione Infiltrazione orth Infiltrazione
Tabella VII
Fig.65
97
Follow-up:
Nome 30 Giorni 60 Giorni 90 Giorni 180 Giorni
Tabella VIII
Commenti:
Nel caso di P.S. non si portato a termine il programma riabilitativo, per
complicanze insorte in seguito alla somministrazione del farmaco non
dovute allinfiltrazione.
50
40 40
P. S.
30
O. G.
20 20 20 20
Gradi Rim anenti
all'Estensione 10 10 10
Completa
0 0 0 0
Valutazione Pre-
30 Giorni 60 Giorni 90 Giorni 180 Giorni
infiltrazione
P. S. 20 20 10 20
O. G. 40 10 0 0 0
Tabella IX
98
d. Gruppo degli Adduttori
Valutazione Pre-infiltrazione:
Nome Anno di Livello della Segni Pre- Ashw Spasm Forza R.O.M Data Infiltrazione
Nascita Lesione Infiltrazione orth i .
Tabella X
99
Follow up:
Nome 15 Giorni 30 Giorni 60 Giorni 90 Giorni
Tabella XI
Commenti:
La riduzione del tono ha permesso una mobilizzazione adeguata ed stato
possibile posizionare il paziente in posture di stiramento prolungate anche
nel tempo.
50
40
30 30
Abduzione
20 20 20
10 10
0
Valutazione Pre-
15 Giorni 30 Giorni 60 Giorni
infiltrazione
G.M. 10 20 20 30
Tabella XII
Lesito del trattamento ha permesso il recupero del R.O.M. articolare
(Tabella XII). Per mantenere o migliorare i risultati ottenuti sinsegna al
paziente lautomobilizzazione da effettuare pi volte al giorno.
100
e. Gastrocnemi e Soleo
Valutazione pre-infiltrazione:
Nome Anno di Livello della Segni Pre- Ash Spasm Forza R.O.M. Data
Nascita Lesione Infiltrazione wort i Infiltrazione
h
Tabella XIII
Follow-up:
Nome 15 Giorni 30 Giorni 60 Giorni 90 Giorni
101
Data Spasmi ROM D. S. ROM D. S. ROM D. S. ROM
Tabella XIV
Commenti:
In tutti e tre i casi si osserva un aumento dellescursione articolare e una
diminuizione dei cloni a carico del tricipite, tale da consentire al paziente
una resistenza al cammino maggiore.
3 3
3 3 2 3
2
1 1 1 2 1 2 Spasmi
0
Valutazione
Pre- 15 Giorni 30 Giorni 60 Giorni 90 Giorni A. R.
infiltrazione
B. S.
A. R. 3 3 2
G.
B. S. 3 3 2
G. 1 1 1 1 2
Tabella XV
102
Nel caso di A.R. linfiltrazione ha permesso di effetuare gli spostamenti ed
il posizionamento in carrozzina autonomamente in modo pi rapido e
sicuro.
f. Tibiale Posteriore
Valutazone pre-infiltrazione
Nome Anno di Livello della Segni Pre- Ashwo Spas Forza R.O.M Data
Nascita Lesione Infiltrazione rth mi Infiltrazione
103
Z. S. 1961 Paraplegia Ipertono all'arti 2-3 2 3 con Tibio 07-02-2000
Incompleta inferiori con cloni presen Tarsica Tibiale Posteriore
-T12 evocabili con za di Dx Bilaterale.
stretchin della tibio cloni 10
tarsica 0
25
Sx
10
0
35
Tabella XVI
Follow up:
Nome 15 Giorni 30 Giorni 60 Giorni 90 Giorni
104
Sx Sx Sx Sx Sx
10 2 15 2 15
0 0 0
40 40 40
Tabella XVII
Commenti:
Per B. il programma riabilitativo viene interrotto per problemi non
derivanti dal farmaco.
Il R.O.M. articolare migliora sensibilmente nel caso di Z.S. mettendo in
luce come lo stretching post-infiltrazione abbia unimportanza
fondamentale.
In entrambi i casi si osserva una diminuzione dellinsorgenza di cloni
dovuto alleffetto della tossina.
2 2
2 2
1 1
Spasmi 1 1 1
B.
0
Z. S. Valutazione
15 Giorni 30 Giorni 60 Giorni
Pre-
B. 2 1 1
Z. S. 2 2 1 1
Tabella XVIII
105
Deve essere comunque considerato una linea guida in quanto ogni singolo
caso presenta particolari differenti da altri; inoltre il seguente protocollo
stato ideato per patologie come lictus o le P.C.I.
Bisogna tenere ben presente che la tossina botulinica pu essere utilizzata
anche in casi daccorciamento muscolare e in caso di cloni inesauribili,
problemi che abbassano la qualit di vita del paziente e che hanno poco a
che vedere con le prove funzionali che sono inserite nel protocollo.
ARTO INFERIORE:
Pre blocco:
1. test della velocit del cammino
( 50mt velocit media; velocit massima; numero di passi nelle due
situazioni);
2. valutazione range articolare del segmento infiltrato;
3. valutazione della spasticit con la scala di Ashworth;
106
4. valutazione del controllo volontario del selettivo segmento
infiltrato.
Post blocco:
1. bendaggio funzionale immediatamente post infiltrazione;
2. modificazione del bendaggio quotidiana con progressivo stretch dei
muscoli infiltrati;
3. asportazione bendaggio in V giornata post infiltrazione;
4. rivalutazione ortesi;
5. dal I giorno post infiltrazione: esercizi carico monopodalico;
controllo bacino; controllo deambulazione.
ARTO SUPERIORE:
Pre blocco:
1. valutazione range articolare;
2. valutazione controllo selettivo;
3. valutazione prese;
4. valutazione utilizzo in attivit di vita quotidiana;
5. scala di Ashworth.
107
Post blocco:
1. bendaggio in allungamento dei muscoli infiltrati da modificarsi
quotidianamente secondo tolleranza del paziente;
2. asportazione del bendaggio in V giornata;
3. confezionamento splint su misura in materiale termoplastico da
utilizzarsi 12 ore al giorni nei 3 mesi post blocco neuromuscolari.
8. CONCLUSIONI
108
paziente trascorre gran parte della giornata in posture determinate
dallipertono dei muscoli antigravitari.
Lunico mezzo a disposizione del riabilitatore quindi un presidio
contenitivo, che permetta di stabilizzare larto in posizioni statiche, per pi
ore durante le giornata, senza causare lesioni cutanee; deve essere anche
rimodellabile per consentire eventuali correzioni qualora lo stiramento
applicato risulti insufficiente.
Gli strumenti che il terapista ha a disposizione e che rispondono in
maniera soddisfacente alle richieste sopraelencate, sono le ortesi in
materiale termoplastico ed il bendaggio funzionale.
La costruzione di questi ausili deve seguire parametri e regole ben precise,
al fine di non arrecare alcun danno al paziente e di stirare in maniera pi
selettiva possibile il gruppo muscolare trattato.
Ne consegue che dimportanza fondamentale, al fine di confezionare un
bendaggio ed uno splint efficaci, conoscere lanatomia, la cinesiologia e le
propriet dei vari materiali utilizzati.
109
9. BIBLIOGRAFIA
110
4. MARIO MANCA- Quando trattare la spasticit.
Giornale italiano di medicina riabilitativa, 1999 vol.13 N 3.
111
12. dott. MOLTENI- Appunti su Trattamento Con Tossina
Botulinica.
FIGURE:
10. RINGRAZIAMENTI:
112
Ringrazio il dott. Molteni del presidio ospedaliero di Villa Beretta per
tutto il materiale sul protocollo e sul bendaggio funzionale.
113