TEMA SUL PAESAGGIO
dell'uomo risulta impercettibile e tutto sembra, per
Il paesaggio pu essere definito come un corpo
vivo in perenne evoluzione, che comprende non
soltanto il paesaggio naturale, ma anche il
paesaggio urbano.
Un qualsiasi progetto di paesaggio contemporaneo
deve tenere conto di alcuni obiettivi fondamentali,
come quello della salvaguardia e del rispetto dei
caratteri che identificano il luogo, della gestione e
della valorizzazione del patrimonio esistente e al
tempo stesso la necessit di inventare nuovi
paesaggi attribuendo nuove qualit di centralit a
contesti degradati. Tema centrale della
progettazione del paesaggio la citt del nostro
tempo, la cosiddetta citt diffusa, sia in senso
fisico, in quanto la repentina espansione delle citt
ha portato alla formazione di numerosi vuoti urbani
spesso privi di funzione e caratterizzati da
fenomeni di degrado e di abbandono, che in senso
psicologico, poich sono mutati i principi di
appartenenza ad un luogo.
Altro ambito di intervento del progetto di paesaggio
sono le aree e le architetture dismesse, di cui sono
ricche le nostre citt, come caserme, stazioni,
magazzini ed aree industriali dismesse.
Riqualificando questi luoghi, con interventi puntuali
aventi ognuno caratteristiche specifiche,
possibile ricostituire e migliorare l'immagine della
citt in un sistema di spazi pubblici collegati tra
loro, che tornano ad essere dei luoghi d'incontro
per la collettivit.
Progettare il paesaggio implica quindi la
considerazione di molteplici fattori e una vasta
conoscenza di fenomeni culturali, artistici, sociali,
storici, urbanistici ed economici, proprio perch il
progetto di paesaggio pu essere considerato una
polifonia di tante arti e conoscenze diverse. Ogni
paesaggio quindi, urbano o naturale che sia, fatto
da tradizioni, cultura e usi e coloro che lo
osservano vi si riconoscono.
Come afferma F. Zagari, il paesaggio un'entit
viva e mutevole nel tempo, sommatoria di azioni
individuali che interpretano e modificano un luogo,
il paesaggista deve innanzitutto avere capacit di
diagnosi, riconoscere i caratteri particolari di un
luogo, fondamentale comprenderne il valore
culturale, il significato storico e le proiezioni future,
al fine di esprimerne al meglio i suoi caratteri,
tramite un'azione creativa.
Il campo di lavoro del paesaggista quindi
piuttosto vasto ed necessario saper dialogare
con una molteplicit di figure professionali aventi
ognuna una competenza specifica, non solo
architetti, urbanisti, paesaggisti ed ingegneri, ma
anche ecologi, scenografi ecc..
La complessit della citt contemporanea ha
prodotto un cambiamento delle strategie e delle
tecniche di disegno urbano. A partire dalla seconda
met del Novecento, l'approccio verso il paesaggio
cambia radicalmente e maestri come Burle-Marx,
Barragan, Nogouchi, Le Corbusier e Kanh,
elaborano ognuno una propria concezione del
paesaggio e danno un'interpretazione diversa del
progetto. Ad esempio Burle-Marx, immagina i
propri parchi come quadri astratti colorati dalle
forme curvilinee, mentre Nogouchi elabora un
disegno del suolo con forme plastiche ed un
paesaggio urbano dalle linee essenziali, infine Le
Corbusier, nel caso della Ville Verte sottolinea il
ruolo della vegetazione nel progetto urbano,
descrivendo la citt come foresta selvaggia.
La tendenza contemporanea quella di lavorare
per sistemi e sequenze, per punti e a rete e non
per trasformazioni radicali come tipico dei processi
che hanno investito le grandi capitali europee
nell'800, come avvenuto ad esempio a Parigi, la
citt a rete, realizzata da Napoleone III e da
Haussmann; a Barcellona, la citt a maglia
ortogonale, sulla base del piano di Cerd, oppure
al Ring di Vienna, la citt ad anello, voluto da
Francesco Giuseppe.
Attualmente gli interventi sono invece concentrati
su ambiti specifici del tessuto urbano e sia che si
tratti di parchi o giardini, che di piazze e spazi in
disuso da recuperare, la strategia progettuale
prevede sempre l'integrazione del nuovo col
contesto circostante e la volont di suscitare
l'interesse dei cittadini a fruire di tali spazi e
renderli parte della propria immagine della citt. Il
migliore risultato si ha quando l'intervento
cos dire, che sia sempre stato cos, pur trattandosi
di interventi di notevole estensione o, per cos dire,
intensit; o quando il progettista interagisce con la
natura e mostra il suo segno assecondando e
preservando la conformazione e gli elementi
caratteristici di quel contesto specifico.
Un progetto particolarmente rappresentativo di
come l'intervento dell'uomo riesca ad integrarsi
perfettamente col contesto la Fontana realizzata
a Londra ad Hyde Park, in memoria della
principessa Diana.
Inaugurata nel 2004 secondo il progetto di Kathryn
Gustafson e Neil Porter, l'opera interpreta il
carattere della Principessa simboleggiandone,
attraverso una forma dalla sezione in continuo
cambiamento, il carattere altruista ed aperto verso
il mondo esterno;
distaccandosi nettamente dall' idea di fontana
appartenente all'immaginario collettivo, si tratta di
un percorso d'acqua dalla forma anulare, collocato
in un'area a prato di cui asseconda la
conformazione ed i salti di quota, come un nastro
adagiato sul terreno. Realizzata interamente in
granito, concepita come un'opera che invita i
passanti ad essere fruita e non solo osservata,
soprattutto i pi piccoli: tre piccoli ponti permettono
di attraversarla ed entrare nell'area a prato
racchiusa al suo interno, secondo una precisa
volont di mettere l'opera al servizio della
collettivit, in analogia al carattere della
Principessa. Partendo da una lieve cascata,
l'acqua scende in due direzioni per incontrasi
nuovamente dalla parte opposta, e nel percorrere il
tracciato anulare emette un suono via via
differente, dovuto al diverso trattamento
superficiale del granito: un'opera quindi, le cui
caratteristiche sono del tutto analoghe a quello che
generalmente il paesaggio, contesto mutevole e
in trasformazione, al quale si integra in modo
esemplare.
Altro esempio rappresentativo dell'intervento
dell'uomo sul paesaggi, con modalit progettuali
certamente differenti dal progetto analizzato in
precedenza, il Parco dell'Arlequin a Grenoble, in
Francia, realizzato da Michel Corajoud nel 1974.
Elementi significativi del progetto sono l'interazione
spaziale con l'architettura degli edifici circostanti e
la caratterizzazione topografica del suolo,
fortemente alterata in chiave espressiva. Nelle
mani di Corajoud il suolo un materiale malleabile
che si lascia modellare come una grande scultura
in creta e ne deriva un parco dal carattere artificiale
conferito dall'andamento assolutamente innaturale
della nuova geografia collinare del sito.
L'idea chiave lo scontro tra geografia e
geometria, tra terreno pianeggiante e forme
collinari artificiali: alla base vi il fascino dell'autore
verso le forme del paesaggio agrario e il rapporto
di conflittuale complicit tra la geografia del luogo e
la geometria delle coltivazioni.
Un atteggiamento, quindi, che tende ad imprimere
con forza la mano del progettista sul contesto
preesistente, nonostante il risultato finale sia uno
spazio pubblico dalle forme affascinanti ed
apparentemente naturali.
Il paesaggio, in conclusione, quindi un'entit viva
e mutevole nel tempo, soggetta a continue
trasformazioni dovute sia a fattori naturali quali il
trascorrere delle stagioni, che all'azione umana.
L'azione dell'uomo assume modalit differenti e
talvolta contrastanti, ma pur sempre espressione
creativa che aggiunge ai luoghi nuovi segni e nuovi
valori, con l'obiettivo costante di renderli parte
integrante di quel palinsesto che il territorio su cui
sono sorte le nostre citt.