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... se uno
ha veramente a cuore la sapienza,
non la ricerchi in vani giri,
come di chi volesse raccogliere le foglie
cadute da una pianta e gi disperse dal vento,
sperando di rimetterle sul ramo.
MARGHERITA GUIDACCI
ISBN 88-7588-036-0
Copyright
2010 Chi non spera quello
editrice
petite plaisance che non sembra sperabile
non potr scoprirne la realt,
www.petiteplaisance.it poich lo avr fatto diventare,
e-mail: info@petiteplaisance.it con il suo non sperarlo,
qualcosa che non pu essere trovato
Via di Valdibrana 311 51100 Pistoia
e a cui non porta nessuna strada.
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ERACLITO
C. c. postale 44510527
Costanzo Preve
Eugenio Orso
petite plaisance
Indice
COSTANZO PREVE
Capitalismo senza classi e societ neofeudale 7
Ipotesi a partire da una interpretazione originale della teoria di Marx
EUGENIO ORSO
Global class, Pauper class e Middle class proletariat 41
Breve premessa 43
Che ne stato della lotta di classe e dove sono le classi sociali? 43
Global class 54
Pauper class e Middle class proletariat 77
EUGENIO ORSO
Approfondimenti 103
Rottura dei vecchi equilibri sociali e essibilizzazione delle masse 105
Il Mercato come sistema di razionamento e di esclusione 131
Rotta di classe 138
Considerazioni nali 149
COSTANZO PREVE
Religione Politica Dualistica Destra/Sinistra 153
Considerazioni preliminari sulla genesi storica passata,
sulla funzionalit sistemica presente
e sulle prospettive future di questa moderna Religione
COSTANZO PREVE
Elementi di Politicamente Corretto 169
Studio preliminare su di un fenomeno ideologico
destinato a diventare in futuro sempre pi invasivo e importante
EUGENIO ORSO
Appendici 197
Nota preliminare 199
La ne del posto sso e la essibilizzazione del lavoro
(I frutti avvelenati di un nuovo modo di produzione sociale) 201
Banchieri che hanno sbagliato e nanziarizzazione delleconomia 216
Attacco al Lavoro
(Accordo separato per il rinnovo del Ccnl dei metalmeccanici) 221
Note 225
Costanzo Preve
tremo certamente districarli tutti, perch non si possono facilmente districare nodi
rimasti intrecciati per un secolo e mezzo, ma almeno allentarli un poco s, questo
potremo.
6. Non bisogna mai stancarsi di ripetere che la teoria delle classi in Marx non
una teoria sociologica, ma invece la ricaduta narrativa di una losoa della
storia del destino dellumanit. La losoa di Marx non solo un umanesimo,
un iperumanesimo, in quanto si tratta del Destino dellUomo (la maiuscola, ovvia-
mente, volontaria). Una teoria di tipo sociologico sulla strutturazione sociale di
tipo descrittivo, non narrativo o prescrittivo (diventate comunisti, e cos riscattere-
te le alienazioni dellumanit). In quanto descrittiva, una teoria sociologica di una
societ particolare dovrebbe necessariamente individuare dai dieci ai venti gruppi
distinti in base a parametri come la ricchezza, il potere, gli stili di vita, i consumi,
la conoscenza, la cultura, eccetera. Nessuna decente descrizione sociologica di una
societ potrebbe limitarsi ad individuare soltanto due gruppi sociali.
Le due grandi classi sociali nel capitalismo (borghesia e proletariato) sono due
grandi attrattori magnetici che fanno, di fatto, scomparire ogni autonomia stori-
ca dei gruppi intermedi, che in effetti diventano semplici utenti di quegli ascensori
in salita ed in discesa che si chiamano (con il massimo di pittoresca impropriet)
imborghesimento del proletariato e proletarizzazione della borghesia. Se si conti-
nua su questa strada, infatti, diventer del tutto impossibile analizzare la possibile
ribellione dello strato inferiore delle classi medie di fronte allattuale oligarchia
nanziaria neofeudale.
Ma qual la genesi sociale e storica della teoria marxiana bipolare e dicotomica
delle classi? Su questo i marxisti per pi di un secolo hanno diffuso unimmagine
che non so se chiamare demenziale o semplicemente infantile. Cos come Maometto
nel deserto ad un certo punto ha cominciato a pensare di essere stato chiamato da
Allah per diffondere i suoi voleri, nello stesso modo un giovane barbuto tedesco,
vagabondando fra la Germania, la Francia, il Belgio e lInghilterra, ha avuto la
geniale pensata per cui nella societ in cui viveva cerano due grandi classi an-
tagoniste, quella dei proprietari privati dei mezzi di produzione (la borghesia) e
quella dei liberi venditori sul mercato della loro forza-lavoro (il proletariato), in cui
lapparenza dello scambio di equivalenti permetteva di estorcere il plusvalore.
Se le cose stessero solo in questo modo (e tutti i manuali ripetono che stavano
solo in questo modo), si tratterebbe soltanto della gloriosa scoperta della bollitu-
ra dellacqua calda. E vero che la bollitura dellacqua calda ha avuto nella storia
dellumanit unimportanza probabilmente superiore a quella della macchina a
vapore e del computer, ma credere che la grandezza di Marx consista in questa ba-
nalit assoluta veramente fargli torto. La novit della teoria marxiana delle classi
consiste in altro, e cio nel pensare che la borghesia stata, e sar lultima classe
sfruttatrice, ed il proletariato non sar soltanto lultima classe sfruttata, ma il vet-
tore storico universalistico di emancipazione dellumanit intera.
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Capitalismo senza classi e societ neofeudale. Ipotesi a partire da una interpretazione originale della teoria di Marx
E facile capire tutto questo, e cio che lodierno capitalismo oligarchico teme
maggiormente la coscienza infelice borghese del rivendicazionismo economico
proletario? Per quanto mi riguarda facile, ma dal momento che tutto lappara-
to politico-sindacale di sinistra ed il clero universitario di losoa e di scienze
sociali rema in direzione opposta, di fatto non c speranza a breve termine di un
vero riorientamento gestaltico di massa.
sori positivisti barbuti del tempo, predicata ai proletari come vetta massima del
grande sapere borghese.
10. E tuttavia, gli zucconi resteranno tali nch non sar assodato che la teoria
delle classi in Marx, oltre a non avere alcun carattere di tipo sociologico-descritti-
vo, non affatto inserita allinterno di una concezione losoca materialistica (se
non in senso puramente metaforico di ateismo, prassi e struttura), ma inserita
in una concezione losoca di idealismo moderno. Marx stato il terzo ed ultimo
grande idealista tedesco dopo Fichte ed Hegel. Lidealismo classico tedesco com-
prende infatti tre grandi pensatori successivi, Fichte, Hegel e Marx.
Si dir: non lo afferma nessuno, ma facciamo pure lipotesi che sia cos come tu
dici. E tuttavia, che cosa centra tutto questo con loggetto del nostro contendere,
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Capitalismo senza classi e societ neofeudale. Ipotesi a partire da una interpretazione originale della teoria di Marx
11. Una lunga esperienza di saggista critico fuori dal coro mi ha insegnato
che anche il lettore pi disponibile e meglio intenzionato tende irresistibilmente a
saltare, e quindi ad ignorare, tesi troppo inquietanti e stranianti, per cui alla ne
come se esse non fossero neppure state scritte, e restano sulla carta (no allo sbri-
ciolamento decennale della carta stessa, oggi fabbricata per non durare troppo) a
futura memoria. Di questo non mi scandalizzo affatto. La mente umana si difende
da uno stimolo eccessivamente provocatorio, che costringerebbe a rimettere radi-
calmente in discussione le proprie convinzioni precedenti, cosa potenzialmente
distruttiva a partire dai trenta anni circa. Si tratta di un normale alleggerimento
psicologico (la Belastung di cui parla Gehlen).
Per questo, prima di procedere nel discorso, mi permetto di ripetere quattro
punti principali discussi in precedenza a proposito delle classi in Marx.
In primo luogo, la teoria delle classi in Marx non di tipo sociologico-descrit-
tivo. Se cos fosse, due sole classi opposizionali non basterebbero, come tutti i so-
ciologi (e non solo quelli americani) sanno perfettamente. Si tratta di una teoria
storico-strutturale, che presuppone la preventiva accettazione della teoria della
successione storica dei modi di produzione, a sua volta costituiti dallintreccio di
tre elementi interconnessi (sviluppo delle forze produttive, natura dei rapporti di
produzione, ed inne ideologie sovrastrutturali). Ma questa teoria dei modi di
produzione, apparentemente scientica (e quindi sprovvista di giudizi di valore
morali e losoci) in realt non lo affatto, in quanto inserita in una interpretazio-
ne metasica del destino storico del genere umano. E vero che sono esistite molte
correnti marxiste (lultima quella di Louis Althusser e del suo allievo italiano
Gianfranco La Grassa) che hanno voluto in tutti i modi eliminare questo secondo
aspetto, ma in questo modo, sempre in nome di Marx, hanno fatto qualcosa che lo
stesso Marx non avrebbe mai fatto o voluto, perch in Marx la stessa teoria strut-
turalistica dei modi di produzione era al servizio di una losoa umanistica ed
universalistica della storia, che era poi laspetto che di gran lunga gli interessava
di pi e che veramente gli premeva.
In secondo luogo, il fatto che il pensiero di Marx abbia avuto come genesi un
episodio tardoromantico di elaborazione sistematica della coscienza infelice bor-
ghese non privo di conseguenze decisive, dal momento che il marxismo stato
interpretato per pi di un secolo come un manuale di ingegneria sociale positivi-
stica, come una forma di ateismo materialistico odiatore di ogni metasica, come
una forma di sindacalismo rivendicativo, come una forma di moralismo pauperi-
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Capitalismo senza classi e societ neofeudale. Ipotesi a partire da una interpretazione originale della teoria di Marx
stico, come una teoria della dittatura, eccetera. Al massimo, si sosteneva la fasti-
diosa idiozia per cui Marx avrebbe tradito la sua classe di origine, aderendo alla
causa del proletariato. E vero che Marx ha aderito alla causa del proletariato, ma
non lo ha certamente fatto perch ha tradito la borghesia. Ha certamente tradito
il capitalismo, la cui causa immonda non merita alcuna adesione morale, ma non
ha tradito la borghesia, che in nessun modo deve essere semplicemente identicata
con il capitalismo. Il capitalismo un meccanismo sociale riproduttivo anonimo ed
impersonale, la cui tendenza di sviluppo lillimitatezza distruttiva dellambien-
te ecologico del pianeta e dellantropologia umana e sociale. La borghesia una
classe-soggetto dialettica, che produce anche (non soltanto) la coscienza infelice
dellimpossibilit dolorosa di conciliare lo sfruttamento capitalistico con i propri
valori emancipativi universalistici. E quindi Marx non ha tradito la borghesia, ma
anzi ha radicalizzato dialetticamente la sua coscienza infelice. Ogni mito sociologi-
co dellonnipotenza sociale del proletariato (n qui smentita clamorosamente dalla
storia degli ultimi due secoli) si basa sulla premessa errata per cui il comunismo
deriverebbe autonomamente da una precedente cultura proletaria di tipo comu-
nitario, che Marx si sarebbe limitato a rendere scientica. Ma questo un errore
storico e losoco.
In terzo luogo, la formulazione provocatoria dellossimoro spaesante delluto-
pismo scientico non deve restare una sorta di innocua battuta fuori dal pompo-
so coro dellortodossia marxiano-marxista, ma deve far riettere sul fatto che luso
irriessivo e dogmatico del termine scienza deve essere abbandonato. Le scienze
esistono, e sono meravigliose ed utilissime al genere umano, in particolare nella
forma della loro ricaduta tecnologica. Ma le scienze sono una forma di sapere
priva per sua natura di presupposti losoci (al di fuori della matematizzazione
sperimentale del mondo, che per non a mio avviso un presupposto losoco
in senso stretto, ma soltanto epistemologico e metodologico), laddove linterpre-
tazione metasica del corso storico non alcuno modo una scienza, se non nel
senso, riutato dagli scienziati (che la considerano una buffonata) di scienza lo-
soca. Credere di poter ridurre la previsione tendenziale del futuro storico ad una
scienza appunto una utopia, nel senso negativo di cosa impossibile ed illuso-
ria, e quindi ideologica. Buona magari per mobilitare le masse, ma la mobilitazione
delle masse sulla base di una menzogna fa parte della corrente cinica e nichilistica
dellutilitarismo, che prende spesso il nome di materialismo solo per gettare il
fumo negli occhi. Se lo si guarda con una lente di ingrandimento, ci si accorge age-
volmente che questo presunto materialismo, largamente metaforico, si riduce o a
nominalismo, o ad utilitarismo, o a scientismo positivistico ottocentesco.
In quarto luogo, inne, abituarsi a considerare il pensiero di Marx nella sua to-
talit come una forma di idealismo rigorizzato e compiuto non soltanto una (sia
pur rilevante) riscrittura di un capitolo della storia della losoa occidentale. Mi
rendo conto che per un marxologo questo potrebbe essere un ne in s, ma perso-
nalmente, per usare una espressione romanesca, non me ne potrebbe fregare di
meno. Interpretare lo spirito (non la lettera lologicamente riscontrabile) del pen-
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COSTANZO PREVE
siero di Marx come la terza e compiuta forma di idealismo (dopo quelle di Fichte
e di Hegel) ha conseguenze pratiche telluriche. Permette di abbandonare non solo
lillusione del cosiddetto comunismo scientico (come se il comunismo potesse
essere concepito come un cantiere in costruzione diretto da ingegneri, architetti e
geometri), ma anche e soprattutto linutile accanimento contro lesperienza religio-
sa, che poi di fatto ha portato il pensiero marxista a regredire da Hegel a Voltaire
ed a riuire-conuire nel cosiddetto laicismo, una forma di occidentalismo che
pretende oggi di insegnare al mondo intero che Dio non esiste, mentre invece esi-
stono il monoteismo del mercato e la divinizzazione delleconomia.
Mi scuso ancora per la ripetizione, ma sono egualmente sicuro che per la stra-
grande maggioranza dei lettori essa completamente inutile, perch sconvolge
troppe opinioni consolidate per essere accettata. Non si veda in questo uno stuc-
chevole pessimismo. Si tratta soltanto di una consolidata esperienza.
12. Ora, per, bisogna dare lultimo colpo di martello al chiodo perch si cchi
bene nel muro. Leredit del pensiero di Marx, di cui la teoria dicotomico-bipolare-
messianica delle classi parte integrante, pu essere compresa, e quindi riscos-
sa, soltanto sulla base di due ultime premesse. In primo luogo, la teoria di Marx
non n di sinistra n di estrema sinistra, ma del tutto al di fuori della dicotomia
Destra/Sinistra. In secondo luogo, la teoria di Marx appare comprensibile soltanto
al di fuori del cosiddetto progressismo, ma leggibile invece allinterno di un
pensiero tradizionale europeo (tradizionale, non conservatore o tradizionalistico).
La cosa mi sembra personalmente ovvia, ma talmente spaesante e scandalosa
da meritare una serie di pacate considerazioni.
In nessun punto della sua opera, ma proprio in nessuno, Marx afferma o so-
stiene di essere di sinistra. Dunque, non esistono argomenti lologici per po-
terlo sostenere. La cosa per data per scontata, sulla base intuitiva della tesi di
Norberto Bobbio, per cui la sinistra sarebbe stata storicamente caratterizzata dal
parametro delleguaglianza, e quindi della dicotomia opposizionale Eguaglianza/
Disuguaglianza. Ma Marx non parla quasi mai di eguaglianza, ed individua anzi il
capitalismo come societ delleguagliamento astratto universale nella forma della
merce (la cui disuguaglianza pu sorgere soltanto sulla base di un uguagliamento
formale ed astratto preventivo), e parla semmai di libera individualit e di pro-
priet individuale come coronamento nale di una storia universale caratterizzata
prima dalla dipendenza personale (schiavistica e feudale) e poi dalla indipenden-
za personale (capitalistica).
Da dove si origina lidea di sinistra? Essa si origina dallilluminismo, il quale
pensa se stesso su base dicotomica contrapponendosi alloscurantismo, per cui il
suo modo di autorappresentarsi bipolare (illuminismo/oscurantismo). La dico-
tomia sinistra/destra in proposito una evoluzione storica posteriore della prece-
dente dicotomia illuminismo/oscurantismo, il che porta come sua conseguenza il
fatto che il codice teorico della sinistra di tipo progressistico-illuministico. Ma il
codice di Marx non deriva da Voltaire, ma da Hegel, e non un codice dicotomico-
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Capitalismo senza classi e societ neofeudale. Ipotesi a partire da una interpretazione originale della teoria di Marx
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COSTANZO PREVE
13. La rincorsa stata lunga, ma stata lunga perch lasticella del salto stata
posta molto in alto. Fuori della metafora del salto, della rincorsa e dellasticella,
si tratta in realt di un fatto che pu essere espresso in modo semplice: quando
un intero scenario storico abituale viene a mancare, non bastano pi le cosiddette
teorie di media portata (middle-range theories).
Ma cosa signica esattamente teorie di media portata? Signica teorie che pren-
dono certamente atto dellinsufcienza descrittiva delle teorie tradizionali, ma non
osano andare no in fondo, si fermano per opportunismo a mezza strada, e cos
ritardano per decenni quelle che il grande epistemologo americano Kuhn ha cor-
rettamente denito rivoluzioni scientiche. Ma spieghiamoci meglio.
Per spiegare la genesi e lo sviluppo delle teorie di media portata bisogna tener
conto di almeno tre elementi. In primo luogo, la teoria di media portata (che Kuhn
preferisce chiamare la teoria delle aggiunte ad hoc e delle eccezioni allinterno di
un precedente paradigma scientico in manifesta crisi) insorge inevitabilmente
quando una precedente formulazione si rivela palesemente falsa o ineffettuale.
Ad esempio, il cristianesimo primitivo nacque come attesa messianica del secondo
avvento di Cristo (parousia). Ma dal momento che questa attesa messianica non si
decideva a compiersi, fu necessario rimodellare e riformulare lintera speranza cri-
stiana in razionalizzazione simbolica della vita quotidiana (Max Weber). Qui, pi
che di una teoria di media portata, si tratta di un adattamento necessario alla so-
pravvivenza (una sua variante immensamente pi miserabile e meno interessante
del precedente esempio cristiano il passaggio della socialdemocrazia alla prepa-
razione dellalternativa socialista al capitalismo alla gestione sindacale e politica
degli interessi dei salariati nel capitalismo ma oggi la socialdemocrazia immen-
samente pi degradata e non adempie neppure a questa funzione elementare).
In secondo luogo, lelaboratore della teoria di media portata non osa andare
troppo oltre, perch psicologicamente bloccato dalla precedente adesione alla
teoria tradizionale. Gli sembra di commettere un sacrilegio se si spinge troppo
oltre, ed allora cerca di conciliare la sua inquietudine con le sue esigenze teoriche
con un compromesso, che appunto la teoria di media portata.
In terzo luogo, inne, lelaboratore della teoria di media portata ritiene che,
facendo compromessi con la teoria precedente, potr avere migliore accoglienza
presso i destinatari sociali e politici della teoria stessa, che certamente respingereb-
bero una versione troppo ose della teoria stessa. In questo modo, per, non si esce
da una crisi sociale, politica e losoca. Nella fattispecie del discorso che stiamo
facendo, il caso della teoria marxista delle classi. Ma facciamo ora alcuni esempi
concreti, per farci capire meglio.
Il grande astronomo Ticone (Tycho Brahe) elabor a suo tempo una tipica teoria
di media portata. Da un lato, era convinto della teoria di Copernico, dallaltro sa-
peva che tutti i poteri politici del tempo, non importa se cattolici o protestanti, non
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Capitalismo senza classi e societ neofeudale. Ipotesi a partire da una interpretazione originale della teoria di Marx
14. Dal momento che oggi nessuno di noi pu sapere se in futuro una societ
senza classi potr mai esistere, evidente che in assenza di pregurazione scien-
tica del futuro (che, se esistesse, sarebbe un incubo certamente non auspicabile)
necessario fare il cammino inverso, e riportarci al passato. Nel lontano passa-
to, anche i bambini lo sanno dai disegni colorati delle enciclopedie per ragazzi,
cerano i cosiddetti primitivi. Ora, una cosa assolutamente sicura, e cio che
i primitivi non sapevano di essere tali. Non si tratta semplicemente di una battu-
ta pi o meno spiritosa, ma di unassunzione di prospettiva molto importante. Il
primitivo, infatti, una creazione integrale dellet moderna, che oscilla fra il
Barbaro da Civilizzare ed il Buon Selvaggio da cui imparare il vero comportamen-
to naturale. Ma questo primitivo era gi del tutto storico come lo siamo noi,
ed il ritenerlo naturale una misticazione ideologica, su cui si costruita gran
parte della nostra cultura.
Il cosiddetto primitivo non solo non sapeva di essere tale, ma non era n cat-
tivo, n buono, n ricco n povero. I poveri sono tali solo in rapporto contrastivo
con i ricchi, e pertanto i poveri sono una creazione integrale della societ divisa in
classi. Nel grado zero della societ i poveri non esistevano. Esistevano gruppi
sociali che vivevano in forte penuria di risorse, eliminavano i bambini malformati
e lasciavano morire i vecchi, senza che questo potesse essere analizzato in termini
etici e morali.
Tutto questo, peraltro, largamente noto. Pi difcile, invece, connotare con
una categoria adeguata queste societ di caccia e raccolta. Il termine di comuni-
smo primitivo, tipico della tradizione marxista, mi sembra inesatto, ed anche un
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COSTANZO PREVE
15. Non c qui lo spazio, e neppure la necessit, di ripercorrere sia pur sinte-
ticamente lintera storia della civilt detta occidentale attraverso i suoi principali
successivi tre modi di produzione (schiavistico, feudale e capitalistico). Basti qui
rilevare che questa successione non ha assolutamente avuto un carattere necessita-
ristico e predeterminato. Il modo di produzione schiavistico antico avrebbe potuto
evolversi in modo autonomo ed endogeno interno, se non fosse intervenuto il fatto
aleatorio delle invasioni germaniche, a loro volta propiziate da un fatto altrettanto
aleatorio come la pressione di popolazioni nomadi asiatiche. A sua volta (e ricordo
qui convincenti studi di Robert Brenner e di Perry Anderson) la stessa nascita del
capitalismo in Inghilterra non affatto stata lo sbocco necessario di una fantomati-
ca e magica crescita delle cosiddette forze produttive, ma il frutto di una specica
congiuntura aleatoria.
Un solo aspetto voglio qui evidenziare e sottolineare. Ho insistito molto in pre-
cedenza sul fatto che per Marx le classi fondamentali, sempre e solo due per ogni
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Capitalismo senza classi e societ neofeudale. Ipotesi a partire da una interpretazione originale della teoria di Marx
la Fenomenologia dello Spirito di Hegel. In questa opera, che una storia romanzata
della coscienza umana astrattamente unicata in una sola soggettivit (la vecchia
sostanza unitaria di Spinoza pensata risolutamente come oggetto autocoscien-
te), e pi esattamente un romanzo di formazione romantico (Bildungsroman) del-
la storia universale del genere umano, la decisiva gura del rapporto fra servo e
signore (o se si vuole fra schiavo e padrone) fa derivare geneticamente lidea di
libert dallesperienza diretta della sua mancanza, ed in questo modo si oppone
a tutte le posizioni astoriche sulla libert, come ad esempio la postulazione kan-
tiana del libero arbitrio, affermato ma non geneticamente dedotto. Ma il punto
fondamentale della trattazione hegeliana del problema sta in ci, che il lavoro
visto come la matrice essenziale ed indispensabile del conseguimento della libert
(in termini hegeliani, del concetto, che il coronamento della scienza della logica,
scienza losoca e non certo scienza empiristico-positivistica). Lo schiavo lavora
per due, per se stesso e per il padrone, ed in questo modo pu comprendere che il
padrone gioca solo un ruolo parassitario, perch non pu esistere padrone senza
schiavo, mentre pu esistere schiavo senza padrone, purch ovviamente lo schiavo
diventi libero, libert metaforizzata attraverso il processo idealistico del passaggio
dallIn S al Per S.
A mio avviso, questa non solo la genesi del concetto salvico di proletariato in
Marx, ma lunica genesi decisiva. In proposito, credo che non sia affatto casuale
il ritorno ossessivo del termine contraddittorio di schiavit salariata in Marx,
oggetto di un recente illuminante studio di Diego Fusaro. In termini di modi di
produzione, a Marx perfettamente chiaro che il libero lavoratore salariato non
uno schiavo. Ad uno schiavo non si pu estorcere plusvalore attraverso un (appa-
rente) scambio di equivalenti, ma soltanto un plusprodotto attraverso la coercizio-
ne sica diretta. E tuttavia il ritorno ossessivo del termine di schiavit salariata
fa capire che freudianamente linconscio ed il rimosso ritornano continuamente, in
questo caso il continuo ritorno della gura hegeliana del rapporto fra servo e si-
gnore. Il proletariato, questa incarnazione industriale moderna delleterno ritorno
della sempre eguale schiavit salariata (ho volutamente impiegato unespressione
nicciana, perch bene che il lettore esperisca un po di sano spaesamento), in
grado di abbattere il capitalismo perch il suo concetto (la sua tendenza cio
allautocoscienza libera) lo porta a comprendere che il padrone inessenziale, pa-
rassitario, e quindi rimuovibile.
E cos? Non credo proprio che sia cos. La classe dei padroni capitalisti non
affatto una classe parassitaria (del resto, neppure la classe dei nobili feudali lo era).
Si tratta di una classe attiva ed operante di agenti sociali della riproduzione capita-
listica. Ma per ora sufciente capire dove stia la genesi losoca della concezione
salvico-messianica del proletariato in Marx.
17. Esiste in Marx una teoria dellinevitabile crollo del capitalismo, ricavato per
via strettamente economica? Su questo gli interpreti sono divisi. Alcuni dicono che
la teoria del crollo economico endogeno del capitalismo risale a Marx (e si ingegna-
no a trovare la citatologia di servizio per garantire la sacrale autorit di questa tesi),
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Capitalismo senza classi e societ neofeudale. Ipotesi a partire da una interpretazione originale della teoria di Marx
altri dicono che Marx ne del tutto innocente, si limitato a parlare di tendenze,
ed i teorici del crollo fanno tutti parte del marxismo della Seconda Internazionale
(1889-1914). Personalmente, detto in sintesi telegraca, penso che lidea originale
del crollo sia di Marx (o meglio, di un certo Marx contraddetto da un altro Marx),
mentre la sua paranoica sistematizzazione sia dovuta agli economisti marxisti del
socialismo del tempo.
La dimostrazione del crollo del capitalismo per ragioni esclusivamente econo-
miche mi ha sempre irresistibilmente ricordato la dimostrazione teologica dellesi-
stenza di Dio per via puramente logica. Ma cos come la dimostrazione logica del-
lesistenza di Dio, pur essendo spesso impeccabile logicamente, non riesce egual-
mente a far credere in Dio lo scettico e lateo, nello stesso modo (ed anzi in modo
molto pi ridicolo) la dimostrazione logica del crollo del capitalismo, pur essendo
impeccabile, non riesce egualmente a far crollare il capitalismo. Evidentemente il
capitalismo, gi logicamente morto, sopravvive soltanto per autosuggestione.
Tutto ci non deve affatto stupire, perch i teologi e gli economisti ragionano
entrambi sulla base di uno schematismo razionalistico, anche se io personalmente
preferisco di gran lunga i primi ai secondi, perch almeno i primi hanno come
oggetto lintera esperienza umana, sia pure ltrata da presupposti creazionistici,
mentre i secondi isolano dallesperienza umana nella sua totalit un fattore iposta-
tizzato chiamato homo oeconomicus, come se questa caricatura utilitaristica astrat-
ta fosse realmente il soggetto complessivo della storia. In ogni caso, per nire (il
discorso infatti sarebbe lungo, ma non pu essere fatto in questa sede), chi crede
alla dimostrazione matematico-economica del crollo del capitalismo farebbe me-
glio ad aspettare larrivo di astronavi extra-terrestri, che a partire dalle Centurie di
Nostradamus colloco nella sera del 28 settembre 2246, salvo imprevedibili ritardi
dovuti a buchi neri.
18. Dal momento che ignota larchitettura del domani, nessuno oggi pu sape-
re se, come e quando il modo di produzione capitalistico potr essere sostituito e
diventare come il modo di produzione schiavistico, un episodio della storia gene-
rale dellumanit. Una delle poche cose di cui mi sento (quasi) sicuro lipotesi per
cui non sar certamente sostituito dalla generalizzazione della previsione utopico-
scientica di Marx (di cui a scanso di equivoci resto un ammiratore, ed anche in un
certo senso un allievo), una sorta di comunismo senza famiglia, societ civile e sta-
to, una societ trasparente e pacicata in cui ognuno dar secondo le sue capacit
e ricever secondo i suoi bisogni ed in cui trionfer larmonia prestabilita di unit
economiche autogestite in cui la forma di merce sar complessivamente sparita.
Ognuno pu credere ovviamente in cosa vuole, anche nella resurrezione paoli-
na dei corpi. Ma purtroppo non ho ricevuto la grazia di questa fede.
E tuttavia, anche se questo comunismo utopico a mio avviso del tutto impro-
babile, e deriva da una correzione positivistica della precedente ne della storia
messianico-escatologica (ma chi senza peccato scagli la prima pietra), e sarebbe
quindi meglio congedarsene educatamente senza rancore (come dice una vec-
29
COSTANZO PREVE
19. Torniamo sulla questione dei cosiddetti ceti medi, e chiediamoci ancora
una volta perch nella teoria marxiana delle classi essi non abbiano che un ruolo
marginale e residuale. E ovvio che in una visione bipolare e dicotomica, in cui le
classi fondamentali sono semplici attrattori magnetici, il loro ruolo non pu che
essere minimo. Ma tutto questo, bench essenziale, non basta. A mio avviso, il fatto
di essere privi per natura di qualunque natura e funzione messianico-rivoluzio-
naria, ma lessere visti come semplici camere di compensazione provvisorie per
limborghesimento vero e proprio e/o per la proletarizzazione, ha giocato un ruolo
decisivo nella concezione di Marx.
E tuttavia, il problema soltanto sorato, anche se il suo aspetto principale sta
in ci, che al tempo di Marx il cosiddetto terziario era ancora modestissimo, e la
societ era ancora composta da una stragrande maggioranza di contadini, artigiani
ed operai, con un ceto tecnico ed impiegatizio gi presente, ma certamente non
nella misura in cui lo oggi.
C ancora un altro elemento. Marx era affascinato dalla distinzione fra il lavoro
produttivo e il lavoro improduttivo, distinzione che derivava direttamente dalla
sua accettazione, sia pure critica, della teoria del valore-lavoro di Smith e Ricardo.
E vero (qui accetto integralmente linterpretazione a suo tempo data una quaranti-
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Capitalismo senza classi e societ neofeudale. Ipotesi a partire da una interpretazione originale della teoria di Marx
20. In estrema sintesi, dopo la morte di Marx la questione dei ceti medi in
certo senso esplosa. Mi rendo conto che il termine ceti medi largamente im-
proprio, un concetto-ripostiglio in cui ci si pu mettere di tutto ed il contrario
di tutto, ma in questa sede si pu scusare una certa imprecisione, per cercare di
mirare allessenziale. Personalmente, non sono neppure daccordo ad identicare
i ceti medi con la cosiddetta piccola borghesia. La piccola borghesia una classe
culturale, la cui coscienza infelice fa da fattore di critica al liberalismo politico,
evidente copertura della riproduzione capitalistica, e che porta perci secondo i
momenti storici indifferentemente al fascismo e/o al comunismo (dal punto di
vista dellorigine sociale Antonio Gramsci e Benito Mussolini sono praticamente
indistinguibili, in quanto gli della piccola borghesia provinciale italiana). I ceti
medi, invece, tendono a denirsi non in termini di ideologia politica o di cultura
critica, ma in termini di status, di consumi, di aspettative crescenti, eccetera.
Marx non avrebbe probabilmente mai immaginato che questa instabile galassia
dei ceti medi sarebbe stata storicamente il principale fattore di impedimento verso
unevoluzione socialista della societ capitalistica moderna, e questo in almeno tre
casi storici.
In primo luogo, nel periodo storico 1870-1915 i ceti medi sarebbero stati la pun-
ta avanzata della nazionalizzazione colonialistica, razzistica ed imperialistica delle
masse, prima nei confronti delle cosiddette razze inferiori, e poi addirittura nel
grande macello sanguinoso impropriamente denito grande guerra 1914-18 nei
libri di storia.
In secondo luogo, nel periodo storico 1917-1991 (trascuro qui come secondaria
la stessa rottura bellica del 1939-1945), i ceti medi sarebbero stati nella maggior
parte dei paesi capitalistici la base sociale della opposizione elettorale, politica e
culturale al socialismo ed al comunismo. Non affatto un caso, infatti, che dopo il
1991 essi non servano pi, e che si stiano innescando processi che in linguaggio
marxista sarebbero stati chiamati proletarizzazione massiccia dei ceti medi, e
che personalmente preferisco chiamare plebeizzazione postmoderna di massa,
per far notare che dal momento che il vecchio proletariato non esiste pi diventa
impossibile proletarizzarsi.
31
COSTANZO PREVE
In terzo luogo, inne, nel periodo storico 1956-1991, nei paesi cosiddetti so-
cialisti, i nuovi ceti medi comunisti emersi dal processo di modernizzazione
delleconomia sono stati il vettore essenziale per la restaurazione selvaggia del
capitalismo. Certo, il discorso dovrebbe essere pi preciso ed articolato, ma questa
centralit reazionaria dei ceti medi in occasioni storiche tanto diverse come le tre
sopraindicate deve far riettere chi ha ancora voglia di farlo.
21. In estrema sintesi, a differenza del grande Karl Marx, io penso che la dicoto-
mia Borghesia/Proletariato, al netto dei suoi elementi messianici imperfettamente
secolarizzati, non contraddistingua tautologicamente lintero arco temporale dello
sviluppo del modo di produzione capitalistico propriamente detto, ma ne caratte-
rizzi soltanto un periodo storico temporaneo, sia pure bisecolare (1789-1989 circa).
Lo contraddistinguerebbe, ovviamente, se a questi due termini dessimo un signi-
cato puramente economico, in termini di propriet privata o meno dei mezzi di
produzione sociali. In questo caso, ovviamente, la sociologia sarebbe facile come le
quattro operazioni della scuola elementare, per cui basterebbe sottrarre dallintera
popolazione la somma dei proprietari privati dei mezzi di produzione, e si avreb-
bero cos le due classi fondamentali, con un resto di intermedi destinati prima o
poi a cadere di qua o di l.
In realt, la tendenza del capitalismo assoluto contemporaneo quella di pro-
cedere verso una polarizzazione fra oligarchie post-borghesi, da un lato, ed una
plebeizzazione massiccia straticata post-proletaria, dallaltro. Si di fronte allora
ad una sorta di paradosso ossimorico, per cui il massimo del capitalismo assoluto
coincide con una inedita rifeudalizzazione sociale.
Ma spieghiamoci meglio.
22. Allinizio di questo saggio ho parafrasato una citazione del primo libro del
Capitale di Marx dove Marx, in modo chiaro come il cristallo, afferma che ci che
caratterizza il modo di produzione capitalistico rispetto alle formazioni sociali pre-
capitalistiche (teocrati etruschi, boiardi valacchi, eccetera) non tanto la dicotomia
opposizionale Borghesia/Proletariato, quanto la generalizzazione a tutte le societ
della prevalenza del valore di scambio sul valore duso, e quindi la mercantilizza-
zione universale di tutti i rapporti sociali.
Questo mi ricorda la novella di Edgar Allan Poe sulla lettera rubata, che si trat-
tava di ritrovare, e che tutti gli sciocchi cercatori cercavano nei posti pi impensati.
Laddove era sotto gli occhi di tutti, ed appunto perch era sotto gli occhi di tutti,
nessuno la cercava l. Ora, il primo libro del Capitale (1867) sempre stato sotto
gli occhi di tutti, e quindi non c bisogno di incamminarci verso interpretazioni
strane e paradossali per capire che lenigma del capitale sta l scritto in caratteri
capitali, e che possiamo riassumere cos: il modo di produzione capitalistico stato
certamente costruito ad opera di un soggetto sociale collettivo convenzionalmente
(ed impropriamente) chiamato borghese; nel corso di questa costruzione stato
certamente creato il proletariato moderno, senza il quale sarebbe stato impossibile
32
Capitalismo senza classi e societ neofeudale. Ipotesi a partire da una interpretazione originale della teoria di Marx
la libera estorsione del plusvalore; e tuttavia, il cuore di questo sistema non sta
affatto nella riproduzione innita della bipolarit Borghesi-Proletari, ma sta nella
generalizzazione della forma di merce a tutti gli ambiti della riproduzione umana
sulla terra, in una situazione in cui i vecchi proli politico-culturali sia della bor-
ghesia che del proletariato non esistono neppure pi.
Mentre la scolastica marxista, conservatrice come e pi dello stesso clero zoroa-
striano, si ostina a ripresentare uno scenario nito da tempo, alcuni liberi studiosi
intelligentemente sembrano cominciare a capire. Gianfranco La Grassa non parla
pi di borghesia e proletariato, ma soltanto di dominanti e dominati, e soprattutto
non usa pi il termine di borghesia, ma soltanto il termine struttural-funziona-
le di agenti attivi della riproduzione capitalistica. Gli studiosi italiani Badiale e
Bontempelli usano il termine di capitalismo assoluto, per indicare il superamen-
to della fase relativa della produzione capitalistica, quando questultima doveva
ancora entrare in relazione con linsieme dei comportamenti etici, religiosi e fa-
miliari della borghesia tradizionale. Una corrente del pensiero marxista greco con
la quale sono in contatto usa il termine di capitalismo totalitario, per indicare
la presa di possesso integrale da parte della produzione capitalistica di tutti gli
aspetti della riproduzione sociale complessiva. A me pare per evidente che i due
termini di capitalismo assoluto e di capitalismo totalitario sono in realt coinciden-
ti, perch esprimono lo stesso concetto.
Tuttavia, io preferisco unaltra connotazione, quella di capitalismo speculativo
post-borghese, o se vogliamo di capitalismo neofeudale senza classi. La prima for-
mulazione mi sembra migliore della seconda, e cercher di spiegare brevemente
il perch.
23. Il termine speculativo deriva dal lessico specialistico della logica dialettica
di Hegel, ed indica lo stato nale di autocoscienza integrale dello svolgimento di
un complesso storico, che pu nalmente riconoscersi come in uno specchio (latino
speculum). I due stadi precedenti sono per Hegel quelli astratto e dialettico, e quello
speculativo appunto il terzo e ultimo. A me sembra che questa logica dialettica
hegeliana si applichi meravigliosamente allo sviluppo del modo di produzione
capitalistico. Per capirlo, per, ci vuole lavvertenza per cui non si deve pretendere
di rispecchiare il corso storico di un fenomeno, ma soltanto il corso logico. E ovvio
che tutti gli odiatori della logica hegeliana, che confondono lordine storico con
lordine logico, si metteranno subito a gracchiare come cornacchie infuriate. Ma
Marx non era fra questi. Volete una prova di quanto affermo? Essa sta nellordine
espositivo del primo libro del Capitale (esposizione, Darstellung), che se fosse sta-
to esposto in ordine storico avrebbe dovuto cominciare dal fondo (la cosiddetta
accumulazione primitiva del capitale), mentre invece, essendo esposto in ordine
logico, inizia con lanalisi dialettica della forma di merce, denita sensibilmente
soprasensibile.
Mi scuso per il riferimento citatologico, da me generalmente evitato, ma in que-
sto caso era purtroppo necessario. Non c qui lo spazio per una esposizione seria
33
COSTANZO PREVE
25. Il concetto di capitalismo senza classi (ed insieme con differenziali crescenti
di disuguaglianza in tutti gli ambiti della vita associata) dunque solo una deri-
vazione concettuale secondaria del concetto primario di capitalismo speculativo.
Il concetto di capitalismo speculativo ci dice soltanto (ma gi moltissimo!) che la
traiettoria storico-temporale del modo di produzione capitalistico non caratteriz-
zata dalla permanenza illimitata della dicotomia Borghesia/Proletariato (a meno
che vogliamo limitarla alla pura denizione economica di proprietari privati o
meno dei mezzi di produzione fondamentali), ma caratterizzata da una dinamica
illimitata di produzione di merci, il che comporta di conseguenza lintrusione della
forma di merce in tutti gli ambiti della vita quotidiana, salvati in vario modo dalle
precedenti classi sfruttatrici, dispotico-comunitaria, asiatica, schiavistica, feudale,
signorile e borghese-capitalistica.
Il concetto di capitalismo speculativo senza classi, peraltro, puramente logico,
e non serve per una diretta descrizione sociologica. Nello stesso modo, lo stesso
concetto di modo di produzione capitalistico era sociologicamente inapplicabile,
essendo i due poli dicotomici puri attrattori. In nessuna concreta formazione
economico-sociale del mondo mai esistito un modo di produzione capitalisti-
co puro. Nello stesso modo, oggi, il modo di produzione capitalistico speculativo
35
COSTANZO PREVE
senza classi una pura tendenza dialettica, e nello stesso tempo concretamente
sempre utile per ora conservare empiricamente lo schema dicotomico, purch si
sappia che provvisorio anchesso.
In India ci sono oggi non solo una borghesia indiana occidentalizzata ed un
proletariato indiano classico, ma anche una struttura castale. In Cina esiste la pi
odiosa e selvaggia di tutte le borghesie, quella derivata direttamente dalla corru-
zione mercatistica del partito comunista. In Russia laccumulazione del capitale
per il momento opera non di una borghesia civilizzata di tipo europeo, ma di
una inedita classe di baroni-ladri criminali e provocatoriamente sperperatori. La
borghesia venezuelana cerca di abbattere il governo del benemerito Chavez. La
borghesia iraniana cerca di abbattere il governo del benemerito Ahmadi Nejad. E
potrei continuare a lungo con lesemplicazione. La terra non affatto piatta, ma il
navigatore miceneo avrebbe potuto navigare con successo dalle coste della Spagna
alle coste della Siria in base al presupposto (errato) che la terra lo fosse.
Il capitalismo pu integralmente vedersi allo specchio (speculum) soltanto in
una situazione di illimitata mercantilizzazione di tutti gli ambiti della vita. Questo
impossibile in presenza di residui ideologico-culturali di tipo borghese e/o pro-
letario. E questa la ragione di fondo perch tutta la grancassa mediatico-universi-
taria del capitalismo parla ossessivamente di ne delle ideologie. Lideologia, sia
pure in modo deformato, pur sempre il terreno su cui si costruiscono identit
collettive, laddove il capitalismo speculativo senza classi tende ad una individua-
lizzazione esasperata della societ. Lideale sarebbe appunto una societ talmente
atomizzata da non essere composta altro che da una serie innita di consumatori
distinguibili soltanto in termini di proli monetari. Ma questo lo abbiamo gi det-
to.
26. A questo punto, dovremmo chiudere qui questo breve saggio. E infatti im-
possibile elaborare una convincente teoria generale di un fenomeno appena ini-
ziato ed in eri. Neppure il lettore pi esigente pu pretenderlo. E tuttavia alcune
sparse osservazioni ulteriori non saranno inutili. Il lettore, per, non deve chiedere
troppo. Si tratta per il momento di poco pi di una serie di appunti.
sinistra nella cultura. Pi analiticamente, esso si riproduce sulla base della sovrani-
t assoluta delleconomia (capitalistica e neoliberale), della necessaria mediazione
politica fra interessi distinti, e della liberalizzazione individualistica del costume
promossa dalla cosiddetta cultura di sinistra, oggi assolutamente egemone nei
due settori ideologici strategici del circo mediatico e del clero universitario.
Ma vediamo meglio.
28. Ho gi rilevato in precedenza (ma non ci si insiste sopra mai abbastanza) che
la sinistra si costituita pi di un secolo fa in Europa sulla base di una fragile al-
leanza fra la critica economico-sociale alle ingiustizie distributive del capitalismo e
la critica storico-culturale allipocrisia dei costumi della borghesia. Il presupposto
era ovviamente quello dellidentit fra borghesia e capitalismo, per cui si pensava
che criticando luna si sarebbe anche automaticamente criticato laltro, e viceversa.
Questa fragile alleanza dur in Europa grosso modo un secolo, diciamo 1870-1968.
Essa nita con la svolta individualistico-antiautoritaria del corpaccione accade-
mico degli intellettuali di sinistra, passati in massa (le eccezioni si contano sulla
punta delle dita) da Hegel a Foucault, e cio da una considerazione logico-dia-
lettica della storia universale ad un insieme di idiozie sulla pervasivit dispersa
del potere e della biopolitica, con la conseguenza di non poter pi distinguere fra
maestri elementari e carcerieri, entrambi in vario modo biopolitici.
La concezione postmoderna della storia universale, il relativismo, il nichilismo
e lossessione biopolitica, insieme con linteriorizzazione per linespiabile com-
plesso di colpa per aver potuto in passato aderire ad una mostruosit totalitaria
come il povero comunismo storico novecentesco (1917-1991) caratterizza linsieme
dellorribile ceto intellettuale di oggi. Esso per ora inguaribile ed incorreggibile,
ed possibile puntare soltanto sulla sua estinzione per ragioni biologiche, come
avvenuto per i brontosauri ed i tirannosauri. Questo ceto fa da rompighiaccio
culturale per il superamento integrale dei residui dialettici borghesi, dalla famiglia
monogamica alla sovranit monetaria dello stato nazionale no ai diritti dei popo-
li. Esso non conosce che individui. In teoria, vuole lemancipazione degli individui
da ogni residuo legame religioso, familiare e nazionale,e si tratta appunto dello
stesso identico programma del capitalismo speculativo senza classi, che mira ad
ottenere uno stato di emancipazione da tutti i precedenti legami, allinfuori del
solo ed unico legame mercatistico.
Chi a conoscenza del concetto di eterogenesi dei ni (Vico), di epoca della
compiuta peccaminosit (Fichte), e di rovesciamento dellascetismo della morale
in regno animale dello spirito (Hegel), eccetera, non si stupir affatto, ed anzi com-
prender facilmente il concetto per cui lunit dialettica degli opposti si specica
nel fatto che gli (apparenti) contrari si rovesciano luno nellaltro. Ma questo, ap-
punto, il pensiero dialettico moderno, e non certo un caso che esso non sia di
moda fra i pagliacci postmoderni del clero universitario.
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COSTANZO PREVE
29. Vi oggi una interessante contraddizione fra il pensiero losoco del teolo-
go tedesco Joseph Ratzinger e la prassi effettiva del papa cattolico Benedetto XVI
che pu servire da introduzione alla questione dialettica che ci preme qui mettere
in evidenza.
Il teologo tedesco Ratzinger sviluppa una concezione losoca della storia con-
temporanea che mi sembra estremamente intelligente, anche prescindendo com-
pletamente dalla accettazione deistica della cosiddetta esistenza di Dio, con-
cepito in modo teistico-creazionistico (il che non il mio caso, essendo io invece
panteistico-spinoziano). Ratzinger nota correttamente che la apparente dittatura
del razionalismo illuministico, divinizzato e sostituito alla precedente teologia
creazionistica, non porta affatto ad un beato stato di scienza laica e di progresso ci-
vile, ma si evolve nella direzione di una dittatura del relativismo, il cui fondamen-
to metasico non pu essere che il nichilismo realizzato. Si tratta di una diagnosi
molto simile a quella di altri critici dellilluminismo davanti a cui in genere si pro-
sternano reverenti i pagliacci universitari (ad esempio Adorno, ma anche Benjamin
e Foucault), che anzi in genere migliore della loro, perch permette di giudicare
linsieme della vita quotidiana contemporanea. Mi rendo conto di dire una cosa ad
un tempo ridicola e scandalosa, ma linterpretazione losoca dellepoca moderna
fatta dal teologo tedesco Ratzinger del tutto complementare,e non solo compa-
tibile, con lanalisi marxiana da me fatta del passaggio, allinterno del modo di
produzione capitalistico, da una fase astratta (il razionalismo illuministico diviniz-
zato, preludio alla divinizzazione monoteistica dello scambio economico capitali-
stico) ad una fase dialettica (lo scontro largamente ideologico fra marxismo positi-
vistico e liberalismo individualistico borghese) no alla presente fase speculativa.
Il relativismo, infatti, signica che tutto ormai relativo al solo potere dacquisto
dellindividuo consumatore in pieno disincanto ed in pieno politeismo dei valori
(Max Weber), con la sola provvisoria eccezione della pedopornograa e dellesal-
tazione di Hitler. Ma questo relativismo ha come fondamento il nichilismo, perch
soltanto una metasica del Nulla pu fare da fondamento al semplice scorrimento
mercatistico della merce capitalistica. Dobbiamo proprio dirlo, anche se suona pa-
radossale (ma tutte le cose intelligenti sono sempre paradossali): il teologo tedesco
Ratzinger uno dei pochissimi allievi creativi di Marx oggi.
Il discorso diverso per il papa Benedetto XVI. Egli deve predicare, vestito di
bianco, contro il nichilismo ed il relativismo e nello stesso tempo amministrare
limmenso baraccone organizzativo della chiesa cattolica romana, un baraccone
organizzativo occidentalistico, schierato con il capitalismo imperiale USA, impe-
gnato (seppure in modo soft) nella lotta di civilt contro lIslam, e pieno no a
scoppiare di corrotti banchieri speculatori. Il fondamento economico-sociale cui si
appoggia Benedetto XVI quindi il fattore principale di produzione del relativi-
smo e del nichilismo, lo stesso contro cui tuona il losofo tedesco Ratzinger.
La mia conclusione provvisoria che il testo di riferimento di questa schizofre-
nia non pi il Nuovo Testamento, ma loperetta di Stevenson chiamata il dottor
Jekill e mister Hyde.
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Capitalismo senza classi e societ neofeudale. Ipotesi a partire da una interpretazione originale della teoria di Marx
30. Una simile societ deve prima di tutto distruggere la scuola come luogo di
educazione e sostituirla con una scuola come semplice luogo di socializzazione
subalterna e di formazione professionale. Se non si capisce questo fatto strutturale
si continuer nelle geremiadi impotenti sugli studenti che non studiano pi, sul-
la mancanza di disciplina, sul bullismo giovanile, e su altre idiozie secondarie di
questo tipo.
In realt, il pesce puzza dalla testa, e non dalla coda. E la testa una oligarchia
che non pi interessata alla trasmissione dei valori classici tardo-signorili e proto-
borghesi, ma interessata unicamente alla produzione di massa per consumatori
decerebrati. La guardia plebea cui stata delegata questa mostruosa trasformazio-
ne, manco a dirlo, stata proprio la sinistra scolastica, unArmata Brancaleone
demenziale di sindacalisti semianalfabeti, pedagogisti pazzi, psicologi invasivi e
virago della CGIL Scuola italiana.
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Eugenio Orso
[Periferia,
VI, aprile 2007]
Breve premessa
Chiedo scusa per lapproccio inconsueto e il tono vagamente ironico che seguo-
no, ma questo lapproccio che ho scelto, non senza velate intenzioni provocato-
rie, in uno scritto pi sintetico dellattuale e destinato al mondo dellinformazione
alternativa, al ne di introdurre il tema delle nuove classi sociali nello spazio della
globalizzazione.
La mia speranza era che qualche grande personalit si risolvesse, prima o poi, a
scendere dai comodi olimpi accademici, o ad uscire coraggiosamente dal suo cam-
po privilegiato dindagine, ed esplorare un terreno ancora largamente inesplorato,
una terra nascosta dalloscurit e per certi versi insidiosa.
Fortunatamente, il losofo Costanzo Preve ha deciso di raccogliere la sda.
La nalit del presente studio, che non pu essere esaustivo di una materia cos
complessa, quella di delineare un quadro della nuova realt sociale, pur sintetico
e frammentario, e di presentare nel contempo uno schema teorico delle classi in via
di rapida formazione.
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EUGENIO ORSO
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
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EUGENIO ORSO
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
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EUGENIO ORSO
spazio alle culture locali e ai vecchi costumi, di certo fuorviante cercare di interpre-
tare la realt in cui viviamo ricorrendo al pensiero politico, al pensiero economico ed anche
alla sociologia novecenteschi.
E altrettanto fuorviante lasciarsi guidare dagli echi delle vecchie passioni politiche, che
avevano un senso quando esistevano i partiti di massa, in un altro ordine sociale
e in altri contesti storici di ricerca di equilibri e di contrappesi fra stato e mercato,
quando le lite dominanti facevano ancora diretto riferimento agli stati nazionali,
come culla delle loro fortune e del loro potere effettivo, e non era giunto ad una
fase avanzata come lattuale il processo di internazionalizzazione dei capitali,
la metamorfosi delle oligarchie occidentali in Signori della mondializzazione, il
ridimensionamento delle competenze degli stati-nazione, il passaggio a quel anar-
co-capitalismo senza ridistribuzione di ricchezza che caratterizza il momento pre-
sente,
Non possiamo soggiacere ancora, con ostinazione imperdonabile, alle passate contrap-
posizioni ideologiche e sociali appartenute interamente ad un secolo, forse breve ma sicura-
mente intenso, che ormai ci siamo lasciati alle spalle.
Mai come oggi si rendono necessari una corretta individuazione del nemico
politico e sociale, della sua genesi, delle sue caratteristiche e dei suoi punti di forza
e di debolezza, uno sforzo critico per la comprensione del presente, delle strutture
di potere esistenti, del mutato panorama culturale e unanalisi della nuova realt
sociale, passi indispensabili da compiere per poter costruire, in futuro, una nuova
teoria rivoluzionaria.
Linsufcienza delle vecchie teorie, in materia di straticazione sociale oltre
che in campo economico e nanziario, unimportante conseguenza del supera-
mento denitivo del vecchio ordine, che rende inattuale la dicotomia Borghesia/
Proletariato e assieme a lei svuota di contenuti la storica opposizione fra Destra e
Sinistra.
Come scrivevo con una sfumatura dironia in apertura del mio intervento, evo-
cando la vecchia lotta di classe si rischia di non essere compresi e in particolare
dalle generazioni pi giovani, in parte signicativa prigioniere di modelli orientati a
plasmare consumatori e produttori, non certo veri cives nello spazio del presente, mo-
delli che non prevedono variet ideologica, effettiva pluralit di costumi e ben
poco spazio lasciano allesercizio della critica.
Le generazioni degli anni settanta e ottanta poco sanno ed hanno vissuto del-
lepoca dellaffermazione del welfare, nei trenta gloriosi anni raccontati da Eric
Hobsbawm, della divisione del mondo in blocchi e del confronto USA-URSS, che
rappresentava una competizione fra due diversi modelli, realizzati e tangibili, di
capitalismo, di organizzazione economica e sociale e di gestione delle risorse col-
lettive, con diverso abito ideologico ma pur sempre allinterno della stessa logica
sviluppista e produttivistica.
Questo perch effettivamente sembra che le classi, cos come le raccontavano
tre grandi tedeschi, quali furono Max Weber, Werner Sombart e Karl Marx, nella
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
palude sociale della postmodernit in cui tutti noi stiamo vivendo noi tutti, in
questa et del silicio, dellimmateriale e dellinterconnessione planetaria: italiani,
tedeschi, inglesi, americani e persino cinesi sono soltanto un ricordo che tender
a sbiadire di un passato che si allontana da noi rapidamente, e se sopravvive qual-
che vestigia della loro presenza, della loro etica pi profonda, dei loro costumi,
assieme alleco delle lotte epocali che tale contrapposizione ha scatenato, ormai
diventata per i pi giovani irriconoscibile.
Inutile evocare, oggi, gli spettri del materialismo storico, i fondamenti della teo-
ria del plusvalore, no a spingersi a discutere dellattualit del concetto di General
Intellect esattamente come lo presentava Marx, mobilitando le forze mentali della
produzione, piuttosto che le caratteristiche del tipo biopsichico borghese appar-
tenute ad un altro secolo, cos come sono state mirabilmente descritte da Sombart
nelle sue opere, oppure ricercare le basi etiche dello spirito di un capitalismo che
non c pi, il suo ethos, come fece con un certo successo il Weber delletica prote-
stante e della sociologia delle religioni.
Inutile cercare tracce evidenti della presenza della vecchia e coriacea classe ope-
raia, con le sue avanguardie e le sue aristocrazie sospese fra tentazioni egemoniche
e compromessi social-democratici, quando si entra in una fabbrica sopravvissuta
alla delocalizzazione, alle ristrutturazioni, alla nanziarizzazione dei mercati glo-
bali e alla recente, progressiva contrazione degli stessi.
Ci si dovrebbe muovere in una vasta rust belt, una cintura della ruggine estesa
ormai dagli Stati Uniti dAmerica allEuropa occidentale a testimonianza di unal-
tra et di questa societ della crescita, rischiando di non poter pi essere compresi
da chi vive totalmente immerso nella presente realt e ne prigioniero.
Certo, linteresse per lopera di Marx, di Weber e di Sombart vive ancora ed in
qualche misura giusticabile, se si vuole da l partire per comprendere e analizzare
i fondamenti di questa realt, di questa fase del capitalismo che sembra avviarsi
sulla strada di una piena maturit, incontrando le contraddizioni e i rigori della
prima crisi globale, ma si deve sempre aver presente che uno sconvolgimento del
vecchio ordine sociale, nei rapporti economici locali e internazionali, negli stessi
rapporti politici fra gli stati e allinterno delle organizzazioni statuali, nonch un
grande mutamento culturale e antropologico di ancor maggiore importanza, sono
in atto quanto meno dagli anni ottanta dello scorso secolo, in particolare nellocci-
dente del mondo.
Lo stesso appartenente al ceto medio rischier nel prossimo futuro di diventare
un esemplare raro, in via di estinzione.
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EUGENIO ORSO
e frammentarie proteste sociali alle quali la storia recente ci ha abituati6, incidendo signi-
cativamente sulla stabilit dello stesso impianto di potere effettivo che ci domina.
La questione sociale che sta emergendo nello spazio globalizzato un fenomeno di
unampiezza e di una profondit mai raggiunte nelle epoche passate, ancorch sottosti-
mato da molti intellettuali e dotti forse per pigrizia, oppure per ragioni di prestigio
personale, essendo questo indissolubilmente legato alle vecchie teorie e ai fasti
accademici, o piuttosto per una sorta di timore, se non di autentico servilismo,
nei confronti di un potere reale, onnipresente, invasivo nella sfera della cultura e
dellinformazione, che pu permettersi di incensarli, elevandoli al rango di pro-
feti, o di ridurli al silenzio e allimpotenza, ostracizzandoli, con una certa quale
facilit.
Si tratta di un fenomeno che agisce cos in profondit, nelle stesse societ oc-
cidentali, da far pensare con piglio quasi complottista, oltre ad un mutamento
antropologico di rilievo in atto da circa un trentennio, anche ad un vero e proprio
esperimento sociale di portata storica, con brutta ma efcace espressione deciso a
tavolino dalle oligarchie dominanti per cavalcare con successo la tigre della mondializza-
zione economica e della globalizzazione culturale, da loro stesse liberata, la cui nalit non
pu essere che quella di portare al superamento denitivo, nei concreti asseti sociali, della
dicotomia Borghesia-Proletariato ancor meglio da un punto di vista descrittivo, della tri-
partizione borghesia-ceti medi gli del welfare-proletariato diventata non solo inutile ma
ingombrante e dostacolo per i loro scopi di dominio.
La falcidia programmata delle vecchie classi, e la conseguente distruzione delle
loro identit culturali, sta creando un ribollente magma sociale, una sorta di brodo
primordiale in cui scivolato e continua a scivolare anche una parte signicativa
del vecchio ceto medio, e dal quale sta emergendo una nuova e composita classe
subalterna.
In effetti, livellamento planetario dei salari e progressiva soppressione delle ga-
ranzie per il lavoro con conseguente esclusione di quelli che sono giudicati inu-
tili per il processo produttivo e ri-plebeizzazione di interi segmenti della classe
media interagiscono malignamente con la globalizzazione nanziaria, produ-
cendo effetti sociali rilevanti se non drammatici, come scrive con una chiarezza
superiore alla mia Alain de Benoist:
La rivoluzione industriale aveva consentito di integrare il personale qualicato nella
societ globale. La mondializzazione tende invece ad escludere sistematicamente chi non ha
i requisiti adatti. Rispetto allandamento precedente del capitalismo, si tratta di una rottura
fondamentale, che rimette in discussione tutti i compromessi sociali adottati dallo Stato
assistenziale keynesiano. Mondializzazione salariale e globalizzazione nanziaria agiscono
sinergicamente per rovesciare il corso della politica economica e sociale che aveva patroci-
nato i decenni di crescita del dopoguerra7.
Tale fenomeno, corroborato dalla diffusione delle risibili speranze e delle illu-
sioni suscitate dal villaggio globale al ne di creare consenso e di intorbidare le
acque per celare i veri, sottostanti disegni di ingegneria sociale e di manipolazione
50
Global class, Pauper class e Middle class proletariat
51
EUGENIO ORSO
A) La limitazione dellautonomia decisionale dei governi dei singoli stati, quanto meno
in occidente, in materie di cruciale rilevanza economica, nanziaria, sociale e addirittura
alimentare e lasservimento delle oligarchie politiche locali a interessi privati transnazio-
nali11, al ne di controllare ovunque, nella sostanza e nelle risorse impiegate, le politiche
economiche, scali e sociali d esclusivo benecio delle nuove oligarchie dominanti.
Per raggiungere tali scopi stata utilizzata una vasta gamma di strumenti e di
espedienti, giungendo a ridenire i rapporti internazionali e imponendo a livello
planetario una visione delleconomia e della societ nel suo complesso mercatis-
ta e ultraliberista, con laffermarsi di una divisione internazionale del lavoro che
risponde pienamente alle logiche, fallimentari per lo stesso mondo ricco, indis-
solubilmente legata al modello anglosassone delleconomia dei servizi, vincente
dopo laffermazione nella cos detta guerra fredda e mutuato da quello america-
no.
Si va dagli accordi commerciali internazionali, soggetti a regole stringenti per
chi vi aderisce, a sosticate forme di corruzione fra le quali rientrano le consulen-
ze pagate dalla banca daffari Goldman Sachs, a titolo desempio, a VIP politici
temporaneamente privi di incarichi, come accaduto nel caso di Romano Prodi
no allazione dei vecchi istituti gli di Bretton Woods, quali il Fondo Monetario
Internazionale e la Banca Mondiale, rivolta sia allinterno delloccidente industrial-
izzato sia verso lesterno, nei confronti di paesi appartenenti ad altre aree di civilt
e culturali, ai quali stata imposta la apertura al mercato con il vero e proprio
ricatto dei nanziamenti e del debito e lo strumento [denito non senza qualche
ragione neocolonialista] dei piani di aggiustamento strutturale.
In questottica sostanzialmente rientrano quelli che io denisco gli Organi della
mondializzazione presenti nel nostro continente, lUnione Europea con la pi ristret-
ta Unione Europea Monetaria e la Banca Centrale Europea, squisitamente privata
e autonoma nel decidere delle politiche monetarie e dellandamento dei tassi, che
da tempo danno un contributo essenziale, oltre che allallargamento dei mercati e
allinternazionalizzazione dei servizi, anche alla demolizione di alcuni fra i sistemi
di welfare pi avanzati nel mondo.
Si richiede moderazione salariale in nome del controllo del debito pubblico e
dellinazione incubo ricorrente nelle politiche della Bundesbank trasmesso per
via genetica alla B.C.E. anche quando il pericolo pu diventare la deazione,
con il reale intento di sostenere il monte protti di alcuni privatissimi potentati e
di procedere a qualsiasi costo sulla strada dellaccumulazione.
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
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EUGENIO ORSO
sano i ussi migratori verso lEuropa e verso il nostro paese, o ai poveri contadini
cinesi urbanizzati a forza, impiegati nelle produzioni industriali e poi rapidam-
ente espulsi a milioni dal sogno di un futuro migliore nelle aree costiere di quel
grande paese, in conseguenza del rapido estendersi della crisi sistemica globale.
Come si ribadir anche in seguito, questo attacco complessivo ai diritti della
maggioranza della popolazione non va interpretato in chiave esclusivamente eco-
nomica, concentrando lattenzione su reddito, potere dacquisto, condizioni ma-
teriali di vita, possibilit [appunto] economica di migliorare i livelli di istruzione,
e non si limita alla colonizzazione culturale, al plagio, alla diffusione di nuove
ideologie funzionali al mantenimento e allestensione del potere del top elitista
[i nuovi signori], ma il risultato della realizzazione di un vero e proprio progetto
di mutamento antropologico dei subordinati [le nuove plebi] dai contenuti de-
miurgici, e contemporaneamente rappresenta un attacco a ci che etico, anzi,
allEtica stessa.
Global class
Limposizione di un nuovo ordine mondiale a partire dagli Stati Uniti dAmerica
ha voluto dire, quindi, anche imposizione di un nuovo ordine sociale, per consen-
tire lo spostamento di ingenti risorse, prima destinate al ceto medio e agli strati
inferiori di popolazione, nelle tasche di una classe emergente che si sta rivelando
peggiore di tutti i dominanti che lhanno preceduta.
La nuova oligarchia mostra infedelt nei confronti del paese dorigine quanto le
imprese che possiede nellepoca della delocalizzazione, nomade quanto i capitali
nanziari che sposta da un capo allaltro del pianeta, pur conservando una par-
venza di radicamento dovuta alla convenienza, talora alla necessit di mantenere
i suoi feudi storici.
I suoi comportamenti, frutto di una metamorfosi culturale, rivelano una totale
assenza di scrupoli nellusare sia il resto dellumanit, ridotto a mera risorsa inter-
cambiabile, a fattore della produzione disumanizzato, sia le risorse ambientali, che
comprendono quelle non rinnovabili, degradate al rango di capitale nel solco del
peggior cartesianesimo: il cos detto capitale naturale che sarebbe possibile quanti-
care e ricostituire per non lasciare a secco le generazioni future.
Non stato quindi completamente reciso il legame con i luoghi dorigine, ma
la possibilit di spostare capitali nellordine delle centinaia di milioni di dollari
in qualsiasi punto del pianeta in cui vi convenienza a farlo, se si uta laffare,
legalmente e in seguito ad accordi internazionali alluopo stipulati, ha contribuito
ad allentare pericolosamente tale legame, ad alimentare stili di vita ed aspirazioni
caratterizzati da cosmopolitismo ed elevata mobilit, e quindi a limitare le assun-
zioni di responsabilit sul piano sociale e politico.
A questo nomadismo elitista che corrisponde al nomadismo dei capitali, non
estranea la stessa organizzazione della grande impresa che abbiamo sotto gli oc-
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
chi, con la tendenza a moltiplicare gli anelli della catena rappresentati dalle unit
di produzione ben oltre i conni nazionali [dandogli autosufcienza e in molti casi
riducendone le dimensioni, per evitare problemi di natura sindacale e renderle
vendibili], ottenendo il risultato concreto e visibile di unindubbia frammentazi-
one del processo produttivo.
La Global class, erede degenere dei vecchi padroni delle ferriere e dei grandi
banchieri del passato, ma pi spietata dei suoi antecessori, la vera depositaria
del potere e il primo centro decisionale nellet della globalizzazione e del turbo-
capitalismo.
Sono i suoi interessi particolari che hanno pilotato gli andamenti dei prezzi del-
le materie prime in questi ultimi anni, che hanno sconvolto gli assetti economico-
sociali e le relazioni internazionali:
- imponendo la riduzione dei redditi di buona parte del ceto medio e dei lavora-
tori, che hanno rubato posti di lavoro e know-how ai paesi di vecchia industrializ-
zazione per alimentare il mostro antiecologico, iperproduttivista, nutrito di lavoro
sottopagato e coatto che va sotto il nome di economia socialista di mercato ci-
nese;
- creando la cruciale Organizzazione Mondiale del Commercio e le sue regole;
- privatizzando i sistemi bancari nonch le grandi aziende pubbliche e molti-
plicando i prodotti nanziari in circolazione, giungendo al limite di speculare
sullindigenza e sullincapienza, no a raggiungere volumi nanziari dieci/
dodici volte superiori al prodotto mondiale.
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
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Tutto questo, senza curarsi del fatto che sarebbero stati colpiti i piccoli agricol-
tori indiani, oltre a quelli europei e giapponesi soggetti a nuova concorrenza, sen-
za considerare che per molta parte della popolazione del sub-continente indiano
verdura e frutta sono la base dellalimentazione, essendo la carne molto cara e per
troppi non accessibile, e che una riduzione della biodiversit come accade con
lapplicazione dellagricoltura intensiva, su vasta scala, e con lintroduzione negli
ecosistemi delle sementi OGM costringerebbe alla fame la parte pi debole di
quelle popolazioni19.
Volont di onnipotenza, controllo invasivo, interesse per la manipolazione ge-
netica e per i suoi esiti, sono percepibili anche nella recente creazione di una ban-
ca delle sementi sullarcipelago delle isole Svalbard a mille e cento chilometri dal
Polo Nord [sulla base del progetto denominato Svalbard Global Seed Vault] in una
struttura da bunker anti-atomico, con pareti in calcestruzzo e porte blindate a pro-
va di esplosione, per conservare a benecio dei tempi a venire la diversit genetica
del mondo vegetale terrestre, con almeno tre milioni di semi20.
Tale operazione, i cui scopi pi reconditi non dato conoscere, non a caso
nanziata dalla Bill and Melinda Gates Foundation, patrimonializzata con la
bellezza di 35 miliardi di dollari, dalla fondazione Rockfeller, da Monsanto e da
Syngenta, oltre che dal collaborativo governo norvegese.
Se in futuro sorgeranno gravi problemi con gli OGM, malattie improvvise,
estinzioni di massa e simili, qualche benefattore, che avr conservato gelosa-
mente e con preveggenza i semi, potr salvare lumanit dalla fame natural-
mente alle sue condizioni.
Del resto, il controllo del cibo e dellacqua, nel futuro che si prospetta, potr
rivestire unimportanza molto maggiore del controllo della moneta ed anche di
quello delle risorse energetiche.
Nessuna grande company ha mai pagato e paga veramente i crimini commessi
contro le popolazioni e lambiente naturale, se non sborsando a parziale risarci-
mento somme di denaro che a noi possono far impressione, ma che rappresentano
nella realt piccole cifre del suo budget, quasi da cancelleria, come nellistruttivo
caso della Shell in cui c scappato il morto:
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
la Shell, infastiditi dalle continue proteste messe in atto dal suo Movimento per la
Sopravvivenza del Popolo Ogoni (MOSOP).21
Le strategie dei Signori della mondializzazione hanno deciso lavvio della trista
stagione delle privatizzazioni italiane, poco meno di una ventina di anni fa e al-
linizio di giugno del 1992, sul panlo Britannia ospiti della Regina Elisabetta per
una crociera di qualche ora al largo di Civitavecchia, lasciando poi campo libero
alla purga di Mani pulite [da intendersi non in senso amendoliano] e al pool
di magistrati nostrani incaricato delle inchieste ed incline a un certo protagoni-
smo22, con lo scopo di modicare il quadro della politica italiana e assicurasi una
classe dirigente politica pi malleabile e accondiscendente.
Con laccordo preso sul panlo Britannia, onori di casa fatti dalla Regina dIn-
ghilterra, al largo di Civitavecchia, tra Draghi, allora direttore generale del Tesoro,
Azeglio Ciampi, in qualit di governatore della Banca dItalia, e un centinaio tra
rappresentanti della nanza anglosassone americana (Barclays, Warburg, azionista
della Federal Reserve, PricewaterhouseCoopers ex Coopers & Lybrand Barings
oltre alla Goldman ecc.) e degli ambienti industriali e politici italiani. Era presente
anche Costamagna, che diventer dirigente della Goldman quando sua moglie nan-
zier lultima campagna elettorale di Prodi. L gli angli dettarono le istruzioni su
come privatizzare, per scelta obbligata, le industrie italiane statali. Con laiuto della
stampa inizi una campagna martellante per incutere il timore nel popolo italiano di
non entrare in Europa, manco ne fossimo stati tra i Sei paesi fondatoriE questa
oramai storia23.
Gli effetti di quanto precede, qui, nella periferica Italia del presente quasi com-
pletamente immersa in uno stato di ction pi ironicamente e precisamente de-
nibile stato di Mediaset caratterizzato dallirrealt della politica-spettacolo, o an-
cor meglio dello spettacolo-politica per la predominanza del primo sulla seconda,
li stiamo ancora scontando e li sconteranno soprattutto le generazioni future.
Stiamo bevendo, oggi, da un calice amaro il pessimo cocktail degli effetti del
degrado etico e istituzionale, della debolezza ormai endemica del sistema-paese
fondato su quella fragile P.M.I. che stata n troppo mitizzata e a lungo cantate le
sue virt, mentre si demoliva e si privatizzava la grande industria pubblica, vero
volano di sviluppo e garanzia di una relativa indipendenza, amplicando cos gli
effetti economicamente recessivi e socialmente distruttivi della crisi sistemica glo-
bale, trasferitisi rapidamente dalla dimensione nanziaria alla realt economica e
sociale.
Per quanto riguarda il livello di comando della nuova classe globale che chia-
mer in seguito, con espressione esotica ma efcace, Strategic Global class e che si
compone approssimativamente di un migliaio di individui24 va precisato che ne
fanno parte americani, ebrei, europei occidentali e centro-orientali, ma non soltan-
61
EUGENIO ORSO
to loro, se non vogliamo limitarci al campo occidentale tenendo conto anche del
resto del mondo e degli emergenti che acquisiscono di giorno in giorno maggior
rilevanza.
Ne fanno parte, a pieno titolo e a detta di chi scrive, anche i principi della trib
degli al-Saud che dominano dagli anni venti dello scorso secolo lArabia Saudita,
con le sue preziose riserve di petrolio, e sono una colonna portante dellOPEC n
dai tempi di Yamani e del grande shock petrolifero degli anni settanta, nonch i
maosi russi della satrapia putiniana, che fondano il loro potere sul gas naturale di
Gazprom, sul petrolio di Lukoil e, in subordine, sullacciaio di Severstal, sui ricatti
energetici e sulle scorribande militari nel territorio di piccoli paesi.
Ma soprattutto ne fa parte la classe dirigente cinese del locale partito comuni-
sta, dal riformatore e precursore del socialismo di mercato Deng Xiaoping a Hu
Jintao dei tempi doro dellindustrializzazione della fascia costiera del paese e
delladesione allOrganizzazione Mondiale del Commercio, con i nuovi ricchi ca-
pital-comunisti del calibro di Huang Guangyu, recentemente travolto dagli scan-
dali, che hanno acquisito tutti i tratti peggiori dei loro omologhi occidentali.
Questo ultimo gruppo di Signori della mondializzazione nato dalla degenera-
zione del comunismo maoista cinese e dalla trasformazione dei territori e della so-
ciet dellantico impero di mezzo in un grande laboratorio del capitalismo ultimo e
crepuscolare, con elementi residui di economia socialista si riveler nel prossimo
futuro il principale alere dei processi di mondializzazione economica, difenden-
do a spada tratta gli accordi dellOrganizzazione Mondiale del Commercio per
impedire che si affermino, a partire dal partner americano, pericolose tendenze
protezionistiche volte a chiudere i mercati e a delocalizzare a rovescio, oggi ben
riassunte nella clausola obamiana buy american 25.
A riguardo dellibrido economico e politico che ha assunto un ruolo sempre pi
importante nello spazio globalizzato ed ha ideologizzato la sua sostanza usando la
formula della economia socialista di mercato risposta orientale al mercatismo
affermatosi in occidente e sua variante di indubbio successo faccio riferimento
ad un mio articolo destinato a una ristretta cerchia di internettari che fruiscono
dellinformazione alternativa, dal titolo La degenerazione nale del comunismo allini-
zio del terzo millennio [Parte prima: la Cina], in cui cerco di sintetizzare brevemente e
senza troppe pretese la sua genesi:
Per quanto riguarda la Cina, lanno chiave della svolta che ha preparato il terreno
alla degenerazione pu essere individuato nel 1976, almeno a livello simbolico, anno
gravido di eventi cruciali per quel paese e caratterizzato dalla morte del premier
Zhou Enlai il quale nel 1975 diede comunque il via alla cos detta modernizzazione
del paese, allontanandosi dal solco originario della linea maoista e dalla morte del
leader storico Mao Zedong, guida nella lunga marcia, nonch artece della vittoria
contro i nazionalisti e della grande rivoluzione culturale proletaria.
62
Global class, Pauper class e Middle class proletariat
In quel fatidico anno, i maoisti pi radicali riuniti nella celebre banda dei quat-
tro della quale faceva parte anche la vedova di Mao, prevedendo le future deviazioni
in seno allo stesso comitato centrale del Partito Comunista Cinese, hanno tentato un
colpo di mano per impossessarsi del timone e raddrizzare la rotta, ma senza apprez-
zabile successo.
Nel 1978, in seguito anche ad estese proteste popolari nei centri urbani, il PCC
adott ufcialmente la linea di riforme economiche proposte da Deng Xiaoping,
lastro nascente dellapparato, e poi fu tutto un crescendo di cambiamenti non ne-
cessariamente positivi, in politica economica come in politica estera, no ad arrivare
al momento topico delladozione della celebre economia socialista di mercato nel
1992, subito dopo il crollo dellURSS, che avrebbe denitivamente demolito i pila-
stri del vecchio comunismo novecentesco e liquidato la variante cinese del maoismo,
innescando una nuova rivoluzione culturale e diventando addirittura la nuova
ideologia.
In effetti, proprio da quel momento che i potenti virus del mercato, del libero
commercio mondiale, dellaccumulazione capitalista a tutti i costi importati dal-
loccidente del mondo hanno invaso denitivamente il grande organismo cinese
e soprattutto la sua testa, il Partito Comunista, che non ha cambiato nome e tale
rimasto, almeno in apparenza, senza schiodarsi dai centri di potere, ma anzi, repri-
mendo il dissenso con luso di metodi polizieschi
Con lammissione della Cina nella Organizzazione Mondiale del Commercio,
lascesa di Hu Jintao alla carica di segretario del partito e il reddito pro-capite salito
no alla bellezza di mille dollari, n dai primi tre anni del terzo millennio ci si avvia-
va decisamente verso lapoteosi del socialismo [o comunismo] mercatista.26
La Cina divide la stessa, grande regione del mondo con un altro emergente e
colosso demograco, lIndia, e non sempre, nel corso della storia recente e del tor-
mentato ventesimo secolo, fra le due potenze i rapporti sono stati cordiali.
Da qui lespressione che sempre pi spesso si usa di Cindia, frutto dellunio-
ne del nome dei due paesi, per indicare i due grandi emergenti come se fossero tut-
tuno e ventilare la possibilit di un ventunesimo secolo asiatico, ma le differenze
fra i due attori sono notevoli e non soltanto per le diverse appartenenze religiose e
culturali, per le evidenti differenze che esistono fra il confucianesimo e linduismo
delle caste, per il sistema politico che li caratterizza.
In India il processo di riforma delleconomia cominciato appena agli inizi de-
gli anni novanta dello scorso secolo, mentre in Cina iniziato negli anni settanta e
ci sono altre differenze sostanziali che hanno consentito alla Cina una crescita ben
pi rapida e vistosa di quella indiana, riguardanti il grado di apertura al commer-
cio internazionale, il livello degli investimenti interni e del risparmio interno, lo
stesso tasso di crescita annua del PIL, limportanza del settore manifatturiero, che
vede favorita la Cina, rispetto a quello dei servizi, prevalente in India, la diversa
importanza del consumo interno, con la Cina maggiormente volta alle esportazio-
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EUGENIO ORSO
Non accadr presto, se mai accadr, che la Russia diventi una copia, una se-
conda edizione di, poniamo, Stati Uniti o Inghilterra, in cui i valori liberali hanno
profonde, storiche tradizioni. [] Per i russi, uno Stato forte non unanomalia da
combattere, ma al contrario fonte di garanzia e di ordine, iniziatore e guida di ogni
64
Global class, Pauper class e Middle class proletariat
cambiamento. La moderna societ russa non identica uno Stato forte ed efciente
con uno Stato totalitario. Siamo giunti ad apprezzare i beneci della democrazia []
Ma al tempo stesso il popolo allarmato dallevidente indebolimento del potere dello
Stato. La gente si aspetta il ristabilimento del ruolo guida e di regolatore dello Stato
al necessario grado, procedendo dalle tradizioni e dalla situazione attuale28.
65
EUGENIO ORSO
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
Tali divergenze sono di una certa portata; fra chi vorrebbe una nuova Bretton
Woods, con qualche regoletta per il funzionamento dei mercati e nuovi equilibri
valutari, al ne di poter prevenire altre sorprese del genere sub-prime, e chi, su
posizioni liberiste e mercatiste radicali, riuta queste indebite intrusioni negli
splendidi meccanismi di funzionamento delleconomia portmoderna.
Fra gli Orientali, per ora meno numerosi ma in generale e in prospettiva favoriti
dagli stessi meccanismi della globalizzazione e dalla perdita di competitivit delle
economie occidentali pi deboli, possiamo distinguere fra Cinesi, Arabi [sauditi ed
emiri del Golfo in primo piano], Russi e Altri Orientali.
In questo ultimo gruppo, residuale ma non certo irrilevante, vi sono le cos
dette tigri asiatiche dalle unghie un po spuntate, in quanto passate attraverso una
precedente fase di crisi, iniziata nel 1998 con attacchi speculativi internazionali alle
loro valute, ma soprattutto lIndia, che nello stesso tempo rappresenta un colosso
demograco e una potenza nucleare.
Inutile dire che questi gruppi sono di forza ineguale e che i rapporti di forza e le
alleanze potranno variare signicativamente, in conseguenza della direzione che
prender e della profondit che avr la crisi in atto.
Ancor pi inutile precisare, credo, che i membri del livello strategico non neces-
sariamente coincidono con i nominativi che compaiono nella celebre classica dei
super ricchi del pianeta The Worlds Billionaires pubblicata ogni anno da Forbes,
come supercialmente si potrebbe essere tentati di credere, anche se vi sono non
poche e signicative sovrapposizioni.
Sotto questo primo livello in cui si concentrano le supreme strategie e si adden-
sano le risorse nanziarie, il controllo del sapere scientico, delle risorse umane,
delle fonti dellenergia e del capitale naturale c il secondo livello rappresenta-
to da unUpper Global class che svolazza su tutto il pianeta nella classe business de-
gli aerei di linea delle grandi compagnie, o su confortevoli jet privati, che acquista
attici a Manhattan per esserci, che visita i paradisi scali [autentici, piccoli stati
canaglia alluopo tollerati], che si sposta dagli Emirati Arabi alle principali capi-
tali europee in giornata, che va alle mostre darte ad Amsterdam, dalla Collection
dArt alla Reex Modern Art, che pernotta al Gritti Palace di Venezia, come dabi-
tudine Woody Allen per capodanno, e che si bea alle Seycelles in qualche resort
esclusivo.
Questi gli di un dio globale non di rado cooperano con lo strato superiore
della loro classe dappartenenza nel denire le strategie, e comunque sono inca-
ricati di metterle in atto ad un alto livello di responsabilit, per quanto di loro
competenza.
Mi viene in mente, citando a caso ma ad un livello di potere e notoriet non
troppo alto, un pirata come Fred Goodwin, ai vertici della Royal Bank of Scotland,
scappato con il maltolto, consistente in una liquidazione principesca di oltre 19
milioni di sterline condita con altri bonus, dopo aver licenziato a piene mani nu-
merosi dipendenti e contribuito a portare la banca al collasso, la cui residenza di
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EUGENIO ORSO
Edimburgo stata attaccata allinizio del 2009, subendo qualche piccolo danno,
da dipendenti della banca mandati a spasso o da altre vittime delle sue criminose
manovre.
Pi in alto, vedo un politico [per ironia della sorte svezzato nel solco della glo-
riosa tradizione laburista anglosassone] del calibro di Tony Blair, in realt un agen-
te mercatista che ha aggredito lo stato sociale e partecipato, n dallinizio, alla
guerra innita al terrore proclamata da Bush e che dopo il suo ritiro, oltre a
convertirsi al cattolicesimo e ad aver lanciato una fondazione per il dialogo inter-
religioso sulla terra, ha potuto beneciare delle ben pagate consulenze prestate a
JP Morgan Chase e ad una compagnia di assicurazioni elevetica.
Penso a Mario Draghi, allievo di Modigliani e Solow al MIT, presidente del
comitato per le privatizzazioni, uomo della Banca Mondiale e attualmente ai ver-
tici di Bankitalia, ma in passato e per quattro anni vice-presidente della Goldman
Sachs europea in quel di Londra, che ha dato un contributo rilevante alle priva-
tizzazioni italiane degli anni novanta, contribuendo a far scivolare il paese nella
situazione attuale e favorendo la sua completa colonizzazione da parte di poteri
esterni.
E perch no mi viene in mente un giovane avvocato americano, non anco-
ra cinquantenne, bello, alto e abbronzato come lo ha pubblicamente denito
qualche politico incauto di secondo piano sulla scena internazionale, in vena di
battute fuori luogo che ha iniziato a preparare la sua ascesa politica subito dopo
la laurea.
Si tratta del top management delle company multinazionali che ha mostrato
capacit di adattamento ai nuovi scenari e alle nuove sde imposti dalla globa-
lizzazione, inserendosi con successo nelle sue dinamiche, e si tratta di politici ai
vertici dei vecchi stati nazionali e delle federazioni, cooptati nel sistema di potere
non imperiale, si badi bene, ma neofeudale che ha come primi referenti gli
appartenenti al livello strategico della classe globale, con lavvertenza che questa
schematizzazione e ci vale anche per i successivi strati riguarda principalmen-
te la gerarchizzazione della classe in occidente, e quindi riguarda in modo partico-
lare i globalisti Occidentali.
Le dinamiche interne ai due strati, la loro interazione per raggiungere gli obiet-
tivi strategici pressati e accumulare risorse in previsione di nuovi confronti lo
scopo nale politico, pi che di natura prettamente economica, ed sempre quel-
lo di raggiungere la supremazia sono molto complesse, segnate da una conit-
tualit endemica e da ruoli ufciali, apparenti che possono divergere da quelli
realmente ricoperti.
La complessit di tali dinamiche risulta chiaramente, per esemplicare ricor-
rendo ad un caso ben noto che ha avuto grande risonanza pubblica, dalle strate-
gie messe in campo in questi ultimi tempi dal Gruppo Fiat, sugli schermi e sulla
stampa non soltanto italiani incarnatesi nella gura di Marchionne, attraverso ac-
quisizioni di marchi in difcolt e alleanze negli USA ed in Italia nella smodata
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
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EUGENIO ORSO
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
Tutto quanto precede a testimonianza dellintensit del confronto strategico fra i gruppi
di dominio della Global class, soprattutto nei periodi di crisi economico-nanziaria, che
esteriormente possono essere caratterizzati da una conclamata ricerca dellunit dinten-
ti per il superamento delle difcolt, nel quadro di kermesse pubbliche del tipo G8, G20 e
simili, o da ipotesi di regolamentazione dei mercati attraverso un novello global legal stan-
dard, e a riprova di quanto il percorso seguito dai potentati per prevalere sui competitori
pu essere costellato di tranelli, imboscate e agguati, in una contesa trasversale allinterno
dei gruppi medesimi.
Su altri fronti, in senso di marcia opposto rispetto a Fiat e per necessit impellen-
ti dettate dallapprovvigionamento energetico di un paese come lItalia, largamen-
te dipendente dallesterno e quindi facilmente ricattabile sul piano dellenergia,
lEni si volge verso la Russia di Gazprom e si accorda per un aumento della portata
del gasdotto South Stream31, attraverso il quale si spera di soddisfare [blocchi di
erogazione per ragioni geopolitiche e di confronto con gli Americani permetten-
do] lottanta per cento circa del fabbisogno italiano, ridimensionando il ruolo del
Nabucco, ancora in fase di progettazione e fortemente voluto dagli Americani per
far arrivare il gas in Europa evitando il territorio russo riducendo, di riesso, il
peso politico dei Russi nel vecchio continente32.
Preciso che il South Stream porter in Europa, passando sotto il Mar Nero, il
gas proveniente dallAsia centrale ex sovietica, mentre il North Stream porter in
Germania, passando per il Mar Baltico il gas russo.
Il Nabucco, invece, porter in Europa il gas caucasico, passando attraverso la
Turchia, la Bulgaria, la Romania, lUngheria e lAustria.
In denitiva, in corso una sorta di battaglia che supercialmente riguarda il
gas naturale e che si inserisce nel conitto strategico elitistico, nel quale la Russia
putiniana vuole bypassare lUcraina [considerata inda e lo-americana], rifor-
nendo e legando a s paesi chiave come la Germania, ma anche la stessa Italia,
mentre i gruppi di potere americani voglio evitare una dipendenza dellEuropa
dalla Russia, a partire dal gas, e tagliare fuori questa ultima con il percorso alter-
nativo del Nabucco.
Nel solco della ricerca seppur timida di una relativa indipendenza dai potentati
doltre oceano, si inserisce anche il trattato stipulato fra Italia e Libia nellagosto
del 2008 per la cooperazione e il partenariato, tenuto conto del fatto che lItalia
importa dalla Libia un quarto del fabbisogno petrolifero, che vi interesse per le
forniture di gas libico e che il fondo sovrano libico meno invasivo di quello di
altri paesi, investendo non per raggiungere obiettivi strategici, ma per motivazioni
puramente economiche.
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EUGENIO ORSO
I coinvolti in tali giochi potere, che si mostrano in piena luce accanto ai top ma-
nager dei gruppi multinazionali e della nanza, sono gli alti livelli della politica
ufciale e di facciata, quelli che ci appaiono come coloro che, eletti, decidono
in prima persona su materie di comune interesse, ma a tale riguardo va ricordato
quel che disse Disraeli, premier ai tempi della regina Vittoria: La storia determinata
da ben altre persone, che non quelle supposte da coloro i cui sguardi non si portano dietro
le quinte.
Scendendo nella scala gerarchica, il successivo strato che si incontra quello
della Middle Global class, in cui si addensano meno poteri rispetto ai due precedenti
strati, pi lontano dalla stanza dei bottoni, ma importante per la diffusione di
modelli culturali, di comportamentali e di ideologie, intese come efcaci prodot-
ti delle tecniche di marketing a rapida diffusione nel tessuto sociale.
Ci risulta particolarmente vero, se pensiamo allautentica opera di delizza-
zione nei confronti di quel supremo prodotto che il libero mercato planetario,
la quale ha contribuito a colonizzare limmaginario di milioni di persone, con il
ne ultimo di plasmare nuove generazioni di produttori-consumatori sempre pi
unidimensionali e massicati, costretti a vegetare nella pi docile e inconsape-
vole subalternit.
Essenziale lapporto di questo livello per la gestione delle istituzioni nan-
ziarie, degli apparati produttivi e della politica ufciale, che rendono possibile
nelle diverse sfere lattuazione concreta dei piani dei neofeudatari globali.
Il management middle, e si tratta in un numero signicativo di casi di quella
parte del vecchio ceto medio appartenente alla sua fascia alta, denita upper
middle class nelle analisi che riuscita a riconvertirsi, assicurando la performan-
ce in un ambiente economico e nanziario supercompetitivo, ed anche di nuove
leve formatesi al M.I.T. oppure da noi, in Italia, alla Bocconi di Milano con master
in prestigiose universit estere, tanto per scrivere una cosa ovvia.
I politici sono di secondo piano, non capi di governo o capi di stato, oppure
super-ministri economici, ma burocrati con minore visibilit e con incarichi di mi-
nor prestigio, che per possono diventare importanti ad esempio per scardinare il
vecchio ordine sociale e imporre il nuovo, come nel caso di quel Maurizio Sacconi,
ex socialista ed ex funzionario dellONU, fra i padrini locali della precariet e
del lavoro essibile in Italia, attualmente ministro del lavoro, della salute e delle
politiche sociali nel IV esecutivo Berlusconi, che ha in mente di azzerare i diritti
dei lavoratori, impedire gli scioperi e distruggere il welfare alimentato da risorse
pubbliche, sostituendolo con non meglio precisate reti familiari e amicali e for-
me di carit collettiva33.
Ci sono anche le nutrite schiere di intellettuali, di accademici, di economisti,
di sociologi, di politologi, di storici, di esperti in scienze della comunicazione ad
alto livello, di giornalisti noti ed incensati con i direttori dei maggiori quotidia-
ni in prima la, e via elencando, cooptati nel sistema grazie ai benet materiali,
alle sottili lusinghe, alle assegnazioni di titoli e di premi, in qualche caso lambito
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
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EUGENIO ORSO
reclutati con facilit da banche daffari e fondi speculativi, da Wall Street alla City,
grazie agli elevati compensi che le universit non possono permettersi di offrire,
allo scopo di arricchire il carnet di prodotti nanziari e impostare con un piglio
scientico le truffe operate attraverso la diffusione a tappeto di questi prodotti.
Ultimi in ordine di elencazione fra i lower ma anche loro con speciche e impor-
tanti funzioni delle quali spesso non sono consapevoli, in questa famiglia di privilegiati
utili al potere dellepoca sono le attrici e gli attori la cui vita privata riempie le
pagine dei rotocalchi scandalistici, le modelle strapagate che calcano leggiadre le
passerelle delle pi prestigiose slate di moda internazionali, da Louis Vuitton a
Dolce & Gabbana, le presentatrici e i presentatori televisivi con contratti a sei zeri,
persino i comici fustigatori del costume e dei politici, i cantanti di grido preoc-
cupati dello scarico gratuito delle loro opere dellingegno offerto da certi siti inter-
net, i calciatori di fama internazionale idolatrati pi di quanto lo furono i gladiatori
del Circo Massimo, i piloti della Ferrari o della McLaren circondati da bellissime
escort e via elencando.
Toute la vie des socits dans lesquelles rgnent les conditions modernes de pro-
duction sannonce comme une immense accumulation de spectacles. Tout ce qui tait
directement vcu sest loign dans une reprsentation. [Lintera vita delle societ
nelle quali regnano le moderne condizioni di produzione si annuncia come unim-
mensa accumulazione di spettacoli. Tutto ci che era direttamente vissuto si allon-
tanato in una rappresentazione].
Questo scriveva Guy Debord nei lontani anni sessanta del novecento, in apertu-
ra del primo capitolo [intitolato La separazione portata a compimento] della cele-
bre opera La socit du spectacle, e le sue parole sembrano oggi profetiche35.
La societ sta scivolando sempre di pi in un irrealismo che funzionale al
mantenimento e allespansione del sistema di potere in atto e se comincer a scar-
seggiare il panem, ci saranno comunque inniti circenses che contribuiranno a
mantenere il pi a lungo possibile in sonno lintero corpo sociale, onde evitare
bruschi risvegli forieri di tempeste, per perpetuare e approfondire la condizione di
isolamento con Debord delle folle solitarie.
Lo sappiamo bene qui, nellItalia che sembra mostrare agli altri paesi dellEuro-
pa occidentale la negativa e sconsolante immagine del loro futuro, in questa Italia
dove si sono venduti e si vendono come il pane alle televisioni che si tratti di
Mediaset o di servizio pubblico in odor di futura privatizzazione poco importa,
ormai i format dei reality, spettacoli messi in scena ad uso e consumo di un pub-
blico indistinto sempre pi martoriato dalla crisi e scarsamente acculturato, am-
bientati in fattorie, isole e case che svolgono egregiamente il compito di popolare
di sogni irreali e fasulli il sonno di gran parte della popolazione.
Ne abbiamo purtroppo gi lunga esperienza, in questo paese da troppi decenni
sottomesso ai voleri di oltre oceano, in cui tutti conoscono le reginette siliconate e
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
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EUGENIO ORSO
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
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EUGENIO ORSO
quali oggi le solidariet locali e regionali sono malinconicamente scemate. La mobilit del
capitale e lemergere di un nuovo mercato globale hanno concorso allo stesso risultato41.
Ecco le ragioni della genesi dei nuovi dominanti, votati alla mobilit, al cos-
mopolitismo, alla manipolazione dellinformazione e alla cultura, orientati ad in-
vestire in istruzione e informazione, pi che in capannoni industriali e ferriere,
quali vettori principali del loro successo sociale e molto meno legati alla propriet
e al prestigio nella comunit dorigine di quanto lo erano i ricchi borghesi daltra
epoca.
Una singolarit dunque si manifestata, ad un certo punto della storia del
mondo occidentale, quasi che fosse un salto evolutivo [o meglio, involutivo ],
ed una profonda frattura si prodotta alcuni decenni fa, fra lemergente classe
globale, che imparava a camminare da sola staccandosi dal vecchio contesto cul-
turale, e il resto della societ americana, destinato a restare inesorabilmente indi-
etro.
Questo processo di mutamento del costume e degli stili di vita delle lite, a
parere di Lasch elementi pi rilevanti dellaspetto ideologico, ha prodotto la ri-
pulsa, anzi una vera e propria ribellione elitista contro la societ rappresentata
dalla limitante, retriva, ottusa Middle America [per noi grossomodo lAmerica
Profonda] in cui si custodisce gelosamente il sogno americano con i suoi miti fon-
dantivi, e in cui si riconosce ancora oggi una parte non trascurabile del ceto me-
dio sopravvissuto doltre oceano [con la classe media americana, come fa notare il
grande sociologo, ridottasi dal 65% al 58% della popolazione complessiva gi nel
periodo 1970-1985].
Lo sterile approccio autocolpevolizzante, in caso di insuccesso nellascesa lungo
la scala sociale, una caratteristica americana, come ha posto bene in rilievo Lasch,
esito un po riduttivo del sogno americano originario, ma, soprattutto, conseg-
uenza concreta della diffusione del pensiero liberal-liberista, dellaffermazione di
una sorta di ideologia individualista e dellassenza di una vera coscienza sociale
fra gli stessi lavoratori e i subordinati in generale.
Il sogno dellaffermazione personale, la ducia in un paese che offre possibil-
it illimitate, il miraggio dellascesa verso lalto funzionale ai disegni di potere
delle lites rampanti sono duri a morire nel nord-america, anche se per il futuro
si prospetta una nuova e pi rigida suddivisione in classi, foriera di ingiustizie
intollerabili e quindi di conitti, con aspetti della nuova struttura di classe che a
compimento del processo saranno decisamente castali.
78
Global class, Pauper class e Middle class proletariat
sponda dellAtlantico, ben da prima dello scoppio dellinedita crisi nel mondo
globalizzato.
Il terreno per portare a compimento questo profondo mutamento culturale [e
antropologico] stato preparato, nel corso dei decenni, attraverso la proposizione
di stili di vita per noi europei decisamente esotici, attraverso sapienti campagne di
marketing, con lesportazione della democrazia rappresentativa di matrice liberale
quale miglior compendio politico del liberisimo, e con la colonizzazione culturale
[attraverso il cinema, la televisione, le canzoni, labbigliamento, la diffusione di
sostanze psicoattive, ecc.] i quali, agendo congiuntamente, hanno fatto tabula rasa
delle peculiarit culturali del vecchio mondo e hanno invaso limmaginario dei
singoli.
Volendo ironizzare un poco, non senza uninevitabile punta di amarezza, pos-
siamo affermare che si trattato della prosecuzione dello sbarco in Normandia e
di quello in Sicilia con altri e ben pi sosticati mezzi, denibili come armi silen-
ziose per un nuovo tipo di guerra senza quartiere e senza regole, operando cos
una rottura storica e superando persino lo spirito che animava la Pace di Westfalia
alla ne della guerra dei trentanni, con i suoi celebri trattati del 164842.
Se le possibilit illimitate sembrano unopportunit esclusiva della nuova lite
globalizzata, non possiamo non convenire con il grande sociologo americano
Lasch, quando pone in evidenza che il resto della popolazione non le contempla,
nella sua pi limitata visione del mondo e che nessuno crede, ormai da tempo,
che le masse stiano cavalcando le onde della storia, ma anzi, si potrebbe affermare,
ne sono inesorabilmente travolte.
Anche se personalmente sono distante dal mondo culturale nord-americano ed
estraneo ai miti e alle credenze suscitati dal pensiero liberale, devo riconoscere che
pochi sono stati capaci, come evidente nel caso di Christopher Lasch, di interp-
retare i fenomeni sociali dellepoca con tale acutezza e profondit, nella direzione
giusta, almeno per quanto riguarda la formazione di una nuova classe di dominatori nei
suoi tratti salienti, pur potendo mettere in discussione le sue narrazioni con il solito
senno di poi.
Le narrazioni di Lasch, che coprono larco di interi decenni di vita americana,
meglio si adattano alle caratteristiche dello strato Middle della Global class e delle
pi basse sub-straticazioni dello strato immediatamente superiore, essendo il liv-
ello strategico, la vera aristocrazia neofeudale di pi alto prolo, assieme al picco
dellUpper Global class ben altra cosa ed avendo, pur nella relativa comunanza di
interessi, una genesi sensibilmente diversa, in molti casi discendendo da quelle
aristocrazie del denaro ormai invecchiate, non di rado esangui come i pi antichi
vampiri delle saghe horror, ma disponibili a cambiare pelle ed a rigenerarsi pur
di perpetuare il loro dominio.
Comunque sia, la rivolta delle lite descritta da Lasch, denibile in altri termini
come una ribellione oligarchica contro il compromesso fra stato e mercato nella
precedente fase capitalistica, e lautentica rivoluzione sociale, globalista e cosmo-
79
EUGENIO ORSO
polita che tale rivolta ha innescato, hanno inciso in maniera determinante sul pi-
ano sociale, sconvolgendolo e preparando il terreno per una sua riorganizzazione
complessiva, in chiave neofeudale e ri-plebeizzante degli strati sociali inferiori.
Banalmente, per tale motivo che la stessa quotidianit ci mette di fronte a
disparit sempre pi accentuate e visibili, con lostentazione del lusso, la richiesta
di personalizzazione e di qualit, da parte di minoranze privilegiate dotate di cres-
centi risorse, nel ruolo ormai acquisito di razza padrona del ventunesimo secolo,
che acquista isole in Nuova Zelanda e chiude i cancelli di fabbriche storiche.
La crescente diffusione di prodotti low cost di qualit scadente, non di rado
di produzione cinese come ad esempio i giocattoli tossici, che hanno rappre-
sentato di recente un casus belli nel commercio internazionale, oppure le scarpe
a dieci euro che si disintegrano dopo due mesi [parlo per esperienza personale!]
e quella ancor pi grave di cibo spazzatura fra i subordinati vicini alla soglia
dellincapienza, sempre pi numerosi, ne costituiscono altre, indiscutibili
prove.
La rivolta elitistica sembra aver conosciuto successi decisivi e il processo di
riorganizzazione sociale, dai tempi di Lasch ai giorni nostri, dagli Stati Uniti
dAmerica dove ha avuto inizio allEuropa, andato molto avanti.
Altri pensatori e intellettuali, che pur hanno compiuto apprezzabili sforzi per
interpretare la postmodernit e far luce sui meccanismi di funzionamento del
capitalismo ultimo, al ne di individuare le vere strutture del potere dellepoca
e indagare le ragioni profonde del conitto endemico fra gruppi elitistici al suo
interno, hanno purtroppo riettuto poco o niente appunto focalizzando lattenzione
sui conitti strategici, nelle alte sfere della politica, delleconomia e della nanza,
della cultura e dellinformazione in relazione al mutare dei panorami sociali che
costantemente sotto i loro occhi da alcuni decenni.
Quanto precede particolarmente vero con riferimento alla condizione in cui sono pro-
gressivamente sospinti i livelli bassi e medio-bassi della scala sociale, colpiti dalla tempesta
della globalizzazione, che non di rado scompaiono nelle analisi o che suscitano ben poco
interesse.
Senza voler presumere a tutti i costi malafede e disonest intellettuale, accade-
mici e dotti sembrano non vedere quello che ormai palese: la situazione di sof-
ferenza, di angoscia, in certi casi di autentica tortura che vivono coloro che sono
oggetto di esperimenti sociali di portata storica, in particolare coloro che non
assicurano la necessaria performance, e perci sono giudicati inutili, o hanno dif-
colt a tenere il passo con i tempi e vengono inesorabilmente marginalizzati.
Questo disinteresse accademico per la questione un fenomeno diffuso,
purtroppo.
Si studiano esclusivamente i massimi sistemi, non di rado ci si concentra sul
sesso deglangeli, e si lascia perdere la vita sulla terra, sottostimando in tal modo
gli effetti dirompenti che potrebbe avere linsorgere e lestendersi di un conitto
epocale, fra i nuovi dominatori in rapida ascesa e gli assoggettati che ingrosseran-
80
Global class, Pauper class e Middle class proletariat
no sempre pi numerosi le le della nuova classe povera, con tutta evidenza scom-
mettendo sulla quasi eternit e su una pressoch illimitata versatilit intesa come ca-
pacit di mutare pelle e di superare le crisi attraverso nuovi assetti riconosciuta
al monstre capitalistico.
Eppure quello che pu essere denito come il piano sociale regge lintero impi-
anto della societ umane e con lui le strutture di potere che servono la classe superiore
dellepoca.
La stessa smania di far fuori i ceti medi specie se giudicati improduttivi, in
parte signicativa impiegati nei lavori intellettuali e impiegatizi funzionari, imp-
iegati pubblici e privati, professori e insegnanti di ogni ordine e grado, ricercatori
puri nelle universit, dottorandi in borsa di studio, giovani laureati costretti alla
precariet no allet della pensione, ecc. o quantomeno di falcidiarli riducendo
signicativamente il loro numero e il loro reddito, frutto di una cinica e pi vasta
operazione di ingegneria sociale.
Tale operazione scientica di distruzione degli equilibri sociali, senza prec-
edenti nella storia, sembra incontrare il favore incondizionato del top manager
dellindustria transnazionale che vi partecipa attivamente in quanto membro della
classe globale, come anche per le motivazioni non di rado contraddittorie che uf-
cialmente sono date a scopo puramente propagandistico, quali efcientamento,
produttivit, competitivit in un contesto globale, riduzione del debito pubblico
e della pressione scale, onde ottenere il consenso delle anime semplici, ma
assetate di sangue, naturalmente altrui del bottegaio leghista padano semi-
analfabeta, il quale crede di incarnare i veri ceti produttivi, quelli che costituiscono
i pilastri della societ, coloro che pagano le tasse per tutti anche se poi evadono
massicciamente il sco, insediati da tempo immemorabile lungo le rive del Po e
nelle valli bergamasche.
Ma questa falcidia programmata, che si risolve nella ri-plebeizzazione di coloro
che avevano raggiunto, e numerosi, da almeno due o tre generazioni uno status so-
ciale e un tenore di vita impensabile per i loro antenati, se proseguir e riguarder
numeri sempre pi grandi nel nord e nelloccidente del mondo, rischier di cau-
sare un autentico shock sociale, destabilizzando gi nel medio periodo il quadro
politico allinterno dei principali paesi europei e, probabilmente, anche degli stati
dellunione americana, nei quali la crisi sistemica si insinuata rapidamente dopo
anni di crescita drogata e fondata sul debito, e sembra suscitare, assieme alla paura
del futuro, lo spettro separatista.
81
EUGENIO ORSO
sue numerose straticazioni che in alto vedono i ceti medi in discesa nella scala
sociale e, scendendo ancora lungo la scala, giungono no agli esclusi e a coloro che
vivono il dramma dellinsufcienza alimentare.
Io concepisco la classe povera come un complesso e inedito aggregato sociale, caratter-
izzato da latenti conittualit al suo interno, costituito da persone [non certo riducibili
alla pura forza lavoro o alle unit di lavoro delle rilevazioni statistiche] che forse
saranno in grado di trovare ragioni comuni, proprio per effetto dellinterconnessione
planetaria suscitata dalla globalizzazione senza precedenti negli evi passati, ed in
una prospettiva futura di signicativi cambiamenti culturali, nuovi paradigmi nella
lotta inevitabile contro gli oppressori, i loro collaboratori e i loro tributari.
Anche questa super classe che di fatto si contrappone alla Global class, non
beneciando dei processi di globalizzazione economica e mondializzazione cul-
turale ed essendo soggetta ad una continua opera di macelleria sociale e di ri-
plebeizzazione dunque molto variegata al suo interno, ancor pi della classe
della quale sar antagonista.
Come le stelle nascono dalle cos dette nubi planetarie, prodotto della dissoluzione dei
vecchi astri, cos la nuova classe povera nasce dal magma prodotto dalla dissoluzione delle
vecchie classi in occidente, risucchiate verso il basso per effetto della progressiva de-
molizione delle garanzie sociali, dalle privatizzazioni e dallinternazionalizzazione
dei servizi, e dalla disperazione delle popolazioni di quelli che un tempo erano chiamati il
terzo e il quarto mondo, a partire da quelle africane, sospinte ben oltre la soglia della
povert da forme di nuovo colonialismo e dallappropriazione delle risorse nelle
aree in cui vivono, attraverso lazione delle compagnie multinazionali di concerto
con governi corrotti e tributari, e indotte dalla costrizione del bisogno ad ingros-
sare i ussi migratori verso il nord del mondo.
Da un lato, lo spostamento di risorse dal Lavoro al Capitale, nonch lo sposta-
mento di unit produttive fuori dei conni dei paesi di antica industrializzazione,
nella ricerca inesausta del costo di produzione pi basso, hanno penalizzato imp-
iegati, piccoli imprenditori, artigiani e aristocrazie operaie, riducendo da noi larea
del benessere materiale.
Dallaltro lato, linvasivo interesse del socialismo di mercato cinese ultima
frontiera del capitalismo globalizzato del terzo millennio per lacquisizione delle
risorse del Sudan e la recente svendita delle ricchezze del Madagascar, ecosistema
con caratteristiche di unicit che non sar pi tutelato e tender inesorabilmente a
scomparire, testimoniano che il terzo mondo stato messo in saldo, in vendita al
miglior offerente in grado di investire i surplus commerciali per accaparrarsi interi
bacini di materie prime, come di recente ha ben rilevato Manuel Zanarini in un suo
articolo dal titolo, appunto, Il terzo mondo in saldo 43.
La penetrazione cinese in Africa rappresenta un evidente segnale che il conitto
strategico fra livelli di comando della classe globale nella fattispecie e in modo
particolare fra Occidentali ed emergenti Cinesi investe ogni parte del mondo e
che la fame di materie prime [e la futura, presumibile, sete di acqua che investir
82
Global class, Pauper class e Middle class proletariat
il mondo intero] guida i passi della potenza superproduttivista cinese, per la quale
inquinamento sinonimo di produzione e comunismo si sposa con mercato.
A tale riguardo, riporto un passaggio illuminante tratto dallarticolo E la Cina
la nuova potenza imperialista in Africa? di Lucien van der Walt e Michael Schmidt:
[] la scena internazionale sta oggi cambiando e dobbiamo registrare la crescita della
Repubblica Popolare Cinese come una delle maggiori potenze dirigenti in Africa, sia sos-
tenendo il regime sanguinario di Khartoum, sia nanziando progetti su vasta scala come
il nuovo aeroporto di Luanda (in cambio di 10.000 barili di greggio al giorno) o il Number
One Stadium di Kinshasa, una citt che con la gigantesca statua doro del grasso e Mao-
forme Laurent-Desire Kabila sembra pi una citt sul ume Yangtze che sul ume Congo
(la somiglianza tra la bandiera della Repubblica Democratica del Congo e quella della RPC,
prima delladozione della nuova bandiera questanno, pi che ovvia). [] Nel continente
africano si gioca una partita per il controllo dei mercati e soprattutto per lo sfruttamento
delle risorse naturali che di recente ha visto lingresso di un nuovo concorrente imperialista
impegnato a fare le scarpe al dominio delle ex potenze coloniali Francia e Gran Bretagna,
gi messo in discussione nellultimo decennio dalla penetrazione degli Usa: la Cina di Hu
Jintao.44
Questo interesse per la povera Africa, che porter alla spoliazione delle risorse
naturali lasciando soltanto gli avanzi agli abitanti del continente, non far altro che
ingrossare le la della classe povera nei suoi livelli pi bassi e disperati i poveri
di sempre, prima massacrati dal mondo ricco e [improbabili] attori di una nuova
lotta di classe planetaria, secondo la visione terzomondista ormai quasi comple-
tamente abbandonata, e ora massacrati ancor di pi dalla mondializzazione eco-
nomica e dagli appetiti della Global class e alimenter ulteriormente i ussi mi-
gratori verso il nord del mondo.
Lampio spettro della Pauper class va dai ceti medi declassati in Europa e negli
Stati Uniti dAmerica che hanno rappresentato sul piano sociale il prodotto pi
evidente dellaffermarsi dei sistemi di Welfare, del compromesso fordista e di una
timida giustizia distributiva, in quella fase in cui il capitalismo sembrato per la
prima volta rivelare un volto umano, ed anche il risultato dellassunzione di
una comune responsabilit, da parte dello stato e del capitale, nei confronti della
societ tutta agli immigrati clandestini che spesso vivono ai margini non soltanto
giuridici delle nostre societ, occupando spazi urbani da noi dimessi e alimentan-
do il lavoro nero oppure, in qualche caso, vere e proprie attivit criminali molto
lucrose come lo spaccio di droga e lo sfruttamento della prostituzione, passando
attraverso i cos detti nuovi poveri che da noi, in Italia, sono gi da tempo degna-
mente rappresentati da milioni di anziani pensionati e di giovani precari, vicinis-
simi ormai, in quanto a livelli di reddito, alla triste soglia dellincapienza.
Se ampliamo la visuale sul mondo ben oltre il marciapiede sotto casa, dove
incontriamo il sorridente vu cumpr africano che cerca di venderci accendini e
libretti possiamo arrivare no ai contadini cinesi urbanizzati e costretti a lavorare
per un salario effettivo di circa cento euro mensili45, a fronte di un lungo e prodig-
83
EUGENIO ORSO
ioso sviluppo, e agli agricoltori indiani oberati dai debiti e spesso portati alla
disperazione e al suicidio46.
Volendo tentare una prima e sommaria schematizzazione della classe povera,
procedendo per strati e iniziando da quelli pi alti, coloro che furono gli apparte-
nenti al ceto medio messo in liquidazione con buoni curriculum di studi, semi-
colti e in certi casi veri e propri intellettuali, in molta parte nord americani e europei
[fra i quali non pochi sono gli italiani e fra di loro anche lo scrivente] se ne stanno
alla sommit della piramide e diventano di giorno in giorno pi numerosi.
Infatti, prima crisi del mondo globalizzato rappresenta una ghiotta occasione
per continuare sulla strada intrapresa da tempo della macelleria sociale, ed anzi
per accelerare questi processi di trasformazione del tessuto delle societ, trasfer-
endo denaro pubblico ai sistemi bancari, che nonostante tutto continueranno im-
perterriti con la contrazione del credito e i tassi usurai applicati sui prestiti al con-
sumo, agli artigiani e alla piccola impresa, e, in subordine, a vantaggio delle grandi
industrie decotte [e quindi di coloro che staccano i coupon, come si diceva quando
ero bambino], che per seguiteranno con il ridimensionamento delle unit produt-
tive e il peggioramento delle condizioni lavorative, in termini di soppressione di
posti stabili e di sostituzione del lavoro protetto con quello precario e essibile, e
se del caso continueranno imperterrite a delocalizzare.
Questo strato che gi ora ci ricorda i cos detti lavoratori poveri del Giappone
industrializzato e super-tecnologico di una trentina di anni fa, fra i primi segnali
del fenomeno dellimpoverimento di massa nelle economie avanzate, i quali
avevano redditi dal potere dacquisto insufciente per affrontare gli elevati costi
di abitazione e trasporto nei grandi centri urbani concentrato in buona misura
nella parte occidentale del pianeta ed composto da alcuni signicativi segmenti.
Volendo operare una prima, parziale segmentazione di questo strato, possiamo
partire da coloro che lavorano, fanno ricerca e insegnano nelle scuole e nelle uni-
versit senza la prospettiva futura di ottenere un inserimento stabile o la cattedra,
incontrando subito dopo quelli che un tempo si dicevano funzionari, impiegati
direttivi, impiegati di concetto, e inne gli impiegati dordine.
Questi soggetti sono oggi penalizzati quasi quanto gli operai, particolarmente
nelle fasce pi giovani det, dalla riduzione dellimportanza delle loro funzio-
ni, dalla diffusione dei contratti a termine e dallo spostamento ultra-decennale
di quote sempre pi ingenti del prodotto sociale dai redditi da lavoro al grande
capitale.
Se del ceto medio glio del welfare erano entrati a far parte [prevalentemente in
posizione lower] gruppi di tecnici ed operai ad alta specializzazione, ricercati e ben
retribuiti dalle aziende, oppure messi in proprio come artigiani o piccoli impren-
ditori, oggi molti fra loro e fra i loro eredi stanno ripercorrendo la strada a ritroso
ed entrando nella zona grigia, con tendenza al nero, delle aspettative decrescenti e
dellimpossibilit di mantenere ancora per molto il loro originario status sociale.
84
Global class, Pauper class e Middle class proletariat
85
EUGENIO ORSO
oggi la presenza degli immigrati, le centinaia di migliaia che lavorano nelle fab-
briche italiane e sono diventati operai dellindustria a pieno titolo49, ad esempio, e
non certo la miriade di criminali clandestini, costantemente in agguato nelle aree
urbane a rischio e nei vicoli bui, che rappresentano un parto del bacato immagi-
nario leghista.
Oggetto di accurati studi futuri dovranno essere situazioni sociali in rapida
evoluzione come quella cinese, in cui il processo di industrializzazione, che avuto
nuovo ed eccezionale impulso in tempi recenti, ha moltiplicato i posti di lavoro
nellindustria e nei servizi, principalmente nelle concentrazioni urbane delle aree
costiere, pur con la maggioranza della popolazione quasi ottocento milioni di
persone, in parte rilevante contadini poveri, a fronte di oltre mezzo miliardo di ur-
banizzati ancora dispersa in quelle aree rurali solo marginalmente toccate dallo
sviluppo e prive di adeguate infrastrutture.
Se i primi due strati potremo riassumerli con lespressione unicante Middle
class proletariat & New Workers, per la comunanza di interessi che sar sempre pi
palese con il peggiorare della situazione dei subalterni in seguito alla crisi, Il terzo
strato si stacca nettamente da loro ed un mero prodotto del degrado degli am-
bienti urbani del nostro tempo, del declassamento sociale al di sotto della soglia
di qualsiasi patina di rispettabilit e dellimmigrazione pi sfortunata, costretta
a muoversi ai margini delle societ e non di rado a rivolgersi alle attivit illegali
per cercare di sopravvivere, accanto alla quale vi sono i fantasmi e i residui della
vecchia marginalit novecentesca, anche se la gura dellaccattone pasoliniano
ormai rara quanto quella dellultimo dei Moicani di Fenimore Cooper e la distru-
zione delle culture particolari, indotta dalla globalizzazione, non ha risparmiato
neppure il variegato e insidioso mondo sub-urbano.
Voglio riportare di seguito alcuni passi tratti da un anonimo scritto dal titolo
originale Saggio sulla riscoperta della coscienza felice in cui il problema delle sotto-
classi urbane , a mio avviso, impostato con una certa correttezza.
Oggi, ad esempio, il mondo del sottoproletariato urbano non esiste pi. Non esiste pi
quel tipo di sottoproletariato che in un modo o in un altro aveva come comun denominatore
la socializzazione della miseria e del linguaggio. Era un sottoproletariato diverso da tutti
gli altri fenomeni culturali, era un mondo costruito sulla tradizione e sulla sua costante
rigenerazione. Era una cultura che Pasolini arriv a denire viva. Oggi esiste ancora
unonda indenita di disperati che popolano le metropoli del nuovo millennio o che ad esse
si affacciano. Sono i nuovi falangisti? Questo molto improbabile. Nella stessa opera cin-
ematograca di Pasolini, Accattone, si intuisce chiaramente unantropologica disaffezi-
one allordine industriale moderno da parte del sottoproletariato, di quel sottoproletariato.
Oggi, i nuovi paladini della povert e della marginalizzazione sociale entro i conni del
mondo iper- sviluppato, sono immigrati, zingari, barboni ed inoccuppati. Soggetti
simili a quelli arruolati dal paradigma del Gran Riuto ma complessivamente diversi. Sono
separati dal muro dellincomunicabilit sostanziale e non riutano lordine, ma aspirano
ad entrarvi. Per loro la realt stabilita, nella sua apparente ma tangibile opulenza, non
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
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EUGENIO ORSO
Un oceano sterminato di persone diviso seppur non equamente fra gli emis-
feri e i continenti, caratterizzato da grandi differenze culturali e religiose, che si-
curamente non pu costituire un grande gruppo omogeneo, men che meno cons-
apevole della propria natura e dotato di coscienza di classe, ma rappresenta al
contrario una vera babele di idiomi, di stili di vita, di tradizioni, in cui risaltano
inevitabilmente le differenze dovute al ceppo razziale di appartenenza, alla remota
origine culturale e per il quale la principale caratteristica comune la quotidiana
lotta per la sopravvivenza.
Anche se personalmente nutro qualche dubbio in merito allefcacia delle in-
iziative dellUNICEF nel combattere il devastante problema della malnutrizione
e della povert che afigge soprattutto i pi deboli, bambini e donne, non posso
non riconoscere facendo riferimento al drammatico appello umanitario di questa
organizzazione per il 2009, con la richiesta di un miliardo di dollari per trenta-
sei paesi in crisi53 che nel solo, piccolo territorio palestinese occupato e tenuto
cinicamente sotto pressione dagli israeliani la condizione di indigenza riguarda
un milione e ottocentomila bambini e novecentomila donne, mentre lemergenza
della regione africana del Darfur, che fa parte di quel Sudan recentemente in via di
colonizzazione da parte dei globalisti cinesi e sconvolto dalle azioni repressive
delle spietate milizie janjaweed, riguarda ben due milioni e settecentomila sfollati,
spesso privi anche di acqua potabile.
Sommando i molti casi di conitto nel mondo, si arriva ai grandi numeri
che assieme a quelli dei gi poveri o poverissimi colpiti da catastro naturali,
dallapertura al mercato dei loro paesi o semplicemente troppo lontani dalle
direttrici dello sviluppo economico per avere qualche modesta ricaduta positiva,
potrebbero evocare una sorta di nemesi malthusiana, anche se la popolazione
mondiale mantiene complessivamente la sua costante tendenza allaumento, no-
nostante fame, malnutrizione, contrazione delloccupazione e aumento dei prezzi
dei prodotti agricoli.
Volendo tornare per un attimo al sistema-mondo teorizzato da Immanuel
Wallerstein, rileviamo che la parte pi sfortunata della Pauper class si concentra in
buona misura nella semi-periferia e soprattutto nella periferia, no alle sue propa-
ggini pi estreme e dimenticate i 25 paesi pi poveri del mondo, quasi tutti in
Africa , mentre sembrano ancora incolmabili ed in molti casi destinati ad ampli-
arsi gli squilibri economici fra centro e periferia.
Questa una pagina sulla quale scrivo soltanto qualche riga, spero minima-
mente signicativa ma sicuramente insufciente, perch denire con precisione i
sub-strati e i segmenti di questo grande aggregato e analizzarne le caratteristiche
e le peculiarit rappresenta un lavoro improbo, com facilmente immaginabile,
che richiederebbe una molteplicit di competenze, dal sociologo alleconomista,
con lapporto delletnologo, dellesperto di storia delle religioni e di tante altre
gure specializzate e, naturalmente, un impegno di studio e di lavoro sicuramente
pluriennale.
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
Appare chiaro quanto meno a chi scrive, per tutto quanto precede, che una sto-
ria rimessasi prepotentemente in movimento dopo lubriacatura di liberismo, mer-
cato senza limiti e democrazia per tutti, ci riveler negli anni venturi se la Global
class e la Pauper class, emerse dallo sconnato oceano della mondializzazione, dalla
poltiglia sociale prodotta distruggendo il vecchio ordine e scivolando nel pieno
della cos detta epoca postfordista, si affronteranno in un duro scontro epocale,
favorito dalle prevedibili asprezze della crisi sistemica e forse peggiore di quello
che oppose per lunghi decenni la vecchia borghesia al proletariato industriale, o
il popolo della prima met del mille e ottocento ai regimi dispotici dellepoca e
se, fra subalterni di cos diversa origine e condizione, potr nascere una sorta di
solidariet o almeno unalleanza di natura tattica, contro lo strapotere dei Signori
della mondializzazione.
Avranno le due classi globali in particolare la classe povera che si sta for-
mando sotto i nostri occhi e di cui poco si parla nei consessi accademici e nei salotti
buoni della cultura i loro Marx, i loro Weber e i loro Sombart, in grado non
soltanto di produrre una vasta e illuminante letteratura sullargomento, ma anche
di anticipare i futuri cambiamenti economici e sociali e di inuire su di loro?
Ci sono ancora grandi personalit, nel campo delle discipline politiche e sociali,
in grado di produrre analisi di ampio respiro e di spiegarci questa realt, indican-
do una via duscita praticabile davanti al fallimento della globalizzazione, oppure
gli intellettuali hanno una dipendenza tale dal potere effettivo, da svolgere una
funzione paragonabile a quella degli obbedienti ufciali subalterni nellesercito, per
dirla con le chiare parole di Antonio Gramsci54?
Per ora si pu far afdamento sullimpegno, sulle indubbie capacit analitiche
e creative del losofo Costanzo Preve, e non certo poco
Ma intanto che aspettiamo altre adesioni, possiamo notare che alcuni accadi-
menti dei mesi passati testimoniano che lo scontro sociale gi ai primi, seppur
timidi inizi, ma rischia di aggravarsi progressivamente con il passar del tempo
e lestendersi del disagio immaginiamo gli effetti che potrebbero avere dieci
anni di instabilit o di vera e profonda depressione economica ed destinato e
proseguire e intensicarsi a tutte le latitudini.
Segnali in tal senso si sono gi manifestati, n dal momento in cui la crisi nan-
ziaria si trasferita nel mondo reale: dalla breve occupazione sica di Wall Street
negli U.S.A. lo scorso anno, ai disordini provocati dagli operai cinesi rimasti senza
lavoro nel Guandong, no a quella rivolta greca che non stata soltanto un som-
movimento di giovani alternativi, come qualcuno avrebbe voluto far credere, ma
linizio di una diffusa protesta sociale, e al recente sciopero dei lavoratori inglesi,
apparentemente rivolto contro i lavoratori italiani, ma nella realt contro le ester-
nalizzazioni che sottraggono lavoro in loco.
Anche se si tratta di precisi segnali che indicano linsorgenza di un malessere
sociale dai paesi di antica industrializzazione al grande emergente cinese, non sia-
mo ancora alla vigilia di una rivoluzione e di certo le capitali non sono in amme,
89
EUGENIO ORSO
sia ben chiaro, trattandosi semmai di manifestazioni solo in qualche caso vio-
lente di un diffuso malessere che non connato nei recinti in cui si muovono le
sempre pi numerose sotto-classi urbane e i gruppi di marginali, ma che sconna
talora nei residenziali, nei quartieri buoni, addirittura nella high street, e riguarda,
oltre agli operai a rischio di disoccupazione, i ceti medi impiegatizi e i cos detti im-
produttivi, coloro che svolgono attivit intellettuali e di concetto, ma poi anche
artigiani, lavoratori autonomi, piccoli imprenditori, e via discorrendo.
Ed anche se la rivoluzione non per domani mattina, il consenso nei confronti
di un sistema di potere che sparge impoverimento e infelicit inizia a ridursi, ma
ci accade proprio da parte di quei gruppi di subordinati che hanno supportato
quello che ormai da considerarsi lancien rgime nella precedente fase capitalis-
tica, durante il lungo confronto con lUnione Sovietica, ottenendo in cambio un rel-
ativo benessere e una certa promozione sociale, mentre ora si stanno lentamente
svegliando e forse prenderanno coscienza di essere stati condannati ad una vera e
propria macelleria sociale, pianicata da chi ci ha imposto la globalizzazione.
Basti pensare che uno squalo dellalta nanza del calibro di George Soros ha
parlato esplicitamente di disintegrazione del sistema nanziario ed ha previsto
disordini e turbolenze pi gravi di quelle che si sono vericate durante la Grande
Depressione, mentre i disordini arrivano no in Lettonia e in Irlanda.
In Gran Bretagna il grande paese dellEuropa occidentale pi nanziarizzato e
pi esposto al crollo, con il pessimo governo di Gordon Brown che arrivato a de-
tassare i banchieri in ossequio al primato della nanza si prevede un progressivo
alzarsi della tensione gi dalla seconda met del 2009, in conseguenza di proteste
alle quali non potr non partecipare la Middle class proletariat, che della Pauper class
sicuramente costituir linquieta avanguardia55.
I rapimenti di manager in Francia e in Belgio per la difesa del posto di lavoro
serviranno di esempio, quale nuova forma di lotta, anche qui, in Italia, dove si vor-
rebbe limitare progressivamente con luso dello strumento normativo il diritto di
sciopero, no ad arrivare alla sua soppressione di fatto?
Si arriver a minare le fabbriche minacciate di chiusura o di pesanti riduzioni
dorganico per ottenere almeno una congrua liquidazione?
Si giunger anche qui, in Italia e in Europa, nella campagna veneta o nella
grande cintura che circonda Parigi, ad una spietatezza inusitata, frutto della dis-
perazione e della paura del futuro, linciando a bastonate e colpi di pietra il man-
ager inviato nello stabilimento per ristrutturare, realizzare fusioni e licenziare
come accaduto di recente in Cina56?
E arduo, al momento attuale, distinguere quelli che sono i segnali, frammentari
e ancora confusi, dellinsorgenza di una nuova lotta classe dalle ultime battaglie,
decisamente di retroguardia, di una classe operaia, salariata e proletaria che sta
scomparendo assieme a quella coscienza di classe che ne animava le soggettivit.
Daltro canto, peggioramento delle condizioni di vita e paura del futuro stanno
investendo come unonda durto anche i ceti medi, la cui reazione, se per il mo-
90
Global class, Pauper class e Middle class proletariat
mento ed anche a causa del maggior livello di integrazione che esprimono, non
si fatta ancora sentire, non da escludere quanto meno nel medio periodo, quan-
do la loro condizione sar ancor pi simile a quella del lavoro operaio e quando
comprenderanno nalmente di essere loggetto privilegiato delle stesse, sgrade-
voli attenzioni.
Non va dimenticato che i ceti medi ri-proletarizzati pur essendo ben altra
cosa rispetto al borghese ottocentesco hanno nel loro DNA elementi sia della
vecchia borghesia, nei suoi strati medi e bassi coincidenti con la cos detta classe
media di massa, sia del proletariato nei suoi strati pi alti e, in particolare, della
sua aristocrazia operaia pi colta e pi specializzata, essendo essi stessi il prodotto,
se mi si passa lespressione, di una ibridazione, negli U.S.A. ma soprattutto in
Europa occidentale, realizzatasi in buona misura durante il solito trentennio glo-
rioso, che va dalla ne della seconda guerra mondiale alla met degli anni settanta
del novecento.
In quel periodo storico, i principali attori del sistema capitalista nella parte oc-
cidentale del mondo, ancora signicativamente legati agli stati e ai mercati nazion-
ali, hanno concesso di ridistribuire la ricchezza, impiegando parte di quello che al-
trimenti avrebbe costituito plusvalore destinato a nire interamente nelle loro sac-
cocce e risorse da impiegare nel confronto strategico, per tale via emancipando
una parte dei subalterni e migliorando condizioni di vita materiale e aspettative, in
concreto, di unaliquota numericamente importante della popolazione.
La stessa P.M.I. italiana che rischia un de profundis, quella fragile ossatura
produttiva poco interessata a ricerca e innovazione e abituata a giocare in difesa,
che percorre il paese dal triveneto alle valli lombarde, gi da tempo messa in crisi
dalla globalizzazione, dalla concorrenza degli emergenti e schiacciata oggi nella
morsa dello spietato credit crunch bancario per la quale, oltre che per la solita
Fiat e i resti della grande industria privata, la conndustria si produce in lai e
lamentazioni nei confronti dellesecutivo in carica onde ottenere soccorso e nan-
ziamenti nata in parte signicativa grazie allintrapresa di operai specializzati e
di tecnici che si sono messi in proprio, allinizio con pochi capitali e con qualche
debito, con pochissimi dipendenti e in vecchi capannoni, proprio negli anni gra-
vidi di speranza del dopoguerra e nel ricordato trentennio.
In effetti, non certo per bont o per un rigurgito incontenibile di responsabil-
it sociale che le oligarchie dellepoca hanno deciso di allargare i cordoni della
borsa, ridistribuendo la ricchezza e consentendo alle amministrazioni pubbliche
di nanziare le grandi spese che il welfare in espansione comportava, con conseg-
uente limitazione dei protti.
In occidente la ricchezza stata parzialmente ridistribuita, a vantaggio dei sub-
alterni, per generare consenso e imporre un modello di capitalismo fra i tanti pos-
sibili nel quadro di un preciso conitto strategico planetario, dentro le logiche di
un mondo bipolare, tutto da giocare nei decenni del dopoguerra con linsidioso
concorrente sovietico, il quale rappresentava unalternativa reale e praticabile per una parte
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EUGENIO ORSO
dei subalterni allinterno della famiglia capitalistica no ad una certa epoca una sorta
di potente richiamo ideologico e unaltra, possibile, strada da seguire nel percorso che si cre-
deva e ancora si crede innito dello sviluppo economico, mantenendo la propriet pub-
blica del suolo, escludendo la grande propriet privata dei mezzi di produzione,
ma soprattutto impedendo il controllo privato della dimensione nanziaria e della
moneta a puro ed esclusivo benecio delle oligarchie dominanti.
Il vittorioso confronto con lUnione Sovietica e la parte del mondo a lei tribu-
taria non avvenuto esclusivamente con schieramenti di truppe in Europa, con
lequilibrio del terrore e il dislocamento di armi nucleari, attraverso i conitti in
molti casi per interposta persona e deniti ipocritamente a bassa intensit nelle
aree periferiche del mondo, ai conni dellimpero, ma si dispiegato sul piano
sociale opponendo al poco, ma garantito per tutti il pi convincente e allettante molto e
abbondante per la maggioranza, no a contagiare la stessa societ sovietica, contribuendo
a minarne la stabilit dallinterno con il cavallo di troia della promessa di promozione so-
ciale e di conseguimento dellabbondanza materiale, e a riscuotere per tale via consensi fra
le stesse popolazioni57 che vivevano dallaltra parte del muro.
La classe media glia di un compromesso fra stato e mercato che oggi appartiene
sempre di pi alla storia passata, ha rappresentato almeno in parte, estendendosi
a tutto loccidente avanzato, la realizzazione del sogno di una societ comunque
capitalista, ma caratterizzata dallemancipazione dei lavoratori e dal progressivo
prevalere dai colletti bianchi espressione di un raggiunto benessere materiale e
portatori della prospettiva futura di ulteriori miglioramenti, primi depositari delle
ormai defunte aspettative crescenti ed ha rapidamente acquisito unindubbia im-
portanza, non soltanto numerica, nella societ e per gli equilibri della politica.
Uno strumento utilizzato per falcidiare la classe media in tutto loccidente ric-
co e di antica industrializzazione, a partire dai suoi livelli pi bassi legati al lavoro
dipendente nel settore privato e in quello pubblico, e per ridurre le generazioni pi
giovani allo stato di classe povera pur avendo garantito no ad ora elevati livelli
di scolarizzazione stato quello dellintroduzione nellindustria, nei servizi e
nel settore delle pubbliche amministrazioni del lavoro temporaneo, essibile e a
tempo parziale.
Questo subdolo cavallo di troia ampiamente utilizzato dai neofeudatari glo-
bali che ha contribuito a ri-plebeizzare i ceti medi, in Italia come in Francia, in un
processo ancora in pieno corso indubbiamente il lascito della globalizzazione
che sta creando un grave problema sociale in tutto il nord e loccidente del mon-
do, al punto di far scrivere al coraggioso e autorevole sociologo italiano Luciano
Gallino, da sempre contrario al precariato e al lavoro essibile senza tutele, che la
essibilit glia primogenita della globalizzazione. Lo , si badi, non nel senso che esiste
un processo universale chiamato globalizzazione al quale le imprese debbono forzatamente
adeguarsi, ricorrendo, tra gli altri, allo strumento del lavoro essibile. Ma piuttosto nel
senso che la globalizzazione derivata dalla ricerca duna complessa riorganizzazione della
produzione, [] che per un verso premia le imprese che sanno usare la maggior quota di
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
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EUGENIO ORSO
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
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EUGENIO ORSO
Tornando al passato che abbiamo alle spalle, alla pi recente storia contempo-
ranea e al passaggio dalla precedente alla attuale fase capitalistica, in un ennesimo
dialogo con Luigi Tedeschi comparso su uno degli ultimi numeri del bimensile
di cultura, attualit e informazione Italicum, Costanzo Preve analizza il fenom-
eno della ri-plebeizzazione dei cos detti ceti medi e lo denisce come il paradosso
dellingratitudine.
Con le parole illuminanti di Preve:
Ed il paradosso dellingratitudine sta in ci, che le classi medie, che pure hanno
permesso alle oligarchie capitalistiche la piena vittoria contro il povero baraccone
dispotico egualitario subalterno del comunismo storico novecentesco realmente esis-
tito [], sono state ripagate dalle oligarchie vincitrici, che non avrebbero mai vinto
senza il loro appoggio decisivo, con il lavoro provvisorio, essibile e precario, con
let delle aspettative decrescenti, ed in poche parole con labbattimento del prolo
storico borghese classico, che Hegel individu nella famiglia e nella permanenza per
la vita intera del lavoro professionale stabile e sicuro, unico involucro possibile della
cosiddetta eticit62.
Per questo qualsiasi riferimento al possibile ritorno dello stato etico, in un con-
testo di crisi dagli esiti imprevedibili come lattuale, alletica dimenticata e travolta
da individualismo e utilitarismo che informano i comportamenti dei Signori della
mondializzazione e di riesso delle nutrite schiere di loro sottoposti, fa oggi paura
ai detentori del potere effettivo, ai pubblicisti del mercato e del neoliberismo, ai
paladini in mala fede di quella liberaldemocrazia venduta allingrosso come il mi-
gliore dei sistemi possibili.
Si preferiscono di gran lunga le fuorvianti e interminabili discussioni pubbli-
che propagandate periodicamente dai media con il duplice scopo di spostare
lattenzione dalle questioni sociali e di fare audience pur su argomenti non
secondari e di una certa rilevanza, non di rado di una certa complessit scientica,
quali la morigeratezza dei costumi, la lotta alla pornograa, lidratazione forzata
di persone in stato di vita vegetativa e di minima attivit cerebrale, leutanasia o
buona morte per i malati terminali.
Come se non bastasse, dopo aver usato e gettato le classi medie, le oligarchie
convertitesi in nuovi feudatari globali utilizzano questo momento di estrema dif-
colt e di angoscia per moltissimi, che sono prossimi al baratro o sono spaven-
tati dalla prospettiva della disoccupazione e dellesclusione, per rastrellare denaro
pubblico fresco, sotto minaccia di un clamoroso crollo a livello mondiale dei
sistemi bancari e della nanza internazionalizzata, che trascinerebbe con s, spro-
fondandoli nellabisso di un nuovo medio evo, leconomia reale, decine di milioni
di posti di lavoro e le speranze di ripartenza della produzione e dei consumi63.
Se nella seconda met dellottocento le oligarchie del tempo procedettero, dopo
la repressione della Comune di Parigi del 1871 e durante la grande depressione del
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
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EUGENIO ORSO
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
Credo che succeder questo. Che in settembre-ottobre avremo 700-800 mila posti
di lavoro in meno (un impoverimento per alcuni milioni di persone). Che taglier-
anno fondi alle universit con metodi furbetti parlando di merito e di efcientismo.
Che aumenteranno le tasse universitarie. Che i terremotati de LAquila non avranno
nuove case, con leccezione di una minuscola quota da mostrare in apertura di Tg1 e
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EUGENIO ORSO
Tg5. Che i precari passati da reddito poco a reddito zero diventeranno un eser-
cito. Che la crisi servir a giusticare lennesima mattanza sociale. Insomma, credo
che succeder quel che tutti dicono debba succedere: paura e casino.
Per una volta non peregrino misurare la societ con i meccanismi della doman-
da e dellofferta: la domanda molto forte. Domanda di stabilit, di difesa dalla crisi,
di qualit dellofferta scolastica. Domanda di uscire dalle tende. Domanda di ar-
restare lerosione di reddito e di diritti. Domanda di dignit per il paese (vero, papi?).
Domanda di fermare la ristrutturazione feroce attuata con la scusa della crisi. La
domanda non manca, ma lofferta inesistente. Credo che succeder questo, che
quando salter il tappo non capiremo al volo.
Ci siederemo l a leggere, che so, le pagelle della signorina Serracchiani. O annuiremo
al vecchio buon senso progressista di Bersani su musica di Vasco. O commenteremo le
astute strategie dalemiane di apertura allUdc. O leggeremo come fondi di caff le elucu-
brazioni di partitini inconcludenti che prendono il tre per cento se si presentano insieme
e il tre per cento a testa se si presentano divisi, miracolo dellaritmetica comunista.
Credo che ci siederemo comodi, tristi ma dignitosi. E quando comincer a volare
qualche sasso, e qualche schiaffone far sciak!, ci chiederemo esterrefatti: ehi, come?
Cosa? E dovremo reimparare da capo a scrivere e pronunciare la parola conitto.
E sarebbe anche ora.66
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Global class, Pauper class e Middle class proletariat
101
Eugenio Orso
Approfondimenti
Nessuna conoscenza
pu sdare leternit
[Crepuscolo,
II, giugno 2007]
Rottura dei vecchi equilibri sociali e essibilizzazione delle masse
Trattando largomento evocato nel titolo, con diretto riferimento alla rottura
dei vecchi equilibri, al conseguente instaurarsi di un nuovo ordine sociale e di una
nuova struttura di classe, ritengo che si renda indispensabile un breve chiarimento
preliminare.
Chi scrive accetta una denizione di classe sociale caratteristica del pensiero
politico e della sociologia del vecchio continente, una visione oggettivistica e
strutturale che consente di stabilire una linea di conne fa le classi e lascia mi-
nor spazio, rispetto a quanto accade nel pensiero sociologico nord americano,
allintraprendenza e allaffermazione individuali.
La classe pu quindi essere denita come un insieme di persone assai vasto,
che si trovano in una posizione simile nella struttura storicamente determinata dei fonda-
mentali rapporti politici ed economici di una societ, o che svolgono una funzione simile
nellorganizzazione globale di essa69 [].
Le principali differenze fra le classi cos denite riguardano, in linea con il pen-
siero del grande sociologo tedesco Max Weber, la ricchezza e il potere, ai quali
si aggiunge il prestigio sociale, pur potendo rilevare altri differenziali dal peso
non trascurabile quali lo stile di vita, leducazione e listruzione, la tipologia di
abitazione e, oserei aggiungere, in certi casi persino labbigliamento e le abitudini
alimentari.
Chiarisco che ricchezza e potere sono profondamente interrelati, ma non sem-
pre a maggior ricchezza corrisponde maggior potere decisionale e la stessa nozi-
one di potere va intesa in senso ampio, estendendo la visuale oltre i soli aspetti eco-
nomico-nanziari e non concentrando lattenzione esclusivamente sul controllo
delle risorse nanziarie e degli apparati industriali, tipicamente oggetto del pro-
cesso decisionale in un quadro di razionalit strumentale, in quanto il vero potere
risiede nella possibilit di inuire, attraverso decisioni cruciali assunte con piglio
quasi demiurgico, sulla riproduzione strategica della totalit sociale, e quindi sugli
aspetti culturali, sugli stili di vita, sui modelli di consumo adottati nella societ.
La denizione delle classi sociali da me accettata postula linterdipendenza fra
questi organismi allinterno di una struttura determinata.
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EUGENIO ORSO
Per tale via, si riconosce la classe come un organismo sociale che pu svilup-
pare azioni unitarie, con il maturare di determinate condizioni storiche, e si pu
spiegare il fenomeno dellantagonismo allinterno di una struttura propriamente
denibile di classe.
Va sottolineato, a scanso dequivoci, che la classe sociale non soltanto una
categoria sociologica, ma anche e soprattutto culturale, cosa quanto mai vera se
pensiamo alla vecchia classe borghese, al suo potenziale storico e al tipo biop-
sichico affermatosi nel corso dellottocento, in un quadro di profondi cambiamenti
di natura culturale e ideologica che ha segnato il secolo ed anche, in parte, quello
successivo.
Va evidenziato in modo chiaro che le differenze fra i singoli derivano in bu-
ona sostanza dallappartenenza a una classe piuttosto che ad unaltra e non certo
dallintraprendenza individuale come sostiene la sociologia nord-americana, pur
alla presenza di una formale parit sul piano giuridico ed anche se esiste la pos-
sibilit di una certa mobilit di tipo verticale.
Sul fatto che nella storia umana sia inevitabile, da qui alleternit, o meglio, dal
momento attuale alla ne del genere umano, la divisione classista delle societ non
posso non esprimere qualche riserva.
Certo che la tensione escatologia verso la ne della storia ha voluto dire, per
molti, lattesa dellinstaurarsi di una societ comunista senza classi, oppure pi
di recente lavvento dellultimo uomo incarnazione del mito liberaldemocratico
e mercatista, con democrazia e mercato denitivamente sovrani, o ancora le at-
tese del cos detto transumanesimo huxleyano, in cui scienza e tecnica prodigio-
samente sviluppate avrebbero consentito alluomo di trascendere s stesso, giun-
gendo ad una condizione sica e cognitiva decisamente postumana, con lapparire
allorizzonte di una sorta di oltreuomo non nicciano.
Scherzi a parte, pur non credendo allinevitabilit della societ classista, ritengo
che nella fase attuale del capitalismo speculativo [Preve], assoluto e denitivo
o totalitario [Badiale e Bontempelli] si vada prolando una nuova dicotomia di
classe e nel contempo rilevo che le teorie della straticazione sociale oggi operanti,
particolarmente quelle di matrice individualistica [il mercato regolatore e arbitro]
e funzionalistica [competenze e ruoli necessari per la riproduzione sociale e cul-
turale complessiva], rischiano di essere insufcienti per spiegare il mutamento in
atto nella societ, nonostante tutto il loro corredo di indici sintetici e di metodolo-
gie, nonch i copiosi ussi di dati statistici che ne alimentano i modelli.
Del resto, le stesse disuguaglianze, le disparit sociali, le differenziazioni che
hanno portato ad elaborare il concetto di classe e quello di struttura di classe, tanto
cari ai marxiani e ai marxisti, sono alla base delle teorie della straticazione sociale
di matrice liberale, diffusesi soprattutto nel pensiero politico e sociologico ameri-
cano, essendo tali disuguaglianze un fatto concreto, da tutti osservabile, che non
possibile negare o sottacere in societ propriamente e storicamente denibili clas-
siste, sulla base della loro stessa origine.
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Approfondimenti
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EUGENIO ORSO
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Approfondimenti
Il relativo equilibrio sociale raggiunto alla ne dei trenta anni successivi al sec-
ondo conitto mondiale, ha iniziato visibilmente ad incrinarsi durante gli anni
ottanta dello scorso secolo, e si denitivamente infranto nel decennio successivo,
a mutazione gi quasi compiuta di quelle lites che rappresentavano i dominanti
[Strategic e Upper Global class] e della parte alta e pi privilegiata dei ceti medi in
ascesa verso le straticazioni medie e basse della classe globale [Middle e Lower
Global class].
In un certo senso possiamo affermare, al di fuori di unottica sociologica di ispi-
razione marxista ortodossa, che se un tempo esisteva una classe di servizio im-
piegatizia70 non incaricata della produzione diretta di valore, ma del controllo dei
processi di produzione e che aveva un rapporto duciario con le direzioni azien-
dali e la classe superiore, nello spazio globalizzato, con le dovute cautele e un pi
alto tenore di vita lequivalente si pu trovare negli strati medi e bassi della classe
globale, essendo questi strati deputati al controllo di produzioni di beni, o sempre
pi spesso delle produzioni immateriali e culturali, e a livello nanziario incaricati
in cambio di ricchi premi e benet della stessa creazione di valore, ad esclusivo
benecio di una propriet privata e azionaria riconducibile in buona sostanza
al top globalista tornata dopo qualche decennio di relativo oblio al timone delle
imprese e degli organismi produttivi.
Si tratta, in sintesi e come ho gi chiarito in precedenza, dei tagliatori di teste
che ristrutturano e ristruttureranno le unit produttive falcidiando i posti di lavoro
in ossequio al supremo valore del dividendo, che creeranno e si occuperanno della
diffusione di nuovi prodotti della nanza derivata eredi dei famigerati CDO e dei
CDS71, per continuare le razzie sui mercati e il gioco dello scaricabarile con i ris-
chi crescenti, che diffondono e diffonderanno la menzogna neoliberista a mezzo
stampa e piccolo schermo, che imboniscono e imboniranno no allintontimento
le neoplebi con gli spettacoli di qualit scadente della televisione generalista, gli
sport di massa e afni.
Per tenere in riga questi soggetti privi di etica funziona bene la logica della
carota e del bastone, che prevede, da un lato, premi talora sproporzionati da un
punto di vista economico, onori accademici, risonanza mediatica, affermazioni per-
sonali che non sarebbero possibili in altri contesti culturali e sociali, ma, dallaltro,
espulsione dallarea del privilegio e del benessere, ostracismo, emarginazione in
caso di errori che danneggiano gli interessi dei dominanti, o di aperte ribellioni e
di dissensi conclamati.
E facile intuire che il peso relativo degli strati medi e bassi della classe globale
con funzioni di servizio, in rapporto allintero corpo sociale, e sar molto infe-
riore rispetto a quello che avevano, e in parte conservano ancora oggi nel periodo
di transizione al nuovo ordine, i vecchi ceti medi sopravviventi.
Rispetto a questi ultimi, che comprendevano la classe di servizio impiega-
tizia, gli strati medio e basso della Global class considerati congiuntamente sono
e saranno in rapporto di uno contro quattro o, meno ottimisticamente e pi re-
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EUGENIO ORSO
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Approfondimenti
Dalle enclosures del mille e cinquecento agli slums di disperati nelle citt industriali
della prima rivoluzione capitalista, no allItalia di oggi, in cui laumento incontrollato
dei prezzi, la mondializzazione delleconomia e il degrado nella gestione della cosa pub-
blica ri-proletarizzano una parte rilevante del cos detto ceto medio, nuove povert e
disagio sociale profondo non hanno mai cessato di farla da padroni.73
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EUGENIO ORSO
Nella corsa al ribasso dei salari il loro prezzo naturale tanto per usare espres-
sioni classiche e ben sapendo che la distribuzione della ricchezza un fatto emi-
nentemente politico, entro il limite della scarsit di risorse pu senzaltro ridursi
no alla soglia della mera sopravvivenza per lunghi periodi, od anche posizionarsi
al di sotto di tale soglia, come nel caso italiano, in cui diffusa lapplicazione di
una grande variet di contratti atipici, studiata a tavolino con piglio scientico e
proprio per questi ni da giuslavoristi prezzolati e di servizio, a partire dal pi
tristemente famoso: Marco Biagi.
Del resto e per quanto attiene ai paesi emergenti che hanno beneciato di un
lungo periodo di crescita economica e di accumulazione, al ritmo attuale si preve-
de che le retribuzioni medie dei lavoratori cinesi, o ancor peggio di quelli indiani,
raggiungeranno il livello che per ora riservato agli omologhi dei paesi ricchi
fra ben pi di mezzo secolo, anche se pi probabile che questo miglioramento
non si vericher mai e il fenomeno eclatante sar il crollo dei redditi da lavoro
dipendente nella parte del mondo a pi antica industrializzazione.
Non infrequente che politiche salariali a ribasso si combinino con il livello
scale, e nella fattispecie con sgravi per le fasce alte di reddito o con condoni pi
o meno mascherati per gli evasori [in particolare i grandi evasori]74, adducendo
come motivazione ufciale e come scusa della pi vieta propaganda politica la ri-
presa di quella economia che sempre di pi nelle mani della Strategic Global class,
e che negli ultimi due o tre decenni ha navigato nelle acque di una crescita econo-
mica drogata e fondata sul debito, in periodi espansivi, o nel procelloso mare della
crisi per le periodiche dbcles della dimensione nanziaria, dovute alla violenza
e allintensit che ha raggiunto lo scontro fra gruppi elitistici affamati di risorse.
E bene comprendere che la essibilizzazione delle masse continuer, nella parte
nord-occidentale del mondo dove ancora si concentrano i ceti medi e il lavoro pi
evoluto e pi specializzato, che le masse di lavoratori nei paesi emergenti non
otterranno decisivi beneci da uno sviluppo destinato a premiare essenzialmente
i gruppi di comando Orientali della classe globale, mentre il vasto strato propria-
mente Pauper nei paesi non in sviluppo sconter un ulteriore deterioramento delle
gi miserrime condizioni di vita e questo nch resisteranno alle perturbazioni,
che si susseguiranno in rapida sequenza, anzitutto le architravi nanziarie sulle
quali si regge il capitalismo ultimo e gi senescente, affetto da sclerosi economici-
sta e fonte delle maggiori ineguaglianze mai prodotte dalluomo.
Il capitalismo diventato assoluto, totalitario, speculativo nel raggiungere la
sua terza et, alla quale forse non se ne aggiunger una quarta, ma prima di estin-
guersi lentamente, o di implodere con violenza nel caso di unimprovvisa precipi-
tazione verticale degli eventi, far ancora danni rilevanti al capitale naturale che
utilizza, imponendo per ragioni di sostegno al protto riduzioni della biodiversit,
essenziale alla vita di umani e non umani, in vaste aree del mondo e contribuendo
alla velocizzazione dei mutamenti climatici che senza lazione antropica richiede-
rebbero tempi al di fuori della nostra portata.
112
Approfondimenti
Oltre ai disastri ambientali, inevitabili con il perdurare delle logiche che anima-
no la Global class da occidente ad oriente e muovono gli ingranaggi del capitali-
smo assoluto, altrettanto gravi saranno i danni sofferti dal capitale umano che i
globalisti vorrebbero controllare e utilizzare come una partita di merce, rendendo
ciechi e ricattabili miliardi di individui, impoveriti sia dal punto di vista cultu-
rale sia dal punto di vista materiale, ed in fondo per tale motivo proprio perch
intendevo mettere in evidenza con una sola, semplice e riconoscibile espressione
i due volti della povert che ho scelto di chiamare Pauper class la nuova classe
subalterna, la cui formazione accelerata dalla crisi sistemica globale.
Il processo di essibilizzazione delle masse in occidente, che porter a delineare
anzitutto i contorni dei primi due strati della classe povera, da me chiamati Middle
class proletariat e News Workers, ovviamente molto complesso e investe ogni aspet-
to della vita sociale e dei singoli, ma posso cercare di elencare sinteticamente gli
aspetti pi eclatanti di tale processo e gli strumenti utilizzati per raggiungere un simile
scopo:
- Aspetti ideologici e culturali [che discendono dalla diffusione del pensiero uni-
co]75
A) Neoliberismo inteso come ideologia a diffusione massiva, e al suo inter-
no il nocciolo duro mercatista.
B) Politicamente corretto, ad integrazione del neoliberismo, come descritto
dal losofo Costanzo Preve che ne individua con precisione gli elementi costi-
tutivi [vedi supra].
113
EUGENIO ORSO
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Approfondimenti
fragilit della struttura sociale e dal manifestarsi di nuove e vecchie paure colletti-
ve, che la crisi in atto amplica77 con conseguente estensione dellarea del disagio,
pu al contrario rappresentare unirrinunciabile occasione di protto per la Global
class sui mercati illegali e legali della droga e dei prodotti psicofarmacologici e
una ghiotta occasione per accelerare la demolizione del vecchio ordine sociale.
E bene spendere qualche parola in merito al crescente dilagare delluso di psi-
cofarmaci, che non di rado si pu mettere in relazione con stili di vita introitati, con
lirraggiungibilit, per moltissimi, dei modelli culturali e dei target sociali propo-
sti, con linstabilit esistenziale conseguente.
In tempi recenti, abbiamo assistito con troppa indifferenza allestensione del
controllo chimico e psicofarmacologico anche ai bambini cos detti difcili, iperat-
tivi e a quelli comunque sfavoriti, in un abnorme tentativo di normalizzazione:
La enorme diffusione degli psicofarmaci nelle cosiddette societ del benessere ha ormai rag-
giunto un livello di guardia. Il loro uso clinico sembra sempre pi sconnare in un abuso
patologico. Negli ultimi anni questo consumo compulsivo ha travolto anche i bambini, ai
quali vengono troppo spesso somministrati psicofarmaci per curare liperattivit, il decit
di attenzione, lansia, i fenomeni psicosomatici, i disturbi del comportamento alimentare,
del sonno, dellumore, e cos via. La pedagogia repressiva di stampo disciplinare sembra
dunque rinnovarsi chimicamente nel nome di un igenismo scientista che tende a ridurre i
sintomi del bambino a disordini da normalizzare, anzich assumerli - cos ci ha insegnato
la psicoanalisi - come manifestazioni particolari del loro inconscio.78
Pi in generale, si nota come la diffusione crescente di tali prodotti ben al di
l delle terapie prescritte nei casi di vere e proprie, conclamate malattie mentali
dovuta in parte signicativa a due fattori.
Il primo da porre in diretta relazione con lo sfruttamento del potenziale eco-
nomico di questo mercato e con le conseguenti pressioni commerciali, a puro sco-
po di protto e a benecio dei grandi produttori dietro i quali si staglia sempre
lombra della classe globale.
Il secondo rappresentato dalla necessit, per un numero crescente di persone,
di adattarsi a ritmi di vita innaturali e patogeni, se si considera che nelle societ
evolute, quale dovrebbe essere anche quella italiana, numerosissime sono le pre-
scrizioni di tali farmaci da parte dei medici generici su sollecitazione dello stesso
paziente, con conseguente proliferazione degli stati di dipendenza dal prodot-
to.
Tornando ad aspetti pi generali del ricordato processo di essibilizzazione, si
rileva come impoverimento culturale e impoverimento materiale non procedono
necessariamente di pari passo, nel nostro paese e altrove allinterno del cos detto
mondo ricco, ma sicuramente il primo contribuisce a creare i presupposti per il se-
condo, favorendo e velocizzando ulteriori discese nella scala sociale, e il secondo,
con distribuzioni della ricchezza squilibrate [generalmente ad esclusivo vantaggio
della Global class, detentrice in via diretta o indiretta del capitale], amplica gli
effetti negativi del primo.
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Un modo subdolo per procedere sulla strada della completa e rapida demoli-
zione dellimpianto sociale esistente quello di preparare il terreno alle nuove
generazioni, in un processo di progressivo adattamento ai ruoli ai quali saranno
destinate in futuro.
Gli stessi meccanismi di precariet-sfruttamento-esclusione destinati a sostitui-
re nel nord e nelloccidente del mondo il lavoro dignitoso e protetto ponendo
ne a quel doppio mercato del lavoro che per decenni ha differenziato nettamente
il primo dal terzo mondo non sono e non saranno certo neutrali rispetto a quella
nuova, sconcertante condizione giovanile che va emergendo con prepotenza in
larga parte dellEuropa ed anche nel nostro paese.
Recentemente in Spagna si parlato di Generacin ni-ni, ni estudia ni trabaja,
con esplicito riferimento ad universo giovanile che non riesce o non ha pi gli
strumenti culturali e le necessarie speranze per iniziare a pianicare il proprio
futuro79, come accade anche in Italia dove in uso la denizione di Generazione
X, cio generazione incognita, e il problema che sembra assumere unampiezza
preoccupante riguarda le fasce det dai 15 no ai 35 anni, limite superiore ricon-
osciuto della giovinezza.
Questo autentico default generazionale, che nulla di buono promette da qual-
siasi lato si guardi il fenomeno, mai come oggi legato allincognita di un universo
giovanile senza stimoli, senza idealit, senza nerbo e senza speranza, indifferente
davanti al proprio destino e privo di una coscienza politica e sociale.
Non si tratta soltanto dellazione di un effetto del lavoratore scoraggiato che in
periodo di disoccupazione crescente e sottoccupazione diffusa, come lattuale, col-
pisce particolarmente le fasce det pi giovani che si apprestano ad entrare nel
mondo del lavoro, perch dietro questo fenomeno sociale nuovo vi linquietante
aspetto del diffondersi di una passivit indotta fra i membri predestinati della
futura Pauper class, nelle sue straticazioni pi alte.
Anche questo effetto rilevante dovuto al processo di essibilizzazione delle masse
in corso, imposto dalle oligarchie globaliste nel quadro di un complessivo muta-
mento culturale, e allaffermarsi del mercato come meccanismo di razionamento
ed esclusione, che distrugge la prospettiva di un maggior benessere materiale fu-
turo e di un miglioramento della posizione sociale per strati sempre pi ampi della
popolazione, costretti a chiudersi in difesa dei residui scampoli di benessere mate-
riale e a guardare con angoscia crescente al futuro.
Per quanto riguarda specicamente lItalia e la fascia det pi signicativa,
compresa fra i 25 e i 35 anni, si rileva che su quasi due milioni di inoccupati, i
non attivi per scelta, o meglio, per resa generazionale indotta dallassimilazione
di modelli culturali debilitanti, sono circa settecentomila, e ci implica, di fatto,
laccettazione passiva di queste dinamiche, dei modelli e degli stili di vita proposti,
di questo nuovo ordine sociale calato dallalto in una sorta di esperimento epocale,
contro il quale non vi alcun accenno, da parte di costoro, di unaperta e cosciente
ribellione.
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Il fatto che i livelli di comando globalisti abbiano potuto prendere decisioni cru-
ciali per il nostro futuro, in questa Italia delle privatizzazioni, della demolizione
dellindustria pubblica, delladesione forzata alleuro e della politica spettacolo ad-
domesticata, ha avuto un peso determinante nella formazione della Generazione
X o Generazione n-n [n studia n lavora], in quanto le decisioni cruciali non
hanno riguardato esclusivamente materie economico-nanziare, ma la stessa ri-
produzione considerata nella totalit sociale, e quindi anche negli aspetti culturali,
ideologici e di costume.
Allassenza di prospettive concrete, per gli sbocchi occupazionali futuri e per
lassunzione di un dignitoso ruolo nella societ, si somma il mutamento antro-
pologico-culturale indotto nel quadro del processo di essibilizzazione, che dis-
trugge le vecchie scale valoriali, indebolendo le resistenze sociali e culturali al
neoliberismo e al mercato.
A questo punto dovrebbe risultare ancor pi evidente che la essibilizzazione delle
masse, in atto da un buon paio di decenni, prevede sia la essibilit del lavoro con
interventi in campo legislativo, giuslavoristico e contrattuale, in parte rilevante gi
realizzati e ampiamente metabolizzati dal corpo sociale italiano, ai quali si far
cenno in seguito sia il mutamento culturale attraverso limposizione di modelli
che distruggono la coscienza critica e la coscienza sociale, non consentendo che si
riproducano nella parte pi giovane della popolazione.
Inne, il vuoto generazionale che emerge anche dagli stessi dati statistici in
relazione alla disoccupazione giovanile e al peso degli inoccupati per scelta, im-
plica e implicher soprattutto in futuro un vuoto sul mercato del lavoro che sar
inevitabilmente occupato da altri, animati da minori pretese gli immigrati e i loro
gli in un progressivo gioco al ribasso, per quanto riguarda i diritti dei lavora-
tori, le protezioni sociali e i livelli retributivi.
E ovvio che c un legame, un l rouge neppure tanto sottile, fra la nuova con-
dizione giovanile caratterizzata da passivit e rinuncia, la diffusione del consumo
di sostanze stupefacenti e il crescente uso di psicofarmaci, e questo legame nasce
dallattivazione di sosticati meccanismi di condizionamento, che non riguardano
soltanto i giovani.
Secondo un amico di vecchia data, un losofo socratico [non scrive una sola
riga ] e viaggiatore per vocazione di nome Mauro Zaplotnik, con il quale solita-
mente intrattengo lunghe discussioni, in prevalenza notturne, su questi ponderosi
argomenti, la simbolizzazione della realt su simboli non propri, ma indotti, purtroppo
completamente riuscita.
Pur non condividendo no in fondo lestremo pessimismo del mio interlocutore,
il quale crede che abbiamo ormai oltrepassato la soglia del non ritorno e siamo agli
albori di una nuova specie di schiavi autosussistenti80 destinata a popolare un
futuro da incubo, so bene che nellepoca del capitalismo speculativo si sono affermati con
prepotenza simboli alieni, non legati alle origini culturali delle persone e alle tradizioni
locali e non certo giusticati dalle esigenze di vita dei singoli.
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vezza di un altro. La riforma del modello contrattuale vuole suggellare questa situa-
zione. Distruggendo il contratto nazionale e limitando la contrattazione aziendale
al rapporto tra salario e produttivit, essa punta a selezionare una nuova specie di
lavoratori super essibili, super obbedienti e super impauriti. E per il sindacato resta
la funzione della complicit, come scritto nel libro Verde del governo.
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che il mercato del lavoro pu offrire se dotato duna pi ricca strumentazione che lo
avvicini agli assetti in atto negli altri paesi europei.84
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qualche utilit in passato per introdurre i giovani nel mondo del lavoro e antica-
mera, ai vecchi tempi, per lottenimento del contratto a tempo indeterminato.
Tale contrattualistica, venduta come innovativa e salvica per loccupazione,
ha avuto ampia diffusione nel pubblico e nel privato, rappresentando ormai la
normalit quotidiana e la tipicit per le generazioni pi giovani, per moltissime
donne e molti meridionali, ma pu costituire la misera, spesso soltanto tempora-
nea alternativa alla disoccupazione per una parte dei lavoratori pi attempati, che
nel nord del paese perdono un posto di lavoro dignitoso no a pochi anni addietro
considerato stabile, sicuro.
Se consideriamo anche la essibilit delle prestazioni e degli orari che investe i
rapporti di lavoro stabili, oltre che i lavoratori temporanei e atipici e gli occupati
nelleconomia informale [il sommerso ampiamente tollerato e ufcialmente
combattuto], si va ben oltre il dato presentato nel 42 Rapporto annuale sulla situa-
zione sociale del Paese del Censis per il 2008 e riferito allanno 2007, che stima la
percentuale dei lavoratori essibili al 11,9% degli occupati, con la essibilit che
dilagata per anni [come sembra ammettere lo stesso Censis] cambiando il volto del
mondo del lavoro.
Gli attori politici nazionali, per supportare gli attacchi ai diritti dei lavoratori e
preparare il terreno a nuovi rapporti di forza fra il lavoro e il capitale, a tutto van-
taggio di questo ultimo, hanno fatto largo uso di retorica, propaganda neoliberista
spicciola, velate minacce sociali, autentiche menzogne, cooptazioni di importan-
ti esponenti sindacali, e si sono distinti per un utilizzo spregiudicato delle consu-
lenze in materia di riforma del diritto del lavoro, con laggiramento dello Statuto
dei Lavoratori [legge n. 300/ 1970] tuttora in vigore, ma sempre di pi ridotto a un
simulacro.
Quanto precede riguarda sia gli esecutivi di Prodi, o comunque espressione del
centro-sinistra, sia quelli berlusconiani, con esponenti del calibro di Treu, Maroni e
Sacconi che hanno legato indissolubilmente il loro nome a precariet e essibiliz-
zazione, fonte di crescenti ingiustizie sociali e di un complessivo depauperamento
materiale e culturale nel paese.
La dicotomia politica Destra/Sinistra di previana memoria, in tale caso, ha pa-
lesemente rivelato tutta la sua inconsistenza e falsit, perch gli aggregati sistemici
di centro-destra e di centro-sinistra hanno dato ambedue apporti determinanti dal
1993 ad oggi, con piglio bypartisan, nei vari passaggi necessari a diffondere la
precariet del lavoro in Italia, quali agenti e incaricati locali per conto terzi del
processo di essibilizzazione delle masse.
Alla progressiva abolizione dei diritti dei lavoratori, e pi in generale delle am-
pie tutele sociali assicurate nella precedente fase capitalistica, si accompagna un
mutamento culturale indotto di assoluto rilievo in grado di trasgurare il volto
dellEuropa [non soltanto quello della periferica e succube Italia] no a renderlo
irriconoscibile mutamento che il losofo Costanzo Preve ha mirabilmente de-
scritto in una sua brillante e contestatissima opera:
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Ogni elevazione del tipo uomo stata no ad oggi opera di una societ aristo-
cratica e cos sar sempre: di una societ cio che crede in una lunga scala dellor-
dine gerarchico e in una difformit di valore tra gli uomini e che ha bisogno, in un
certo senso, della schiavit.
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Luomo aristocratico sente se stesso come colui che determina i valori, non gli
necessario ottenere il consenso, egli stabilisce: ci che mi dannoso dannoso in
s, egli si conosce come colui che d in generale valore alle cose, egli colui che crea i
valori. Egli onora tutto ci che riconosce in s: una tale morale autogloricazione.
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cendo, con la rapida espulsione dai beneci che questa appartenenza comporta di
tutti quelli che risultano sempre meno utili al mercato onnivoro.
A pensarci bene, basterebbe la nostra quotidiana esperienza per suggerirci la
conclusione che questo terribile dio, il quale regola dallalto i processi di mon-
dializzazione economica, prima di tutto uninvenzione di grande successo se-
mantica91, come potrebbe convenientemente aggiungere Serge Latouche che ha
sviscerato la questione pi di ogni altro che nei fatti regala ai Signori della mon-
dializzazione, cio al livello strategico della classe globale, il controllo sui destini
dei popoli e delle nazioni e consente loro di modellare, secondo interessi particola-
ristici, lorganizzazione delle societ umane.
Si applicano le leggi del mercato per abrogare, nel concreto, le leggi dei vecchi
stati, nazionali o federali che siano, o per marginalizzarle no alla desuetudine, e
ancor pi spesso al ne di subordinarle alle stringenti regole ssate dagli Organi
della mondializzazione quali FMI, Banca Mondiale, WTO e Unione Europea ai
quali si afda limportante compito di promuovere la globalizzazione economi-
ca, linternazionalizzazione della nanza e del capitale produttivo ed espandere
per questa via il potere, trasversale e assoluto, della Strategic Global class.92
E chiaro che quando usiamo sbrigativamente la parola mercato intendiamo,
implicitamente e quasi per default, il libero mercato con respiro ormai planetario
ben oltre le intenzioni del padre riconosciuto del liberismo, Adam Smith, per le
sue implicazioni culturali e sociali e non una qualsiasi altra forma che potrebbe
assumere in futuro, o che abbia assunto in altra epoca della storia passata, il mer-
cato stesso.
In linea di massima e pur con qualche riserva concordo con David Korten, quan-
do scrive: Il punto in discussione non il mercato in quanto tale. E evidente che unecono-
mia senza mercato destinata al fallimento, come dimostra lesperienza sovietica. Si tratta
invece di fare una netta distinzione fra mercato e libero mercato.[] Il successo del mondo
occidentale nellultimo conitto mondiale e nellimmediato dopoguerra non deriva dal libe-
ro mercato, ma da un patto istituzionale che ha cercato di garantire un equilibrio fra stato e
mercato, che venivano considerati responsabili dellinteresse pubblico in pari misura.93
Quello del libero mercato prima di tutto un dogma, un precetto da osservare
e il prodotto di unideologia con caratteri religioso-messianici94 generata dai casca-
mi della dottrina economica liberista, assieme allutile compendio politico della
teoria e del pensiero liberale che si vuole imporre, attraverso la trappola delle
nuove regole del commercio internazionale e i processi di democratizzazione
delle societ in senso occidentale, od anche manu militari, al genere umano tutto
e nel concreto un meccanismo apparentemente impersonale di razionamento
nella distribuzione dei beni e dei servizi, nonch di spietata esclusione di fasce
sempre pi ampie della popolazione, allinterno dei paesi occidentali, e di interi
popoli altrove nel mondo dai beneci di uno sviluppo inteso esclusivamente in
chiave economica, sulla scorta del puro e semplice accrescimento delle quantit di
beni prodotti e consumati.
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Tutti i passi che riporter in seguito nel testo evidenziati con il corsivo fanno
parte di un libro, dal titolo Capire leconomia, scritto dai due citati autori e edito in
Italia da il Sole 24 ORE S.p.A.99
In primo luogo, deve essere chiaro un punto fondamentale che riguarda il fun-
zionamento del mercato: Tutti gli acquirenti e i venditori in grado e desiderosi di pagare
il prezzo di equilibrio (o qualcosa di pi) otterranno i beni voluti, gli altri no. [] Pertanto
il mercato, stabilendo un prezzo dequilibrio, ha in effetti allocato i beni a certi acquirenti
escludendone altri.
Ecco la prima verit: chi non pu pagare almeno il prezzo di equilibrio escluso
senza appello dai consumi, come del resto i venditori che non ce la fanno a vendere
a quel prezzo sono esclusi dagli affari.
Ci sono anche dal lato dellofferta, facendo diretto riferimento ai produttori,
svariati casi in cui i pesci grandi mangiano i pesci piccoli, e questo soprattutto
dopo lavvio della fase attuale della globalizzazione economica, in cui le produ-
zioni a basso costo sostenute dal grande capitale nanziario libero di muoversi in
tutto il pianeta, ma concentrato nelle mani private della classe globale occidentale
o dei globalisti orientali emergenti, hanno accentuato la tendenza a monopolizzare
il mercato, riducendo ulteriormente gli spazi per la concorrenza locale.
Posso citare a tal ne, a titolo desempio e senza un preciso ordine dimportan-
za, la situazione dei piccoli agricoltori indiani messi fuori del mercato in seguito
alla cos detta rivoluzione verde, che ha favorito i grandi produttori, le produzioni
industriali basate su colture intensive a scapito degli interessi locali e della stessa
biodiversit, oppure la situazione nella quale versa la piccola e media industria ita-
liana, non di nicchia e super-tecnologizzata ma ancora largamente occupata nelle
produzioni tradizionali, a causa della concorrenza asiatica sleale e planetaria.
Ne consegue che il mercato , in tal modo, un mezzo per escludere certe persone dal-
lattivit economica [] nei fatti, un meccanismo di razionamento.
Un meccanismo di razionamento che, per, risulta pi efciente delle vecchie
tessere annonarie si affrettano in seguito a precisare i due autori anche se non
ci si occupa, lasciando tutto nelle sue mani e afdandogli il compito di regolare le
vicende umane, della vera origine delle insufcienze di reddito alla base di tale
esclusione, che chiaramente non pu che risiedere nel processo di distribuzione
dei redditi stessi, il quale dovrebbe rappresentare una decisione eminente politica,
nei limiti delle risorse scarse a disposizione.
Si nota che qui la decisione politica non assente, ma al contrario di grande
rilevanza ed a monte, avendo deciso i livelli di comando globalisti di attivare e
imporre a tutti un simile meccanismo apparentemente impersonale che si vor-
rebbe quasi super partes semplicemente per spostare ingenti quantit di risorse
nei loro forzieri.
Inoltre, il sistema dei prezzi che provoca il razionamento gode di due grandi
vantaggi, a detta dei citati economisti: assai dinamico e si autosostiene (self-enfor-
cing).
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Rotta di classe
Non ho trovato espressione migliore di quella che costituisce il titolo del pre-
sente approfondimento per denire gli eventi politici, economici e sociali che han-
no contribuito a preparare il terreno per una profonda trasformazione nel tessuto
della societ di alcuni dei maggiori paesi dellEuropa occidentale lambiti dallonda
del cambiamento politico e culturale, fra la seconda met degli anni settanta e la
prima met degli anni ottanta dello scorso secolo.
Si tratta di eventi ben noti, i cui effetti, negli anni successivi, hanno contribuito a
segnare la ne di quello storico fenomeno universalmente noto come lotta di classe
fra borghesia e proletariato, passato attraverso diverse e alterne fasi, dalla ottocen-
tesca economicizzazione del conitto alla rivoluzione bolscevica ed alla successiva
e relativa emancipazione della classe operaia in occidente dopo la seconda guerra
mondiale, per giungere no a quella che ormai una realt: la scomparsa della
classe operaia, salariata e proletaria.
La lotta di classe ha avuto una portata epocale ancor oggi percettibile, pur con
gli echi che sono inesorabilmente destinati a sfumare, ed ha trovato la sua massima
manifestazione nellautentico colpo di mano leninista dottobre, qualche mese
dopo la rivoluzione del febbraio 1917, provocando la caduta dellefmero gover-
no dei mescevichi, dei cadetti e dei socialisti rivoluzionari in Russia e imponen-
do successivamente al capitalismo, assieme al dispiegarsi degli effetti della prima
grande depressione del secolo precedente [1873-1896] e successivamente a quelli
della depressione del 1929, una profonda revisione dei suoi meccanismi, delle sue
logiche nella distribuzione della ricchezza e delle sue stesse strategie, revisione che
ha segnato indelebilmente gli assetti sociali e politici nei decenni successivi della
storia dEuropa.
Il novecento, in una sintesi estrema, stato il secolo in cui il conitto sociale fra
le due classi della borghesia e del proletariato ha avuto la sua pi ampia manife-
stazione, e nel contempo il secolo in cui si sono nate, nellEuropa epicentro di tutti
i conitti e campo di battaglia convenzionale e sociale, le alternative al modello
capitalista anglosassone, o meglio anglo-americano, e alla democrazia liberale sul
piano politico, rappresentate dal comunismo sovietico, dal nazismo e dal fasci-
smo.
Infatti, nel vecchio continente in declino si sono realizzati compromessi che
hanno cambiato il volto delle societ [keynesismo assistenziale, socialdemocrazia
nordica, nascita del welfare, ecc.] e in cui il ricordato fenomeno si esaurito, al
punto tale che oggi, agli albori del terzo millennio, possiamo riconsegnarlo intera-
mente alla storia.
Nel ventesimo secolo il capitalismo ha conosciuto concretamente grandi cam-
biamenti, non certo connati nei modelli teorici che hanno cercato di spiegarne le
mutazioni o di anticiparle, ed ha visto laffermazione delle corporate e la separa-
zione della gestione dalla propriet dellimpresa, il compromesso fordista, leco-
nomia dal lato della domanda, lo stato assistenziale, lalternativa rappresentata
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dal capitalismo di stato sovietico, e poi il monetarismo, leconomia dal lato dellof-
ferta, no a giungere, a partire dallultimo quarto del secolo, a quella che sembra
essere diventata la sua forma denitiva, cio il liberismo planetario pi sfrenato
e laffermazione del capitalismo assoluto, di matrice squisitamente americano-
anglosassone, senza ridistribuzione della ricchezza.
Se il diciannovesimo secolo stato il secolo della borghesia, con laffermazione
del primo capitalismo propriamente denito borghese e laffermarsi dei costumi
della classe allora dominante, il ventesimo secolo, oltre a conoscere le trasforma-
zioni del capitalismo in forme pi sosticate e avanzate di quelle originarie o
in modelli alternativi oggi collassati, ha rappresentato il secolo in cui ha fatto de-
nitivamente irruzione sulla scena della storia la classe operaia e proletaria, le cui
istanze sul piano sociale e politico non hanno pi potuto essere ignorate o represse
con una certa facilit, e con la quale le lite dellepoca hanno ingaggiato lotte mor-
tali, o cercato talora necessari compromessi.
Londa lunga della lotta di classe inizi ad esaurirsi, nel vecchio continente,
quando la cos detta guerra fredda stava volgendo al termine, no a trasformarsi
in una rotta di classe che avrebbe avuto effetti rilevanti, se non drammatici, antici-
pando di alcuni anni la piena e denitiva vittoria del modello di capitalismo anglo-
americano, versatile ed evolutivo, su quello dellantagonista sovietico.
Da un capo allaltro dellEuropa occidentale, dalle isole britanniche al
Mediterraneo, dalla Gran Bretagna conquistata dai conservatori e preda di un nuo-
vo liberismo monetarista, allItalia ancora sotto legida democristiana, attraversata
dagli scandali, dalla sedizione di poteri occulti e massonici, dal rampantismo
riformista craxiano e da ondate di scioperi, dai minatori di Scargill a partire da
quel di Cortonwood101 in una lotta mortale con il governo britannico no alle avan-
guardie operaie che picchettavano i cancelli degli stabilimenti FIAT a Torino, per
impedire ai crumiri di entrare, il cambiamento che si preparava era di portata
storica e lasciava presagire che niente sarebbe pi stato come prima.
La rotta della classe operaia e proletaria ha avuto nel nostro paese il suo pri-
mo, decisivo e non soltanto simbolico momento con la marcia dei quarantamila
quadri e impiegati FIAT, guidati da quel Luigi Arisio che era alla guida del coordi-
namento dei capi e dei quadri dellazienda e che in seguito diventer senatore re-
pubblicano, a Torino il 14 di ottobre del 1980, dopo pi di trenta giorni di sciopero
con picchetti e concreti impedimenti ad entrare negli stabilimenti.
Pur essendo lantefatto di natura sindacale, rappresentato dalla prospettiva di
un lungo, estenuante periodo di cassa integrazione e dalle minacce di una cospi-
cua riduzione di personale, annunciati dallazienda nel settembre del 1980 in pi
riprese per bocca dellallora responsabile delle relazioni industriali della FIAT,
Cesare Annibaldi, che avrebbe voluto mandare prima licenziare e poi mandare in
cassa a zero ore, per un anno e mezzo, ventiduemila operai e duemila impiegati
[5 settembre], ed espellere oltre quattordicimila dipendenti dal processo produtti-
vo [10 settembre], privilegiando in uscita, secondo una prassi ormai consolidata,
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Cera una volta la scala mobile. Cera un sistema per cui allaumento dellina-
zione corrispondeva automaticamente e immediatamente un aumento dei salari. Se
quel sistema ci fosse ancora oggi non ci sarebbe quel distacco fra salari e aumento
del costo della vita che penalizza cos fortemente i lavoratori, Ma non c pi. Messo
sotto accusa agli inizi degli anni 80 esso ha subito un colpo esattamente 17 anni fa,
il 14 febbraio 1984, il giorno di S. Valentino.102
Ladeguamento automatico della retribuzione al costo della vita, sulla base del-
lindice dei prezzi al consumo e delle variazioni degli stessi intervenute nel pa-
niere dei beni e dei servizi considerati, oltre ad aver garantito per alcuni anni un
certo recupero dellinazione, costituiva forse il principale argine di difesa, per
il lavoro dipendente, da una prospettiva futura di arretramento sul piano sociale
che poi si purtroppo concretata la quale necessariamente prevedeva lo sposta-
mento di volumi di risorse sempre pi ingenti dal lavoro al capitale.
A partire dalla met degli anni settanta, il meccanismo protettivo della scala
mobile venne esteso dal settore industriale a tutti gli altri settori dattivit, sulla
base di un accordo, indubbiamente di grande momento storico-sociale, fra impren-
ditori e triplice sindacale, per loccasione unita negli intenti.
E bene ricordare che ladeguamento automatico delle retribuzioni al costo della
vita si inseriva perfettamente nel quadro di quel keynesismo assistenziale103 che
ha caratterizzato in misura signicativa il capitalismo occidentale del dopoguerra,
quanto meno no alla met degli anni settanta del novecento o poco oltre, e dun-
que anche quello italiano, ad economia mista come si diceva allora ponendo
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tasso dinazione, fatta dal governo allinizio di ogni anno, che avrebbe dovuto
determinare lentit degli scatti di contingenza e quindi dei relativi aumenti sala-
riali.
Il pretesto per tali manovre, che ebbe qualche eco anche allinterno della CGIL,
era lo spauracchio dellinazione che colpiva in modo particolare i lavoratori e
come conseguenza si diffuse la tesi, sostenuta furbescamente da riformisti, mo-
dernisti vari, sindacalisti gialli e afni, in base alla quale se si voleva moderare
la crescita del costo della vita non cera altra via che moderare gli aumenti delle
retribuzioni ...
La CGIL avanz la richiesta che fosse consentita la possibilit, quanto meno a
posteriori, di un recupero retributivo semestrale una volta vericata linazione
reale, rispetto a quella programmata, ma tale richiesta non fu accolta.
Nel frattempo vi furono scioperi e contestazioni nei confronti di chi, allinterno
del sindacato, sosteneva la linea di Carniti [con intenti molto vicini a quelli del
governo Craxi], ma anche questo serv a ben poco.
E stato lescamotage della predeterminazione, proposto dallallora segretario
della CISL e punitivo per lintero mondo del lavoro dipendente, che ha dato un
contributo rilevante allaccordo separato di San Valentino, accettato anche dalla
condiscendente UIL e dai socialisti della CGIL di Ottaviano Del Turco, concretatosi
in un celebre decreto del governo Craxi, successivamente convertito nella legge n
219 dello stesso anno.
Il risultato concreto fu, proprio in quel 1984 in cui si comp il misfatto, linizio
dellapplicazione delle nuove regole e il taglio di alcuni punti della scala mobile.
Ma leffetto complessivo sul piano politico, sociale ed economico fu epocale
nel nostro paese, con laffermazione di politiche economiche anti-sociali, promos-
se dai rampanti quarantenni lib-lab di Bettino Craxi usciti vincitori dalla svolta
del Midas del 1976, allinterno del PSI105, e portatori di quel contagio liberista
che diffondendosi, negli anni successivi ha colpito e trasformato lintera la sinistra
italiana, con la vittoria della Conndustria che da tempo brigava contro la scala
mobile in quanto ridistribuiva quote di reddito a scapito del protto, con la rottura
dellunit sindacale, linizio della prassi degli accordi separati, e linevitabile con-
tinuazione della rotta di classe, iniziata in seguito alla marcia dei quarantamila
del 1980.
Con il senno di poi possiamo affermare che ben poco efcace fu, allatto pratico
e sul piano politico, loceanica manifestazione di protesta, la kermesse di Roma or-
ganizzata dai comunisti poco dopo il blitz di San Valentino, per dare una risposta
di piazza alla manovra craxiana, con quel Enrico Berlinguer, leader ormai storico
e carismatico che sarebbe scomparso dopo pochi mesi, e laltrettanto rispettato
Luciano Lama in prima la.
Si tratt di una semplice presenza, pur oceanica e ingombrante, e di una testi-
monianza, per quanto partecipata e sentita dai manifestanti, ormai priva di conte-
nuti autenticamente rivoluzionari che anticipava le sempre pi stanche, ripetitive
143
EUGENIO ORSO
nelle forme e inani manifestazioni future, continuate anche dopo la morte dei par-
titi di massa e la ne delle vecchie classi sociali.
A distanza di anni da quegli eventi ha fatto seguito il protocollo dintesa fra
Giuliano Amato, il suo governo e le solite parti sociali, il 31 di luglio del 1992 nel
crepuscolo della prima repubblica, con il quale si sopprimeva e senza appello la
scala mobile.
Come ridicolo palliativo alla rilevante perdita di potere dacquisto per i redditi
da lavoro dipendente, che lintroduzione del truffaldino escamotage dellinazio-
ne programmata e la manipolazione della scala mobile per svuotarla di contenuti
hanno comportato, no alla denitiva soppressione del meccanismo da parte del
socialista [sar un caso? ] Giuliano Amato, stato introdotto dal 1992 il cos det-
to elemento distintivo della retribuzione, erogato a tutti i lavoratori dipendenti e
rappresentato da una misera somma mensilizzata che non ha certamente compen-
sato, essendo di poco pi di dieci euro mensili in valuta attuale, la rilevante perdita
dovuta alla soppressione dellindennit di contingenza.
Laltra storia da raccontare, per testimoniare la rotta di classe come fenomeno
europeo-occidentale e non soltanto italiano, la triste vicenda del lunghissimo
sciopero dei minatori britannici di Arthur Scargill e il braccio di ferro con il gover-
no inglese, risoltosi nei fatti a favore di questo ultimo, proprio nel pugno danni in
cui si sono compiuti, in Italia, gli eventi prima descritti.
Non sempre la scontta si accompagna alla resa, e questo il caso della lotta che
si svilupp per circa un anno, dal 1984 al 1985, nelle miniere del nord dellInghil-
terra, del Galles e della Scozia.
Gi nel 1972 i lavoratori delle miniere di carbone inglesi scesero in sciopero,
dopo circa mezzo secolo da quel 1926 che vide una grandiosa agitazione dei mi-
natori risoltasi con la loro scontta, ma nel periodo che va dal 1974 al 1979, no
allavvento della signora Thatcher, lallora governo laburista britannico assunse
posizioni morbide, cercando una mediazione, e si attiv per ristrutturare il settore
minerario.
Voglio riportare per intero, di seguito, il testo di un articolo carico di speranze
per lesito della contesa e per le sorti dei lavoratori in lotta, comparso sulla pagina
degli esteri del quotidiano Repubblica nel maggio del 1984 e rmato dal corrispon-
dente da Londra Paolo Filo della Torre, che ci rende bene lidea della drammaticit
dello scontro non paragonabile quanto a violenze e durezza della repressione
agli scioperi italiani nello stesso periodo e dellimportanza della posta in gioco:
LONDRA, 7 - Violenti scontri fra minatori e polizia hanno avuto luogo oggi
in Scozia. Il segretario generale della National Union of Miners Peter Heatheld
accusa il governo di impegnare le truppe per forzare il blocco intorno ai pozzi. Roy
Hattersley, vice-leader del Labour Party dichiara: La signora Thatcher considera
la vertenza per il carbone come una lotta mortale tra cani. E solo interessata che il
suo cane, il presidente dellente statale Mc Gregor, vinca. Non si cura delle ferite di
144
Approfondimenti
questo scontro crudele. La tensione sta montando perch le fonderie sono a corto di
combustibile e il governo per assicurare i rifornimenti di carbone, ha deciso di impe-
gnare alcune migliaia di policeman per permettere le operazioni di carico e scarico,
aspramente contestate dai picchetti. La battaglia pi dura riguarda lacciaieria scoz-
zese di Ravenscarig, vicino a Glasgow. La giornata festiva odierna stata caratteriz-
zata da quasi un centinaio di arresti e una diecina di feriti. Convogli di automezzi
hanno potuto forzare con laiuto della polizia il blocco dei picchetti e rifornire le
fonderie che potranno cos continuare la loro attivit. I giornali di destra danno come
vicina la resa dei minatori. Dopo due mesi e mezzo di sciopero, gli uomini del car-
bone sarebbero demoralizzati ed affamati, costretti a vivere con sussidi miserevoli,
isolati, contestati da alcuni dei loro colleghi, come, ad esempio, i lavoratori addetti
allacciaio. Alcuni osservatori paragonano questa agitazione a quella del 1926 che si
concluse in modo umiliante per il sindacato e per i suoi uomini costretti ad accettare
una drastica riduzione del livello di vita, decine e decine di migliaia di licenziamenti
e chiusure di centinaia di pozzi. Il paragone con il 1926 sarebbe pi realistico di quel-
lo del 1974 quando i minatori vinsero la loro battaglia con il governo conservatore di
Edward Heath. Ma la similarit con il 1926 concerne anche la polarizzazione della
scena politica britannica. Arthur Scargill, presidente del sindacato dei minatori, era
no a pochi mesi fa considerato un estremista, una bestia nera non soltanto per i
conservatori ma anche per i moderati del Partito laburista e dei sindacati. Oggi inve-
ce si nota una vasta convergenza di buona parte delle forze di sinistra sulle posizioni
dei minatori. Esponenti della destra laburista ormai partecipano alle manifestazioni
a sostegno dello sciopero, sindacati tradizionalmente poco propensi alle agitazioni
offrono ai minatori tutto il loro appoggio. Questo fenomeno confermato anche da-
gli ultimi risultati delle amministrative britanniche dove alcuni dei consiglieri pi
impegnati a sinistra hanno potuto ricevere un numero di voti altissimo. L ammi-
nistrazione di Liverpool, ad esempio, in aperto conitto con il governo. La linea
moderata del nuovo leader del partito laburista Kinnock, rischia di essere travolta. La
conittualit tende a montare nel paese. Scargill ha potuto convincere i suoi colleghi
del sindacato degli autotrasporti, quello dei ferrovieri e quello dei portuali ad effet-
tuare manifestazioni di protesta e a sospendere ogni possibile trasporto di carbone. I
camionisti che hanno oggi forzato il blocco rischiano provvedimenti disciplinari per
il loro operato. Anche i ferrovieri minacciano uno sciopero di tutta la categoria entro
la ne del mese. Altre agitazioni di carattere regionale sono gi avvenute nei giorni
scorsi. L intera Scozia potrebbe fermarsi per una giornata e vi sono pressioni perch
uno sciopero a sostegno dei minatori venga dichiarato anche a livello nazionale.106
Se fossimo in quel ormai lontano mese di maggio del 1984, dal tenore di questo
articolo avremmo potuto concludere che lo sciopero dei minatori sarebbe stato
destinato a cogliere qualche decisivo successo e ad estendersi a macchia dolio
negli altri settori dattivit, magari provocando la caduta o una vistosa perdita di
consensi del governo in carica, come accaduto agli inizi del decennio precedente,
145
EUGENIO ORSO
in cui gli scioperi in miniera diedero un contributo alla scontta elettorale dei con-
servatori nel 1974, seppellendo il governo del premier Edward Heath del quale la
Thatcher era limpopolare ministro dellistruzione.
Al contrario, nonostante la determinazione degli scioperanti e i numerosi epi-
sodi di solidariet durante lanno di lotte e di astensione dal lavoro, lUnione
Nazionale dei Minatori guidata da quel Arthur Scargill a sua volta discendente da
generazioni di minatori e fuori delle logiche compromissorie prevalenti del lib-lab,
stata isolata in un contesto di frammentazione della classe operaia e proleta-
ria, non ha ricevuto [e volutamente] il necessario appoggio dei laburisti di Neil
Kinnock e della maggioranza delle Trade Union, gi allora su posizioni morbide
e contrarie ad una lotta che ben poco aveva di riformista.
Le premesse di una tale situazione erano state poste gi nel periodo del governo
laburista, dal 1974 al 1979, anno della vittoria elettorale dei conservatori guidati
dalla lady di ferro e dellinizio di un nuovo corso, periodo in cui si concret
un patto sociale fra i lib-lab al governo e le Trade Unions che rappresentavano i
lavoratori una via compromissoria non sconosciuta anche in Italia, per altro
attraverso il quale, in cambio della lotta contro disoccupazione e inazione, della
riattivazione del diritto di sciopero con labrogazione della legge sulle relazioni
industriali ed altri interventi [poco efcaci, in verit] dellesecutivo di allora, si
chiedeva moderazione salariale per contenere gli aumenti delle retribuzioni
ben al di sotto dellinazione galoppante e autoregolazione per quanto riguar-
da gli scioperi.
Tali politiche, come gi allora era facile supporre, hanno comportato perdite di
potere dacquisto per il mondo del lavoro e beneci per la contro-parte sociale in
termini di contenimento del costo del lavoro per unit di prodotto e di sostegno al
monte dei protti.
Il riformismo politicamente corretto dellepoca, diffuso negli ambienti go-
vernativi britannici e fra i vertici sindacali, contribu ad una certa frantumazione
della classe operaia e lavoratrice britannica, concedendo aumenti salariali atti a
recuperare, o quasi, linazione e la perdita di potere dacquisto nei settori produt-
tivi strategici e per fasce protette, ma discriminando, nel contempo, i numerosi
lavoratori non protetti e operanti in altri settori.
Per tale via si incrin, se vogliamo usare ancora certe espressioni appartenenti
al passato, la compattezza di classe, indebolendo la rappresentanza politica dei
lavoratori, le loro capacit reattive e favorendo in tal modo il successivo e decisivo
attacco thatcheriano.
Dal canto suo, la Thatcher ha guidato il confronto con i minatori spietatamente,
con il piglio di un comandante militare che dopo un conitto esterno, quello per le
isole Falkland con lArgentina dei generali, affronta un pericoloso nemico interno,
totalmente indifferente davanti al migliaio di feriti, ai morti, ai quasi diecimila
arresti e alle conseguenze dellassedio sui lavoratori impegnati nello sciopero e
sulle loro famiglie, ad un certo punto senza reddito e strette dal bisogno107.
146
Approfondimenti
Vi erano certo motivi specici, nel duro confronto sociale, che hanno riguardato
un signicativo cambiamento nel modello energetico del paese, privilegiando
altre fonti di energia rispetto al carbone, e il numero dei minatori, ridotto drasti-
camente a circa duecentomila unit dalla Thatcher n dal momento della sua vit-
toria, allinizio del secolo superava il milione, mentre in anni pi vicini ai nostri si
progressivamente ridotto a poche decine di migliaia, in seguito alla chiusura di
molte miniere e alla dichiarata obsolescenza del settore.
Il processo di estinzione dei lavoratori delle miniere ha tolto di mezzo, in pra-
tica, la parte pi combattiva e meno contaminata da riformismo e lib-lab della
classe operaia e proletaria in Gran Bretagna, consentendoci di fare un sia pur cauto
parallelo con la situazione italiana, in cui i posti di lavoro nel settore auto della
FIAT sono stati progressivamente ridotti dallepoca della marcia dei quaranta-
mila e del taglio della scala mobile in seguito a sapienti ristrutturazioni e al
riposizionamento sul mercato dellazienda riducendosi oggi a poco o nulla, se
non si considera anche lindotto.
Limportante episodio storico di cui ci stiamo occupando ha rappresentato, pur
riconoscendo la caparbia, indomita resistenza dei lavoratori delle miniere inglesi,
gallesi e scozzesi, il vero inizio di una pi generale rotta di classe che non si sarebbe
pi arrestata nellEuropa del nord ed il contemporaneo affermarsi della visione
economica, politica e sociale, inesorabilmente liberista e monetarista, veicolata
dalle politiche thatcheriane, non senza qualche evidente e decisiva complicit del
riformismo politicamente corretto, di matrice lib-lab, maggioritario nei vertici
laburisti e sindacali di allora.
La ricordata visione di politica economica e sociale, imponendosi, ha pre-
parato il terreno alla successiva fase ultra-liberista e globalizzante, dalla quale
Margaret Thatcher stata esclusa perch contraria alladesione al progetto del-
lUnione Europea e alla moneta unica108.
Signicativo il fatto che le riforme della signora Thatcher, seguace di quel
Milton Friedman che ha sparso miseria nel mondo ed ha sperimentato la moder-
nizzazione delleconomia cilena anche contro gli interessi dello stesso dittatore
Pinochet, pur avendo causato disoccupazione diffusa quadruplicata gi durante
il suo primo mandato, 1979-1983 squilibri sociali evidenti e non avendo dato
limpulso sperato alleconomia britannica, non sono state azzerate dai successivi
governi, e ci vale anche per quelli laburisti di Tony Blair che hanno rappresentato
lapoteosi del liberal-laburismo di matrice anglosassone, con preminenza assoluta
della prima componente, e di una visione riformista decisamente subalterna nei
confronti degli interessi e delle ragioni di quel capitalismo assoluto e denitivo,
che oggi sembra regnare incontrastato in occidente.
In conclusione, la rotta di classe iniziata nei primi anni ottanta dello scorso se-
colo in Italia e in Gran Bretagna i due casi paradigmatici del profondo cambia-
mento sociale che si prospettava nellEuropa occidentale continuata durante
il decennio successivo, n de sicle in cui tutte le resistenze sono state debellate o
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EUGENIO ORSO
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Approfondimenti
Considerazioni nali
In chiusura della parte centrale della presente opera, a me afdata, voglio fare
alcune brevi e semplici considerazioni.
Oggi stiamo vivendo in un periodo di transizione dal vecchio ordine sociale al
nuovo ordine imposto dalle logiche del capitalismo speculativo e neofeudale,
nonch dagli interessi neodominanti sviluppatisi allinterno di queste logiche.
Un potere dotato di grandi risorse simboliche, di capitali ssi e mezzi nan-
ziari ingenti, di efcienti apparati di coercizione e repressione e di una capacit
apparentemente illimitata nel campo delle produzioni culturali, sta rapidamente
e scientemente smantellando lordine che caratterizzava la precedente fase storica
del capitalismo, per favorire il passaggio ad un nuovo e inedito ordine che gi si
delinea, nei suoi tratti essenziali, ma che non ancora giunto a compimento.
Scrivendo quanto precede, com ovvio, non faccio riferimento esclusivamente
alla penosa situazione sociale dellItalia, sempre di pi periferia dEuropa e sempre
meno importante nel contesto mondiale, ma anche e soprattutto a ci che sta ac-
cadendo nel resto delloccidente a guida americana, dove si annidano i veri centri
del potere e della decisione strategica, in questa prima fase della globalizzazione
che sta volgendo al termine.
Ma faccio riferimento, naturalmente, anche al resto del pianeta, in cui di recente
sono emersi nuovi e agguerriti gruppi di comando, appartenenti ad una classe
superiore nata dallaffermazione del capitalismo speculativo, assoluto, totalitario,
e in una prospettiva non troppo lontana neofeudale, che ho chiamato con espres-
sione da tutti riconoscibile Global class.
Le resistenze a questo processo epocale di riorganizzazione in atto da un punto
di vista culturale ed ideologico, ma anche da quello economico e della straticazio-
ne delle societ, si sono per ora manifestate su scala locale, o al pi nella dimensio-
ne regionale, in un confronto sproporzionato, decisamente ineguale e non di rado
sanguinoso fra le parti in causa, riettendo inevitabilmente la passata frammenta-
zione del mondo, cos come ci appariva nel vecchio ordine.
E probabilmente per questa ragione [od anche per questa ragione] che tali re-
sistenze non sono state decisive, no ad ora, ed anzi, hanno dato limpressione
di rappresentare semplici battaglie di retroguardia, pur legittime e condivisi-
bili, condotte con mezzi diversi ed a diversi livelli di scontro e opposizionali da
no-global, islamici, lavoratori dei paesi sviluppati e in sviluppo, popoli occupati
militarmente, non di rado votati ad una sicura scontta e allomologazione, se non
allesitinzione, a pi lungo termine.
Non ci sono, dunque, moltitudini comparse allimprovviso dal nulla di teorie
pur accattivanti e fascinose sul piano letterario, ma completamente slegate da con-
creti contesti storici, sociali ed economici.
Questi nuovi soggetti indisciplinati e desideranti, che cercano di conquistare
un impero di supercie planetario le cui strutture di potere sono quanto mai
vaghe, indenite, semplicemente non esistono.
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COSTANZO PREVE
Non c qui ovviamente lo spazio per discutere seriamente della losoa lyotar-
diana della storia, anche se le ragioni del suo relativo successo sono relativamente
facili da capire, trattandosi di una sosticata elaborazione del lutto in linguaggio
losocamente rafnato di una ben concreta delusione storica e politica di tipo
generazionale, la delusione della generazione del Sessantotto europeo e soprattut-
to francese passata in massa dalle escatologie immanentistiche di tipo trotzkista e
maoista allinserimento subalterno come ceto ideologico di servizio della globa-
lizzazione capitalistica neoliberale, vista come positiva ne della storia messa in
pericolo purtroppo dal permanere di uno scontro di civilt, con la triste necessit
di eliminare gli ultimi stati-canaglia (rogue states) che si oppongono a questo tran-
quillizzante esito.
Lyotard fu in proposito un vero precursore, perch non aspett il post-1968,
ma elabor un trauma sorto nel 1965, quando si sciolse il piccolo gruppo politico
francese Socialisme ou Barbarie. Questo gruppo si era costruito intorno allutopia
consiliare della autogestione economica e dellautogoverno politico integrale, che
in effetti esprime a mio avviso la losoa politica segreta dellutopia sociologica
monoclassista proletaria di origine marxiana assai meglio delle posteriori versioni
politiche (kautskismo, leninismo, stalinismo, trotzkismo, maoismo, eurocomuni-
smo, eccetera). Il crollo nella credibilit della fattibilit storica di questa integrale
utopia sociologica monoclassista proletaria sta alla base del disincanto post-mo-
derno, che infatti viene da Sinistra e non poteva venire che da Sinistra. La Destra era
gi infatti da tempo il luogo del disincanto, elaborato ovviamente in forme diverse
che non possono essere qui discusse per ragioni di spazio.
Il losofo italiano Benedetto Croce ha scritto che ogni storia sempre storia con-
temporanea, intendendo dire che anche quando parliamo degli antichi Egizi e degli
antichi Romani non possiamo fare a meno di ltrare linterpretazione che ne dia-
mo attraverso gli schemi politici e morali della nostra collocazione simbolica nei
conitti del tempo in cui viviamo. E allora inutile ricordare il fatto ben noto per cui
le categorie di Destra e di Sinistra sono sorte solo dopo il 1789. Si tratta di un fatto
notissimo, che non ci impedisce per di ricostruirci lintero passato attraverso una
sesta grande narrazione, dimenticata (non a caso) da Lyotard, la grande-narrazione
dello scontro epocale e metastorico fra una Destra Eterna ed una Sinistra Eterna.
Ho scritto non a caso. E infatti oggi la sacralit dellesistenza della dicoto-
mia Sinistra-Destra ha un carattere fortemente religioso. Si possono scrivere trat-
tati di ateologia, in cui i credenti vengono dileggiati come bambini che credono
ancora che esista Mamma Oca e la Buona Fatina. Si possono scrivere i libri che
sostanzialmente dicono che ci sta lilluminismo dietro Auschwitz ed Hyroscima.
Si pu scrivere che Marx stato alla base di una Grande Illusione Totalitaria, che
peraltro non era che lennesima secolarizzazione dellescatologia giudaico-cristia-
na nel linguaggio delleconomia politica. Si possono scrivere storie degli odori,
dei sapori, degli escrementi, del sesso orale ed anale, eccetera. Ma se qualcuno si
azzarda a toccare la sacralit della dicotomia Sinistra-Destra allora si attiva tutto
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primo luogo la richiesta di suffragio universale), mentre nella seconda fase socia-
lista si affermano esigenze di carattere pi apertamente sociale (scolarizzazione,
assistenza medica, assicurazioni sociali, contrattazione collettiva del salario diretto
e indiretto, eccetera), laddove solo nella terza ed ultima fase comunista la Sinistra
riesce a incorporare loriginario programma di Rousseau di vero e proprio riscatto
integrale della societ intesa come un tutto olisticamente espressivo. In base ad
una falsa coscienza di tipo ad un tempo deterministico e teleologico le tre fasi suc-
cessive sono concepite come un vero e proprio percorso unitario in tre tappe, e si
ha allora la sesta grande-narrazione dimenticata da Lyotard.
Il passaggio dalla prima alla seconda fase (da quella democratica a quella so-
cialista, cio), illusoriamente vissuta come progresso nelle visione teleologica
della storia del marxismo deterministico, vide in realt il costituirsi di quelle due
caratteristiche di integrazione sociale subalterna che si possono denire econo-
micizzazione del conitto (Bauman) e nazionalizzazione delle masse (Mosse).
Ladesione delle masse operaie, salariate e proletarie alla guerra fratricida del 1914
sembr vericare pienamente il processo di integrazione ottenuto con la sinergia
di economicizzazione del conitto distributivo e di nazionalizzazione patriottica
delle masse. Poi venne il 1917, che non fu a mio avviso unillusione messianica
destinata a trasformare la virt politica in terrore totalitario (Franois Furet) e nep-
pure linizio di una guerra civile europea (Ernst Nolte), ma fu linizio di un ten-
tativo storico, fallito ma anche reale, di costruire una societ alternativa a quella
capitalistica.
In questo quadro storico c uninteressante fatto culturale da segnalare. Mentre
nel campo della Sinistra non ci fu mai praticamente nessuno a negare lesisten-
za della dicotomia, nel campo della Destra questa negazione fu invece molto fre-
quente, in base ad una serie di motivazioni, che qui potranno essere utilmente
compendiate in due soli gruppi. Da un lato, coloro che sostennero la cosiddetta
teoria delle lites, per cui era assolutamente inevitabile che si formassero piccoli
gruppi dirigenti al vertice della societ, e questo proprio in ragione della enorme
complessit di gestione di una societ fondata su di una divisione sociale e tecnica
del lavoro sempre pi spinta, il che aveva come conseguenza che tutte le utopie
egualitarie di autogoverno politico e di autogestione economica integrale erano
destinate a fallire con conseguenti disillusioni collettive a catena (Mosca, Pareto,
Michels, Max Weber, eccetera). Dallaltro, coloro che partendo originariamente da
una concezione organicistica (o gerarchico-organicistica) della societ, elaboraro-
no in un secondo tempo questa concezione alla Menenio Agrippa con una teoria
tecnocratica di origine positivistica della direzione scientica della societ, che
essendo appunto scientica non poteva e doveva essere messa ai voti. Lintera
storia della losoa occidentale (a partire ovviamente dalla Repubblica di Platone)
fu saccheggiata per trovare antenati nobili a questa concezione.
La Sinistra in genere respinse virtuosamente questo doppio tipo di obiezioni
(inevitabilit sistemica delle lites e necessit di una direzione scientica com-
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ricista, se le parole hanno ancora un senso, colui che parte dallordine storico di
apparizione dei sistemi sociali e gli sovrappone lordine logico come suo raddop-
piamento teorico. Ma Hegel non fa cos. Ad esempio, per Hegel lo Stato (der Staat)
il fondamento (Grund) sia della famiglia che della societ civile, anche se nella
realt come a suo tempo sostenne Aristotele lo stato vero e proprio venuto
soltanto dopo che si erano gi storicamente costituiti i gruppi tribali e poi familiari.
Come si vede, in Hegel non c la fondamentale caratteristica dello storicismo, e
cio lidentit ontologica fra ordine storico e ordine logico.
Lo stesso avviene anche in Marx, erroneamente considerato da molti uno stori-
cista. Apriamo per esempio il primo libro del Capitale. Lunico pubblicato in vita da
Marx (gli altri due sono opera originale di taglia e cuci fatta da Engels nel 1885
e 1894). Se cominciamo dallultimo capitolo del libro, abbiamo lordine storico di
esposizione della formazione dei rapporti capitalistici di produzione, la cosiddetta
accumulazione primitiva del capitale. Ma questo solo lordine storico, che co-
mincia infatti dal fondo e non dal principio. Al principio c invece lordine logico,
che comincia dalla forma di merce pi semplice e pi astratta, una forma di merce
che in quanto tale non conosce le classi, e non conosce neppure la Borghesia e il
Proletariato. A suo tempo Louis Althusser consigli di saltare la prima sezione,
e cio il primo capitolo, e non conosco suggerimento tanto errato ed affrettato in
tutta la pur pittoresca e paradossale storia del marxismo occidentale.
Torniamo a noi dopo questo indispensabile dtour losoco. Se cerchiamo il
fondamento della societ capitalistica, il fondamento logico-ontologico intendo,
allora ne deriva che la struttura del modo di produzione capitalistico non sta essen-
zialmente (anche se ci fu un tempo storico in cui questo aspetto era prevalente) nel-
la scissione classista fra Borghesia e Proletariato, che furono allora solo momenti di
avviamento di questo razzo a tre stadi, ma nella generalizzazione non-classista
globalizzata della forma di merce stessa. E non solo nella forma di merce in gene-
rale, gi esistente anche in altri sistemi precapitalistici (e forse anche post-capita-
listici, il futuro assolutamente imprevedibile), ma proprio nella forma di merce
capitalistica, quella dotata di uno specico carattere dissolutore delle condizioni
ecologiche ed antropologiche della riproduzione umana.
Finch il sistema capitalistico caratterizzato dalla divisione in due classi esso
implicitamente debole e fragile. Se per esso si sviluppa secondo il proprio con-
cetto (inteso in senso hegeliano non come idea, opinione, eccetera, ma come realt
ontologica in sviluppo dialettico), esso tende ad un superamento delle classi an-
tagonistiche pur in presenza di un suo allargamento. E questo a mio avviso il
processo storico che comincia a svilupparsi nel mondo. Sviluppo, lo si noti bene,
che non avrebbe potuto compiersi nella forma in cui si sta compiendo senza aver
portato a termine prima un processo di metabolizzazione e di incorporazione nel
suo processo metabolico delle sue precedenti opposizioni e contestazioni storiche,
sia di quelle di Sinistra (rispettivamente democratica prima, poi socialista ed inne
comunista) che di quelle di Destra (tradizionalismo culturale, proteste della pic-
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sia la Croce che la Mezzaluna. Gli ex-comunisti, invece, sono usati ampiamente (al-
meno nch non si estinguer biologicamente questa generazione) come testimoni
dellerrore umano nel voler sostituire lutopia alla realt e il progetto prometeico al
sobrio principio di responsabilit.
Termino con una previsione: lantifascismo in assenza di fascismo e lanticomu-
nismo in assenza di comunismo hanno ancora davanti a s anni, e probabilmente
decenni. E frustrante per le singole vite umane di chi ha capito la follia di questo
meccanismo, ma evidentemente si qui di fronte a quei tempi geologici che a
volte la storia si permette di adottare.
7. Conclusioni.
Alcune caute ipotesi sul destino della dicotomia Sinistra/Destra.
Il futuro storico non prevedibile. Questo il punto da cui partire. Non quin-
di neppure possibile fare previsioni serie sullevoluzione della dicotomia Destra/
Sinistra. Si possono al massimo avanzare caute opinioni sugli scenari pi vicini.
Come ho scritto in precedenza, il meccanismo unico di riproduzione allargata
della nuova societ capitalistica senza classi post-borghese e post-proletaria ten-
de a creare per le sue funzioni sistemiche di legittimazione politica ed ideologica
un partito unico politicamente corretto. Ci che sta fuori da questo meccanismo
unico del politicamente corretto, e cio il Non-Corretto, rappresenta la secolariz-
zazione della buona vecchia nozione teologica di Male, anzi di Male Assoluto. In
questo Non-Corretto ci stanno elementi ideologici presi sia dal vecchio fascismo
che dal vecchio comunismo, quasi sempre unicati nella nuova dizione politologia
di populismo, storicamente forse impropria, ma molto efcace nella funzione
di demonizzazione. Per quanto riguarda la distribuzione sociologica ed elettorale
di tutte le componenti interne al partito unico, ho gi chiarito che si tratta di un
pluralismo del tutto siologico alla riproduzione globale del sistema, in cui gi
previsto che i poliziotti e i medici ricchi si posizionino a destra, i preti ed i com-
mercianti al centro, e gli operai salariati e gli insegnanti delle scuole secondarie a
sinistra. Questo pluralismo culturale deve per essere gestito e supervisionato
da quel doppio clero secolare (i giornalisti) e regolare (i professori universitari) di
cui ho parlato, integrato dal vecchio sotto-clero religioso che, come i pompieri,
chiamato in caso di emergenza.
In questo quadro largamente post-borghese e post-proletario, dominato da un
costume sociale post-etico, il cui principio tutto va bene (everything goes), da
integrare con il principio everything goes, if you have enough money, ed in cui ap-
punto la gestione delle norme etiche passa dai preti ai pubblicitari, la dicotomia
Destra/Sinistra non pi ovviamente in grado di orientare reali movimenti po-
litici. In Europa, ad esempio, il problema storico e strategico di questi anni lat-
teggiamento politico, militare e geopolitico da prendere verso la pretesa imperiale
unilaterale e per di pi messianica degli Stati Uniti dAmerica, e questo problema
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2. Deve per essere chiaro, contro ogni animalesco riduzionismo, che di per s
la Religione, lArte, la Scienza e la Filosoa (scritte volutamente in maiuscolo) non
sono ideologie, ma sono attivit permanenti delluomo in quanto essere ad un tempo
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(Spinoza, Kant, Hegel, Darstellungsweise di Marx, eccetera). Faccio solo notare che
soltanto un clima di buffoni sradicati pu non capire che i sistemi di Kant e di
Hegel avevano diversi ed opposti contenuti, ma avevano in comune la seriet della
fondazione sociale della verit losoca.
Il positivismo ha dato un colpo mortale, no ad oggi non ancora sanato, alla
seriet della interrogazione losoca in quanto tale. La losoa viene interamente
delegittimata come attivit veritativa, e per questo deve ripiegare negli apparati
universitari come attivit erudita, e/o come teoria della conoscenza (gnoseologia
ed epistemologia). Come ha correttamente compreso Lukcs, la gnoseologia la
teologia del capitalismo, in quanto non pi Dio, ma la Scienza a diventare il
principale fattore ideologico di legittimazione della sintesi sociale.
Per circa centoventi anni (1870-1990) il marxismo diventa praticamente il solo
luogo ideologico in cui la losoa pu sussistere al di fuori degli apparati univer-
sitari, pur incrociandosi (debolmente) con loro. La discussione losoca marxista,
pur inquinata dalla ideologizzazione partitica e dalla manipolazione degli appa-
rati nichilisti delle burocrazie prima socialiste e poi comuniste, si svolge infatti per
sua stessa natura al di fuori degli apparati universitari. Personaggi come Engels,
Lenin, Gramsci, Bloch, Lukcs, Korsch, Althusser, eccetera, sono impensabili al-
linterno degli apparati universitari. Persino loso marxisti che sono casualmente
dentro gli apparati universitari lo sono quasi sempre al di fuori dei riti di riprodu-
zione accademica.
Con la ne del dibattito organizzato, esauritosi in Europa occidentale fra il 1980
e il 1990, muore il luogo residuo per una pratica non universitaria della losoa. La
losoa cos consegnata interamente o ad apparati universitari di riproduzione
autoreferenziale, oppure a pagliacci mediatici (non pi di una decina per paese)
con accesso ben pagato alla televisione o alle conferenze sponsorizzate. La losoa
pu certo sopravvivere nelle coscienze individuali, ma rischia di perdere qualun-
que dimensione politica pubblica, se non nella forma interamente addomesticata
e controllata dei cosiddetti grandi intellettuali (ad esempio Habermas, Bobbio,
eccetera), che vengono deniti grandi unicamente perch grande la loro com-
patibilit con il sistema delle oligarchie nanziarie.
Il mio pessimismo sulla possibilit di restaurare in tempi non storici il ruolo cri-
tico-pubblico della losoa oggi come oggi totale. La losoa non certo morta,
ma solo perch non pu morire in quanto insita nellantropologia umana. Oggi
come oggi, per, ibernata.
175
COSTANZO PREVE
muoverci in due tempi. Primo, lo studio della genesi, della natura e della funzione
del Politicamente Corretto in generale. Secondo, la segnalazione, che sar parti-
colarmente scandalosa, delle forme principali in cui il Politicamente Corretto si
manifesta in Europa occidentale. Lelencazione sar necessariamente incompleta e
sommaria, ma sufciente per fare andare di traverso il cibo a tutti i politicamente
corretti che per caso leggano questo testo. Testo, peraltro, largamente autocensu-
rato per timore di fastidiose denunce penali, per cui ho scritto soltanto una piccola
parte di ci che penso veramente. Ma il lettore intelligente, certo poco numeroso
ma comunque esistente, riempir lui le caselle vuote.
176
Elementi di Politicamente Corretto
certo ruolo, sia pure sempre minore, nella legittimazione politico-sociale). Strillano
per contro i cosiddetti antiamericanismo ed antisemitismo, se appena qualcuno
gli tocca la religione americanista delloccidente e la religione olocaustica. Si tratta
solo di un passaggio funzionale ed ideologico da un tab ad un altro. Ma giunto
il momento di entrare maggiormente nello specico. Il Politicamente Corretto, in-
fatti, elabora la proibizione del tab e secolarizza linterdetto della bestemmia. E
tuttavia, questo non basta ancora, anche se necessario partire da questo presup-
posto ben compreso.
9. Il Politicamente Corretto ha dunque la sua genesi negli USA degli anni ses-
santa e settanta del novecento. Essa avviene in due momenti.
In primo luogo, la genesi vera e propria. Si tratta di un episodio interno alla cul-
tura radicale di estrema sinistra negli USA, dalla Vecchia Sinistra (old left), ancora
socialista e comunista di tipo europeo, alla Nuova Sinistra (new left), postsocialista
e postcomunista, scontta al livello della struttura, e che cerca una rivincita al
livello del costume, dei modi di pensare e della sovrastruttura, in particolare
per quanto concerne i quattro punti del sessismo maschilista, dellomofobia, del-
lantisemitismo antiebraico e del razzismo contro i diversamente colorati (neri,
amerindi, eccetera).
177
COSTANZO PREVE
10. Alla base di tutto, c lincapacit prima del socialismo e poi del comunismo
di diventare fattori politici rilevanti nella storia degli USA del novecento. A partire
da Sombart e da Weber esiste in proposito una riessione europea secolare. Essa
molto interessante, ma per ragioni di spazio impossibile occuparsene in questa
sede. La dar quindi per scontata, e partir nella mia riessione dal fatto che que-
sta assenza di socialismo e di comunismo negli USA (non parlo di testimonianze
minoritarie, cui va la mia massima stima ed ammirazione) un dato da cui parti-
re.
Chiamo Vecchia Sinistra Americana (old left) linsieme di movimenti che dal
1870 al 1960 circa ha cercato di trasformare prima il socialismo e poi il comunismo
in dato strutturale permanente della politica americana. Il fallimento stato totale
e tragico. Ma lo stato soprattutto per la violenza sistematica che ha reso possibile
questo sradicamento da parte degli apparati pubblici e privati. Questa violenza
sistematica costantemente nascosta dalla corporazione corrotta dei contempo-
raneisti e degli americanisti, per cui sembra che una generica opinione pubblica
americana abbia educatamente riutato le cosiddette ideologie totalitarie euro-
pee.
Niente di tutto questo. Data la struttura interna ed esterna dellimpero USA
sia il socialismo che il comunismo sarebbero stati comunque fenomeni minoritari
negli USA, ma non cos irrilevanti e residuali come sono stati e sono. La loro resi-
duale irrilevanza stata effetto di un processo pubblico e privato di violenza siste-
matica durato quasi un secolo, ignorato e minimizzato dai gruppi corrotti dei con-
temporaneisti e degli americanisti, senza parlare dei seguaci subalterni di Hannah
Arendt e compagnia bella. La leggenda bianca delleccezionalismo democratico
USA semplicemente laltra faccia complementare della leggenda nera che sta-
ta appiccicata alla vicenda globale del comunismo storico novecentesco realmente
esistito (1917-1991).
11. Negli anni sessanta e settanta si ha negli USA un passaggio dalla cosiddetta
Vecchia Sinistra alla cosiddetta Nuova Sinistra (new left), e su questo passaggio e
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Elementi di Politicamente Corretto
sulla sua natura bisogna richiamare lattenzione, perch l che bisogna cercare la
genesi storica ed ideologica del Politicamente Corretto.
Questo passaggio linsieme di due fenomeni distinti ma interconnessi: da un
lato, fu leffetto della spaventosa repressione privata e pubblica del ventennio pre-
cedente (1945-1965), che distrusse ogni possibilit di esistenza pubblica delle or-
ganizzazioni socialiste e comuniste di tipo europeo, e costrinse i residui militanti
a ripiegare sulle cosiddette lotte culturali (vi fu qui la prima ricezione america-
na di Antonio Gramsci, visto come il grande teorico comunista delle lotte nella
sovrastruttura); dallaltro, fu leffetto della demitizzazione del precedente mito
dellURSS, amplicato dopo il 1956 dalla destalinizzazione ufciale sovietica, ed
anche dal crescente benessere del livello di vita della classe operaia americana,
che tocc il suo punto pi alto nel 1973, e da allora sostanzialmente in caduta
costante (frutto anche del passaggio da un modello capitalistico prevalentemente
industriale ad un modello capitalistico prevalentemente nanziario).
Credo che anche agli USA si applichi nellessenziale la diagnosi di Augusto
Del Noce sullinsufcienza strutturale del progressismo storicistico nel capire la
natura riproduttiva della totalit capitalistica. A causa del fondamentalismo catto-
lico dellautore questa diagnosi nisce per applicarsi quasi solo alla povera Italia
provinciale del conitto simulato fra Don Camillo e Peppone e fra DC e PCI, ma
se la si estende e la si concretizza essa diventa illuminante anche per intendere i
tratti generali della new left americana. In breve: la sinistra (nulla a che fare con
le severe analisi strutturali di Marx) crede che il keynesismo in economia e la libe-
ralizzazione dei costumi nella cultura siano tappe di avvicinamento progressivo (e
di fatto stadiale) ad una societ socialista e comunistica (in senso umanistico ed
antistaliniano), in quanto crede che per sua stessa insuperabile natura il capitali-
smo si fondi su di un prolo razzista, omofobico, maschilista, sessista, autoritario,
eccetera. Di fronte al fatto inatteso, invece, che il capitalismo per la sua stessa natura
riproduttiva tende a superare il suo primo momento di instaurazione, effettivamen-
te razzista, maschilista, omofobico, sessista, eccetera, per poter allargare le sue basi
di consenso e di gestione attiva, includendovi appunto i neri, le donne, gli omo-
sessuali, eccetera, la sinistra resta priva di qualunque teoria di riferimento, non
sapendo neppure pi dove porre le sue basi culturali identitarie.
179
COSTANZO PREVE
14. La genesi teorica del Politicamente Corretto sta in una delle ennesime pro-
gnosi errate cui ci ha abituato la tradizione del pensiero marxista, e pi in genera-
le di sinistra. Esso si basa sul presupposto che si dice in lingua inglese wishful
thinking, e cio pensiero che scambia i propri desideri per realt storiche vincenti.
Tutti cadiamo ovviamente in questo errore, ma soltanto il pensiero di sinistra ha
elevato lIllusione ad Arte e Scienza.
Le diagnosi illusorie sono moltissime, ma qui ci limiteremo ad analizzarne sol-
tanto due, di cui la seconda in particolare quella che ci interessa maggiormente
in questa sede.
La prima illusione, intrattenuta purtroppo dal Grande Fondatore della Ditta,
e cio Karl Marx, sta in una diagnosi e prognosi del capitalismo basata sulla scia-
gurata previsione del suo crollo, dovuto ad un insieme di ragioni, che qui sinte-
tizzo in tre, scusandomi per non poter avere ovviamente lo spazio per esporle
in modo pi decente. Primo, il carattere rivoluzionario anticapitalista della classe
operaia, salariata e proletaria, vista come lavanguardia politicamente organizza-
bile del lavoro collettivo cooperativo associato, dal direttore di fabbrica allultimo
manovale, alleata con le potenze intellettuali sprigionate dalla grande produzione
industriale, denita da Marx con lespressione inglese General Intellect. Secondo,
la considerazione delle crisi capitalistiche (variamente classicate) non come un
siologico momento ciclico di ricostituzione delle condizioni di una nuova fase di
accumulazione, ma come segnale di incrinamento irreversibile del sistema. Terzo,
la presunta incapacit del capitalismo di sviluppare le forze produttive sociali, da
cui stagnazione, ristagno e necessit del cambio di manovratore della locomoti-
va, dalla borghesia al proletariato ed ai suoi alleati.
180
Elementi di Politicamente Corretto
Per farla corta, tutti e tre queste previsioni sono completamente e totalmente
errate. Questo non cambia di un grammo e di una virgola il giudizio negativo
globale sul capitalismo, almeno a mio giudizio, il che fa s che io continui a riven-
dicarmi allievo e seguace della scuola di Marx intesa in senso lato. Ma nello
stesso tempo ogni minuto sprecato nel congedo da questo insieme di (spiegabili e
perdonabili) errori tutto tempo perduto per elaborare una strategia ed una tattica
anticapitalistica di oggi.
La seconda illusione, pi grave della prima, permane persino in caso di totale
abbandono della prima, in quanto pi radicata e quindi pi pericolosa e dura a
morire. Si tratta dellideologia del progresso, di origine illuministica integralmente
e soltanto borghese, gi da allora del tutto estranea alle classi subalterne, per cui
lavanti sempre per principio migliore dellindietro, e per cui il semplice scorri-
mento del tempo era sempre e comunque inteso come un progresso. Luxuria
sempre avanti a Ratzinger, per cui non pu che avere ragione. Nonostante alcuni
rarissimi pensatori critici (Benjamin, eccetera), la religione del progresso rimasta,
ed ancora rimane, lunica religione popolare della sinistra europea, allinterno di
un popolo rimbecillito dai media che non va pi in chiesa ed invitato ad odiare la
cultura letteraria e losoca degli antichi, che essendo antichi devono per forza
anche essere sorpassati.
Da questa penosa religione per decienti si sviluppata lidea per cui il capi-
talismo pu soltanto svilupparsi sulla base del paternalismo maschilista, razzista,
omofobo ed antisemita. Rimosso questo bestione conservatore si sarebbe fatto un
passo avanti anche verso una societ pi giusta ed egualitaria.
Lesperienza degli ultimi quaranta anni (1968-2008), un periodo storico ab-
bastanza lungo per permettere gi un bilancio di fondo, dimostra esattamente il
contrario. In quarantanni il capitalismo ha liberalizzato il costume, ha contrasta-
to razzismo, omofobia, maschilismo ed antisemitismo (trasferendo per il ruolo
dellantisemitismo allislamofobia ed ergendo anzi il popolo ebraico a sacerdozio
levitico della nuova religione olocaustica globale, pezzo forte del Politicamente
Corretto), e nello stesso tempo ha creato una societ oligarchica in cui le disegua-
glianze sociali sono molto maggiori, provocatorie e schifose di quaranta anni fa.
terribile afdarsi ad un medico idiota che scambia lartrite reumatoide per dolore
ai calli.
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COSTANZO PREVE
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Elementi di Politicamente Corretto
coscienza infelice (ed infatti anche per questo che odia Hegel e che Marx lo ha
deluso), pienamente appagato sul piano materiale, anche se deve accettare
come frutto di una fatalit economica imperscrutabile le aspettative decrescenti.
quindi pronto ad accettare il Politicamente Corretto come suo nuovo prolo lo-
soco identitario di appartenenza.
Sono sicuro di poche cose, ma di questa sono (quasi) sicuro. Fra mezzo secolo,
o forse qualcosa di pi, questa rinuncia culturale a giudicare negativamente la to-
talit sociale verr giudicata dai nostri posteri, in un mondo in cui certamente gli
squilibri sociali ed ecologici saranno ancora aumentati, con la stessa severit con
cui noi oggi giudichiamo le tentazioni fasciste e/o staliniane negli anni trenta. Ma
i pochi di noi che hanno capito questo non potranno compiacersene, perch il loro
ciclo biologico sar compiuto, e saranno da tempo nel mondo dei pi.
183
COSTANZO PREVE
radicale. La reazione alle mie tesi infatti una vera cartina di tornasole. Chi se ne
ritrae inorridito certamente un buon suddito del Politicamente Corretto, ed ha di
fronte a s buone possibilit di carriera e di cooptazione. Chi le assume come ipo-
tesi di discussione, magari per annacquarle ed ammorbidirle, ma non le respinge
inorridito a priori, non ancora un caso disperato. Chi invece le approva, le accetta
e le assume, sappia che non potr mai fare nessuna carriera pubblica, non potr
mai diventare professore universitario di losoa, storia e scienze sociali, e sar
oggetto di silenziamento e/o di diffamazione. pertanto sconsigliato di difendere
queste tesi prima della pensione.
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Elementi di Politicamente Corretto
in cui vietato vietare qualunque cosa, e la sola cosa vietata il battersi per una
societ diversa, la vecchia religione invasiva dei costumi familiari e sessuali deve
essere smantellata e delegittimata (pensiamo allalluvione di libercoli dedicati a di-
mostrare linesistenza scientica di Dio ed a provare che Cristo era un poveraccio
come tutti gli altri, soltanto un po pi estremista, illuso e fanatico). La religione
olocaustica invece in s perfetta, perch non richiede normativit familiare e ses-
suale, ma richiede soltanto elaborazione interminabile del senso di colpa per una
responsabilit collettiva di tipo assiro-babilonese.
Avverto il lettore. Quanto detto, ovviamente, non ha nulla a che fare con il co-
siddetto antisemitismo. Ma questo non conta niente. Chiunque dica oggi qual-
cosa del genere verr infamato ed isolato come antisemita, in modo che, attraverso
una serie di passaggi simbolici fortemente preconsci, gli venga caricata addosso la
responsabilit ideale di Auschwitz. Molti ebrei illuminati lo hanno capito (Shahak,
Finkelstein, Atzmon, Shamir, Pappe, eccetera), ma essi vengono subito isolati con
letichetta odiosa ed assurda di ebrei che odiano se stessi.
A breve termine, non c assolutamente niente da fare. Dobbiamo tenerci addos-
so questa peste.
19. La teologia dei diritti umani oggi un vero e proprio pilastro del Politicamente
Corretto, in quanto esplica una funzione multiuso: risposta al senso di colpa del
consumismo individualistico occidentale, che cerca un risarcimento morale nel
bombardare gli stati-canaglia in nome dei diritti umani, e si sente cos coinvol-
to nella lotta del Bene contro il Male; legittimazione delle guerre di aggressio-
ne imperialistica USA, fatte per ragioni materiali, come il petrolio e la geopolitica
di accerchiamento di futuri concorrenti strategici, ma coperte con motivazioni
umanitarie pseudo-universalistiche (liberare dal burka le donne afghane, liberare
gli iracheni da un dittatore nazionalista baffuto, eccetera).
Da un punto di vista storico, la teologia dei diritti umani (perch di ideologia
idolatrica si tratta, o pi esattamente di una teologia idolatrica al servizio di un
eccezionalismo messianico imperiale con applauso servile della claque neroniana
degli intellettuali europei ex-marxisti scoppiati) si pu denire come una secolariz-
zazione individualistica manipolata del vecchio giusnaturalismo. Prego il lettore di non
passare oltre distrattamente, ma di fare attenzione a questa proposta denitoria.
Ora, per, mi spiegher meglio.
La teoria dei diritti naturali, o giusnaturalismo, una teoria che ha bens avuto
precedenti antichi, stoici e medioevali, ma nellessenziale nuova, e rappresenta
la prima formulazione teorica organizzata di contestazione dellordo sacralizzato
feudale-signorile, che per un millennio si era legittimato in modo direttamente
religioso. Ora, la teoria del diritto naturale si fondava sulla pura ragione, come
se Dio non fosse neppure esistito (etsi Deus non daretur). Ha avuto ragione Ernst
Bloch, quando ha sostenuto che il diritto naturale dovrebbe essere rivendicato dai
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Elementi di Politicamente Corretto
difendono il loro paese delle cavallette umanitarie che sbarcano al servizio delle
mire geopolitiche USA!
Detto questo, io resto un apprezzatore della teoria dei diritti naturali, in quanto
considero luomo un animale sociale, politico e comunitario (Aristotele), un ani-
male dotato di linguaggio, ragione e capacit di calcolo distributivo e giusto delle
risorse (sempre Aristotele), un ente naturale generico (Marx), eccetera. La teoria
dovr essere ripresa e valorizzata in un futuro non ancora determinabile. Per ora,
nella congiuntura in cui viviamo, la teoria dei diritti umani non esiste, ed il suo
fantasma ideologico ricopre la stessa funzione ricoperta a suo tempo dalla teoria
della razza di Hitler.
E scusatemi per la pacatezza e la moderazione del paragone!
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COSTANZO PREVE
cos dovrebbe iscriversi ad un corso per analfabeti storici. Non mai troppo tardi!
Lantifascismo in assenza completa di fascismo in realt un meccanismo ideo-
logico pestifero per impedire la valutazione dei fatti attuali. La costituzione italiana
stata distrutta per sempre nel 1999 con i bombardamenti sulla Jugoslavia, e da
allora lItalia senza costituzione, e lo rester nch i responsabili politici di allora
non saranno condannati a morte per alto tradimento (parlo letteralmente pesando le
parole), con eventuale benevola commutazione della condanna a morte a lavori
forzati a vita. Eppure, questi crimini passano sotto silenzio, perch si continuano
ad interpretare gli eventi di oggi in base ad una distinzione completamente nita
nel 1945.
E tuttavia anche la follia ha una spiegazione razionale. Lantifascismo in as-
senza completa di fascismo stato dopo il 1956 la nuova trincea di legittimazione
del mastodonte PCI dopo la delegittimazione kruscioviana di Stalin. Inoltre, lan-
tifascismo in assenza completa di fascismo permette il gioco dei faccioni, per
cui nella casella vuota chiamata fascismo sempre possibile mettere gurine
di fascisti sempre nuovi (Almirante, De Gasperi, Scelba, Fanfani, Craxi, le Brigate
Rosse, Berlusconi, eccetera). Con larrivo dellamericanismo (gli USA, la potenza
antifascista che ci ha liberati), della religione olocaustica (il fascismo antisemita e
sterminista delle leggi razziali), ed inne della teologia dei diritti umani (e cio
Ahmadinejad fascista, Mugabe fascista, Milosevic fascista, eccetera) la continua-
zione dellantifascismo in assenza completa di fascismo destinata a orire glo-
riosamente.
Per sempre? No, certamente. Ma presumibilmente no a quando durer la no-
stra bovina sottomissione, inginocchiati come siamo nella cosiddetta posizione
del missionario.
21. Non certo in tutto il mondo, ma nella maggior parte dei paesi dellEuropa
occidentale (con alcune possibili eccezioni, Grecia in primo luogo, ed in generale
paesi in cui si conserva una certa sensibilit per la questione dellindipendenza
nazionale e quindi sicuramente non in Italia), la dicotomia Destra/Sinistra, che
ha avuto grande importanza per quasi due secoli, oggi una pura protesi di manipo-
lazione politologica, la cui conservazione funzionale soltanto allo spettacolo capita-
listico delle false contrapposizioni in un mondo simulato (Debord, Baudrillard).
Non fu sempre cos. E non fu sempre cos per ragioni intuitive, che per ad ogni
buon conto richiamer. Prima, una rapida confessione autobiograca. Sono nato
nel 1943. Ho avuto una educazione politica familiare da piccola borghesia dordi-
ne, cattolicesimo tiepido, distinzione fra un fascismo buono prima del 1940 ed
un fascismo cattivo posteriore (stavamo tanto bene, e poi Mussolini si messo a
dare retta a quel pazzo di Hitler!), moderata invidia sociale per i ricchi, moderata
paura di cadere fra i poveri (del tipo: studia, se no ti mando a lavorare!). A venti
anni circa (1963) sono diventato comunista senza neppure sapere chi fosse stato
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Elementi di Politicamente Corretto
Marx, per pura lotta contro il padre (tipica dellepoca, oggi ignota, in quanto il
padre stato nel frattempo ucciso dal Sessantotto e dal femminismo), e riuto del
modello di integrazione borghese subalterna da lui propostami. Sono poi andato a
studiare losoa a Parigi, ho imparato chi era stato Marx, e da allora sono diventa-
to un membro permanente della scuola di Marx (non del marxismo, che ho sem-
pre aborrito, ma della scuola di Marx se qualcuno non capisce la differenza un
caso incurabile, ed io non ho certamente voglia di perdere tempo a curarlo), e cer-
tamente lo sar per tutto il resto della mia vita terrena (sullaldil non mi pronun-
cio per cautela). Intorno ai primi anni novanta (crollo dellURSS, permanenza del
comunismo italiano sotto la tenda ad ossigeno fra urli plebei di nicchia identitaria
di appartenenza, colpo di stato giudiziario extraparlamentare di giudici ed ex PCI,
eccetera) ho iniziato a staccarmi dalla sinistra, che no ad allora avevo identicato
con lala pi coerente e colta della societ. Ho rotto lalleanza intima con questa
gente nel 1999, quando la sinistra, per farsi riconoscere dallimperatore USA, ha
fatto la guerra alla Jugoslavia sulla base di sporchissime menzogne. Il 1999 stato
un anno-chiave. Ho rotto il tab identitario dellimpossibilit di dialogare con la
destra, e ne sono stato ricompensato con il gossip telematico di fascismo. Ho
atteso invano la difesa da parte di chi avrebbe dovuto conoscermi benissimo, ed il
loro rumoroso silenzio stato alla ne catartico e beneco, perch ha interrotto i
miei ultimi legami sentimentali con questa feccia antropologica ed umana. Sono
molto pi comunista che in giovent, ma questo non interessa la feccia cui ho fatto
riferimento. Fine della parentesi autobiograca, credo utile per un giovanissimo,
certamente ignaro del clima politico-culturale esistito fra il 1945 ed il 1990.
Torniamo alla dicotomia. In proposito, ci sono subito da dire almeno tre cose
importanti.
In primo luogo, la dicotomia Sinistra/Destra frutto di una secolarizzazione
imperfetta di una precedente fondazione religiosa della legittimazione globale del-
la societ classista. La precedente fondazione era di tipo religioso, e veniva pen-
sata con la dicotomia verticale Dio/Uomo, Gerusalemme/Babilonia, eccetera. Dal
momento che la legittimazione era verticale, ne conseguiva che leretico era auto-
maticamente un potenziale ribelle politico, e per questo era giustamente bruciato
vivo. Lo stesso Dante, e persino il pacico Francesco dAssisi, non ci avrebbero
avuto nulla da ridire, ed il massimo di umanitarismo sarebbe consistito nel pregare
il boia perch strozzasse il condannato prima dellonesto soffocamento per fumo
della pira e del pio arrostimento delle sue carni peccaminose. Ma la borghesia non
poteva cercare la sua legittimazione nella religione, e non certo per il fatto con-
giunturale per cui gli ipocriti vescovoni stavano ancora dalla parte dei nobilastri,
ma per un fatto molto pi strutturale, che in genere sfugge ai superciali, per cui
il capitalismo deve autofondarsi in modo assoluto nel concetto di scambio come
dimensione principale della natura umana, e non pu tollerare un Dio sopra di lui,
un Dio che allora era signorile, ma pu diventare comunista da un momento al-
laltro (vedi Ges che frusta i mercanti del tempio e pu diventare incontrollabile).
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Elementi di Politicamente Corretto
22. E qui concludiamo con una serie di previsioni artigianali. Ricordo al lettore
che questo non ancora un Trattato di Politicamente Corretto, che ho peraltro in-
tenzione di scrivere, in cui i cinque punti principali indicati (americanismo come
collocazione presupposta, religione olocaustica, teologia dei diritti umani, antifa-
scismo in assenza completa di fascismo, dicotomia Sinistra/Destra come protesi di
manipolazione politologica) verranno discussi in modo pi analitico e preciso. In
attesa del pasto completo, che sar ottimo e abbondante, il lettore si limiti a questi
assaggini dellantipasto.
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COSTANZO PREVE
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Elementi di Politicamente Corretto
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Eugenio Orso
Appendici
[Commercio (W.T.O.),
settembre 2006]
Nota preliminare
Ci sembrato necessario, passato qualche mese dalla conclusione della stesura
del libro, integrarne il testo con tre scritti successivi che riprendono alcune temati-
che proposte nel corpo principale dellopera.
E bene introdurre brevemente, di seguito in questa nota preliminare, gli argo-
menti trattati in appendice:
199
EUGENIO ORSO
3) Attacco al Lavoro (Accordo separato per il rinnovo del Ccnl dei metalmeccanici)
Il terzo scritto, inne, riguarda direttamente levoluzione della situazione del
lavoro dipendente in Italia, e si collega alla rilettura della storia del conitto sociale
in Europa negli anni compresi, grosso modo, fra le met dei settanta e la met degli
ottanta dello scorso secolo, presentata in questo libro negli Approfondimenti, pi
esattamente in Rotta di classe a pagina 204 e seguenti.
E bene precisare con chiarezza, a scanso dequivoci e fraintendimenti, che chi
scrive un lavoratore metalmeccanico come tanti altri, ero di esserlo, e un iscritto
alla Fiom-CGIL con particolari simpatie per la Rete 28 Aprile, un metalmeccanico
che in questi ultimi anni ha iniziato a sviluppare fra mille difcolt e incertezze
una nuova coscienza di classe, riconoscendo che in pieno corso anche in Italia una
sostanziale modica dellordine e dei rapporti sociali.
Ma la necessit che ha il nuovo modo di produzione, in via di denitiva affermazione, di
consolidare la sua presa sulle societ umane, di vincere tutte le resistenze [culturali, ideolo-
giche o sociali che siano] per poter riprodursi e affermare con i suoi paradigmi le sue regole
di funzionamento, alla ne si traduce in atti molto concreti, tangibili, che possono scon-
volgere lesistenza di milioni di individui, con pesanti ricadute negative sul loro futuro.
In tal senso va letto il pessimo accordo separato per il rinnovo del contratto nazionale
storicamente e simbolicamente pi importante, qui, in Italia, e cio quello che incider
direttamente sulle condizioni lavorative e di vita di un milione e settecentomila lavoratori
metalmeccanici.
200
Appendici
201
EUGENIO ORSO
202
Appendici
a Franois de Singly, del gettare e issare le ancore, in una rotta costellata di porti
e approdi, non di rado temporanei, che diventano nellesperienza individuale le
nuove comunit di riferimento112.
Flessibile o parassitario che sia probabilmente i due aspetti coesistono nel-
lunicum del modello realizzato questo capitalismo deve essere spiegato non sol-
tanto attraverso lanalisi di pur signicative e illuminanti storie individuali, dalle
quali risalire per porgere spiegazioni di ordine generale, come nel caso di Sennett,
oppure attraverso efcaci metafore che contrappongo la vita liquida di oggi, in
un contesto di profonda incertezza e di smantellamento delle passate sicurezze
sociali, alla solida modernit affermatasi nella precedente fase capitalistica in cui il
tempo era lineare e poteva essere capitalizzato.
Sennett e Bauman riescono a colpire in profondit, a svelare alcuni aspet-
ti, individuali, psicologici, comportamentali, indotti dal funzionamento di questo
modello di capitalismo, ed anche singole caratteristiche del monstre capitalistico
che ci domina, ma a causa del loro approccio inuenzato dal pensiero politico
e sociologico di matrice liberale, anglosassone e nordamericana colpiscono in
verit obiettivi di una certa importanza, ma comunque non centrano il mostro di-
rettamente al cuore.
Se mancano o se si rivelano insufcienti i due passi fondamentali, rappresentati
dallanalisi delle strutture e dei gruppi di potere del capitalismo contemporaneo
[nonch della costituzione materiale che domina il presente] e dallanalisi della
strutturazione in classi, interdipendenti e antagoniste, che sta emergendo dalla
poltiglia sociale prodotta dalla dissoluzione del precedente ordine, difcile
che si possa veramente andare da qualche parte in particolare nella direzione
della costruzione di una nuova teoria rivoluzionaria, oggi quanto mai necessaria
per unicare le resistenze che ancora ci sono nella societ.
Ovviamente Sennett [ospite sso in qualit di osservatore a Davos] e Bauman
[professore emerito di sociologia nelle Universit di Leeds e Varsavia] non sono
certo Lenin, ma bens due sociologi rispettabili e affermati, dalle grandi capacit
analitiche, che non si pongono lobbiettivo del sovvertimento dellordine costituito
e della presa del Palazzo dInverno
Semmai il loro approccio riporta pi probabilmente a quelle che sono state de-
nite come teorie del medio raggio, ad un riformismo che per denizione non
potr mai essere radicale, consentendo il denitivo superamento del paradigma
dominante e lingresso in una nuova era.
Comunque sia, va precisato che in ogni analisi necessario individuare corret-
tamente il punto di partenza.
Partire dalle storie dei singoli, dal loro percorso professionale ed esistenziale,
mettere in luce aspetti pur caratterizzanti di questa societ plasmata dagli interessi
del capitalismo ultimo, che rende a tutti i livelli la essibilit un valore dellesi-
stenza umana e una necessit per avere successo o semplicemente sopravvivere,
che avversa fedelt e legami stabili, che si installa come un parassita in specie ospi-
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gico del sovvertimento del vecchio ordine, bene ricordare che per la grande mag-
gioranza dei viventi il lavoro costituisce lunica base materiale sulla quale fondare
la propria esistenza, ed essendo la vicenda umana unitaria, non parcellizzabile, la
perdita della stabilit in campo lavorativo linuenza irrimediabilmente e la scon-
volge nella sua totalit.
In tal caso, anche Monsieur De Lapalisse non potrebbe che dichiararsi comple-
tamente daccordo.
Cos stato e sar per milioni di lavoratori sottoposti a continui downsizing,
oppure scivolati nella palude postmoderna della precariet, i quali vivono la essi-
bilit non certo come cambiamento positivo, come una possibilit per re-inventare
il progetto esistenziale individuale, come opportunit concessa per unulteriore
crescita professionale e umana secondo le fole della pubblicistica liberista e mer-
catista ma come un dramma che mina alle fondamenta il loro futuro.
Dopo un buon paio di decenni di orgia neoliberista, di propaganda da lavag-
gio del cervello che indubbiamente ha funzionato, provocando delizzazione
a livello di massa e fungendo da potente sedativo sociale, da qualche tempo ci
si interroga se le ristrutturazioni aziendali con i continui riposizionamenti sui
mercati, la riduzione delloccupazione e delle garanzie ai lavoratori, limpiego di
lavoro precarizzato e sottopagato in sostituzione del posto sso hanno vera-
mente portato giovamento e sollievo agli organismi produttivi, se hanno inciso
in termini positivi sulla loro competitivit e sulla produttivit, consentendogli di
attrezzarsi per sopravvivere e crescere in un contesto decisamente mutevole e s-
dante.
Stanno nascendo dubbi, perch in molti casi, sicuramente in pi di uno su due,
il reengineering che ha lapparente funzione di ovviare a risultati economici insod-
disfacenti, nella realt tende a rendere vendibile lorganismo produttivo, in base
ad un puro calcolo nanziario, per poi sbarazzarsene denitivamente, oppure
frutto di calcoli errati, o ancora, nasce dalla tensione al cambiamento a qualsiasi
prezzo, indotta da essibilit e serrata concorrenza asiatico-emergente che sovente
costringono lazienda a riposizionarsi sempre pi in basso.
Si capisce bene che in tali casi gli effetti concreti non possono che consistere nel-
la falcidia di posti di lavoro, accompagnata non di rado dalla prospettiva futura di
un exit denitivo dal mercato.
A tale riguardo, paradigmatica la parabola discendente [ormai compiuta e
metabolizzata] dellOlivetti, negli anni novanta in mano al patron De Benedetti, il
quale ha inteso cinicamente eliminare il badwill115 rappresentato dalla produzione
di hardware e di macchine per lufcio, mentre era animato da interessi puramente
nanziari e di potere.
Altrettanto signicativo il caso della Fiat Auto, pesantemente ridimensionata
rispetto a ci che era negli anni settanta, in un processo di riposizionamento pi
in basso e di riduzione dei posti di lavoro, al quale gli interessi del pessimo e su-
per protetto cartello bancario nazionale non sono di certo estranei.
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Appendici
Inoltre, per quanto riguarda casi particolarmente critici come quello italiano,
si notato da pi parti che la rilevante perdita di produttivit e di competitivit
a livello internazionale, intervenuta quanto meno in questo ultimo decennio, ha
coinciso non casualmente con lestensione del lavoro sottopagato e precario cio
con una spinta irreversibile di essibilizzazione del fattore lavoro a scapito del
posto sso e del tempo indeterminato.
In unintervista concessa al quotidiano Liberazione e apparsa mercoled 21 ot-
tobre, il sociologo italiano Luciano Gallino uno dei pochissimi che da sempre si
oppongono alla essibilit del lavoro, con analisi serie, dati oggettivi e non chiac-
chiere fuorvianti rileva che adesso cresce il numero di coloro che si rendono conto che
questo [la via del lavoro essibile e sottopagato, n.d.s.] un pessimo modo non solo di
gestire il mercato del lavoro, ma anche di organizzare limpresa. La produttivit del lavoro
italiano, intesa come quota di Pil aggiunto per ora lavorata, da 10-12 anni molto pi bassa
rispetto agli altri paesi europei, e a ci ha contribuito laumento della essibilit, perch
questa ha avuto come risvolto una scarsa formazione dei lavoratori.
La formazione del lavoro qualicato e produttivo richiede tempi mediamente
lunghi, corrispondenti a interi periodi della vita del lavoratore che ne benecia,
e a lei deve accompagnarsi la fedelt del dipendente nei confronti dellazienda,
cose che non sono possibili n richieste nel caso di rapporti di lavoro frammentati,
di breve o brevissimo periodo [si arriva no ai contratti settimanali o per periodi
ancora inferiori], con lo spettro dei contratti di precariet che si esteso talmente,
in Italia dalla seconda met degli anni novanta del novecento, no ad abbracciare
una quarantina di diverse gure contrattuali.
Infatti, le gure contrattuali che realizzano la essibilit del lavoro sono tal-
mente tante e variegate, in questo disgraziato paese, che ci crea difcolt ad indi-
viduarle tutte nella realt dei settori produttivi in cui concretamente si applicano,
anche ad organismi come lIstat, i quali si occupano di statistiche ufciali e do-
vrebbero avere una visione chiara dei numeri e delle tipologie delloccupazione su
scala nazionale.
In Italia si privilegiato il risparmio di costi, a puro vantaggio di unimpren-
ditoria in molta parte incapace e cialtrona, dedita sempre pi spesso alla specula-
zione nanziaria e allevasione/elusione scale, quale strada maestra per affron-
tare la concorrenza internazionale, nel quadro di strategie di processo e non di
prodotto meramente difensive e perdenti, con effetti di medio/lungo termine ne-
gativi e impoverenti sia per i lavoratori sia per gli stessi organismi produttivi.
La precarizzazione di unintera generazione, di parte signicativa del lavoro
femminile e di molti lavoratori meridionali, il cui orizzonte professionale si riduce
semplicemente alla speranza di mantenere retribuzioni di ottocento, mille euro
mensili a fronte di lavori non di rado dequalicati, non ha salvato la PMI nazionale
da un progressivo declino e non ha certo evitato alla grande industria, automobili-
stica e non, ridimensionamenti e perdita di quote di mercato.
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Non a caso, il recente Rapporto Italia di Eurispes pone in rilievo che la maggio-
ranza degli italiani, davanti alla dura realt delloccupazione giovanile nel paese,
pensa che le misure legislative adottate nellultimo decennio abbiano peggiorato le pos-
sibilit occupazionali dei giovani. Ora le imprese hanno ridotto drasticamente le nuove
assunzioni indirizzate a loro. Hanno tagliato le collaborazioni e, quando li assumono, li
impiegano con mansioni e condizioni economiche sempre meno graticanti. Emarginati e
relegati a ruoli eternamente precari anche nella ricerca universitaria, non sorprende che i
laureati italiani - come confermano i recentissimi risultati dellindagine europea realizzata
da un istituto di ricerca di Berlino - siano purtroppo quelli che in tutta Europa credono
meno alla possibilit di realizzare se stessi nel mondo del lavoro.116
Nel meridione del paese, in particolare, i giovani senza occupazione, quelli che
non lavorano n studiano, n in molti casi si preoccupano di cercare lavoro data
la situazione contingente, rappresentano ben pi di un terzo del totale, e ci
perfettamente in linea con le logiche del modello capitalistico imperante, che al-
linclusione, alla stabilit occupazionale garantita in cambio del pluslavoro [ed in
funzione del sostegno alla domanda], ha sostituito nella migliore ipotesi la essi-
bilit, ed ha decretato la condanna allesclusione per chi giudicato inutile, per chi
in esubero rispetto ai numeri sempre pi ridotti delloccupazione.
Ha certamente ragione Richard Sennett, il quale ha compreso, intervistando i
dipendenti di una grande panetteria computerizzata di Boston, che identit pro-
fessionali deboli stanno soppiantando in molte aziende e in molti settori dattivit
le vecchie e solide gure professionali, alle quali in altra epoca ci eravamo abitua-
ti.
In realt, questo un effetto ma anche e soprattutto uno scopo dellappli-
cazione della essibilit al lavoro: formazione professionale, fedelt allazienda e
la stessa esperienza cumulata in anni di servizio sembra che ormai non servano a
niente, ed anzi, in certi casi sono percepiti pi che come degli inutili fardelli, come
dei veri e propri handicap che condannano allinsuccesso.
Ogni lavoro un ripartire da zero, un progetto destinato a durare molto meno
dellorizzonte di vita lavorativa del singolo.
Il nomadismo dei capitali si riesso nello stile di vita dei nuovi dominanti ed
ha investito anche il Lavoro, sgretolando quella che per moltissimi ha rappresen-
tato la principale certezza, un punto di riferimento concreto dal quale partire per
edicare il proprio futuro: il posto sso.
Dalla fabbrica di automobili di Henry Ford degli inizi del novecento, in cui loc-
cupazione era stabile e ben retribuita in cui oltre alla disciplina, alla gerarchia,
alla catena di montaggio caratterizzata da regole ferree e tempi metrici, vi erano
come contropartita stabilit dimpiego e alte retribuzioni, nalizzate a sostenere
i consumi dopo quasi un secolo siamo giunti agli albori dellera dellanarco-ca-
pitalismo senza distribuzione della ricchezza con tratti socialmente neofeudali
n da ora riconoscibili che se ne inschia della domanda aggregata e delle sue
insufcienze, che predilige limpresa in forma reticolare, i cui singoli nodi sono
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Appendici
vendibili e spendibili per fare cassa, per rastrellare risorse, che esalta la essibili-
t in ogni aspetto dellorganizzazione aziendale, e che pu congedare i lavoratori,
a migliaia, da un momento allaltro.
La lotta senza quartiere al posto sso, innescata da questo capitalismo per
ri-mercicare il Lavoro concepito alla stregua di qualsiasi altro bene e servizio che
alimenta il processo produttivo, una rilevante conseguenza della guerra scate-
nata contro le resistenze allaffermazione del nuovo potere, vendute propagan-
disticamente come resistenze indebite al cambiamento, ma nella realt vere e
proprie resistenze culturali, quanto quelle degli islamici alla democratizzazione e
laicizzazione forzate delle loro societ.
Un cambiamento che dovrebbe essere, per denizione e autentica fede, foriero
di effetti positivi a cascata, nei confronti di tutti gli attori sociali, garantendo il ne-
cessario efcientamento delle strutture produttive.
Ma tale efcientamento non assicura certo il reperimento di risorse per un
avanzamento complessivo delle collettivit umane, per riparare i guasti cagionati
allambiente dalla concreta applicazione di logiche produttivistiche, per miglio-
rare le infrastrutture sanitarie, dei trasporti, o quelle scolastiche, per risollevare
le sorti di regioni sottosviluppate ed emancipare gli strati pi poveri della popo-
lazione, visto che in moltissimi casi leffetto rilevante se non lunico quello
dellincremento del valore di borsa delle societ nel breve periodo a vantaggio
di propriet e top management cointeressato con successiva distruzione dello
stesso in seguito al fallimento delle iniziative industriali di fusione e acquisizione,
o allesplosione periodica delle bolle nanziarie.
In pratica, i complessi aziendali, le unit che producono beni e servizi, dallali-
mentare allinformation tecnology, dagli arredi per la casa alle automobili, sempre
pi spesso sono diventati meri veicoli per conseguire laccrescimento del valore
borsistico poco pi di giusticazioni giuridico-formali ad unassai poco biblica
e miracolosa moltiplicazione dei pani e dei pesci in un orizzonte di breve pe-
riodo, che tende a ridursi progressivamente, in cui impossibile [e non richiesto]
garantire la stabilit dellimpiego, e in cui non serve a nulla la delizzazione del
lavoratore.
Come conseguenza osservabile anche nel nostro quotidiano, Lesclusione sta
sostituendo a pi sospinto linclusione, lirreggimentazione del lavoro nelle catene
di produzione o nelle pi recenti isole, in ufci e laboratori di ricerca, e la tradizio-
nale estrazione del plusvalore si evoluta nella creazione del valore, realizzata
attraverso canali nanziari e borsistici.
Personalmente, sto maturando la convinzione che si sono affermati con prepo-
tenza un nuovo paradigma e una nuova concezione della ricchezza, i cui effetti
non riguardano soltanto la corporate governance dei grandi gruppi e le loro sorti
future, poich investono tutti gli aspetti della vita sociale e politica, invadendo la
vita privata di ciascuno di noi, no a determinare il nostro modo di intendere la
realt e a modicare irreversibilmente il quadro culturale di riferimento.
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Stiamo vivendo il decisivo passaggio della crisi sistemica globale in cui il fetic-
cio del PIL, asse portante di tutte le misticazioni riguardanti il prodigioso svi-
luppo, la crescita, il benessere illimitati, tende a diventare sempre di pi DIL
per la gran parte delle societ umane, assumendo lacronimo in questione il signi-
cato di Disagio Interno Lordo e in futuro, se peggioreranno ancora le cose come
del resto probabile, di Disperazione Interna Lorda.
Le serie di dati economici, che scorrono come un ume quotidianamente sotto
i nostri occhi, pur nella loro contraddittoriet sospese come sono fra rimbalzi,
recuperi nanziari, chiusure aziendali e cadute ulteriori del prodotto palesano
lo spettro del declino della produzione e dei consumi, che non sar il problema
epocale delle sole economie occidentali un tempo trionfanti.
Pi che dello scontro fra irrealt e realt, dove lirrealt ben simboleggiata
da una dimensione nanziaria partita in orbita intorno al globo terracqueo e la
realt dalle chiusure aziendali e dal downsizing, la contrapposizione di fondo fra
la stabilit e la essibilit, fra lordine e lanarchia, fra la perduta solidit rappre-
sentata da un mondo burocratico e da un tempo lineare e levanescenza indotta
da questo modello di capitalismo, con le sue pericolose discontinuit.
In questa fase, di cui nessuno sa prevedere la durata perch Ignota larchitet-
tura del domani, la complessit che caratterizza il modo di produzione capitali-
stico dominante tale che nessuno riesce compiutamente a denirlo ed indagarlo,
sviluppando unadeguata visione dinsieme.
Esistono tante denizioni del capitalismo contemporaneo che viviamo sulla
nostra pelle, ciascuna delle quali riesce forse a metterne in evidenza uno o due
aspetti, pur rilevanti e caratterizzanti su vari piani culturale ed ideologico, econo-
mico, sociologico, persino geopolitico senza per riuscire a cogliere la totalit.
Capitalismo neofeudale senza classi [Costanzo Preve], capitalismo dei fun-
zionari o agenti privati del capitale nel passaggio dalla fase monocentrica ameri-
cana a quella policentrica [Gianfranco La Grassa], capitalismo essibile [Richard
Sennett], capitalismo parassitario [Zygmunt Bauman], capitalismo totalitario
[Badiale e Bontempelli], capitalismo manageriale azionario [Luciano Gallino], ca-
pitalismo assoluto, rappresentano alcuni esempi di quanto affermo.
La stessa globalizzazione che costituisce la linfa vitale del modo di produzione
dominante pu essere intesa in molti modi: economico, culturale, salariale, e via
elencando.
Quello che certo che la prima fase della globalizzazione, iniziata in buona
sostanza negli anni ottanta del novecento e consolidatasi progressivamente nei
ruggenti anni novanta [secondo una denizione delleconomista Stiglitz], non
ancora conclusa ma gi in via di esaurimento come ci dimostra la persistenza della
prima crisi del mondo globalizzato, dominata da quello che potremo con una
buona approssimazione denire modello capitalistico anglo-americano delleco-
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Appendici
nomia dei servizi, in cui i servizi nanziari hanno avuto la massima espansione
e lhanno fatta da padrone, autonomizzandosi rispetto alleconomia reale e so-
pravanzandola di alcune lunghezze, ben oltre le sue capacit di assorbimento e
sopportazione.
Quanto precede avvenuto a detrimento delle strutture produttive dei paesi
sviluppati, con falcidia di posti di lavoro stabili non soltanto nelle produzioni
a bassa intensit di capitale [e basso contenuto tecnologico], in parte sostituiti da
precari sottopagati, e trasferimenti signicativi di know-how ai paesi detti emer-
genti, indotti dalla caduta delle barriere e dal conseguente nomadismo planetario
del capitale.
Lespansione nanziaria ha dato limpressione alla massima potenza mondiale
di poter vivere per un tempo lungo, indenito, al di sopra dei propri mezzi nan-
ziando illimitatamente il debito, mentre i fondamentali delleconomia, le produ-
zioni tradizionali e le ofcine lasciavano il posto a paccottiglia del tipo CDS [Credit
Default Swap] e CDO [Collateralized Debt Obligation], come se la moltiplicazione
della ricchezza di natura nanziaria fosse una riproposizione in chiave storica e su
un piano di immanenza del miracolo biblico della moltiplicazione dei pani e dei
pesci.
Tanto la bassa produzione si afdava agli emergenti, realizzando il massimo
della essibilit dei lavoratori e sfruttando nuovi territori no ad allora sotto-uti-
lizzati o vergini, in unassurda e suicida [in primo luogo per loccidente a guida
americana] divisione internazionale del lavoro
Anche per tali motivi, i gruppi di comando elitistici hanno avuto mano comple-
tamente libera nel reperimento di risorse sui mercati nanziari, e lhanno fatto nel
segno dellassenza di limiti che connota il capitalismo in questa fase.
Non ha torto Zygmunt Bauman, quando mette in evidenza come il monstre che
ci domina nella sostanza nientaltro che un grande parassita, in costante ricerca
di terre vergini da sfruttare no allesaurimento, o meglio di organismi ospitanti
in cui si insedia per nutrirsi e riprodursi portandoli alla morte.
In realt, i banchieri e i nanzieri n dagli inizi dellera globale hanno inter-
pretato la completa assenza di limiti che connota il capitalismo contemporaneo
come lillimitata possibilit di accrescere una ricchezza apparentemente illusoria
e smaterializzata, con lo scopo immediato di una crescente creazione del valore a
favore dellazionista, che per nasconde il ne ultimo di mettere le mani sui beni
concreti, quali le fabbriche, le propriet immobiliari, i giacimenti di materie prime
e lintero prodotto sociale.
Le conseguenze del loro agire sui mercati ricordano molto leffetto su campi e
coltivi di un affamato sciame di cavallette.
I fertili coltivi erano rappresentati dai mercati dei mutui di seconda scelta e dei
crediti al consumo da cartolarizzare, per fare il tranching, tagliandoli a fette, e
per venderli intascando le commissioni come prodotti in gran parte soprafni, per
niente adulterati e spesso degni di una tripla A
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EUGENIO ORSO
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Appendici
sitamente sistemica della crisi, come dovrebbe essere ormai evidente a chi non si
limita ad osservare la supercie dei fenomeni.
Infatti, la questione deve essere fatta risalire direttamente al modello [di svilup-
po] economico adottato e alle sue logiche interne, potendo affermare che il ruolo
assegnato ai mercati nanziari nella fase attuale con annessa proliferazione di
prodotti sempre pi rischiosi e truffaldini era e rimane quello di moltiplicare
la rendita prodotta dallimpiego del capitale e nel contempo riuscire a gestire
il rischio [che avrebbe dovuto essere sopportato, in primo luogo, dalla cos detta
impresa del credito] facendovi fronte in modo efciente.
Da un punto di vista macroeconomico, sappiamo che n dallaffermazione del-
le teorie monetariste di Milton Friedman e in contesti non uguali allattuale, si
ampiamente utilizzata la leva monetaria, abbandonando quella scale per giunge-
re ad una rilevante descalizzazione del capitale, ma anche al ne di sostenere ed
espandere la domanda, e possiamo notare come lormai epocale trasferimento di
ricchezza dal Lavoro al Capitale ha creato insufcienze crescenti della domanda
nei paesi ricchi, che in parte signicativa la esprimono, con esiti decisamente
recessivi.
Dal lato micro, si pu fare direttamente riferimento ai modelli di business adot-
tati in campo nanziario dalle imprese che trattano il credito fra le quali le
grandi banche commerciali anglo-americane, ben rappresentate nella vicenda dal-
la Leheman Brothers in un contesto di privatizzazione, esteso a tutto loccidente
e sulla scorta della tradizione anglosassone, dei sistemi bancari e creditizi, per
sottrarli denitivamente ad interferenze esterne non gradite e al controllo pub-
blico, rispondendo in toto ai desideri [e alle imposizioni] del top globalista.
La tensione verso una sempre maggiore creazione di valore nel breve e la
necessit di liberarsi dai rischi crescenti che ci implicava [CDO e CDS sono, in tal
senso, prodotti simbolo dellepoca e della realizzazione pratica del paradigma
neoliberista], oltre a spingere alla speculazione su ogni cosa nella ricerca inesausta
di nuove terre vergini da sfruttare nel caso sub-prime la povert, la necessit di
avere una casa, anche se si ridotti con pochi mezzi e scarse prospettive, il disagio
sociale diffuso, eccetera hanno imposto di scaricare i crescenti rischi sul merca-
to, innescando una micidiale catena di SantAntonio.
Incassare le commissioni subito e liberarsi quanto prima del pacco esplosivo,
che poi per in diverse occasioni tornato al mittente
Con le parole di Alberto Berrini, tratte dallottimo libro Come si esce dalla crisi
[Bollati Boringhieri, pag. 15]:
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Attacco al Lavoro
(Accordo separato per il rinnovo del Ccnl dei metalmeccanici)
Con laccordo separato di ottobre fra i sindacati Fim-Cisl e Uilm-Uil [ormai de-
nibili a pieno titolo gialli] e la Federmeccanica per il rinnovo del contratto na-
zionale dei metalmeccanici, lattacco ai diritti e al potere dacquisto dei lavoratori
dipendenti si precisa in termini di profondit e di gravit, in un tentativo di sfon-
damento denitivo del fronte.
La questione, meglio precisare subito, non riguarder soltanto i lavoratori del
settore metalmeccanico, il loro contratto, i loro diritti e le loro prospettive di tutela
sul posto di lavoro, ma nel prossimo futuro riguarder direttamente anche tutti gli
altri lavoratori dipendenti, perch chiaro che il Ccnl dei metalmeccanici funge da
banco di prova per far pagare interamente il conto della crisi e il costo della cassa
integrazione guadagni, non certo alla Grande Finanza e allIndustria Decotta che
hanno pesanti responsabilit in ordine alla crisi italiana, preesistente rispetto alla
crisi globale , ma ai gi miseri e scalmente tartassati redditi da lavoro dipenden-
te e rappresenter una tappa importante, forse decisiva, per poter avere campo
libero in materia di licenziamenti e di eventuali, nuove assunzioni.
Anzi, dopo le ondate di disoccupazione che ragionevole aspettarsi anche nel
2010 primo anno di vigenza di tale contratto eventuali assunzioni, o riassunzio-
ni, potranno avvenire a condizioni decisamente favorevoli per il Capitale e puni-
tive per il Lavoro, consentendo una piena ristrutturazione di ci che rimarr in
piedi del sistema produttivo italiano, ri-mercicando pienamente il Lavoro senza
pi difese e procedendo sulla via della modicazione dellordine sociale, nel senso
di una brasilianizzazione a pi sospinto della societ italiana con la concentra-
zione di ricchezza, potere e prestigio sociale [i classici, maxweberiani differen-
ziali di classe] interamente nelle mani di pochi.
Assieme ad una parte economica miserrima, che determiner per i prossimi tre
anni peggioramenti signicativi nelle condizioni di vita materiali di tutti i lavora-
tori metalmeccanici, i sindacati gialli rmatari hanno permesso lapplicazione
di una subdola tecnica dilatoria, grazie alla quale le tranches maggiori di aumento
scatteranno a partire dal 2011 ed hanno sottoscritto lintroduzione e lattivazione
del cos detto Ente bilaterale, o meglio dellOrganismo bilaterale nazionale per il
settore metalmeccanico e della installazione dimpianti, nanziato sostanzialmen-
te dai contributi [in parte consistente dei lavoratori] stabiliti dallo stesso Ccnl.
Entrando brevemente e da non esperti nel merito della parte economica, si
nota che laumento medio per la 5a categoria di 110 euro lordi, di cui soltanto
28 euro lordi corrisposti per il 2010 [a far data dal primo gennaio], mentre al primo
gennaio 2011 arriveranno 40 euro e il primo gennaio 2012 42 euro.
Se pensiamo che una buona parte del milione e settecentomila lavoratori me-
talmeccanici inquadrata in 3a categoria, per moltissimi gli aumenti lordi saranno
ancora inferiori, rasentando cifre insignicanti, inferiori persino a quelle della so-
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EUGENIO ORSO
cial card tremontiana: 24,15 euro con la prima tranche, 34,50 con la seconda e 36,23
con lultima.
Una sorte migliore non avranno coloro che sono inquadrati nella 7a categoria,
poich del lordo totale pari a 144,38 euro per il prossimo triennio, nel 2010 vedran-
no soltanto 36,75 euro.
Con laccordo separato per il Ccnl metalmeccanico si costituisce altres un Fondo
di sostegno al reddito a adesione volontaria, che dovrebbe essere impiegato a fa-
vore di quei lavoratori che subiscono riduzioni di reddito per periodi prolungati,
al quale oltre alle imprese contribuiranno con un euro mensile di prelievo [versa-
mento a gennaio 2013] i lavoratori che vi avranno aderito.
Sullo sfondo si staglia lombra della [mitica] contrattazione di secondo livello,
legata a doppio lo alle sorti e agli andamenti aziendali, probabile ultima spiaggia
per integrare con qualche spicciolo questo possibile, futuro e pessimo Ccnl, pensa-
to per affossare pi che sostenere il potere dacquisto dei metalmeccanici.
Ipocritamente, nel testo dellaccordo-truffa si pone laccento sugli agognati
Premi di risultato e sui sistemi incentivanti, opportunamente descalizzati [ad
evidente vantaggio del Capitale], perch in realt si vuole favorire lestensione
delle voci variabili stipendiali, in progressiva sostituzione delle componenti sse
della retribuzione che sole possono garantire al lavoratore dipendente un reddito
non soggetto ad incertezza.
Il nocciolo della questione vista in prospettiva che si vuole scardinare la
contrattazione di primo livello, ngendo di esaltare il merito, la produttivit, lin-
troduzione generalizzata di sistemi incentivanti con la contrattazione aziendale,
ma puntando subdolamente al terzo livello di contrattazione, quello che maggior-
mente esalta la forza del Capitale davanti al Lavoro, e che lascia solo il lavora-
tore, ormai atomizzato, nella condizione di in-dividuo con poca o nessuna tutela
effettiva davanti allo strapotere della controparte.
I prossimi tre anni saranno dunque anni molto duri, e questo anche per gli stessi
iscritti ai sindacati gialli rmatari, la Fim-Cisl e la Uilm-Uil.
Ma la cosa che risulta evidente a tutti coloro che sono in buona fede, che que-
sto accordo stato fatto senza la Fiom-Cgil, presente alle trattative soltanto con
un osservatore, e, di fatto, stato siglato dalle parti sociali in perfetta concordia,
contro il sindacato pi rappresentativo dei lavoratori del settore, con il placet del
governo Berlusconi, della sua maggioranza e con il silenzio compiacente del car-
tello elettorale del Pd.
Non si tratta soltanto di manovre messe in atto per emarginare la Cgil, ed in
particolare la Fiom al suo interno, visti come i principali avversari politici per la
supremazia nel mondo del lavoro dipendente, perch in tale caso la cosa sarebbe
forse un po meno grave di quanto nella realt.
Il vero scopo di questo attacco al Lavoro quello di emarginare i lavoratori
dipendenti, di ridurli a merce muta, di impedire che possano partecipare alle
decisioni che riguardano il loro futuro.
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Note
1
Serge Latouche, La Megamacchina. Ragione scientica, ragione economica e mito del progresso, Bollati
Boringhieri, Prima edizione 1995.
Non si deve dimenticare che per Latouche la pi importante invenzione umana, la macchina pi
straordinaria concepita dalluomo ancor pi dei motori a propulsione nucleare o dei computer di
ultima generazione con strabilianti capacit elaborative proprio lorganizzazione sociale, in cui, mi
sento di aggiungere, necessariamente si realizzano le indispensabili mediazioni fra gruppi sociali e si
esplicano gli effetti del conitto fra le classi.
2
Si veda in proposito larticolo P = (A,B,Y) La formula del crac di Felix Salomon del 16 marzo 2009
[http://www.wired.it/magazine/archivio/2009/02/storie/p-=-%CF%86-(a,b,y)-la-formula-del-
crac.aspx?page=all].
Riporto di seguito un passaggio signicativo, tratto dal citato articolo, riservandomi di riprendere
altrove nel presente libro, pur brevemente e non in chiave squisitamente tecnica, la questione della
nanza derivata e degli strumenti noti con gli acronimi CDS e CDO.
I mercati Cds e Cdo crescevano assieme, alimentandosi a vicenda. Alla ne del 2001, cerano 920 miliardi di
Credit Default Swaps non evasi. Alla ne del 2007, quel numero superava i 62 miliardi; il mercato dei Cdo, che
nel 2000 era fermo a 275 miliardi, nel 2006 raggiunse i 4700 miliardi.
Per quanto riguarda i volumi in crescita esponenziale, no alle dimensioni raggiunte nel momento del
tracollo, preciso che sono espressi in dollari.
3
Quando la storia compie una delle sue grandi svolte, quasi sempre ci troviamo davanti limprevedibile,
lirrazionale, loscuro, il violento e non sempre il bene. Gi altre volte il mondo stato governato anche dai
demoni.
Giulio Tremonti, La Paura e la Speranza, Arnoldo Mondatori Editore S.p.A., I edizione del marzo 2008.
Appunto ma lo squisito autore si dimentica di precisare che i demoni in questione non sono un parto
della credenza religiosa, della superstizione sopravvivente, o del vituperato complottismo condito da
elementi esoterici, trattandosi di esseri molto concreti, in carne ed ossa, che vivono e muoiono nel
nostro tempo.
Questi demoni sono dotati di corna solo idealmente, perch hanno nomi e cognomi e aspetto
interamente umano, essendo chi scrive convinto che le responsabilit quando giunge il momento
della resa dei conti nale camminano sempre su due gambe.
Stiamo naturalmente parlando non di Astarotte o Behemoth, piuttosto che di Lucifero e Satana, o dei
Jinn della tradizione islamica, ma bens del top globalista di questepoca.
4
Ci sono elementi che ci portano a ritenere che non si tratta di mera congiuntura, per quanto
fortemente negativa e di lunga durata, destinata ad avere effetti destabilizzanti sul piano sociale
per un periodo valutato dai tre ai dieci anni, in dipendenza degli esiti delle manovre governative e
dellampiezza degli interventi pubblici:
1) La via seguita dai governi occidentali per affrontare il problema sostanzialmente quella della
socializzazione delle perdite in primo luogo degli istituti nanziari, impiegando a tale scopo masse
enormi denaro pubblico come mai accaduto nel corso di tutta la storia umana, ma evitando di
mettere in discussione il libero mercato e la grande propriet privata, a partire dal sistema bancario e
nonostante qualche signicativo caso di nazionalizzazione, come quello di Northern Rock la quinta
banca albionica nel settore dei mutui da parte del governo di Gordon Brown.
2) Non si ancora arrivati ad una nuova Bretton Woods, modicando le regole di funzionamento
sistemiche, il quadro normativo degli scambi a livello mondiale e adottando una nuova valuta di
riserva internazionale con un global legal standard, che di tanto in tanto si evoca come soluzione e
forse non ci si arriver mai, perch non vi consenso e concordia, a tale riguardo, allinterno dei livelli
di comando globalisti.
227
Note
Tali elementi ci portano a concludere, con buona probabilit, che non vi saranno altre mutazioni [mai
di natura spontanea, bene ricordare, ma indotte da accordi di natura elitistica] del monstre capitalista
come accaduto almeno un paio di volte nei suoi due secoli e mezzo di vita, e che le crisi potranno
susseguirsi dando limpressione di rientrare dopo aver fatto danni sociali rilevanti no al collasso
nale.
Sui tempi che questo processo richieder, per giungere allepilogo anzidetto, non ho elementi tali da
potermi pronunciare senza tema di smentita, ma da ritenere che il vericarsi di un ulteriore evento
negativo, tale da provocare una caduta in verticale della situazione nanziaria, economica e sociale
nel mondo non potr che velocizzarlo: si vedranno i primi sviluppi entro la prima met del prossimo
decennio.
Scrivo questa nota con estrema cautela ed umilt, ovviamente, non avendo capacit predittive tali
in questo alla pari con gli stregoni-economisti messi in campo dai media mainstream, per ragioni di
propaganda e per illudere il pubblico indistinto da poter consentirmi di squarciare il muro di nebbia
che nasconde il futuro, gettando con sicurezza olimpica lo sguardo oltre una cortina impenetrabile.
5
Condivido nella sostanza le analisi secondo le quali le gravi perturbazioni nanziarie annunciate n
dal 2007, che hanno travolto i mercati a partire dalla seconda met del 2008 e palesato uno stato di
crisi insidioso, costituiscono altrettanti segnali dellintensit e della durezza del conitto in corso fra
gruppi dominanti e oligarchici.
Se la guerra fu la continuazione della politica con altri mezzi, la continuazione della guerra con altri
mezzi, anzi, la continuazione del confronto strategico-politico-bellico avvenuta e avviene dentro
la sfera nanziaria, e dentro la logica del conitto si inseriscono pienamente la moltiplicazione
dissennata dei prodotti derivati e i recenti default di importanti banche daffari, come nelleclatante
caso rappresentato dalla vicenda di Leheman Brothers.
6
Faccio riferimento principalmente ad episodi come i moti di Los Angeles [a sfondo razziale], a
quelli delle periferie di Parigi [la-Banlieue-contre-la-Rpublique] e ai disordini di Londra.
Non faccio ovviamente riferimento alle ormai note rivoluzioni colorate o alle rivoluzioni twitter,
che semmai, allopposto, rappresentano uno strumento di penetrazione dei livelli di comando
globalisti americani e occidentali nelle societ e nei sistemi di potere dellEuropa orientale non ancora
normalizzati e in altre parti del mondo, con manifestazioni di massa il pi delle volte non violente,
volte a rovesciare i poteri locali e caratterizzate da un certo uso e abuso delle nuove tecnologie [twitter,
facebook, sms, ecc.], che permettono di connettere i singoli e di diffondere rapidamente i messaggi
propagandistici.
Aspetti caratterizzanti di tali sommovimenti sono il tasso di violenza piuttosto contenuto [o inesistente]
da parte dei manifestanti, un appoggio incondizionato della stampa e delle televisioni occidentali in
nome della libert, della democrazia e dei diritti civili, lazione di penetrazione svolta da ong
occidentali operanti in quei paesi, i nanziamenti erogati o promessi in caso di cambio di sistema, il
colore di riferimento adottato e luso di internet e dei cellulari come autentiche armi.
LUcraina, la Serbia e la Georgia sono esempi in cui queste strane rivoluzioni, pilotate dallesterno,
hanno avuto un indubbio successo.
7
Alain de Benoist, Gli orizzonti della mondializzazione in Oltre il moderno, Arianna Editrice, II edizione
del 2005
8
In questa analisi, per unesigenza di brevit e unimprescindibile necessit di sintesi, mi vedo costretto
a trascurare gli aspetti geopolitici del cambiamento in atto, assieme a quelli strategico-militari, e non
mi occupo di questioni, pur rilevanti, quali lo strapotere della potenza americana dopo la caduta del
muro di Berlino, lunipolarismo, il multipolarismo, il bipolarismo e simili.
Non me ne vogliano coloro che attribuiscono alla geopolitica [alle mire imperialistiche delle potenze
storiche, mai completamente sopite, allazione della diplomazia internazionale, alle Relazioni
Internazionali e alle campagne militari, o al dispiegamento di nuovi sistemi darma e di scudi spaziali
anti-missile] una rilevanza cruciale, nelle vicende dellumano genere e nella Storia Universale, o
che addirittura ricavano da questa recente disciplina veri e propri spunti ideologici, perch tale
228
Note
esclusione non nasce da una sottostima della sua importanza, da parte di chi scrive, ma, appunto e pi
banalmente, da mere esigenze di spazio e di sintesi.
9
Come afferma in un suo noto libro Joseph Stiglitz, premio nobel per leconomia nel 2001, consigliere
di Bill Clinton e successivamente uomo della Banca Mondiale, La new economy ha rappresentato un
cambiamento [] memorabile: si passati dalla produzione di merci alla produzione di idee realizzata trattando e
trasformando informazioni anzich merci o persone. [Joseph Stiglitz, I ruggenti anni novanta, Giulio Einaudi
editore s.p.a., anno 2004]
Ci potrebbe risultare particolarmente vero soprattutto se messo in relazione con lespansione che ha
avuto la nuova nanza creativa in questi ultimi anni, essendo le idee migliori rappresentate da
prodotti come i CDO e afni che nascevano gi con perdite incorporate, nella frenesia di cartolarizzare
qualunque cosa debiti, povert, insolvenze ed altre geniali creazioni destinate a moltiplicare i
prodotti della nanza derivata oltre ogni limite di sopportabilit.
10
Oggi sempre pi spesso visti unitariamente, per la presenza di alcuni interessi comuni in campo
economico-nanziario e commerciale, e ben simboleggiati dallacronimo BRIC, che signica, appunto,
Brasile, Russia, India, Cina.
11
Gli anni novanta dello scorso secolo e i primi anni del duemila ci mostrano un quadro in cui le istituzioni statuali
liberaldemocratiche sono nite sotto il controllo di poteri esterni, di natura privata, che attraverso i loro camerieri
politici locali e i trattati siglati frettolosamente come quello dellOrganizzazione Mondiale del Commercio
hanno favorito il trasferimento del processo decisionale, in relazione a materie di cruciale importanza economica,
nanziaria e sociale, nelle sedi pi lontane, che sfuggono a qualsivoglia controllo pubblico e popolare.
Non si tratta pi delle sole politiche monetaria e dei tassi, o delle famigerate quote latte imposte dalle istituzioni
sopranazionali europee, ma anche della politica alimentare nel suo complesso.
[Mio intervento dal titolo Stato e dissoluzione, http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_
articolo=25768].
12
Signicativo il fatto che Maurizio Sacconi, ministro del IV esecutivo Berlusconi gi tristemente noto
per aver prestato il suo nome [assieme a quello di Maroni e Biagi] ad una nota legge riguardante
lintroduzione della precariet e del lavoro atipico, ha recentemente addossato la colpa dei bassi salari
italiani fra i trenta paesi dellOCSE lItalia al ventitreesimo posto, superata anche dalla Grecia, con
poco pi di ventunomila dollari netti lanno pro-capite interamente alla contrattazione collettiva
centralizzata che ora le parti sociali [leggi la conndustria e i sindacati gialli] hanno dovuto cambiare,
naturalmente in accordo con il governo.
13
S.P. Huntington, The Clash of Civilization and the Remaking of World Order, Simon & Schuster, New
York, 1996.
Non va dimenticato, per comprendere la genesi di queste tesi, che il nome dellautore del celebre
saggio sullo scontro fra le civilt legato, in quanto a formazione, esperienze e carriera a quelli di
Henry Kissinger e Zbignew Brzezinski.
14
Lutopia del pedagogo e viaggiatore settecentesco Adam Smith di un mercato dominato, dal lato
della domanda e da quello dellofferta, da una miriade di piccoli operatori economici non in grado
di inuire direttamente sul prezzo, ha rappresentato soltanto una leggenda a uso e consumo della
diffusione di un certo immaginario liberista alla quale, oggi, non credono neanche i bimbi in et
prescolare.
15
Immanuel Wallerstein, Il sistema mondiale delleconomia moderna, tre volumi, edizioni Il Mulino, 1978,
1982, 1995.
Il sistema mondo, diviso in centro, semi-periferia e periferia, che il sociologo ed economista newyorchese
evoca rigettando nozioni ed espressioni diffuse anche nel parlato come terzo mondo, perfettamente
riducibile ad uneconomia mondiale in cui laccumulazione capitalistica che pu essere intesa in
senso marxista, con una preminenza delleconomico sul politico e relazioni economiche ineguali
determinano le disomogeneit e le ineguaglianze fra il centro del sistema e le sue aree periferiche.
229
Note
16
Werner Sombart, Lusso e Capitalismo, Edizioni allInsegna del Veltro, dicembre 1982
17
Lester C. Thurow, La costruzione della ricchezza, Edizioni Il Sole 24 Ore, anno 2000.
18
Vedi http://www.terrelibere.it/cocacolacolombia.htm
19
Vedi Jen DEau nel sito www.savethemales.ca
20
F. William Engdahl, Seeds of Destruction, the Hidden Agenda of Genetic Manipulation, Global Research
La Banca Genetica dellApocalisse Nellartico, link http://www.ilnuovomondo.it/artbancagenetica.
htm
21
Michele Paris, La Shell paga, in Altrenotizie http://www.altrenotizie.org/alt/modules.php?op=mod
load&name=News&le=article&sid=101407&mode=thread&order=0&thold=0
22
I magnici sette del pool meritano una menzione, perch inconsapevolmente hanno dato una
mano ai grandi interessi che si sono addensati in quel ormai lontano 1992 sul panlo Britannia:
Francesco Saverio Borelli, procuratore capo, Gerardo DAmbrosio, vice-procuratore, Antonio Di
Pietro, Piercamillo Davigo, Francesco Greco, Gherardo Colombo, Ilda Boccassini.
Uno fra loro, in particolare, riuscito a costruire una brillante carriera che lo ha portato a indossare
i panni di leader di un partito minore [di sua costituzione e a conduzione familiare] della politica
apparente e sistemica, partendo da pochi ma voluminosi e decisivi fascicoli processuali che hanno
fatto la sua fortuna personale.
23
Vedi il grafante e amaramente ironico Svendita Italia sul panlo Britannia di Alberto Maietta - del
quale ho riportato nel testo del presente scritto una parte signicativa - al seguente link:
http://www.valianti.it/cgi-bin/bp.pl?pagina=mostra&articolo=4435
24
Faccio riferimento a chi effettivamente detiene il potere decisionale, a quelli che stringono nel
pugno, per riproporre unimmagine classica, lo scettro del comando. Se poi si considerano le famiglie,
ivi compresi i discendenti non ancora attivi e gli ascendenti pi anziani, possiamo arrivare a qualche
migliaio di unit.
Se questi soggetti scomparissero improvvisamente nello stesso istante, la dimensioni della popolazione
mondiale, che si sta avvicinando ai sette miliardi di unit, non ne risentirebbe affatto, ma certo che i
sistemi di potere esistenti ne uscirebbero sconvolti.
25
La Cina capital-comunista dellindustrializzazione forzata e del lavoro coatto, nel suo strano e
ambivalente rapporto di dipendenza reciproca e rivalit con gli Stati Uniti dAmerica, giunta a mettere
in discussione il ruolo del dollaro quale divisa di riserva internazionale. Infatti, a pochi giorni dal G20
londinese ha fatto sapere per bocca di Zhou Xiaochuan, governatore della Peoples Bank of China (PBoC),
la banca centrale del Drago cinese, che il dollaro non pi ritenuto sicuro come un tempo e che, pertanto, il
sistema nanziario internazionale necessit di una divisa sopranazionale alternativa, come ha scritto Sabrina
Lauricella su Rinascita [www.rinascita.info/cc/RQ_Economia/EkFZAAEZEuNVHTYdtb.shtml].
Un cambiamento non da poco che se dovesse realizzarsi potrebbe portare, nel tempo e continuando
sulla strada della globalizzazione dei mercati, ad una moneta unica mondiale diversa dal dollaro, ma
comunque rispondente alle esigenze dei Signori della mondializzazione.
26
Vedi http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=22684 e http://anchesetuttinoino.
splinder.com/post/19226328/LE+DEGENERAZIONI+DEL+COMUNISMO
27
Il ri-orientamento economico cinese stato, sin dallinizio, verso lapertura al commercio internazionale e agli
investimenti esteri, mentre lIndia allinizio si aperta soltanto al settore imprenditoriale privato, il cui decollo
dovuto agli investimenti privati nei settori a nuova tecnologia. In merito allapertura economica, nonostante essi
abbiano fatto progressi verso tale obiettivo, limportanza ed il rafforzamento di entrambe le nazioni nel settore dei
beni sono stati differenti. La Cina ha mantenuto nel tempo una maggiore quota e con tendenze ad una crescita
rapida, circa 6%, mentre lIndia si attesta all1% e vive una crescita pi lenta. In termini di investimenti interni,
la Cina sfrutta circa il 40% del proprio PIL, molto al di sopra dellIndia, fatto che ha consentito alleconomia
230
Note
cinese di crescere a ritmi molto alti e sostenuti. Il risparmio interno della Cina quasi due volte superiore a
quello indiano, dal momento che, mentre nella prima per ogni dollaro si risparmiano circa 44 centesimi, in India
soltanto 24. In merito al tasso medio di crescita, la Cina ha dimostrato di essere molto pi dinamica, crescendo
del 9,67% dallavvio delle riforme, mentre lIndia si attestata al 7%. Tale risultato ha permesso alla Cina di
diventare la quarta economia mondiale, mentre lIndia lundicesima. C da considerare inoltre che il PIL cinese
tre volte quello indiano. A sua volta il PIL procapite della Cina superiore, nonostante abbia una popolazione
superiore a quella indiana. La struttura del PIL cinese dimostra che esso si fonda prevalentemente sul settore
manifatturiero, mentre in India prevale quello dei servizi. Per quanto riguarda la struttura della domanda, in
Cina c maggiore partecipazione degli investimenti e delle esportazioni nette, mentre in India assume un ruolo
centrale il consumo interno.
[Eduardo Regalado Florido, Analisi comparativa tra Cina e India, http://www.proteo.rdbcub.it/article.
php3?id_article=627]
28
Fernando Mezzetti, Il mistero Putin, Bortoli Editore, anno 2004
29
Non si rinuncia, da parte del centinaio di elitisti riunitisi in Grecia dal 14 al 17 maggio 2009 allidea di
un governo mondiale, prova che dovrebbe esser data dalla proposta di trasformare lOrganizzazione
Mondiale della Sanit in un Dipartimento Mondiale un ministero, in denitiva e il vecchio
Fondo Monetario Internazionale in un Dipartimento [ministero] Mondiale del Tesoro, riducendo i
tempi della crisi in atto ad un triennio, anzich diluirla nellarco di dieci anni con un impatto meno
violento nel breve, onde giungere ad un nuovo ordine economico mondiale sostenibile, proposte
che sembra siano state fatte dallanziano politico svedese e membro regolare del gruppo Carl Bildt.
Altri, allinterno del Bilderberg vorrebbero, invece, una lunga crisi decennale per diluirne gli effetti
negativi nel tempo.
Vedi in proposito:
http://911nwo.info/2009/05/17/bilderberg-2009-des-informations-exclusives-dun-journaliste-
dinvestigation/
http://www.bruno-lalouette.com/article-31548919.html
http://www.prisonplanet.com/leaked-agenda-bilderberg-group-plans-economic-depression.html
Interessante sarebbe studiare in profondit i rapporti avendo a disposizione informazioni, che,
sfortunatamente, sono coperte da un riserbo squisitamente anglosassone, a meno delle ricorrenti
fughe di notizie di cui sembrano beneciare in primo luogo gli investigatori Daniel Estulin e Jim
Tucker fra Americani, Europei e Globalisti radicali [in questa fase e dopo i recenti rovesci nanziari,
presumibilmente un po pi deboli] allinterno dei loro club di riferimento, in cui si prendono decisioni,
si realizzano mediazioni, si discute amabilmente senza redazione di verbali, consentendo cos di far
venire alla luce aspetti interessanti, nascosti e forse decisivi del conitto strategico.
30
In merito alla contesa Fiat-Magna per Opel e con particolare riguardo alla debolezza dellItalia,
scrive il professor Gianfranco La Grassa: I veri nemici dItalia stanno nella classe dominante (non dirigente);
essi appartengono alla nanza weimariana e ai settori industriali stramaturi (con la maleca Fiat in testa,
che le forze politiche tedesche pi accorte, i socialdemocratici, non riescono a rispedire al diavolo cio al suo
padrino doltreatlantico). [...] Comunque uno snodo rilevante (non lo snodo, ma certo un tornante di primo
piano) proprio quello Fiat-Magna che, come ha detto con chiarezza Tremonti (per chi sa intendere), concerne in
realt Usa e Russia; e di conseguenza lo schieramento europeo (e la UE) servo del primo paese, da una parte, e
lo schieramento che tenta lapertura a est come semplice carta da giocare nel senso di una maggiore autonomia,
dallaltra. [Interlocutorio di glg, comparso nel sito Ripensare Marx gioved 28 maggio 2009, link http://
ripensaremarx.splinder.com/]
La classe dominante evocata nellarticolo corrisponde, con qualche cautela e senza voler urtare la
suscettibilit di alcuno, in buona sostanza alla Global class indigena livello Upper marcescente, dietro
il quale si nasconde neanche troppo bene il livello strategico esterno, la sommit della piramide in
occidente ed emerge dalla lettura che il case study Fiat-Magna-Opel non potr non avere effetti di
una certa importanza sugli esiti del conitto strategico in corso.
Pur non essendo troppo convinto che lapertura ad est, e cio alla Russia putiniana del gas, dellarmata
231
Note
e degli oligarchi banditeschi e spietati, potr costituire una svolta epocale completamente positiva e
rigeneratrice, un bene assoluto per unEuropa da tempo indebolita e divisa, condivido molta parte
dellanalisi di La Grassa.
31
Per maggiori dettagli sullaccordo Eni-Gazprom cito in nota larticolo di Fulvia Novellino dal titolo
South Stream: prima vittoria nel conitto Russia-UE-Ucraina comparso di recente in Rinascita Balcanica.
[http://www.rinascitabalcanica.com/?read=24990]
32
Altra partnership signicativa, che testimonia la volont di penetrazione dei Russi in Europa
occidentale, quella che si sta sviluppando fra ERG, noto gruppo indipendente italiano del settore
energetico, e la major russa Lukoil, di Vagit Alekperov, la quale ultima sembra puntare con decisione
al mercato del gas italiano, con un primo, importante investimento nella rafneria di Priolo in Sicilia.
33
Fondamentale, in questa prospettiva, la capacit di fare comunit, a partire dalle sue proiezioni essenziali
che sono la famiglia, il volontariato, lassociazionismo e lambiente di lavoro, sino a riscoprire luoghi relazionali
e di servizio come le parrocchie, le farmacie, i medici di famiglia, gli ufci postali, le stazioni dei carabinieri.
E solo in questo modo che pare possibile costruire una rete diffusa e capillare di servizi e nuove sicurezze ad
integrazione della azione dellattore pubblico.
E quanto si legge in fondo alla pagina n. 16 del documento del Ministero del Lavoro, della Salute e
delle Politiche Sociali La vita buona nella societ attiva, di data 25 luglio 2008, denominato Libro
Verde.
[http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/B8453482-9DD3-474E-BA13-08D248430849/0/
libroverdeDEF25luglio.pdf].
Chiaro lintento, nonostante le belle parole e il riferimento a rassicuranti e non meglio denite
comunit, di fare quel che era nei programmi dei neocon americani e dellamministrazione Bush,
cio di lasciare questa materia nelle mani dei privati, alla loro carit e allarbitrio del loro buon cuore,
dirottando altrove le risorse pubbliche.
34
Vedi, in merito a questo interessante caso in cui si ristruttura massicciamente nel nord est dItalia
e si paventano delocalizzazioni di attivit produttive in piena crisi sistemica globale, Salo: approvato
il piano di riassetto industriale http://www.borse.it/News.php?IDNews=132902
Verrebbe da dire che il lupo perde il pelo ma non il vizio e nella realt ci che si difende a qualsiasi
prezzo [occupazionale e quindi sociale] il tasso di protto, che dovr essere quanto meno mantenuto
su valori positivi anche alla presenza di P.I.L. negativi in occidente, scegliendo lesotica via della seta
ma soprattutto della delocalizzazione che porta in Cina, in cui, a dispetto della crisi, la crescita del
prodotto rallenta in modo signicativo, provoca malcontento e sommosse popolari localizzate nelle
aree industriali, ma ben lungi dallassumere valori negativi.
Guy Debord, La socit du spectacle, Editions Champ Libre, 1971 [http://pagesperso-orange.fr/
35
dumauvaiscote/la_societe_du_spectacle/societespectacle.doc]
36
una curiosa logica del pendolo quella che condiziona gli atteggiamenti della politica nei confronti del
mondo degli ultras calcistici. Succede infatti che dopo ogni evento tragico saccenda una fase altamente emotiva,
durante la quale prevalgono i toni inclini alla tolleranza zero. Ma poi, col trascorrere dei giorni e labbassarsi
del senso demergenza, tornano i distinguo e i giusticazionismi e ci si ritrova molto prossimi alla repressione
zero. Anche grazie alloperato di esponenti politici che, nelle sedi legislative e in nome della difesa dei diritti
individuali, lavorano per spuntare i provvedimenti legislativi delle loro armi di maggiore impatto repressivo.
[Pippo Russo, I politici che armano gli ultr, http://www.paoloziliani.it/news.asp?id=157&sezione=2
&com=1]
E ormai chiaro anche alla scolaresche meno dotate che si tollerano queste periodiche esplosioni di
violenza se addirittura non si favoriscono le quali potrebbero essere oggetto di prevenzione
o, comunque, di efcace repressione, perch incanalano la rabbia e linsoddisfazione su un binario
morto, rappresentano unutile valvola di sfogo e non costituendo un reale pericolo per la stabilit del
potere.
232
Note
37
Scrive infatti il professor Gianfranco La Grassa: La lotta tra gruppi conosce varie periodicit [] che
sono fasi (epoche) diverse in riferimento sia a quella da me indicata quale formazione sociale in generale sia alla
formazione globale, costituita da una mutevole articolazione di tante formazioni particolari fra loro in conitto,
con i connessi fenomeni comportanti lo sviluppo ineguale dei vari gruppi capitalistici, in sede nazionale come
internazionale.
[Gianfranco La Grassa, Razionalit strategica e razionalit strumentale in Contro, EditricErmes, anno
2008]
Non vorrei attirarmi gli strali e le invettive di La Grassa, se mai avr la bont di leggere questa nota,
e lo rassicuro in anticipo sul fatto che non sono propriamente unanima bella e onesta [forma pi
elegante per dare dellingenuo] e ancor meno un vandeano in pectore o un membro di nuove e
supposte armate bianche con locchio costantemente rivolto al passato, ma le sue stesse parole ci
riportano inevitabilmente allimmagine da me proposta delle piramidi di Giza, con una molteplicit di
gruppi capitalistici gerarchizzati, in formazioni particolari, ad un diverso stadio di sviluppo ma
costantemente in lotta fra loro [e al loro interno] per la supremazia.
38
Un iniziale momento di riessione, uno spunto per affrontare il tema nella giusta prospettiva ci
offerto dal losofo Costanzo Preve, che lega quello che io ritengo che sia un preciso disegno di
modica degli assetti sociali preesistenti alla diffusione del modello statunitense di societ, n da
prima dellaffermarsi del pensiero neocon e della sua inuenza in seno allamministrazione americana,
come modello destinato a prevalere in occidente e da esportare nel resto del mondo: [] denirei
lessenza dellamericanismo come il modello futuristico e tecnico di una societ capitalistica senza classi. Una
societ capitalistica, dunque, che non solo capace di assorbire ed integrare il cosiddetto proletariato (e cio la
classe dei lavoratori salariati produttori di plusvalore con le sue espressioni politiche stabili ed organizzazione
di tipo socialista, comunista, ecc.), ma che soprattutto in grado di assorbire la cosiddetta borghesia [].
[Costanzo Preve, Filosoa e geopolitica, Edizioni allinsegna del Veltro, giugno 2005]
Credo di non far torto al pensiero di Preve se affermo che parlare di una societ senza classi rappresenta
anzitutto una provocazione forte, per suonare la sveglia e destare chi ancora crede nella persistenza
della vecchia contrapposizione di classe, al ne di affermare una volta di pi lavvenuto superamento,
nella nostra societ, della obsoleta e nei nuovi contesti fuorviante dicotomia Borghesia/Proletariato.
39
Margaret Thatcher, dopo una lunga carriera politica iniziata negli anni cinquanta, divenne primo
ministro nel 1979.
Monetarista, madrina della Supply-side economics, non appena arriv al governo del paese mise
in pratica politiche decisamente impopolari, comprimendo linazione e aumentando le imposte
indirette che notoriamente colpiscono i meno abbienti.
Gi durante il suo primo mandato nel periodo 1979-1983 vi fu un incremento esponenziale della
disoccupazione, che quadruplic rispetto al periodo precedente.
40
Costanzo Preve, La quarta guerra mondiale, Edizioni allinsegna del Veltro, maggio 2008.
Modello di capitalismo puro che era pre-destinato ad affermarsi secondo il losofo per loccasione
nelle vesti di storico cos come effettivamente accaduto sui due modelli subalterni con i quali
entrato in competizione durante lo scorso secolo, e cio il modello capitalistico classico vetero-europeo di
tipo dicotomico borghese-proletario ed il modello sociale del comunismo storico novecentesco.
41
Christopher Lasch, The revolt of the elites and the betrayal of democracy, W.W. Norton & Company, New
York-London, edizione italiana consultata La ribellione delle lite, Feltrinelli Editore Milano, Campi del
sapere, settembre 1995
42
Con i due trattati di Mnster e di Osnabrck del 1648 non solo si chiuse la fase storica delle guerre
di religione fra cattolici e protestanti che sconvolsero a lungo lEuropa, segnatamente la guerra dei
trentanni e quella degli ottantanni, ma la Pace implic anche una prima affermazione della sovranit
nazionale degli stati come modernamente si intende.
Altro aspetto importante fu quello del riconoscimento del diritto allesistenza del nemico, e quindi,
di riesso, della sua umanit, un nemico che si tende a disumanizzare e al quale diritti [in primo
233
Note
luogo quello allesistenza] non si riconoscono in un aspro e violento confronto di natura religiosa e
culturale.
La Quarta guerra mondiale in corso [descritta da Costanzo Preve] in primo luogo una guerra
culturale che non prevede limiti e non permette tregue, violando la sovranit nazionale degli stati e
distruggendo le radici culturali dei popoli.
43
Come detto il problema che il sistema capitalista basato sulla crescita innita non pi sostenibile per i
paesi sviluppati, i quali stanno nendo le risorse, cos che si inventano? Facile, si comprano la terra degli altri.
Il Magascar non che un caso di una tendenza in atto: la Cina, paese dove lacqua comincia a scarseggiare,
ha comprato centinaia di migliaia di ettari nelle Filippine, in Sudan e Kazakhstan; la Libia si presa un pezzo
di Ucraina, in cambio di petrolio; quindici investitori sauditi hanno speso 4 miliardi di dollari per prendersi
500.000 ettari in Indonesia, allo scopo di piantare riso Basmati da riesportare poi in Arabia. Fino ai casi pi
incredibili, come quello di Philippe Heilberg, ex banchiere a Wall Street e oggi numero uno della Jarch Capital, il
quale, poche settimane fa, ha comprato da tal Gabriel Matip, glio del signore della guerra Paulino, 400.000
ettari di campi fertili in Sudan lungo le sponde del Nilo, lestensione del Dubai!
Pubblicato sul blog di Manuel Anche se tutti noi no [http://www.anchesetuttinoino.splinder.com/
post/19889510/IL+TERZO+MONDO+IN+SALDO]
44
Vedi http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=26432
45
Secondo i dati dellUfcio nazionale di statistica resi noti il 9 aprile, nel 2008 il salario medio per i lavoratori
dipendenti stato di 29.229 yuan annui (intorno a 2mila yuan al mese, circa 200 euro). [] Il China Labour
Bullettin, prestigiosa pubblicazione per i diritti dei lavoratori, ritiene che il guadagno medio effettivo degli operai
industriali sia molto minore, dato che i dati ufciali non distinguono tra operai e dirigenti e li considerano
in modo unitario per operare il salario medio del settore. Inoltre non comprendono le decine di milioni di
lavoratori in nero, specie migranti. La paga degli operai industriali , comunque, sempre molto maggiore di
quella dei rurali, che secondo dati ufciale nel 2007 hanno percepito un salario medio annuo di appena 4.140
yuan, che si ritiene non molto cresciuto nel 2008. Milioni di migranti licenziati a causa della crisi nanziaria
hanno preferito restare nella grandi citt per cercare un lavoro, piuttosto che tornare nel villaggio di origine dove
sono privi di prospettive di unoccupazione che consenta di guadagnare abbastanza per vivere e far studiare i
gli.
[Fonte: AsiaNews, 15 aprile 2009, http://www.laogai.it/?p=9106]
46
Continua lo spaventoso fenomeno del suicidio da parte di un numero crescente di contadini indiani gravati
dai debiti. Secondo i dati pubblicati oggi dal quotidiano locale The Hindu, sarebbero addirittura circa 150mila i
contadini indiani che si sono tolti la vita dal 1997 al 2005. [] A causare problemi ai coltivatori indiani sarebbe
il contestatissimo cotone Bt transgenico. Ma alcuni esperti puntano anche il dito contro la politica di sviluppo
neoliberista seguita dai governi indiani.
[India, sempre pi suicidi di contadini poveri, http://www.loccidentale.it/node/8996]
47
E chiaro che usando questa espressione non intendo assolutamente far riferimento, come invece
accade in altri contesti e assumendo punti di vista completamente diversi dal mio, alle nuove professioni
per la new economy e soprattutto ai nuovi professionisti Internet, quali i community manager, gli
ethical hacker, i content engineer e ad altre fantasiose e pittoresche gure un po cyberpunk [vedi, a
tale riguardo, I New Workers - Nuovi lavori per una nuova economia al link p://www.mediamente.
rai.it/mm_it/010214/index.asp], ma intendo evidenziare gli effetti delle nuove e pi sfavorevoli
condizioni di lavoro rispetto alla fase capitalistica precedente, che comportano e comporteranno
relazioni industriali e situazioni sociali profondamente mutate, in senso nettamente peggiorativo
per gli operai e i lavoratori tutti, per i loro gli e le generazioni future destinate alloblio di un passato
di relative tutele, quanto meno in occidente.
48
In Italia la situazione di sconcerto e scollamento, nonch di abbandono a s stessa no allinvisibilit
di quella che fu la classe operaia particolarmente toccante [uso questa espressione in accordo con
la mia insopprimibile vena neoromantica economico-sociale ], e allarmante al punto che alcune
centinaia di migliaia di lavoratori del nord e del nord-est del paese, nella [ex] cittadella operaia di
234
Note
Sesto San Giovanni come nella pianura veneta dominata dalla P.M.I., si sono risolti n dalle ultime
elezioni politiche del 2008 a votare per il partito tribailsta-xenofobo dei bottegai del nord, la Lega di
Umberto Bossi probabilmente nella tragica illusione che la mattanza, grazie alla ferocia leghista
nei confronti degli immigrati e al federalismo scale, riguarder principalmente gli extracomunitari
e il sud preferendolo a quel sarcofago della sinistra-bene italiana, ritualmente accusata di catto-
comunismo dai berlusconiani e priva di programma politico, che il Pd di Veltroni-Prodi-Franceschini
con annesse fronde dalemiane, ma soprattutto ai vergognosi gauchistes pseudo-comunisti da salotto
riunitisi sotto larcobaleno, dopo lorgia di cashemire, travestiti da avanspettacolo di provincia, lotte
contro lomofobia per distrarre lattenzione dai veri problemi e promesse elettorali completamente
disattese che ha caratterizzato lera crepuscolar-bertinottiana.
Restano in campo a difendere gli interessi degli operai alcuni settori della Fiom che fa capo a Rinaldini,
a partire dalla donchisciottesca [lo scrivo senza alcuna ironia] Rete 28 aprile di Giorgio Cremaschi,
completamente isolati in un contesto sindacale dove prevalgono i sindacati gialli quali la CISL e
la UIL, che praticano ormai dabitudine n dal famigerato Protocollo dintesa del 23 luglio 1993 fra
governo, imprenditori e sindacati, per la verit allepoca colpevolmente approvato anche dai vertici
della CGIL la svendita delle conquiste del lavoro in cambio di vantaggi personali, carriere politiche
ed altri bouns, e si scorgono nel contempo i primi, timidissimi segni di una risorgente volont di
contrastare la mattanza sociale che colpisce i membri della ex classe operaia, di ri-aggregazione
in nome del bisogno di solidariet in un momento difcile, di necessit di comunicare attraverso la
rete e di segnalare le numerose situazioni di crisi, non soltanto nazionali, no alla costituzione di un
vero e proprio Partito Operaio [non operista, si badi], avvenuta il 4 aprile di questanno a Sesto San
Giovanni, con la presenza di ospiti provenienti da fabbriche estere [vedi il sito www.operaicontro.it].
Ancora una considerazione, prima di chiudere questa nota per la cui lunghezza forse eccessiva mi
scuso con il lettore.
Personalmente, credo che si tratti di una reazione appena abbozzata, ma sicuramente legittima,
giusticata dalla nuova condizione sociale operaia e subalterna che si va sempre pi chiaramente
prolando.
Ma la volont di trovare nuove forme di rappresentanza politica e di partecipazione, non pu limitarsi
a battaglie di retroguardia, nello spirito di una classe gi quasi scomparsa quella operaia, salariata e
proletaria isolandosi, nel nome di tradizioni pur orgogliose ma morenti [se non gi defunte], dalle
componenti della Pauper class in via di formazione che esprimeranno interessi simili, quale la Middle
class proletariat.
49
Sono circa cento e cinquanta mila i soli immigrati che lavorano nel settore metalmeccanico in Italia,
grosso modo un quinto degli operai, e prestano la loro opera principalmente nella siderurgia e nelle
fonderie, in cui sono costretti a sobbarcarsi le mansioni pi faticose e pi pericolose.
[Vedi http://www.operaicontro.it/index.php?id=037d5c86]
50
Vedi http://www.studiamo.it/dispense/losoa/desublimazione_repressiva_marcuse_pasolini_
e_pound/marcuse_a_confronto_con_pasolini.php
51
Vedi, in proposito, il mio articolo dal titolo Crimine, esclusione e marginalit, http://www.
oppostadirezione.altervista.org/art-n.7-crimine.htm
Le due forze apparentemente contrapposte sul campo di battaglia di unItalia in crisi, non soltanto economica,
sono in realt accomunate, pur in forme e in gradazioni diverse, dalla marginalit e dallesclusione: i migranti
e gli immigrati in primo luogo i Rom costituiscono un comodo capro espiatorio per scaricare le forti
tensioni sociali e impedire la riessione sulle vere cause del nostro attuale degrado, mentre gli italiani sviati
dalla falsa informazione e impoveriti, che ne percepiscono il pericolo legandolo direttamente alla diffusione
della criminalit, costituiscono una comoda massa di manovra per un potere politico, democratico e liberale,
sicuramente prono davanti alle ragioni della mondializzazione economica, che tende semplicemente a perpetuare
se stesso.
52
Recentemente la FAO ha avvertito che entro la ne del 2009 coloro che soffrono la fame saranno,
nel mondo, oltre un miliardo, come drammatico esito della crisi economica planetaria che ha ridotto i
235
Note
236
Note
Partendo dalla necessit di ridurre i costi generati degli stock di materie prime e semilavorati
impiegati nel processo produttivo, si pensato di far arrivare sicamente i materiali e i servizi a lui
necessari, giusto [o appena] in tempo per il loro impiego, nel punto esatto in cui si attua la produzione
e successivamente si estesa lapplicazione del just in time anche al lavoro, demolendo o meglio
aggirando e di fatto neutralizzando, in paesi come lItalia, con una nuova contrattualistica, nuovi
interventi normativi e lescamotage della concertazione fra governo, imprenditori e sindacati
compiacenti, legislazioni garantiste che hanno consentito di rendere per qualche lustro un minimo di
dignit e assicurare maggior tutela al lavoro e quindi anche alla persona che ne portatrice quale
la legge n. 300 del 1970, nota come Statuto dei Lavoratori.
59
Non avendo, com ovvio, le grandi capacit analitiche ed elaborative di Marx, che ha creato il concetto
di General Intelect dopo aver riettuto sul potenziale rivoluzionario del proletariato dellepoca e sui
possibili destini futuri del capitalismo, ho dovuto ricorrere a questa celebre espressione.
Ho rinunciato a coniare una nuova espressione [immancabilmente esotica] anche per farmi meglio
comprendere da chi legge, pur ritenendo che non potr trattarsi della stessa cosa che Marx, a suo
tempo, aveva in mente.
Infatti, completamente diverso il contesto storico attuale rispetto ai tempi di Marx, le forze produttive
sono profondamente cambiate, lidenticazione del capitalismo con la borghesia non ha pi alcun
senso ed completamente diversa anche la prospettiva di sviluppo [o di crollo] del capitalismo
contemporaneo, rispetto a quello dei tempi di Marx.
Ricordo che il concetto di General Intellect abbozzato nel celebre Frammento delle macchine e nel
VI quaderno dei Grundrisse, cio i Lineamenti fondamentali della critica delleconomia politica, composti di
otto quaderni voluminosi e scritti fra il 1857 e il 1858.
60
Lavanzamento, il salto qualitativo, consiste nel non dover pi adattare il proprio linguaggio [detto
naturale per distinguerlo dal linguaggio macchina] al ne di utilizzare i servizi del web e, in
sostanza, per comunicare con la macchina.
61
Certi movimenti ad ampia diffusione che nascono dai blog fra i quali il pi celebre, in Italia, senza
dubbio quello del comico ed ex attore Beppe Grillo possono rappresentare, anzi, un modo subdolo
di deragliare la protesta [che trova le sue prime ragioni nella dura realt sociale e politica] su di un
binario morto, connandola nelletere no alla sua estinzione.
La crisi dellindividualismo occidentale e limmagine dello spirito del tempo, intervista con il Professor
62
Costanzo Preve a cura di Luigi Tedeschi pubblicata su Italicum di marzo-aprile 2009, anno XXIV.
63
Nel settembre del 2008, ultimi mesi per lamministrazione federale americana di Gorge Bush, con
Henry Paulson creatura della solita Goldman Sachs ai vertici del tesoro, un iniziale e travagliato piano
di salvataggio delleconomia [leggi dei potentati nanziari americani] presentato ai deputati e da
questi inizialmente e sdegnosamente respinto prevedeva lerogazione di ben settecento miliardi di
dollari.
Con il senno di poi possiamo affermare che, se consideriamo anche il resto dei paesi occidentali, questa
somma rappresenta soltanto una piccola parte del buco creato dal cedimento della dimensione
nanziaria, una frazione del valore attribuito agli asset tossici presenti nei bilanci delle banche, che
gli stessi stress test non riescono a far emergere pienamente.
64
[] gli anni della Grande Depressione (1873-1896) vedono svilupparsi il processo complementare a quello
delleconomicizzazione del conitto [di classe, riconducibile a Bauman, n.d.s.], quello che Mosse chiam
opportunamente nazionalizzazione delle masse. E questo processo che sta alla base dellattuale dicotomia
Destra/Sinistra, o pi esattamente della dicotomia Destra/Sinistra per ci che riguarda la prima, la seconda e
parzialmente la terza guerra mondiale, ma non invece la quarta in corso.
[Costanzo Preve, La quarta guerra mondiale, Edizioni allinsegna del Veltro, maggio 2008]
Inutile precisare che la quarta guerra mondiale oggi in corso e non accenna ancora a nire, potendo
riservare a noi o ai nostri successori esiti drammatici ed oggi difcilmente prevedibili, quanto e pi del
primo e del secondo conitto mondiale, nel quadro di quello scontro fra poteri neofeudali, operanti
237
Note
a livello regionale e planetario, la cui portata e intensit appariranno ancor pi chiare nel prossimo
futuro.
65
Della essibilizzazione delle masse si tratter pi diffusamente nella terza parte del presente libro,
afdata allo scrivente, e precisamente nel primo approfondimento dal titolo Rottura dei vecchi equilibri
sociali e essibilizzazione delle masse.
66
Alessandro Robecchi, Un esplosivo tranquillo autunno, Il Manifesto, 26 luglio 2009
[http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/in-edicola/numero/20090726/pagina/01/pezzo/255895/]
67
La crisi alimentare che ha investito in particolare i paesi non in sviluppo [parte dellex terzo e quarto
mondo], a causa dellesplosione dei prezzi dei prodotti agricoli e dei generi alimentari quando era
elevato il prezzo del petrolio, non si conclusa allatto dellesplosione della bolla subprime, mentre
oggi il prezzo del barile di greggio dopo mesi di essione ha ripreso la sua corsa al rialzo, puntando
come prima tappa e nelle intenzioni della speculazione a raggiungere e superare stabilmente i sessanta
dollari al barile.
In prospettiva futura c lattesa di una crisi dellacqua, con la riduzione dellacqua potabile a
disposizione di una popolazione mondiale in continua crescita e sul versante nanziario, per quanto se
ne parli un po di meno rispetto alla ne dello scorso anno, diffondendo ad arte ducie su una ripresa
imminente, non sembra risolta la questione dellenorme debito incorporato nelle carte di credito degli
americani e degli stessi europei, che ancora un anno fa era valutato negli Stati Uniti dAmerica a quasi
diecimila dollari per carta.
Inoltre c lincognita della crescita del debito pubblico, non soltanto americano, e del nanziamento
dello stesso.
Sempre pi spesso crisi e bolle si prestano ad un uso strumentale da parte del potere imperante in
occidente, per continuare a ricavare risorse a sostegno della malconcia dimensione nanziaria e
proseguire nel confronto strategico con i competitori, non ultimi gli emergenti cinesi e russi, onde
assicurarsi la supremazia planetaria.
Come scrive Valerio Lo Monaco in Lultima bolla, prepariamoci:
Dopo il petrolio e la new economy, dopo i mutui subprime e i derivati di Borsa, quale poteva essere lultimo
elemento su cui speculare a dismisura per sostenere i circuiti nanziari? Lo Stato, naturalmente. Lindebitamento
pubblico. Ovvero quello di tutti noi.
[Fonte: www.ilribelle.com/]
68
Per ora si tratta di un numero limitato di militari, ma non escluso che in futuro la situazione
potr cambiare. Si discute se raddoppiarne lentit a breve [da tremila a seimila]. In verit, nelle
reali intenzioni del IV esecutivo Berlusconi, facilmente intuibili per chiunque, limpiego dellesercito
dovrebbe consentire di raggiungere i seguenti scopi principali: 1) Mostrare la bandiera nelle aree
metropolitane a rischio o gi completamente degradate, allo scopo di rassicurare la popolazione che
si sente abbandonata a se stessa e dare limpressione che lo stato c ancora. 2) Avere militari gi
sul posto, nelle predette aree, nel caso di rivolte popolari conseguenti ai disastri sociali provocati
dalla crisi sistemica e dalle inefcaci politiche governative. 3) Non affrontare di petto i problemi
dellinadeguatezza palese delle forze dellordine e delle risorse sempre pi scarse impiegate per
la sicurezza dei cittadini, stanziando aliquote di militari veri per coprire i vuoti lasciati dalle false
polizie. 4) Presidiare e militarizzare le discariche di riuti campane, per comprimere o comunque
per rendere meno efcace la protesta popolare, ed anche presidiare i centri di identicazione ed
espulsione, nonch luoghi sensibili come le ambasciate. 5) In una prospettiva futura, vigilare su siti
nucleari e termovalorizzatori, onde impedire lazione di ecoterroristi.
69
Luciano Gallino, Dizionario di Sociologia, UTET S.p.A, agosto 2006
Per quanto riguarda la denizione di classe prevalente nella sociologia americana, facendo riferimento
allottimo dizionario di Gallino e alla voce dedicata alla classe sociale, bene precisare che si concepisce
come un insieme di individui che posseggono in misura simile date caratteristiche socialmente
rilevanti, quali ricchezza, potere, prestigio, ma anche stili di vita [considerati dal grande sociologo
238
Note
americano C. Lasch pi importanti degli aspetti ideologici] ed altri, rilevanti elementi distintivi.
Questa denizione che nominalistica e ordinale comporterebbe quanto segue:
- La classe sinonimo di strato sociale.
- Il conne fra le classi sfumato e soggettivo, perch deciso dal ricercatore.
- Numero ed ampiezza delle classi variano considerevolmente, in conseguenza del punto precedente.
- Linterdipendenza e lantagonismo fra le classi hanno ben scarso peso e minore la capacit di questi
aggregati di agire come soggetti unitari.
- Le differenze fra le classi [i differenziali ricordati di ricchezza, potere, prestigio sociale ed altro] non
sono concepite come effetti o dimensioni delle classi, ma riportano allaffermazione e allintraprendenza
individuale.
70
Personalmente credo che gli impiegati, nella passata struttura di classe, avevano tutte le principali
caratteristiche della classe di servizio evocata, costituivano una sorta di cuscinetto, se non di
cerniera, fra dominanti e dominati, e quindi fra borghesia e classe operaia, salariata e proletaria, e
costituivano una parte numericamente importante del cos detto ceto medio.
Per i marxisti daltra epoca gli impiegati rappresentavano uno strato sociale che si frapponeva fra la
borghesia e il proletariato e che creava qualche imbarazzo, nella logica della struttura di classe da loro
adottata, il quale, per, sarebbe stato destinato ad essere assorbito dalla classe dominata, in fasi pi
mature del capitalismo.
71
Una breve ma pi articolata spiegazione si impone, giunti a questo punto.
Lacronimo CDO signica Collateralized Debt Obligation, in un riferimento alle celebri garanzie
collaterali che dovrebbero caratterizzare tali pericolosi prodotti, in parte signicativa ad alto rischio,
nati da quella cartolarizzazione che rappresenta nientaltro che una cessione di attivit, cessione con
la quale il creditore vende a terzi il diritto di esigere dal debitore limporto dovuto e gli interessi
maturati, in modo da scaricare il rischio sui terzi, i quali, nel caso dellinsolvenza del debitore
devono sopportare la perdita.
La cartolarizzazione ha quindi consentito il gioco dello scaricabarile dei rischi di insolvenza del
debitore e lattivazione di una micidiale catena di SantAntonio.
Inoltre, tutto il possibile stato impacchettato, dalle obbligazioni societarie a quelle basate su mutui.
Stessa ne hanno fatto i crediti al consumo.
Lacronimo CDS ha il signicato di Credit Default Swaps, trattandosi di prodotti assicurativi che
riguardano i rischi del credito e che avrebbero dovuto garantire una specica assicurazione, poi come
sappiamo rivelatasi spesso inefcace, contro il rischio di fallimento del debitore.
Si pu nanziare il soggetto debitore prestandogli denaro attraverso la sottoscrizione di unobbligazione,
oppure, valendosi di strumenti come i CDS, vendendo assicurazioni contro il rischio di insolvenza di
tali soggetti.
Il punto che per ogni debitore non si posto un limite ai CDS che possono essere messi in vendita,
e il mercato ha conosciuto una grande e rapida espansione, non essendo limitato come quello delle
obbligazioni.
72
Costanzo Preve, Elementi di Politicamente Corretto. Studio preliminare su di un fenomeno ideologico
destinato a diventare in futuro sempre pi invasivo ed importante.
Il saggio di Preve parte integrante del presente libro, e in questo approfondimento mi sono limitato a
riportare quelli che secondo il losofo sono gli elementi caratterizzanti dellideologia del Politicamente
Corretto.
Si tratta di un importante riesso del pensiero unico, volto a colonizzare la vita quotidiana di milioni
di individui.
Non questa la sede per discutere in profondit su simili argomenti, cosa che per altro far il losofo
Costanzo Preve nel prossimo futuro dopo lassaggio rappresentato dal citato scritto, ma chiaro che
tali aspetti ideologici penetrano n nei meandri pi nascosti del nostro quotidiano e la loro inuenza
nefasta contamina i comportamenti e i pensieri dellessere sociale.
239
Note
73
Ennio Giuliani, Salari e stipendi insufcienti: le inafdabili promesse della campagna elettorale e gli interessi
dei pi forti, Il Bolscevico, N. 9 del 6 marzo 2008
74
In questo senso vanno intese le recenti misure del governo italiano per favorire il rientro dei
capitali emigrati allestero, ed anche le dichiarazioni a sfondo etico del ministro delleconomia Giulio
Tremonti, che apparentemente sembra aver dichiarato guerra ai cos detti paradisi scali, quali luoghi
di perdizione e malaffare da svuotare e chiudere, male nascondono le reali intenzioni di favorire i
detentori di questi capitali nomadi in cambio di qualche investimento in Italia.
75
Questo il terreno privilegiato di indagine del losofo Costanzo Preve, ed a lui che spettano lonere
e lonore di sviluppare tali tematiche nelleconomia del presente libro, nei suoi futuri studi e analisi e
nelle future collaborazioni con lo scrivente.
76
World Drug Report 2008 ONU
http://www.unodc.org/documents/wdr/WDR_2008/WDR_2008_English_web.pdf
77
Il 42 Rapporto sulla situazione sociale del Paese del Censis, per lanno 2008, esordisce nelle considerazioni
generali come segue:
Lanno che sta terminando ha visto sovrapporsi ed intrecciarsi tre diversi fattori di crisi: la strisciante fragilit
della nostra struttura socioculturale, gi segnalata lo scorso anno; il proliferare di tante piccole e medie paure
collettive; e poi, in termini subitanei ed esplosivi, il panico diffuso da unimplosione nanziaria internazionale
senza ravvicinati precedenti.
Ci che vero per lItalia, che rappresenta il paese in pi profonda crisi della parte occidentale del
continente europeo, per vero anche per gli altri paesi appartenenti alla stessa area, se consideriamo
il vistoso e rapido deteriorarsi del quadro sociale con i primi accenni di una reazione popolare
in Francia come in Spagna, e nella Gran Bretagna molto avanti sulla strada della nanziarizzazione
delleconomia, ancor pi esposta di Francia e Germania ai venti della crisi sistemica.
78
Massimo Recalcati, Bambini liquidati con la logica degli psicofarmaci [incontro con Franois Ansermet,
psicoanalista e professore di psichiatria dellet evolutiva alluniversit di Losanna], Il Manifesto del
25 aprile 2005
79
In Spagna, dice una recente indagine di Metroscopia pubblicata su El Pas in occasione del battesimo
massmediatico della Generacin ni-ni, il 54% dei giovani tra i 18 e i 35 anni dichiara di non avere un
progetto su cui riversare il proprio interesse o le proprie illusioni. Il leitmotiv: Lo studio? tempo perso, non mi
apre le porte al futuro. Il lavoro? Non lo cerco perch tanto non lo trovo. E la crisi sembra aver accentuato la
rinuncia a qualsiasi impegno. Generazione n-n Settecentomila giovani inattivi convinti di Alessandra Mangiarotti,
pubblicato sul Corriere della Sera del 16 luglio del 2009
http://archiviostorico.corriere.it/2009/luglio/16/Generazione_Settecentomila_giovani_inattivi_
convinti_co_8_090716047.shtml
80
Espressione che utilizzer ancora nel testo e che molto forte, il cui signicato va ben al di l di
quella, decisamente pi moderata e compromissoria, di neoplebi.
Evidenti le implicazioni negative, addirittura involutive culturalmente e antropologicamente,
contenute in questa espressione e la prospettiva di regresso che evoca.
La ri-plebizzazione delle masse occidentali prelude nel lungo periodo ad ulteriori involuzioni e ad
uno schiavismo di ritorno, o al ritorno dello schiavismo in altre e nuove forme, rispetto allepoca
antica?
Solo la storia futura potr darci la risposta, ma timori in tal senso potrebbero essere non infondati
81
Come risulter pi chiaro nel successivo approfondimento, intitolato per lappunto Il Mercato come
sistema di razionamento e di esclusione.
82
Le adesioni ai cos detti Tango bond argentini hanno riguardato America, Europa e una parte
signicativa del resto del mondo, per oltre 80 miliardi di dollari USA. Di questi 28 miliardi sono niti
in Europa, e in Italia, dove le banche si sono date molto da fare per piazzarli, imbonendo la clientela e
240
Note
consigliando caldamente questi titoli con il miraggio del rendimento, i risparmiatori truffati sono la
bellezza di 450 mila per circa 14 miliardi di dollari.
83
Chi si ricorda il Berlusconi del milione di nuovi posti di lavoro promessi in campagna elettorale?
84
Luciano Gallino, Il lavoro non una merce Contro la essibilit, Gius. Laterza & Figli, anno 2009
85
Il quale Dini, anima di un efmero partitino sistemico a nome Rinascimento Italiano e sposato con
una ricca possidente venezuelana, tagliando le pensioni ad una parte rilevante della popolazione e
contribuendo in modo sostanziale ad alimentare il fenomeno della nuova povert in Italia, ha potuto
godersi e tuttora si gode la principesca pensione erogatagli per aver prestato i suoi [discutibili] servigi
ai vertici della Banca dItalia, ben poco toccato, a livello personale, dagli effetti negativi della sua
riforma pensionistica.
86
Carlo Azelio Ciampi, come Lamberto Dini, fu in precedenza ai vertici della Banca dItalia e
successivamente, dopo aver coperto importanti incarichi di governo, fu premiato con la nomina
a presidente della repubblica, ruolo che il nostro celebre laureato in lettere ha interpretato nel segno
della pi vuota e inutile retorica.
87
Ci si riferisce in particolar modo al decreto legislativo n. 396/ 1997 [noto come Bassanini] e relativo
alla rappresentanza sindacale, con il quale si stabil la soglia del 5% per poter partecipare alle trattative
nazionali del comparto e costituire rappresentanze sindacali aziendali, nonch la praticabilit dei
diritti sindacali per le sole organizzazioni rmatarie dei contratti collettivi.
88
Costanzo Preve, Il paradosso de Benoist, Edizioni Settimo Sigillo, anno 2006
La Sinistra del Costume, secondo Preve, porge la nuova scala valoriale funzionale ad aprire la societ,
a scardinare il vecchio ordine sociale, a distruggere i residui culturali borghesi, mentre la diffusione
delle idee della Destra del Denaro favoriscono laccettazione, passiva e di massa, della globalizzazione
mercantile e della subalternit, senza possibilit di redenzione, di unEuropa in libert vigilata nei
confronti degli Stati Uniti dAmerica.
89
Tanto per fare qualche nome e non restare completamente nel vago, fra i pubblicitari prezzolati e
celebrati non posso non citare il pessimo e diseducativo Oliviero Toscani, quello di United Colors of
Benetton e delle grandi campagne commerciali immoral-globalizzanti, e fra gli anti-proibizionisti,
lasciando perdere le solite ed abusate facce di palta radicali, citerei lattuale presidente della camera
dei deputati, Gianfranco Fini, in epoca giovanile fumatore di spinelli per sua stessa ammissione.
90
I dati demograci in questione li ho presi in prestito, sperando di riuscire a ben interpretarli,
dallottima raccolta di studi a cura di Antonio Golini, dal titolo Il futuro della popolazione nel mondo,
Societ editrice il Mulino, anno 2009.
Tale raccolta sicuramente la pi completa e aggiornata disponibile oggi nelle librerie italiane, per
quanto riguarda gli andamenti demograci mondiali [Italia compresa, naturalmente] attesi nella
prima met del ventunesimo secolo.
91
Serge Latouche, Linvenzione delleconomia, Arianna Editrice, II edizione 2005.
I concetti economici sono termini senza referente concreto.
Si afferma in modo sempre pi prepotente il loro carattere di auto-referenzialit con il progresso
delleconomia.
92
Se i globalisti da me deniti Occidentali, con Americani e Europei in testa, utilizzano tali organi, nonch
la via degli accordi commerciali internazionali [WTO, NAFTA, ecc.] per supportare la globalizzazione
e impossessarsi delle risorse, i globalisti Orientali, e segnatamente Russi e Cinesi, che controllano
direttamente gli apparati statali nei loro paesi e prediligono la propriet pubblica per poter disporre
delle risorse naturali e della produzione, ricorrono massicciamente allo strumento dei fondi sovrani
per estendere questo controllo nel resto del mondo.
I fondi sovrani sono quindi concepiti come unarma, nel conitto strategico con gli altri gruppi neofeudali
dei signori della mondializzazione, e non puramente come strumenti aventi ni dinvestimento.
241
Note
242
Note
103
Credo di non scrivere una cosa inesatta se scrivo che ladeguamento automatico dei salari e degli
stipendi al costo della vita va visto non esclusivamente come un sostegno dato al potere dacquisto di
massa, e quindi alla domanda, perch nel contempo un meccanismo che non permette arretramenti
vistosi nelle condizioni di vita, non soltanto dal punto di vista dei consumi, della maggioranza della
popolazione.
Laltro aspetto di rilievo quello dellinazione, ma lautentica ossessione inativa che da tempo
abbiamo avuto modo di constatare, ad esempio, nelle politiche monetarie e dei tassi della BCE e nelle
raccomandazioni agli stati, spesso nasconde lintenzione di spingere sulla via delle politiche anti-
sociali e la pura difesa dei tassi di protto.
104
Lintenzione craxiana era quella di isolare il PCI dopo lesaurimento della fase che alla ne degli
anni settanta andava sotto il nome di compromesso storico fra la DC e il partito comunista, con
assunzioni di responsabilit allinizio indirette dei comunisti del PCI a quel punto diventati
eurocomunismi nel governo del paese che avrebbe avuto se pienamente realizzata, come inevitabile
effetto, una drastica riduzione dimportanza del PSI, il quale avrebbe pesato sempre meno nei nuovi
equilibri politici.
A questo si deve aggiungere una certa dose di liberismo, iniettata nel mondo socialista dai quarantenni
di Craxi e da alcuni gruppi intellettuali riuniti attorno alla rivista Mondo Operaio [nel nome in alcuni
casi si cela lironia della sorte ] organo del PSI, che avrebbe dato un contributo al monte-protti e alla
modernizzazione economica e sociale del paese, come poi effettivamente accaduto
105
Ricorro alle parole di Enzo Bettiza, dunque di un liberale non certo ostile al craxismo, per denire il
fenomeno liberal-laburista importato dal nord e dal mondo anglosassone, che si stava sviluppando in
Italia negli anni settanta allinterno di quel partito socialista che fu di Pietro Nenni: Da dove veniva, quale
signicato aveva la curiosa sigla politica, che aveva quel suono labiale e tronco, poco italiano, e pareva desunta
dallo spot televisivo di qualche misterioso prodotto farmaceutico? Il lib-lab, infatti, era una formula cifrata
di matrice britannica che risaliva allepoca delle audaci riforme sociali forgiate da Lord Beveridge nellincontro
ravvicinato fra liberali e laburisti. La cultura politica europea aveva spesso creato dei liberali carismatici, come
Beveridge per lappunto, molto vicini ai socialisti e viceversa. Lo stesso Bernstein deniva il socialismo come un
liberalismo organizzatore.
E ancora, per quanto riguarda specicamente il caso italiano e la nuova dirigenza del PSI: La possibilit
di una rinascita liberalsocialista si proler appena nella seconda met degli Anni Settanta, con la spinta
autonomista impressa da Craxi, dopo il congresso del Midas, al partito non pi aggiogato al carro comunista.
Il giovane gruppo dirigente e intellettuale del Psi raccolto attorno al nuovo segretario, Ugo Intini, Massimo
Pini, Claudio Martelli, Luciano Pellicani, Francesco Forte, per citarne solo alcuni, capisce che un rilancio del
socialismo democratico pu trovare un sostegno pi che legittimo nellalleanza politica e culturale con gli epigoni
della sommersa tradizione liberale.
[Enzo Bettiza, Quando Bettino fece la rivoluzione Lib-Lab, La Stampa, 23 gennaio 2000]
Non condivo praticamente nulla del pensiero del liberale Bettiza, con simpatie lib-lab, e personalmente
credo che librido in questione ha avuto, nella precedente et del capitalismo, qualche funzione,
ideologica e di servizio per gli interessi dominanti, simile a quella che riveste nel nostro presente il
capital-comunismo [globalizzato] cinese e le politiche che ne discendono, con gli assi dello sviluppo e
della geopolitica che tendono a spostarsi verso loriente del mondo.
Lo svuotamento progressivo di contenuti del laburismo e del socialismo, a vantaggio delle componenti
teoriche e politiche liberal-liberiste sembrato evidente ai critici pi attenti, cos come evidente oggi,
nel capital-comunismo cinese altrimenti detto socialismo di mercato, laccettazione di una robusta
dose di ideologia mercatista, proveniente da occidente, a scapito e detrimento della ormai debilitata
tradizione social-comunista ltrata attraverso il maoismo.
Paolo Filo della Torre, Thatcher ricorre alla polizia, Repubblica, 8 maggio 1984, pagina 11, sezione:
106
Politica Estera
107
Dopo la guerra delle Falkland -aveva dichiarato la Thatcher- abbiamo unaltra guerra da combattere, ma
questa volta il nemico in casa nostra, sono i minatori, il proletariato in quanto classe.
243
Note
Per vincere questa guerra il capitalismo inglese ha pagato con un aumento del fabbisogno statale di 6.000 miliardi
di lire, una diminuzione dell1% del prodotto nazionale lordo, un calo del 2,5% della produzione industriale.
Questa guerra costata 1.746 feriti ufciali, 9.750 arresti, qualche insignicante morto tra il nemico. I
minatori hanno fatto propria la dichiarazione di guerra lanciata dalla borghesia; anche per essi il nemico in
casa nostra.
Dopo un anno di sciopero ininterrotto, essi rientrano al lavoro, provvisoriamente obbligati alla ritirata dalla
violenza dello stato dispiegata in tutte le sue forme, dalla fame e ancor prima dallisolamento in cui Labour Party
e Trade Unions hanno voluto soffocare una lotta che usciva dagli schemi del riformismo.
[I minatori inglesi rientrano al lavoro, ma nulla sar come prima, http://www.tightrope.it/user/chefare/
archivcf/cf1/miners.htm].
108
Gli esecutivi della prima e unica donna premier in Gran Bretagna che si sono succeduti senza
soluzione di continuit per un buon decennio, hanno coperto il periodo che va dal 1979 al 1990, e nel
1989 il suo mito si infranse denitivamente, con conseguente emorragia di consensi, in seguito alla
cattiva situazione economica britannica e allintroduzione della famigerata poll tax.
Classe 1925 e tuttora vivente, nel 2009 la lady di ferro ha subito una frattura [se ben ricordo] come
conseguenza di un piccolo incidente domestico troppo poco, potrebbero pensare i suoi detrattori
e i suoi critici, in rapporto al male che ha contribuito a fare alle popolazioni della Gran Bretagna e
dellEuropa intera.
109
Zygmunt Bauman, Capitalismo parassitario, Gius. Laterza & Figli, Il nocciolo, Prima edizione 2009
110
Richard Sennett, Luomo essibile, Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano, Prima edizione
nellUniversale Economica, marzo 2001.
111
Non importa se si tratta di V.I.P. che frequentano annualmente il consesso di Davos oppure di
una semplice barista di mezza et, di nome Rose, proprietaria del Trout Bar di New York, o ancora
di tecnici informatici licenziati negli anni novanta dallIBM di Louis Gerstner ... [vedi nota 110 per il
riferimento bibliograco].
112
Abbiamo sempre pi spesso a possibilit di osservare, nella nostra quotidianit, esistenze nomadi
alle quali preclusa la possibilit di stabilizzarsi, per le quali sar impossibile, o quanto meno molto
arduo, aggrapparsi a qualche sicurezza e sottrarsi ad uninnita deriva.
Dallimmigrato che lavora come manovale nelledilizia, il quale passa da un cantiere allaltro e da un
alloggio allaltro, spesso condiviso con altri immigrati per abbatterne i costi, al middle manager
oggi anche lui a rischio precariet, pur con redditi pi elevati rispetto al manovale che si giostra fra
un contratto a termine e quello successivo per uno o due anni responsabile della contabilit in una
media societ nel milanese, nellattesa di contratto per qualche mese, poi direttore amministrativo per
un anno in una piccola azienda del Veneto in altro settore produttivo.
E ovvio che la stabilizzazione non soltanto e banalmente una questione geograca, che implica una
residenza ssa per lunghi periodi o per tutta la vita, non si identica con la pura stanzialit, perch
stabilit esistenziale signica, in primo luogo, avere chiari punti di riferimento culturale e sicurezze
economiche per gli anni a venire.
113
Cinque o seicento euro mensili, che non pochi giovani [e sempre pi spesso meno giovani, no ad
arrivare ad alcuni miei coetanei cinquantenni] considerano una buona paga, o quanto meno una
retribuzione accettabile per come vanno le cose, anche se poi sono costretti a giostrarsi fra due o pi
contratti part-time, o fra un contratto atipico e il lavoro nero per arrotondare.
In tal modo, si pu raggranellare un modesto gruzzoletto per cercare di sopravvivere durante i mesi
difcili, ma non si possono sviluppare progetti esistenziali di ampio respiro, n si acquisisce alcuna
professionalit, sempre pi spesso neppure richiesta a fronte di mansioni dequalicate.
114
Ormai un refrain: botte da orbi della polizia agli operai dellAlcoa di Portovesme, giunti in massa a Roma
per opporsi alla chiusura dello stabilimento. Se non ci danno risposte positive di qui non ci muoviamo, dicono.
In serata lazienda ritira la Cigs. Per ora.
244
Note
mercato.
245
Collana
divergenze
Filo di perle
AIN ZARA MAGNO, Parole damore. A cura di Ilaria Rabatti.
LUISA GIACONI, Dalla mia notte lontana. A cura di Ilaria Rabatti.
MARGHERITA GUIDACCI, La voce dellacqua. Quaderno di traduzioni, a cura di Giancarlo
Battaglia e Ilaria Rabatti [autori tradotti: William Blake, Hilda Doolitle, Thomas S. Eliot, Gabriela Mistral,
Richard Eberhart, Robert Frost, Archibald MacLeish, Ezra Pound, Tu Fu, Mao Tse-tung, Federico Garca Lorca,
Vicente Aleixandre, Jorge Guilln, Cristopher Smart, Marie Under, Kathleen Raine, Henrik Visnapuu, Francis
Thompson, Czeslaw Milosz, Elizabeth Bishop, John Keats].
Nel vento
01. Luca Grecchi, La verit umana nel pensiero religioso di Sergio Quinzio.
02. AA. VV., Sumbllein. Riessioni sugli scritti di Umberto Galimberti.
Federico Bordonaro, Let della tecnica? Appunti di lettura di Psiche e Techne
Michele Marolla, Dalla crisi della ragione alla coscienza simbolica. Esposizione
e osservazioni critiche intorno al saggio di U. Galimberti, La terra senza il male.
Jung: dallinconscio al simbolo Franco Toscani, Sacro, tecnica, etica nel
pensiero di Umberto Galimberti Diego Melegari, Dallequivoco alla possibilit
Alberto Giovanni Biuso, Corpo e Tempo Costanzo Preve, Marx e Heidegger.
Pervasivit della tecnica e critica culturale al capitalismo nei due classici ed in
alcuni loro interpreti contemporanei Giuseppe Bailone, La malattia genetica del
marxismo. Obiezioni al Marx e Heidegger di Costanzo Preve Giuseppe Bailone,
I vizi di Galimberti e il peccato di Aracne.
03. Umberto Galimberti Luca Grecchi, Filosoa e Biograa.
04. Luca Grecchi, Nel pensiero losoco di Emanuele Severino.
05. Luca Grecchi, Corrispondenze di metasica umanistica.
06. Luca Grecchi, Il necessario fondamento umanistico della metasica.
07. Costanzo Preve Luca Grecchi, Marx e gli antichi Greci.
08. AA. VV., Dialettica oggi. Costanzo Preve, Elogio della losoa. Fondamento,
verit e sistema nella conoscenza e nella pratica losoca dai greci alla situazione
contemporanea Giuseppe Bailone, La verit si pu mettere ai voti? Enrico
Berti, Si pu parlare di una evoluzione della dialettica platonica? Mario Vegetti,
La dialettica nella Repubblica di Platone Domenico Losurdo, Contraddizione
oggettiva e analisi della societ: Kant, Hegel, Marx - Giovanni Stelli, Alcune
osservazioni sulla dialettica hegeliana Nello De Bellis, Note a margine
sulla dialettica di Hegel Alberto Giovanni Biuso, Dialettica e benedizione.
Sullantropologia greca di Friedrich Nietzsche Michele Marolla, Riessioni
sullattualit della dialettica.
09. Luca Grecchi, Conoscenza della felicit. Premessa di Mario Vegetti.
10. Luca Grecchi, Il pensiero losoco di Umberto Galimberti. Presentazione di
Carmelo Vigna.
11. Costanzo Preve, Storia della Dialettica.
12. Marino Gentile, La metasica presostica. Con una Appendice su Il valore
classico della metasica antica. Introduzione di Enrico Berti.
13. Costanzo Preve, Storia dellEtica.
14. Enrico Berti, Incontri con la losoa contemporanea.
15. Luca Grecchi, Il presente della losoa italiana.
16. Costanzo Preve, Storia del Materialismo.
17. Giovanni Casertano, La nascita della losoa vista dai Greci.
18. Mario Vegetti, Scritti con la mano sinistra.
19. Diego Fusaro, Incursioni nella losoa moderna.
20. AA. VV., Filosoa ed estetica. Franco Toscani, Poesia e pensiero nel tempo di privazione. In
cammino con Hlderlin e Heidegger Donato Sperduto, Eschilo in G. DAnnunzio, E. Severino e
L. Grecchi Costanzo Preve, Lestetica di Lukcs fra arte e vita. Considerazioni storiche, politiche
e losoche Diego Fusaro, Per una teoria dellarte in Marx Alberto Giovanni Biuso, Ab-
biamo larte per non naufragare nella verit. Sullestetica dionisiaca di Nietzsche Diego Stea,
Popolarizzazione e rifunzionalizzazione della musica colta Michele Marolla, Estetica e modernit
secondo Benedetto Croce Franco Toscani, Il riso di Zarathustra. Prospettivismo e benedizione
nel Nietzsche di Alberto Giovanni Biuso Ottavia Spisni, Vedere senza vedere Monia Nicolaci,
Linterpretazione come modello di razionalit Roberto Signorini, Alle origini del fotograco.
21. Luca Grecchi, Lumanesimo della antica losoa greca.
22. Paola Manulli Mario Vegetti, Cuore, sangue e cervello. Biologia e antropologia
nel pensiero antico.
23. Luca Grecchi, Lumanesimo di Platone.
24. Luca Grecchi, Lumanesimo di Aristotele.
25. Luca Grecchi, Lumanesimo di Plotino.
26. Luca Grecchi, Il losofo e la vita. I consigli di Platone e dei classici Greci, per
la buona vita.
27. Augusto Cavadi, Chiedete e non vi sar dato. Per una losoa (pratica)
dellamore.
28. Ernesto Screpanti, Marx e il contratto di lavoro: dallastrazione naturale alla
sussunzione formale.
29. Luca Grecchi, Lumanesimo della antica losoa cinese.
30. Luca Grecchi, Lumanesimo della antica losoa indiana.
31. Luca Grecchi, Lumanesimo della antica losoa islamica.
32. AA. VV., Filosoa e politica. Che fare? Intenzioni COSTANZO PREVE, La
saggezza dei Greci. Una proposta interpretativa radicale per sostenere lattualit
dei Greci oggi ANDR TOSEL, I diritti delluomo e i livelli delluniversale. Aporie
della mediazione DENIS COLLIN, Per una critica delleconomia politica GIACOMO
PEZZANO, Filoso(a) e politica (?). Breve storia di un rapporto controverso
DOMENICO LOSURDO, I Protocolli dei Savi dellIslam ovvero come si costruiscono le
leggende nere CARMELO VIGNA, Politica e speranza ENRICO BERTI, Per una nuova
societ politica DIEGO FUSARO, La gabbia dacciaio: Max Weber e il capitalismo
come destino ERNESTO SCREPANTI, Marx e il contratto di lavoro: dallastrazione
naturale alla sussunzione formale MARIO VEGETTI, La losoa e la citt: processi
e assoluzioni FRANCO TOSCANI, Speranza e utopia nel pensiero di Ernst Bloch
FEDERICO LEONARDI, La Repubblica di Platone. Il tiranno e il losofo: una afnit
elettiva MICHELE MAROLLA, Benedetto: politica, losoa, fede nel tempo della crisi
ALBERTO GIOVANNI BIUSO, Oltre liberalismo e socialismo MARCELLO BARISON,
Critica della produzione immateriale AUGUSTO CAVADI, La losoa-in-pratica.
Una discussione lacustre DONATO SPERDUTO, Agire o lasciar uire? Emanuele
Severino e Carlo Levi a confronto LUCA TONETTI, I loso e la politica: che fare?
Nuova losoa del fare: azione e riessione nella politica di oggi COSTANZO PREVE,
Il saggio di Luca Grecchi Occidente: radici, essenza, futuro. Un convincente
esercizio di losoa della storia DANIELA BENVENUTI, Il saggio di A. Sangiacomo:
Scorci. Ontologia e verit nella losoa del Novecento AUGUSTO CAVADI, Il
saggio di N. Pollastri: Consulente losoco cercasi.
33. Rodolfo Mondolfo, Gli albori della losoa in Grecia. Introduzione di
Giovanni Casertano.
34. Chiara Tinnirello, Singolarit estetica. Prassi mimetiche tra arte e losoa da
Nietzsche a Nancy. Introduzione di Giuseppe Frazzetto.
altri nostri titoli
Massimo Bontempelli, Il respiro del Novecento. Percorso di storia del XX secolo (1914-
1945).
Paul Forman, Fisici a Weimar. La cultura di Weimar, la causalit e la teoria quantistica.
A cura di Tito M. Tonietti.
Costanzo Preve, Hegel Marx Heidegger. Un percorso nella losoa contemporanea.
Luca Grecchi, Lanima umana come fondamento della verit.
Daniela Belliti, Dopo il totalitarismo. Filosoa e politica nel pensiero di Hannah
Arendt.
Luca Grecchi, Karl Marx nel sentiero della verit.
Gianfranco La Grassa, Il capitalismo oggi. Dalla propriet al conitto strategico. Per
una teoria del capitalismo.
Luca Grecchi, Verit e dialettica. La dialettica di Hegel e la teoria di Marx.
Costanzo Preve, Le contraddizioni di Norberto Bobbio. Per una critica del bobbianesimo
cerimoniale.
Eric Weil, Pensare il mondo. Filosoa Dialettica Realt.
Costanzo Preve, Un secolo di marxismo. Idee e ideologie.
Carlo Carrara, La domanda del senso. Per una losoa del ri-trovamento.
Giancarlo Paciello, Quale processo di pace? Cinquantanni di espulsioni e di espropriazioni
di terre ai palestinesi.
Costanzo Preve, Verit losoca e critica sociale. Religione, losoa, marxismo
Massimo Bontempelli, Filosoa e Realt. Saggio sul concetto di realt in Hegel e sul
nichilismo contemporaneo.
Federico Dinucci, Marx prima di Marx. Teoria del valore e processi di globalizzazione.
Diego Melegari, Il problema scongiurato. Note su Antonio Negri e il partito del
General Intellect.
Costanzo Preve, Individui liberati, comunit solidali. Sulla questione della societ degli
individui.
Marino Badiale, La Mappa e il Paesaggio. Osservazioni critiche sullepistemologia del
Novecento.
Costanzo Preve, Il bombardamento etico. Saggio sullInterventismo Umanitario,
sullEmbargo Terapeutico e sulla Menzogna Evidente.
Marco Salvioli, Kenosi e De-centramento. Il concetto di Dio tra J. Derrida e M. C.
Taylor.
Costanzo Preve, Marxismo, Filosoa, Verit.
Massimo Bontempelli-Costanzo Preve, Ges uomo nella storia, Dio nel pensiero.
Federico Dinucci, Materialismo aleatorio. Saggio sulla losoa dellultimo Althusser.
Massimo Bontempelli - Costanzo Preve, Nichilismo Verit Storia.
Costanzo Preve, I secoli difcili. Introduzione al pensiero losoco dellOttocento e del
Novecento.
Giancarlo Paciello, La nuova Intifada. Per il diritto alla vita del popolo palestinese.
Andrea Cavazzini, Teoria, Ideologia, Storia. Note critiche su un inedito di Althusser.
Roberto Signorini, Arte del fotograco. I contini della fotograa e la riessione teorica
degli ultimi venti anni.
Gianfranco La Grassa, Limperialismo. Teoria ed epoca di crisi.
Costanzo Preve, Leducazione losoca. Memoria del passato - Compito del presente -
Sda del futuro.
Andrea Cavazzini, Evento e concetto. Filosoa e Storia della Filosoa.
Costanzo Preve, Le avventure dellateismo. Religione e materialismo oggi.
Massimo Bontempelli, La conoscenza del bene e del male.
Costanzo Preve, Destra e Sinistra. La natura inservibile di due categorie tradizionali.
Fabio Bentivoglio, Aristotele: Metasica. Scienza, natura e destino delluomo
Costanzo Preve, Marxismo e Filosoa. Note, riessioni e alcune novit.
Paolo Turi, mile Durkheim e il problema dellordine.
Giancarlo Paciello, La conquista della Palestina. Le origini della tragedia palestinese.
Massimo Bontempelli, Tempo e Memoria. La losoa del tempo tra memoria del passato,
identit del presente e progetto del futuro.
Fabio Bentivoglio, Giustizia conoscenza e felicit. Idee, miti e attualit ne LA REPUBBLICA
di Platone.
Maria Luisa Tornesello, Il sogno di una scuola. Lotte ed esperienze didattiche negli
anni Settanta: controscuola, tempo pieno, 150 ore. Allegato il cd-rom (per Windows)
con laudiovisivo Oltre il libro di testo, Parole ed esperienze di opposizione nella scuola
dellobbligo degli anni Settanta di Maria Luisa Tornesello e Roberto Signorini.
Roberto Signorini, Alle origini del fotograco. Lettura di The Pencil of Nature (1844-
46) di William Henry Fox Talbot. Con traduzione italiana e testo originale a fronte.
EGERIA
Letteratura, arte, pensiero dEuropa
La Minima.
Due atti di MAURA DEL SERRA,
con una nota di Daniela Marcheschi.
Prose e interviste
di MARGHERITA GUIDACCI.
A cura di Ilaria Rabatti.
Il fuoco e la rosa.
I Quattro Quartetti di Eliot e Studi su Eliot,
di MARGHERITA GUIDACCI. A cura di Ilaria Rabatti.