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Platone

Platone nacque nel 428/427 a.C. ad Atene, il suo vero nome Aristocle;
Platone un soprannome derivatogli, probabilmente, dal suo vigore fisico
oppure dall'ampiezza dele suo stile o dalla vastit della sua fronte. Era un
aristocratico, di nobile famiglia, imparentato con Crizia e Carmide che
detenevano il potere, essendo aristocratico il suo mestiere era gi segnato
come politico. Fu dapprima discepolo di Cratilo in seguito frequent Socrate
inizialmente per essere educato alla filosofia per condurre al meglio la sua
carriera politica ma poi, dato la delusione da parte di Crizia e Carmide per
avergli dato troppa fiducia, come suo discepolo, staccandosi dalla politica. Il
suo disgusto per i metodi della politica praticata ad Atene raggiunse il
culmine nel 399 a.C. quando Socrate venne condannato a morte, Platone
perci decise di allontanarsi da Atene, dapprima and a Megara, ospite con
altri suoi amici di Euclide, successivamente in Italia, nel 388 a.C., quando
aveva circa quarant'anni, per conoscere i pitagorici, si rec a Taranto dove
conobbe Archita. Durante questo viaggio fu invitato in Sicilia dal tiranno
Dionigi di Siracusa al quale sperava di educarlo alla filosofia. Si rese conto
che quello di Dionigi era soltanto un pretesto e non aveva alcuna intenzione
di divenire un re filosofo, ma strette una forte amicizia con suo cognato
Dione, Dionigi si irrit a tal punto sa far vendere come schiavo da un
ambasciatore spartano Platone a Egina, ma fu riscattato da Anniceride di
Cirene.

Al suo ritorno ad Atene fondo l'Accademia - in un ginnasio sito nel parco


dedicato all'eroe Accademo, da cui il nome Accademia - che richiam
giovani e anche uomini illustri.

Nel 367 a.C. Platone si rec una seconda volta a Siracusa, questa volta sotto
invito di Dionigi il giovane, figlio del defunto padre Dionigi il vecchio.
Dionigi il giovane ben pi del padre avrebbe favorito l'inssegnamento di
Platone ma, anche questa volta, si rivel un fallimento, Dionigi esili Dione
e trattene Platone come prigioniero, lo liber in seguito solamente perch
impegnato in una guerra.

Giunto ad Atene trov Dione che l si era rifugiato e lo convinse ad accettare


un secondo invito da parte di Dionigi con la speranza che avrebbe
riammesso anche lui a Siracusa. Si rec nel 361 a.C. una terza volta in
Sicilia, Platone rischi addirittura la vita se non fosse stato aiutato da Archita
e i Tarantini, Dione riusc, nel 357 a.C, a conquistare il potere na fu ucciso
nel 353 a.C.

Nel 360 a.C. Platone ritorn ad Atene e vi rimase alla direzione


dell'Accademia fino alla sua morte, avvenuto nel 347 a.C.

Di Platone ci sono pervenute tutte le operem ben trentasei scritti divisi dal
grammatico Trassilo (nel I secolo d.C.) in nove tetralogie: 1. Eutifone,
Apologia di Socrate, Critone, Fedone; 2. Cratilo, Teeteto, Sofista, Politico;
3. Parmenide, Filebo, Simposio, Fedro; 4. Alcibiade I, Alcibiade II, Ipparco,
Amanti; 5. Teagete, Carmide, Lachete, Liside; 6. Eutidemo, Protagora,
Gorgia, Menone; 7. Ippia minore, Ippia maggiore, Ione, Menesseno; 8.
Clitofonte, Rupubblica, Timeo, Crizia; 9. Minosse, Leggi, Epinomide,
Lettere.

Dato il numero di questi scritti, intorno alle trantasei opere gira una
questione platonica.

Il primo problema riguardo l'autenticit: la critica dell'Ottocento ha a lungo


dibattuto, giungendo perfino a dubitare dell'autenticit di quasi tutti i
dialoghi, poi il problema si annull tendendo a ritenere tutti e trentasette
opere figlie di Platone.

Secondo problema riguardo la cronologia: a partire dalla fine dell'Ottocento,


grazie al criterio stilometrico - dello studio scientifico delle caratteristiche
stilistiche delle varie opere - si riusciti fornire al problema una parziale
risposta. Si partiti dalle Leggi, certamente l'ultimo scritto di Platone, la
Repubblica appartiene alla fase centrale insieme al Menone, al Fedone,
Simposio e Fedro, Il Gorgia appartiene al periodo subito anteriore al primo
viaggio in Italia e il Menone a quello immediatamente dopo, a questo
periodo di transizione risale il Cratilo. Si utilizz anche la figura di Socrate
per questa analisi, presente come protagonista a tutte gli scritti giovanili e
via via andata scemando fino a sparire completamente nelle Leggi.
Fanno parte anche le Lettere, ben tredici delle quali la numero sette
ritenuta la pi importante, essendo la cronaca dei suoi viaggi in Italia.
Inizialmente si pensato che fossero apogrife ma, in seguito, furono
rivalutate e accertate come scritte da Platone.

Iperuranio
Le idee per Platone non sono dei semplici concetti ma sono "entit"l
"sostanze", sono ci che il pensiero pensa, sono le essenze delle cose. Le
Idee sono intellegibili, l'Idea per eccellenza oggetto dell'intelletto;
incorporee, l'Idea appartiene ad una dimensione totalmente diversa dal
mondo sensibile; essere in senso pieno, le Idee son lessere che veramente ;
immutabili, le Idee sono sottratte a qualsiasi forma di cambiamento; unit,
le Idee sono ciascuna unificante la molteplice. Le espressioni pi famose in
s e per s, ovvero, per esempio, il Bello e il Vero non sono tali solo
relativamente al singolo soggetto, non sono manipolabili ma inpongono al
soggetto in modo assoluto.

Il mito dell'Iperuranio usato nel Fedro occorre richiamare, l'Iperuranio il


soprasensibile, ci sono rapporti tra il mondo delle Idee e il mondo sensibile
di mimesi, il mondo sensibile tende a imitare l'Iperuranio; metessi, il
sensibile partecipa cio ha parte dell'intllegibile; koinona, il mondo
sensibile ha una comunanza con l'intellegibile; parousa, l'intellegibile
presente nel sensibile.

MANCA STRUTTURA MONDO DELLE IDEE


Il principio supremo che nella Repubblica chiamato "Bene", nelle dottrine
non scritte era detto Uno. L'Uno riassume in s il Bene, in quanto tutto ci
che l'uno produce bene. All'Uno era contrapposto un altro principio ma di
rango inferiore, inteso come principio indeterminato e illimitato, denominato
Diade o Dualit di grande-e-piccolo, principio tendente all'infinita
grandezza e all'infina piccolezza, pertanto detto anche Dualit indefinita.

Dalla cooperazione di questi die principi scaturisce la totalit delle Idee, ma


la generazione delle Idee dai principi, come dice H. Kramer, nome da
intendersi come un processo di carattere temporale, bens come una metafora
che ha lo scopo di rendere comprensibile alla conoscenza l'ordinamento
dell'essere che aprocessuale e atemporale. Le Idee sono disposte secondo
una serie gerarchica, le cinque supreme Idee o generi sommi sono Essere,
Quiete, Moto, Identico, Diverso, forse sul medesimo piano Platone poneva
le Idee matematiche che erano al di sopra delle Idee comuni e al di sotto
delle Idee valori.

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