da quella di Du Fay. Egli ipotizz che nello strofinio tra due corpi non vi
fosse creazione di elettricit ma ci che accadeva era che uno dei corpi
perdeva dellelettricit che laltro acquistava; pertanto secondo Franklin
c un solo tipo di elettricit anzich due. Franklin inoltre constat che
lelettricit si disponeva sui conduttori interno ed esterno della bottiglia di
Leyda in quantit uguali ma di segno opposto, ossia un conduttore
presenta un eccesso e laltro un difetto di elettricit. Attraverso tali
esperimenti Franklin arriv alla conclusione che il fulmine aveva natura
elettrica e per provare tale ipotesi caric una bottiglia di Leyda utilizzando
lelettricit immagazzinata nelle nubi durante
un temporale facendo uso di un aquilone
Benjamin Franklin
trattenuto da un filo metallico.
Nella seconda met del 18 secolo la fenomenologia relativa
allelettrostatica poteva considerarsi nota; secondo Du Fay si riteneva
che esistessero due tipi di cariche, una positiva e laltra negativa
oppure, come sosteneva Franklin la carica era di un solo tipo e poteva
essere aggiunta o sottratta ad un corpo inizialmente neutro. Era nota la
conservazione della carica, cio che la somma delle cariche positive e
negative si mantiene costante. I materiali potevano essere distinti in
conduttori, nei quali il fenomeno elettrico si spostava liberamente e in
isolanti. Infine era noto che cariche dello stesso tipo si respingono e
cariche di tipo diverso si attraggono e inoltre si sapeva che la forza di Riproduzione dellesperimento di
B. Franklin per lo studio del-
attrazione o di repulsione diminuisce di intensit con la distanza tra i lelettricit atmosferica
corpi carichi.
Nel 1788 Charles Augustin Coulomb, un ingegnere francese, servendosi
di una bilancia a torsione da lui realizzata circa nove anni prima, verific
che la forza di attrazione o di repulsione tra due corpi carichi puntiformi
dipende dallinverso del quadrato della distanza tra i corpi. La bilancia di
torsione costituita da una leggera sbarretta isolante alle cui estremit sono
collocate due uguali sferette metalliche; questa sbarretta sospesa tramite
un lungo filo sottile e, in assenza di forze, la sbarretta si dispone in una
certa posizione di equilibrio. Se una delle due sferette viene caricata ed
avvicinata ad unaltra pure carica, la forza elettrica agente sulla sferetta
mobile determiner la rotazione della sbarretta fino a quando la torsione del
Charles Augustin Coulomb filo equilibrer la forza agente. Siccome il filo sottile, lazione di una
debole forza sulla sferetta mobile in grado di determinare una notevole
deviazione della sbarretta rispetto alla posizione di equilibrio originaria e langolo di rotazione
risulter proporzionale a tale forza. Utilizzando diverse quantit di carica e
variando la distanza tra le sferette Coulomb verific la legge ora nota col
suo nome.
A partire dalla formulazione della legge di Coulomb la fenomenologia
elettrica nota divenne classificabile attraverso uno schema teorico di
carattere generale e contemporaneamente si aprirono nuove direttrici di
indagine guidate da tale schema.
Con la scoperta dellelettrone attraverso la determinazione del rapporto
tra la sua carica e la sua massa da parte di Joseph John Thomson nel 1887 e
lidentificazione dellatomo come componente fondamentale della materia
fu possibile fornire una spiegazione della fenomenologia dellelettrizzazione
per strofinio. In corrispondenza dello strofinio della bacchetta con un panno Bilancia a torsione per la
di lana alcuni elettroni della bacchetta sono strappati dallazione abrasiva e verifica della legge di
vengono trasferiti al panno. Pertanto la bacchetta acquisisce una carica netta Coloumb
1-4 Il campo elettrostatico
diversa da zero. Nel 1909 il fisico americano Robert Millikan verific sperimentalmente che la
carica elettrica si presenta sempre in multipli interi di ununit fondamentale di carica e, ovvero la
carica che si osserva risulta quantizzata esistendo sempre in quantit discrete. Pertanto la carica q di
un corpo si pu sempre esprimere come Ne , dove N un numero intero. In particolare un
elettrone ha carica e mentre un protone ha carica e ; un atomo neutro contiene lo stesso numero
di elettroni e di protoni.
Alla luce di queste considerazioni possiamo riassumere brevemente le propriet delle cariche
elettriche stazionarie:
1. Ci sono due tipi di cariche elettriche, con la caratteristica che cariche diverse si attraggono
mentre cariche uguali si respingono.
2. La carica si conserva.
3. La carica quantizzata.
4. La forza tra cariche puntiformi inversamente proporzionale al quadrato della mutua distanza.
Il motivo per il quale originariamente si riteneva che i corpi metallici non potessero essere
caricati, ad esempio per strofinio, era dovuto al fatto che in tali materiali la carica si distribuisce
rapidamente in tutto il corpo; pertanto la carica che si determina sul corpo fluisce rapidamente verso
la terra attraverso la mano delloperatore. Solo nel 1778 il fisico olandese Jhon Ingenhousz mostr
che interponendo un apposito sostegno isolante tra il metallo e la mano veniva impedito questo
flusso consentendo la conservazione della carica sul corpo metallico. Cos vetro e resina sono detti
isolanti: In tali materiali la carica viene a localizzarsi in una regione del corpo e non si sposta;
viceversa, i metalli sono conduttori: la carica tende a ridistribuirsi rapidamente nel corpo.
Collegando attraverso un filo conduttore un materiale conduttore a terra (messa a terra) si agevola
il flusso delle cariche verso tale corpo che agisce, quindi, come una sorta di serbatoio infinito di
carica.
Un procedimento alternativo allelettrizzazione per strofinio, correttamente interpretato da Franz
Ulrich Theodor Aepinus nel 1759, prende il nome di elettrizzazione per induzione. Avvicinando un
corpo carico, ad esempio negativamente, ad una sfera conduttrice isolata neutra, la regione della
sfera pi prossima al corpo carico si carica di segno opposto mentre quella pi lontana si carica
dello stesso segno (di fatto gli elettroni della sfera neutra si spostano lasciando scoperta della carica
positiva). Se la sfera, anzich essere isolata connessa a massa, alcuni elettroni fluiscono verso
massa, per cui, interrompendo la connessione la sfera resta carica positivamente. Allontanando
successivamente il corpo carico, la carica della sfera si distribuisce uniformemente per effetto della
mutua repulsione delle cariche uguali.
Infine un isolante pu caricarsi per polarizzazione. Nelle molecole neutre i baricentri delle
cariche positive e negative in genere coincidono; tuttavia in presenza di un corpo carico i baricentri
si spostano caricando in modo non uniforme la molecola. Ci determina la formazione di una carica
indotta sulla superficie dellisolante. Una descrizione efficace di tale fenomeno fu proposta nel 1837
dal fisico inglese Michel Faraday.
Il campo elettrostatico 1-5
q1 q2
F k ,
r2
tale formula esprime la legge di Coulomb. La limitazione di tale legge alle sole cariche puntiformi
fu mostrata circa sessanta anni dopo la sua formulazione, da William Thomson. Lunit di misura
della carica il coulomb (C); per motivi di carattere pratico tale unit definita come la carica che
scorre in un secondo attraverso un conduttore percorso dalla corrente di un ampere ( 1C 1 A 1 s ).
La costante k che compare nellespressione della legge di Coulomb vale:
N m2
k 8.98 10 9
C2
1
k ,
4 0
C2
0 8.85 1012 .
N m2
e 1.60 1019 C
Esempio: Negli esperimenti didattici di elettrostatica le cariche coinvolte risultano essere solitamente molto minori di
1 C, ad esempio dellordine di 1 C, che corrisponde alla carica di circa 6.2 109 elettroni. Ad esempio, se questa
carica viene fornita ad un corpo di rame, siccome in 1 cm3 di rame ci sono circa 1023 elettroni, la carica di 1 C
determinata dalla variazione di un elettrone ogni 16000 miliardi circa. Nondimeno, dalla legge di Coloumb segue che
due corpi che posseggono tale carica interagiscono con una forza di circa 90 N quando sono posti alla distanza di 1 cm.
r
Vettorialmente, se r rappresenta il versore diretto da q1 a q2 , allora la forza F 21
elettrica esercitata su q2 per effetto di q1 (si veda la figura): r
r q2
1 q1q2
F21 r , (1.1) q1
4 0 r 2
1-6 Il campo elettrostatico
r
inoltre dalla terza legge di Newton segue che la forza agente su q1 per F 21
r
effetto di q2 :
q2
1 q1q2 1 q1q2
2
F12 r r F21 , r
q1
4 0 r 2
4 0 r F 12
sebbene il limite q0 0 risulti fisicamente privo di senso poich la carica pi piccola ottenibile
quella dellelettrone. Assegnata una carica puntiforme q posta a distanza r dalla carica di prova q0 ,
dalla (1.1) si ha:
1 qq0
F r ,
4 0 r 2
cos dalla relazione (1.2) segue che il campo elettrico prodotto dalla carica puntiforme q dato da:
F 1 q
E r ,
q0 4 0 r 2
Il campo elettrostatico 1-7
r
(si veda la figura in cui mostrato il vettore campo elettrico prodotto in E
corrispondenza di una carica di prova da una carica puntiforme positiva, in alto, r
e negativa, in basso).
q0
Come conseguenza del principio di sovrapposizione, se E1 , E2 , ..., EN sono i
campi prodotti da N cariche in un certo punto dello spazio, allora il campo +q
complessivo punto vale:
r r
E E1 E2 EN . E
q0
In particolare, per un sistema di N cariche puntiformi q1 , q2 , ..., qN , poste
-q
rispettivamente alle distanze r1 , r2 , ..., rN dal punto in cui stata posta la carica
di prova, si ha:
1 N
qi
E
4 0
r
i 1
2
ri
i
1 qi
E
4 0
r
i
2
ri
i
1 q 1 dq
E lim 2 i ri r ,
4 0 qi 0 i ri 4 0 Q r 2
dove lintegrazione estesa a tutta la carica Q che costituisce la distribuzione. Allo scopo di poter
eseguire tale integrale si rende opportuno introdurre il concetto di densit di carica. In particolare,
se la carica distribuita in un volume si definisce:
1-8 Il campo elettrostatico
dq
,
dV
dq
,
dS
dq
,
dl
che prende il nome di densit di carica lineare e si misura in C m . Qualora una carica Q
uniformemente distribuita in un volume V o su di una superficie S o lungo una linea l, allora si ha,
rispettivamente, Q V o Q S o Q l .
dq dx
1 dq 1 dx
dE x x ,
4 0 x 2 4 0 x 2
essendo dE orientato nella direzione opposta dellasse x. Integrando questa espressione tra d e d l si ha:
d l
d l
dx 1 1 1 l
E
4 0
d
x2
x
4 0 x x 4 d d l x 4 d d l x
d 0 0
,
e, in modulo:
l 1 Q
E ,
4 0 d d l 4 0 d d l
poich, essendo la carica Q uniformemente distribuita lungo la bacchetta, di ha l Q . Si osservi che, a grande distanza
dalla bacchetta, ovvero per d l , risulta:
1 Q ,
E
4 0 d 2
r x2 R2
12
,
x
cos ,
r
si ha:
Ex
1 dq x
dEx dE cos
4 0 x R x 2 R 2 1 2
2 2
1 x
dq ;
4 0 x 2 R 2 3 2
Dal risultato dellesempio precedente segue che il campo prodotto da tale distribuzione :
1 x 1 x x r
dE dq 2 r dr dr .
4 0 x r 2 2 32
4 0 x r
2 2 32
2 0 x r 2 3 2
2
x R
r
E dr ,
2 0 x r2
2 32
0
1-10 Il campo elettrostatico
Ex
ponendo x 2 r 2 si ha r dr d 2 cos, sostituendo segue:
x2 R2
x 1 x R 3 2 x 1 1 2
2 2
2 0 2 x
E
2 0 2 1 2 x
d
2 2
x
,
1
2 0 x 2 R 2 1 2
O x
(si veda la figura). Si noti che, nellespressione precedente, facendo tendere x 0 o R si ottiene:
E ,
2 0
tale relazione rappresenta il campo elettrico prodotto da una distribuzione di carica piana di estensione infinita.
Nellesempio di figura, siccome la densit delle linee che attraversano la superficie (matematica) A
superiore a quella delle linee che attraversano la superficie (matematica) B, il campo elettrico in A
maggiore del campo in B. Le regole per disegnare le linee di forza per una distribuzione di carica
sono:
1. Le linee di forza devono avere origine dalle cariche positive e terminare sulle cariche negative o
allinfinito qualora il sistema abbia un eccesso di carica.
2. Il numero di linee di forza che entrano o escono da una carica proporzionale alla carica.
3. Due linee di forza non si possono incrociare.
N
E
4 r 2
Il campo elettrostatico 1-11
q
E .
4 r 2
vS .
Qualora la superficie forma un angolo con le linee di forza di v risulter:
1-12 Il campo elettrostatico
v S cos ,
v S .
Nel caso generale il vettore v pu variare in corrispondenza dei
S punti della superficie S attraverso la quale si vuole calcolare il
flusso; cos per poter applicare la precedente definizione occorre
n r suddividere tale superficie in elementi infinitesimi ds in
v
corrispondenza dei quali la variazione del vettore v pu essere
ds
considerata trascurabile, allora il flusso elementare di v attraverso
ds sar:
d v n ds v ds ,
dove si posto ds n ds (si veda la figura). Pertanto la misura del numero di linee di forza del
campo v che attraversano tale superficie :
v ds .
S
S
Poich la superficie pu anche essere chiusa (si veda la figura), r
occorre stabilire una convenzione circa il verso di n . In questo v
contesto tale versore scelto uscente dalle superfici chiuse. Con
questa convenzione il prodotto v n sar positivo laddove il campo
uscente dalla superficie considerata e sar negativo dove il
campo entrante.
dove n il versore normale uscente dal generico punto posto sulla superficie. Il flusso elementare
attraverso un elemento di superficie ds vale (si veda la figura):
Il campo elettrostatico 1-13
1 q 1 q
d E ds n n ds ds ,
4 0 r 2
4 0 r 2
1 q 1 q 1 q
E ds ds 2
ds 4 r 2 ,
S S
4 0 r 2
4 0 r S 4 0 r 2
q
se q interna a S ,
S E ds 0
0
se q esterna a S .
S
Consideriamo una superficie S contenente la carica q. Sia S ' una superficie sferica concentrica
r r
ds E alla carica e contenuta in S (si veda la figura); dal risultato conseguito nel paragrafo precedente,
J il flusso attraverso S ' vale:
r
r 'E
S ' E ds E ds
q ,
S d s' 0
r S' S'
q r'
dove E il campo elettrico sulla superficie S . In particolare se r il raggio della sfera di
S' superficie S , si ha:
1-14 Il campo elettrostatico
r
1 q r'
E (1.3)
4 0 r 2
l
l'
mentre, in un punto a distanza r sulla superficie S risulta:
1 q , A'
E (1.4)
4 0 r 2 A
E r
2
. (1.5)
E r
Con riferimento al cono di figura risulta che larea A della base e larea A ' di una sezione del cono perpendicolare
allasse possono essere espresse in funzione dei corrispondenti raggi delle base e della sezione come:
A l 2 ,
A l2,
A l
2
;
A l
A r
2
. (1.6)
A r
Applicando tale relazione alle superfici infinitesime ds e ds appartenenti rispettivamente alle superfici S e S della
figura precedente si ha:
2
r
ds cos ds
r
cos, il flusso del campo elettrico E attraverso la superficie S vale:
r r
r
2
r
2
q S ds E
S E ds E ds cos E ds E ds , J
S S S
r
r S'
0
r
E'
dove si fatto uso della (1.5) per mettere in relazione il campo E col campo E . Se la carica
rJ' r
situata allesterno della superficie considerata, con riferimento alla figura risulta: d s'
r'
r
2
ds cos ds cos ; q
r
facendo uso di tale formula ed esprimendo il flusso infinitesimo del campo elettrico attraverso S come la somma dei
flussi infinitesimi attraverso la superfici contrapposte ds e ds , si ha:
r r
2 2
S 0.
Questa dimostrazione mette in luce un importante collegamento tra la legge di Gauss e la legge
di Coulomb. Infatti la dimostrazione basata sul fatto che il rapporto tra i campi elettrici prodotti da
una carica puntiforme in corrispondenza di due superfici sferiche concentriche alla carica e di raggi
r e r (1.5) uguale allinverso del rapporto tra le aree delle due superfici (1.6). Concludiamo
quindi che la legge di Gauss conseguenza della proporzionalit con linverso del quadrato della
distanza espressa dalla legge di Coulomb. Supponiamo che internamente alla superficie chiusa
considerata S vi siano N cariche q1 , q2 , , qN , allora se E1 , E2 , , EN rappresentano i campi
prodotti da ciascuna di esse prese singolarmente (si veda la figura), si ha:
r
q1 r E3
1 ds ,
E
S
0
E2
q2
2 ds ,
E
S
0
r
E1 q1
S
q2
q
EN ds N ,
S
0
q3
segue:
qint
ds .
E
S
0
Cio il flusso del campo elettrico totale attraverso una qualunque superficie chiusa uguale alla
carica totale contenuta allinterno della superficie, divisa per 0 .
Esempio: (Campo elettrico prodotto da una sfera carica). Consideriamo una sfera isolante di
raggio R caratterizzata da una distribuzione di carica uniforme di densit. Calcoliamo il campo
elettrico in ogni punto dello spazio. Consideriamo una superficie sferica di raggio r concentrica R
con la sfera data e valutiamo il campo per r R e per r R . Se r R , (si veda la figura in alto)
dallapplicazione della legge di Gauss segue: r
E E ds
q
,
S
0
dove S 4 r 2 la superficie della sfera di raggio r e q la carica contenuta nella sfera isolante. R
Da tale relazione si ricava:
r
q
E ds E ds E 4 r ,
2
S S
0
cio:
1-16 Il campo elettrostatico
1 q
E . (1.7)
4 0 r 2
Quindi allesterno della sfera il campo lo stesso che si avrebbe qualora la sfera fosse sostituita da una carica
puntiforme di uguale valore posta al centro della sfera. Inoltre, siccome r uniformemente distribuita nel volume V
della sfera, si ha:
4
q dv dv R 3 ,
V V
3
e quindi:
R3
E .
3 0 r 2
E E ds E 4 r 2
q'
,
0
S
E
dove q ' rappresenta la carica contenuta allinterno del volume V ' delimitato
dalla superficie S di raggio r :
4
q ' dv dv r 3 ,
V' V'
3
pertanto:
1
E . (1.8)
2 0 r
Si osservi che se il filo non infinito viene a cadere la simmetria diventa inutile lapplicazione della legge di Gauss
per la determinazione del campo elettrico; tuttavia questo risultato resta valido per un filo di lunghezza finita L nel
limite r L per punti sufficientemente distanti dalle estremit del filo.
Il campo elettrostatico 1-17
e quindi, poich:
E E ds E 4 r 2
q E
,
S
0
segue:
1 q R2
E . (1.9)
4 0 r 2 0 r 2
1
Losservazione secondo cui una sfera piena ed una vuota ugualmente elettrizzate esercitano la stessa forza di
attrazione su corpi carichi fu fatta nel 1773 da Giambattista Beccaria. Nel 1755 Franklin verificava che un corpo carico
non risentiva di forze di natura elettrica quando veniva posto allinterno di una sfera cava elettrizzata. Circa settanta
anni prima, Newton aveva dimostrato che la forza gravitazionale tra un corpo cavo ed un oggetto situato al suo interno
nulla. Da tale propriet Joseph Priestley nel 1766, senza fornire alcuna dimostrazione, ipotizz che le azioni elettriche si
esercitassero nella stessa maniera di quelle gravitazionali, secondo la legge dellinverso del quadrato della distanza,
anticipando di quasi ventanni il risultato ottenuto sperimentalmente da Coulomb.
1-18 Il campo elettrostatico
Eext 0 ,
Eint .
0
q dv ;
V
r S
sostituendo q nellespressione della legge di Gauss si trova:
q 1
E ds
S 0
0 V
dv .
Questa espressione mette in relazione il campo elettrico, definito su una superficie, con la densit di
carica, definita in un volume. Sebbene risulti utile in numerose circostanze, tale formulazione della
legge di Gauss, detta integrale, presenta lo svantaggio di non poter fornire, in generale, indicazioni
di carattere puntuale circa le grandezze coinvolte.
Applicando il teorema della divergenza (si veda lAppendice) al primo membro dellespressione
precedente, si trova:
1
S
E ds E dv
V
0 V
dv ,
ovvero:
1
E 0 dv 0 ;
V
dovendo valere questa relazione per ogni dominio di integrazione V, deve essere:
1
E .
0
Il campo elettrostatico 1-19
Laddove nullo, E 0 ed il campo elettrico E detto ivi, solenoidale. In sostanza
lequazione precedente stabilisce quali sono i punti dello spazio dove E o meno solenoidale e, di
conseguenza, stabilisce lassenza o meno di sorgenti del campo elettrico in quei punti. Pertanto se,
ad esempio, osserviamo delle linee di forza di E che
originano da un punto, che funge quindi da sorgente del
campo (si veda la figura a destra), possiamo dedurre che
esiste un punto in cui risulta E 0 . Viceversa, se le linee
di forza del campo non originano da alcun punto (si veda la
figura a sinistra), concludiamo che il campo solenoidale.
La prima propriet conseguenza del fatto che qualora il campo non fosse
- +
- +
nullo si determinerebbe il moto degli elettroni liberi e non ci sarebbe equilibrio.
- + Inoltre, se viene applicato un campo elettrico esterno, gli elettroni liberi si
r - +
E - + spostano causando degli accumuli di carica in corrispondenza delle superfici
- +r
- E
+ del conduttore (si veda la figura). Tali accumuli creano un campo elettrico
- +
- + opposto al campo esterno; la densit superficiale di carica cresce fino a che
- +
- + lintensit di questo campo non uguaglia quella del campo esterno, annullando
quindi il campo allinterno del conduttore; per un buon conduttore i tempi tipici
per conseguire questa condizione di equilibrio sono dellordine di 1016 s .
Consideriamo un conduttore carico in equilibrio elettrostatico; allinterno del
conduttore consideriamo una superficie chiusa S prossima quanto si vuole alla
superficie del conduttore (si veda la figura). Poich allinterno del conduttore il campo
elettrico nullo, dalla legge di Gauss segue che allinterno della superficie S, e quindi
del conduttore, la carica netta nulla. Pertanto se il conduttore carico, tale carica deve S
situarsi sulla superficie. Questa propriet fu osservata nel 1769 da Beccaria e
successivamente dimostrata da Coulomb.
Consideriamo un conduttore carico allequilibrio e facciamo riferimento ad una superficie S a
forma di cilindro con le superfici di base A sufficientemente
piccole da potersi ritenere localmente parallele alla superficie del
conduttore e con parte del cilindro contenuta nel conduttore.
Attraverso la parte interna il flusso del campo elettrico nullo
A essendo nullo il campo elettrico internamente al conduttore.
r
S E Inoltre il campo normale alla superficie perch qualora vi fosse
una componente tangenziale determinerebbe un moto delle cariche
1-20 Il campo elettrostatico
e quindi una condizione di non equilibrio. Perci nullo il flusso anche attraverso la superficie
laterale del cilindro. Cos il flusso attraverso la superficie del cilindro vale E A , dove il campo
elettrico E diretto lungo la normale n alla superficie del conduttore. Applicando la legge di
Gauss alla superficie del cilindro si ha quindi:
q A
E ds E S
S 0
0
,
dove la densit locale di carica superficiale. Siccome E
diretto lungo n ,segue:
E n ; (1.10)
0
in corrispondenza di tale lavoro lenergia potenziale U e del sistema costituito dalle cariche che
determinano il campo E e dalla carica q subisce una diminuzione pari a dL :
dU e dL q0 E dl ;
Il campo elettrostatico 1-21
B
B
U e U eB U eA
q0 E dl q0 E dl ,
A A
dove lintegrale non dipende dal cammino scelto essendo il campo E conservativo. La differenza di
potenziale VB VA tra i punti B e A definita come la variazione dellenergia potenziale per unit di
carica, ovvero:
UB U A
B
V VB VA E dl ; (1.11)
q0 A
si noti che, analogamente allenergia potenziale, tale definizione relativa soltanto a differenze di
potenziale. Spesso si usa assumere che la funzione potenziale sia nulla in un punto particolare, ad
esempio allinfinito; allora, ponendo:
V 0 ,
espressione che pu essere riguardata come il lavoro necessario per trasportare una carica unitaria
dallinfinito al punto P. Lunit di misura del potenziale il volt (V) e risulta 1 V 1 J 1 C , cos 1J
rappresenta il lavoro che deve essere fatto per far superare ad una carica di 1C una differenza di
potenziale di 1V . Lintroduzione del volt consente inoltre di riscrivere lunit di misura del campo
elettrico in V m che rappresenta lunit tradizionalmente adoperata per questa grandezza. Il
concetto di potenziale fu introdotto dal matematico inglese George Green nel 1828 attraverso la
generalizzazione di precedenti lavori di Joseph-Louis Lagrange, Pierre-Simon de Laplace e Poisson
relativi al campo gravitazionale.
In fisica atomica e nucleare duso comune per la misura dellenergia lelettronvolt (eV), definito come lenergia che
un elettrone (o un protone) acquista quando viene accelerato mediante una differenza di potenziale di 1V . Siccome
1 V 1 J 1 C e la carica dellelettrone (protone) in modulo di 1.6 1019 C , allora
Esempio: Nel cinescopio di un apparecchio televisivo un elettrone del fascio ha una velocit di 8 107 m sec circa.
Poich la massa dellelettrone 9.11031 kg circa, questa velocit corrisponde ad unenergia cinetica di 3 1015 J .
Cosi tale elettrone per raggiungere questa velocit, partendo da fermo, deve essere accelerato tramite una differenza di
potenziale di 19 kV .
1-22 Il campo elettrostatico
B B B
d x
VB VA V E dl E x x dx E dx Ed .
(1.12)
A A A
U eB U eA U e q0 V q0 Ed .
1
U eA U eB mq0 vB 2 ,
2
dove vB la velocit della carica e mq0 la sua massa. Viceversa, se q0 0 allora U e 0 ovvero
U eB U eA , cio il sistema guadagna energia potenziale in corrispondenza del moto di una carica
negativa nella direzione del campo elettrico. Supponiamo che lo spostamento avvenga tra due punti
generici; siccome E uniforme, si ha:
B B B
B
V E dl E x x dx y dy E dx Ed ,
r
E
A A A
d'
in cui: r
rA
r
q
1 q
E r ;
4 0 r 2
siccome la proiezione del vettore dl nella direzione del versore r , pari a r dl , uguale alla
variazione dr che subisce il modulo del vettore r quando il suo estremo libero si sposta di un
vettore dl , si ha:
1 q B
q
rB
1 q 1
rB
q 1 1
VB VA
4 0 A r 2
r dl
4 0 r r 2 dr 4 0 r 4 0 rB rA .
A rA
1 q
V ;
4 0 r
tale espressione pu essere interpretata come il lavoro per unit di carica che si effettua per
trasportare una carica dallinfinito ad un punto posto a distanza r dalla carica q. Poich V uniforme
su una superficie sferica di raggio r (cio rA rB nella precedente relazione), concludiamo che le
superfici equipotenziali per una carica puntiforme sono delle sfere concentriche alla carica stessa e
tali superfici risultano, punto per punto, perpendicolari alla direzione del campo. Nelle figure
mostrata la sezione (in tratteggio) delle superfici equipotenziali per una carica puntiforme e per due
cariche puntiformi di segno opposto. Come conseguenza del principio di sovrapposizione, il
potenziale in un certo punto, dovuto a pi cariche
puntiformi pari alla somma dei potenziali di ciascuna
carica calcolati in tale punto:
1 qi
V
4 0
r
i
, (1.13)
i
1 q1q2
U e q2V1 .
4 0 r12
1 q1q2 q1q3 q2 q3
Ue ,
4 0 r12 r13 r23
1 1 N qi q j 1 1 N N qj 1 N 1 N qj 1 N
Ue 2 4
4 0 2 i , j 1 rij
qi
i 1 i j rij
qi
2 i 1 4 0
qi Vi .
i j rij 2 i 1
0
i j
cos, per ottenere il potenziale generato da tutta la distribuzione occorre integrare su tutta la carica
Q della distribuzione:
1 dq
V
4 0 Q r
.
1 dq 1 dv
V
4 0 Q r
4 0 r
.
linea di E . Pertanto, se il problema ha un grado di simmetria tale da rendere agevole questa
determinazione, fissando infine il valore del potenziale in un punto arbitrario, possibile stabilire il
potenziale del corpo.
y
Esempio: (Potenziale elettrico di una bacchetta carica). Consideriamo una bacchetta di
lunghezza l e valutiamo il potenziale in corrispondenza dei punti dellasse passante per
y un estremo. Il contributo al potenziale di un elemento di carica dq posto a distanza r dal
r punto considerato, vale:
dq 1 dq 1 dx ,
dV
O x l x 4 0 r 4 0 x 2 y 2 1 2
l
dx l l 2 y2
V ln .
4 0 0 x 2
y 2 12
4 0 y
1 dq 1 dq O P
dV ,
4 0 r 4 0 x R 2 1 2
2 x
x
x R2
2 12
V il termine comune a tutti i punti sullanello, cos,
integrando, segue:
1 dq 1 1
V dq
4 0 Q x 2
R
2 12 4 0 x R 2 1 2
2
Q
(1.14)
Q 1
.
4 0 x 2 R 2 1 2
O x
Il cui grafico mostrato in figura.
Esempio: (Potenziale elettrico di una sfera uniformemente carica). Consideriamo una sfera uniformemente carica di
raggio R e calcoliamo il potenziale in un punto della sua superficie. Assumendo che il potenziale sia nullo allinfinito,
dalla relazione (1.7) e dalla definizione (1.11) segue:
r
1 Q 1 Q
V r d ;
4 0 2
4 0 r
1 Q
V . (1.15)
4 0 R
1-26 Il campo elettrostatico
V V V
Ex dx E y dy Ez dz dx dy dz ,
x y z
V
Ex ,
x
V
Ey ,
y
V
Ez ,
z
ovvero, vettorialmente:
E V . (1.17)
in cui rappresenta langolo compreso tra i vettori V e dl .
r
Da tale relazione segue: D
V
dV
V cos ,
dl V+dV
a r
cio la variazione per unit di lunghezza di V nella direzione di dl
dl pari alla proiezione di V nella direzione di dl .
Se a partire da un punto ci si sposta di un tratto dl
V
ortogonalmente a V , siccome vale 2 e cos 0 , segue
che dV dl 0 , ovvero V costante; pertanto V un vettore
Il campo elettrostatico 1-27
perpendicolare alle superfici equipotenziali in cui V costante. Infine, se dl diretto
perpendicolarmente alle superfici equipotenziali, ovvero parallelamente a V , siccome nullo e
cos 1 , segue che la derivata direzionale dV dl risulta massima e pari al modulo del gradiente:
dV
V .
dl
Inoltre il verso di V nella direzione in cui il potenziale aumenta con la derivata massima2.
Esempio: A partire dalla relazione (1.17) e dallespressione del potenziale (1.14) deduciamo lespressione del campo
elettrico sullasse di un anello carico lungo lasse x (per x 0 ):
Q 1 2
x R 2x
dV d Q 1 2 3 2 Q x
E V x x x x ,
dx dx 4 0 x 2 R 2 1 2 4 0 2 4 0 x 2 R 2 3 2
che coincide con quanto gi determinato attraverso lapplicazione della legge di Coloumb.
B
E dl V A V B ,
A
ovvero lintegrale dipende dai soli valori estremi del percorso. Se il percorso tale che i punti A e B
coincidono, ossia la curva chiusa, allora si ha:
dl 0 .
E
Quindi, lintegrale di linea del campo elettrostatico, calcolato lungo una curva chiusa nullo. Se
applichiamo a questultima espressione il teorema del rotore, si ha:
0 E dl E ds ;
fissata la curva chiusa , questa relazione vale per ogni superficie che abbia per contorno ,
pertanto deve risultare:
E 0 ,
2
Infatti, ad esempio, per una carica puntiforme positiva, V punta verso la carica, dove il potenziale aumenta.
1-28 Il campo elettrostatico
cio il campo elettrostatico irrotazionale. Questa propriet del campo elettrostatico pu essere
dedotta seguendo unaltra via; siccome tale campo conservativo esiste una funzione scalare V che
soddisfa la relazione (1.17) allora:
x y z
E V
x y z
V V V
x y z
2V 2V 2V 2V 2V 2V
x
y z 0.
yz yz xz zx xy yx
Si noti che a prescindere dallo sviluppo del prodotto vettoriale V in coordinate cartesiane, tale
risultato poteva essere conseguito considerando e V come due vettori paralleli il cui prodotto
vettoriale risulta, ovviamente, nullo.
B
V A V B E dl 0
A
per cui:
V A V B ,
ovvero tutti i punti interni al conduttore sono allo stesso potenziale e, anche la superficie del
conduttore, in particolare, una superficie equipotenziale. Questa propriet, scoperta
sperimentalmente da Beccaria, Henry Cavendish e Coulomb venne dimostrata nel 1811 da Poisson.
Quale ulteriore propriet dei conduttori carichi allequilibrio,
s1
possibile provare che in un conduttore di forma irregolare la carica tende
ad accumularsi nei punti in cui la curvatura della superficie maggiore, R1
ovvero in prossimit delle punte. Per comprendere questo fenomeno
s2
consideriamo due sfere conduttrici di raggi, rispettivamente, R1 e R2 , con
R1 R2 , collegate elettricamente tra loro tramite un filo conduttore. Se 1 R2
e 2 indicano le densit superficiali di carica sui due conduttori, le cariche
rispettive saranno:
q1 4 R12 1 ,
q2 4 R2 2 2 ,
Il campo elettrostatico 1-29
q1 R12 1
.
q2 R2 2 2
Daltra parte, siccome sono connesse con un conduttore, le due sfere sono allo stesso potenziale;
assumendo che la distanza tra le sfere sia tale da poter ritenere che la carica di una non influenzi la
distribuzione di carica dellaltra, dalla relazione (1.15) segue che il comune valore V del loro
potenziale :
1 q1 1 q2
V ,
4 0 R1 4 0 R2
da cui risulta:
q1 R1
q2 R2
1 R2
.
2 R1
Le propriet dei conduttori puntiformi furono verificate per la prima volta da Franklin e portarono a molteplici
applicazioni tra cui il parafulmine. Qualora la curvatura di una regione della superficie di un conduttore carico
accentuata sino a ridursi ad una punta, la densit superficiale della carica in tale regione pu raggiungere valori molto
elevati e di conseguenza, dalla relazione (1.10), anche il campo elettrico nelle immediate vicinanze della punta pu
risultare particolarmente intenso. Se il conduttore posto nel vuoto ci non ha conseguenze, tuttavia, se immerso in
un gas, come laria, in corrispondenza di un opportuno valore dellintensit del campo si manifestano dei fenomeni di
ionizzazione; cio uno o pi elettroni delle molecole del gas situate in prossimit della punta vengono rimossi per effetto
del campo. Le molecole cos ionizzate vengono accelerate dal campo elettrico e, una volta raggiunta lenergia cinetica
sufficiente, ionizzano per urto altre molecole del gas. Questo processo determina in breve tempo la formazione presso la
punta di un consistente numero di ioni positivi e negativi. Quelli di carica opposta a quella della punta sono attratti
verso il conduttore neutralizzandone in tutto o in parte la carica; quelli di carica uguale vengono allontananti dalla punta
determinando un movimento macroscopico del gas detto vento elettrico.
1-30 Il campo elettrostatico
ri r d i ;
12
d d
2
ri r 2d i r cos i d i
2
2 12
r 1 2 cos i i i ,
r r
cos:
1 2
1 1 di
2
d
1 2 cos i i
. (1.18)
ri r r r
1 2
di di
2
1 2 cosi
r r
2
1 3 di di
2 2
d d
1 2 cosi i i 2 cos i
2 r r 8 r r
e sviluppando, si ottiene:
n n 1 2
1 y
3
1 ny y ,
n
2!
Il campo elettrostatico 1-31
1 2
di di
2
1 2 cosi
r r
2
d 1 d
1 cos i i 3cos2 i 1 i .
r 2 r
1 1
2
di 1 di
1 cos i 3cos i 1 .
2
ri r r 2 r
Dalla (1.13), lespressione del potenziale del sistema di cariche nel punto P considerato , quindi:
1 N
2
di 1 di
qi 1 cos i 3cos i 1
N
1 qi
V
4 0 i 1 ri 4 0 r i 1 r 2
2
r
1 N
1 N
1 N
3cos2 i 1
4 0 r
qi
i 1 4 0 r 2 i i
q d cos i
i 1 4 0 r 3 i i
qd 2
i 1 2
(1.19)
1 qi d i n
N
4 0 n 1 i 1 r n 1
Pn cos i .
4
I polinomi di Legendre sono definiti attraverso la relazione:
dn
n
cos2 1 ,
1
Pn cos
n
2 n ! d cos
n
n Pn cos
0 1
1 cos
3cos2 1
2
2
5cos3 3cos
3
2
35cos4 30cos2 3
4
8
63cos 70cos3 15cos
5
5
8
1-32 Il campo elettrostatico
i 1
come la componente del vettore 1 4 0 r 2 qi d i della direzione di r , cio 1 4 0 r 2 qi d i r .
N N
i 1 i 1
La circostanza non banale pi semplice in cui Q 0 quella in cui la distribuzione di carica
costituita da sole due cariche, una opposta dellaltra. Tale distribuzione prende il nome di dipolo
elettrico.
x
2
E x E x ,
cos il campo sar diretto lungo lasse y e varr:
dove:
d d
cos 2 2 .
r d
2
x
2
1 q d 1 1 qd 1 p (1.20)
E2 ,
4 0 d 2
2
d
2 4 0 2 32
d 4 2 d 2 32
x2 x2 x
2
0
x
2 2 2 2
avendo posto:
p qd k ,
Il campo elettrostatico 1-33
r
p
+q
dove k un versore orientato dalla carica negativa a quella positiva (si veda la figura). Il vettore cos k
definito prende il nome di momento di dipolo elettrico e, in modulo, pari al prodotto qd .
-q
Esempio: (Momento di dipolo elettrico di una molecola) Il momento di dipolo elettrico una propriet di numerose
molecole, ossia di aggregati atomici contenenti una carica positiva ed una negativa separate da una certa distanza. Ad
esempio la molecola di cloruro di sodio (NaCl) pu essere rivista come linsieme di uno ione Na ed uno Cl separati
da una certa distanza d NaCl e rispettivamente di cariche e e e . Dalle misure si evince che:
d NaCl 0.236 nm ,
ci evidenzia che lelettrone del sodio non completamente ceduto allatomo di cloro ma risulta condiviso tra questi
due atomi.
Esempio: (Campo elettrico asintotico di un dipolo) In applicazioni come quella mostrata nellesempio precedente
risulta utile stabilire il campo elettrico a grande distanza dal dipolo, ossia per:
xd.
3 2
p d
2
1 p 1
E 1 ,
4 0 2 32
d 4 0 x 3 2 x
x 2
2
facendo uso dellespressione dello sviluppo in serie del binomio (si veda la nota 3) con n 3 2 e y d 2 x 2 , si ha:
p 3 d
2
1
E 1
4 0 x 2 2 x
3
1 p
E . (1.21)
4 0 x 3
Analogamente si prova che per un punto posto lungo lasse y, a grande distanza da dipolo, si ha:
1 p
E . (1.22)
2 0 y 3
I due risultati appena riportati costituiscono lindicazione di una caratteristica generale del dipolo; proveremo infatti nel
seguito che a distanza r dal dipolo, con r d , il campo elettrico varia come 1 r 3 .
Esempio: (Azione di un campo elettrico su un dipolo) Supponiamo che un dipolo elettrico sia immerso in un campo
elettrico esterno uniforme E e supponiamo inoltre che il dipolo non perturbi significativamente le linee di forza del
campo. Le forze F1 e F2 agenti sulle due cariche valgono, in modulo:
1-34 Il campo elettrostatico
r
F1 F2 qE , F
+q 1
tuttavia, sebbene abbiano la stessa direzione, sono opposte in verso (si veda la figura) cos J
-q
il centro di massa del dipolo non soggetto a movimento. Nondimeno le forze esercitano r r
una coppia sul dipolo che tende pertanto a ruotare per allinearsi con la direzione del F2 E
campo. Se r1 e r2 sono i raggi vettori delle due cariche rispetto al centro di massa del
dipolo, con
d r
r1 r2 , +q F
2 r 1
r1
J
-q r
i momenti delle due forze rispetto al centro di massa del dipolo 1 e 2 hanno moduli:
r r2
F2
d
1 r1 F1 qE sin r2 F2 2 ;
2
inoltre 1 e 2 sono uguali sia in direzione che in verso, cos risulta:
1 2
d
2 1 2 qE sin dqE sin pE sin
2
e vettorialmente:
pE .
Fisicamente ci significa che il dipolo elettrico indotto dal campo a raggiungere una posizione di equilibrio tale che p
risulti parallelo ad E ; in tale condizione infatti 0 . Questo corrisponde sia a 0 che a ; nel seguito
proveremo che mentre il primo valore di corrisponde ad una posizione di equilibrio stabile, il secondo valore
relativo ad una posizione di equilibrio instabile.
Esempio: (Potenziale ed energia potenziale di un dipolo elettrico) Consideriamo un dipolo il cui momento ha intensit
p qd ;
il potenziale in un punto P posto a distanze r1 e r2 , rispettivamente, dalla carica positiva e da quella negativa, vale:
1 q q 1 r r
V q 2 1.
4 0 r1 r2 4 0 r1r2
P
Questa espressione pu essere valutata nel caso in cui il punto P molto r1
distante dal dipolo, ovvero, con riferimento alla figura, per r1 , r2 d ; in
questo caso risulta: +q r
r1 , r2 r , J r2
'; d
J'
1 qd cos 1 p cos
V . (1.23)
4 0 r2 4 0 r 2
z
Questa espressione coincide col termine di dipolo dello sviluppo (1.19)
per N 2 , infatti, con riferimento alla figura, in tale circostanza, si ha: P
q1 r
1 N
1 q1d1 cos 1 q2d 2 cos2 r
2 i i
q d cos i
4 0 r i 1 4 0 r2 r J 1 r
d1
1 q1d1 r q2d 2 r J2
, q2
4 0 r2 O r
d2 y
x
dove r pari a r r ; se q1 q e q2 q1 , segue:
1 N
1 q1d1 r q2d 2 r
1 q d1 r q d 2 r
1 q d1 d 2 r
1 p r
i i i 4
4 0 r 2 i 1
q d cos
r2
4 0 r2
4 0 r2
4 0 r 2
0
1 p cos
,
4 0 r 2
+q
essendo p q d1 d 2 e langolo tra la direzione di r e quella di p . Dalla relazione
(1.23) segue che il potenziale nullo per 2 , ovvero nel piano equatoriale del
dipolo, pertanto il campo elettrico del dipolo non compie lavoro quando una carica viene
portata dallinfinito ad un punto su questo piano, attraverso un qualsiasi percorso. A
V=0 partire dalla relazione (1.23), facendo uso della (1.17), possibile ricavare lespressione
generale del campo elettrico prodotto dal dipolo in tutto lo spazio. Allo scopo risulta
-q opportuno adoperare lespressione del gradiente in coordinate sferiche (si veda
lAppendice); le componenti del campo elettrico sono quindi:
V 1 p cos 1 p cos
Er ;
r r 4 0 r 2 2 0 r 3
1 V 1 1 p cos 1 p sin
E ;
r r r 4 0 r 2 4 0 r 3
1 V
E 0.
r sin
Dal fatto che la componente E del campo elettrico nulla segue che il campo ha simmetrica cilindrica, come poteva
banalmente prevedersi dalla forma della distribuzione di cariche. Il modulo del campo elettrico vale pertanto:
2 2
1 p cos 1 p sin 1 p
E Er 2 E 2 E 2 4 cos 2 sin 2
2 0 r 3
4 0 r 3
4 0 r 3
1 p
3cos 2 1 ;
4 0 r 3
si osservi che lungo una direzione perpendicolare allasse del dipolo e passante per il suo punto medio, corrispondente a
2 , lespressione del campo uguale alla (1.21) mentre, lungo lasse del dipolo, per 0 , lespressione uguale
alla (1.22). Consideriamo un dipolo di momento p immerso in un campo elettrico esterno E ; per ruotare tale dipolo di
un dato angolo rispetto al campo necessario compiere del lavoro. Tale lavoro accrescer lenergia potenziale del
sistema. Il lavoro elementare dL necessario per ruotare un momento meccanico di un angolo d pari a d cos,
siccome il momento del dipolo vale in modulo pE sin e poich il lavoro viene trasformato in energia potenziale, si ha
che per una rotazione finita da 0 a , la variazione di energia potenziale :
1-36 Il campo elettrostatico
pE cos cos 0 .
U U 0 d ' pE sin ' d ' pE cos '
0
0
0
La costante 0 dipende dallorientazione iniziale del dipolo per cui, assumendo 0 pari a 2 e ponendo quale
riferimento per lenergia potenziale U 0 0 per 0 2 , si ha:
U
U pE cos ,
ovvero:
-p / 2 +p
U pE .
-p O +p / 2 J
Il grafico dellenergia potenziale in funzione dellangolo mostra
la presenza di un minimo per 0 , per cui tale angolo corrisponde
ad una posizione di equilibrio stabile del dipolo nel campo elettrico. - pE
Lespressione dello sviluppo in serie di multipoli (1.19) pu essere generalizzata al caso di una
distribuzione continua di carica. In tale circostanza alla sommatoria sul numero di particelle della
distribuzione corrisponde un integrale calcolato sul volume contenente la carica con densit ,
cio:
1 1 1 3cos2 1
V
4 0 r dv 4 0 r 2
d cos dv
4 0 r 3
d 2
2
dv
1 1
4 0
r d P cos dv .
n 1
n
n
n
1
ds dv,
E
0
dl 0;
E
nella prima una superficie chiusa contenente il volume ; nella seconda una generica
curva chiusa. La prima equazione lespressione della legge di Gauss mentre la seconda
conseguenza della conservativit del campo elettrostatico. In forma puntuale queste equazioni si
scrivono:
E , (1.24)
0
E 0.
Il campo elettrostatico 1-37
Queste relazioni sono dette equazioni di Maxwell per il campo elettrostatico. Il fatto che il campo
elettrostatico irrotazionale implica lesistenza di una funzione potenziale V tale che:
V E ,
cos, sostituendo nella relazione (1.24) segue V 2V 0 , ovvero:
2V , (1.25)
0
2 2 2
2 .
x 2 y 2 z 2
La relazione (1.25), dimostrata da Poisson nel 1813, compendia le due equazioni di Maxwell e
prende il nome di equazione di Poisson. Fissata che sia la funzione , localizzata in una regione
definita dello spazio, si prova che lequazione di Poisson ammette una sola soluzione che soddisfi le
specificate condizioni al contorno nel dominio di definizione. In assenza di cariche localizzate,
ovvero per 0 , lequazione precedente si scrive:
2V 0
e prende il nome di equazione di Laplace, che la riscopr nel 1796 dopo che Leonard Eulero la trov
nel 1756.
1-38 Il campo elettrostatico