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Elaborato finale in
Metodologia della Ricerca Sociale
Relatore: Candidato:
Ch.ma Prof.ssa Enrica Amaturo Veneziano Alfonso
Ch.mo Prof. Gianfranco Pecchinenda Matr. M15000773
2
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.
Dante Alighieri
3
INDICE
Introduzione p. 6
Cap. I
Esplicitazione delle premesse e definizione degli obiettivi
I.1
Premesse diverse ad un problema complesso p. 8
I.2
Definizioni e obiettivi della sociologia della conoscenza p. 22
Cap. II
Mutamento socioculturale e ricerca scientifica: una lettura
evoluzionistica della funzione conoscitiva umana
II. 1
Natura, cultura, coscienza e conoscenza: luomo artefice del suo
habitat p. 25
II. 2
Levoluzione nella conoscenza un processo collettivo p. 33
II. 3
Sui paradigmi e loro mutamento p. 42
II. 4
Un paradigma non solo unastrazione p. 52
4
Cap. III
Un nuovo paradigma?
III. 1
Alcuni scienziati propongono una nuova visione p. 55
III. 2
Conoscere la complessit p. 59
Cap. IV
Verso uno studio empirico del paradigma contemporaneo
IV. 1
Lanalisi di rete nelle scienze sociali p. 85
IV. 2
Dal micro al macro ...e ritorno p. 88
IV. 3
Il paradigma dal punto di vista delle relazioni sociali p. 98
IV. 4
Lineamenti generali di una ricerca sulla comunit scientifica p. 108
IV. 5
Per uno studio lessicometrico del linguaggio scientifico p. 111
Conclusione p. 114
Bibliografia p. 115
5
Introduzione
6
Dunque si approfondir la questione gnoseologica considerando i fattori
pi rilevanti che entrano in gioco nella percezione di uno stimolo
sensoriale e nella sua interpretazione; per poi giungere a considerazioni di
carattere pi spiccatamente epistemologico studiando la funzione
conoscitiva umana da un punto di vista evoluzionistico. a questo livello
che verranno introdotti i concetti di paradigma, scienza normale e
rivoluzione scientifica.
Allora si far riferimento a quello che da diversi studiosi viene proposto
come il nuovo paradigma destinato ad essere protagonista della prossima
rivoluzione scientifica: la scienza dei sistemi complessi, nellambito della
quale vengono enfatizzate le relazioni tra i vari aspetti della realt. Per i
sostenitori di questa posizione essa non dovrebbe essere ridotta alle sue
componenti semplici per essere studiata, come ha inteso fare il
riduzionismo, ma dovrebbe essere intesa come una rete fatta di nodi e
link.
In questo contesto pu essere collocata anche lanalisi delle reti sociali, in
quanto non isola gli individui dal loro contesto relazionale. Vedremo
come questultimo possa giocare un ruolo rilevante anche per quanto
riguarda le posizioni intellettuali e la costruzione della realt.
Lanalisi delle reti potrebbe costituire la tecnica per mezzo della quale
indagare laspetto sociologico della conoscenza, concependo la comunit
scientifica come una rete sociale; laspetto linguistico della conoscenza
scientifica potrebbe invece essere indagato tramite unanalisi del
contenuto condotta sui manuali studiati nelle universit.
Nellultimo capitolo di questo lavoro imposter una ricerca empirica per
indagare gli aspetti relazionali e linguistici del paradigma contemporaneo,
i cui risultati fornirebbero preziosissime indicazioni da associare alle
riflessioni di carattere teorico.
7
Cap. I
ESPLICITZIONE DELLE PREMESSE E DEFINIZIONE DEGLI
OBIETTIVI
I. 1
Premesse diverse ad un problema complesso
8
natura, finendo con lessere sottoposto alle stesse trasformazioni e
alla stessa indeterminatezza del mondo esterno.1
9
la sua idea di natura culturalmente determinata le posizioni del
costruttivismo di Berger e Luckmann. Per De Martino per le popolazioni
primitive del Mondo magico non si pu ancora parlare di unit della [...]
persona e autonomia dellio.5 Jean-Pierre Vernant infatti ci dice che lio e
lelaborazione della volont individualizzata si manifesta nel e attraverso
lo sviluppo della tragedia, ad Atene, nel corso del V secolo a.C.. 6 A quel
tempo si consumava anche il passaggio da una visione del mondo mitica a
una filosofica e contemporaneamente nasceva la democrazia.
A Platone e Aristotele risale il primo studio rigoroso pervenutoci delle
facolt conoscitive della mente umana. I due grandi filosofi dellantichit
distinguevano tra la facolt discorsiva e mediata della ragione (dinoia,
ratio), che produce scienza; e quella intuitiva e immedita dellintelletto
(nos, intellectus), che coglie i principi da cui la scienza muove.
Quando il fisico e filosofo contemporaneo Werner Heisenberg pensa al
mondo antico e al rapporto tra realt e conoscenza, afferma che:
5
E. DE MARTINO, Il Mondo Magico, Boringhieri, Torino 1986, p. 91.
6
J. P. VERNANT, Mito e tragedia nellantica Grecia, Einaudi, Torino 1976, p. 31.
10
realt sarebbe la realt propria trasforma e determina la realt
analogamente a qualsiasi altra fede. 7
Dopo questo breve excursus dobbiamo iniziare a sospettare che lio che i
moderni hanno posto a soggetto della conoscenza, insieme al mondo che
ne hanno posto ad oggetto, sono in definitiva un prodotto storico. Nessuna
forma mentis pu essere in alcun modo assolutizzata. Bisogna scardinare
lEgo cogito dal centro del nostro sistema gnoseologico: una vera e propria
rivoluzione copernicaca.
Passando dalla storia alla psicologia ricordiamo come per Nietzsche lio
non sia soggetto o causa del pensiero, quanto piuttosto a sua volta un
pensato: un pensiero viene quando lui a volerlo e non quando io lo
voglio. Egli, dietro ragione, pensieri e sentimenti percepiva la presenza di
un saggio ignoto -che si chiama S: 8 quasi una reminiscenza del dimn
Socratico.
Per la psicanalisi freudiana il soggetto cosciente leffetto di superficie
di un inconscio che lo contiene, luogo di tutto ci che rimosso dalla
coscienza. Esso un prodotto sociale, una unificazione artificiale resa
possibile dai condizionamenti della societ e, dunque, dal ruolo che essa ci
assegna. Nietzsche e Freud sono daccordo sul fatto che la vita psichica
condizionata da linteriorizzazione di quella vox publica che veicola
soltanto gli interessi delle forze dominanti. 9
Psicanalizzando lorgoglioso io penso illuminista, esso ci appare come il
precario punto di intersezione tra le istanze culturali e sociali e le puls ioni
inconsce.
7
W. HEISENBERG, Indeterminazione e realt, in C. ALTAVILLA, Fisica e filosofia in
Werner Heisenberg, Guida, Napoli 2006, pp. 205-206 e 2013.
8
NIETZSCHE, Al di l del bene e del male, in F. CRESPI, F. FORNARI, introduzione alla
sociologia della conoscenza, Donzelli, Roma 1998, p. 64.
9
F. CRESPI, F. FORNARI, introduzione alla sociologia della conoscenza, p. 74.
11
Il discepolo eretico di Freud C. G. Jung, pi in profondit dellinconscio
personale individua un inconscio collettivo che costituisce un sostrato
psichico comune, di natura soprapersonale, presente in ciascuno: 10 luogo
di miti e di simboli esoterici direttamente collegato con il mondo. 11
Lantica immediatezza di cui sopra esisterebbe ancora in questo strato
ancestrale della psiche umana presente ancora nei pazienti di Jung.
Posto ci, si deve comunque convenire con Berger e Luckmann quando
affermano che la realt della vita quotidiana organizzata intorno al
qui del mio corpo e alladesso del mio presente. Questo hic et nunc
il fuoco della mia attenzione alla realt della vita di ogni giorno. 12
Per passare al campo della sociologia osserviamo che molto del
ragionamento di questi due studiosi viene dalla meditazione dellopera di
Schutz, per il quale il fondamento del mondo sociale il rapporto
intersoggettivo che unisce il singolo individuo agli altri e che avviene in
un ambiente comune che gi dato in precedenza. Schemi di
tipizzazione orientano lagire degli uomini nelle situazioni e stabiliscono
un criterio di rilevanza nei confronti dei vari aspetti del mondo.
pertanto in base a un codice culturale prefissato che io do rilevanza a certi
aspetti, mentre ne trascuro altri,13 dicono Berger e Luckmann.
Anche per Dilthey la coscienza del soggetto non mai separabile
dallorizzonte storico e sociale nel quale ha luogo la sua esperienza del
mondo. Mentre per Gadamer ogni comprensione una forma di
interpretazione la quale connessa a contesti storico-sociali concreti. Cos
Crespi e Fornari spiegano il gadameriano circolo ermeneutico che
coinvolge soggetto e oggetto:
10
C. G. JUNG, Gli archetipi dellinconscio collettivo, in Linconscio collettivo, Corriere della
sera, Milano 2011, p.4
11
Ibid., p. 24.
12
O. L. BERGER, T. LUCKMANN, La realt come costruzione sociale, Il Mulino, Bologna
1969, p. 40.
13
F. CRESPI, Le vie della sociologia, Il Mulino, Bologna 1998, p. 221.
12
Hans Georg Gadamer ha posto al centro della sua riflessione il fatto
che ogni processo cognitivo prende le mosse dai preconcetti o
pregiudizi propri del mondo culturale dellinterprete: questultimo,
essendo parte dei fenomeni da lui stesso osservati, stabilisce un
rapporto dialogico con loggetto della sua interpretazione che
produce modificazioni sia nei suoi pregiudizi iniziali, sia nei
significati attribuiti alloggetto stesso. 14
14
F. CRESPI, F. FORNARI, introduzione alla sociologia della conoscenza, p. 124.
15
Ibid., pp. 93-94-94-96
13
Lidea moderna di razionalit scientifica trova la sua origine nelle regole
certe e facili che Cartesio pone ad directionem ingenii; e nel metodo
che per Bacone mette quasi alla pari tutti gli ingegni. Il razionalismo
cartesiano e lempirismo baconiano condividono laccento sullutilit
pratica delle scoperte e il fatto che capacit e iniziative personali non
sono affatto richieste.16
Il dualismo cartesiano fonda il determinismo meccanicistico: questa
immagine meccanica della natura diventa il paradigma dominante della
scienza nel mondo successivo a Descartes17. Con Galilei e Newton la
matematica diviene uno strumento per stabilire un sistema di
legittimazioni.
Ne la Filosofia del denaro Simmel mette in relazione la preminenza
assunta dalla facolt matematico-deterministica della razionalit con
lascesa del denaro a parametro universale di misura: equivalente
generale, universale.18 Allinizio dellevo moderno si andava affermando
il potere della borghesia mercantile e con ci linteresse utilitaristico
diventa predominante. Afferma Crespi che il moderno modello di
razionalit si venuto formando con compiti precisi di sfruttamento delle
risorse materiali.19 Il meccanicismo anticipa di poco la rivoluzione
industriale. Crespi mette in relazione la divisione del sapere ormai inteso
come attivit pratica, con la divisione del lavoro tipica del mondo
industriale: lidea della divisione del sapere come fonte di progresso e
civilt coincide con lavvento dellet moderna. 20 E Valeria Pinto mette
in evidenza il mutamento epistemologico avvenuto con laffermazione di
un tale tipo di razionalit che ha condotto da una conoscenza orientata
16
A. MARRADI, Metodologia delle scienze sociali, Il Mulino, Bologna 2007, p. 12.
17
F. CAPRA, Il punto di svolta, Feltrinelli, Milano 2008, p. 53.
18
G. SIMMEL, La Psicologia del Denaro, edizioni di Ar, Padova, 2007, p. 25.
19
F. CRESPI, Le vie della sociologia, cit. p. 70.
20
F. CRESPI, F. FORNARI, introduzione alla sociologia della conoscenza, p. 5.
14
alla verit a una conoscenza praticamente orientata allutilit e concentrata
su ci che funziona.21
Scrive Fritjof Capra:
21
V. PINTO, Valutare e punire, Cronopio, Napoli 2012, p. 108.
22
F. CAPRA, Il punto di svolta, Feltrinelli, p. 52.
23
A. MARRADI, Metodologia delle scienze sociali, pp. 14-15-
15
La stessa necessit muove Immanuel Kant quando dallo scranno del
giudice del tribunale della Ragion Pura mette al bando da ogni
gnoseologia lintuizione immediata e stabilisce il limite di ogni uso lecito
della ragione. Lego si chiude su s stesso e pone il suo dominio sulla
totalit psichica, il soggetto della conoscenza da allora si vuole solo di
fronte al mondo, condizionato unicamente dalle categorie a priori e
universali della sua esperienza.
Eliminata lintuizione immediata, alla quale era riservato un posto
donore nelle gnoseologie pre-moderne, appare evidente come ben presto
possa venire considerata una funzione cognitiva imprescindibile la
mediazione del simbolico. Crespi fa eco al neo-kantiano Cassirer quando
scrive:
24
F. CRESPI, Le vie della sociologia, cit. p. 26.
25
A. MARRADI, Metodologia delle scienze sociali, p. 14.
16
dipende dallintuito e dallispirazione, e questultima concezione
risultata la pi indicata.
A tal proposito possiamo citare un passo di Capra:
17
concorrono bens a conferire senso allunit intelligibile finale, ma in
maniera impropria (non autenticamente fondata sulla datit
fenomenologica). cos, dice Husserl, che si costituisce la realt
positiva del mondo spazio-temporale che vale per il senso comune
di ognuno di noi come ci che effettivamente (positivamente)
reale, oggettivo, disponibile, alla mano ecc. Cos, attraverso
ulteriori processi di astrazione e di associazione, si costituiscono le
oggettualit scientifiche (latomo, la legge dellevoluzione ecc.). 27
27
HUSSERL E., Lidea della fenomenologia, Laterza, Bari 2009, p. 120.
28
F. CRESPI, F. FORNARI, introduzione alla sociologia della conoscenza, p. 164.
29
Ibid.,, p. 166.
18
Anche per Fleck la scienza unimpresa sociale che non pu
prescindere dallorganizzazione del consenso.30 Marradi e Landucci ci
fanno notare come egli mostra anche i limiti empirici di un
interpretazione puramente logica, da tavolino - staremmo per dire
assiomatica - del convenzionalismo, allorch mette in luce quanto poco
gratuite e quanto invece integralmente frutto dellevoluzione precedente
siano le convenzioni concettuali e assertorie che di volta in volta sono
seguite da un collettivo.31 A partire dal titolo dellarticolo dal quale
stato tratto questo brano, i due autori si chiedono se il passaggio di Kuhn
da filosofo della storia a filosofo della conoscenza non sia una
maturazione dellinsegnamento di Flek pi di quanto egli stesso sia stato
disposto ad ammettere. Sta di fatto che in questo contesto possiamo
introdurre un concetto che rester centrale nel corso di questa trattazione e
cio il concetto di paradigma di Kuhn. Nelle parole di Crespi:
30
Ibid., p. 168.
31
LANDUCCI, MARRADI, Kuhn da filosofo della storia a filosofo della conoscenza: una
maturazione dellinsegnamento di Fleck?, sociologia e ricerca sociale XX, n. 58-59 (1999):
150-164.
19
risolvere quei problemi che emergono, di volta in volta,
nellesperienza storico-sociale dellumanit.32
20
condizioni diventa parte integrante e costitutiva della sua stessa
individualit. Lindividuo vivente non una monade chiusa, ma un
sistema aperto, in relazione con altri sistemi individuali e sociali e
con lambiente naturale. Esso pu crescere e realizzarsi solo in
quanto scambia energia e informazioni con gli altri sistemi.35
35
F. CRESPI, Le vie della sociologia, cit. p. 17.
36
F. CRESPI, F. FORNARI, introduzione alla sociologia della conoscenza, p. 151.
37
Ibid., p. 155.
38
Ibid., p. 96.
21
Linsieme delle considerazioni sin ora avanzate, pur provenienti da
ambiti disciplinari diversi, vanno tutte verso ununica direzione, e cio la
storicizzazione delle forme conoscitive umane e la considerazione degli
aspetti sociologici della conoscenza insieme a quelli psicologici e pi
spiccatamente epistemologici. Le domande e gli obiettivi della sociologia
della conoscenza assumono allora qui grande importanza.
I. 2
Definizioni e obiettivi della sociologia della conoscenza
39
F. CRESPI, F. FORNARI, introduzione alla sociologia della conoscenza, cit., p. 3.
22
nella definizione di ci che considerato reale dalla comunit che ne
condivide i principi: linteresse sociologico per il problema della realt
e della conoscenza viene cos inizialmente giustificato dalla loro
relativit sociale.40 Il costruttivismo di Berger e Luckmann fornisce
unaltro punto di riferimento importante. Per i due autori la realt viene
costruita socialmente; il compito della sociologia della conoscenza
appunto di analizzare i processi attraverso cui questo avviene. 41 Se sia il
conoscere che il non conoscere sono riferiti a ci che viene
socialmente definito come realt, e non a qualche criterio extrasociale di
validit conoscitiva,42 allora qui tenteremo di associare analisi
sociologiche e considerazioni epistemologiche; sperando di riuscire in
qualche modo a fornire un contributo nella direzione indicata da
Gianfranco Pecchinenda, il quale scrive:
40
O. L. BERGER, T. LUCKMANN, La realt come costruzione sociale, Il Mulino, Bologna
1969, p. 15.
41
Ibid., p. 13.
42
Ibid., p. 96.
43
G. PECCHINENDA, Il Sistema Mimetico, p. 81.
44
F. CRESPI, F. FORNARI, introduzione alla sociologia della conoscenza, cit., p. 8.
23
Le riflessioni teoriche di carattere gnoseologico ed epistemologico
condurranno infine ad avanzare una proposta di studio empirico della
comunit scientifica e del paradigma contemporaneo.
24
Cap. II
MUTMENTO SOCIOCULTURALE E RICERCA
SCIENTIFICA: UNA LETTURA EVOLUZIONISTICA DELLA
FUNZIONE CONOSCITIVA UMANA
II. 1
Natura, cultura, coscienza e conoscenza: luomo artefice del suo
habitat
45
A. G. KELLER, Diversit e selezione nel mutamento socioculturale, a cura di D. Maddaloni,
Ipermedium libri, S. Maria C.V. (CE) 2013, p. 71.
25
linguaggio dalla scienza pi vicina alle discipline storiche: la biologia
darwiniana.46 Il suo presupposto era che:
46
La biologia evoluzionistica, anche se si serve di tecniche sperimentali, ha come oggetto
levoluzione della vita sulla terra, i cui eventi sono irripetibili quanto quelli storici.
47
A. G. KELLER, Diversit e selezione nel mutamento socioculturale cit., p. 32.
48
F. CRESPI, Le vie della sociologia, Il Mulino, Bologna 1998, pp. 21-22.
49
Ibid. p. 341.
26
Anche per Pecchinenda il vero della natura per noi il vero
costruito socialmente50 . Ergo, luomo oltre ad essere il frutto
delladattamento al suo habitat naturale, ne anche il creatore.
Ebbene, per Keller ladattamento sperimentato dalluomo perlopi di
natura culturale e si esercita come modi di agire e modi di pensare:
lambiente delluomo allo stesso tempo interiore ed esteriore.
I due aspetti della vita umana sono in rapporto dialettico, e ci implica il
momento della sintesi, ovvero il riconoscimento del loro essere un
tuttuno. In tal senso, per esplicare la relazione sussistente tra vita del
pensiero e condizioni materiali dellesistenza, possiamo fare riferimento al
concetto junghiano di sincronicit, definita come la simultaneit di un
certo stato psichico con uno o pi eventi esterni che paiono paralleli
significativi.51
Per lo psichiatra svizzero:
50
G. PECCHINENDA, Il Sistema Mimetico, cit., p. 139.
51
C. G. JUNG, La Sincronicit, Bollati Boringhieri,Torino, 1980. p. 39.
52
C. G. JUNG, La psicologia dellinconscio, Newton Compton, Roma 2005, p. 149-150.
53
F. CAPRA, Il punto di svolta, cit., p. 246.
27
La complessit della realt umana non pu essere sezionata e poi
spiegata con una qualche forma di determinismo, sia esso di natura
idealistica o materialistica. Vi sono uomini introversi e uomini estroversi:
la cultura umana nel suo complesso risulta composta da una commistione
inscindibile di elementi ideali e materiali. Levoluzione dellessere umano
procede sincronicamente tra i due piani.
Per lo stesso Keller:
54
A. G. KELLER, Diversit e selezione nel mutamento socioculturale, cit., pp. 51-52
55
T. KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino 2009, p. 235.
28
ma come artefici della realt. Riconoscere il mondo e inventarlo sono
meccanismi paralleli difficilmente distinguibili (anche dal punto di
vista prettamente cerebrale).56
56
G. PECCHINENDA, Il Sistema Mimetico, Ipermedium libri S. Maria C.V (CE) 2014, p. 112.
57
I. KANT, Prolegomeni ad ogni futura metafisica che potr essere presentata come scienza,
Laterza, Roma-Bari 2009, p. 223.
58
S. KERN, Il Tempo e lo Spazio. La percezione del mondo tra Otto e Novecento, il Mulino,
Bologna 1988
29
La dimensione sociale e quella biologica sono in strettissima relazione e
sono entrambe fondamentali nel determinare la nostra esperienza del
mondo. Bisogna tenere in conto che lintelletto umano ha una base
biologica e psicologica che ne determina la percezione degli stimoli, e che
essi vengono trasformati in sensazioni coscienti della psiche di un soggetto
mentre sono interpretati nellambito di una determinata cultura.
Con Kant possiamo allora riconoscere che nellattivit conoscitiva della
natura lintelletto non attinge le sue leggi [...] dalla natura, ma le
prescrive ad essa.59 A queste parole fanno eco quelle di Gregory Bateson
scritte pi di un secolo dopo: Le regole delluniverso che crediamo di
conoscere sono sepolte nel profondo dei nostri processi di percezione. 60
Le argomentazioni di Bateson sono ovviamente diverse da quelle fornite
da Kant, esse muovono dagli esperimenti di Albert Ames 61 ma giungono
alle medesime conclusioni. Linglese ci ricorda che:
59
I. KANT, Prolegomeni ad ogni futura metafisica che potr essere presentata come scienza,
p. 155.
60
G. BATESON, Mente e Natura, Adelphi, Milano 2014, p. 54
61
Le Stanze di Ames sono camere concepite in modo tale da creare diverse illusioni ottiche e
dimostrano come lo spazio (e la collocazione degli oggetti nello spazio) sia una costruzione della
nostra mente operata sulla base di indizi che possono anche trarre in inganno.
62
G. BATESON, Mente e Natura, cit. pp. 48-49-50.
30
Negli Analitici Aristotele enunciava la massima nellintelletto non c
nulla che prima non sia stato nei sensi, ma poi Leibniz aggiunse ad
eccezione della mente stessa. Secondo la fenomenologia di Husserl
nellesperienza del mondo non c solipsistica percezione in s: non c
atto conoscitivo di qualcosa se non c anche la qual-cosa; ma neanche il
mondo qualcosa di reale in s senza riferimento alla sua esperienza
cosciente da parte di un soggetto: la realt del mondo sempre cosa
percepita e non indipendente da questa relazione. Ci che in ultima
analisi reale dunque la relazione tra un io e il mondo nel suo farsi
fenomeno cosciente: la coscienza intenzionale.
Allora si deve fare riferimento anche alla dimensione psicologica e (alle
volte) inconscia dellattivit conoscitiva dellintelletto, nellambito della
quale si verifica che tutto ci che ignoto e vacuo viene riempito da
proiezioni psicologiche.63 Le gnoseologie che hanno messo a sistema
questa evenienza sono state dette da Elias coinvolte: lindividuo si
percepisce legato da un vincolo organico al gruppo dapparteneza, alla
natura e al trascendente; quelle che hanno inteso superarla sono state
dette distaccate: lindividuo si sente sempre pi autonomo dalla natura,
dal gruppo dapparteneza e dal trascendente.64 Il monismo dei primi (gli
antichi) implicava il conosci te stesso e delle pratiche di
perfezionamento dellinteriorit del ricercatore; il dualismo dei secondi (i
moderni) ha considerato ininfluente lo stato psichico dello studioso. In
questultimo caso per, se dovesse risultare in ultima analisi impossibile
un completo distacco delluomo dal suo ambiente, dato che egli pare ne sia
il creatore nello stesso tempo in cui ne fa esperienza, si corre il rischio di
relegare nellinconscio la dimensione unitiva del soggetto con loggetto
della sua conoscenza. Per Jung infatti:
63
C. G. JUNG, Psicologia e Alchimia, Bollati Boringhieri, Torino 2009, p. 226.
64
A. CAMORRINO, Dal Cosmo al Caos, Ipermedium libri, S. Maria C.V. (CE) 2012, p. 11
31
moltissime cose sono per noi inconsce soltanto perch non c
posto per loro nella nostra concezione del mondo [...]. La linea di
confine tra conscio e inconscio in gran parte determinata dalla
nostra concezione del mondo. [...] Se dobbiamo comprendere la
natura, non ci dobbiamo preoccupare solo di problemi
contemporanei, ma anche della storia della mente umana. 65
Il processo interpretativo non dunque dato una volta per tutte, e nella
enumerazione dei fattori della sua dinamicit proposta da Kuhn, possiamo
rinvenire gli elementi del processo della selezione naturale: lereditariet
biologica e/o culturale, la variazione e la trasmissione del modo pi adatto
alle contingenze di dare un significato ad uno stimolo.
65
C. G. JUNG, La psicologia dellinconscio, cit., p. 150.
66
T. KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, cit., pp. 235-236.
32
Ogni uomo parta con se un corredo culturale che ne condiziona i processi
ermeneutici. La storia delladattamento delluomo al suo ambiente,
anche la storia del mutamento dei suoi dispositivi cognitivi. Lattivit
conoscitiva della coscienza umana un processo adattivo-evolutivo, ma
anche sempre creativo.
Sostenere che luomo (anche) creatore del suo habitat, non vuol dire
per sancirne lonnipotenza e lindipendenza; egli viene al mondo posto in
una rete di relazioni che coinvolgono gli altri individui e tutti gli esseri
viventi del pianeta, sia del regno animale che vegetale. La terra, nel suo
insieme, un sistema complesso e levoluzione umana non pu essere
praticata che in equilibrio dinamico con il suo ambiente, qualunque
interpretazione culturale si voglia dare di esso.
II. 2
Levoluzione nella conoscenza un processo collettivo
67
Leibniz e Newton hanno lavorato contemporaneamente e indipendentemente al calcolo
infinitesimale; Darwin si convinse a pubblicare la sua teoria perch un giovane studioso di nome
Wallace stava giungendo alle sue stesse conclusioni.
33
parte dei tratti culturali tipici di determinate comunit, sino al successivo
mutare delle contingenze; la trasmissione della cultura e dei modelli
cognitivi dominio delle societ con le loro istituzioni, dato che la
cooperazione d un vantaggio importante nella lotta per la sopravvivenza.
La selezione naturale, seppure determina costantemente la sopravvivenza
o lestinzione di piccole variazioni che insorgono in individui e gruppi
impegnati a trovare una soluzione ad uno stato di disagio davuto ad una
perturbazione nelladattamento, in ultima analisi da considerarsi guidato
da forze potenti, impersonali e spontanee,68 come tutte le grandi forze
della natura.69
Keller ridimensiona limportanza della razionalit individuale,
intenzionale e cosciente in sede di risposta ad una sfida ambientale, egli
relega esplicitamente il suo ruolo ad uno sforzo di razionalizzazione a
posteriori, per lui la parte pi rilevante del processo di selezione
socioculturale ha [...] un carattere automatico e non razionale.70
ragionevole pensare che le idee o i comportamenti che costituiscono
variazioni importanti nel corso dellevoluzione umana travino la loro
ragion dessere in processi che coinvolgono pulsioni provenienti dal
profondo dellinconscio e allo stesso tempo dinamiche macrosociali che
sovrastano gli individui e includono le conseguenze inintenzionali delle
loro azioni.
Il processo evolutivo riguarda la storia dellintera umanit, nel corso
della quale i risultati ottenuti e ottenibili non possono essere cons iderati
68
A. G. KELLER, Diversit e selezione nel mutamento socioculturale, cit., p. 103
69
Viene in mente la concezzione di Bataille e Callois: ho tentato di rappresentare la societ
come un campo di forze, di cui possiamo, vero, reperire in noi lazione, ma che risultano
comunque esterne ai bisogni e alla volont cosciente di ogni singolo individuo. [...] Le
composizioni sono diverse dalla somma dei componenti per il fatto che a riunirle un movimento
dinsieme. G. BATAILLE E R. CALLOIS, La sociologia sacra del mondo contemporaneo , in
AA VV Il collegio di sociologia (1937-1939), Bollati Boringhieri, Torino, 1991. p. 195.
70
A. G. KELLER, Diversit e selezione nel mutamento socioculturale, cit., pp. 106-107.
34
come una conquista della razionalit egoica, se non a posteriori; essi
riguardano pi che altro una dinamica collettiva che coinvolge
configurazioni socioculturali e forze della natura di carattere
superindividuale.
A C. G. Jung la personalit cosciente - il presunto soggetto della
conoscenza - appariva come un frammento pi o meno arbitrario della
psiche collettiva.71 LIo infatti una funzione psichica che si sviluppa
(nei primi 6-8 mesi di vita) attraverso la relazione con il mondo esterno
per rispondere alle esigenze pratiche della vita. Freud insegna.
Linterazionismo simbolico di Blumer e Mead ci suggerisce quindi che i
processi interpretativi degli individui si sviluppano allinterno delle
interazioni nelle situazioni sociali. Poi, se volessimo allargare le nostre
considerazioni sino a comprendere la possibilit di condizionamenti di
natura macro-sociologica, dovremmo allora considerare che le interazioni
tra gli individui si verificano nel contesto di altre interazioni: ci che
accade a livello micro dipende, almeno fino a un certo punto, da una
configurazione sociale a livello macro; viceversa la struttura generale
costituita da tutte le singole relazioni nel loro insieme. I soggetti sociali
debbono essere considerati, al tempo stesso, come lorigine delle strutture
sociali e come il loro prodotto. Collins descrivendo le cosiddette teorie
meso afferma che:
71
C. G. JUNG, La psicologia dellinconscio, cit., p. 116.
35
loro negoziazione sono sempre strutturate in base a rapporti pi vasti
che sono al di l della loro capacit di controllo. 72
Il genio in virt del suo essere prima e meglio degli altri cosciente delle
forze in campo pu anche in qualche modo dirigerle, ma esse in ogni caso
trascendono la sua individualit.
72
R. COLLINS, Teorie sociologiche [...] p. 512.
73
L. FLECK, Genesi e sviluppo di un fatto scientifico, Il Mulino, Bologna 1983, p. 210, in S.
LANDUCCI E A. MARRADI, Kuhn da filosofo della storia a filosofo della conoscenza: una
maturazione dellinsegnamento di Fleck?, sociologia e ricerca sociale XX, n. 58-59 (1999):
150-164
74
A. G. GARGANI, Il sapere senza fondamenti, cit., p.122.
75
A. G. KELLER, Diversit e selezione nel mutamento socioculturale, cit., pp. 79-80
36
Il costante contatto e conflitto tra idee diverse risulta essere fondamentale
affinch linnovazione temporaneamente risolutrice di un problema possa
insorgere e preservarsi. Quando in un gruppo si stabilizza e reitera una
stessa prassi socioculturale, tra le quali dunque annoveriamo anche quelle
cognitive, queste diventano una norma di condotta ritenuta utile alla
sopravvivenza e al benessere del gruppo stesso. Le conoscenze acquisite
entrano a far parte di quel bagaglio di senso comune che dal gruppo che si
sente da esso rassicurato non viene messo pi in discussione sino
allinsorgere di una sua crisi. Pecchinenda lintende come:
76
G. PECCHINENDA, Il Sistema Mimetico,cit. p.282
77
A. G. KELLER, Diversit e selezione nel mutamento socioculturale, cit., p. 92-93.
37
Se il gruppo in questione la comunit scientifica, Kuhn chiama
paradigma il suo codice comune:
78
T. KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, cit., p. 10.
79
Ibid., p. 30.
80
J. O. Y GASSET, Il tema del nostro tempo, Sugarco Edizioni, Carnago (VA), 1994, pp. 74-75
38
Salendo ancora lungo la scala di questa ideale tassonomia delle forme
socioculturali che ci ha portati dal micro dellindividuo, al macro del
gruppo e della generazione, incontriamo infine unaltra categoria cara agli
storici della cultura, parecchio estesa in termini spazio-temporali: le
civilt. Spengler ad esempio fu tra i primi a contemplare nel suo sistema
un nesso tra storia e vita, concependo le sue civilt come organismi
collettivi caratterizzati da biologica alternanza di fasi e da caratteristiche
psicologiche evidenti nelle forme simboliche dei fenomeni empirici.
Anche le scienze dipenderebbero nella loro struttura fondamentale da
presupposti metafisici radicati nelle anime delle diverse civilt.
Ogni ciclo di civilt esprime nelle sue arti, nelle sue guerre nel suo
pensiero, nella sua architettura, nella sua economia, nelle sue
scienze, ecc. una data idea o anima, la quale va a dare a tutte
quelle manifestazioni un carattere simbolico. 81
81
J. EVOLA, prefazione a Il Tramonto dellOccidente, ora in id. Oswald Spengler, a cura di
G. de Turris, Fondazione J. Evola, quaderno n.14,Roma, seconda edizione ampliata, 2003, p. 36.
39
base di una teleologia, ogni civilt, stabilisce un sistema di valori ritenuti
desiderabili.
Se per Spengler lineluttabile destino del tramonto delle civilt era
implicato nellanalogia biologica, Toynbee prevede una dinamica sfida-
risposta: una sfida da parte dellambiente naturale o sociale provoca una
risposta creativa. La civilt prospera finch la sua risposta si dimostra
adatta a fronteggiare la sfida iniziale; una volta raggiunto il culmine, le
civilt iniziano il loro declino quando sistemi sociali e modelli
comportamentali sono diventati cos rigidi da non riuscire pi ad adattarsi
al mutamento delle situazioni. Durante il processo di decadenza sulla
scena appariranno minoranze creative, le quali potranno trasformare alcuni
dei vecchi elementi in una nuove configurazione, se riusciranno a
rispondere alla sfida incipiente.
Come abbiamo visto da questa breve ricostruzione, a pi livelli possono
essere individuati elementi pre-empirici che entrano a far parte del senso
comune e condizionano lattivit di ricerca, andando a costituire il punto
di partenza della nostra conoscenza del mondo. Infatti,
82
F. CRESPI, Le vie della sociologia, cit., p. 74.
40
Con Gargani possiamo allora vedere abiti concettuali, modelli
comportamentali e tecniche decisionali come un tuttuno, dato che
ineriscono a determinate e particolari forme di vita umane. Nei modelli
di legittimazione e di decisione riguardanti le asserzioni sul mondo,
confluirebbe unesperienza storico-culturale integrale, cosicch oltre a
controllare la validit di una scienza, essi assolvono allo scopo non
cognitivo di assicurare la sopravvivenza della forma di vita che li ha
prodotti.
83
A. G. GARGANI, Il sapere senza fondamenti, cit., pp. 21-22
41
alla forza con la quale siamo decisi a far valere una convenzione, 84
afferma Gargani.
La strenua difesa ad ogni costo di un particolare forma mentis con la sua
propria filosofia pratica e il suo proprio modello cognitivo una forma di
etnocentrismo che rasenta il fanatismo. Limperativo categorico
lossessione di una decisione che non siamo disposti a mettere in
discussione85 : i gruppi umani nel corso del tempo hanno preteso di
istituirne tanti, ma, come dimostra la storia, essi non sono stati certo
irrevocabili.
II. 3
Sui paradigmi e loro mutamento
84
Ibid., p. 120.
85
Ibid., p. 112.
42
concezioni dominanti, insieme a residui di quelle passate e rudimenti di
quelle future, al pari di tutte le strutture sociali.86 Natura non facit saltus.
Del resto anche per Keller in materia di evoluzione troviamo pi zone di
transizione che drastiche linee di demarcazione. 87
Nei periodi di relativa continuit socioculturale i paradigmi scientifici
non vengono messi in discussione nei loro tratti fondamentali e abbiamo la
cosiddetta scienza normale:
86
L. FLECK, Genesi e sviluppo di un fatto scientifico cit. 84.
87
A. G. KELLER, Diversit e selezione nel mutamento socioculturale, cit., p. 51.
88
T. KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, cit., p. 28.
89
Ibid., p.58.
43
alla visione del mondo in cui esso sorto. A tal proposito Gargani parla di
risposte senza problemi dato che il procedimento cognitivo
consisterebbe nellesplicitazione di un ordine di idee, delle cose e
dellesperienza che risulta previamente acquisito. Egli spiega:
90
G. GARGANI, Il sapere senza fondamenti, cit., pp.52-53.
44
la loro funzione sembra essere stata storicamente quella di sancire
modelli di pensiero, incalchi entro i quali devono essere disposte le
nostre operazioni intellettuali e i nostri comportamenti pratici.
Anzich procedure e strumenti cognitivi [...] risultano essere state
strategie di disciplinamento della vita umana, tecniche per dirigere i
processi della vita intellettuale entro percorsi assegnati e definiti. 91
91
Ibid, pp. 60-61
92
T. KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, cit., p. 197.
93
A. G. KELLER, Diversit e selezione nel mutamento socioculturale, cit., p. 45.
45
I vari standard di validazione delle procedure cognitive sono sempre
elementi interni a particolari visioni del mondo ed arbitrario per
Feyerabend elevarli a criteri di demarcazione universali. Anche gli
alchimisti e i maghi, dice Feyerabend, avevano i loro standard: i loro
paradigmi che prevedevano rigide regole procedurali derivanti da una
precisa visione-costruzione della realt, differente dalla moderna. Elementi
maturati in particolari esperienze intellettuali e sociali non possono essere
elevati a standard decisionali che giudichino tali esperienze dallesterno;
ed ogniqualvolta si considera un determinato standard metodologico come
lessenza della scienza, non si fa altro che difendere lo status quo. Dice
sempre Feyerabend, il teorico dellanarchismo metodologico, che io
definirei pluralismo metodologico, che:
94
P. K. FEYERA BEND, Contro il metodo, Feltrinelli, Milano 2013, p. 240-241
46
Kuhn:
95
T. KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, cit., p.76.
96
G. GARGANI, Il sapere senza fondamenti, cit., p. 55.
47
dellassurdo, lemergere improvviso di unincrinatura, a volte anche di un
vero e proprio squarcio, in quel dispositivo culturale che fin dalla nascita
ci stato costruito intorno,97 conduce alcuni uomini in un territorio sino a
quel momento inesplorato. Cos parlano gli spiriti liberi:
Per Feyerabend questa libert di azione [...] non solo un fatto della
storia della scienza. Esso sia ragionevole sia assolutamente necessario
per la crescita del sapere.99
Durante il periodo di scienza normale si sono verificate delle variazioni
collaterali al paradigma dominante, fin quando, nel bel mezzo di una crisi
non riconducibile entro i vecchi standard, unintuizione pre-paradigmatica,
immediata, fornisce alla scienza un nuovo oggetto da analizzare. Bergson:
97
G. PECCHINENDA, Il Sistema Mimetico, cit., p. 7
98
F. NIETZSCHE, La gaia scienza, Adelphi, Milano 2007, 343
99
P. K. FEYERA BEND, Contro il metodo, cit., p.21
48
precisione, e anche indefinita estendibilit di un metodo generale a
casi particolari. Ora, lestensione e il perfezionamento logico
possono continuare per secoli, mentre latto generatore del metodo
dura un solo istante. Per questo scambiamo cos spesso lapparecchio
logico della scienza con la scienza stessa, dimenticando lintuizione
da cui tutto si generato.100
49
ma si pu notare come queste ultime nel corso della storia umana siano
state insieme sia scientifiche che socioculturali: la Dark Age ellenica (XI e
X sec.) segn la fine dalla socet palaziale del wanax e lavvento delle
poleis democratiche e insieme la nascita del pensiero filosofico a scapito
di quello mitico; lIlluminismo (XVIII sec.) comport labbattimento
dellAncien Rgime e la negazione delle superstizioni medievali. Per
fare solo due esempi. Questo perch anche per Kuhn la scelta tra
paradigmi contrastanti dimostra di essere una scelta tra forme
incompatibili di vita sociale,102 spesso operata sulla base di giudizi di
valore di carattere pre-scientifico; con Gargani abbiamo infatti visto che
ogni paradigma sorge in relazione ad una forma di disciplinamento della
vita sociale nella sua interezza, in quanto non separata dalla vita del
pensiero. Spiega Crespi:
102
T. KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, cit., p. 121.
103
F. CRESPI, Le vie della sociologia, cit., p. 76-77
50
della quale ciascuno stadio di sviluppo della conoscenza scientifica
costituisca una copia migliore rispetto alla precedente. 104
104
T. KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, cit., p.207.
51
II. 4
Un paradigma non solo unastrazione
105
A. G. KELLER, Diversit e selezione nel mutamento socioculturale, cit., p. 81.
106
T. KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, cit., p. 177.
52
analizzando il comportamento dei membri di tale comunit; essa si
costituisce di un gruppo relativamente compatto di ricercatori spesso in
relazione tra loro in quanto condividono gli stessi interessi e hanno
ricevuto una educazione simile; condividere lo stesso paradigma favorisce
il loro legame e permette la comunicazione reciproca. Per individuare una
siffatta comunit, per poi risalire al paradigma in essa dominante, Kuhn
consiglia di prendere in considerazione le reti di comunicazione sia
formali che informali.107 Non vanno per dimenticate le caratteristiche
della personalit e della biografia individuale, soprattutto se si vogliono
individuare i soggetti inclini a vedere la scienza e il mondo in maniera
differente dagli altri, nei quali possono verificarsi le variazioni
paradigmatiche pi interessanti; essi per Kuhn sono coloro che hanno
concentrato intensamente la loro attenzione sui problemi che hanno
generato la crisi, potrebbero essere soggetti marginali nella rete di
relazioni, giovani o nuovi al relativo campo dindagine.
Le ultime parole del libro di Kuhn suonano come una proposta per gli
studi a venire:
53
sullattuale comunit scientifica e il suo paradigma, e cio lanalisi delle
reti sociali. Per unindagine sullaspetto linguistico del paradigma
contemporaneo pare invece appropriata unanalisi del contenuto condotta
su testi scientifici.
Ma prima ci soffermeremo a valutare alcuni aspetti del nascente
paradigma delle scienze dei sistemi complessi.
54
Cap. III
UN NUOVO PARADIGMA?
III. 1
Alcuni scienziati propongono una nuova visione
109
A. BARABSI, Link. La scienza delle reti, Einaudi, Torino 2004, p. 9
55
esoterico, dove i Genii di un sapere segreto stanno tentando di unificare le
scienze per condurre lumanit in una nuova era: questi fornirebbero
magicamente qua e l le giuste intuizioni agli scienziati che passeggiano
nei campus.
Poi dovrei anche caratterizzare con dovizia di particolari lestetica e la
psicologia dei personaggi. Non essendo questo un romanzo, lascio al
gusto del lettore la scelta dei dettagli. Mi prender solo qualche piccola
licenza, cos, quasi per gioco.
Quando la discussione stava per volgere al termine uno degli
interlocutori disse:
110
Ibid., p. 7-8
56
La maggior parte delle confusioni nelle idee intorno alla realt
sorgono proprio dal fatto che ogni cosa partecipa
contemporaneamente a differenti connessioni [...]. Che in questo
stato di cose sia in generale possibile una chiara divisione, da
dimostrare.111
111
W. HEISENBERG, Indeterminazione e realt, in C. ALTAVILLA, Fisica e filosofia in
Werner Heisenberg, cit., p. 221-222.
112
G. BATESON, Mente e Natura, cit., p. 58.
113
W. HEISENBERG, Indeterminazione e realt, in C. ALTAVILLA, Fisica e filosofia in
Werner Heisenberg, cit., p. 222.
57
vivere in un mondo piccolo, in cui ogni cosa collegata alle altre.
in atto una rivoluzione dove scienziati di ogni disciplina scoprono
che la complessit ha unarchitettura ben precisa. Siamo arrivati a
comprendere limportanza delle reti. [...] Esse forgeranno le linee
fondamentali della nostra visione del mondo nei tempi a venire. 114
114
A. BARABSI, Link. La scienza delle reti, cit., p. 8.
115
F. CAPRA, Il punto di svolta, Feltrinelli, Milano 2008, p. 221. Si noti come lautore ponga
una immediata relazione tra cornice concettuale e istituzionale a riprova di quanto detto sin
ora sulla matrice sociale della conoscenza.
58
quale posto occupino in questo tutto le connessioni particolari alle
quali si rivolge gran parte del lavoro della nostra vita. 116
III. 2
Conoscere la comlessit
116
W. HEISENBERG, Indeterminazione e realt, in C. ALTAVILLA, Fisica e filosofia in
Werner Heisenberg, cit., p. 265.
117
F. CAPRA, Il Tao della fisica, Adelphi, Milano 2013, p. 149.
59
scomporre il mondo in unit elementari con esistenza indipendente.
[...] A livello atomico, quindi, gli oggetti materiali solidi della fisica
classica si dissolvono in distribuzioni di probabilit che non
rappresentano probabilit di cose, ma piuttosto probabilit di
interconnessioni. La meccanica quantistica ci costringe a vedere
luniverso non come una collezione di oggetti fisici separati, bens
come una complicata rete di relazioni tra le varie parti di un tutto
unificato.118
118
Ibid., pp. 156-157.
119
Ibid., pp. 243-244.
120
Ibid., p. 160.
60
processo di osservazione. Questo ha come conseguenza che le leggi
di natura, che noi formuliamo matematicamente nella meccanica
quantistica, non parlano pi delle particelle elementari in s, ma della
conoscenza che abbiamo di esse. [...] Il fisico atomico ha quindi
dovuto rassegnarsi a considerare la sua scienza solo come un anello
della infinita catena dei contatti delluomo con la natura, e ad
accettare il fatto che questa sua scienza non pu parlare
semplicemente della natura in s. 121
121
W. HEISENBERG, Natura e fisica moderna, in C. ALTAVILLA, Fisica e filosofia in
Werner Heisenberg, cit., p. 284.
122
Ibid., p. 286.
123
F. CRESPI, Le vie della sociologia, cit., p. 65.
61
possibilit -afferma Heisenberg- mediante la meccanica quantistica
viene stabilita definitivamente la non validit della legge di causalit. 124
Si possono trarre delle conseguenze di natura epistemologica:
Qui non si pu e non si vuole certo entrare nei dettagli tecnici della fisica
quantistica, ma quanto detto basti a fornire degli esempi circa il
mutamento di paradigma che le scoperte del secolo scorso hanno
comportato.
Secondo lo storico della cultura Stephen Kern, autore di una voluminosa
rassegna di opere darte, letteratura, filosofia, architettura, scienza e
tecnologia che testimoniano la concezione dello spazio e del tempo, nel
periodo che va dalla met dellOttocento alla Prima Guerra Mondiale,
stava avendo luogo una rivoluzione culturale della pi vasta portata, una
124
W. HEISENBERG, Indeterminazione e realt, in C. ALTAVILLA, Fisica e filosofia in
Werner Heisenberg, cit., p. 101.
125
Ibid., p. 66.
62
rivoluzione che coinvolgeva strutture essenziali dellesperienza umana e
forme basilari dellespressione umana.126
Per noi sono di grande importanza le trasformazioni che hanno investito
le categorie di soggetto (osservatore) e oggetto (osservato), di spazio,
tempo e causalit; nonch il fatto che anche in fisica si sia iniziato a porre
laccento sulle interconnessioni tra le parti di un tutto, e non pi sulla
riduzione del tutto alle sue parti.
Tornando allOrdinamento della realt di Heisenberg, per passare agli
altri ambiti del sapere, possiamo rilevare come egli sottolinei la
connessione tra movimento atomico e propriet chimiche. Per Capra certi
sistemi chimici studiati dal chimico, fisico e premio Nobel Ilya Prigogine
esibiscono la maggior parte dei fenomeni tipici della vita:
autorinnovamento, adattamento, evoluzione. Questi interessantissimi
sistemi rappresentano quindi un anello di connessione fra materia animata
e inanimata. Se vengono chiamati organismi viventi o no , in definitiva,
un fatto di convenzione.127 Ritornando ad Heisenberg: non si pu
tracciare nessun confine netto tra materia vivente e materia morta.128 E
dunque, con Costanza Altavilla, possiamo citare Kosok:
126
KERN S., Il Tempo e lo Spazio. La percezione del mondo tra Otto e Novecento, cit., p.
127
F. CAPRA, Il punto di svolta, cit., p. 226.
128
W. HEISENBERG, Indeterminazione e realt, in C. ALTAVILLA, Fisica e filosofia in
Werner Heisenberg, cit., p. 230.
63
qualitativamente differente. [...] In questo sviluppo, il fotone,
latomo, la cellula e luomo, appaiono come punti nodali di
transizione ed in ogni singolo caso lunit implicata o esplicata ad un
livello particolare diventa lunit fondamentale di produzione e di
scambio al livello successivo.129
129
M. KOSOK, Verso una nuova dialettica della natura, in C. ALTAVILLA, Fisica e filosofia
in Werner Heisenberg, cit., p. 230.
130
F. CAPRA, La rete della vita, Bur, Milano 2010, p. 39.
131
Ibid., p. 38.
64
Per comprendere la complessit Capra propone una geometria frattale 132
di reti dentro reti:
132
La geometria creata da Mandelbrot descritta da Capra: La propriet pi sorprendente di
queste figure frattali sta nel fatto che gli schemi che le caratterizzano si ritrovano
continuamente su ordini di grandezza decrescenti, cosicch le loro parti, in tutte le dimensioni,
hanno una forma simile al tutto. Ibid., p.158.
133
Ibid., p. 46-47.
65
Per Capra, dal punto di vista sistemico, la comprensione della realt
comincia dallindividuare il suo schema di organizzazione, definito
come una configurazione di relazioni caratteristiche di un particolare
sistema.134 Egli afferma: Per comprendere uno schema, dobbiamo
disegnare una configurazione di relazioni;135 lo schema della vita,
potremmo dire, uno schema a rete capace di auto-organizzazione.136
Un altro studioso dei sistemi complessi che ha dedicato le sue ricerche
pi recenti allindividuazione delle caratteristiche delle reti autorganizzate
Barabsi. Questi introduce un nuovo tipo di gerarchia che non riguarda i
livelli sistemici ma coinvolge i nodi della rete in alto come in basso.
Per lautore di Link alcune propriet delle reti complesse gettano un
ponte di collegamento fra il micro e il macrocosmo, con conseguenze
tanto affascinanti quanto lesistenza del collegamento stesso.137
Ecco in sintesi la descrizione delle reti complesse proposta da Barabsi:
Le reti del mondo reale [...] sono tenute insieme da una gerarchia di
hub, dove a un nodo altamente connesso [hub] fanno seguito
parecchi altri nodi meno connessi, seguiti a loro volta da nodi ancora
pi piccoli. Non c nessun nodo centrale accomodato in mezzo alla
ragnatela, che controlli e supervisioni ogni link e ogni nodo. Non c
nessun singolo nodo la cui rimozione possa spezzare la tela. Una rete
a invarianza di scala una tela senza ragno. [...] Nel mondo reale le
reti sono autorganizzate; sono il chiaro esempio di come le azioni
indipendenti di milioni di nodi e link diano vita a uno spettacolare
comportamento emergente. La loro topologia a invarianza di scala,
senza il ragno, uninevitabile conseguenza della loro evoluzione.
La natura, ogni volta che tesse una nuova tela, non pu sfuggire alle
134
Ibid., p. 94.
135
Ibid., p. 95.
136
Ibid., p. 97.
137
A. BARABSI, Link. La scienza delle reti, cit., p. 111.
66
leggi che governano le decine di altre tele tessute in precedenza. La
topologia a invarianza di scala presente in sistemi molto diversi fra
loro, come le reti del linguaggio, i legami fra le proteine allinterno
della cellula, le relazioni sessuali fra gli individui, lo schema elettrico
del chip di un computer, il metabolismo delle cellule viventi,
Internet, Hollywood, il World Wide Web, la rete delle collaborazioni
scientifiche e lintreccio delle alleanze su cui si regge leconomia,
soltanto per nominarne alcune. [...] I connettori sociali, le star di
Hollywood e le specie guida di un ecosistema sono diventati, dun
tratto, diverse manifestazioni di ununica realt. La percezione della
loro importanza allinterno dei rispettivi ambienti dovuta al loro
ruolo di hub. La prospettiva delle reti ormai pronta per conquistare
ogni sfera delle attivit umane, e quasi tutti i campi del sapere.
molto pi di un nuovo e utile strumento di analisi. Le reti sono, nella
loro pi intima essenza, la stoffa di cui sono fatti quasi tutti i sistemi
complessi, nodi e link permeano ogni nostra strategia volta ad
affrontare il nostro universo interconnesso. 138
138
Ibid., p. 233.
139
F. CAPRA, La rete della vita, cit., p.155.
67
Quando Maturana e Varela descrivono lo schema della vita come
rete autopoietica, pongono laccento soprattutto sulla chiusura
organizzativa dello schema. Al contrario, quando Ilya Prigogine
descrive la struttura di un sistema vivente come dissipativa, pone
laccento soprattutto sullapertura di una tale struttura al flusso di
energia e materia. Quindi un sistema vivente aperto e chiuso allo
stesso tempo: strutturalmente aperto, ma organizzativamente
chiuso. La materia fluisce di continuo attraverso il sistema e tuttavia
esso mantiene una forma stabile, e lo fa in modo autonomo per
mezzo dellauto-organizzazione.140
140
Ibid., p. 189.
68
interdipendenti. Quando il sistema disturbato, ha la tendenza a
mantenere la sua stabilit per mezzo di meccanismi di retroazione
negativi, che tendono a ridurre lampiezza della deviazione dallo
stato equilibrato. Questa non per lunica possibilit. Talune
deviazioni possono anche essere rinforzate internamente per mezzo
di retroazione positiva, o in risposta a mutamenti ambientali o
spontaneamente, senza alcuna influenza esterna. La stabilit di un
sistema vivente viene messa di continuo a prova dalle sue
fluttuazioni, e a un certo momento una o pi di tali fluttuazioni
possono diventare cos forti da spingere il sistema, attraverso una
situazione di instabilit, in una struttura interamente nuova, la quale
sar di nuovo fluttuante e relativamente stabile. La stabilit dei
sistemi viventi non mai assoluta. Essa persister finch le
fluttuazioni rimangono al di sotto di una certa ampiezza critica, ma
ogni sistema sempre pronto a trasformarsi, sempre pronto a
evolversi.141
141
F. CAPRA, Il punto di svolta, cit., pp. 238-239.
69
sottile rete dinterazioni fra specie. Sembra che tutto, in natura, si
sforzi per ottenere robustezza attraverso linterconnettivit. 142
142
A. BARABSI, Link. La scienza delle reti, cit., p. 121.
143
Ibid., p. 95.
70
numero di link quello con una fitness pi alta acquister nuovi link
pi velocemente.144
144
Ibid., pp. 104-105-106.
145
La distribuzione di una tale rete detta a invarianza di scala, in termini matematici,
regolata da una legge di potenza. Il grado di distribuzione regolato da una legge di potenza di
una rete a invarianza di scala prevede che quasi tutti i nodi abbiano pochi link, tenuti in sieme da
pochi hub altamente connessi. Ibid., p. 78.
146
Ibid., p. 85.
147
Ibid., p. 19.
148
Ibid., p. 20.
149
Ibid., p. 53.
71
nelle reti, solo i nodi che fanno simultaneamente parte di molti grandi
cluster hanno un ruolo davvero centrale.150
Gli hub che mettono in relazione diversi cluster giocano un ruolo
determinante anche nella diffusione delle innovazioni. I nodi altamente
connessi hanno pi probabilit di entrare in contatto con gli innovatori;
una volta adottata dagli hub linnovazione si diffonder facilmente agli
altri nodi della rete. Nelle parole di Barabsi: le innovazioni si propagano
dagli innovatori agli hub. Questi, a loro volta, diramano le informazioni
attraverso i loro numerosi collegamenti raggiungendo quasi tutti i membri
di una determinata rete;151 cos per la diffusione di mode, virus
(informatici e non), mutazioni genetiche che offrono un vantaggio
evolutivo, nuove idee e pratiche sociali. Ci significa che in una rete
altamente interconnessa e caratterizzata dalla presenza di hub, pochi
grandi eventi determinano la maggior parte delle azioni.152
In questo modo, nelle reti complesse, si diffondono le innovazioni, e
mentre vengono introdotti nuovi nodi e link e altri cedono loro il passo in
un processo continuo di auto-organizzazione e auto-generazione, le reti
evolvono come sistemi stratificati che si rinnovano a tutti i livelli. Cicli di
nascita e morte riguardano le cellule del corpo come gli individui delle
societ. Tutta la materia vivente che esiste sulla Terra, assieme
allatmosfera, agli oceani e al suolo, forma un sistema complesso che ha
tutte le forme caratteristiche dellauto-organizzazione.153
Linsieme dei processi e della dinamica dellauto-organizzazione
possono essere considerati la mente del sistema. Bateson da una parte e
Maturana e Varela dallaltra, in maniera indipendente, sono giunti a
ritenere che la mente non unentit metafisica (res cogitans) ma un
150
Ibid., p. 66.
151
Ibid., p. 140.
152
Ibid., p. 79.
153
F. CAPRA, Il punto di svolta, cit., pp. 236-237.
72
processo immanente alle componenti interagenti di un sistema. Tutte le
interazioni di un sistema con il suo ambiente sono interazioni cognitive,
anche gli organismi pi semplici percepiscono cambiamenti nel loro
ambiente: lintera struttura [...] partecipa al processo della cognizione, sia
che lorganismo possegga un cervello e un sistema nervoso superiore sia
che non li possegga.154
Possiamo sottolineare come la teoria di Santiago di Maturana e Varela
fornisca interessantissimi spunti di riflessione circa il rapporto tra realt e
conoscenza, estendendo la portata del costruttivismo a tutti i sistemi
viventi. Voglio riportare quasi per intero la sintesi che ne fa Fritjof Capra
ne La rete della vita:
154
F. CAPRA, La rete della vita, cit., p. 197.
73
processo di cognizione. Vivere scrivono Maturana e Varela
conoscere.
ovvio che qui abbiamo a che fare con unestensione radicale del
concetto di cognizione e, implicitamente, del concetto di mente. In
questa nuova prospettiva, la cognizione coinvolge lintero processo
della vita - comprendendo le percezioni, le emozioni e i
comportamenti - e non richiede necessariamente la presenza di un
cervello e di un sistema nervoso. Anche i batteri riconoscono certe
caratteristiche del loro ambiente. [...] Dunque anche un batterio
genera un mondo - un mondo di caldo e di freddo, di campi
magnetici e di gradienti chimici. In tutti questi processi cognitivi
percezione e azione sono inseparabili, e poich i cambiamenti
strutturali e le azioni a essi associate che si innescano in un
organismo dipendono dalla struttura dellorganismo stesso, Francisco
Varela descrive la cognizione come azione incarnata.
Infatti la cognizione coinvolge due tipi di attivit che sono legate in
maniera inestricabile: il mantenimento e la perpetuazione
dellautopoiesi, e la generazione di un mondo. Un sistema vivente
una rete interconnessa in modo multiplo i cui componenti cambiano
costantemente, trasformati e sostituiti da altri componenti. La rete
possiede una grande duttilit e una grande flessibilit, che
permettono al sistema di rispondere alle perturbazioni, o stimoli,
provenienti dallambiente in modo molto particolare. Alcune
perturbazioni innescano specifici cambiamenti strutturali, ovvero, in
altre parole, cambiamenti nelle connessioni in tutta la rete. Si tratta di
un fenomeno distributivo. Tutta la rete risponde a una perturbazione
isolata riorganizzando i propri schemi di connessioni. [...] Poich
questi cambiamenti strutturali sono atti di cognizione, lo sviluppo
sempre associato allapprendimento.[...]
Gli organismi viventi rispondono soltanto a una piccola frazione
degli stimoli con cui entrano in contatto. [...] Ci sono molte
74
perturbazioni che non causano cambiamenti strutturali perch sono
estranee al sistema. In tal modo ogni sistema vivente crea il
proprio mondo particolare in base alla propria struttura particolare.
Come dice Varela: la mente e il mondo sorgono insieme. Tuttavia,
tramite mutui accoppiamenti strutturali, i singoli sistemi viventi
partecipano gli uni ai mondi degli altri. Comunicano reciprocamente
e coordinano il comportamento.155
155
Ibid., pp. 294-296.
156
Ibid., p. 324.
75
-, la quale deve partecipare a una qualche sorta di mente universale o
cosmica. [...] La dinamica auto-organizzantesi dellintero cosmo.157
157
F. CAPRA, Il punto di svolta, cit., pp. 242-243.
158
A. BARABSI, Link. La scienza delle reti, cit., p. 48.
159
F. CAPRA, Il punto di svolta, cit., p. 249.
160
Ibid., p. 250.
76
assoluto separare in modo sensato i due ambiti, coscienza e vita.161 Egli
riteneva che
161
W. HEISENBERG, Indeterminazione e realt, in C. ALTAVILLA, Fisica e filosofia in
Werner Heisenberg, cit., p.231-232.
162
Ibid., p. 229.
163
F. CAPRA, La rete della vita, cit., p. 320.
77
Poich la visione sistemica della mente non limitata a singoli
organismi ma pu essere estesa a sistemi sociali ed ecologici,
possiamo dire che gruppi di persone, societ e culture hanno una
mente collettiva, e perci posseggono anche una coscienza collettiva.
Possiamo seguire Jung anche nel supporre che la mente collettiva, o
psiche collettiva, comprenda anche un inconscio collettivo. Come
individui, abbiamo parte in questi modelli mentali collettivi, ne
siamo influenzati e a nostra volta li plasmiamo. 164
164
F. CAPRA, Il punto di svolta, cit., pp. 246-247.
165
F. CAPRA, La rete della vita, cit., p. 236.
166
A. BARABSI, Link. Las cienza delle reti, cit., p. 33.
167
Ibid., p. 42.
78
risultano essere dei nodi connessi in forme istantanee di
comunicazione.168 Si tratta della Network society di Manuel Castells.
Dunque, ponendo al vaglio della sociologia della conoscenza il
paradigma di cui stiamo esaminando i connotati, non certo un caso che
esso sia sorto nellambito di una societ che vede nella rete la migliore
forma di organizzazione, dallimpresa-rete a Internet. Castells in Galassia
Internet afferma:
79
problemi e soluzioni lecite;170 per metterla subito in relazione con lidea
di paradigma sociale del quale quello scientifico rappresenta solo
unespressione particolare. Un paradigma sociale sar dunque: una
costellazione di concetti, valori, percezioni e comportamenti condivisi da
una comunit, che d forma a una visione particolare della realt come
base del modo in cui la comunit si organizza.171
La scienza delle reti dei sistemi complessi e la Network society sono
allora due facce della stessa medaglia.
Cum grano salis la metafora della rete potrebbe diventare la nuova lente
attraverso la quale guardiamo alla realt, dandole una forma nellatto
stesso di conoscerla.
Capra:
170
F. CAPRA, La rete della vita, cit., p. 15.
171
Ibid., p. 16.
172
F. CAPRA, Il punto di svolta, cit., p. 246.
173
W. HEISENBERG, Indeterminazione e realt, in C. ALTAVILLA, Fisica e filosofia in
Werner Heisenberg, cit., p. 237.
80
leccessiva enfasi sulla diversit della conoscenza scientifica e
artistica deriva certo dallinesatta idea che i concetti siano fissati
saldamente alle cose reali, che le parole abbiano, nel loro rapporto
con la realt, un senso perfettamente chiaro e determinato e che una
proposizione vera composta con esse possa consegnarci in modo in
qualche misura completo un certo stato di fatto oggettivo. [...]
vero che si pu porre e risolvere con assoluto rigore la domanda
vero - falso - allinterno di una idealizzazione, ma non nel
rapporto con la realt. Pertanto, quale ultima unit di misura per
illuminare la realt rimane anche per la conoscenza scientifica solo la
misura che pu essere raggiunta attraverso questa conoscenza,
ovvero quel migliore orientarsi reso possibile dallilluminazione -
e chi pu contestare che anche il contenuto spirituale di unopera
darte rischiari e illumini per noi la realt? Qui bisogna accontentarsi
del fatto che solo attraverso il processo conoscitivo stesso si decide
ci che si deve intendere con conoscenza. 174
Sia la scienza che larte sono espressione delle forze creative quando
vengono espresse in forme simboliche. Per Heisenberg luomo a
differenza di tutti gli altri esseri viventi della nostra terra, ha accesso alle
forze creative,175 comunicabili solo attraverso metafore e analogie: un
tipo di linguaggio che rende possibile la comunicazione sulla grande
connessione che si avverte al di l dei fenomeni e senza la quale non
potremmo ottenere n unetica n una scala di valori. 176 Allinizio di un
ordinamento della realt deve quindi stare qualcosaltro che non una
conoscenza certa;177 l che colui che in un capitolo precedente abbiamo
174
Ibid., p. 238.
175
Ibid., p. 231.
176
Ibid., p. 242.
177
Ibid., p. 241.
81
chiamato con Keller grande uomo attinge le forze e le intuizioni per
intervenire nel destino degli uomini per secoli:
Gli uomini cui questo avviene appunto non sono pi solo uomini,
sono le officine in cui le forze creative agiscono in modo visibile e
creano testimonianze che rimandano oltre ci che umano. [...] Ci
che sorge in questambito superiore della realt al tempo stesso la
cosa pi oggettiva e la pi soggettiva: la pi oggettiva perch luomo
in questione in ogni istante del suo creare consapevole di agire per
incarico di un altro mondo che crea per suo tramite e la pi
soggettiva perch ci che viene creato poteva essere detto o scritto o
pensato cos solo da questo singolo uomo. 178
178
Ibid., p. 244.
179
F. CAPRA, Il punto di svolta, cit., p. 251.
82
popoli una trasformazione della coscienza umana, sensato parlare di
trasformazione della realt.180
Ma cosa avviene nellinteriorit di siffatti uomini? A tal proposito, per
rintracciare un riferimento a quel sapere intorno allanima che anche
Heisenberg auspicava venisse reintrodotto tra gli ambiti dindagine
scientifica, bisogna guardare lontano, a quelle filosofie che, come gi
detto, attribuivano unimportanza capitale allinteriorit del ricercatore. In
conclusione di questo paragrafo vorrei ricordare Platone.
Venendo allora alle componenti dellanima, per Platone, una prima e
fondamentale scissione divide lapparato psichico in una dimensione
intellettuale (logistikon) e una passionale (epithymetikon). Compito della
prima governare sulle pulsioni sregolate della seconda. Per ottenere ci il
logistikon si serve dellapporto energetico fornito dal thymoeides, nome
che allude senza dubbio al thymos guerriero di omerica memoria. Chi ama
sopra ogni cosa il sapere e il piacere dellanima sar moderato,
temperante (sophros) e magnanimo (megaloprepes).
Scrive Platone ne La Repubblica che quando i desideri di una persona si
concentrano con forza in una sola direzione, essi ne risultano indeboliti nei
riguardi di tutto il resto, al modo di una corrente incanalata in quel
senso.181 E pi innanzi: chi ama realmente il sapere per natura pronto a
tendere con ogni energia, e con amore instancabile verso la
conoscenza. approssimatosi e unitosi alloggetto della propria indagine,
generati pensiero e verit, pone termine [...] al travaglio del parto.182
Concepisce una buona idea.
Quello che il traduttore rende con pensiero il nous: intelletto
archetipico ordinatore del cosmo. La mente come insieme delle funzioni di
180
W. HEISENBERG, Indeterminazione e realt, in C. ALTAVILLA, Fisica e filosofia in
Werner Heisenberg, cit., p. 242.
181
PLATONE, La Repubblica. VI, 485d, Bur, Milano 2007, p. 749.
182
Ibid., VI, 490a-b pp. 763-764.
83
auto-organizzazione del cosmo diremmo noi ora. Come rileva Vegetti in
nota, in tutto il passo c un crescendo di un linguaggio erotico 183. Uno
psicanalista moderno parlerebbe di sublimazione della libido.
Ma ora mi congedo caro lettore, voglio concludere su questo anelito
erotico dellamante della conoscenza questi "brevi cenni sull'universo".
Nel prossimo capitolo torneremo alla sociologia, consapevoli del fatto
che la rete delle relazioni sociali costituisca soltanto un aspetto di un pi
complesso sistema reticolare che tiene insieme tutta la realt.
183
Ibid., p. 764.
84
Cap. IV
VERSO UNO STUDIO EMPIRICO DEL PARADIGMA
CONTEMPORANEO
IV. 1
Lanalisi di rete nelle scienze sociali
85
Quel sistema sociale in quegli anni dovette ri-organizzarsi adattandosi alle
nuove condizioni ambientali scegliendo tra molteplici dispositivi
normativi e codici culturali, dunque, come sottolinea Fortunata Piselli il
mutamento delloggetto di studio spinse gli antropologi a riorientare la
ricerca e a elaborare nuovi metodi di analisi, capaci di affrontare lo studio
di una realt fluida.184
Max Gluckman, il fondtore della Scuola di Manchester, nel suo Analysis
of a social situation in modern Zululand del 1940, introdusse lanalisi
situazionale che prevedeva la necessit di studiare il comportamento
sociale a partire da situazioni concrete, dalle quali ricostruire poi il quadro
dei rapporti e i contesti di azione.
Il primo a fare esplicito riferimento alla nozione di network sociale fu
invece J. Barnes nel suo studio del 1954 su una comunit norvegese di
pescatori e contadini, Class and committees in a Norvegian island parish.
Egli descriveva cos la rete sociale:
184
F. PISELLI, Lanalisi di network nelle scienze sociali, Donzelli, Roma 1995, p. XII
86
La Network analysis stato il contributo pi maturo degli studiosi della
Scuola di Manchester, i quali ponevano laccento sulla capacit
dellindividuo di manipolare il proprio network. Secondo tale
impostazione la societ pu essere vista come un reticolo di relazioni
soggetto a continue ridefinizioni; gli individui non sono isolabili luno
dallaltro e dal loro contesto sociale e relazionale; possibile rilevare
delle configurazioni relazionali che indicano un punto di equilibrio
dinamico dei sistemi sociali che si organizzano nello spazio e nel tempo.
185
Ibid., p. XLII.
87
questultima distinguiamo una rappresentazione algebrica (matrice) e una
rappresentazione grafica (grafo). Matrici di adiacenza e grafi composti da
nodi e legami costituiscono il linguaggio matematico di base dellanalisi
di rete.
Grazie allanalisi di rete non necessario cambiare le categorie
analitiche per analizzare sia il livello micro che quello macro sociale, dato
che la configurazione generale del sistema sociale rappresenta il modo in
cui sono organizzate tutte le interazioni nel loro insieme. Il concetto di
rete applicabile a entrambe le dimensioni; il condizionamento pu
avvenire in entrambe le direzioni.
Sia per la Scuola di Manchester che per quella di Harvard lambiente
relazionale dellindividuo costituisce un elemento significativo per
spiegare il comportamento sociale; si pu assumere una impostazione
strutturalista o processuale a seconda che si voglia porre laccento
sugli elementi di staticit o di dinamicit del sistema sociale. Le ricerche
condotte da studiosi di entrambe le impostazioni possono fornire
importanti punti di riferimento per formulare unipotesi di analisi della
comunit scientifica vista come rete sociale.
IV. 2
Dal micro al macro ...e ritorno
Ogni scienziato, prima di essere tale, un uomo o una donna che nasce
in una determinata societ e ne interiorizza la realt nellambito delle
sue esperienze educative e formative. La percezione del mondo non il
risultato di autonome creazioni di significato da parte di individui isolati,
88
ma ha inizio quando lindividuo subentra nel mondo in cui gi altri
vivono.186
Le persone importanti, nellambito della socializzazione primaria, danno
inizio a quel processo volto a fornire al neo-nato le significazioni
linguisticamente formulte della realt oggettivata in una data societ,
selezionandole in conformit con la loro posizione sociale e filtrate dalle
loro idiosincrasie individuali; il bambino si identifica con le persone per
lui importanti e solo cos avviene linteriorizzazione di una visione del
mondo. Non si pu escludere la possibilit di elementi della realt che non
derivano dalla socializzazione, come la consapevolezza del proprio corpo
e -per alcuni- anche la parte pi profonda della psiche; ma in ogni caso, lo
stesso io di colui che diventer un ricercatore con la propria identit e
personalit, come capita per tutti gli altri esseri umani, si costruisce in
rapporto dialettico con una societ portatrice di una particolare
visione/costruzione del mondo. I processi implicati sia nella formazione
che nella preservazione dellidentit sono determinati dalla struttura
sociale; le identit prodotte dallazione reciproca di organismo, coscienza
e societ a loro volta agiscono nel contesto sociale conservandone,
modificandone o rivoluzionandone la struttura.
Quanto sin ora esposto parte dellarticolato e profondo ragionamento
condotto da Berger e Luckmann in La realt come costruzione sociale;
questo libro -dal titolo eloquente- fornir lo sfondo teorico sul quale
collocare la nostra idea di analisi empirica della comunit scientifica e dei
suoi paradigmi. Per i due studiosi, qualunque identit implica sempre un
posto nel mondo e si costruisce nel corso della socializzazione primaria in
relazione con esso:
186
O. L.BERGER, T. LUCKMANN, La realt come costruzione sociale, Il Mulino, Bologna
1969, p.166
89
Lidentit viene oggettivamente definita come collocazione in un
certo mondo e pu essere fatta propria soggettivamente solo insieme
a quel mondo. [...] Lappropriazione soggettiva dellidentit e
lappropriazione soggettiva del mondo sociale sono semplicemente
due diversi aspetti dello stesso processo di interiorizzazione, mediato
dalle stesse persone per me importanti. [...] La societ, lidentit e la
realt vengono soggettivamente cristallizzate nello stesso processo di
interiorizzazione. [...] Il bambino non interiorizza il mondo delle
persone per lui importanti come uno dei molti mondi possibili: lo
interiorizza come il mondo [...]. La socializzazione primaria mette
cos in atto quella che (col senno del poi, naturalmente) si pu
considerare la pi grossa truffa che la societ faccia ai danni
dellindividuo: far apparire come necessit ci che in realt altro non
che un insieme di fatti contingenti. 187
187
Ibid., pp. 169-170-172.
188
Ibid., p. 176.
189
Ibid., p.181.
90
profondamente radicata nella coscienza.190 Ci significa che le
conversioni a visioni del mondo radicalmente differenti da quella natia
sono da ricercarsi soprattuto in eventi emotivamente rilevanti delle storie
di vita degli studiosi, mentre la maturazione di un nuovo paradigma pu
essere il frutto di studi e relazioni intellettuali e/o di amicizia.
Nel corso della socializzazione secondaria si acquisiscono le componenti
cognitive, affettive, normative e legittimanti del proprio posto nel mondo:
le interpretazioni e la condotta di routine allinterno di unarea
istituzionale.191 Berger e Luckmann, per loro stessa precisazione,
adottano un concetto di istituzione pi ampio di quello prevalente nella
sociologia contemporanea, allinterno del quale possiamo far ricadere
anche la scienza intesa sia come comunit scientifica che come paradigma
che ne caratterizza loperato; i due studiosi scrivono che:
190
Ibid., p. 187.
191
Ibid., p. 176.
91
come esistenti al di sopra e al di l degli individui che per caso le
incarnano in quel momento.192
192
Ibid., pp. 77-78-82-84
193
Ibid., p. 205.
194
Ivi.
195
F. PISELLI, Lanalisi di network nelle scienze sociali, Donzelli, Roma 1995, p. XXX
92
Lanalisi dei processi che intervengono nei reticoli di relazioni
interpersonali fornisce il pi fruttuoso ponte tra il livello micro e
quello macro-sociologico. In un modo o nellaltro, attraverso questi
reticoli che linterazione su scala ridotta si traduce in strutture di
azione su vasta scala, e queste a loro volta retroagiscono sulla
dinamica interna ai piccoli gruppi.196
196
M. GRANOVETTER, La forza dei legami deboli, Liguori, Napoli 1998, pp. 115-116.
197
F. PISELLI, Lanalisi di network nelle scienze sociali, cit., p. XLII.
198
F. PISELLI, Capitale sociale: un concetto situazionale e dinamico, in AA.VV Il capitale
sociale. Istruzioni per lusoil Mulino, Bologna 2001, p. 52
93
Per Berger e Luckmann luniverso simbolico che d un significato al
mondo trascende i singoli individui, esiste da prima che loro ne facciano
esperienza e continuer ad esistere dopo la loro morte. In termini sistemici
la mente del sistema sociale che si auto-organizza, le cui forze creartici
sono espresse dagli uomini in forme simboliche. Cos luniverso
simbolico lega gli uomini ai loro predecessori e ai loro successori in una
totalit significativa.199 Possiamo intendere luniverso simbolico come
il particolare modo in cui sono concepiti e formulati i paradigmi scientifici
o pi in generale le visioni del mondo 200 , sino a comprendere le nozioni di
senso comune date per scontate nella vita quotidiana: sono corpi di
tradizione teoretica che integrano diverse sfere di significato [...]. Tutte le
teorie legittimanti minori sono intese come punti di vista particolari su
fenomeni che sono aspetti di questo mondo; un particolare ambito di
conoscenza solo una parte di un pi vasto e complesso di teorie che,
quasi certamente, conterranno una teoria generale sul cosmo e una teoria
generale sulluomo. Ad integrazione e conferma di quanto detto nel
capitolo precedente: la legittimazione suprema delle azioni corrette [...]
sar allora la collocazione in una struttura di riferimento cosmologica e
antropologica.201
I fondamentali di una particolare visione del mondo, come detto sopra, si
apprendono durante la socializzazione primaria ( allora che si decide ad
esempio se il nostro mondo spiegato da cause divine o materiali), mentre
i paradigmi inerenti al proprio ruolo di membro della comunit scientifica
si studiano e si collaudano durante la socializzazione secondaria.
Luniverso simbolico che d significato al mondo di uno scienziato si
costituir sia di elementi interiorizzati durante la socializzazione, che di
199
O. L. BERGER, T. LUCKMANN, La realt come costruzione sociale, cit., p. 134.
200
Berger e Luckmann usano anche il termine Weltanschauung.
201
O. L. BERGER, T. LUCKMANN, La realt come costruzione sociale, cit., pp. 126-127
94
nozioni apprese tramite lo studio di manuali o dei classici proposti durante
i corsi universitari, e infine con la pratica di ricerca, la partecipazione a
convegni e le relazioni di stima con i colleghi. Tutto ci non n statico
n astratto. Il viennese e il tedesco scrivono:
202
Ibid., p. 150.
203
F. PISELLI, Lanalisi di network nelle scienze sociali, cit., p. XXIV.
95
Berger e Luckmann sottolineano sia laspetto relazionale che quello in
certa misura coercitivo -condizionante- dei ruoli istituzionalizzati: dato
che il ruolo rappresenta un intero nesso istituzionale di condotto. Ogni
individuo che assume un ruolo in una data comunit si trova in relazione
con gli altri ruoli, la totalit dei quali comprende listituzione. Il fattore
decisivo dellinfluenza del macrosistema sul micro dellagire individuale
il carattere normativo delle istituzioni: non appena gli attori sono tipizzati
come titolari di un ruolo, la loro condotta ipso facto suscettibile di
costrizione.204 Questo perch le istituzioni hanno un potere coercitivo,
sia per se stesse, con la pura forza della loro fattualit, sia per mezzo dei
meccanismi di controllo che di solito sono uniti alle pi importanti. 205 A
tal proposito possiamo segnalare alcune considerazioni che Valeria Pinto
espone nel suo Valutare e punire di chiara ispirazione foucaultiana:
204
Ibid., p. 100.
205
Ibid., p. 84.
206
V. PINTO, Valutare e punire, Cronopio, Napoli 2012, p. 20-25
96
sullassegnazione delle risorse nonch sulla definizione stessa della
scientificit.
Per funzionare i dispositivi di controllo hanno bisogno di consenso
allinterno delle istituzioni che pretendono di regolare.
207
Ibid., p. 42
208
Ibid., p. 77.
97
Tornando a Berger e Luckmann per possiamo inserire nel sistema delle
nostre considerazioni e rimandi bibliografici una sorta di clinamen
socioculturale, dato che, come affermano i due studiosi: alcuni individui
sono pi integrati nelluniverso ricevuto di altri e anche tra coloro che ne
sono i pi autorevoli interpreti, ci saranno variazioni idiosincratiche nel
modo di concepire luniverso.209
IV. 3
Il paradigma dal punto di vista delle relazioni sociali
209
O. L.BERGER, T. LUCKMANN, La realt come costruzione sociale, cit., p. 138.
210
Ibid., p. 118.
98
La morfologia dei gruppi in termini di diritti e obbligazioni
derivanti dal gruppo e in termini di fini e interessi comuni -non pu
essere definita a priori ma va ricostruita empiricamente a partire dai
comportamenti individuali, nella sua specificit e contestualit. Lo
stesso per il concetto di ruolo. Non si deve assumere che lindividuo
si comporta in base a precise aspettative di ruolo definite a priori.211
211
F. PISELLI, Lanalisi di network nelle scienze sociali, cit., p. XL
212
O. L. Berger, T. LUCKMANN, La realt come costruzione sociale, cit., p. 102.
213
Ibid., p. 104.
214
Ibid., p. 114.
99
Dunque, se per Berger e Luckmann la competizione pluralistica tra sub-
universi di significato uno dei problemi pi importanti per una sociologia
della conoscenza empirica della societ contemporanea, 215 a tal proposito
possiamo fare riferimento ad unaltra insigne coppia di ricercatori che
hanno lavorato empiricamente sulle reti di azione collettiva. Laumann e
Pappi:
100
da un continuo scambio di idee con i vari membri della comunit, 217 deve
apparire naturale che le persone tenderanno ad instaurare relazioni
allinterno della base sociale che condivide e per questo conferma
(rassicurando) la propria visione del mondo.
Il teorico della forza dei legami deboli Mark Granovetter ci dice che:
217
O. L.BERGER, T. LUCKMANN, La realt come costruzione sociale, cit., p. 200.
218
M. GRANOVETTER, La forza dei legami deboli e altri saggi, Liguori, Napoli 1998, p. 137.
219
R. D. PUTNAM, Capitale sociale e individualismo, Il Mulino, Bologna 2004, p. 421.
220
A. MARRADI, Metodologia delle scienze sociali, Il Mulino, Bologna 2007, p. 39.
221
O. L.BERGER, T. LUCKMANN, La realt come costruzione sociale, cit., p. 56.
222
Ibid., p. 60.
101
di significato condivise da una data comunit. Luso appropriato quello
che viene giudicato tale dalla collettivit223 dice Marradi riferendosi alle
parole di una lingua.
Il fatto di condividere un linguaggio, degli interessi e una cultura, per
non vuol dire che tra i membri di una comunit vi sia una perfetta intesa e
questo, per il fine metodologo italiano, a causa della natura elastica dei
giunti tra referenti, pensiero e linguaggio; egli scrive:
223
A. MARRADI, Metodologia delle scienze sociali, cit., p. 35.
224
Ibid., pp. 37-38.
102
Lo stesso Kuhn paragona i paradigmi ad un particolare linguaggio,
condiviso da un certo numero di scienziati, che con le sue regole,
significanti e significati condiziona loperato del ricercatore. Il teorico
delle rivoluzioni scientifiche, quando sancisce lincommensurabilit
reciproca tra i paradigmi, lo fa sottolineandone la natura linguistica. In
riferimento alle dispute accademiche egli sostanzialmente daccordo con
Marradi quando scrive:
225
T. S. KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, cit., p.238.
226
Ibid., p. 240.
103
problemi espressivi, che riguardano il mantenimento o il cambiamento
dei valori basilari e degli orientamenti che guidano loperato della
comunit (nel nostro caso le dispute accademiche di natura teorica).
Kapferer individua tre diversi motivi che inducono gli attori sociali a
sostenere una delle parti in causa in una disputa. Le persone possono
mobilitarsi: sulla base delle argomentazioni, delle norme e dei valori
emersi nel corso degli eventi; a causa della posizione formale e di potere
che ricoprono nella struttura sociale; o in merito alle relazioni che li
legano agli individui coinvolti nella situazione di conflitto. Egli
esaminando le dinamiche di consenso e sostegno nel corso di una disputa,
scopre che la componente relazionale risulta fondamentale per indurre gli
attori sociali a sostenere una delle parti in causa. Riferendosi alle persone
da lui studiate Kapferer scrive:
227
B. KAPFERER, Norme e manipolazione delle relazioni in un contesto d i lavoro, in F.
PISELLI, Lanalisi di network nelle scienze sociali, cit., p. 318-319.
104
Kapferer inoltre suggerisce che non devono essere prese in
considerazione solo le relazioni dirette delle parti in causa (gli ego
network) ma anche la configurazione relazionale della rete nella sua
totalit (ovvero il network sociocentrato). Egli infatti aggiunge:
228
Ibid., pp. 342-343.
105
adottano uninnovazione sono marginali, il gruppo seguente degli early
adopters costituito da soggetti pi integrati nel sistema sociale. 229
Linnovazione che potrebbe generare un mutamento di paradigma, come
lo stesso Kuhn ha affermato, potrebbe provenire pi facilmente da studiosi
meno integrati. Per concepire un nuovo paradigma non bisogna
condividere a pieno quello vigente e dunque non si avranno neanche
relazioni accademiche importanti con i suoi rappresentanti. Con
Granovetter possiamo spiegare questa dinamica anche in riferimento ai
rischi che si presumono implicati nelladozione di una innovazione:
quando un nuovo programma [paradigma] ritenuto relativamente sicuro
e incontrovertibile [...], i primi ad adottarlo sono figure centrali; nel caso
opposto, marginali, e questo in base alla maggiore preoccupazione dei
soggetti in posizione centrale di salvaguardare la propria reputazione
professionale.230 Ma siccome un nuovo paradigma allo stato nascente non
quasi mai incontrovertibile, nella quasi totalit dei casi esso si
svilupper a margine della struttura reticolare, per poi diffondersi ad una
porzione pi ampia di ricercatori.
Leventualit della diffusione di una variazione dimostrer il suo essere
adatta al contesto e ai fini in esso perseguiti. Il fatto che le innovazioni
destinate a provocare un mutamento di paradigma debbono in qualche
modo diffondersi tra agli studiosi, implica che esse non possono
manifestarsi in nodi isolati della rete. Gli innovatori, per diffondere le loro
idee, devono disporre di (o essere essi stessi) quelli che Boissevain chiama
mediatori: un mediatore sociale (social broker) mette le persone in
comunicazione le une con le altre, sia direttamente che indirettamente, allo
scopo di ottenere profitto. Egli colma lacune nella comunicazione tra
229
M. GRANOVETTER, La forza dei legami deboli e altri saggi, cit., p. 127.
230
Ibid., p. 126.
106
persone, gruppi, strutture e anche culture.231 Il profitto del mediatore pu
essere anche il prestigio.
Per spiegare le ragioni che possono indurre un mediatore ad attivarsi a
sostegno di un innovatore possiamo fare riferimento a quello che Pizzorno
chiama capitale sociale di reciprocit; esso riguarda i legami deboli e
affinch i suoi effetti si manifestino sar soltanto necessario assumere
che quando una persona instaura un rapporto di qualche durata con
unaltra persona sia prevedibile che avvengano certi passaggi di aiuti o di
informazioni tra le due.232 Pizzorno prevede cinque forme di capitale
sociale di reciprocit ordinate secondo un grado decrescente di interesse
immediato: cooperazione per fini comuni; relazioni clientelari; reciprocit
dilazionata al fine di stabilire un rapporto di gratitudine; aiuto per il
prestigio di una comunit di riferimento ideale; agire universalistico per
generosit.
Le relazioni sociali sono rilevanti anche per la successiva
istituzionalizzazione del nuovo paradigma. Seguendo il ragionamento di
Berger e Luckmann la tipizzazione di specifici modelli di condotta
avviene proprio nel corso dellinterazione tra due o pi persone allo scopo
di rendere il loro operato stabile e riconoscibile. Il paradigma in statu
nascendi trasmesso ad altri si perfeziona in quanto richiede una
legittimazione, cio degli argomenti attraverso cui possa essere spiegato e
giustificato. Essi giungono ad affermare che:
231
J. BOISSEVAIN, Manipolatori sociali: mediatori come imprenditori, in F. PISELLI,
Lanalisi di network nelle scienze sociali, cit., p. 208.
232
A. PIZZORNO, Perch si paga il benzinaio. Per una teoria del capitale sociale, in AA.VV,
il capitale sociale. Istruzioni per lus o, cit., p. 30.
107
secondo luogo al livello della socializzazione (dove possono esservi
difficolt pratiche nellinteriorizzazione dei significati istituzionali
successivi o in contrasto).233
Coerentemente con quanto detto sin ora, anche per Berger e Luckmann
il successo di certi meccanismi concettuali legato al potere detenuto da
coloro che li manovrano.234 Il potere una questione eminentemente
relazionale, in molti studi -come quelli di Moore (1979) e Boissevain
(1974)- posta in relazione alla posizione e allattivit di un individuo
allinterno di una rete sociale. La forza di unidea non separabile dalla
forza di colui che la sostiene, la possibilit che essa avr di affermarsi
dipende dal contesto.
IV. 4
Lineamenti generali di una ricerca sulla comunit scientifica
233
O. L. BERGER, T. LUCKMANN, La realt come costruzione sociale, cit., p. 96.
234
Ibid., p. 141.
108
una rete sociale. Inoltre abbiamo visto come vi sia chi tenta di superare la
tradizionale suddivisione del sapere in ambiti disciplinari nettamente
distinti proponendo un paradigma unificante.
Lipotesi che vi siano relazioni privilegiate tra i membri di una stessa
disciplina scientifica e che, allinterno delle diverse scienze, vi sia una
vicinanza relazionale tra coloro che condividono interessi specifici di
ricerca e inquadramenti teorico-paradigmatici. Dunque si dovrebbero
indagare le relazioni formali, informali e bibliografiche tra gli studiosi,
nonch le loro opinioni in particolari situazioni di conflitto.
Per circoscrivere lambito della ricerca in termini di spazio e di tempo si
potrebbe fare riferimento, ad esempio, al mondo accademico italiano
nellanno di realizzazione della ricerca stessa. Per individuare gli studiosi
che possono essere ritenuti i maggiori esponenti dei rispettivi ambiti
disciplinari, potrebbero essere selezionati i manuali pi usati nelle
universit italiane che appaiono tra i primi posti nelle classifiche ufficiali,
e di l realizzare gli ego network degli autori dei manuali stessi in
connessione con i loro riferimenti bibliografici. Gli autori pi citati e quelli
che mettono in connessione diversi ambiti disciplinari possono essere
considerati paradigmatici.
Dopo questa prima fase, tra gli autori che risulteranno pi rilevanti
saranno selezionati quelli in vita al momento della realizzazione della
ricerca,235 ad essi ne saranno aggiunti altri secondo un criterio
reputazionale (sotto indicazione di testimoni privilegiati), un criterio
posizionale (le direttrici o i direttori dei dipartimenti scelti in precedenza) e
un criterio di partecipazione al dibattito epistemologico (i nomi pi
ricorrenti e gli autori degli articoli pubblicati su riviste scientifiche in
235
Lo studio dei nodi che rappresentano uomini di scienza non pi in vita, se ritenuto
necessario, pu essere approfondito con il materiale biografico, su modello dello studio di
Padget e Ansell (1993) sulla Firenze medicea del XV secolo.
109
merito ad un argomento ritenuto rilevante per lintera comunit scientifica:
la disputa tra riduzionismo e teorie della complessit, nellambito della
quale si pu vedere un paradigma in fieri sfidare limpostazione
tradizionale).
Al campione cos selezionato tra la popolazione della comunit
scientifica contemporanea possono essere inviati questionari per rilevare:
le relazioni personali di frequentazione e stima, lappartenenza ad
associazioni o istituti di ricerca, la partecipazione a convegni, lo scambio
di bozze prima della pubblicazione, etc. Di qui, se necessario, potrebbe
innescarsi un campionamento a valanga per ampliare il nostro campione.
Si avr cos la rete di relazioni tra i membri della comunit scientifica.
Variabili di attributo potrebbero essere i periodici scientifici letti o gli
autori preferiti scelti tra i classici (quelli che abbiamo in precedenza
considerato come paradigmatici, con la possibilit di aggiungerne altri).
In questa fase lindividuazione di subgroups (clique, N-clique, N-clan, K-
core) relativamente compatti e le procedure di blockmodelling volte
allindividuazione di sottoinsiemi di nodi con profili relazionali simili,
daranno indicazioni circa la nostra ipotesi di partenza. Gli indici di
centralit forniranno indicazioni relative ai nodi pi importanti (e potenti)
della rete;236 il loro studio pu essere approfondito con tecniche di
rilevazione non standard.
Dunque si passer allanalisi degli schieramenti in una situazione di
conflitto. La situazione di conflitto potrebbe anche essere simulata
obbligando gli studiosi ad esprimersi tramite una domanda del questionario
in merito al nascente paradigma delle scienze dei sistemi complessi.
236
Individuare secondo la centralit i nodi pi importanti non in contraddizione con quanto
detto circa la marginalit dei soggetti interessanti dal punto di vis ta delle innovazioni
paradigmatiche dato che, come specificato, questi hanno bisogno comunque di intermediari per
diffondere le loro idee, e la betweenes centrality rileva proprio la tendenza di un attore ad essere
tale.
110
IV. 5
Per uno studio lessicometrico del linguaggio scientifico
237
L. PACCAGNELLA, Sociologia della comunicazione, il Mulino, Bologna 2004, p. 27.
238
R. ALBANO, L. PACCAGNELLA, La ricerca sociale sulla comunicazione, Carocci, Roma
2006, p. 20.
239
E. AMATURO, G. PUNZIANO, Content Analysis: tra comunicazione e politica, Ledizioni,
Milano 2013, p. 51.
111
relazionale tra i praticanti di diversi ambiti disciplinari rilevata con la
network analysis, corrisponda una condivisione del lessico dei rispettivi
manuali rilevata con lanalisi delle corrispondenze lessicali.
Con Bolasco possiamo ricordare che per text mining si intende
lattivit del ricercare nei testi, immaginati come miniere di dati da
esplorare, informazioni utili a produrre nuove conoscenze.240 Vale a dire,
si tratta di concentrare lattenzione su un insieme di parole chiave ovvero
quel lessico che risulta particolarmente significativo.241
Per esplorare il lessico scientifico, la versione digitale dei manuali sar
sottoposta allanalisi automatica dei testi operata tramite lanalisi delle
corrispondenze lessicali (ACL), una tecnica statistica di analisi
multidimensionale applicabile ai dati testuali:
112
disciplinare dei manuali dai quali esse sono estratte. Attraverso la tecnica
statistica di analisi multidimensionale possibile rappresentare
graficamente le associazioni tra righe e colonne di una tabella a doppia
entrata forme lessicali per testi. Le forme lessicali vengono prese in
considerazione in quanto modalit della variabile lessico, la quale viene
incrociata con la variabile testo che presenta tante modalit quanti sono i
testi presi in considerazione. In questo modo si ottiene una sintesi
dellinformazione contenuta nei dati; visualizzazione delle associazioni
multiple tra parole; connessione tra dati testuali e dati di contesto. 243
Giungeremmo cos ad esplorare empiricamente il lessico scientifico, a
rilevare leventuale condivisione del vocabolario tra le varie discipline, e a
controllare la nostra ipotesi.
Lanalisi automatica fornir preziose indicazioni sui significanti, che
dovranno essere integrate da considerazioni sui significati, i quali, come
abbiamo gi avuto modo di precisare, non sono sempre univoci.
243
Ibid., p. 137.
113
Conclusione
114
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