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Annali di Economia.
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(4) Questi rapporti sono stati bene stabiliti dall'EiNAUDi, loc. cit., col dire che
la morale a la haute main sur le droit et le droit sur ; solo che
l'conomique
in una posizione parallela alla morale, e spesso in sostituzione di essa, nella haute
main sur le droit, si colloca la politica. Vedasi inoltre Del Vecchio, Diritto ed
economia, in * Rivista internazionale di filosofia del diritto, anno XV, fase. 6, che
per, occupandosi dei rapporti fra morale ed economia, vede la. questione pi dal
(1) Per una chiara e incisiva esposizione delle difficolt nel campo economico,
v. Robbins, The great depression, trad. in italiano sotto il titolo Di chi la colpa
della grande crisi? , Einaudi, pag. 171 e segg.
(2) Il ne faut pasque le droit empite sur les autres grandes forces sociales
au point de les masquer ou de les rduire l'insignifiance.. . Il ne faut pas qu'un
soit exclusivement L'outrance du droit est antisociale :
gouvernement trop juridique.
Picard, Le droit pur, Flammarion, pagg. 312-313.
per ignes, traendo il debito profitto dalle novit dei tempi, ma senza
indulgere alle
voghe degli stessi, si costruito un solido sistema legi
slativo di equilibrio, che, se non esente da imperfezioni, e se nella
sua attuazione e nel suo rendimento viene ora ostacolato dalle odierne
condizioni di vita, rette pi che dai codici da una massa di leggi spe
ciali od eccezionali, che si succedono e si sovrappongono l'una all'altra,
racchiude ci non ostante un complesso di idee vitali e durature, fon
date, come gi quelle d$l diritto romano, su valori permanenti della
natura e della convivenza umana, e non legate alle sorti di una vicenda
o di un periodo storico.
Il nuovo codice non ha certamente seguito il principio del minimo
etico. Il suo sistema e le sue norme sono intimamente pervase dall'esi
genza di tutelare da un Iato il valore morale ed economico del lavoro
e la dignit umana del lavoratore, dall'altro lato la funzione e l'inte
resse sociale che sono insiti, sia pure in vario grado, in tutti i rapporti
inter-individuali, in ogni diritto soggettivo, sia esso personale o patri
moniale, reale o di credito, in qualunque gruppo o nucleo di persone
giuridicamente organizzato.
Quanto al sistema vincolistico
del massimo politico, il codice,
date le circostanze, non poteva essere pi moderato. Vi si trova certa
mente il riconoscimento della obbligatoriet ed anzi delia gi discussa
inderogabilit delle norme corporative, anche fuori dal campo dei rap
porti di lavoro ; ma si tratta di norme che in via di principio sono, e
nella pratica dovrebbero essere, espressione dell'autonomia e dell'auto
(1) Cfr. Asquini, Il diritto commerciale nel sistema della nuova codificazione, in
Rivista di diritto commerciale , 1941, I, 432.
(2) Pareto, Manuale di economia politica, 1909, cap. V, n. 4 ; Papi, Lezioni di
economia politica, I, n. 79.
(2) In Italia sopratutto per opera del Mossa, che ha dedicato all'impresa molti
zioni vi si riscontrano,
che come essere invece compiuta
iy>n possono
mente spiegate dagli altri schemi e categorie concettuali del diritto prb
vato (1).
II concetto dell'organizzazione aveva gi indotto pi di un autore (2)
a richiamare, a proposito dell'impresa, l'idea della istituzione , ed ora
sembra che a questa particolarmente si intoni anche la disciplina del
nuovo codice. Senonch il richiamo si mantenuto di solito in termini
generali senza una determinazione concreta del valore e della portata che
il concetto di istituzione pu avere nel campo del diritto privato, dove
il suo impiego non consueto, se pure non vi accolto con la diffi
denza con cui si vedono gli intrusi. D'altra parte nello stesso
o l'ostilit
terreno del
diritto pubblico i propositi manifestati intorno ad esso, le
(1) Per la posizione del diritto di famiglia rispetto al diritto privato, v. Cicu,
Diritto di famiglia, Roma, 1915, pag. 7 e segg., 77 e segg.
Alcuni spunti trovansi gi in MOSSA, Op. cit., pagg. 49, 50 e passim. Pi spe
(2)
cifici gli accenni in alcuni commercialisti stranieri: Gaillard, La socit anonyme de
rechts, Jena, 1927, pag. 12 e segg.; Potthoff, Die Einwirkung der Reichsverfassung
das Arbeitsrecht, Lipsia, 1925, pag. 24; nei pubblicisti: Romano, L'ordinamento
auf
giuridico, Pisa, 1918, 19, 31, 45; Hauriou, Prcis de droit constitutionnet, Paris, Sirey,
1923, 145 ecc. Inoltre : Greco, Contratto di lavoro, Torino, Utet, n. 24-26
pagg. 77,
e di recente Asquini, in Rivista di diritto commerciale, 1942, 1, 66.
Sulla varia presentazione del concetto, v. Arcoleo, Diritto costituzionale,
(3)
1907, pag. 48 e segg ; Crosa, Diritto costituzionale, Torino, Utet, pagg. 149
Napoli,
150; Hauriou, Op. cit., pagg. 14, 15; Romano, Op. cit., 12.
Allara, Nozioni fondamentali del diritto privato, Torino, Giappichelli, pag. 77.
(1)
Ranelletti, Istituzioni di diritto pubblico, 8" ediz., n. 410-411.
(2)
(3) Per maggiori sviluppi, v. Romano, Ordinamento giuridico, 12.
V. le varie definizioni dell'HAURi0U : in Droit constitutionnel, pag. 75: tout
(4)
* lment de la socit dont la dure ne dpend pas de la volont subjective d'individus
dtermins (concetto troppo vago per un lato, troppo ristretto per l'altro per cui,
sul della indipendenza della durata dalla volont di un dato individuo, il concetto
punto
sarebbe inutilizzabile ai fini dell'impresa) ; in Principes de droit public, Paris, Sirey,
de domination sont mis au service des buts intressant le groupe, par une
pouvoir
*activit coordonne celle de l'ensemble du groupe. Sulla eccessiva ristrettezza
(1) Invece per una diversa concezione, v. Ferrara, Trattato di diritto civile,
Athenaeum, n. 170.
(2) En mme temps que la socit se trouve augmet et cimente par l'organisa
tion, elle se trouve idalise et le pouvoir de domination est spiritualis, parce
que les buts sociaux poursuivis sont des ides, il y a maintenant une entreprise
sociale transporte dans la rgion des ides: cos I'Hauriou, Principes de droit
(1) Romano, Op. cit., 13. Inoltre per il R., il l'aspetto fondamentale e primario
del diritto dato dall'istituzione, in cui esso si concreta, e non dalle norme o dai
precetti con cui esso opera, che ne costituiscono un aspetto derivato e secondario.
per la dogmatica giuridica, Perassi, Introduzione alle scienze giuridiche, Roma, Ed.
Foro Italiano, 1938, pag. 43. Inoltre : Carnelutti, Teoria generale del diritto, Roma, Ed.
Foro Italiano, pag. 101 sulla distinzione fra un ordinamento giuridico immediato e
ordinamenti mediati , considerati giustamente come cerchi inscritti nel primo.
gli
(4) Questa concezione fa capo ali'hauriou, per il quale le cosi dette situations
costituiscono diritti reali, non risultanti da rapporti giuridici fra gli individui, ma ante
riori a questi rapporti, essendo mantenuti dalla disciplina della istituzione : questa
non si risolverebbe in
rapporti giuridici, ma discenderebbe direttamente dal fatto
primario della istituzione e del potere che vi si esercita. Il rapporto giuridico per
eccellenza sarebbe il rapporto di obbligazione, nel quale il debitore non pu en
trare se non ha una qualunque situation tablie da sacrificare oda rischiare. Per
la critica di queste idee, v. il fine studio del Forti, Le dottrine realiste di Hauriou,
in Atti dell'Accademia di scienze morali e politiche delia Societ Reale di Napoli,
voi. LVIII, 1937.
(3) Cfr. Romano, Op. cit., e ora Carnelutti, Teoria generale, 54 e segg.
obiezioni sembrano del tutto insostenibili, per es. che i rapporti gerar
chici nel campo privatistico potrebbero avere solo un rilievo meramente
pratico o di fatto (1), sarebbero cio sforniti di sanzione giuridica ; il
che certamente non esatto (2). Altre sono facilmente superabili, come
che si richiamano delle istituzioni : coattive nel
quelle all'origine
diritto pubblico, mentre nel diritto privato non potrebbero che essere
volontarie e addirittura di origine contrattuale. A prescindere dall'osser
vare che anche nel campo pubblicistico non sempre le istituzioni sono
create da un atto di autorit, n sempre vietato entrarvi o uscirne
4.
Si pu desumere da quanto precede che un'organizzazione non
assorge al netto rilievo della istituzione se non abbia raggiunta una
dimensione e una complessit strutturale di una certa entit. Cos pure
avviene nel caso
dell'impresa. Questa, rappresentando in senso generale
ogni attivit diretta ad attuare, nel suo insieme, un processo produttivo
{di beni materiali o immateriali, o di soli servizi), implica sempre la
combinazione di un minimo di elementi vari : epper ricorre sempre un
certo grado di organizzazione anche nella piccola industria o nell'artigia
nato, nel piccolo commercio, nell'opera di un coltivatore diretto, nell'eser
cizio di una professione intellettuale.
Ma un dato di esperienza che alle grandi differenze che si riscon
trano nei gradi dell'organizzazione, nella varia complessit della sua
struttura, nella minore o maggiore ampiezza dei suoi mezzi economico
patrimoniali, corrispondono caratteri, situzioni d effetti profondamente
diversi : dalla modesta bottega dell'artigiano ai giganteschi organismi
della Fiat o della Ford. Ora, come accade nel mondo fisico, cos anche
nei fenomeni sociali le differenze di quantit determinano, a un certo
punto, differenzedi qualit: n sussiste
ragione alcuna
per plausibile
credere che i fenomeni giuridici si sottraggano a questa legge e che
dalle differenze quantitative non debbano scaturire anche differenze di
situazioni, di figure, di trattamento rilevanti sotto il punto di vista del
diritto (2). Il problema piuttosto pu consistere nello stabilire il punto pre
ciso che segna il passaggio da un ordine di grandezze all'altro, e non
si pu escludere che ogni soluzione che se ne dia specie se la si
considera alla zona circostante al stabilito rivesta un
rispetto punto
(1) Sul punto che l'istituzione opera come una soprastruttura organica sui rap
porti elementari di cui consta, cfr. Romano, Op. cit., 18.
(2) Cfr. Finzi, Verso un nuovo diritto del commercio, in Annuario del R. Istituto
(1) Cfr. Asquini, Una svolta storica del diritto commerciale, in Rivista di di
ritto commerciale, 1940, 1, 512, e 1941, 1, 433.
presa.
6. Alla
figura dell'imprenditore si collegano una serie di diritti
soggettivi, e patrimoniali, e una somma di poteri, questi inerenti
personali
pi propriamente al carattere istituzionale dell'impresa.
Anzitutto la facolt di iniziare e organizzare un'impresa, assumerne
la titolarit, difendere questa, e con essa i valori dell'organizzazione,
contro ogni offesa o usurpazione da parte di terzi, costituisce un com
plesso diritto soggettivo, che, secondo la concezione pi fondata, do
vrebbe rientrare nella categoria dei diritti di personalit, aventi per Io
pi, ma non sempre, maggiori o minori riflessi di ordine patrimoniale.
Non si pu parlare a stretto rigore di propriet dell'impresa, se non
per quella parte di questa che si qualifica come azienda in senso stretto
{infra n. 10), ed anche per questa non senza difficolt (1). Ma non ri
corre la necessit di parlarne allo scopo di rendere pi sicura ed effi
cace la tutela del titolare. Il carattere assoluto, e quindi l'efficacia erga
omnes del diritto di personalit, con le azioni inibitorie e risarcitive che
vi sono connesse, bastano a tale scopo. Il particolare contenuto di que
sto diritto in quanto sia riferito all'impresa e comprenda perci tanto i
singoli suoi elementi quanto i valori unitari della sua organizzazione,
assicura al titolare quella tutela integrale che giusto attribuirgli.
Si tratta di un diritto soggettivo privato : come tale non solo sot
tratto alla discrezionalit o all'arbitrio dell'autorit amministrativa, ma
appartiene in linea generale alla sfera di interessi e di autonomia del
l'individuo. Tal' il sistema accolto nel nuovo codice civile, come ri
sulta dall'art. 2084, che demanda esclusivamente legge (e deve in
alla
tendersi : legge particolare rispetto al sistema generale del codice) la
facolt di subordinare a concessioni o autorizzazioni amministrative;
l'iniziativa diretta a costituire un'impresa, come deferisce parimenti^
alla legge o alle norme corporative il potere di stabilire speciali cond-
zioni o vincoli (s'intende di carattere sia tecnico che economico) nel
l'esercizio o condotta di un'impresa costituenda o gi costituita.
Il sistema in armonia non solo con le nostre tradizioni, ma con
la stessa dich. VII della Carta del lavoro che pone, come regola ge
nerale, l'organizzazione dell'impresa nell'ambito dell'iniziativa privata.
Invano il significato della dich. VII, allegando
si contestato il suo ri
ferimento alla iniziativa individuale . ovvio che una iniziativa
Sulla cfr. Casanova, Studi sulla teoria dell'azienda, Roma, Ed. Foro
(1) questione
Italiano, n. 46 e segg. e in particolare Habermann, Verkauf und Verpfndung
1938,
voti Handelsgeschften, Lipsia, 1913, pag. 32.
e onest variabili
a seconda degli uomini che si hanno a disposizione, i
quali, pubblici o privati che siano, sono sempre gli stessi ; soprattutto
alte prebende degli alti dirigenti, che tendono a ragguagliarsi all'im
porto del profitto , quando pure non ne superino il saggio normale.
Non offre invece taluni notevoli vantaggi delle imprese private, quali
sono: l'occhio vigile del padrone, l'affermazione della propria libera per
sonalit e iniziativa, lo stimolo della concorrenza e altri fattori psico
logici positivi, connessi alla titolarit dell'impresa ; soprattutto rischia
e responsabilit patrimoniale individuali, che solo in modo assai imperfetto
e insufficiente possono essere nelle pubbliche imprese sostituiti da rischi e
responsabilit di altra natura (politica, disciplinare, penale).
Le eccezioni alla regola generale possono essere poche o molte se
condo le circostanze.
Oggi, com' noto, le pubbliche imprese sono mol
te, ed una delle conseguenze del loro numero esorbitante, oltre a un
certo diluirsi dei caratteri pubblicistici, stata quella di sottrarre una
parte cospicua della comune attivit economica
all'impero del diritto
comune, il che talvolta significa lasciarla svolgere piuttosto sotto il re
gime dell'arbitrio che sotto quello del diritto (1). Il codice ha lodevol
mente reagito contro questa tendenza, accogliendo espressamente una
distinzione che, a dire il vero, esisteva gi, per lo meno in modo im
plicito, nel codice di commercio (art. 7), ma che sotto l'impero di que
sto la dottrina e la giurisprudenza avevano a torto finito col rifiutare :
la distinzione fra gli enti pubblici per i quali l'esercizio di un'impresa
economica costituisce la ragione stessa e lo scopo principale della loro
nascitae vita, e gli enti pubblici a carattere prevalentemente politico
amministrativo, per i quali invece l'esercizio di un'impresa pu rappre
sentare semplicemente un'attivit accessoria o sussidiaria (2). E poich
questa distinzione si era gi imposta ai fini dell'inquadramento sinda
cale per sottoporre a questo gli enti della prima categoria, ed esonerar
ne quelli della seconda, l'art. 2093 del nuovo codice si appunto rife
rito al criterio sindacale e ha disposto che gli enti inquadrati secondo
tale criterio siano integralmente soggetti alla disciplina del libro V, il
che significa ricondurli in linea
generale sotto l'egida del diritto comu
ne, mentre gli altri vi rimangono soggetti limitatamente alle imprese* da
Torino, R. Universit
Paolo Greco.
DI SICURT TRASPORTI
-
- CRISTALLI
-
- AERONAU