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CAPITOLO III
1. Generalit
Per lo studio del regime permanente il sistema con trasmissione su rete che si
considera un sistema comunque complesso. Il sistema con trasmissione su linea
costituito da una linea con trasformatori in partenza e in arrivo, da un generatore
sincrono e da un carico elettrico.
Il sistema si suppone trifase simmetrico, cio costituito o da componenti gi di per
s simmetrici (generatori sincroni, carichi e trasformatori) o resi tali (linea), in
condizioni di funzionamento normale. Poich le correnti e le tensioni delle tre fasi, in
ogni punto, sono terne di vettori di sequenza diretta, si analizza una sola delle tre fasi,
essendo evidente che, determinate le tensioni e correnti relative ad una fase, le analoghe
tensioni e correnti relative alle altre due si calcolano semplicemente moltiplicando per
gli operatori complessi e 2. Per la rappresentazione dei componenti si ricorre,
pertanto, ai circuiti monofase equivalenti alla sequenza diretta. Le equazioni del sistema
sono espresse in forma matriciale.
2.1 Linea
2
regime permamente. A tale rappresentazione si pu, fortunatamente, pervenire nel
momento in cui si riconosce, come verr effettuato nel seguito, che essa si comporta
come un doppio bipolo lineare passivo.
A tal fine, si faccia riferimento alla fig.III.1, in cui rappresentato il circuito
monofase equivalente, a parametri uniformemente distribuiti, di una linea trifase in
condizioni di funzionamento normale. Nel circuito equivalente, a ciascun elemento
infinitesimo della linea di lunghezza dx attribuita una resistenza rdx, una induttanza
di servizio Lsdx, una capacit di servizio Csdx ed una conduttanza gdx. Il conduttore di
ritorno del circuito equivalente, che denominato neutro, un conduttore fittizio di
impedenza longitudinale nulla, la cui presenza indispensabile dovendo essere presente
una via di richiusura per le correnti ed un riferimento per le tensioni.
Nella fig.III.1 si indicato con V p (Va ) ed I p (Ia ) la tensione e la corrente in
partenza (arrivo) della linea e con V x ed I x la tensione e la corrente alla distanza x
dall'origine della stessa, supposta di lunghezza pari ad a.
Ip Ix Lsdx I x+dI x Ia
r dx
Vx Vx +dVx
Vp g dx Va
C dx
s
dx
0 x x+dx a
( ) (
V x V x + d V x = rdx + jL dx I x
s
)
( )(
d I x = gdx + jC dx V x + d V x
s
) (III.1)
3
dV x
dx
( s 1
)
= r + jL I x =z& l I x
(III.2)
dx
(
d I x = g + jC V )l
s x = y& 1 V x
con:
z& 1l = (r + jL s )
l ;
y& 1 = (g + jC s )
nelle (III.2) z& 1l , y& 1l sono, rispettivamente, limpedenza serie e lammettenza derivata
alla sequenza diretta della linea, per unit di lunghezza.
Derivando le (III.2) rispetto ad x e con semplici passaggi si ottiene:
d2 Vx
= z&1l y& 1l V x = K 2 V x
dx 2
(III.3)
d2 Ix
2
= z& 1l y& 1l I x = K 2 I x
dx
con:
La costante K& = K' + jK" detta costante di propagazione; la sua parte reale K'
denominata costante di attenuazione mentre il coefficiente K'' della parte immaginaria
denominato costante di fase. utile osservare che la costante di propagazione nelle
linee in AT ha un modulo pari a circa 10-3 km-1, che poco si discosta dal valore della
costante di fase; ad esempio, in una linea a 380 kV con conduttori a fascio binato risulta
& = (0,048 + j1,065)10 3 km 1 .
K
Le (III.3) sono due equazioni differenziali del secondo ordine. La funzione V x ,
integrale della prima, ha, come ben noto, la forma:
& &
V x = Me Kx + Ne Kx (III.4)
con M ed N costanti di integrazione.
dV x & e K& x NK
& e K& x
= MK (III.5)
dx
e sostituendo la (III.5) nella prima delle (III.2), si ottiene la funzione I x , integrale della
seconda delle (III.3), e cio:
4
Ix =
1
(
Z& o
& &
Me Kx Ne Kx , ) (III.6)
con:
z& 1l (r + jL s ) Z& 1l (r + jL s )a
Z& o = = = = ,
l
y& 1 (g + jC s ) Y&
1
l
(g + jC s )a
Vp = M + N
Ip =
1
&Z
(
MN, ) (III.7)
o
da cui si ricava:
(
M = V p Z& o I p / 2 ) . (III.8)
N = (V p + Z& o I p )/ 2
Sostituendo, poi, nelle (III.4) e (III.6) i valori trovati di M ed N , e ricordando,
inoltre, che:
& & & &
e Kx + e Kx & x; e Kx e Kx &x
= cosh K = senh K (III.9)
2 2
si ha in conclusione:
V x = V p cosh K & x Z& I p senh K&x
o
(III.10)
Vp & x + I p cosh K
&x .
Ix = senh K
Z& o
5
Al fine di ricavare il circuito monofase equivalente a parametri concentrati della
linea, si particolarizzino, in primo luogo, le (III.10) per x = a, ottenendo cos i valori
della tensione V a e della corrente I a in arrivo:
(III.11)
Vp & a + I p cosh K
& a.
Ia = senh K
Z& o
Va (III.12)
Ip = & a + I a cosh K
senh K &a .
Z& o
& Va + B
Vp = A & Ia
; (III.13)
& Va + D
Ip = C & Ia
ne consegue che una linea, ai suoi morsetti di ingresso e di uscita, si comporta come un
doppio bipolo lineare passivo le cui costanti quadripolari assumono i valori:
&
& =D
A & = cosh K
&a , B
& = Z& senh K & = senh Ka .
&a , C (III.14)
o
Z& o
Come ben noto, poi, possibile rappresentare un doppio bipolo lineare passivo
attraverso un circuito monofase equivalente a a costanti concentrate (fig.III.2 b), i cui
parametri sono legati ai valori delle costanti quadripolari attraverso le relazioni indicate
nella fig.III.2 b) stessa.
Ip Ia
Vp Va
a)
6
I p I a
.
Z*
. .
Z* = B
. .
Vp Y* Y* Va . .
A-1
Y* = .
B
b)
Fig. III.2 - Doppio bipolo lineare passivo: a) schema a blocchi; b) circuito equivalente
I p I a
. . . . .
Z* Z* = B = Z 0senh(Ka)
. .
. . . A-1 cosh(Ka) - 1
Vp Y* Y* Va Y* = . = . .
B Z 0senh(Ka)
Fig. III.3 Circuito monofase equivalente a parametri concentrati di una linea trifase
(III.15)
&
& 1
A cosh Z& 1l Y& l 1
1 Y&l cosh Z& 1l Y
& l 1
1
Y* = = = 1 ;
&B 2
Z& 1l & lY
&l Z& 1l Y
&l
1
senh Z 1 1 senh Z& 1l Y
&l
1
Y&l 2
1
7
se, adesso, si osserva che per linee corte il prodotto Z& 1l Y
& l piccolo e, pertanto, il seno
1
iperbolico si pu confondere con il rispettivo argomento, e che il coseno iperbolico si
pu approssimare con i primi due termini del suo sviluppo in serie, dalle (III.15) risulta:
&l &l
&Z* = Z& l senh Z1 Y1 Z& l = r l + jX l
1 1 1 1
Z& 1l Y
&l
1
(III.16)
Z& 1l Y
&l
1
Z& 1l Y
&l 1+ 1 & l
1
( )
&l
Y cosh &l
Y Y 1
&*=
Y 1 1
1 2 1 = g 1l + jB1l ;
2 Z& 1l Y
&l
1
2 Z& 1 Y
l &
1
l
2 2
senh Z& 1l Y
&l
1 2
2
il circuito monofase equivalente alla sequenza diretta di una linea corta , pertanto,
quello della fig.III.4.
Ip Ia
.l
Z1
.l .l
Vp Y1 Y1 Va
2 2
I I
p
.l a
Z1
Vp Va
8
Nei trasformatori di potenza la resistenza equivalente degli avvolgimenti
piccola rispetto alla reattanza equivalente di dispersione X1e, per cui l'impedenza di
dispersione si pu ritenere data da:
Z1cc = R12e + X 12e X 1e . (III.7)
Ecc% En2
3 = Z 1cc X 1e . (III.8)
100 S n
avendo indicato con E1n la tensione nominale del primario e con Sn la potenza apparente
nominale del trasformatore trifase.
Nel caso in cui la potenza del trasformatore non sia elevatissima, nota la potenza
dissipata nella prova in corto circuito del trasformatore, Pcc, possibile calcolare
separatamente la resistenza e la reattanza equivalente del trasformatore.
2.3 Carico elettrico e generatore sincrono
Un carico (o un generatore sincrono) collegato a un nodo di un sistema pu
essere rappresentato da una corrente uscente dal (entrante nel) nodo in esame
(fig.III.8). Le relazioni che permettono il calcolo di tali correnti sono oggetto di studio
di corsi specialistici nel campo dellanalisi dei Sistemi Elettrici per lEnergia e sono
piuttosto complesse, in quanto, tali correnti non dipendono solo da grandezze
caratteristiche del carico o del generatore sincrono, ma dipendono dalle condizioni di
funzionamento dellintero sistema.
9
Pi in generale, possibile utilizzare anche altre rappresentazioni circuitali della
rete a monte del punto di consegna dellenergia elettrica e dei carichi. Nel seguito si
riporter un elenco dei circuiti pi utilizzati nellambito dello studio dei sistemi elettrici
industriali.
2.3.1 Calcolo dei parametri relativi alla rete MT a monte del punto di consegna
corrente di corto circuito, Icc, oppure potenza apparente di corto circuito, Scc;
valore della tensione concatenata, V1n.
Dai dati forniti si pu determinare limpedenza totale, ZR, a monte del punto di
consegna con la seguente formula:
E V 3E 2
Z R = 1n = 1n = 1n (III.9)
I cc 3 I cc Scc
Nel caso di alimentazione a tensione nominale superiore a 35 kV con linee
aeree, la suddetta impedenza pu venire assimilata ad una reattanza pura.
Negli altri casi, in assenza di dati specifici, si pu assumere che:
R R = 0 ,1 X R ; X R = 0 ,995 Z R . (III.10)
Per quanto riguarda la modellazione del carico, come detto in precedenza, essa
rappresenta un problema di non facile soluzione in quanto la corrente assorbita dalla
stragrande maggioranza dei carichi varia con la tensione che li alimenta. Si ricorre,
pertanto, nella pratica e per calcoli di progettazione di prima approssimazione, a modelli
semplificati. Nel seguito, se ne analizzeranno tre:
- a corrente costante;
- ad impedenza costante;
- a potenza costante.
Pn
n = arctg (Qn /Pn ) e n = . (III.11)
3 n cos n
10
In fig. III.10 sono riportati i diagrammi che riportano, per i diversi modelli,
landamento della tesione ai capi del carico in funzione della corrente assorbita.
Dallanalisi della figura, possibile notare che la rappresentazione a corrente costante
(linea nera a tratto continuo) non in grado di portare in conto variazioni della tensione
in ingresso.
La caratteristica esterna del bipolo equivalente che rappresenta il carico, cio il legame
funzionale tra la tesione ai capi del carico e la corrente da esso assorbito, avr un
equazione del tipo:
I=In=cost. (III.12)
1.2 P=cost
1.1
Vmax
1 Piccole variazioni
della tensione di
alimentazione
E [p.u.]
0.9 Vmin
I=cost
0.8
Z=cost
Comportamento
reale
0.7
0.6
In
0.5
0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 1.2
I [p.u.]
Fig. III.10: Caratteristiche esterne del carico per differenti modellazioni
I n e j
= n (cos n j sin n ) .
&
n
I
Yn = Gn jBn = (III.13)
En En
11
Moltiplicando e dividendo per 3En, si ottiene:
3En I n
Gn jBn = (cos n j sin n ) = Pn 2 j Qn2 (III.14)
3En En 3 En 3En
e quindi:
& 1 3En2
Zn = = . (III.15)
Y&n Pn jQn
In fig. III.10 sono riportate anche le caratteristiche esterne relative ai modelli a potenza
costante (linea rossa a puntini) ed al caso reale (linea verde tratto punto). In entrambi i
casi non possibile ricorrere a circuiti equivalenti lineari bens, necessario ricorrere a
componenti non lineari.
In particolare, con riferimento alla modellazione a potenza costante, si pu procedere
come nel caso precedente, per, questa volta senza assumere che la tensione sia quella
nominale, ottenendo:
3E 2
Z& = , (III.17)
Pn jQn
E2 cost
E = ZI = IE= , (III.18)
cost I
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