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BIBLIOTHEQUE DE L’ANTIQUITE TARDIVE PUBLIEE PAR L’ASSOCIATION POUR L'ANTIQUITE TARDIVE 3 “HUMANA SAPIT” ETUDES D’ ANTIQUITE TARDIVE OFFERTES A LELLIA CRACCO RUGGINI Edité par . Jean-Michel Carri et Rita Lizz Testa Préface de Peter Brown BREPOLS Giuliano Volpe IL MATTONE DI JOHANNIS* SAN GIUSTO (LUCERA, PUGLIA) Ultima in ordine di tempo tra Je numerose acqusizioni cffetuate nel corso degli scavi dellinsediamento rurale di ef romana e tardoantica di San Giusto, nel teritorio di Lucera, & la scoperta di un interessante mattone con un monogram impress. Com'éormainoto, queso sito della Puglia setentronale, fino a pochi anni fa del tutto seonoseiuto, stato individuato casualmente nel 1995, durante i layori per la eostruzione della diga sul torrente Celone (fig. 1). Le ricerche Abbrevinzioni ~ P. Chr. Ital. = Ch. Pietri~ L. Pietri 4.) Prosopographie chrétienne du Bas Empire, 2. Prosoposraphic de Ualie ebréiienne (313-604), Rome, 2 vol, 1999-2000). — PLRE IL A = J. R, Martindale, Prosopography of the Later Roman Empire, vol 2, A.D. 395-527, Cambridge, 1980: vo. 3, A.D. 527-641, Cambridge, 1992. — Sam Giusto = G. Volpe (2 ‘cura di), San Giusto. La vit, fe ecclesiae, Bari, 1998, * Sono molto feice di dedicare questa breve nota, stimolata da una delle ricerche, quella sul sito di San Giusto, che pit mi ha ‘mpegneto neg ultimi anni, alla prof sa Lellia Craceo Ruggini suo alia annonaria (cui, con D. Vera, ho fortemente voluto Ja ristampa nella colana Munera edita da Eipuglia)¢ i suai ‘anti lavori successivi sono sempre stati per me archeologo, ‘un ilursinante fonts di spirazione ed anche un modello di storia total, capace di stimolare un dislogo ative con gli archeolog! ed esempio di un uso intelligente e correo anche delle font material 1. Sono molto grato 2 quanti mi hanno fornito sugeerimenti e indicazioni wili per Vinterpretszione del monogzamma, in partcolae il praf, N. Duval, ed inoltre C. Carlet, A.B, Flle, ER. Giuliani, F. Grelle, M. Turchiano, E. Zanini 2.Giiscavi somo sia realizaati, sotto la drezione dl chi serve, da paste del Dipartimento di Studiclassicie cristani dell Universita «i Bar, su incarico della Soprintendenza Atcheologics della Puglia I risultati degli ssavi sono stati resi noti in una serie di contribu: eft. G. Volpe A. Biffino-L. Pietropaoto, La villa, fa sttio, Pocclesia. Scavi nel sito tardoantteo di San Giusto (Lvcera) relazione preliminare 1995, in VetChr, 33-1, 1996, 1p. 163-218;6. Volpe, Comtadins, pastor e mercant nell Apulia ‘ardoantca, Bai, 1996, pp. 160-181; G. Volpe etal, complesso ppaleocristiano di San Giusto (Lucera), Seconda relazione stratigrafiche sono state condotte, nel eorso di quattro cam pagne di scavo trail 1995 ¢ il 1999, su una superficie di cirea m? 5,000, corrispondente 2 poco meno della meti delarea archeologica residva (circa m* 12.000) (fig. 2) risparmiata dai mezzi meccaniciimpegnati nei lavoriedili€ posta allinterno della diga, attwalmente sommersa dalle aque. Gli scavi hanno consentit di ricostrure, almeno nelle linee generali, a lunga © complessa storia di questo insediamento rurale del Tavoieresetentrionale,sicuramente uno dei pid! importanti dell’intera Italia meridionale tardoantica, collocato lungo una strada che si sviluppava nella valle del Celone tra Aecae e il porto di Sipontum, @ breve distanza da altri due centri urbani, Luceria e Arpi- Ripercorrendo in estrema sintesi la sequenza insediativa, si pud ricordare che la prima attestazione & relativa verosimilmente ad una piccola casa colonica di et tardorepubblicana-primoimperiale, inserta nella grande centutiazione nota nel territorio, cul fece segulto una grande Villa, dotata di lussuost ambient residenzialic di un ampio settore produttivo, che conabbe un sensibie ingrandimento {neta tardoantica, tra 1V e VI secolo, Nel V sccolo alla ville Siaffiancd una chiesa ate navate, provvista diun imponente battsteo a pianta centrale e abbellita da mosaicic alr ricchi arr; tra V e VI secolo il complesso paleocristiano si ampli coma costuzione di una seconda chiesa, parallel alla prima, specificamente destnats a funzioni cimiteriali ed anche con Vaggiunta di altri van, tra cui un edificio termale.Intorno alla meti-seconda meta del VI secolo la prima chiesa fu abbandonata in seguito ad un incendio; la seconda chiesa fu perianto tasformata per accogliere al suo interno tute le _prefiminare (scavi 1996), in VeChr, 34,1997, pp. 111-152; eft. ‘anche G. Volpe-P. Favia-R. Giuliani, Chlese rural del'Apatia tardoanticaealtomedievale, ia Ph. Pergola (acura di, Alle origin! della parroceiarurate(IV-VIN se). Att dela giornatatemaiea dei Seminar di Archeologia Cristiana (Roma, 18.3.1998), Citta del Vaticano, 1999, pp, 276-285, nonché in una prima monografia, {San Giusic), cu si rinvia per ulterior approfondiment. Humana sapit ~ Mélanges en Vhonnewr de Lellia Craceo Ruggini, 2002, p. 79 4 93 4G. VOLPE Fig. 1~ San Giusto (Lucera). Veduta aerea del sto all’inerno deta dia (scavi 1997) ‘i nolano a chiesa doppia e pate della villa tardoantica (Toto G. Volpe). attivit Jturgico-sacramentali prima suddivise nell’edificio doppio; tra VIT e VII secolo, dopo una lungs fase di vita sompre pit stontata, ledificio di culto e l'insediamento circostante furono progressivamente abbandonati 1, TL MATTONE Il mattone, oggetto di questa nota, 2 stato rinvenuto in ‘uno degli ambien alla villa, realizzati in et& tardoamtica, a nord-est del setore produttivo con gli impianti vinarie ad est di un ambiente absidato davanti al quale era attiva, trail V e il VI secolo, una fornace per la produzione 4i ceramiche da cucina. I vani da cui proviene il mattone, tutti di modeste dimension’ e con un carattete marcatamente ovevano essere destinati presumibilmente ad antivith artigianalie alla conservazione di derrate alimentari, attrezzi, nonché forse alla sistemazione del personale impegnato nei lavoriagricoli (ig. 3). Tl pavimento in aleuni da lastre e mattoni di terracotta: ed & proprio un ambiente con queste caratteristiche (amb. 68) che ha restituita il mattone con il monogramma. Non & semplice pertanto precisare se esso fosse stato impiegato nelle murature o piutiosto nella pavimentazione. Altri mattoni della stessa forma, alcuni con wm una °X° incisa su una faccia, sono stati rinvenuti negli stessi vani, dltte che nel complesso palencristiano. Lo strato nel quale i mattone con monogramma ® stato recuperato non cconteneva purttoppa reperti significativi che possano consentite un inquadramento cronologico preciso: la datazione del contesto & pestanto da porre con una certa appressimazione nel V-VI secolo 4.C. 1 mattone, di forma quadrangolare, pedale (em 29x29, spess.em 3) (lg, 4)’ presenta su una faccia un monogramma, 3. Il modulo del mattone rientra sei canoni della produzione lateria trdoantics, ben artestata in Daun (ei infra), ma non consent, al momento, una pid precisa definizione eronologica, A tale proposito servitedbero studi specific, come quello realizzato per Il terttorio serbo da M, Jeremi 1’évolution du format des briques sur le teritore de fa Serb, de VAntigaaté ‘aw Moyen Age, in MEFRM, 109, 1997, 1, pp. 7-20: varie informazioni anche su questi aspetti sono contenute in P, Boucheron - H, Brose -¥. Thebert (Ed), La brigue ante et ‘nédiévale. Production et commercialisation dn matériau. Ac- tes de collogue international (Sain-Cloud 1995), Rome, 2000 -im$. Gelichi-P. Novara acura, daerizinel?alto Medioeve italiano, AUG della giomat di stuei Ravenna, 1997), Ravenna, I. MATTONE DI JOHANNIS 81 2 'S.Giusto Planimetria delle ‘ree indagate (1995-1909) Fig, 2 ~San Giusto (Lacera). Pianta generale degli seavi 1995-1909 (diseyno G. De Felice, Univ. Foggia) con letere in rlievo (alt, em 11,7), disposte secondo uno di Giustiniano: pare accertatoinfatti che epartre dalla meta schema quadrat,tipico dei monogrammi databilientrol’eta del VI secolo circa prevalse lo schema cruciformet 2000, Una icera specifica sulle tecnichecostrattive ci material adllizi di eta tardoantica nella Puglia ceateosettenzionale & atalmcat in corso dapat GR Giuliani (eh: Hademn, Materia, p18, fig. 127; B, Zanini, sv. Giustiniano, in Enciclopedia leonicke cosrutivee nals raigrafen degli eft refigios’ _dellarte medievale, Roma, 1995, p, 813). Tra i numerosi e cv di eta ardoantica nella Pasta centosetentionale, esi comfont con monograrm analog sicuramente del VI solo 4 datoato, Roma, 200}. e pi precisament diet gustnianeo, suficient ohiamore i 4. N. Duval nN. Duval-B, Marin=C, Metzger(6) Salona _famoso moaogramma del vescove Massimiano di Ravenna (ft. 1, Scupure archivsctrate Rome-Spi, 199, p10; cftatoko FW. Detchmann, Ravenna. Hauptstade des Spatantiken badea 1966; sui monogrammi ravennati cfr. E. W. Deichmann, Ravenna. Hauptstadt des Spatantiken Abendlandes, 2, 2, Wies- aden, 1976, pp. 31-33, con alte indicazioni specifiehe ig. 8 ~San Giusto(Lucera).Anello con monogramma (disegno ‘VeAcquattedds, Univ: Bar. ig, 6— San Giusto (Lucera). Anello con monogramme (disezno V. Acquaftedda, Univ: Bar). Fig. 7~ San Giusto (Lucera), Anelo con X (disegno ‘VeAcquattedds, Univ: Bar) Fig. 8 San Giusto (Lucera). Sigilo encaisticn in teracotta (ole G. Volpe) 6M, Silvesrini, Stele fnerariaiserta, ia San Glusto, pp. 45- 48, 7.P. De Santis - R. Giuliani, I cored? funerari, in San Giuso, pp. 221, 223, fig. 291.2 (alla womba bisoma 43-44); Papell di fig, 6 sata rinvenato in stati superficial, 8, P.De Santis R. Giuliani, cored! fumerari cit. (n.7), pp. 222- 223, fig, 2918 (dalla omba 39), 9.G. De Felice, in San Giusto, pp. 273-274 84 G. VOLFE Fig. 9— Roma, San Clemente, Pluteo con il monogramma di ‘papa Giowann’ Il (da F. Guidobald - C. Barsanti- A. Guiglia Guidobaldi, San Clemente, cit. [n. 10} fig. 78, 12). Fig. 10— Lion, Tesoro dela ettedale, Captello con it ‘monogramma di papa Giovanni It (da F. Guidobald, Sant Clemente, ct. n.10),p. 166, fie. 157) Fig. UL ~ Canosa, Mastone con il monogramma del vescovo Rutino (foto G. Valpe). Fig. 12 Chiese di San Leucio, Mattone eon il manogramma del veseovo Sabino (oto G. Volpe), Fig. 13 — Compless psloocristiang di San Pietro; partcalare di ‘un mattone coa il monogramm del vescova Sabina wilizzata nella pavimentazione(seavi 2001) (oto G. Volpe) IL MATTONE DI JOHANAIS 86 un ulteriore motivo per attibuire un interesse particolare al monogramma del mattone. Emerge immediatamente Ia grande somiglianza con il celebre monogramma di papa Giovanni Il (533-535) sui plutei dela chiesa di San Clemente a Roma (ig. 9)" ed an- che sugli splendidi capitelli a canestro, presenti a Roma ancora nel XVI secolo nella basilica dei SS. Cosma e Damiano ed ora conservati nel tesoro della cattedrale di Lone (tig. 10) Limpostazione del monogramma @infatti ‘molto simile, nonostants la presenza della ‘S” inalto e della “0” all interno del triangolo formato dalle barre orizzontale ¢ verticale desta della “HY ¢ dalla barra obliqua della ‘A’. da sottlineareinoltre sia 'assenza della croee, comune ad entrambi i monogrammi (nei plutei due croei appaiono ai Jati della corona in cui 8 inscrito il monogramms papal), sia la predilezione per la forma greca fohannis al posto di Tohannes. Giovanni? un nome molto diffuso inet tardoantica, come si pud verificare facilmente scorrendo le pagine della Prosopography of the Later Roman Empire di J. R. Martindale™o quelle della Prosopographie de Italie chré- tienne diCh.¢L. Petr non tisulta,pertanto facile proporre ‘un'identificazione univoca assohitamente certa, Tra le ‘mumerose ipotesi possibili, preferisco limitare il campo a ‘due sole proposte cite non solo mi paiono le pi fondate, ma ‘che consentono anche di suagerire una serie di considerazioni ‘gencrali sul sito di San Giusto, 2.1L vEscovo Liipotesi pit probabile, anche perché pitt semplice ¢ ‘quingi pit capace di cogliere nel segno, porta ad idemtificare il Giovanni del mattone con un vescovo. Sono infatti melto evident le analogie tra il mattone di San Giustoe i ben noti ‘mattoni con i monogrammi di vescovicenosini Rufino (494- 499) (fig. 11) e Sabino (514-566, secondo la cronologia 10. F Guidobald, San Clemente. Gf edifci romani, fa basilica ‘paleocristiana ee fat altomedievali, Ror, 1992, pp. 162-163, fig. 155; F. Guidobaldi- C. Barsamti- A. Guiglia Guidobald, San Clemente. La scultura del VI secolo, Roma, 1992, pp. 93- 94, figg. 78, 122 11. P.Guidobald, San Clememe, cit (n. 10), p. 166, fi, 157. 12, PLRE TA. 13. POhr Kal, 14, Trai vari Giovenni rntraciabili tr V e VI secolo,limitando ‘ovviamente la ricerca all'ambito toritorite pid prossimo a San Giusto, si possono ricordare, ad esempio, due Giovanni della vieina Siponto, cit con Ta quale San Glusto era sirettamente connessa, not atraversodve lettered papa Gregorio Magao del [599 (Epp. 9, 12 ¢ 9, 174; oft P Chr fal, 1, pp. 1128-1129, 8. v.fohennes 112-113); un silievo particolae Sembra rivet i Giovanni sribunus Siponti G. voLrE (radizionale)(figg. 12-13)": le forti somiglianze riguardano infatti sia il supporto che Viscrizione. Anche i mattoni ‘canosini, evidentemente prodotti nelle figline vescovil ed ‘mpiegati in alcuni dei principal edifici di culto di Canosa e dei centri da essa dipendenti (come la chiesa di San Leucio, il Battisteto di San Giovanni, il complesso episcopale di San Pietro, gli edifici tardoantichi nell’area del tempio di Giove Toto, la chiesa paleocristiana di Barletta, Cane)", hhanno una forma quadrangolare (sia pure di dimensioni eggermente diverse, variabili mediamente da cm 29 a 31). Ultima in ordine di tempo @ la scoperta di numerosi ‘esemplati nel’ area di San Pietro a Canosa, dove &collocato il complesso episcopale paleocristiano, nel quale, secondo uun’operetta ugiogratica deglt ini del IX secoto, Ta Historia vitae inventionis translationis s. Sabini episcopl, sarebbe stato sepolto il vescovo Sabino; nel corso degli sca ‘condotti nel 2001 dalle universit di Foggia e di Bar edi da chi scrive, ® stato rinvenuto anche un ambiente {nteramente pavimentato con mattoni sabiniani (fig. 14-15), ‘mol dei quali con il monogramma veseovilea vista (fig. 13), La produzione laterizia eeclesiastica canosina prevedeva, ‘lice 2 quelli con monogramma, anche mattoni dello stesso 15, Su Rufino (P Chal, 2, pp. 143-1944, x. Rafius 7) © Sabino (iid, pp. 1975-1977, .v. Sabine, 7), cia generale sulla chiess eansina ef. G, Oxanto, Halla mordionae e Puta paléocristiane. Sagi storci, Bar, 1991, yp. 235-261; lem, La seanizacione la dace tvescov in R. Cassano (acu di, ‘Princip, imperaiori, vecovi. Duemila anni di storia w Canosa (catalogo dela mest), Venezia, 1992, p. 524-834 inpaticolare su Sabino A, Campione, Noe sulla Vit di Sabino di Canosa: inventoe rasa, in VtChr, 25, 1988, pp. 617-639; Eadem La vita et eulta di Sabino, in R. Cassano (cura), Princip, iinperatri, vescon, ct (8 15), pp. 832-834; A. Campione ~ . Nuzz0,La Daun ae origin critene, Basi, 1999, pp. 2729 16, Sui matoni di Sabino ef, peril Bast di S. Giovan Moreno Cassano 1! Battistero di San Giovanni a Canosa ia VesCir, 5, 1968, p. 170-171, fig. 11 per San Leuci: M. Falla Castelicanchi, Canosa date origint cristione ell invasione saracena (secoli IV), in . Berelli~ M. Fala Casetrane Canosa ra tardoamico e Medioevo, Roma, 1981, tv. XI (608 sched relatva}; per Parea di Giove Toro: R- Cassano, I ompia i GioveTro,inBadem acre, Princip. inperatori,vescoi cit (2.15),p. 7147; G. Volpe -C.D' Angela La cultura materiale ibid p. 896; 6. Walp, Comadia ct (a.2) pp 313-314, fig. 1225 G. Arab, Canosa di Pustio Bari. Via Umbrian in Taras, 1988, pp 121-124 tw LXII; zona dela Caters: M. Corrente Canosa di Paglia (Bar). Mausole di Boemiondo, in Taras, 1, 1995, pp. 118-119; per Barletta: P. Favia - R. Giuliani, Proesisenze sacre nel sonosuola della catedrale dt Baretia ‘Prine not sue indagindarcheologiche, in Verh, 34, 1997, 2 pp. 338339, fig. 5; maton i Rufino e Sabino sonata vnveron suche a Cane: natiziaia N. Lavermicooce, ineraiarchologi in Tera i Bar, Bari, 1997, pp. 82-83.

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