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Copyright 1984 Nicola Zanichelli Editore S.p.A.

, 8010gna
Serie di Architettura/17
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
di riproduzione e di adattamento totale o parziale
con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche)
sono riservati per tutti i paesi
Redazione di Anna Piccinini
Prima edizione: ottobre 1984
Ristampa:
6 7 8 9 1994 1995 1996 II Razionalismo
A mio padre italiano
..
a cura di Enrico Mantero
con Massimo Novati

Prefazione di Ignazio Gardella

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Stampato a 8010gna
dalla Graflca Ragno, via Piemonte 12,
Tolara di Sotto - Ozzano Emilia (8010gna)
per conto della N. Zanichelll Editore S.p.A.
via Irnerio 34, 40126 8010gna anichelli Editore Bologna
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Cuk. LI ~ =+ lS: 131 Cesare Cattaneo: Casa dello studente-Proqetto.
INDICE 132 Carlo Mollino: Nuova sede della Fderazion
Agricoltori, Cuneo.
134 P. Bottoni, C. Catta'neo, L: D'di, G. Giussani,
TOlAbo ll. 5 \ <1 i P. Lingeri, M. Pucci, G. Terragni, R. U$lerig!li:
Piano Regolatore cjLGomo,.Progettb di coricorso.
~ 139 P. Bottoni, P. Liriger, G. Mucchi, M. Pucci,
s ~ 'DC):so () S'8' G. Terragni: Fiera di Milano. Progetto di concorso.
142 P. Bottoni, A. Legnani, M. Pucci: Fiera di Bologna.
6 Prefazione di Ignazio Gardella.
8 Avvertenza e premessa di Enrico Mantero. Progetto di concorso.
146 Carlo Mollino: Sede della Societ Ippica, Torino.
149 Luigi Moretti: Casa delle Armi, Roma.
12 Introduzione A. Carminati, P. Lingeri, M. Nizzoli, E. Saliva,
~154
~30 Giuseppe Terragni: Ouartiere Cortesella, Como. M. Sironi, G. Terragni, L. Vietti: Palazzo Littorio,
Progetto di ristrutturazione. Roma. Progetto di concorso.
34 Adalberto Libera: Villa di Curzio Malaparte, Capri.
37 L. Figini, G. Pollini: Asilo nido, Ivrea. ~ . --;'160
-;>168
Giuseppe Terragni: Casa dei Fascio, Como.
C. Cattaneo, P. Lingeri, G. Terragni: Palazzo dei
Ricevimenti e delle Feste, Roma. Progetto di
40 La presunzione dei libero confronto. concorso.
50 Giovanni Muzio: Universit Cattolica, Milano.
174 La costruzione dell'autonomia.
54 Giuseppe Sommaruga: Complesso alberghiero,
Varese. 180 Cesare Cattaneo: Casa per Ia famiglia cristiana.
->56 Giuseppe Terragni: Officina dei gas, Como. Progetto.
Progetto. 183 Cesare Cattaneo: Alberghi, Ivrea. Progetti.
~ 59 P. Lingeri, G. Terragni: Casa Rustici, Milano. 186 P. Bottoni, G. Mucchi, M. Pucci: Case rurali, Valera
62 Giuseppe Pagano: Palazzo della Chimica, Torino. Fratta.
G. Levi Montalcini, G. Paqano: Padiglione delle 189 M. Asnago, C. Vender: Case coloniche,
Feste e della Moda, Torino. Torrevecchia Pia.
65 O. Aloisio, U. Cuzzi, G. Levi Montalcini, G. Paqano, 192 F. Albini, R. Camus, G. Palanti: Ouartiere popolare,
E. Sottsass: Via Roma, Torino. Progetto. Milano.
71 P. Aschieri, L. Ciarrocchi, M. De Renzi, M. Marchi, 196 Enea Manfredini: Centro culturale, Milano. Progetto.
C. Vetrani, G. Wittinch: Ouartiere Artigianato, ~199 L. Figini, P. Lingeri, L. Mariani, G. Pollini,
Roma. Progetto di concorso. G. Terragni: Accademia di Brera. Progetto di
75 G. Franzi, G. Vaccaro: Sede delle Poste e Telegrafi, ampliamento.
Napoli.
78 M. De Renzi, A. Libera: utncto Postale, Roma. 202 Cronologia.
80 Giuseppe Samon: Ufficio Postale, Roma. 206 Indice dei nomi.
83 N. Baroni, P.N. Berardi, I. Gamberini, S. Guarnieri, 208 Fonti delle illustrazioni.
L. Lusanna, G. Michelucci: Stazione ferroviaria,
Firenze.
86 G. Levi Montalcini, G. Paqano: Palazzo per uffici
Gualino, Torino.
--,,;;:. 89 Giuseppe Terragni: Edificio ad appartamenti
Novocomum, Como.
92 Giovanni Muzio: Ca' brtta, Milano.
95 L. Figini, G. Pollini: Casa ai Villaggio dei Giornalisti,
ry1ilano.
~98 Giuseppe Terragni: Asilo infantile Sant'Elia, Como.
100 Luciano Baldessari: Padiglione della Stampa,
Milano.

102 La presunzione dei convincere.


112 G. Cancellotti, E. Montuori, L. Piccinato: Sabaudia.
117 I. Diotallevi, F. Marescotti, G. pagano: Citt
orizzontale. Progetto per Milano.
122 G.L. Banfi, L. Belgiojoso, E. N. Rogers: Piano
Regolatore della Valle d'Aosta.
126 A. Sartoris, G. Terragni: Ouartiere satellite, Rebbio.
5
4
PREFAZIONE
e
nostro fare, ed tanto pi apprezzabile in un momento in cui
si pronunciano con troppa gratuita facilit assoluzioni e
condanne.
Dei resto il Razionalismo italiano, nella molteplicit dei suoi
aspetti e delle sue declinazioni, e forse ancora troppo vicino
ai nostri occhi per cui si pu dire, un po' paradossalmente,
che non riusciamo a vede rio chiaramente, non riusciamo
almeno a vederlo in una quella giusta prospettiva in cui
Enrico Mantero e nato a Como in un'area geografico-cultu- Mantero ci aiuta a collocarlo.
rale che da epoche lontane ai nostri giorni, dai maestri Devo per qui avvertire che io non sono un critico d'arte, ma
comacini, da Borromini a Sant'Elia e a Terragni, per limitar- e
un architetto che si sempre espresso, bene o male, pi con
mi ai primi nomi che mi vengono in mente, ha avuto una sua le opere che con le parole e quindi non voglio certo tentare
costante e originale presenza nel fluire secolare dell'archi- una esegesi approfondita dei pensiero di Mantero.
tettura italiana. Ho tuttavia aderi to volentieri ancor prima di leggerlo alia
Una presenza, sempre legata e aderente ai fare, alia con- cortese richiesta di una breve presentazione dei suo libro,
creta realt dei costruire. Anche i disegni che ci ha lasciato
Sant'Elia, un maestro senza opere murate, non sono mai
fine a s stessi, come quei quadri d'architetto che hanno
~ . perch stimo sia Ia sua intelligenza, saldamente ancorata
nello specifico dell'architettura, sia Ia sua seriet nell'affron-
tare i problemi senza lasciarsi trascinare dai mutevoli venti
oggi tanto successo e si vendono nelle esposizioni. Sono, delle mode.
quelli di Sant'Elia, disegni di progetto che vogliono rappre- e
L'architettura italiana e mondiale in crisi e si presenta oggi
sentare I'idea di una costruzione, innovatrice ma tutt'altro con una diversit e disparit di linguaggi che rischiano di
che fantastica o astratta da una possibile futura citt per gli cadere in una babelica confusione.
uomini. 10 spero tuttavia che Ia crisi sia positiva. Anzitutto perch
10credo sempre piu nel valore delle radici sotterranee che contribuisce a rompere Ia chiusura dogmatica e I'anonimo
assorbono dai terreno circostante, dai luoghi e dalle vicende squallore dell' /n terna tiona/ Sty/e in cui alcuni vedo no I'esito
dei luoghi in cui si svolge Ia nostra vita, i succhi che alimen- negativo dei Movimento moderno. Poi perch riafferma, con
tano Ia fioritura delle successive stagioni dell'arte, diverse maggior forza, I'esigenza di ritrovare in noi le radici dei
ma non immemori I'una delle altre. Queste radici si trovano, passato, di riportare il passato nel presente. Di riportarlo
mi pare, anche nell'acuto saggio dei comasco architetto non solo a parole, ma anche nella consapevole memoria dei
Mantero sul Razionalismo italiano che ha avuto, proprio a suoi risvolti formali e morfologici che permettono di non
Como, in Giuseppe Terragni il suo maggior protaqonista. limitare illinguaggio architettonico alia comprensione di una
e
II Razionalismo italiano anche se recente non piu attuale ristretta /ite, ma di estende rio e di renderia comunicabile a
e
come 10era nei miei giovani anni. Non detto tuttavia che tutti gli uomini.
abbia completamente esaurita una carica stimolatrice attiva 10credo, concludendo, e 10dico per I'utilit che come lettore,
e non di sola memoria storica, pur nel suo diffondersi in anzi come lettore architetto, io stesso ne ho ricavato, che il
cerchi concentrici sempre pi larghi e meno avvertibili come libro di Mantero ci aiuti con Ia sua illuminata analisi, a una pi
quelli delle onde provocate da un sasso lanciato nel lago. precisa conoscenza e valutazione dei Razionalismo italiano,
Mantero rivisita il Razionalismo italiano non o non soltanto un periodo della nostra storia che non pu essere n igno-
con I'occhio dello storico o dei filologo attento soprattutto a rato n cancellato.
costruire un sistema di teorie e di rapporti, che molto spesso Ignazio Gardella
gira a vuoto su s stesso. Lo rivisita, invece, con I'occhio
dell'architetto che - come egli stesso scrive - vuol studia-
re momenti nei quali spera di trovare spiegazioni per I'ope-
rativo. Egli cerca cio di capire, nel suo rapporto con Ia
storia, I'operativit che l'ha preceduto e di estrarre, anche
dai frammenti della storia, impulsi e stimoli per Ia sua e Ia
nostra operativit, di rintracciare e di riannodare quel filo
sottile ohe lega il presente ai passato e il futuro ai presente,
quel filo senza il quale non esiste n presente, n passato,
n futuro.
Cio appare chiara anche dalla struttura inconsueta dei suo
saggio, che non vuol essere monografico e procede con
"una analisi dei razionalismo a ritroso", senza diffondere su
di esso una illuminazione costante, monotona, uniforme,
proiettando invece lampi di luce su aspetti, magari apparen-
temente minori o meno noti, ma piu utili ai suo assunto. Ne
risulta con maggior evidenza e incisivit il carattere di una
istruttoria condotta ai fini di un giudizio che non vuol
essere una sentenza ma che tende ad avere riflessi sul

7
6
AVVERTENZA E PREMESSA regime normativo e funzionalista e che, pur accettandolo
come un dato della storia, costruiranno un cammino meno
lineare ma pi ricco.
Rimangono pertanto relegate a margine le battaqlie ideo-
logiche, gli ideologhi, i critici (Persico una volta tanto paga
per tutti) per dare il campo piu ampio alie opere pi auto-
nome privilegiando, tra esse, quelle tarde e inedite, le ulti-
Credo doveroso precisare che non sono uno studoso dei me in quanto poco saggiate dalla critica corrente.
Razionalismo, nel senso della sistematicit degli studi e In definitiva devo dire che mi interessa pi di ogni altra cosa il
della ricerca in genere, e cio soprattutto dovuto a un mio laboratorio dei razionalisti e I'atteggiamento che da que-
particolare rapporto con Ia storia che mi vede molto spesso sto modo di lavorare discende. 11laboratorio come gesta-
studare momenti nei qual i spero di trovare spiegazioni zione, difesa, attuazione di un'opera, il laboratorio come
per I'operativo. ambito specifico ma concettualmente ampio, illabora-
Nel tema dei rapporto storia-progetto sta I'obiettivo pi torio come roccatorte contro I'ideologismo, illaboratorio,
generale di questo saggio, nel senso (anche se non svolto infine, come luogo della conoscenza.
sistematicamente) delle questioni circa Ia finalizzazione di-
retta o meno dei rapporto stesso. Si tratta di una questione
~ . Ecco allora il perch della scelta di alcuni progetti come
frammenti contro una globalit forzata, frammenti di un
oggi molto dibattuta ai punto che il confronto tra incursio- processo logico dei fare architettura. Ouindi frammenti
ni diverse (quelle di un architetto nella storia e quelle di uno come testimonianza di una discriminazione attuata all'inter-
storico nell'architettura) dovrebbe chiarire un interrogativo no di un corpo, di una vicenda storica, il pi delle volte intesa
oggi scientificamente fondamentale che riguarda Ia legitti- forzatamente come cultura unitaria. Fare architettura un
mit di una storiografia tutta progettuale a fronte di una non atto individuale rivolto alia collettivit, un atto quindi con
progettuale. grandi connotzioni di individualismo, un atto ancora che,
Cosi anche se certe volte ho affrontato I'analisi di questioni nei migliori dei casi, rifugge dall'omologazione, crea e
culturali particolari e particolari progetti di architettura dei distrugge rapporti che oggi diremmo di gruppo e/o di ten-
perodo razionalista, I'interesse era pur sempre rivolto a com- denza.
pletare quel mosaico di punti di vista sulla citt e le sue E poi, da ultimo, frammenti come tappe di una sperimenta-
architetture che credo costituisca Ia linea originale dei Razio- zione che solo a posteriori, quindi in opposizione a storici-
nalismo italiano nel quadro dei Movimento moderno. smi e determinismi, segnano, ricostruiscono Ia strada di
Con I'occasione di questo libro ho tentato una prima con- un'epopea, per certi versi torzata, come vedrerno: quella
clusione, fatalmente discriminatoria, e che riguarda soprat- dei nostri protagonisti. Proprio alia fine di questo scritto si
tutto quelle opere, quei momenti che credo essere oltre che potr capire come Ia discriminante, nel momento dei Ia ricer-
maggiormente dimostrativi soprattutto quelli che, per i loro ca di autonomia, sta proprio nella moralit nel fare architet-
contenuti e modalit di svolgimento, sono Ia testimonianza tura producendo i frammenti piu belli ai quali ancor oggi
della a-periodizzazione. Voglio dire coe che esistono opere aggrapparci per attuarne fino in fondo le insite potenzia-
e momenti che trascendono qualsiasi giustificazione contin- lit.
gente per collocarsi sul Ia linea perenne della razionalit. Enrico Mantero
Da qui il tentativo di interrogarsi su quanto dei Razionalismo
permane sia come valore assoluto che come valore ancora
oggi didattico e su quali identit culturali, di area culturale, i
diversi razionalismi si fondassero e, infine, attraverso quali
stagioni problematiche abbiano svolto il cammino di que-
gli anni. Ouesta Ia struttura della mia ricerca. Non si tratta
di una periodizzazione storica, bensi dei riarticolare Ia vicen-
da per storicizzarla su un preciso obiettivo disciplinare.
Come tale intendo il fare architettura come atteggiamento
morale e razionale, il meno possibile omologato a una impo-
stazione metodologica.
In questo senso e a chiarimento di quanto dir tra breve, Ringraziamenti
voglio precisare che il corpo dei Razionalismo italiano
sfugge ai concetto classico di ragione e questo rappre- A Massimo Novati, allievo e prezioso collaboratore per tutta
senta un limite che 10ha caratterizzato, nel senso di stare Ia ricerca di questo saggio, Giancarlo Consonni e Antonio
piu nei concetti formali di ordine e di tunzionalit, caden- Monestiroli che hanno letto il dattiloscritto dandomi puntuali
do nel generale ed equivoco concetto di norrnativa e di consigli, Leonardo Mosso ed Emanuele Levi Montalcini che
funzionalismo, dominante negli anni Trenta. mi hanno forriito materiali dei loro genitori.
Le opere che prender in esame fanno emergere quella Infine il ringraziamento maggiore, a mio padre, ai quale
parte di verit che sfuggita da queijo che potremmo dedico questo lavoro, che mi ha sempre stimolato interessi
definire razionalismo deduttivo, liberandosi appunto dai profondi per I'architettura e per Ia ricerca storica.

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Dalla fine dei mio primo lavoro, nell'ambito dei Ia cultura dei
Razionalismo italiano, svolto come debito culturale e rifles-
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lettivo. Si tratta di un problema ai di fuori dei contenuti, e cio m". Ou" '1 i 1''''r<''''''. ,bt., 1:0. 'a-

I'ho scoperto rileggendo, questa volta spinto da propositi


per il divenire, le riflessioni, le testimonianze, nel momento ;:~;:~::;~1;:~:;~i,~~:"I}::1;
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cruciale della Ricostruzione, offerteci dai protagonisti

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sopravvissuti alia torzata epopeas". A, 'I."..


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Cercavo un'interpretazione diversa rispetto a quella di moi- ~,., ",
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ta pubblicistica che implicitamente decreta Ia seconda "II~

morte dei Razionalismo, dopo Ia prima decretata da Per- (


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sico nel 1934 con Ia scomparsa dei pi grandi tra i protago ~ I'.~I.J
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nlsti. Convinto come sono che razonallsrno una prassi R"a ",f~tli d",., pr-' do,'"'' d; ceo-

ideale, permanente nell'opera collettiva dell'architettura,


non potevo certo credere che I'impeto e Ia forza giovanile si
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fossero dei tutto consumati prima di quel grande appunta-
mento civile che stata appunto Ia Ricostruzione. Basti
pensare alia rapidissima e ondata ideazione dei Piano AR 1 Particolare di una pagina della rivista A, 1, 1946.
dei 1944, per Ia ricostruzione di Milano e ai dibattiti sulla
Ricostruzione comparsi in particolare sui numeri 1, 2, 5 dei
1946 della rivista A (Attualit, Architettura, Abitazione, do si tratta di rimuovere condizioni conservatrici o comun-
Arte), edita da Domus con i contributi di Bottoni, Diotallevi, que negative ai progresso dell'architettura.
Gardella, Zevi e altri". Infatti Ia questione dello stile va intesa (proprio grazie alie
In sostanza mi rifiutavo di procedere con intento monogra- polemiche di Paqano agli inizi e di Bottoni successivamente)
fico che avrebbe alimentato I'enigma dell'individualismo, come pratica dei progetto e in questo senso il Razionali-
dell'esperienza separata, a fronte, come vedremo, di una smo italiano indica due modi di intendere 10 stile nel proget-
realt ben pi sofferta da parte dei protagonisti nel tendere to: uno come modello da imitare (ed il riferimento delle
tra loro ai confronto. ~(- opere correnti dei Razionalismo e che non ho preso in esa-
La risposta a questi interrogativi mi si E}lpresentata guar- me) I'altro come risultato da raggiungere attraverso un per-
dandomi indietro, tenendo d'occhio il ribrendersi dei Ra- corso originale e di presa di coscienza interiore.
zionalismo, nelle reali offerte, nelle reali condizioni che Ia via Ecco il perch, allora, di una analisi dei Razionalismo a
eternamente tortuosa dell'architettura poneva in modo par- ritroso, a partire da quell'ultima primavera, da quel soffio,
ticolare, nel momento della Ricostruzione. Mi riferisco, con purtroppo impalpabile, di maturit, di libert sperata, che
ripresa dei Razionalismo, a quella frenetica e affascinante connota le opere tarde dei razionalisti italiani, legando stret-
attivit che accomuna ad esempio I'operato di ricerca e tamente a queste le riflessioni, le autocritiche, nel dimenarsi
produttivit di Bottoni per Ia IX Triennale, a quello stilisti- nella liberazione dai Regime'.
co di Albini, a quello critico di Rogers, a quello polttico e Significativo di questo momento autocritico 10 scritto di
polemico di Zevi, fino a quello artiqianal-politecnico di Argan a proposito di Frank Lloyd Wright, apparso su Me-
Ridolfis. tron, 18 (1947), importante anche, a mio giudizio, per una
cosi che I'interrogativo, nato dai riguardare condizioni definizione dei termine razionalismo e dei caratteri dei
ideologico-morali, si sposta verso questioni riguardanti Ia Razionalismo stesso:
coscienza di una continuit artistico-operativa ai di l delle
difficolt politichea". ..Nella terminologia critica dell' architettura moderna il termi-
Si tratta di questioni, pi volte poste dagli stessi protagoni- ne orqanico ha ormai decisamente surrogato il termine
sti, circa Ia capacit dell'arte, dello stile, dello strumento razionale. Vale per questi due concetti I'antitesi indicata
materiale, nonch di quelle inerenti l'operato artistico, quan- tra organico e costruttivo. Si chiamata razionale l'archi-

12 13
2 IV Congresso dei
CIAM, Atene 1933. In
primo piano, Le
Corbusier e Pietro
Bottoni.

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3 Giuseppe Terragni:
Progetto per il
quartiere Cortesella,
Como, 1940. Schizzo.
4 Adalberto Libera: Villa
Malaparte, Capri,
1938. Schizzo dei
prospetto.

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Ma cosa ha reso cosi lunga questa maturazione o per 10


tettura europea che ha fatto propria I'esperienza figurativa meno cosa l'ha tenuta per tanto sommersa? Non credo solo
dei Cubismo: per indicarne soltanto i vertici, I'architettura di le difticolt politiche ma soprattutto Ia poca volont di
Le Corbusier e di Gropius. Indubbiamente anche il raziona- aggredire le questioni di fondo e il rimanere in balia delle
lismo architettonico ostenta un atteggiamento nettamente correnti critiche. Vediamone rapidamente i fatti.
antitradizionalistico: nel senso che nella forma geometrica L'ostinata affermazione di internazionalismo, contenuta fin
cerca un valore assoluto, ai di sopra della storia. Ma per dall'inizio in tutte le enunciazioni teoriche e programmatiche
arrivare alia realt essenziale bisogna passare attraverso Ia dei vari gruppi razionalisti, non sarebbe mai emersa se non
scomposizione dei dato dell'esperienza, ridurre Ia natura dai ripercorrendo, operativamente, Ia storia della cultura dei
coacervo confuso delle apparenze alie sue leggi proporzio- contesto che ogni qruppo aveva alie sue spalle: di questo
nali e matematiche. Dunque non si vuole eliminare il natu- internazionalismo, nei tempi dell'intransigenza e forse an-
ralistico delle apparenze, ma riformarlo secondo le regole che della giovanile ignoranza, se ne ammetteva l'esistenza
fondamentali della ragione; non confutare una concezione solo per distinguersi dall'astrattezza delle avanquardie". E a
dei mondo, ma correggerne gli errori; non riproporre da capo questa consapevolezza, insita nelle opere tarde, quelle che
il problema della coscienza e della vita ma rettificarne le vanno appunto dai '37 ai '40, che rivolgo il massimo dell'at-
storture. La stessa confutazione della storia quanto mai tenzione.
discutibile, perch in ogni grande artista dei passato si fini- A mio giudizio, romanico, barocco, settecento neoclassico
sce prima o poi per scoprire un razionalista o un cubista [...]. sono di fatto le palafitte profonde degli ambitl cultural i e
Possiamo dunque considerare il cosiddetto razionalismo
architettonico come una serrata analisi o critica della tradi-
zione, diretta a rintracciarne i fondamenti pi autentici e 5 L. Figini, G. Pollini: Asilo nido, Ivrea, 1939/41. Veduta
originali, a restaurarne i valori essenziali: perci si ricondu- dei plastico.
ce, sia pure contro il classicismo accademico, a un classi-
cismo ideale e contro un naturalismo consuetudinario ai
fondamento stesso della idea di natura".
Questi fatti li ritroviamo nell'esperienza dei Razionalismo,
nel redde rationem degli anni 1937/40 laddove sembravano
convergere i pi nobili sforzi e i pi forti colpi di coda nel
momento, cios, in cui Ia parabola culturale , a mio giudizio,
piu significativa. Mi sembra, infatti, che il Razionalismo ita-
liano finalmente approdi a uno spessore culturale confron-
tabile con I'esperienza globale dei Movimento moderno.
Vedremo come, in questa analisi dei Razionalismo a ritroso,
le opere, che prima definivo tarde, proprio perch forte-
mente radicate nella cultura regionale, restino le pi con-
sapevoli di appartenere ai Movimento moderno. Tra esse,
soprattutto il progetto della Cortesella di Terragni, Ia villa
Malaparte di Libera, I'asilo di Ivrea di Figini e Pollini.

14 15
professionali di Milano, Roma e Torino, che raffiorano a
'\ cavallo dei secolo rispettivamente con le grandi ingegnerie e

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10. "
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architetture lombarde, con Ia costruzione delle citt capitali,

1'-'J_~.~ ~t.",. 'I'\


Torino e Firenze prima e successivamente Roma. In questo
... 1 senso, mi riferisco, ad esempio, alia Centrale di Trezzo

Ir,I,h"fi .
d'Adda di Gaetano Moretti e ai teatro Ouirino a Roma di De
-'''''-'i" Angelis. La solidit di questi riferimenti culturali, tipici dei
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\I"W.' ,c...; ~I
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., positivismo e dell'eclettismo, sar misconosciuta dall'equi-
. 1%, !.... l i i voco futurista e novecentista e non sar con forza usata dai
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.,"~~! tI.", nostri protagonisti, che rifacendosi allora, forse troppo

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debolmente, a queste radici in nome della tradizione presta-
rono il fianco a questa critica di Persico, in Punto e da capo
per l'Architettura:
"In Italia, I'architettura nuova era nata come suggestione
dell'estero; senza nemmeno risalire a D'Aronco, a Rigotti o
a Sommaruga, che hanno subito I'efficacia dello stile di Otto
~-"~.,' :
Wagner, basta ricordare Ia formazione intellettuale di molti
6 7' ' architetti nuovi: Baldessari che ha dimorato alcuni anni in
Germania progetta a Milano il primo negozio nuovo nello
6 Gaetano Moretti: Centrale elettrica, Trezzo d'Adda, stile dell'Espressionismo tedesco, Faludi e addirittura un-
1906. Veduta della facciata principale. gherese, Diulgheroff bulgaro, Gyra laureato a Vienna, Sar-
7 Giulio De Angelis: Teatro Ouirino, Roma, 1894. toris educato in Svizzera; senza contare le inevitabili in-
Facciata. fluenze subite da un Guzzi o da un Paqano nell'atmosfera
cosmopolita della Trieste anteguerra. E tutto questo forse
non vorrebbe dir nulla, se non si ponesse mente a un altro
fatto piu importante e conclusivo: I'architettura nuova riceve
gli impulsi maggiori a Milano e a Torino, in due citt indu-
striali dove il razionalisrno assume tono di rivolta ai mondo
borghese e di esperienza concretamente europea".
Certamente un salto, dovuto alia confuslone ingenerata
dalle avanguardie, viene fatto dai razionalisti, anche se non
e
si tratta di una negazione, come ben testimoniato negli
scritti dei Gruppo 7: certamente ancora le grandi citt cost-
8 Adalberto Libera: Palazzina ai Lido di Ostia, 1935. tuiranno Ia realt operativa ma Persico dimentica che non
9 Giuseppe Terragni: Novocomum, Como 1927/28. sono solo le citt industriali, ma anche i poli della tradi-
10 Annibale Rigotti: Casa in Via Roma, Torino. Scorcio zione culturale a registrare Ia vicenda dei Razionalismo.
dell'edificio su Via Viotti. Sono testimonianza di cio opere come le palazzine di Libera
ai lido di Ostia, il Novocomum di Terragni a Como e I'edificio
per uffici di Rigotti in via Roma a Torino.
Ma su questo punto, che reputo fondamentale, preferisco
ritornare quando esaminer i caratteri stilistici della prima
stagione dei Razionalismo, in stretto riferimento alie eredit
cultural i di ciascuna area geografico-culturale.
E cosi, superata Ia ventata della dialettica con il novecenti-
smo, sar il periodo dei consenso fascista a togliere nuova-
mente respiro a ogni riflessione circa I'appartenenza a una
prpria identit culturale. Ma anche su questa anticipa-
zione torner quando esaminer Ia seconda stagione
dell'esperienza razionalista, quella dei cosiddetti Grandi
Concorsi, caratterizzata, analogamente ai consenso de-
feliciano', dai cornprornesso tra regime e architettura
razionalista, fino all'epilogo, alia forzata epopea, che rap-
presenta Ia terza stagione, quella da cui. riflessivamente, ho
iniziato questa analisi. Volevo qui solo anticipare ricordando
che, poco prima dell'epoca dei Grandi Concorsi, il cosiddet-
to consenso produceva opere reiative alio Stato Assisten-
8 q1'~Z1. : ~ I ~eljf~", 9 10 ziale fascista e tra esse, soprattutto, le sedi dell'Opera

16 17
11 Gianni Mantero: Sede natura separata e, come tale, articolata dei razionalismi
O.N.B., Como, 1933. italiani e, soprattutto, delle vie diverse intraprese dai nostri
protagonisti nell'affrontare un tacito quanto enigmatico ac-
cordo comune. Su quel numero di Casabella I'intervento
di Ernesto Rogers, Catarsi, scritto nel 1946, ma vissuto
nel 1944/45, testimonia come anche nella stretta finale (Ia
quale non e una fine ma bensi Ia fondazione di nuovi vir-
gulti) permanesse quello stato di differenze, di esperienze
separate tra loro ma unite nel concorrere a formare, oltre i
caratteri tipici della cultura nazionale, in modo meraviglio-
samente inconsapevole, il quadro unitario dei Movimento
moderno. E su questa riflessione valgono le questioni che
porr subito dopo legate alie testimonianze apparse su
documenti pi recenti.
Ecco Ia preannunciata citazione di Rogers:
"Ognuno segui Ia propria strada secondo un destino che si
Nazionale Balilla e le Colonie marine e alpine. E qui cne confaceva alia natura e alia cultura di ciascuno; solo pochi
appunto vediamo Ia linea di resistenza nell'affrontare questi restarono estranei ai tormentoso cammino.
temi secondo propri riferimenti culturali oppure vediamo La fine tragica di Terragni, fulminato ai cervello dopo gli
scadere Ia progettazione nel simbolismo e nell'allusione, orrori della campagna di Russia, non ci consente di indagare
come e iI caso, rispettivamente, della sede dell'O.N.B. di oltre, ma gli altri, prima o poi, ebbero modo di chiarire a s
Como di Gianni Mantero e della colonia elioterapica di Cle- stessi i termini di un'intima coerenza intellettuale e morale. I!
mente Busiri Vici a Cattolica. contributo che tanti poterono dare ai riscatto nazionale e
Questi mi sembrano i punti di vista pi probanti per descri- quanto mai significativo, nomineremo solo i martiri: Beltra-
vere correttamente I'esperienza razionalista in Italia, in mi, morto tra i suoi partigiani; Banfi morto a Mauthausen,
quanto essa non e un'esperienza che cresce linearmente, per non dire di Belgiojoso che miracolosamente e tornato da
anche se basata su di una storia che nasce da fondamenta quell'inferno e di altri che, in diverso grado, osarono (il pic-
profonde, tanto antiche da essere quasi inizialmente igno- colo caro Lab fucilato dai tedeschi a Roma e sempre stato
rate dagli stessi prctaqontsti". . antifascista).
Si tratta, infatti, di un processo che non e in continuo dive- Ma qui voglio parlare di Pagano.
nire, come e il caso di molte esperienze europee, proprio Ebbene, gli architetti italiani moderni, pur avendo tra loro
perch continuamente turbato da fatti esterni - si badi non reciproca dimestichezza per anni e annl, non diventarono
estranei - e da questi sottoposto a continue verifiche, dif- veramente amici che quando l'uno pote svelare all'altro I'ac-
ferenti per ogni contesto, che si chiariranno finalmente, in quistata coscienza dei proprio antifascismo; cosi fu anche
parte, soprattutto nel quinquennio che va dai 1937 ai tra Paqano e me.
1942". Mi sia dunque concesso di rievocare I'amico con sincerit
l.'anatisi riflessiva parte dalla rilettura dei documenti origi- spregiudicata come piaceva a lui e di tracciarne il profilo
nali 12 fino a comprendere, tra questi, quel grande documen- forse incompleto (perch ignoro molti dati), ma, spero, non
to dei 1946 che e il n. 195/198 di Costruzioni Casabella troppo lontano dai reale".
dedicato a Paqano, nel quale si ritrova quanto dicevo all'ini-
Dalla rilettura dei documenti pi recenti, '3 ancora riferiti
zio e coe quell'ultima primavera dei Razionalismo all'af-
alie riflessioni e alie testimonianze dei protagonisti, fino a
facciarsi della Ricostruzione. Ho cosi trovato conferma della
com prendere iI numero della rivista Hinterland dedicato
all'architettura italiana dei primo dopoguerra, mi sembra di
12 Clemente Busiri Vici: trovare ulteriori conferme. Da un lato, Ia scarsa consapevo-
lezza iniziale dei primo Razionalismo di partecipare a un
Colonia elioterapica,
dibattito architettonico di portata europea e dell'isolamento
Cattolica, 1933.
culturale che ne consegue, nell'attuazione delle commesse,
derivanti (in modo diverso, come vedremo, per ogni conte-
sto) da condizioni di privilegiati rapporti con Ia borghesia, i
cui temi, come Ia condizione giovanile, vengono, per cosi
dire, supinamente accettati.
D'altro lato, Ia linea della maturazione si fonda sulla coscien-
za di culture regimali completamente diverse e ci concorre
a dialogare e dialettizzare col pi ampio dibattito della
cultura architettonica europea, con Ia partecipazione ai
CIAM e il carattere internazionalista delle Triennali di Mila-
12 no: un momento, questo, che precede Ia massima respon-

18 19
sabilizzazione politico-culturale dei Razionalismo italiano.
Carlo Belli, riprendendo le origini dei Movimento razionali-
sta, esplicita le condizioni giovanili:
"Qui si cominciava a mettere le mani avanti per difendersi
contro I'accusa di nordismo che sarebbe stata certamente
mossa dai tromboni ufficiali, meno che orecchianti in una
materia dov'erano proclamati maestri, incapaci di distin-
guere un Dudok da un Neutra, un Poelzig da un Aalto. Vi era
poi, sempre nello stesso comunicato, una raccomandazione
particolare di inviare 'tutto il materiale fotografico possibile
degli edifici pubblici che in questi ultimi dieci anni si sono
realizzati e progettati', gabellandoli per architettura dei
Regime. E questo appello un po' misterioso servir a com-
porre in uno spettacoloso fotomontage, quella famosissima
Tavola degli Orrori che fu si I'inizio di una grande battaglia,
ma anche Ia goccia che fece traboccare il vaso delle sanzioni
contro quei poveri ragazzi. Vecchi monopolisti dell'architet-
tura ufficiale, atrocemente colpiti in quella Tavola, vennero
alia riscossa e tnontarono"".
Bontempelli precisa come Ia linea della maturit si fondasse
sul superamento di uno dei problemi fondamentali delle
strettoie dei funzionalismo:
"I quali tagli sono di origine prettamente estetica, espressi-
va, e non strettamente funzionale. Tengo a questa sottoli-
e
neatura, perch il funzionalismo come stato il primo ecci- l
tamento verso Ia nuova architettura, cosi potrebbe prepa- I~, 14Dt'X"~&3
rarne Ia prematura decadenza, quando Ia funzione diven-
tasse pregiudizio ossessivo. Anche Ia funzione pu essere 13 Giuseppe Terragni: Progetto per il quartiere
e
letteratura. Gi altra volta si spiegato come I'architet- Cortesella, Como, 1940. Schizzo.
tura lavori entro il margine dei funzionale, e questa e
Ia sua 14 Adalberto Libera: Villa Malaparte, Capri, 1938.
libert"15. Veduta.
La vivacit delle problematiche di allora, come delle attua-
li, e, finalmente, bene espressa da Giuseppe Samon:
"Ho Ia profonda convinzione che stiamo affrontando un 15 L. Figini, G. Pollini: Asilo nido, Ivrea, 1939/41. Veduta
momento di importante revisione, alia ricerca di un signifi- generale.
cato diverso di quello proposto alia architettura dei grandi
Maestri dei Movimento moderno (Iasciamo stare se poli-
tico o di altra natural, attraverso iI quale essa dovrebbe
esprimere Ia propria specificit, prescindendo dagli apporti
e
di altre discipline da cui in passato si cercato di ricavare
contenuti in prestito. Questo processo di revisione deve
condurre a un chiarimento dei ruolo da assegnare all'iconi-
smo nell'individuazione dei nuovi significati dell'architettura
[ ..]Ia revisione in atto assumer le cautele necessarie a non
rompere con Ia tradizione intesa in senso profondo; ma
credo che per renderia operante sar necessario rifiutare
ogni processo evolutivo, ogni radicalismo, ogni concessione
verso forme storicistiche di ritorno ai oassto:".
Precedentemente avevo fatto riferimento alie palafitte dei
tripolo geografico-culturale dei Razionalismo come elementi
di certezza da cui derivare e com prendere i caratteri delle
opere piu mature, tarde, precatartiche, per diria con Erne-
sto Rogers, della crescita culturale della vicenda che stiamo
esaminando 17.
In questo senso si pu leggere, nelle opere alie quali sto

21
20
facendo riferimento in questa introduzione, Ia costruzione di materia prima pu disporre l'ltalia per aumentare questa
una linea moderna dell'architettura, di una linea consapevo- produzione, quale consumo si pu determinare con Ia larga
le che riprende i fondamenti contestuali dell'architettura applicazione dei metalli leggeri, in relazione alia nuova teoria
romanica, barocca e neoclassica, superando, attraverso della velocit e della leggerezza"19.
una visione dinamica dei ruolo dell'architettura nella citt, Infine in questo coacervo di problemi tutti ideologici e/o
sia le convinzioni e gli apparati stilistici dell'architettura tar-
tecnici, Ia reale condizione operativa dei Movimento si svol-
do ottocentesca e dell'eclettismo, sia le astrazioni futuristi- se nei modi che qui di seguito Gardella testimonia:
che e anche, infine, Ia pura e semplice risposta funzionalista
ai temi offerti dalla committenza sia privata che pubblica. E "Se c'era un rapporto tra architettura razionalista e Nove-
in questo senso che il progetto di Terragni per Ia ricostru- cento milanese, e un rapporto certamente c'era se non altro
zione della Cortesella a Como dei 1940/42, Ia casa di Libera per contemporaneit di tempo e di luogo, era un rapporto
per Curzio Malaparte a Capri dei 1938 e I' Asilo di Figini e 16 che a noi architetti razionalisti allora sem brava conflittuale.
Pollini per il Borgo Olivetti a Ivrea dei 1939/42 concludono Ia Ricordo, per esempio, durante una cena di architetti una
fase di costruzione dei Razionalismo e aprono a nuove pro- 16 Pienza Veduta della violenta dichiarazione di inesistenza dell'architettura di Gio
spettive di maggior libert, per quanto riguarda gli aspetti Piazza: Ponti fatta - Ponti presente - da Giuseppe Terragni [ ...].
propositivi e operativi. . A
Soprattutto - mi pare - con quella di Muzio, che io distin-
Infatti Ia strategia urbana della prima opera citata, che allu- guerei dagli altri architetti dei Novecento milanese. Muzio,
de a un ruolo tipico degli impianti romanici e rinascimentali, rifiutando sia I'Ecclettismo ottocentesco, sia il Secessioni-
Ia prorompenza paesaggistica della seconda, che allude ai smo viennese (ai quale aveva ammiccato anche Piacentini
ruolo ti pico degli impianti barocchi, cosi come Ia compostez- nel suo cinema romano) e basandosi sul suo amore e Ia sua
za della terza, che allude agli impianti tardo settecenteschi e attenzione ai mestiere dei costruire, si richiamava a una
neoclassici, sanciscono, a mio giudizio, Ia maturazione misura e a un ordine, un ordine archltettontco':",
rispetto ai corpo complessivo della storia architettonica. E Questa citazione di Gardella permette una prima conclusio-
cio vale anche per i caratteri di contemporaneit, di origina- ne, una prima e sommaria storicizzazione della vicenda,
lit dell'esperienza, che riconfermano I'appartenenza di cia- permette cioe I'avvio della seconda parte della mia introdu-
scuna di queste opere da un lato a un preciso contesto zione, tendente a delimitare le opere e le figure dei prota-
culturale, dall'altro, a una non equivoca interpretazione del- gonisti, facendo assumere ai contesti regionali il ruolo di
Ia tradizione; opere, infine, che mi sembra facciano giustizia cassa di risonanza della totalit delle esperienze".
nei confronti dei punto di vista di Persico che riporto qui. Ne esce infatti Ia riconferma dell'esistenza di diversi razio-
nalismi e diverse stagioni degli stessi, delle quali voglio anti-
"li razionalisrno italiano e necessariamente refrattario
cipare quelli che, secondo me, ne costituiscono i caratteri
all'impeto delle tendenze europee, perch in esso non maie general i.
stata una fede. Cosi, dall'europeismo dei primo razionali-
srno si e passati, con fredda intelligenza delle situazioni
La prima stagione e contraddistinta da una ntesas" nel
~ dichiarare i propri riferimenti stilistici che pesca no dalle sug-
pratiche, alia romanit e alia mediferraneit, fino all'ul- 17
ti mo proclama dell'architettura corporativa. L'obiezione che
questo processo, nei tre ultimi gradi bene inteso, corrispon- 17 La scalinata di Trinit
da all'altro dei Fascismo e troppo semplice e tendenziosa dei Monti a Roma in
19 L.Figini, G. Pollini: Progetto di un'autorimessa per 500
perch se ne debba tener conto; qui, si esaminer piuttosto auto, 1928. Veduta dei plastico.
un disegno
I'ultimo travestimento dei razonalismo italiano: Ia citt settecentesco.
corporativa" ".
Ma tutto questo ideologismo sembra essere contraddetto
da questo sorprendente contributo rife rito alia citt produt-
tva di Gadda apparso su L'Arnbrosiano:
"Gadda pose infatti il problema tecnico e teorico dell'am-
pliamento della produzione di metalli leggeri quali I'alluminio
e il magnesio, constatando che I'ltalia, per fortunata circo-
stanza naturale, produceva circa il1 0% della quantit mon-
diale di bauxite (in quel periodo Ia produzione italiana era di
circa 120.000 tonnellate annue; molte, se si confrontano, ad
esempio, alie 150.000 degli Stati Uniti). Nell'articolo Gadda
faceva cenno ai diversi campi di applicazione dell'alluminio,
e questo fu sufficiente ad accendere I'interesse di Arnaldo
Mussolini che in una lettera ai Direttore de L' Arnbrosiano 18
chiese che Gadda facesse conoscere, con Ia sua nota
competenza, quanto materiale di alluminio o leghe similari e 18 Novara, Palazzo dei
stato prodotto progressivamente in questi anni, di quanta Mercato sulla piazza
Martiri. I ~I

23
20 Pietro Aschieri: 2 Gio Ponti: Scuola di
Quartiere alia Matematica
Garbatella, Roma, all'Universit di Roma,
1929. Veduta e pianta 1934. Veduta
della Casa n. 9. dall'alto.

~ .

20 22

gestioni dell'architettura centroeuropea, come il caso dei evidenti, per ciascuno di questi razionalismi, rispettivamen-
Razionalismo milanese, con il progetto di autorimessa di te, il guardare direttamente all'esperienza costruttivista e
Figini e Pollini, oppure dalle suggestioni dell'architettura gropiusiana, il guardare alia internazionale dei barocchet-
vernacolare, come il caso dei Razionalismo romano, con il to, il guardare all'esperienza dei modernismo francese e
Quartiere Garbatella di Aschieri, oppure, infine, dalle sug- austriaco di Mallet Stevens e di Hoffmann.
gestioni mediate tra neoclassicismo e romanticismo vienne- La stagione intermedia, quella gi citata della ricerca di
se, come il caso dei Razionalismo torinese con Ia sede consenso, per tutti caratterizzata dallo svilupparsi dei
della Comunit Artigiano Fascista di Sartoris. Sono infatti dibattito, gi pi volte citato, tra storia e tradizione teso per

21 Alberto Sartoris: 3 L. Figini, G. Frette,


Edificio delle A. Libera, G. Pollini:
Comunit artigiane Casa elettrica,
fasciste, Torino, Triennale di Monza,
1928. Veduta della 1930. Facciata
facciata principale. principale.

23

24 25
24 L. Belgiojoso, Note
P. Bottoni: Piano per
Ia conca dei Breuil
dei PRG della Valle
d' Aosta, 1937.

1. E. Mantero, Giuseppe Terragni e Ia citt dei Razionalismo italiano. Dedalo,


Bari 1969.
2. Altre monografie si sono succedute, che sembrano alimentare questa con-
dizione individualistica e, in particolare, mi riferisco ai saggio di Eisenman dei
1979 intitolato Giuseppe Terragni. Transformation, Decomposition, Critiques. a
quello di Tafuri dei 1978 intitolato /I soggetto e Ia maschera e, infine. parte dei
saggio di Schumaker intitolato /I Danteum di Terragni dei 1980.
III
3. Non fu certamente. per quasi tutti i protagonisti una scelta di vita, nelloro
I rapporto con Ia professione ma, piuttosto. una sopportazione crie li porto,
appunto. a costruire in modo forzato un'epopea a rovescio.

.. 4. A questa rifondazione. come dei resto era gia stato nella attivit dei Litloriali,
non partecipa solo Ia cultura degli architetti impegnati ma anche quella della
scuola che coinvolge molti di loro. Mi riferisco, in particolare, ai due Ouaderni (A e
B) degli studenti della Facolt di Architetlura di Milano dell'ottobre e dei no vem-
bre 1945. Nel primo troviamo una testimonianza di Lingeri su Terragni, un
articolo tratto dali a rivista clandestina Costruire di Bottoni intitolato Scuole e
professione di architettura. una tesi di laurea che sembra unestensone dei
proqetto di Bottoni, Terragni e altri per Ia Fiera di Milano: nel secondo una
testimonianza di Rogers su Banfi e, significativo, Ia pubblicazione sulla rivista
Metron dello statuto per Ia fondazione della Associazione per /"architettura
organica (che vedr impegnata maggiormente Ia cultura romana con Zevi,
111 Sarnon e altri) e Ia pubblicazione di opere americane e nordiche. Continuit.
quindi, in una stessa scuola di due delle culture regionali fondamentali dei
Razionalismo, quella lombarda e quella romano-napoletana, e delle rspettlve
volont a continuare I'esperienza democratica dell'architetlura.
5. Cfr. rispetlivamente le lotte politiche di Botton nel Consiglio Comunale mila-
nese, Ia sua realizzazione dei OT8 (che 10 vede regista di un'equipe che raccoglie
le energie piu significa tive della cultura architettonica), cosi come il suo scritto La
casa a chi lavora (Gbrlich, Milano 1945), 10 sforzo di precisazione tecnologico-
stilistica di Albini con I'edificio di Parma, I'impeto di Rogers nel suo scritto 1000
l'appunto a giustificare, a radicare le esperienze, a qualifi- tecnici parlano (in A. 1). Ia difesa politico-culturale di Zevi nel suo scrtto GIi
studenti di Roma si agitano contro un professore fascista (in A, 6) e, infine, il
carle come legittime rispetto all'insorgente prassi celebrati- Manuale del/'Architetto di Mario Ridolfi, opere e interventi qualificati nei loro
va dei Fascismo; il caso della Casa elettrica di Figini e obiettlvi di rifondazione democratica e operativa della cultura.
Pollini nel contesto culturale milanese con Ia V triennale dei E, infine, strettarnente legati a questi contributi specifici della disciplina, quelli
dei Ia piu cosciente cinematografia neorealista dai De Sica di Ladri di biciclette ai
1933, il caso della Facolt di matematica di Ponti nel con- Visconti di Roeco e i suoi Iratel/i, ambientato il primo nella Roma distrutta dalla
testo culturale romano con Ia realizzazione della Citt Uni- guerra e. il secondo, nel contesto dell'immigrazione operaia nella grande metro-
versitaria dei 1934 e, infine, il caso dell'attivit di Bottoni, poli e in particolare nel quartiere di Albini di Viale Argonne, a Milano. Singolare
appare quest'ultimo legame che porta un'opera di Visconti dei dopoguerra in
Rogers, Peressutti, Belgiojoso nel contesto culturale pie- un'arcnttettura tra quelle che definisco tarde. Visconti, intatti, seguendo un
montese con I'avvio dell'esperienza olivettiana di pianifica- itinerario com une in quegli anni alia cultura architetlonica e alia cinematografia,
approda anch'esso alia fase precatartica, come vedremo piu avanti citando il
zione dei 1936/37. film Ossessione.
La terza infine, nata cana maturazione dei Grandi Concor-
6. Considero oltre che esemplare anche' e, soprattutto, esaustivo di questa
si, quella che chiamavo precatartica, sui caratteri della problematica, il saggio di Giulia Veronesi Diffieolt politiche del/'architettura in
quale mi sono gi espresso precedentemente, attribuendo a /talia 1920-1940. Tamburini, Milano 1953.
essa alcuni progetti e sostenendola con una serie articolata 7. N. Pevsner, nel suo recente Dizionario di Architettura sotto Ia voce /talia,
di citazioni. periodo razionalista rnette, non a caso, in evidenza tre opere tarde, che 10
caratterzzano: ovviamente, Ia Casa dei Fascio di Como di Terragni, iI Dispen-
A proposito di questa fase ancora, mi ero gi espresso sario antitubercolare di Alessandria di Gardella, analogo, a mio giudizio, nella
pari ando di cinematografia e qui vorrei ricordare con mag- sua pace ctassica, ali' Asilo di Figini e Pollini di Ivrea e, intine, Ia Villa Malaparte
gior puntualit il ruolo morale di certa cinematografia e in a Capri di Libera.
particolare I'azione di verit intrapresa da Luchino Vi- 8. Mi riferisco alie dichiarazioni dei Gruppo 7, pubblicate, a partire dai novembre
1926, su Rassegna Italiana e agli interventi critici di Persico su queste dichia-
sconti con Ossessione dei 1942/4323 razioni e sulle opere che ne conseguirono. Atleggiamento, questo di Persico,
L'ipotesi delle stagioni si fonda su queste tematiche: Ia derivante dalla sua visione idealistica e cattolica. che 10 vecr sempre presente,
prima sulla presunzione dei libero confronto, Ia seconda noveuo apstolo, e partecipe dei crescere dell'idea razionalista.
Valga, tuttava, per rendere giustizia all'angolazione dei mio scritto, tesa, 10
sulla presunzione dei convincere, Ia terza sulla costruzione ribadisco, a discriminare tra i portati di una critica storico-filologica e, come tale,
dell'autonomia. supina degli eventi, e quelli sostanziati dalla volont di conoscenza, di vera e
Queste tematiche non vanno assunte come etichette o sofferta autocritica, questa riflessione di Bottoni apparsa recentemente su
Hinterland 13/14: "I...J Carlo Enrico Rava, fondatore dei Gruppo 7, Giuseppe
categorie tipiche di una critica specialistica, bensi come i T erragni il cui aspetto corrusco e forte denota una differenza di carattere
capitoli metodologicamente fondativi di un rornanzo che rispetto aRava: quest'ultimo era un signorino, figlio dei Governatore della
non certo mia pretesa svolgere tntaqralrnente". Somalia, infatuato di Gide e dei fenomeni decadentistici, era in definitiva uomo di

26 27
estesa cultura, ma Ia validit dei Ia sua opera come architetto piuttosto discu-
tibile. Egli fu, con Gino Pollini, I'animatore della nostra Scuola, il leader di un dell'epoca riportati in L'Architettura, Cronache e Storia dretta da Bruno
Movimento cne potremmo oggi definire di contestazione. Quando eravamo Zevi.
tutti allievi dei IV e dei V anno, Ia bibbia della Nuova Architettura era per noi un 22. Mi riferisco alie dichiarazioni ihiziali dei Gruppo 7, ma anche ai dibattere volta
testo specifico: Vers une architecture di Le Corbusier [...[. A quei tempi ero per volta, nelle polemiche, sui giornali, sulle riviste fino ai 1933, anno in cui
dissidente per ragioni politiche, poich mi preoccupavano gli atteggiamenti filo- Pagano assume Ia direzione di Casabella. Infalti, precedentemente a questa
fascisti di Rava e, proprio per questa reciproca intolleranza, Rava non volle che data, il fronte degli osservatori critici e polemici era molto articolato e ideologi-
entrassi a far parte dei Gruppo 7, nonostante fossi uno degli studenti pi attivi camente ancora non a punto. Cfr., per questo sfasamento dell'architettura dei
nell'ambito dei Movimento. 11Gruppo rimase sotto il suo controllo per un anno Novecento e dei Razionalismo italiano, rispetto all'esperienza europea, il capi-
circa, durante il quale fu organizzata Ia mostra dei Gruppo 7 alia Biennale di tolodi Corrado Maltese, riferito alia: Rottura delfronte dei Novecento ". in Storia
Monza dei 1927 e comparvero gli articoli dei razionalisti sulla rivista Rassegna oeuArte Italiana. 1785-1943, Einaudi, Torino 1960. Da quella data in avanti,
Italiana della cui redazione il padre di Rava era membro influente [ ... J". essendosi radicalizzate le posiztoni, da un lato per quanto attiene Ia critica (cfr.la
A fronte dell'attivit progettuale delle punte qualificate dei Gruppo 7; su temi trontaut tra Casabella e Architettura) e dall'altro per quanto attiene alie
della citt futura e della citt produttiva (autorimesse, oflicine dei gas, ecc.), mi elaborazioni progettuali (cfr. 10 scioglimento dei MIAR), sara sostanzialmente
sembra doveroso ricordare I'attivit pu tradizionale testimoniata in G. Ponti, E. Paga no a orientare, discriminare, lar crescere I'insieme delle esperienze dei
A. Griffini, L. M. Caneva, Progetti di vil/e di architetti italiani ettEsposiztone razionalisti. Sulle vicende dei MIAR ctr. Michele Cennamo, Ma teria li perl'analisi
Triennale Internazionale deI/e Arti Decorative e Industriali, aI/a Vil/a Reale di del/'architettura moderna, IL MIAR, Napoli 1976.
Monza (Bestetti e Tuminelli, Milano 1930/31), che registra Ia produttivit dei 23. Cosi si esprimeva in Cinema dei luglio dei 1943 Massimo Mida Puccini
fronte piu tradizionale, se vogliamo, ma a quella data pi attento alia continuit di fendendo Visconti dagli attacchi della critica corrente - non diversamente da
tra nuovo e antico.
9. Cfr. R. De Felice Intervista sul fascismo dove in particolare, a partire dalla
nozione di fascismo come movimento e di fascismo come regime, I'autore
sottolinea e difterenzia le fasi creative, originali, da quelle di prassi omologativa.
~ . Paqano per opere di architettura -: "Scrive L'Avvenire d'Itatla: del15 giugno:
'Additiamo alie autort competenti il caso di un film che, gi rifiutato o ritirato
dalle sale di proiezione di altre citt, ha fatto ora apparizione in un cinema
cittadino. E vogliamo una volta tanto prescindere da considerazioni estetiche
Cfr. ancora, in questa problematica, Giordano Bruno Guerri, Giuseppe Bottai, che ci porterebbero a vedere nel film una banale raftazzonata imitazione di quel
un fascista critico, Feltrinelli, Milano 1976, cosi come Riccardo Mariani, Fasci- certo verismo filmistico francese che non trova qui in Italia adeguata esigenza e
smo e citt nuove, Feltrinelli, Milano 1976 e, infine, Urbanistica fascista, a cura di ambientazione, conservando di quell'esperienza estranea solo l'imrnoralit
A. Mioni, Franco Angeli, Milano 1980. morbosa ed esasperata, una crudezza di linguaggio malcelato, da ipocrita e
10. Cfr. quanto q detto alia nota 8 rilevandone qui, non tanto l'uso strumen- stagionato trucco letterario, di un naturalismo retorico, appunto per certe sue
tate della storia per difterenziarsi sia dalle avanguardie che dai novecentisti, amblzioni di verit'. Parole dalle qual i non difticile capire che, di fronte a un film
quanto I'ingenuita dei riferimenti storici stessi e, di conseguenza, Ia loro fragilita sincero, non solo si reagisce piuttosto inconsciamente, ma addirittura si acco-
nel contendere I'atteggiamento, fatalmente astorico, delle avanguardie stesse. glie questa smcerit come una volgare ambizione di vert. Evidentemente Ia
Cfr. A. Sant'Elia, L 'Architettura futurista, in Lacerba, II (1915), 15 e, ancora, stampa cattolica preferisce Ia solita e ormai marcia ipocrisia di tutte le nostre
per una cornptessiva documentazione L. Patetta, L'Architettura in Italia, commedie comico-sentimentali. Vediamo allora di esaminare questa stampa dai
1919-1943. Le Polemiche, Milano 1972. punto di vista morale. Dice I'articolista de L'Avvenire: 'E voliamo una volta
tanto prescindere da considerazioni estetiche 1.. .1'. Questa e una premessa
11. Per non estranei intendo I'insieme di quelle circostanze, volute dai sbagliata perch certo un giudizio estetico non si pu dire nelle parole ranaz-
Regime e quindi dai clientelismo, dai podestarismo, tipiche di ogni contesto, nel zona ta imitazione di quel certo verismo francese che non trova qui in Italia
tendere all'omologazione alia prassi ufticiale e, per esterni intendo I'insieme di adeguate esigenze. Sarebbe troppo facHe limitarsi a un simile giudizio, tanto
quelle circostanze, altrettanto di Regime ingenuamente messe in atto e come pi che non esistono ragioni particolari per aftermare che anche in ltala non si
tal i maggiormente lesive dell'autonomia professionale e disciplinare: cfr. ad possa fare dei realismo.
esempio, C. Bruni, E. Mantero: Alcune questioni di pratica professionale nel Altrimenti dovremmo rigettare d'un sol colpo tutta I'opera di Verga, ad esempio,
Ventennio fascista, in /I Razionalismo e /'Architettura in Italia durante iI fasci- e quella di molti grandi maestri delle arti figurative. In un'altra occasione, L' Av-
smo, a cura di Silvia Danesi e Luciano Patetta, Venezia 1976 e, ancora in venire scrive: '11film era una quintessenza di laide passionallt. di degradanti
particolare, G. Caniggia, /I clima architettonico romano e Ia citt universitaria, in abbandoni, che suonavano anche oftesa ai costume dei popolo italiano dei quale
La Casa, 6 s.d. e, infine, C. Melograni, Responsabilit di Piacentini, in 11 pretendevano ricostruire una ipotetica esistenza, in zone assolutamente imma-
Contemporaneo, 25-26 (mag.-giu. 1960). ginarie e impossibili'. Anche qui espressioni dure e pungenti di chi cerca, come 10
12. Per original i intendo quei documenti che, per il fatto di essere stati poco struzzo, di non vedere Ia reatt e che crede di educare il popolo non condan-
elaborati criticamente, sono quasi degli inediti O per 10me no sui qual i credo ci sa nandogli apertamente una certa visione della vita (come fa appunto Ossessione)
ancora molto da lavorare. E cio, si badi non nel senso dell'elaborazione ston- ma nascondendogliela e aftermando che non esiste. NOi, pertanto, non ci stan-
cistica bensi nel senso della costruzione di un archivio operante per il Razio- cheremo mai di aggiungere che immorale Ia visione, ripetuta fino alia nausea, di
nalismo. Sono a mio giudizio in questo quadro gli studi su Bottoni e sulla con- una vita falsa che non sopportiamo, quella vita che viene illustrata a ogni pie'
dizione dei contesto milanese di quegli anni, condotti da Giancarlo Consonni e sospinto dalla nostra comune produzione, si tratti dei facili e artificiosi adesca-
Graziella Tonon, quale ad esempio, il saggio ArchitettureperIa Metropoli: 1934- menti pseudointellettuali della qi citata tendenza formalistica"
1940, in AA. VV. 1930-1942 La citte dimostrativa dei Razionalismo europeo, 24. 11rornanzo. per quanto attiene Ia nostra cultura, sostanzialmente il
Franco Angeli, Milano 1981. convergere rnusicale. di pi vicende laddove, appunto, importante capire che
13. Per documenti p recenti intendo ovviamente quelli contemporanei e in questa convergenza solo Ia conclusione momentanea che altri, consapevol-
particolare quelli orientati all'obiettivo storico-operativo e critico-operativo di cui mente, sapranno innovare. E qui sta Ia grandezza dei Romanticismo come arte
alia nota precedente. Si tratta, come vedremo, di scritti, citazioni, opere e e libert.
riflessioni degli stessi protagonisti come quelle riportate in La Casa cit., per
quanto riguarda soprattutto I'ambiente romano, in Hinterland 13-14, per
quanto riguarda soprattutto I'ambiente milanese e dei nord Italia e, infine, in
Torino tra le due guerre (edito dalla Citta di Torino, Assessorato alia Cultura,
Musei Civici 1978), per I'ambiente torinese, per le parti curate, tra gli altri, da
Valerio Castronovo e Roberto Gabetti.
14. Carlo Belli, Origini e sviluppi dei Gruppo 7, in La Casa cit.
15. M. Bontempelli, L 'architettura come morale e politica, in La Casa cito
16. G. Samon, Intervista per nintensno cit.
17. E. N. Rogers, Catarsi, in Costruzioni Casabea, 195-198.
18. E. Persico, Punto e da capo per /'Architettura, in Dornus, novo 1934.
19. L. Villari, I nuovi materiali e Ia Grande Crist, in Casabella, 440/441.
20. I. Gardella, Intervista per ntntertsna cit.
21. Cfr. per una cronologia delle testate e quindi della critica contestuale, il
reges to elaborato da P. Panzetti e P. M. Ponzellini per /I Razionalismo e /'ar-
chitettura in Italia ct. e cio oltre agli indici delle annate delle maggiori riviste .

28
29
1940 Giuseppe Terragni: Ouartiere Cortesella, Como. Pro- ~
getto di ristrutturazione.
"li progetto per Ia ristrutturazione dei Quartiere Corteselia _I
databile intorno a11940. Esso nasce dentro il dibattito pode- ~ ...
."""
starile circa I'attuazione dei Piano Regolatore generale dei t.....a
1937, che prevedeva appunto I'abbattimento di buona parte
degli isolati medieval i nati sul tracciato dei Ia Como di epoca ;~r;,~
imperiale.
11progetto si inserisce, nella sua magistrale articolazione
tipologica, fra tre piazze (Ia Piazza dei Duomo, Ia Piazza
Cavour, Ia Piazza Volta) e si innesta nel tessuto ortogonale ~..-.(
dei Castrum. Esso composto da corpi di fabbrica di diversa -::-;J::).~
lunghezza (secondo 10scontrarsi con le preesistenze) orien-
tati nord-sud, che contengono uffici e, sempre ai piano stra-
dale, da una piazza coperta, da un cinema e un albergo. ~
I Sopra questo sistema di corpi sovrasta per pi piani una
grande traversa est-ovest che contiene soprattutto abita-
.. ..
zioni che all'ultimo piano ripropongono il tetto giardino". (E.
Mantero, Per gli archivi di quale citt, in Lotus 20, set.
1978).
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I ~

'li 1 Planimetria della citt di Como con il progetto di 3 Sezioni e prospetti i sui corpi bassi degli uffici e sui
intervento urbano. corpi alti delle abitazioni.
2 Fotografia con indicazione deli'area di intervento. 4 I lavori di demolizione.

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30 31
5 Planimetria ai livello 1 Planimetria a livello
stradale. degli uffici.
6 Planimetria a livello 8 Variante con
delle abitazioni. abitazioni parallele ai
Duomo.
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terreno dei secondo
progetto.

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1938 Adalberto Libera: Villa di Curzio Malaparte, Capri /3 Pianta e
assonometria.
(Napoli).
Adalberto Libera progetta direttamente per Curzio Malapar-
te questo enigmatico quanto razionalissimo edificio. Enig-
matico e razionale stanno a significare come Ia scelta dei
luogo non abbia provocato alcun processo di mimesi con il
cosiddetto paesaggio e d'attro canto I'architettura consa-
pevolmente antagonista con il paesaggio stesso, e cio a
partire dalla forma per giungere fino ai colore.
L'edificio nasce da tutte le accidentalit di questo stupendo
luogo e in modo dei tutto naturale, vale a dire come un albero
con le sue radici, ma anche in modo dei tutto razionale come
una rocca medievale. La pianta, allungata e stretta, impone
a Libera Ia ricerca di soluzioni che, ad esempio, non con-
templano il corridoio: si passa direttamente, magari attra-
verso schermi, da un locale all'altro come nella rnanca di
un qualsiasi palazzo rinascimentale.
~ .
Entrare nella casa o salire sulla sua copertura I'altro ele-
mento di continuit e di antagonismo con il paesaggio:
due case sovrapposte pi che il tetto qiardtno dei Razio-
nalismo. Ecco quindi che gli elementi formali piu caratteri-
stici e forti nascono da un'ldea dell'architettura e ne arric-
)
chiscono autonomamente il linguaggio.
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1 Veduta dali 'alto. 2 31 I

~ La scalinata (foto
d'epoca).

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34 35
5/6 Vedute dell'interno. 1939/41 L. Figini, G. Pollini: Asilo nido, Ivrea (Torino).
L'asilo, oltre che come edificio in s, va riguardato nell'in-
sieme dei comparto residenza-servizi, il primo che Olivetti
realizza nel quadro generale dei Piano Regolatore di
Ivrea.
Questo comparto infatti formato dali 'asilo, da aree verdi e
da un edificio in linea per abitazioni operaie. Ecco allora Ia
stretta relazione iunzionale e formale tra il verde attrezzato
(Ia collinetta), l'astlo a patio e I'edificio per abitazione.
Quest'ultimo e l'asllo sono perfettamente allineati, si fron-
teggiano e stabiliscono Ia dialettica, tipica dei razionalisti,
tra corpo alto e corpo basso.
Di per s rasuo scandito su una base strutturale di grandi
pilastroni e grandi setti murari (elementi dei repertorio elas-
sico) e, pur nel suo impianto chiuso, articolato ai suo
interno in un'ala di servizi, che affaccia sia sulla strada dei
quartiere che sul patio interno, e in un'ala di maggior pro-
fondit dove sono collocate le aule.
cc
Verso l'area verde si sviluppa una sorta di passeggiata
'" pedagogica che porta alia collinetta dove collocato un
padiglione per Ia scuola all'aria aperta, altro elemento che
~ ricorre funzionalmente e dimostrativamente in tutte le scuo-
~ le dei maestri dei Movimento moderno, come il caso della

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Scuola di Beaudouin e Lods a Suresnes e quella di Duiker ad
Amsterdam.

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1 Veduta generale.

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2 Veduta dei plastico 5 Veduta di un'aula.


dall'alto.
3 Pianta dei piano
terreno.
1 "Spoqliatoio.
2 Aule.
3 Sala dei giochi.
4 Refettorio.
5 Ufficio.
6 Dispensa. 6 1Icortile interno.
7 Cucina.
8 Bagni e docce.
9 Personale.
10 Allattamento.
11 Dormitorio lattanti.
12 Dormitorio divezzl.
13 Saletta giochi divezzi.
14 Locale disinfezione.
15 Sala pranzo dei
personale.
II1 16 Direttrice.

3 \<\,..
~'~ ,::.!.~<;:>'<
pp-- - .'!!!!ffi" .....".--- .- 17 Medico.
18 Isolamento.
19 Magazzino.
4 Pianta dei piano
primo.
1 Camera della direttrice.
2 Camere delle maestre.
3 Stanza di soggiorno dei
personale.

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38 39
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Giovanni Muzio:
La presunzione Universit Cattolica,
Milano, 1929/49.
dei libero confronto Planimetria.
, Giuseppe Somma-
ruga: Complesso
alberghiero a Campo
11 dei Fiori, Varese,
1908/12. Funicolare.
La prima stagione dei Razionalismo italiano, covata all'in- \ Copertina di Dornus
terno dei cosiddetto Novecento e di quanto sta prima dei dedicata a Casa
Razionalismo, caratterizzata da una sorta di frenesia dei Rustici a Milano di
libero confronto, da una reciproca attenzione, tal volta pole- P. Lingeri, G.
mica, dei protagonisti, svolta a partire dalle occasioni, sia T erragni, 1935.
direttamente progettuali sia di manifestazioni culturali, of-
ferte dai rispettivi contesti culturali.
Vediamo di riepilogare, brevemente, per poli, iniziando da ~ .
Milano e dai suo hinterland culturale.
L'esistenza e il ruolo della rivista La Casa Bella di Matteo
Marangoni permette ai protagonisti di intrecciare il confron-
to; queste pagine, per quindici anni, nell'evolversi della
testata, saranno Ia cassa di risonanza piu qualificata delle
battaglie teoriche e politiche dei nostri protagonisti.
Riferimento fondamentale Giovanni Muzio che, con iI
grande cantiere della Cattolica, costituisce Ia figura piu
avanzata e pi sintetica dei Novecento milanese e italiano e,
se vogliamo, Ia testimonianza di una solida prassi profes-
sionale e di costruzione operativa dei rapporti professionali
con Ia committenza borghese e industriale. Questa modalit
aveva gi precedentemente impegnato a fondo e positiva-
mente figure come iI Sommaruga nella costruzione di edifici
collettivi, come I'albergo ai Campo dei Fiori a Varese, e
figure come il Moretti, nella costruzione delle centrali elet-
triche dell'Adda.
D'altro canto le modalit offerte dalle Esposizioni di Mon-
za e, in particolare Ia 111 Biennale di Monza dei 1927, dove
sono presenti quasi tutti i giovani razionalisti, creano I'anello
di congiunzione tra Ia polemica teorica e i progetti dimostra-
II111111
tivi della stessa. Questa Ia caratteristica dell'area culturale milanese e lom-
barda che si consolider con le Triennali e perdurer fino ai
dopoguerra con Ia realizzazione dei QT8, ad opera di Bot-
toni, esplicitando con progetti Ia dimostrazione di una volon-
t teorica, tesa a seguire puntigliosamente il tars dei
progetti stessi sottoponendoli ai riscontro metodologico '.
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E qui va detto che, pur separando, polemicamente, i propri
'.../w.7:''l''~
,.;;'F)Jj.~. w~l o OOH
contenuti teorici da quelli delle cosiddette avanguardie e tra
esse il tardo Liberty e il Novecento, i razionalisti milanesi
~J!l!!!!!I .,.nff, vivranno anch'essi delle commesse offerte dai mecenati-
smo diffuso della borghesia e dall'imprenditoria lombarda.
-, Sta di fatto che, nella loro polemica, i giovani razionalisti
lombardi si affacceranno solo nel pieno degli anni Trenta a
realizzare concretamente i temi della continuit borghe-
se.
Basti pensare, a titolo di esempio, che l'Officina dei gas di
Terragni progettata per un imprenditore amico, e solo pi
tardi con Lingeri, in particolare, egli realizzer Ia serie delle
Case Milanesi, espressione tipicamente borghese della co-
struzione della citt, non aliena ad assumere gli stilemi dei
2 Razionalismo e ad abbandonare quelli dei novecentismo

40 41
Mario Ridolfi:
Palazzina in Viale di
Vllla Massimo, Roma,
1937. Veduta della
taccata principale.
II Glulio Minoletti: Casa
111 Piazzale Istria,
Milano, 1934/35.
Veduta.
II Giuseppe Paqano:
Palazzo della Chimica
nll'Esposzlone dei
Valentino, Torino,
1928.
r. Casorati, A. Sarto-
IIS: Teatro di.c;,asa
Gualino, Torino, 1929. l':
La scala. ~r
11O. Aloisio, U. Cuzzi, ::
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G. Levi Montalcini, G. I""' ..,J
Paga no, E. Sottsass: N
rogetto per Via I
Roma, Torino, 1931
4 I\ssonometria. 8

appunto che, ancora anticipando, fanno rientrare in questa


vicenda Ia palazzina di Ridolfi a Roma dei 1936 e il grande le per il Decennale della Vittoria ai Valentino dei 1928, Gua-
blocco in curva a Milano di Giulio Minoletti dei 1935. lino un mecenate singolo che, in modo tradizionale, si
La questione viene ben precisata da Guido Canella: rivolge a tutte le arti, come il caso dei progetto dei suo
"Cosi il Razionalismo anteguerra sopravvisse isolato e cir- teatrino privato realizzato da Casorati e Sartoris.
condato dall'ostilit dei gruppi conservatori egemoni nelle Piu in generale testirnonia Marco Rosci:
borghesie nazionali, ma non - come ci capitato pi volte di
sostenere - delle lites borghesi (affascinate dai suo rifo r- " proprio una concezione elitaria dei rapporto tra nuovo
mismo o dalla sua eccentricit) e dei Movimento operaio intellettuale e Ia nuova realt della citt industriale e di mas-
(comunque disponibile in una prospettiva di radicale trasfor- sa a caratterizzare in effetti I'atteggiamento di fondo di
rnazlone):". intellettuali teorici o operativi nella Torino tra le due guerre.
In una condizione diversa crescono i protagonisti torinesi: Le loro posizioni (dalle piu lontane alie piu disponibili, nei
infatti Paqano il Progettista dell'Esposizione Internaziona- confronti dei Fascismo) sono assai diversificate, svariando
via via dalla dernocrazia di Gobetti ai conservatorismo
laco di Burzio, dai misticismo cattolico dell'ordine e dei
lavoro dei primo Persico (che consoner non a caso, dopo il
passaggio a Milano, con le concezioni industriali a Ivrea di
Adriano Olivetti, sociologicamente piu sotistlcate e cul-
turalizzate che non quelle di Agnelli-Valletta), alie utopie
della civilt delle macchine e della citt nuova dei neofu-
turisti'".
Si anticipa Ia condizione riferita alie richieste di contributi
architettonici che Adriano Olivetti chieder a quasi tutti i
razionalisti, fino all'ultimo e ai piu giovane, Cesare Catta-
neo, con i suoi progetti per alberghi, come vedremo oltre.
Le radici e, quindi, il riferimento culturale dell'architettura e
dei Razionalismo piemontese e torinese sono storicamente
da ritrovare nell'esperienza europea. Si tratta di un ambito
culturale estremamente dialettico e aperto, nel quale ogni
generazione si permea con Ia successiva. Basti pensare ai
ruolo di insegnamento professionale e teorico di Eugenio
Mollino e quello, di grande prestigio professionale, di Gio-
6 vanni Chevalley: con essi convivono Paqano, con il progetto

42 43
all'Esposizione Internazionale per iI Decennale, e successi-
vamente, ancora 10 stesso Paqano, con I'esperienza dei
progetto per Ia ristrutturazione di via Roma.
Paqano aveva studiato a Trieste in un clima culturale mit-
teleuropeo e porta in questi progetti I'intreccio tra cultura
locale e Ia scuola Viennese, intrecci che, nell'area culturale
triestina, saranno portati avanti da Umberto Nordio,' dei
quale ricordo Ia Stazione Marittima de11931. Sono presenti,
a mio giudizio, nel primo progetto i riferimenti stilistici
ali 'opera di Josef Hoffmann, COSI come nel secondo proget-
to i riferimenti morfologici ai neoclassico piemontese.
Paqano, Levi Montalcini, Cuzzi, Mosso da un lato, Chessa,
Persico e Sartoris, con interessi diversi, si incontrano su 11
questo terreno fertile e da questo faranno scaturire i carat-
teri dei polo torinese che, come avevo detto, sono riscon-
trabili nell'immediato inserimento dei giovani razionalisti e
degli immigrati, come Paqano e Persico appunto, nella
.. Paqano e Persico, costantemente attivi nella critica e nella
pubblicistica, costruiscono da subito il loro ruolo di critici,
produttivit locale. Basti pensare a occasioni particolari ed sono il veicolo per Ia conoscenza delle esperienze e con-
eclatanti, come il caso dell'edificio direzionale Gualino, quiste per I'architettura razionale, che nel contesto si
cosi come ai concorso per Ia Via Roma dei 1931, dove i andavano acquisendo.
progetti dei giovani torinesi vengono colti in tutta Ia loro Paqano e Persico continueranno a migrare concentrandosi,
portata innovatrice e di consolidamento della tradizione di infine, a Milano assumendo Ia direzione"di Casabella Co-
costruzione della citt storica dalla stampa dell'epoca. Par- struzioni e lasciando I'ambiente torinese nel pieno della
teciparono infatti come Gruppo MIAR, costituito appunto da vivacit grazie agli apporti di Carlo Mollino, che entra nella
Paqano, Cuzzi, Levi Montalcini, Aloisio, Sottsass. Urbani- scena in seguito a un lungo articolo di Paqano sulla sua tesi
stica e La Casa Bella pubblicheranno ampiamente que- di Laurea,' e alia continuit di lavoro, tra gli altri, di Levi
I
sto proqetto", Montalcini con Ia Villa Caudano de11935. Troveranno nuove
Cosi, riflessivamente, si esprime Roberto Gabetti: e giovani presenze nell'ambiente milanese con Ia figura dei
giovane neolaureato Rogers.
"L'analisi parallela delle vicende di via Roma e dell'edifica- Per il polo romano prender spunto da un caso analogo di
I zione dei quartieri di edilizia popolare consente una lettura
degli sventramenti e delle ristrutturazioni, ai di l degli
migrazione, quello di Libera che, proveniente dai Trenti-
no, si pone, nell'ambiente della cultura architettonica roma-
aspetti ideologici e istituzionali, nei termini di operazioni na, come figura dirompente e maggiormente cementante le
economiche e di localizzazioni delle residenze per classi sul separate esperienze dei tre poli fondamentali che stiamo
territorio. La ricostruzione dell'operazione Via Roma con- esaminando. Basti pensare ai suo ruolo, con Minnucci,
sente altresi di cogliere quanto Ia politica urbanistica dei nell'organizzazione della Prima Mostra per l'Architettura
fascismo passi attraverso i diversi piani particolareggiati o i Razionale a Roma nel 1928, nata sulla spinta di quella di
11 singoli piani urbanistici, prima di trovare ratifica nella legge
I111 1 Monza dei 1927.
urbanistica dei 1942" .
.-~\.

9 Ugo Nordio: Stazione I () Carlo Mollino:


Progetto di un
I Marittima, Trieste,
1932. Veduta della Palazzo commerciale
facciata. (tesi di laurea), 1932.
Prospettiva.
II Crnesto N. Rogers:
Progetto per Ia
Chiesa di San
Giovanni Battista (tesi
di laurea), 1932.
Assonometria della
racciata posteriore
con Ia canonica.
Gino Levi Montalcini:
Villa Caudano, Torino,
1935. Veduta.

9 12

44 45
1111I111

14 r

13 P. Aschieri, L. Ciarrocchi, M. De Renzi, M. Marchi,


Ouesta mostra e Ia successiva, pi che altre, segnano Ia
C. Vetriani, G. Wittinch: Progetto per il quartiere
linea di demarcazione tra razionalisti e accademici e fa di
Artigianato, Roma, 1926.
Roma il fatale luogo deputato agli scontri che volta per volta
14 G. De Angelis: Magazzini Bocconi, Roma, 1886.
si verificheranno, dove appunto Ia presenza di Libera sar
15 Giuseppe Capponi: Istituto di Botanica e Chimica
tra le poche a garantire una chiarezza di linea culturale in
farmaceutica dell'Universit, Roma, 1932/35.
nome della razionalit: 16 N. Baroni, P.N. Berardi, I. Gamberini, T.S. Guarnieri,
"l...] vorrei dire che, come non ci si deve attendere dagli L. Lusanna, G. Michelucci: Stazione ferroviaria,
uomini troppa bont, alio stesso modo non bisogna preten- Firenze, 1933/35. Veduta.
dere dall'architettura troppa arte. Basterebbe fare delle
cose corrette: cosi come fanno i contadini, quando costrui-
scono le loro case. Perch quando parliamo della bellezza
degli ambienti antichi che si sono venuti formando, non
bellezza architettonica, quella: bellezza di natura, come
quando vedi un bel paesaggio, un golfo, una montagna, Ia
cui bellezza naturale. Oggi Ia pretesa di fare dell'arte,
mentre bisognerebbe fare soltanto delle cose corrette, ma
farle davvero corrette. 11grande sbaglio della nostra scuola
ancora quello di insegnare il bello, poich le nostre facolt di
architettura sono ancora figlie dell' Accademia di Belle Arti,
dalla quale sono derivate; e si insegna a com porre come se
I'arte fosse una cosa che possa congegnarsi [ ... J"8.
Diversi e piu duri furono i contatti, nel contesto romano, tra
Ia giovane e Ia vecchia generazione. Tuttavia anche qui i
giovani trovano, analogamente a Milano, un terreno gi sol-
cato dalla figura di Giulio De Angelis con i suoi Magazzini
Bocconi dei 1886 e una linea culturale qualificata e attenta
alie ampie esperienze europee che vanno dai tardo Liberty,
come iI caso di Aschieri con il suo stupendo progetto di
Ouartiere Artigianato che, a mio giudizio, ha uno stretto
legame con Ia scuola di Amsterdam e con De Klerk in par-
ticolare, fino ai cuore dei Razionalismo tedesco, come il
caso di Capponi con il suo raffinato intervento ai padiglione
della Botanica alia Citt Universitaria di Roma. E ancora -
come a Milano - vi sar una lunga attesa, prima di entrare
nella produzone fatte salve le esperienze dei Concorsi,
fino ai momento della costruzione delle nuove sedi degli
Uffici Postali di Vaccaro e Franzi a Napoli dei 1931, e di 16

46 47
libera a Roma dei 1933 e di Samon a Roma dei 1934. Solo
allora si espliciter, e siamo gi nella seconda stagione, il
punto di vista operativo in stretto riferimento alia commit-
tenza pubblica dello Stato e dei grandi Enti, come e il caso
delle citt di nuova fondazione. E ci avverr in continua
contrapposizione con Ia solidissima tradizione degli acca-
demici romani. Ancora testimonia Adalberto libera:
"Non v'e mai stata una relazione tra il movimento dei Fasci-
smo e il movimento dei Razionalismo: vi sono stati dei con-
tatti positivi o negativi che si sono alternati a seconda che le
persone dominanti nel campo politico e nel campo architet-
tonico si sentissero spontaneamente attratte o respinte. A
volte alcuni architetti politicanti si attaccavano ai Fascismo
e vi richiamavano Ia romanit per ostacolare il Razionali-
smo; altre volte Ia giovinezza dei nostro movimento trovava
un parallelo con Ia giovinezza dei Fascismo, ma non vi fu mai
una presa di posizioni precise. C'e stato un affluire o un
~ .
defluire di contatti pi o meno negativi"'.
Significativo di questo clima, e quantomeno di "un affluire
[ ...] di contatti pi o meno negativi", e il risultato positivo dei
Concorso per Ia Stazione di Santa Maria Novella, vinto nel
1933 da Michelucci con Baroni, Berardi, Gamberini, Guar-
nieri e Lusanna che rester negli anni successivi un punto di
forza e di riferimento per i nostri protagonisti che, con mag-
gior convincimento, intraprenderanno una ricerca di mag-
11 Luigi Cosenza: Mercato ittico, Napoli,
gior identit dei loro progetti. In questo senso colloco un
1936. Veduta esterna.
progetto che vien da lontano come quello di Luigi Cosen-
I B Adalberto libera: Paio SCAC, 1928. 18
za per iI Mercato ittico di Napoli dei 1936, proprio per I'ana-
logia con quello di Michelucci nel rapporto tra basamento e
grande copertura.
A parziale conclusione di questa stagione e anticipando
giudizi sulla successiva che va dai 1933 ai 1937, si pu dire
che intrecci e differenze si rilevano proprio nello specifico dei
risultati architettonici, tra le aree culturali e i loro protago-
nisti. Legati sono, a mio giudizio, nella reinterpretazione
Note
morfologica, tipologica e stilistica della citt ottocentesca, il
Paqano degli Uffici Gualino e il Muzio della Ca' brtta, cosi 1. Su questo aspetto particolare possibile riferirsi a una bibliografia puntuale di
come non e un caso che il concorso di Pagano per Ia Via quegli scritti tesa a costruire l'asse metodologico e terico di una parte dei
Razionalismo. 11capitolo V. La vicenda italiana. di Bruno Zevi, nella sua Storia
Roma dei 1931 abbia analogie profonde, nel ricercare com- del/'architettura moderna . a mio giudizio, il fondamento per una ricerca biblio-
pattezza urbana, in linea quindi con alcuni principi interna- grafica, ampliato oggi nella voce Architettura, urbanistica, ecc., della bibliografia
zionalisti pre-CIAM, con i progetti di Samon e di libera per Anni Trenta. Arte e cultura in /talia. Mazzotta. Milano 1982 e, nnne. C. De Seta,
La cultura architettonica in Italia tra le due guerre, Laterza, Bari 1972.
Ia Palazzata di Messina; e ancora il Novocomum di Terragni
2. G. Canella, Maestri razionalisti e moralisti italiani. nel/'era dei graffiti. in
e il famoso Paio Scac di libera dei 1928, accomunati nella Hintertand. cit.
ricerca di fissare dinamicit in opera architettonica. 3. M. Rasci, Le arti decora tive industrial;' in Torino tra te due guerre cit.
Tutto ci testimonia il permanere, in questa stagione, di una 4. La figura di Umberto Nordio fondamentale per ricostruire le vicende re-
via neoclassica nel Razionalismo italiano accanto alia via qionati dei Razionalismo (vedi nota 21 dell'lntroduzione)e, in particolare, quella
sprimentale, tesa alia ricerca dei bello come prova di triestina che dar, vivendone separata, un preciso contributo alia vicenda ita-
liana.
autenticit e quindi purista. Questa ultima sar rappresen-
5. Cfr. Urbanstica. 5 (1933) e t,a Casa Bella, 43 (1931).
tata dai razionalisti dell'hinterland milanese, fatto emblema-
6. R. Gabetti, C. Olmo, Forme di organizzazione urbana durante il fascismo, in
tico della seconda stagione. Torino tra le due guerre cit.
Esemplari di ci saranno opere come I'Asilo Sant'Elia di 7. G. Paqano, Professori 1932. Laureandi 1932, in La Casa Bella, 50
Terragni, il padiglione della Stampa alia V Triennale dei (1932).
1933 di Baldessari, Ia casa ai Villaggio dei giornalisti di Figini 8. A. libera, La mia esperienza d'erctutetto, in La Casa clt.
e Pollini dei 1934, riflessiva, Ia prima, degli apporti centroeu- 9.lbid.
ropei e in particolare olandesi, Ia seconda a met tra fab- 10. Mi riferisco, per Ia prima sirnilitudine, alia Openluchtschool ad Amsterdam di
brica ed edificio commerciale, memore dei sintagmi aaltiani, Duiker dei 1928/30, per Ia seconoa, alia fabbrica di cellulosa Sunila a Karhula di
II e I'ultima nella linea dei codice lecorbusieriano 10. Aalto dei 1936 e, per Ia terza. alia ViIIa Stein a Garches di Le Corbusier dei
1927.

48 49
1929/49 Giovanni Muzio: Universit Cattolica, Milano.
possibile definire Ia Cattolica come un grande cantiere
che vede Muzio impegnato dai 1929 a11949, anno di costru-
zione delle mense universitarie. II grande cantiere fi anche il
riscontro della ricerca linguistica di Muzio. II primo edificio,
I'ingresso, fi completamente immerso nel sogno metafisico
della Ca' brtta con le partiture dei castello gotico. Le fasi
successive quelle degli inizi degli anni Trenta vedono, e in
particolare con i collegi maschili, ruso dei mattone con lista-
ture e campiture profonde usate come decorazione, simili
nella ricerca espressiva a molti particolari dei Palazzo
lell'Arte e soprattutto dell'Angelicum.
E interessante notare come il Muzio della Cattolica fi anche
diverso dai Muzio dei grandi edifici pubblici a blocco isolato o
dei grandi edifici residenziali a blocco isolato come fi il caso
di Piazza Repubblica. Per Ia Cattolica, Ia diversit, pur nella
continuit della ricerca espressiva, sta nel rapporto con il
tessuto urbano della citt romana e medievale e nel lavoro
sulle preesistenze come fi il caso dei restauro dei chiostro
bramantesco.

1/2 Piante dei piano terreno e piano primo dei


complesso.
3/5 Ludovicanum e Agostinianum: piante dei piani
4
terreno e seminterrato e veduta.

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6/8 Marianum: piante dei vari piani e veduta prospettica. 9/11 Piante e veduta delle nuove aule.

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1908/12 Giuseppe Sommaruga: Com-
plesso alberghiero, Varese (Campo dei
Fiori).
11complesso alberghiero dei Campo dei rTr
Fiori che fa sistema con il centro urbano " _..
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dei Kursaal, sul Colle Campigli, il risultato
di obiettivi e competenze diversi che si /
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intrecciano nel programma della ricettivit /
dello svago e della rappresentazione bor- I

ghese, patrocinata dalla Societ Grandi /


Alberghi Varesini. Assistiamo ai fenomeno, I
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se cosi si pu definire, della grande capaci- I

t della nascente societ capitalistica di


costruire Ia citt bella, oltre che Ia citt
produttiva .
Non a caso il Sommaruga, costruttore in
Milano e nelle zone di villeggiatura della
Lombardia di ville e abitazioni urbane, si
affianca in questa operazione varesina
all'lng. Macchi della famosa famiglia indu-
striale Macchi nota per aver, con altri, fon-
dato I'industria aeronautica italiana. E, an-
cora, non a caso, almeno per quanto riguar-
da Campo dei Fiori, il sistema ricettivo e
delle ville collegato da un'opera, di raffi-
nata ingegneria per allora, quale Ia funico-
lare.
Sommaruga e Macchi lavorando gomito a
gomito realizzano i grandi impianti funzio-
nali degli alberghi e tutto il sistema dei par-
chi e strade di collegamento inserendosi, in
modo rnaqistraie, grazie proprio ai partico-
lari caratteri stilistici dei Liberty sommaru-
ghiano, nello stupendo paesaggio collinare
varesino.

1/4 Piante dei piano interrato, dei piano


5
/
terreno, dei piano tipo e dell'ultimo
piano.
Planimetria generale.
Veduta.

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55
54
1927 Giuseppe Terragni: Officina dei gas, Como. Pro- Pianta dei piano

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getto. terreno.
L'officina per Ia produzione dei gas a Como Ia prima opera 3 Planimetria
per Ia citt moderna di Giuseppe Terragni. dell'intervento nel
Citt moderna e citt in via di grande sviluppo industriale, tessuto urbano.
Como abbisogna di nuove infrastrutture. II progetto venne
commissionato a Terragni dall'lngegner Verga, amico e
direttore dell'azienda. La localizzazione dei progetto nel
cuore delle localizzazioni tessili, in una posizione strategica
per servire sia I'industria che il connettivo urbano.
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Questo progetto tra quelli che pi fa riscontro alie propo-
sizioni teoriche delle dichiarazioni dei Gruppo 7, oltre che ~. -. .: (-L ~I, . t

svolgere una ricerca sia nel campo funzionale che espres- I~


sivo. Esso infatti scomposto in corpi di fabbrica che con- F" . r"""'"
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seguono da un'attenta analisi dei ciclo produttivo: il grande ~~


deposito di carbone con Ia caratteristica sagoma a zoccolo, ~ . -
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il grande blocco dei forni con Ia torre dei serbatoio dell'acqua
e infine le cisterne di contenimento dei gas. Gli uffici costi- . --, . I
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tuiscono un piccolo corpo, in parte a s stante, e sembrano
non denotare particolare interesse progettuale.
L'unitariet, pur nella contrapposizione funzionale, Ia
caratteristica di questo progetto, il suo linguaggio affonda le
proprie radici nella tradizione, nel senso della logica, e
nell'espressionismo, nel senso dello sforzo teso a esaltare
"..,
I'eccezionale importanza di questo tipo di edifici.
Questo grande messaggio di intenzioni nel rapporto tra edi-
ficio industriale e architettura accomuna Terragni ad altre '.
importanti figure che su questo tema si cimentarono negli
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II stessi anni e, fra tutti, forse ai Gropius delle Officine
Fagus.

1 Modello esposto nella sala dei Gruppo 7.

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56 57
1935 P. Lingeri, G. Terragni: Casa Rustici, Milano.
Delle cosiddette cinque case milanesi parler della Casa
Rustici, in quanto quella che maggiormente dimostra 10
scardinamento della tipologia dei Ia casa d'affitto urbana e
che perci maggiormente dimostrativa di come tutto il
bagaglio innovativo dei Razionalismo lombardo abbia rea-
lizzato un nuovo tipo edllizio.
La negazione dei lotto trapezoidale, tuttavia, non nasce
come aspirazione a una soluzione dinamica o, quantomeno
espressiva di un linguaggio stereometrico, bensi nasce da
una precisa volont di chiarezza tipologica e di innovazione
distributiva. I corpi di fabbrica binati collegati dalle terrazze-
ponte compongono o meglio ricompongono Ia corte dando
dignit e domesticit alie pareti interne dei corpi. AII'equili-
~ . brio e alia simmetria di questa corte viene contrapposto il
volume che fuoriesce da uno dei due bracci a significare una
sorta di torre, con una evidente e diretta analogia alia pianta
basllicale romanica a tre navate e campanile laterale.
E una delle tante analisi e riferimenti che Terragni compie nel
corpo dell'architettura classica reinterpretandone Ia sua
organizzazione spaziale.

1 Prospettiva,
4 Modello, fronte interno,
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5 Modello, fronte esterno,


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1928 Giuseppe Pagano: Palazzo della Chimica, Torino
(Esposizione ai Valentino). A tO 2'C 'o .0 50

1928 G. Lel1iMontalcini, G. Paga no: Padiglione delle Feste


e della Moda, Torino (Esposizione ai Valentino).
Si tratta della prima importante opera torinese di Paqano,
dove sono evidenti le assimilazioni che Paqano ha gi com-
piuto dai corpo e dai dibattito dell'architettura europea dai
classicismo francese di stampo perretiano ai pacato deco-
rativismo della Secessione viennese. pagano sembra matu-
rare Ia sua formazione decisamente secessionista con il
fascino costruttivo della p recente produzione francese. E
ci rende piu attuale Ia tradizionale impostazione per padi-
glioni dell'Esposizione dei Valentino.
Paqano infatti realizza molti dei padiglioni e precisamente
queijo della Chimica, delle Feste e della Moda, della Caccia e
Pesca, della Marina ed Aeronautica, e infine quello delle
Miniere e delle Ceramiche. A questa variet di destinazioni e
di testimonianze dei mondo produttivo Paqano, con Perona,
Montalcini, Pittini non fa corrispondere un repertorio stilisti-
co aderente per cosi dire ai diversi temi, bensi opera almeno
sui due fronti che abbiamo segnalato una sintesi, se non
tipologica, quantomeno di linguaggio.

1/2 Padiglione della Chimica: pianta e veduta dei cortile


interno.

62
63
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Planimetria generale dell'intervento.

3/4 Padiglione dei Festeggiamenti e della Moda: pianta e


veduta.

1931 O. Aloisio, U. Cuzzi, G. Levi Montalcini, G. Pagano, E.


Sottsass: Via Roma, Torino. Progetto.
Nel battage ideologico, urbanistico e speculativo che sor-
regge I'episodio della creazione della Via Roma a Torino, Ia
congiungente diretta tra Ia Piazza San Carlo e Ia Stazione, il
progetto dei Gruppo Torinese, sembra voler dialogare pi
con il dibattito ormai maturo dei Razionalismo italiano, che
con il tema in s e con le aspirazioni della committenza
borqhese e della speculazione fondiaria.
E questa, forse, I'opera piu significativa dei caratteri sia
formali che espressivi dei Razionalismo torinese che sem-
bra aver ormai trovato dopo il Palazzo Gualino Ia sua strada.
Una strada che si pu definire colta e attenta a ci che
comporta I'inserimento di grandi fatti e volumi edilizi nel
corpo della citt. 11 progetto nella sua grande consistenza si
scompone e si ricompone attraverso le contrapposizioni dei
frontespizi orizzontali, grandi cornicioni che si rincorrono e
che unificario le differenti situazioni. che il lungo tracciato
imponeva.
Crediamo che una parte della validit di questo progetto stia
nella sua drammaticit espressiva.

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L J L 10 Progetto dell'Ufficio Tecnico municipale.
1926 P. Aschieri, L. Ciarrocchi, M. De Renzi, M. Marchi, C.
Vetriani, G. Wittinch: Quartiere Artigianato, Roma. Proget-
j di ' to di concorso.
"Raramente un concorso si presentato cosi facile a deci-
dere: un progetto cio di molto superiore a tutti gli altri e tale
che Ia sua scelta s'irnpone.
Perch s'impone? Prima di tutto per una considerazione
generale: .ora di finirla con tutto quel tritume pittoresco e
decorativo di cui si compiacciono purtroppo molti dei giova-
ni architetti romani. L'architettura una cosa seria, n si
affronta e si risolve con I'animo di chi vuol cavarsela a forza
d'arabeschini, tirnpanucc, finestrelle, cornicine e bugnette.
A continuare per quella strada si ricasca nell'insulso deco-
rativo ottocentesco, d'infelice e maledetta memoria.
.. L'architettura cioe, oggi piu che mai, dev'essere principal-
mente logica struttura, ritmico gioco di proporzioni, oculato
risparmio di decorazione. Ogni edificio dev'essere caratte-
rizzato, anche dall'esterno, secondo Ia sua destinazione, iI
suo scopo, il suo ambiente.

1 Planimetria generale.

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Chi non capisce queste cose elementari pua anche togliere il (0110 1ft"
nome d' architetto dai proprio biglietto da visita e mettercene a'.tllftl
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qualunque altro, dai tappezziere ai coiffeur pour dames, se tOUfliO 1UIO_r
se 10merita. . li/l .
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Non v' dubbio che il progetto presentato dai Gruppo
Aschieri (architetti Pietro Aschieri, Mario De Renzi, Luigi
Ciarrocchi, Mario Marchi, Costantino Vetriani, Giuseppe
Wittinch) risponde a una chiara concezione struttiva, a un
sicuro caratterizzarsi degli edifici, a una benintesa parsimo-
nia decorativa.
In secondo luogo Ia scelta s'impone perch non basta aver
chiari in testa i general i principi direttivi dell'architettura
moderna, occorre saperli applicare con discernimento, con
misura, con gusto. Indubbiamente il Gruppo Aschieri pos-
siede queste rare e invidiabili qualit.
V' di pi e di meglio: sei architetti si sono riuniti in gruppo e . ..~
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hanno raggiunto una perfetta fusione di stile, si che I'opera 3
riu seita organica e unitaria. N credo sia tutto me rito dei
componenti il gruppo. V' ormai una affermazione sempre
pi decisa di certi principi regolatori dell'architettura moder-
na in ogni paese, contro i quali non pi lecito andare". (R. i~
Papini, /I Concorso per il Quartiere Artigianato in Roma, in ~
Architettura e Arti Decorative, ott. 1926).

2 Ingresso ai quartiere.

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3 La via degli ebanisti e dei marmorari.


4 La via dei cesellatori e dei fabbri.
5 Le fucine dei fabbri e dei vetrai.

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72 73
1935 G. Franzi, G. Vaccaro: Sede delle Poste e Telegrafi,
Napoli.
"L'edificio si manifesta come un grande blocco in cui il
vesti bolo, le sale dei pubblico, il salone apparati aprono
squarci vasti e caratteristici; per il resto Ia superficie rit-
mata dai partito omogeneo delle finestre degli uffici. La cur-
vatura della facciata fu, in un primo tempo, disegnata ad
arco di cerchio. Ma, appena eseguito un plastico, mi accorsi
che questa forma risultava sgradevole, sia per gli angoli
diedri che venivano a crearsi agli estremi della facciata, fra
superfici piane e superfici cilindriche, sia perch, nella pro-
spettiva centrale, Ia linea di coronamento risultava un arco
di ellisse, depresso ai centro, il che svalutava Ia centralit
della composizione della facciata.
Pensai che un arco di iperbole avrebbe risolto iI problema: 1)
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perch costituisce il passaggio graduale da una curvatura
6
praticamente nulla agli estremi, a una curvatura massima ai
centro; 2) perch Ia sua proiezione prospettica, almeno da
un certo punto di vista (centro dei cono in cui giace I'iper-
bole), d luogo, per le propriet stesse dell'iperbole, a un
arco di cerchio. Fissato questo punto nel punto della piazza
da cui meglio si gode I'intera facciata, il risultato soddisfa-
cente anche spostandosi da esso". (G. Vaccaro, L 'Edificio
per te Poste e Tetegrafi di Napoti, in Architettura, ago. r
1936).

Pianta dei piano terreno -,


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6 Le case degli intagliatori.
7 Le case dei falegnami.
8 Le case degli orafi e degli intarsiatori.

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5 Particolare della zona
centrale dell'edificio.
6 Veduta notturna dei
vestibolo.

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2/3 11fronte principale: veduta e alzato.

4 11fronte principale di notte con illuminazione interna.

4 6

76 77
1933 M. De Renzi, A. Libera: Ufficio Postale, Roma (Quar-
tiere Aventino).
"L'edificio postale dei quartiere Aventino rappresenta il
risultato concreto di uno dei quattro concorsi banditi - per
volont di Costanzo Ciano Ministro delle Comunicazioni - e
scaduti nel giugno 1933.
11 fabbricato sorge su pianta conforrnata a U rigorosamente
simmetrica: il corpo maggiore e piu lungo si affaccia sulla via
secondar.ia; da questo si staccano le due ali laterali che
terminano, in testa, con due scale dalle quali gli Autori hanno
tratto il tipico motivo esterno a losanghe dato dall'incrociar-
si, con le rampe di scala lasciate a vista, di travi inclinate
inversamente di un angolo eguale.
I corpi di fabbrica perimetrali hanno tre piani fuori terra e uno
seminterrato, che contengono gli uffici.
Nel centro dei corpo maggiore, illuminato da una parete
translucida a blocchetti di vetro e di pietra, sistemato il
grande salone della distribuzione, che corrisponde a due
piani. AI piano terreno sono i saloni destinati ai pubblico; il
salone maggiore si ricavato nello spazio lasciato libero
dalla grande U formata dai corpi perimetrali. 11 grande salone
diviso longitudinalmente in tre navate da pilastri cilindrici
metallici ed illuminato da un alto tamburo, che si eleva 3 Facciata principale.
sopra Ia navata centrale ed costituito da una parete tra-
slucida a blocchetti di vetro inseriti nella cortina muraria.
Un ampio portico precede, quasi pronao, I'edificio e d
accesso per un'ampia e bassa scalea all'accennato salone
centrale per iI pubblico". (A. Pica, Nuova architettura italia-
na, Hoepli, Milano 1936).

1 Prospetto principale.
2 Pianta dei piano terreno. 4 Salone dei pubblico.

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1933/35 Giuseppe Samon: Ufticio Postale, Roma (Via
Taranto).
"L'edificio postale di Via Taranto accoglie i seguenti servizi: 'li
un servizio postale completo, un servizio telegrafico con
apparati di trasmissione e recezione, un servizio telefonico
interurbano.
AI piano rialzato del/'edificio sistemato il salone pubblico,
che dota to di 30 sportel/i e occupa Ia zona periferica
del/'area occupata dal/'intero edificio.
Internamente, nel centro del/'edificio, nel/o spazio in cui Ia
costruzione a un solo piano, trovano posto il salone arrivi e
partenze deI/e corrispondenze e quel/o dei portalettere, il/u-
minati dal/'alto con un sistema di coperture a denti di
sega.
Sempre ai piano terreno, sono sistemati: il salone deI/e
cabine telefoniche, /'agenzia telegrafica di citt, il salone
pacchi e I'ufticio dei Vicedirettore.
Nei piani superiori furono ricavati gli uffici del!a Direzione
postale, i locali dei Circolo di costruzioni telefoniche, gli uffici
deI/a Direzione telegrafica, il salone apparati.
Nel sotterraneo trovano posto i vari servizi (spogliatoi, doc-
'; c
ce, lavabi, centrali di ventilazione e di riscaldamento,
ecc.).
Oltre al/'impianto di posta pneumatica, che congiunge l'ac-
cettazione telegrafica con Ia sala apparati, e questa con
I'agenzia di citt, nel fabbricato sono instal/ati un doppio
impianto di circolazione e distribuzione deI/a corrisponden-
za mediante nastri trasportatori, e un impianto a nastri tra-
sportatori e carrel/i per Ia distribuzione deI/a posta in arrivo
ai portalettere, oltre vari altri impianti speciali.
L'edificio stato costruito con struttura portante di cemento
armato, solai dei tipo Perret e murature di riempimento di
forati, quasi tutte a doppia parete.
VI" 'OlIVOll
Per il rivestimento esterno del/'edificio si impiegato lastra-
me di travertino deI/e cave di Tivoli, e di granito lucidato di
Samolaco grigio scuro venato, salvo per le facciate secon-
darie che sono state rivestite con paramento di litoceramica
color grigio-verde.
2 Prospettiva.
I lavori, iniziati il 28 ottobre 1933 - al/'indomani dei relativo
concorso - furono compiuti il 28 ottobre 1935". (A. Pica,
Nuova architettura italiana cit.).

Pianta dei piano terreno.


1 Salone dei pubblico.
2 Sala di scrittura.
3 Telegrafo.
4.Risparmi.
5 Vaglia.
6 Corrispondenze.
7 Sacrestia.
8 Smistamento corrispondenza.
9 Portalettera.
10 Magazzino pacchi.
11 Sala pacchi.
12 Fattorini telegrafo.
13 Agenzia di citt.
14 Telefoni.
15 vicedrrettore
16 Casellario americano.
17 Piano caricatore.
2

80
81
1933/35 N. Baroni, P. N. Berardi, I. Gamberini, S. Guarnieri,
L. Lusanna, G. Michelucci: Stazione ferrovia ria, Firenze.
"11progetto Michelucci e compagni sta benissimo nelluogo
per cui fu pensato - non gi perch in s assuma forme
stilistiche sottratte ali 'ambiente (a un tale modo di ambien-
tare ormai piu nessuno crede) ma perch a quelluogo sono
consoni alcuni suoi intimi elementi fondamentali; il suo volu-
me, il profilo, Ia sensibilit plastica alia quale sono informate
le sue modulazioni formali.
Steso e continuo, esso chiude Ia piazza con un orizzonte
tranquillo, lasciando dominare Ia chiesa di Santa Maria
Novella. Di scarsa altezza, non pi di quindici metri, esso
non emerge dai fabbricati vicini e non assume un valore
monumentale che non gli spetta. Mentre aderisce nella for-
ma alia sua funzione, Ia parete di pietra, sottilmente segnata
~ . dai tenui incassi sensibilmente concorde a certi caratteri
plastici general i dell'architettura fiorentina. Lisce muraglie,
serenamente orizzontali, segnate con Ia forza e leggerezza
dalle lunghe file di conci. Le accuse che sono state fatte circa
Ia difficolt della realizzazione tecnica dei progetto sono
state autorevolmente dichiarate prive di fondamento". (/I
Concorso per Ia Stazione di Firenze, in Archltsttura, apr.
1933).

3 Veduta dei fronte principale.

4 Veduta dell'interno. 1 Veduta dei modello.

82 83
4

4 Prospetto sulla Piazza Santa Maria Novella.

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5 Planimetria generale ai piano dei binari.

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2 L'edificio inserito nella citt.

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3 Prospettiva dalla Via Alamanni.


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1930 G. Levi Montalcini, G. Pagano: Palazzo per uffici
Gualino, Torino.
Anche in questo progetto pagano opera una mediazione tra
i due poli culturali dai quali discende: quello viennese con
particolare riferimento a Loos e quello francese con parti-
colare riferimento a Mallet-Stevens. Sono infatti evidenti da
un lato Ia severit verso il paesaggio urbano della mole dei
palazzo e dall'altro le preziose concessioni spaziali e
decorative.
Le prime sono da leggersi soprattutto nella grande finestra-
veranda dell'ultimo piano, le seconde nel succedersi con
distanze diverse delle fasce marcapiano, che imprimono
una straordinaria dinamicit ascensionale sia ai piano di
facciata in s che ai volume nel suo rigirare sulla strada
secondaria.


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2 Prospetto laterale.

3 Veduta della facciata principale.


Prospettiva.

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4 Pianta dei piano terreno. 1927/28 Giuseppe Terragni: Edificio ad appartamenti No-
S Veduta di un interno. vocomum, Como.
Nella trasmissione orale de] comasco, questo edificio noto e
come il transatlantico. E forse I'aggettivo pi giusto e
anche un poco ironico nei riguardi della sua mole, attenuata
solo dai rincorrersi dei balconi e dalla negazione degli angoli
{ attraverso il sovrapporsi di cilindri e cubi.
o
) Infatti I'aggettivo che ne denota solo e soprattutto I'aspetto
e
esteriore giusto in quanto I'impianto di questo edificio dei e
tutto tradizionale e in stretta continuit con i tipi dell'edilizia
per appartamenti d'affitto. II Novocomum chiude, infatti,
con una forma a C illato mancante dell'isolato rettangolare
con grande corte interna.

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4 (OliO'I"dlIQ'A.1 1 Veduta dei fronte principale.

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1919/23 Giovanni Muzio: Ca' brtta, Milano.
Giustamente questo edificio viene attribuito ai Novecento
milanese e, ali"interno di questa stagione artistica, segna-
lato come I'opera tra le pi significative. Tuttavia va detto
come questa opera esc a dai provincialismo coito della bor-
ghesia italiana, per collegarsi almeno dai punto di vista
urbanistico e figurativo ai prototipi dei Movimento moderno.
Per quanto attiene ai primo punto, questo edificio svolge, in
sintonia con altre esperienze europee (ad esempio l'Alexan-
der Platz a Berlino), il tema dell'isolato nel suo affacciarsi
sulla confluenza di grandi assi stradali. E ci senza rinun-
ciare ai dettato funzionale della casa per appartamenti,
svolgendo quindi una sua interiorit tipologica.
Per quanto attiene ai secondo punto, Muzio dichiara da
subito il suo riferimento privilegiato a Loos per quanto
riguarda I'oculatezza dell'ornamento delle partiture, svolte
attraverso stili reinterpretati, e della facciata nel suo cre-
scere e, infine, Ia policromia via via sempre pi chiara a
partire dai basamento fino ali'ultimo piano.
Quest'opera, proprio in quanto prototipo dei Movimento
moderno, anticipa, almeno a livello dei disegno superficiale
delle facciate, quelle che saranno poi le partiture volumetri-
che di altri edifici ad appartamenti: basti pensare ai Novo-
comumdi circa nove anni dopo, che punta agli stessi risultati
usando colori e volumi in senso assoluto.

1 Prospetto su Via Moscova.


2 Particolare della facciata.

92 93
3 Pianta dei piano 1934 L. Figini, G. Pollini: Casa ai Villaggio dei Giornalisti,
terreno. Milano.
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, -(\.~~~. ~:. lL,:i 4 Veduta di scorcio da
Via Turati, con le
altane originali.
"Costruita come unico, possibile surrogato a quanto allo-
ra si cercava in Milano e non c'era (uno degli ultimi piani di
un grande blocco di costruzione: terrazzi, aria, luce, sole,
/ \~,l-')~ .~~,.~ verde e panoramica infinita) in zona fissata per regolamen-

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to: 1/3 di area costruita, i 2/3 rimanenti a giardino. Si com-
./-,'I-5,r \~\- pone di due piani abitabili e di un sottoportico aperto, sotto
ai quale si prolunga, senza interrompersi, il giardino, esten-
dendosi a tutta intera I'area disponibile .
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'1 . " '1.-., L'espediente di costruire su pilotis scoperti, iniziato per Ia
s>: prima volta da Le Corbusier, (1929-1931) con Ia notissima,
: ..,.j.:.:I .:J.O~.:; classica Ville Savoie a Poissy, qui applicato, ha condotto a

.
un triplice ordine di vantaggi:
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1) il gi accennato aumento di 1/3 dell'area a giardino; 2) Ia
possibilit di prolungare, nella buona stagione, gli ambienti
.
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sulle terrazze antistanti, coll'apertura ininterrotta (giorno e
notte) delle grandi porte-finestre scorrevoli; 3) il migliora-
mento della panoramica, includente nei giorni sereni le Alpi

3:~' lontane, nascoste a quota inferiore, dalle pi prossime


costruzioni.
La pianta della casa - con forma di rettangolo allungato - ha
orientamento secondo Ia direttrice: nord-nord est; sud-
sudovest. Ad evitare gli eccessi dell'insolazione estiva, le
superfici vetrate piu ampie sono state aperte a mattino (in-
solazione non sgradevole neppure nelle giornate piu torride)
e a nord (verso Ia terrazza patio): mentre ai raggi bassi e
troppo caldi dei sole di ponente corrispondono aperture pi
ridotte, difese da logge e dai vano aperto della scala ester-
na. A sud si apre Ia grande porta-finestra dei Ia camera da
letto, di fronte alia terrazza-solario, difesa d'estate da una
loggia profonda; nei mesi d'inverno ha il sole obliquo di
mezzogiorno, pi basso sull'orizzonte.
11sottoportico e i pieni e i vuoti soprastanti sono legati fra
loro da rapporti armonici semplici: un modulo costante lun-
go I'asse delle ascisse e uno lungo le ordinate determinano
le dimensioni.
La struttura costituita da una gabbia portante di cemento
armato su pilastri isolati, equidistanti nelle due direzioni, con
muri perimetrali a sbalzo, formati da leggeri blocchi coibenti
di pomice". (L. Figini, Una casa di Luigi Figini, in Ouadran-
te 31-32, nov.-dic. 1935).

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1 Sezione longitudinale.
2 Prospetti.

3 Piante dei piani primo e secondo.


4 Veduta dell'esterno.
5 11 terrazzo deI piano primo con vista sul soggiorno.

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96 97
1935/37 Giuseppe Terragni: Asilo infantile Sant'Elia,
Como. .
L'Asilo Sant'Elia, progettato nel1935 e realizzato tra il1936
e il 1937, si pone tra le piu limpide delle opere di Giuseppe
Terragni in quanto compendia Ia dornesticit dei tema alia
. scelta tipologica classica.
Si tratta infatti di un edificio a corte parzialmente aperta su
un lato, in stretta analogia planimetrica e distributiva con Ia
e
Casa dei Fascio. La differenza che Ia corte rimane aperta e
e
il corpo a un solo piano proprio per il dettato domestico
e
dei tema. l.'asilo situato nel cuore dei primo grande quar-
tiere operaio costruito a partire dai 1914 dalla Societ Coo-
perativa Edificatrice e appunto questi massicci edifici COSI
come il costone dei monte Croce 10 racchiudono.
11tema della scuola atl'aria aperta, alcune invenzioni quali
Ia pilastrata a sud che porta dall'esterno le grandi tende per
ombreggiare le aule, Ia scala di risalita dalla piccola corte
alia copertura oltre, come ripeto, Ia collocazione nella mor-
fologia dei quartiere operaio, accomunano quest'opera alia
scuola all'aria aperta di Duiker ad Amsterdam. Questo fatto
colloca a nostro giudizio questo edificio nelle linee pi solide
e coerenti delle esperienze dei Movimento moderno.
La cura che Terragni pone in questo edificio va dai piegare Ia 2
struttura alie piu intime necessit dei ciclo formativo a cor-
redarla di tagli di luce verticali e orizzontali che fanno sco-
prire simultaneamente I'interno e I'esterno dell'edificio, fino 1 Veduta dei fronte posteriore.
ai disegno degli arredi che rimangono tra i pi belli dei design 2 11modello.
moderno. 3 Veduta dei fronte sud.

98 99
1933 Luciano Baldessari: Padiglione della Stampa, Milano
(V Triennale).
"Dltronte ai Palazzo di Muzlo Ia fabbrica di Baldessari pu
indicare che cosa bisogna intendere per monumentalit
e
moderna. Questa fabbrica come una sfida ai gusto morto:
mattoni contro mattoni, vetro contro vetro, colonne contro
colonne. Paragonate, ora, Ia fredda ispirazione dell'architet-
to neoclassico a questa, calda e vivace, di un architetto
moderno; confrontate i risultati dell'uno con le soluzioni
dell'altro. Non vi possono essere dubbi, n incertezze, per-
ch da una parte c'e un mondo superato che cerca di aggior-
narsi annettendosi gli schemi piu meccanici della nuova
architettura, e dall'altra una conquista piena dello spirito
moderno.
All'architetto Baldessari rimprovereremo, perci, aperta-
mente le cinque colonne con cui ha fregiato un lato della A

costruzione: 10 stile dei padiglione non aveva bisogno di


questo accorgimento pleonastico per essere a posto in una
mostra italiana. Basta il modo con cui I'autore ha saputo
rivivere, per esempio, le forme di un Gropius, e calarle in uno
schema che ha sapore di tradizione romanica. Non a torto
questo edificio, come dice il catalogo, ha forme ed aspetti
templari. 1 Assonometria.
Ma se le colonne sono un errore di gusto non lieve, n
giustificabile, esse stanno comunque a indicare I'impegno
e
con cui il Baldessari si accinto alia sua opera. Se altri si son
tenuti alie formule di uno stile decisamente superato, ai modi
di un gusto di transizione, o a schemi internazionali senza
recarvi nessuna esigenza di originalit e di esperienza per-
sonale, questo architetto ha inteso, con pochissimi, che Ia
costruzione di una fabbrica alia V Triennale doveva rappre- 2 Veduta di un fianco.
sentare un contributo nuovo ai problemi dell'architettura
italiana: il problema della monumentalit, per esempio, o
queijo dell'accordo fra arte figurativa e architettura. Sono
argomenti sui quali molto si discorre, e per cui non basta no i
propositi e i dibattiti polemici: occorrono delle opere. II Pa-
e
diglione della Stampa di quelle che possono indirizzare a
un giudizio sicuro.
[ ...) noi vogliamo contribuire a emendare Ia severit della
critica, e a segnalare maggiormente una delle opere piu
degne di lode in questa Triennale. Nel momento in cui le
scuole architettoniche dei vari paesi d'Europa ricercano
con tanto affanno uno stile che corrisponda alie esigenze
spirituali della nazone questa opera dei Baldessari ci pare
che risponda ai quesito con insolita dignit: risolvendo nello
spirito della piu antica tradizione i moti pi estremi dello stile
europeo". (/I Padiglione della Stampa, in Casabella 68,
ago.-set. 1933).

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La presunzione
dei convincere

La seconda stagione (che solo nelle sue punte pi coscienti


proseguir fino alia catarsi della quale parlava all'inizio) , a
mio giudizio, ancora strettamente legata alie condizioni cul-
turali e produttive di ogni singolo contesto e aperta ai con-
fronto con i grandi temi, fossero essi incarichi o concorsi, 2
che il Regime e Ia comittenza borghese andavano offrendo,
molti anche in sede decentrata'.
Emergono in questa seconda stagione figure che non ap- ~ . 2 Carlo Daneri: Nuova Piazza ai mare, Genova, 1938.
Prospetto.
partengono solo ai tre poli, sui quali ho basato Ia mia atten-
zione, e tra tutte significativa quella di Luigi Daneri, con il
suo progetto per Ia sistemazione per I'espansione a ma- e capitale immobiliare tramite strade e piazze, come il caso
re di Genova-est, e con Ia Casa dei Fascio di Sturla dei della realizzazione di Via Roma con opere di Piacentini e il
1938, tanto vicina, poeticamente, a quella di Vietti e Gardel- concorso per il Teatro Regio, dei quale segnalo il progetto di
Ia per Oleggio dei 1935, progettata in occasione di un con- Sottsass, Cuzzi, Pifferi e Casorati; per il contesto romano le
corso. questioni legate alia continuit della citt capitale che si
La maggior articolazione di occasioni, di figure, di ruoli per- realizza con gli interventi della Citt universitaria dei 1934,
mette di verificare meglio I'andamento degli atteggiamenti completando Ia prima fase dei compromesso-consenso e,
culturali e professionali. E cio almeno in tre atteggiamenti: il con Ia costruzione delle citt di Bonifica, prima fra tutte
primo, quello dedicato all'attuazione della continuit con Ia Sabaudia di Piccinato nel 1934.
citt ottocentesca, il secondo, quello dei consolidarsi delle Dei secondo sono specifici e caratterizzanti, per il contesto
polemiche tra generazioni e regime e Ia sperimentazione milanese, il dibattito e i progetti dimostrativi tra teoria e
dimostrativa di una idea diversa di citt, e infine, il terzo, prassi di intervento nella citta e, fra tutti, i p significativi
quello critico-riflessivo della produzione scrltta. sono Ia Milano Orizzontale dei 1938 di Diotallevi, Marescot-
Dei primo sono specifiche e caratterizzanti, per iI contesto ti, Paqano, che rappresenta il concludersi dei discorso teo-
milanese, Ia questione dei quartieri operai, Ia loro localizza- rico iniziato con Ia VI Triennale, e il quartiere di Rebbio di
zione, e le modalit dell'espansione della citt produttiva Sartoris e Terragni, anch'esso dei 1938; per il contesto
che stimolano le proposte di Bottoni, Paqano e Pucci nel
Quartiere per Ia VI Triennale del1936 e i successivi studi per
Ia Casa Collettiva; per il contesto torinese Ia questione della 3 I. Gardella, P.L. Vietti: Casa dei Fascio, Oleggio,
continuit dell'autorappresentazione tra capitale industriale 1935. Facciata.

Carlo Daneri: Casa


dei Fascio, Sturla,
1936/38. Veduta.

102 103
j~::-:::-= torinese I'azione dell'imprenditoria olivettiana nella costru-
zione dei territorio, con I'articolazione dei Piano Regolatore
della Valle d' Aosta; per il contesto romano il permanere,
tramite i grandi concorsi, dell'ideologia della citt celebrati-
va e 10 scontro culturale definitivo tra i diversi razionalismi e
-" il Regime, conclusosi con Ia vicenda dei progetto per
,. l'E.42.
Dei terzo, infine, reputo specifici e caratterizzanti gli scritti di
...... Carlo Mollino intitolati: Vita di Oberon apparsi su Casabel-
Ia, 67, 68, 70 e 71 (1933) cosi come, dello stesso Mollino, i
......
......... -. ~.,
montaggi Film citt apparsi su Domus, 88 e 89 (1935) .
Ouesta linea della produzione teorica scritta avr Ia sua
conclusione nel 1941, a conferma della maturit dei Razio-
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4 P. Bottoni, G. Paqano, M. Pucci: 8 Pagina da


Progetto dei Ouartiere Triennale,
Milano, 1934/35. Planimetria.
Casabella>t69 con
Vita di Oberon di
Carlo Mollino, 1933.
VITA DI OBERON
5 Pietro Bottoni: Studio per una Casa
Collettiva alia VI Triennale, Milano, Nell'aprile dei 1932 mortva a ventisei anni in un sana to rio di Davos,
1936. l'architetto Ettore Lavazza (oberonj, prostra to da un attacco di
6 Marcello Piacentini: Progetto per Via emottts cne spegneva n Iu una delle pu sngonrt tra le figure
Roma, Torino, 1935. Prospettiva per il dei nuovi architetti. Il complesso di crcostanze, di origine e di vta,
secondo tratto. che aveva contribuito alia formazione cena sua personalt rende
7 U. Cuzzi, F. Casorati, E. Pifferi, indispensabile unire ai pochi scritti e alie opere reallzzate cne di
E. Sottsass: Concorso per Ia Iu c rimangono, e cne pubblichtamo a edificazione dei clienti e
ricostruzione dei Teatro Regio,
competenti, una nota biografica complata dali' arcnttetto Moliino
Torino, 1937. Planimetria generale.
che negll ultimi anni gli tu amico carisslmo. CASABELLA

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nalismo, con il dialogo architettonico Giavanni e Giuseppe di 10 Copertina di Giavanni
Cattaneo". e Giuseppe di Cesare
Si sviluppano quindi a partire dai 1934 le esperienze fonda- Cattaneo.
mental i dei razionalisti che si svolgono nei poli regionali non
tanto, questa volta, come fatti chiusi ma caratterizzanti
I'identit culturale degli stessi come esperienze di precise
politiche locali. Si vengono cosi a creare dei veri e propri
laboratori di progettazione, diffusi nel contesto nazionale.
Allora il ruolo per I'architettura viene ricollocato, finalmen-
te, nella sua stessa ragione d'essere: quella sperimentale e
di laboratorio. Citt laboratorio, se cosi vogliamo inten-
dere Ia Citt dei Razionalismo, , allora, una condizione
da rivisitare e da riconsiderare in modo unitario fino agi i
ultimi aneliti dei Razionalismo italiano, quelli della seconda
met degli anni Quaranta per Ia ricostruzione di una conti-
nuit che ha visto i protagonisti riflettere sulloro ruolo, dalla
teoria alia pratica progettuale e all'inseqnamento".
E questa riflessione ha le sue radici proprio nelle innovazioni
teoriche e progettuali qettate avanti tra il 1934 e il 1936. 10
Da un lato, fatta salva I'azione di polemica e anche ormai di
retroguardia dei gruppo di Quadrante, Ia ricerca e Ia pubbli- concluder nei saggi-proposta di Diotallevi e Marescotti sul-
cistica producono opere tematizzate, tra le quali cito quella Ia Casa Popolare'.
dei giovane Samon, dedicata alia Casa Popolare dei 1935 D'altro lato, ancora, si instaura con il pi prestigioso tra i
che inizia Ia serie delle opere neomanualistiche, che si Piani Regolatori razionalisti, il CM8, per Coma, di Bottoni,
Terragni, Cattaneo e altri, una prassi concreta, radicata
nelle acquisizioni della cultura europea di prevedere 10 svi-
luppo della citt nel quadro regionale fino ai suo disegno
9 Carlo Mollino: Film citt, 1935. piu intimo.
Da ultimo il comporsi e 10 scomporsi di equipe che si confi-
gurano volta a volta, a, mio giudizio, quasi per capacit e
mansioni riconosciute. E il caso, a partire dai CM8, dei Con-
FILM - CITT 1935 ..O"',
, ..' corso per Ia Nuova Fiera di Milano dei 1937/38, cosi come il
caso della proposta di Casabella dei 1938 per Ia Zona
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Sempione-Fiera a Milano, che sfocer in quel grande pro-
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nalismo come processo operativo), che Ia Milano Orizzon-
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Valle d' Aosta che, nella logica olivettiana, dar luogo a una
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Persico, dei polo torinese che nel contempo produce Ia


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sede della Societ Ippica con Mollino, dei polo romano che
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nel contempo produce l'Accademia della scherma con
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..'._ ..._ .... Moretti; e dei paio milanese dai quale si contraddistingue
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"Allora, il rapporto tra politica e architettura, per Terragni,
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~-oIj -"""' moralmente il ruolo rivoluzionario dell'architettura.


Cosi Terraqni supera I'ambiguit sulla quale, invece, gli
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accademici giocarono nei riguardi della cultura piu avanzata


italiana. Non avendo Ia forza di contrapporre architettura ad
9. architettura, o riuscivano a coinvolgere i giovani oppure vi si

106 107
opponevano impedendo di fatto 10 svolgimento delle tesi
dell'architettura moderna.
Piacentini riusci a coinvolgere molti architetti, tra i quali
Paqano, nel momento in cui progetta Ia Citt universitaria a
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Roma nel 1933 e I'espansione di Roma verso Ostia nel pro- l'U'.~ ~Ik
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1\11I1111 ~u U'lhll~.1 f"'U"U.
getto deIl'E.42, dando ai Regime I'illusione di aver unificato If HIHICf '11 to lU '''"IIIIlnr
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le varie tendenze. In questa fittizia unificazione, Terragni U WUlur"IH li IItUtl 11_
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non compare, grazie alia moralit insita nel suo isolamento. ,,. ti tlIUl }t'IU I"
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Preferisce progettare direttamente nell'occasione dei .11'11>Ir. l'I""1H
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Concorso dei Palazzo dei Littorio e nella successiva dei \1'01'1'
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Se Ia Triennale, e in particolare Ia VI, aveva rappresentato il fnU ",'U,"'"''
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ruolo dei confronto culturale e stilistico, Ia partecipazione ,It"'1 """.
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ai Grandi Concorsi romani costituisce il confronto morale 'U.;",.II' u,~~ j !lu, ..


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tra razionalisti a fronte dei contenuti dei Regime. In questo ""UI .C.I""" _. '1ft hlfIU. Ilt'U/t tn Ir.1
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senso reputo significativi il Palazzo dei Littorio di Terragni e ;:~ ::t:'~(:;\I:;~'I.A,ldl HtU H. IL H\Un Ir, 'lU' .,.
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I'Accademia della scherma di Moretti ai Foro Italico in quan- 1.""" '. '~H" atU li ,. "'L'
11. u.lun
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e
to, con queste opere, stata data una risposta moralmente
IH" '_.UoUf
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rivoluzionaria alia banale fastosit dei Regime. ~"'nl~H r I. ll~. r l.i~~11 ~It~.
"'I~.nlt '(lIl U ""rlt.
Ho usato il termine stilistico, pari ando appunto della VI
Triennale e dei Grandi Concorsi, per sottolineare come que-
sta volont di costruire il bello porter, pur nella comune
prassi, a iniziare faticosamente il chiarimento definitivo tra i
razionalisti.
Ho detto faticosamente perch il chiarimento avverr, solo
in parte, nella catarsi e in modo definitivo nella Ricostru- II Domus 11 pubbliea questo asilo-nido degli arch itetti Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogcrs per i
zione, laddove solo alcuni 10 concluderanno. Purismo dello bambini delle mondariso - che ha vinto il concorso indetlo dall'Ente Risi - per mostrare come
stle come sopravvivenza spirituale' e morale dello st- una eostruzione estremamente semplice per Ia sua costituzione organica e por i materiali usati,
le, sono le alternative tra Ia partecipazione all'internazio- sfruUando gli elementi migliori deIle architetture rurali di pianura ed intonandosi ai paesaggio,
nalismo e Ia costruzione di autonomia e identit. Ma di fatto possa creare nella piatta e assolata planura una oasi di semplice e riposante vita (notiarno natt
ci che sopravviver sar appunto Ia morale dello stile il porticc coperto, local e in eui si svolge tutta Ia vita, il piecolo palio verde) non solo per i
bimhi, ma pure per i grandi, se si volesse prenderIa come esempio per una razionale e piace-
volissima pieeola villa.

11 G. Albricci,
M. Zanuso: Progetto
presentato ai Littoriali
dell' Architettura,
1938.
12 G.L. Banfi,
L. Belgiojoso,
E. Peressutti, E. Rogers:
Progetto di Asilo nido
presentato ai Concorso
dell'Ente Risi, 1937.

11 12

108 109
che permeer Ia terza stagione e porter a una continui- 2) La ctt corporativa non distingue i quartieri secondo Ia classe sociale, ma, se
pure il problema stato studiato per dare il massimo ceu'uttut con Ia massima
t di prassi e di forme dei Razionalismo nel secondo dopo- economia, si evitata Ia formazione di un quartiere popolare-proletario.
guerra. Le ineliminabili differenze economiche non si riflettono sull'aspetto.delle case e
Parte di questa continuit sar, per cosi dire, assicurata dai delle strade. ma sono date soltanto da una pu o meno grande economia di
spazio.
Littoriali di architettura che si svolsero dai 1936 ai 1939 e 11sempre maggior intervento dello Stato a favore della risoluzione dei problema
che videro emergere, tra le altre, le personalit di Zanuso e dell'abitazione (nuova legge sui Consorzi Provinciali delle Case Popolari) ren-
Albricci. Paqano dedico un lungo articolo in Casabelia dera ancor meno sensibili le sperequazioni: e allora Ia ctt corporativa rifletter
unicamente I'immagine dei lavoro. .
Costruzioni, 127 ai senso poetico di queste architetture 3) I centri della vita sociale, politica, sportiva, educativa, ricreativa sono a loro
solo disegnate, cosi come rimane sulla carta il piccolo pro- volta coordinati e organizzati con lattivit dei lavoro e I'abitazione. Casa dei
getto di Asilo per I'Ente Risi dei BBPR dei 1937. Fascio. Istituzioni dei Regime, Biblioteche, Scuole, eccetera, non sono siste-
mate empiricamente ma sono localizzate in modo da esplicare nel miglior modo
le loro funzioni in unatrnostera di grande liberta.
4) t.'aspetto igienico posto in primo piano. Le abitazioni sono studiate secondo
i concetti scientifici della massima luce, dei massirnosole: spazi verdi ampissimi
di prato e giardini dividono le case.
l.'arterta principale di traffico non serve che ai collegamento trasversale dei
passaggi lungo le abitazioni onde le strade nel senso tradizionale sono abo-
lite.
5) L'architettura a sua volta combinata con le bellezze naturali. Non solo
questo punto essenziale per l'arrnonia della vita quotidiana stato rispettato ai
massimo grado, ma Ia concezione unitaria dai punto di vista architettonico di un
intiero quartiere fa si che Ia bellezza non nasce sol tanto dalla perfezione di ogni
singolo elemento da costruirsi, ma dai rapporti armonici di tutto il complesso. Dei
resto su questa rivista si ancora recentemente insisti to sulla necessit di
abbandonare ogni individualismo: non vi architettura moderna possibile quan-
do ogni casa di una strada un'opera a s stante. anche se singolarmente
perfetta.
6) Saldatura dei vecchio col nuovo. Non sempre possibile fondare citt inte-
ramente nuove, eppure le citt italiane dovranno essere ricostruite nelle nuove
generazioni.
Attraverso 10sfruttamento di zone urbanisticamente interessanti e libere. si
creata Ia saldatura dei vecchio col nuovo. dimostrando che Ia impossibilita di
fondare ovunque delle ctt non deve arrestare Ia possibilita di soluzioni rivolu-
zionarie.
Accanto alia ctt vecchia custode delle tradizioni dei passa to, si esprirner nelle
forme della architettura moderna Ia vita sociale rinnovata dai Fascismo. ,I
7) Nella tappa necessaria di oggi occorre preparare il lavoro di domani. L'indi-
rizzo verso Ia nuova economia di massa, verso un piu perfetto ordinamento
politico, verso I"'accorciamento delle distanze" - discorso dei 23 marzo in
Campidoglio - potra tradursi in termini di realt attraverso I'ingegno dei tecnici
italiani, quando questi siano posti con lealt ai servizio di un ideale di giustizia
soei ale.
8) II problema di urbanstica industriale qui tracciato con una soluzione di mas-
sima non pua e non deve essere considerato limitatamente ai suo interesse
Note locale, perch in un senso piu generale ha da essere considerato come un
tentativo di stabilire un metodo, metodo che trasferito in zone pi importanti
1. Cfr. C. Bruni. E. Mantero. Alcune questioni di pratica professionale nel Ven- tendera a risolvere i problemi che si presentano all'evoluzione della politica
tennio fascista ct. sociale dei Fascismo, poich I'urbanistica nuova sara senza dubbio Ia materia-
lizzazione dell'incontro tra il Piano Nazionale Corporativo e una poltica dei
2. C. Cattaneo .. Giovanni e Giuseppe, Dialogo di Architettura, Salto. Milano lavori pubblici.
1941; C. Cattaneo. La zonizzazione e /'ampliamento deI/e citte intorno ai cin- 9) Ancora: questo piano regolatore non stato concepito come un fatto isolato
quantamila abitanti e di Como in particolare. 1935. a cura di E. Mantero. Nani. ma compreso in un piu vasto piano regolatore: il Piano Regionale della Valle
Como 1979. d'Aosta il cui studio complessivo in corso sotto gli auspici dell'Ente Nazionale
3. E. Mantero, Citt e architettura nel Razionalismo italiano. in Casabella. per 1'0rganizzazione Scientifica dei Lavoro.
463/464. 11piano stesso un tentativo di risolvere con 10stesso metodo obiettivo dell'in-
4. G. Sarnon, La Casa Popolare. E.P.S.A., Editrice Politecnica. Napoli dagine analitica e nella visuale di valori spirituali (di qui I'interessamento
1935. deIl'E.N.I.O.S.) tutti i problemi inerenti a una regione: bonifica montana- traffico
- urbanstica dei turismo - valorizzazione artigiana - difesa demografica della
5. A questo proposito penso valga Ia pena di riportare integralmente il testo montagna.
introduttivo: Architettura ai servizio sociale di Adriano Olivetti apparso su Ca- Un tale lavoro porta con s necessariamente il concetto di prorarnmazone
sabella. 101 (1936). come testimonianza dei contenuti positivi e delle fatali inteso essenzialmente come una determinazione di tempi successivi di attua-
contraddizioni e anche, come costume culturale dell'irnprenditore che prende zione e cio in relazione alie possibilita di inquadrare il piano regionale nel vasto
Ia parola su una rivista di architettura: "11piano. ai quale Luigi Figini e Gino Pollini piano regolatore dell'economia nazionale. Quando illavoro di preparazione dei
hanno dato non solo Ia loro collaborazione di architetti. ma il vivo contributo dei Piano Regionale della Valle d'Aosta sar compiuto, si potra determinare in
loro studi urbanisticl, e 11primo tentativa di trasferire in termini di realt quanto si termini finanziari e di tempo, quanto costi 11 mutare volto cio ccndizion! di vita a
era andato maturando in Italia in sede di discussione teorica da una minoranza di una regione e quanto si possa donare in sanita e conforto umano, per Ia bellezza
studiosi di urbanistica e di questioni soei ali. sul problema della ctt corporativa. e il prestigio della nuova Italia"
I criteri intorrnatori. che dei resto appaiono chiaramente espressi in altra forma
nelle didascalie che ho voluto a commento delle tavole che oggi pubblica Ca- 6. E. Mantero, 1/ateooretorto deI/a oroqetterione, in Mario Fosso, Enrico Man-
sabella, sono i seguenti: tero, Giuseppe Terragni 1904-1943. Catalogo per Ia mostra realizzata alia
Expositie-Zaal De Doele, a Rotterdam (7 maggio-7 giugno 1982). Nani, Como
1) Citt funzionale. 11quartiere studiato un organismo armonico in s stesso, 1982.
nel senso che Ia vita individuale e sociale funzione specifica di un'attivit
industriale esistente e si armonizza eon essa. 7. Questa appropriata definizione tolta dalla trattazione svolta in Hinter-
Una fabbrica di oltre 1000 operai, centro di produzione organizzata con un land, 11/12.
nucleo di vita sociale sul quale gravitano le abitazioni di chi lavora.

110 111
1934 G. Cancellotti, E. Montuori, L. Piccinato: Sabaudia. Planimetria generale.
"L'epoca degli immensi organismi urbani, quali ci ha lascia-
to l'Ottocento, irti di grattacieli, grandiosi nel loro aspetto, 2 Schema dei
miserevoli nella povert della loro sostanza, sembra ormai funzionamento di ....- ............
vicina ai tramonto. Sabaudia.
L'avvenire economico porta un tale giuoco artificioso verso B Borghi, Chiesa, Scuola.
iI dissolvimento in centri comunali minori, ognuno dei quali
risponde a una propria funzione produttiva diversa a secon-
da dello scopo per il quale stato creato: vera e propria
specializzazione dei centri urbani. 11futuro ne vedr forse
solo pochi tipi: centri industriali, centri artistici, centri edu-
e
Poste. Armadio farmaceutico.
A Azienda agraria ONC.
P Poderi.
3 Veduta aerea
dell 'intervento.
~o't~f:~;_--~:=-
....
<,
cativi culturali, centri minerari, centri agricoli.
e
Non ora pi possibile pari are di citt ma occorre vedere Ia ..................
regione-citt, Ia provincia-citt, Ia nazione-citt. I centri .........
comunali agricoli di Sabaudia e di Littoria si inquadrano in -c.
questa visione come le prime realizzazioni di una urbanistica ......
nuova e precorritrice, vivente e totalitaria. [ ...]. 2

SABAUDIA '''''0'''100"'
DOTT',uCil' G.CAlKfLLOTTI -E.rtONTUOAI-L.PlCClNATO-A SCAlHLU ~

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.'OSTIlUIION!

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112
113
4

/I centro. Intorno all'intersecazione delle strade principal i si 6 La chiesa.


svolge il piccolo centro dell'abitato.
e
Non esso solamente costituito dalla Piazza dei Municipio,
ma piuttosto da un piccolo e completo sistema di strade e di
larghi disposti intorno alia Piazza dei Municipio.
Osserviamo anzitutto come Ia composizione generale con-
senta in caso di necessit uno smistamento dei traffico
all'infuori della piazza principale Ia quale, in caso di adunate,
pu restare esclusa dai resto dei movimento. La piazza e
dominata dalla torre con I'arengo e da questa verso sud e
verso il lago si apre una seconda grande piazza libera che
punta verso il panorama dei monte Circeo, che ne costituir
10 sfondo.
Queste due piazze formano quindi un tipico sistema a forma
di L quale frequentemente si ritrova negli antichi sistemi di
piazze nelle citt italiane. [ ...].

4/5 li centro: pianta e veduta aerea. 7 Panorama dall'alto.

5 7

114 115
I I
ZONA I~iA~Ett ~TSES~~EE I SEZIONI STRADAlI MINIME
I
TIPO PlANIMETRtCO CARATTERISTlCHE
1940 I. Diotallevi, F. Marescotti, G. Pagano: Citt orizzon-
Dtvlstone orizzontole degll 01 I tale. Progetto per Milano.
~ loggi. Diste nae mnima dei corpl

AI INTENSIVA I 2+1, Ih m.9+3501


h m.12.50
di [ebbrtce interni m. 10.
Vierol; i ccru!t chiusl 11Ie cbrc-
strtne Permessi i negoli t coe-
cesso uno perzlele scereereve-
I "La casa unit sorge come risultato armonico delle esigen-
ze individual i con quelle della civitas, cio uno schema ideale
aicne non supertore 11 m 3.50
curcb non occupi pi di I. di organizzazione della citt e della civilt.
~ ceue secerpce cccerte.
Questa non deve sottrarre alcun valore fondamentale alie
condizioni di alloggio, e cio di vita, dei singoli, ma bensi

1ttl
~ti~~~oen;:rt~i~li~~e9~jj 1I~~~~j

CASE
di [ebbrcelntem! m. 10.
Vieror; i coruu 11 te chioslrine.
- determinare un fattore positivo di integrazione e iscrizione
A SCHIERA I 2 I h...",m.9
I Permessi i negozi.
Dlstecco mnimo doi pio slr., della casa nella collettivit. Perci I'associazione delle case
dele m. 4.
unit pu avvenire unicamente in base a una estensione dei
~ i i I i Unit6 ercbuettcntce generole.
concetti che hanno determinato Ia casa stessa, e cioe man-
Superflcle cece-ie messtme m' tenimento degli assi e corrispondenza delle traversate di

JQL
CASE 100+1 G oeue sucerflce dei Ict-
ABBINAl[
10. L,is!lInZII minlmll de! connnl
m. 5; dlll mertne s!rodole m. 5.
ventilazione, ripetizione dei tipi e eguaglianza degli accessi.
cl hc-9+3 E concesse uno pllnlllle soore- La rete dei traffico indipendente e cosi i servizi collettivi,
CASE eleveetcoe non superiore 11 m 3
12+" 1
ISOlAl[ 1 ~ purche non occupi plu di 1/.
eee 'Supernce ccperte.
~ . sempre centralizzati rispetto a un'unit definita di un certo
nucleo di abitazioni.
AltezzlI de determlne rs! Cll50
per CIISO.

EDIFICI I I I I I 1 Pianta della citt e dati statistici.


o I PUSSUCI

In lint-II di messtme scec vre-


tere te IIbi!lIzioni; pu6 eUere
permesse 111 cos!ruzione eeue
PICCOlE sole ebuearont neeesserte ai
perlonllle di eustcete e di di
INOUSTRIE rezione.

81' I I I I I I

8 Norme edilizie.

li piano edi/izio. Trattandosi di un centro urbano agricolo e


non di una citt, Ia zonizzazione limitata a pochissime
categorie ed distribuita con Ia massima semplicit.
In generale si pensato che a quasi tutte le famiglie
opportuno concedere i vantaggi igienici ed economici di un
piccolo orto o giardino e quindi I'edilizia riveste essenzial-
mente carattere estensivo.
Tuttavia il piano edilizio contempla tre tipi principal i di abi-
II tazione:
a) abitazioni a due piani oltre il terreno e appartamenti a
divisione orizzontale;
b) abitazioni in case a schiera (a divisione verticale);
c) casette isolate doppie o triple e casette isolate per una
sola famiglia.
I li tipo a) stato distribuito nelle zone centrali e lungo le
strade principali dove sar possibile aprire negozi.
" tipo b) costituisce il gruppo fondamentale; forma i quartieri
di abitazione vera e propria ed distribuito quindi nell'inter-
no delle grandi maglie di strade principal i servite solo da
strade secondarie di lottizzazione.
li tipo c) costituisce il tipo di abitazione pi ricco ed distri-
buito in generale marginalmente verso i punti di visuale pi
belli ed eccezionalmente si insinua quasi ai centro, presso Ia ..,,,...,,.,-\.,, \" ,,"'.
chiesa, pensandosi che sar utile prevedere tale tipo edilizio
anche accanto ai centro". (li significa to urbanistico di sal-
Co.LP~.lonl.
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vaguardia, in Urbanistica 1, gen. 1934). 101,I.H, . n 100 11.11 lo'.I,H".J!"" \ 11." lOL.I.~""""ij"""~
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1 1 ....
""'NlIllO.GOn OtNSIU lU #III''''N''61\0 0IN1"" . ".n"'HIL Ik. 01N511"no

116
117
L'associazione elementare di pi case unit dello stesso
tipo avviene nel senso dei nord-sud con Ia ripetizione iden-
tica e contigua degli elementi e nel senso est-ovest con Ia
ripetizione simmetrica in modo che a due a due i giardini
interni si accoppiano lungo i muretti di divisione.
Ouesta disposizione riduce le ombre portate dei corpi
costruiti sui giardini stessi.
Per ogni due file di case risulta necessaria una strada nel
senso nord-sud, strada che essendo di carattere stretta-
mente interno pu avere Ia larghezza minima di m 2-2,50. La
lunghezza pu giungere sino a 120 metri, gli estremi sboc-
cano su strade secondarie di traffico dirette est-ovest, lar-
ghe da 6 m in pi. Cosi, inoltrandosi da queste nelle stradine
interne, il percorso massimo da effettuare, per portarsi in
una casa situata a met, sar di solo 60 metri.
Ogni due strade secondarie consecutive racchiudono un
lotto di case di ugual tipo: questi lotti sono all'incirca di m
120 per 200 nel caso massimo, e si allineano sui due lati di
una arteria principale nord-sud, che costituisce l'asse dei
quartiere. 11centro di questo determinato dall'incrocio del-
Ia prima arteria con una identica ortogonale, che forma asse
minore, in quanto Ia prima arteria lunga circa 750 metri e Ia
seconda 400.
Oueste misure sono state determinate in base ai numero
degli abitanti da raccogliere attorno ai servizi comuni, cioe
scuole, mercato, piscina, campi di giuoco, cinema-teatro e
circolc". (Diotallevi, Marescotti, Pagano, La citt orizzonts-
le, in Costruzioni Casabella 148, apr. 1940).
3

3 Planimetria dei piano quartiere tra Via Brera e Via


Legnano.

4 Due sezioni ti piche dei quartiere preso in esame e una


2 11quartiere preso in esame e Ia soluzione dei PR. sezione della citt orizzontale.

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_'-'..donol.wlr,.o ."O_ .ntotCO<IoOQo.ooIdo ..,Anl....,"o

.......:::;:.:z. ~';::': ".~n. longItudinal. ",U'isoloto p'osplci.nt. eo"" G,,,iboldi pOouo S. S.mpliciol'\O ~ioPol mo -l;...-" 3!! ., _ '::k--=2:"

4 ..rioM.po Ioal.IO.lOMpw'owurioollo piono.r_poo&-.""&OOOin-OOdo .....


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Progetto coso unit (olotoll.'I1 . Morescottl Pogono). Tipo 1 per famlgllo di quottro ~l'SOn. (ge"ltorl e due 'lgll). le comer. formono un unlco O O O O
ambiente con 10 goUerlo onIISlo"l. do eul pouono, '1olendo. IsolorU. L'ol,lo totalmente
menlo ira I due glardin!. N.I soggiorno un dlvano-Ietto pU ollogglor. uno pel'1Ono '"
"'8lroto quando
pli! o saltltulr.
aperto
11I.ttlno
cosmulsee un portlco di collego-
posto ".110 comera matrimonial.
~
"-'0 _. '-"<' oooo/j ftlIo I ""fOI. . 0"",,,,_

51 ~ ~ ~

5 Pianta della casa unit per famiglia di 4 persone e


accrescimento proporzionale ai numero degli abitanti.
6 Associazione della casa unica lungo strade interne.
7 Veduta dali 'alto dei modello della casa unit .

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120 121
1937 G. L. Banfi, L. Belgiojoso, E. Peressutti, E. N. Rogers:
Piano Regolatore della Valle d' Aosta. aosla:
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"Sono stati scelti 5 centri della Valle d'Aosta, caratterizzati If'
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ciascuno da particolari premesse ambienta li o funzionali per
trarre da essi le pi logiche conseguenze urbanistiche.
Aosta: valorizzazione storica della citt romana e riconosci-
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mento della sua funzione di centro turistico della regione.


Bteuil: centro internazionale di alta montagna per I'alpini-
smo estivo e gli sport invernali. . , It . ~k:
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Ivrea: piano di un nuovo quartiere operaio d'abitazione.
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Pila: centro dopolavoristico, valorizzazione di una zona ver- LJ[J>.~~L \..' . ", -~. ,

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gine per Ia salute dei popolo.


Versante italiano dei M. Bianco: zona della catena pi alta ...(
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Si propone il completamento della rete stradale della pro-
vincia d' Aosta, primo elemento per Ia valorizzazione d'una _, ~,..... ,"-o .; -- I

zona turistica. 11Piano prevede in un successivo tempo ~ 'rr-;\ .-'


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I'esauriente studio analitico comparativo delle condizioni


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dell'agricoltura e dell'allevamento valdostani, per Ia risolu-


zione dei complessi problemi, Ia cui impostazione pratica e
Ia continuativa disamina esso suggerisce fin d'ora di affidare
ai Centri Sperimentali di Economia Agraria.
Nella Tavola Riassuntiva si trova I'indicazione della Sede
ritenuta pi adatta. Sono ugualmente indicate le zone che,
secondo 10 spirito e le direttive di una coerente disciplina
urbanistica, il Piano propone per un immediato vincolo attra-
verso particolari provvedimenti legislativi, atti cioe a farne
oggetto di ulteriori studi per un'armonica valorizzazione.
Anche Ia fissazione di zone sanatoriali risponde a finalit
sociali d'interesse nazionale e rappresenta I'identificazione
di un problemail cui studio e Ia cui rlsoluzione strettamente
appartengono ai compiti dei Piano nei suoi successivi svi-
lupp!". (li Piano Rego/atare della Valle d'Aosta, Nuove Edi-
zioni Ivrea, 1943).

1 Sistemazione
urbanistica dei centro -;c.--..... '- e, !o

storico di Aosta.
2 Zonizzazione.
aosta :
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1938 A. Sartoris, G. Terragni: Quartiere satellite, Rebbio,
(Como).
"li Piano Regolatore della citt di Como ha potuto, come e
noto, per una serie di fortunate circostanze, conservare
nella veste definitiva le pi importanti idee dei progetto vin-
citore, informato ai concetti di un vivo e vitale Razionalismo.
Poggiando su un centro di fattura regolare, romana, aggior-
nato alie necessit attuali, il piano stabilisce i collegamenti
con le forze espanse fuori le mura, organizzando e zonz-
zando i nuovi quartieri sorti alia periferia, con soluzioni or-
dinate e coerenti, in rapporto a tutto il complesso urbani-
stico.
La zona industriale, secondo esigenze economiche, di traf-
fico e di collegamento e secondo le possibilit offerte
dali 'andamento altimetrico dei terreno, continua Ia sua
espansione, raggiungendo in direzione di Milano I'ex Comu-
ne di Rebbio, recentemente aggregato a Como.
In dipendenza dei problemi di abltazions che una tale espan-
sione propone e per migliorare, inoltre, le condizioni demo-
grafiche generali, diminuendo Ia densit dei centro cittadino,
Ia costruzione di un'abbastanza imponente gruppo di nuovi
e
alloggi si resa necessaria.
In base all'osservazione diretta delle condizioni edilizie, via-
~_ ..
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rie e logistiche, gli architetti Alberto Sartoris e Giuseppe
Terragni hanno progettato per Rebbio un quartiere satellite,
di carattere economico e popolare, con parziale autonomia,
ma facilmente collegabile alia citt e alie varie zone indu-
striali. li progetto di questo coerente ed esemplare quartiere
moderno si basa su rigorosi principi d'ordins organizzativo, ......--- . ~'-"'"
di disciplina viaria, di buona orientazione, di igiene, con
soluzioni figurative di concreto valore stilistico, riconducen-
do tutto iI problema a un problema di espressione poetica
che soltanto Ia forma - ha scritto Giulio Carlo Argan - come
conoscenza unitaria di soggetto e oggetto pu concreta-
mente e positivamente risolvere.
La vitalit formale dei progetto, che stabilisce iI piano archi-
tettonico, oltre che queijo urbanistico, in modo da comporre
dei tutto una unit viva, sta nei controllati rapporti tra i pieni
e i vuoti, nelle invenzioni di armoniose dissimmetrie prospet-
tiche, nella purezza geometrica dei volumi, misuratamente
2
animati da partiti espressivi di aerea leggerezza negli edifici
alti e da ritmiche modulazioni verticali in quelli bassi.
Le risoluzioni funzionali si basano su premesse desunte dai
-
rigoroso esame, esaurientemente illustrato nella relazione,
di tutti i dati economici, demografici, igienici, sanitari, inte-
ressanti Ia zona e dei fatti sociali connessi ai problema da
risolvere". (A. Podest, Progetto di un quartiere operaio, in
Costruzlon Casabella 158, feb. 1941). h //
1 Localizzazione dei quartiere nel comune di Como.
2 Assonometria dei quartiere.
3 Prospettiva degli edifici a sei piani. ]JJJl .
126
3L
127
FACCIATA EST FACCIATA EST

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FACCIATA OVE51

LONGITUDINAL E
rACClATA

SEZIONE
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LONGITUOINALE
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FACCIATA PAHlCOLARE ASSONOMETRtCO

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4 Facciate, sezioni e piante degli edifici a un piano. 5 Facciate, sezioni, piante e assonometrie degli edifici a
due piani,

128 129
.. ~.

1934 Cesare Cattaneo: Casa deito studente. Progetto.


FACCIATA OVES T SEZIONE ASSONOMETRICA ALLOGGIO TIPO Pari are di questo progetto giovanile di Cattaneo (forse il
progetto di laurea per composizione architettonica dei
1934) vuol dire ribadire alcune analogie. sia degli inizi che
della fase pi matura. con Carlo Mollino e. in particolare,
porre in relazione questo edificio con queijo che Mollino
realizza per Ia sede della Federazione Agricoltori di Cu-
neo.
Cattaneo accetta il tema su un lotto parzialmente in curva e
gioca in modo tradizionale - per i risultati ormai conseguiti
FACOIAIA EST
dalla prassi razionalista - le varie destinazioni, vuoi in oriz-
zontale che in verticale usando, come far anche nella sede
dei Sindacati Fascisti di Como, corpi di fabbrica alti, in linea
e a lama che proteggono corpi pi bassi destinati a fun-
zioni collettive quali Ia mensa, Ia sala delle riunioni, ecc. Si
d
~ . tratta ovviamente di un'opera ingenua da collocare in quel
momento di avvio della generazione pi giovane dei razio-
nalisti come appunto il caso di Mollino, Rogers, Zanuso,
Albini e altri.

SEZIONE LONGITUDINALE ALLOGGIO TIPO "


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2 Pianta .
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3 Prospettiva generale.
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6 Facciate. sezioni e piante degli edifici a sei piani.


1

130 131
1937 Carlo Mollino: Nuova sede della Federazione Agri-
coltori, Cuneo.
"Questo edificio ha il pregio di presentare una chiara e con-
vincente versione di un problema Ia cui soluzione era in un
certo senso costretta dalla forma irregolare dei terreno e
dalle esigenze dell'edificio stesso: elevato numero dei locali
nei confronti dell'area disponibile, loro divisione in gruppi
con accessi e collegamenti indipendenti (due gruppi per ogni
piano), sala di riunioni con disimpegno proprio, possibilit di
ulteriore ampliamento senza compromettere I'unit archi-
tettonica dell'edificio.
L'architetto ha risolto queste molteplici difficolt guada-
gnando spazio ai primo e ai secondo piano con uno sbalzo
continuo sulla strada di m 1,30, corrispondente agli ambienti
uffici escala, nonch mediante opportuni accorgimenti di
circolazione e di pianta.
La soluzione a sbalzo, realizzata con materiali leggeri, iso-
~ .
lanti (mattoni forati e cellulite), ha permesso all'architetto di
sperimentare Ia soluzione della finestra continua per gli uffici
i cui vantaggi ben noti hanno trovato qui integrale applica-
zione.
Oltre ai piani degli uffici, I'edificio dispone di un piano semin-
terrato utilizzabile per magazzini, salone esposizione mac- 2 Veduta generale.
chine (sotto Ia sala per riunione), garage per due macchine, 3 Scorcio della scala verso esf.
laboratori, ecc." (Nuova sede della Federazione Agricoltori 4 L'edificio visto da sud-ovest.
di Cuneo, in Architettura, ott. 1937).

1 Pianta dei piano rialzato.

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132 133
1934 P. Bottoni, C. Cattaneo, L. Dodi, G. Giussani, P. Lin- 1 Planimetria generale.
geri, M. Pucci, G. Terragni, R. Uslenghi: Piano Regolatore di 2 Azzonamento.
Como. Progetto di concorso.
"Da studi molto accurati e seri, e da una profonda cono-
scenza delle necessit delluogo, muove il progetto Bottoni,
Dodi, Giussani, Lingeri, Pucci, Terragni, Uslenghi.
La soluzione dei problema ferroviario, mediante l'arretra-
mento a Como Borghi della stazione delle Ferrovie Nord, e
I'inoltro a velocit ridotta dei convogli sino a Como Lago
lungo il Viale l.ecco, non raggiunge che parzialmente 10
scopo prefisso. E invece da ritenersi ottima Ia proposta dei
trasferimento dello scalo merci a lato delle Ferrovie dello
Stato a Tavernola o, anche, a Dervio.
Assai buona Ia zonizzazione e accurato 10 studio dei nuovi
quartieri di Camerlata e di Tavernola e delle zone residen-
ziali di Monte Olimpino e di Ponte Chiasso, di cui anche ben
studiato il collegamento.
~ .
Nei riguardi dei nucleo urbano va segnalata Ia creazione di
una nuova strada a ponte che, costeqlando a una distanza
opportuna il fronte a lago dei giardini di Borqo Vico, unirebbe
magnificamente Ia zona verde ch'e attorno ai monumento ai
Caduti con Ia Villa dell'Olmo.
Opportuna pure Ia sistemazione a verde delle mura.
Nei riguardi dei complessi monumentali, il gruppo, compo-
sto di coraggiosi novatori, si di mostra particolarmente
'~i rispettoso e sapiente: San Fedele parzialmente liberato
dalla parte dell'abside; Sant'Abbondio ha una particolare
sistemazione a verde; Ia zona della Cortesella viene risana-
ta e rifatta senza sacrificio degli edifici antichi che vi si tro-
vano.
Ottime soluzioni sono pure proposte per Ia conservazione e
Ia valorizzazione dei San Giacomo e dei dimenticato batti-
stero di San Giovanni in Atrio presso San Fedele.
E con naturale compiacimento che sottolineamo I'esempio
di questo gruppo di architetti moderni e che 10 additiamo a
coloro i quali si ostinano a vedere non so quali conflitti l ove
sol tanto possono esistere accordi ideali, l ove - in sostan-
za - Ia tradizione si difende e s'accresce, proiettandosi nel
futuro". (A. Pica, /I Piano Rego/atare di Como, in Architet-
tura, dic. 1934).

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134
135
3 Sistemazione della citt
murata. 1"
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4 Como nel Piano Regionale.
5 Schizzo preparatorio della ,. r
passeggiata a lago. '~ - ..,
6 Schizzo preparatorio della
zona Duomo. lr- Ii
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136 137
~..b.:!I 7 Zona di 1937/38 P. Bottoni, P. Lingeri, G. Mucchi, M. Pucci, G. Ter-
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Camerlata-Rebbio. ragni: Fiera di Milano. Progetto di concorso.
I 8 Zona di Ponte
Chiasso.
11 Concorso per Ia Fiera di Milano, con motto SCM (che sta
per SComo Milano) anch'esso il frutto della collaborazione
, 9 Zona di Tavernola. tra comaschi e milanesi, seppure in un numero ristretto
rispetto ai concorso per il PR di Como. 11 progetto localiz-
zato lungo Ia direttrice nord-ovest di Milano parallelamente
ai Viale Certosa a partire da Piazza Stuparich.
Va sottolineato subito il carattere urbano dei progetto, nel
senso della sua reale ed effettiva continuit con il tessuto
preesistente. Non si tratta infatti di un recinto, di una
citt nella citt, bensi di un quartiere con particolari carat-
teri funzionali, svincolato dai traffico di grande scorrimento
secondo sezioni che ricordano le gerarchie della famosa

~ . sezione dei traffici della citt leonardesca.


La sensazione immediata che si ha, guardando I'assonome-
tria e Ia prospettiva, quella permeabilit tra gerarchie di
7_ traffico diverse e della riacquisita pedonalit ai punto che, Ia
Fiera, diventa un sistema di viali e di piazze sulle quali da un
lato si affaccia il grande Padiglione in linea della Fiera
Corporativa e, dall'altro, a pettine, i padiglioni secondari,
Ia Sala Teatro per le riunioni. Ouesto sistema a pettine si
conclude con un edificio sopraelevato in linea che contiene
le biglietterie e Ia direzione e che d Ia misura dei calibro
complessivo dei tessuto. Ouesto edificio si intreccia con una
struttura spaziale verticale e lamellare che vuole essere il
grande manifesto della Fiera e che rimanda, attraverso
un'area destinata a parco, all'lngresso Trionfale su Piazza
Stuparich. La maglia regolare induce chiare e regolari pos-
sibilit di ampliamento sempre all'interno dei lotti urbani.
Abbiamo insistito, nel descri vere questo progetto, sul suo
rapporto urbano, anche perch Ia precisione di questo com-
porta una sorta di indifferenza dei caratteri architettonici
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--- degli edifici, che sono pensati come grandi spazi attrezzati
con passerelle e soppalchi contenuti da una struttura a
grandi luci in cemento armato.

8 1 Prospettiva dell'ingresso.

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138 139
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5/6 Prospettive dell'interno e dei piazzale d'ingresso.

2 Planimetria generale.
3 Prospettiva dali 'alto.
4 Assonometria.

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140 141
1934 P. Bottoni, A. Legnani, M. Pucci: Fiera di Bologna.
Progetto di concorso.
"L'area per Ia nuova Fiera ai centro della zona compresa
tra il bel rettifilo della Via Nuova Mascarella (quasi compiuto
fino ai sottopassaggio), I'anello ferroviario di cintura, Ia Via
San Donato e Ia ferrovia Bologna-Ancona. L'anello di cin-
tura limita, non blocca, I'area della Fiera: essendo esso in
rilevato potr sempre essere facilmente attraversato quan-
do si vogliaestendere Ia Fiera oltre tal limite, ad esempio coi
campi sperimentali.
La Fiera cosi ubicata rispetta quasi totalmente I'attuale Pia-
no Regolatore in via di realizzazione.
Le demolizioni sono ridotte a poche case rurali e quasi tutte
collabenti. 11terreno scarsamente appetibile perch mal
sistemato e trascurato anche dallo stesso Piano Regolato-
re. Vengono rispettate le zone di pertinenza militare, delle
quali i padiglioni della Fiera potranno diventare un utile com-
~ .
pletamento in caso di guerra.
Rimangono sostanzialmente invariati nelloro tracciato i due
cavalcavia progettati dai Comune sulla Bologna-Ancona
per le vie Mascarella e San Donato. Dai primo si acceder
con opportuna deviazione alia Fiera attraverso un comples-
so di viali razionalmente concepiti e di carattere trionfale
costituenti l'accesso principale. I cavalcavia di San Donato,
Via Galleria e Via Libia offriranno altri comodissimi accessi a
I'afflusso dei pubblico dalle varie zone della citt. L'ingresso
della Fiera sar visibile dalla linea ferroviaria Roma-Milano e Collegamento della Fiera con le zone limitrofe e con Ia
Milano-Brindisi il che importantissimo dai punto di vista citt.
reclamistico [ ...).

Collegamento della Fiera con le zone limitrofe e con Ia 2 Planimetria della zona prescelta col PR studiato dai
citt. Comune.
L'area prescelta per Ia nuova Fiera oltre ad essere vicinis-
sima a tutte le stazioni ferroviarie si trova in una posizione
equilibrata rispetto alie piu importanti linee di provenienza
esterna senza che ne risultino ingombrate quelle nelle quali il
traffico maggiore. L'affluire dei veicoli alia Fiera potr
svolgersi completamente all'esterno della citt attraverso
gli spaziosi viali dei quartieri nuovi evitando affollamenti ai
centro. Anche ai traffico proveniente dalle stazioni non sar
necessario passare per il nucleo centrale della citt. I per-
corsi dai centro sono brevi, diretti e seguono vie comode
(esistenti o in progetto) e per Ia maggior parte larghissime,
nelle quali gi si trovano o sono alio studio trasporti urbani".
(P. Bottoni, A. Legnani, M. Pucci, Concorso per Ia futura
sistemazione della Fiera-Esposizione di Bologna, in Urba-
ni.stica 6, 1934).

142 143
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3 Sistemazione planivolumetrica.

4 Studio dei viale d'accesso: alzato, pianta e


prospettiva.

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144
145
1940 Carlo Mollino: Sede de lia Societ Ippica, Torino. 2 Veduta generale e
"li complesso dell'lppica risulta di due corpi distinti, scude- sezioni.
ria e circolo-maneggio, collegati o meglio articolati da una
pensilina di raccordo. La dualit dei corpi appare con Ia
massima evidenza nella fronte dell'edificio: Ia facciata dei
circolo tende ad avere una assoluta preminenza e a concen-
trare su di s I'attenzione dell'osservatore, mentre Ia fronte
della scuderia, nonostante il bizzarro moltiplicarsi dei suoi
camini, mediante I'articolazione che Ia collega ai corpo pre-
minente, appare arretrata, rilevando esplicitamente iI suo
carattere di dipendenza.
Ne risulta un complesso eccezionalmente vario, ma coordi-
nato e omogeneo stilisticamente; armonico nel rapporto
delle proporzioni fondamentali. L'attenzione dell'osservato-
re, irrequietemente stimolata dallo squallido e regolare mol-
tiplicarsi dei camini, trova nella facciata dei circolo, pieno e
concluso rasserenamento.
~ .
Gli elementi singoli della facciata tendono a isolarsi per
affermare un valore astratto pi prezioso, pi duro dei reale,
ma nello stesso tempo si aprono alia compenetrazione
dell'atmosfera, che permea tutto I'edificio e ne mantiene
viva I'organizzazione, fino a rendere leggerissimo, quasi
librato, il coronamento superiore.
Per accrescer I'evidenza di tale effetto di dissociazione e
ricomposizione degli elementi, I'A. ha rivestito Ia parete in
laterizio rosso, a punta di diamante, ma I'effetto cromatico e
il contrasto risultante con il bianco delle altre parti appare
qui forse troppo crudo ed energico". (A. Bertini, Nuove ten-
denze dell'architettura italiana, in Le Arti, dic. 1940 - gen.
1941 ). O"J4S.,,.,1O

2 I'II'III!IIIIII'I
Prospettiva dali 'alto. Nel 1960, I'opera stata 3 Pianta dei piano
demolita. terreno.
A Circolo:
1 Galleria ritrovo.
2 Ristorante.
3 Cucina.
4 Alloggio dei custode.
5/6 W.C.
B Maneggio:
1 Pista.
2 Tribuna posti a sedere.
3 Tribuna ispezione.
C Scuderie:
1 Fienili.
2 Cortile di servizio.
3 Botole.
4 Terrazze.
5 Silo della biada.
6 Condotti per Ia discesa
della biada.
7 Pensilina di collegamento.
D All0$lgi dei personale e
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serVIZI:
1 Camere indipendenti.
2 Alloggi doppi.
3 Pensilina di collegamento.
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3

146 147
1933/35 Luigi Moretti: Casa delle Armi, Roma (Foro Mus-
solini).
"11 progetto data dai 1933; I'esecuzione si e svolta nel
1934/35; I'inaugurazione e avvenuta nell'aprile 1936.
Prima di indicare criticamente quali sembrano le caratteri-
stiche singolari della costruzione nel campo estetico, d un
cenno obiettivo sui dati distributivi e tecnici fondamentali.
La Casa delle Armi costituisce uno dei due edifici laterali
all'ingresso meridionale dei Foro Mussolini: ingresso che,
pur non essendo il principale, e tuttavia di grande importan-
za perch convoglia il traffico proveniente dai Viale Angeli-
co, dai prolungamento di Via Oslavia, dallungo fiume, dalla
circonvallazione. [ ...]. L'edificio e composto di due ali, in una
delle qual i trova luogo:
a) il grande salone per Biblioteca e Museo d'Armi, su cui si
affacciano due gallerie, aperte verso il paesaggio dei Foro,
per sosta e lettura; b) Ia sala per Consiglio istruttori; c) il
salone per scrittura e informazioni; d) gli uffici dei Direttore;
e) i servizi generali, ecc.
Nell'altra ala sono sistemati:
a) Ia grande Sala d'Armi di m 45x25; b) i relativi servizi di
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spogliatoio e docce su due piani; c) i servizi particolari ai
seminterrato: spogliatoi istruttori, sale istruttori e Direttore,
~ asciugatoi, officina d'arrni, custode, ecc''. (P. Marconi, La
Casa delle Armi aI Foro Mussolini in Roma, in Architettu-
4 Veduta dei cortile di servizio. ra, ago. 1937).

5 La pensilina ali 'ingresso est. 1 Veduta generale.

148 149
4 5 6

4/6 Vedute dei plastico.

7/8 Scorci esterni.

2/3 Pianta dei piani terreno


10 e rialzato.
1 Atrio.
2 Biblioteca.
3 Lettura e soggiorno.
8 4 Sala di ricevimento e
consiqlio insegnanti.
5 Passaggio.
6W.C.
7 Scala di servizio.
8 Sala d'Armi.
9 Docce.
10 Servizio medico.

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1934/37 A. Carminati, P. Lingeri, M. Nizzoli, E. Saliva, M.
Sironi, G. Terragni, L. Vietti: Palazzo Littorio, Roma. Pro-
getto di concorso (1 e 2 grado).
'\
Abbiamo deciso di illustrare pi ampiamente il progetto A
per il concorso dei Palazzo dei Littorio per due ragioni. La
prima, per coerenza rispetto ai taglio dei saggio e Ia seconda
in quanto reputiamo quest'opera come pi significativa dei
metodo di Terragni, nella sintesi tra architettura e urbanisti-
ca. Cio non esclude I'importanza e Ia bellezza anche dei
progetto B e dei progetto di 2 grado.
E significativo come, in questo caso di ambiente storico ..:::{~i;~\\ljiifi~~::
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urbanlstico, Terragni concepisce il suo progetto in stretta .:~~ ~~'.,
relazione con Ia parte urbana cio I'area dei Fori Imperiali :.: i2:: U ~':';':':
fino ai rudere dei Colosseo, delineando da subito (10 si nota
anche negli schizzi di dettaglio) un impianto tipologico for-
mato da grandi ed essenziali partiture murarie che conten-
gono altrettanti spazi essenziali. II rapporto fondamentale
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che il progetto instaura con Ia morfologia complessa, ... :::::::.:: ....
stratificata nel tempo dei Fori Imperiali e ricerca un dialogo
spaziale a distanza con il Colosseo. ..,.-n
Questo dialogo realizzato con Ia grande parete sospesa,
arcuata e spezzata dei fronte su Via dell'lmpero. Oltre alia ~
genialit strutturale di questa parete bisogna sottolineare Ia
sua decorazione, coerente alia sua natura statica. Sono
infatti messe in evidenza le linee di sforzo dei cavi di acciaio
che contengono grossi conci in calcestruzzo. Ne deriva una !_,,<
sorta di pelle che d storia ai progetto. Prorompente e con
forti richiami costruttivisti I'esedra che contiene i diversi ~
ordini delle grandi sale di riunione, che sono servite da un
rappolo di scale esterne a sbalzo che, partendo dai bas- 2 Planimetria generale.
so, sostengono il tamburo terminale dell'esedra. 3 Pianta dei piano terzo.
Tenue ma altrettanto radicata nel contesto Ia scelta dei 1 Sala dei Duce.
2 Sacra no.
Irarnrnento di acquedotto romano che, come reminiscen- 3 Sala dei Mllle.
za funzionale, collega il grosso edificio ai pccolo edificio sul 4 Uffici dei Partito.
lotto ai di l della strada, destinato alia sede dei CONI: un 5 Sede dei CONI.
tema e una risoluzione architettonica che Terragni accen-
ner nei pochi schizzi per Ia Casa dei Fascio ai quartiere
trasteverino.

1 Vista dei plastico verso il Colosseo.

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3

155
154
4/5 Sezioni trasversali
sulla sala dei Duce e
sul sacrario.
6/7 Prospetti verso Via
dell'lmpero e Vie dei
Colosseo e dei
Cardello.

8 9

8 Prospettiva dali 'alto dei muro verso Via dell'lmpero.


9 Vista prospettica dai podio dei Duce.

5
10 Schizzo per il 1 grado.
0

7
10
156
157
15

14/15 Vedute dei plastico per il 2 grado.

11

16 Prospettiva.

--;
,,\ 13
\
16

158
159
1928/36 Giuseppe Terragni: Casa deI Fascio, Como.
La Casa dei Fascio di Como e forse il progetto piu irnpe-
gnato e pi sotterto di Terragni. Impegnato in quanto
testimonia illivello altissimo di coscienza progettuale, e sof-
ferto in quanto all'evoluzione dei tentativi che vanno dai
primi progetti (architetture dei tutto convenzionali), man
mano precisata Ia localizzazione, a progetti via via sempre
pi defimtt, Abbiamo fatto riferimento alia localizzazione
definitiva perch, a nostro giudizio, questo e stato il fatto
decisivo per le scelte di Terragni: come per altri progetti il
contesto e rassicurante.
L'edificio entra cosi nel gioco delle preesistenze monumen-
tali pi significa tive della citt murata di Como e in partico-
lare iI Teatro neoclassico e I'abside dei Duomo dei Rodari.
La Casa dei Fascio, a blocco chiuso, ha di fatto un'artico-
e
lazione complessa ai suo interno: ai piano terra una piazza
galleria orientata verso I'abside della Cattedrale, ai piani
superiori Ia piazza si trasforma in una serie di ballatoi sui
quattro lati e conclude riaprendosi in copertura con una
sorta di giardino pensile che inquadra il crinale della collina di
Brunate.
Questa particolare lettura e basata piu sui suoi caratteri
essenziali che non tanto su un'analisi stilistica e/o semiolo-
gica. Non crediamo che un'opera cosi chiara abbisogni di
alcuna lezione di anatomia semmai, ribadiamo, interessa
continuamente leggerla in tutte le sfaccettature dei suo rap-
porto con iI contesto.

1 Prospettiva verso il fronte principale.


2 La Casa dei Fascio nella citt.

160 161
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11I
\l\~ 7.

6 Pianta dei piano terreno.


7 Schizzo.



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'11:
1_1111 ': 8 Planimetria dell'inserimento nella citt.

3 Prospettiva verso Ia parte posteriore.


4 Veduta della copertura.
5 Veduta dall'atrio d'ingresso con 10 sfondo dei Duomo.

.~.... ,... .....

4 5 8
CJ
162 163
11/12 Vedute della
facciata principale .

..

9 Veduta dei modello sezionato.


10 Veduta della facciata posteriore. Foto d'epoca.

10

164
165
<O
<O
1937/38 C. Cattaneo, P. Lingeri, G. Terragni: Palazzo dei 1/3 Schizzi preparatori
Ricevimenti e delle Feste, Roma (E.42) Progetto di concor- per il 1 grado.
0

so (1 e 2 grado).
0 0

Si tratta, in parte analogamente alia Casa dei Fascio, di un


edificio citt, e mi riferisco ai progetto per il 20 grado,
ovviamente piu meditato, pi pacato, proprio perch rag-
giunge illivello della grande monolitiCit, rispetto a quello dei
1 grado.
0

Le funzioni quali gli uffici, le sale di riunione, Ia grande sala


dei congressi sono tutte perirnetrate dentro Ia maglia
strutturale sia planimetricamente che in altezza, con una ,.,...~
, successione di ordini spaziali e strutturali che fanno forse di
questo progetto il capolavoro della logica progettuale di
Terragni. Nellato ovest I'edificio perde Ia linea di gronda
quasi per farne cogliere il funzionamento interno, Ia presen-
za cio, della grande sala.
Anche in questo progetto una grande invenzione spaziale,
..
strutturale e infine espressiva: il grande colonnato a due
ordini sovrapposti, uno <mano, che parte direttamente da
terra senza alcun basamento e sul quale si imposta un ordi-
ne gigante, che giunge crudamente fino alia copertura.
Questi colonnati hanno una profondit notevole rispetto alia 1.,.11
facciata.
Terragni realizza ancora una volta uno dei suoi temi prefe-
riti: quello di sovrapporre facciate a facciate cosi come
quello di perirnetrare il nucleo centrale, vitale e funzionale
dell'edificio, come Ia cella nel tempio greco. 2,'

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169
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1 i.I 6/7 Sezioni longitudinali.


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8 Sezione trasversale.
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4
9 Particolare decorativo interno.

1 grado.
0

4/5 Pianta dei piano terreno e prospettiva.

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5
9

1'70
171
1O Particolare dei
prospetto esterno dei
1 grado.
0

11 Prospettiva dei 2
0

grado.

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12

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11r::~T: 2 grado.
12 Modello.
13 Pianta. 13

172 173
La costruzione
dell'autonomia
"
-~ ....
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""".''v .\
La terza stagione, quella che come ho gi detto si radica, a
mio avviso, sull'esperienza dei Grandi Concorsi, tende a
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collocare i protagonisti in un libero confronto, che purtroppo \....
non avverr, se non rileggendo da capo questo mio saggio, ~,..--
proiettandoli in un Ioro momento riflessivo e morale a
cavallo tra Ia forzata epopea, conclusasi con il disastro I
';
"
dell'E.42, e Ia Ricostruzione. E sostanzialmente Ia fase rela- I ~
tiva alie questioni che ho trattato all'inizio: quelle dell'inda-
gine autonoma da ogni finalit politica tramite il progetto.
Si tratta delle proposizioni di Paqano, consegnateci attra- 2
verso gli schizzi per tipologie abitative sopravvissuti alia sua
clandestinit, cosi come dellaboratorio tipologico conse- 2 Giuseppe Terragni: Schizzi preparatori per Ia
gnatoci da Terragni nei suoi ultimi schizzi relativi a edifici e proposta dei PRG di Como, 1934.
zone di realizzazione dei Piano Regolatore:
"11 Piano Regolatore per Terragni un'esperienza che radi-
ca maggiormente i suoi progetti e li obbliga a verifiche, art- oltre che un fatto che 10 accomuna ad altre grandi figure dei
colando temi occasionali della borghesia locale, fino alio Razionalismo europeo e italiano (ben piu importante di quel-
sforzo di entrare in dialettica con il corpo complessivo della 10 semplicisticamente usato da certa critica, da sempre li-
citt e dei suoi temi funzionali, ai punto, e cio stupefa- quidatoria, che 19 colloca filologicamente in un'area di
cente, che alcune delle tipologie e dei progetti che andro ad comuni poetiche). E il momento dei superamento dei provin-
analizzare, riprendono modalit tipologiche e dimensionali cialismo, dell'ufficialit borghese della cultura architettoni-
di tipi architettonici gi progettati e, talvolta, realizzati. La ca. , infine. il messaggio piu consistente e stimolante che
progettazione affronta finalmente il suo collaudo piu sostan- oggi ci viene consegnato. Allora, credo di poter affermare
ziale: queijo dei confronto con Ia citt. Almeno per me que- che un lessico urbano di Terragni esista, e cio a partire
sto un grande insegnamento dell'esperienza dei Maestro, dall'approfondimento di alcuni interventi (dimostrativi pur-
troppo) di attuazione dei Piano"'.
Giuseppe Paqano: Schizzi e appunti, Carcere di A fronte della forza espressiva di queste ultime esperienze
Brescia 1944. di Terragni sta Ia sistematicit di Cattaneo nei suoi progetti
di casa per Ia famiglia cristiana dei 1942 (tanta analogia
trovo con il progetto dei 1940 di De Renzi e Libera per un
-. .
-.~& @ ~~",l<j<.p! quartiere Incis) e delle tipologie alberghiere a Ivrea sem-
'" ,., ..~. Ii'>'-"............ ,...... _'"-
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(3) pre dei 1942:
"Cattaneo sembra voler storicizzare - dimensionandola -

"ILHI',~.: 8
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'to ,..
questa prospettiva. Questo contributo - purtroppo incom-
piuto - merita di essere posto prima di qualsiasi lettura

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filosofico-compositiva delle sue opere di architettura.
Le sue architetture, come opere, costruite e costruibili, tro-
vano infatti Ia loro profonda motivazione, anzitutto, nel rife-
rirsi a una dimensione precisa, quasi funzionalmente pre-

~ . ........- I k!f'f~' f au.v-.


111 concetta, della citt .
Le sue architetture sono, tutte, archetipi per una citt di [ ...)

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abitanti, per una citt ipotizzata su di un comportamento
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tutto previsto, quasi fosse una comunit chiusa, autogesti-
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._-- Forse che iI profondo cattolicesimo di Cesare Cattaneo
abbia contribuito a portare il turore funzionalista ai limite
della sua dimostrabilit e prevedibilit?
Scritta Ia tesi di laurea, essa trova sperimentazione nei pro-

175
174
getti che, nel giro di pochissimi anni, vengono redatti in
.'
modo dimostrativo ma non astratto e, per questo, archetipi vt..,
piu che prototipi dell'idea di citt. Oltre che funzionalmente
questi progetti si radicano come storia contemporanea r:.7
.; ..
nella citt, sono a essa conformi dai punto di vista dei biso- ..
l
gni dell'utenza e dei caratteri gestionali,,2. 67 ~'

Fondamentali, nel quadro operativo, sono i censimenti urba-


nistici di Bottoni dei 1939 che sfoceranno nei progetti di
borgate semirurali (delle qual i vedo continuit nella realiz-
zazione dello stesso a Valera Fratta dei 1942/45) e nei pre-
stigiosi progetti delle Quattro citt satelliti di Milano del1941
progettate dall'equipe Bottoni, opere che sanciscono in
modo definitivo il percorso che dalla Milano Verde incrocia
il quartiere IACP di Viale Argonne dei 1938 di Albini, Palanti,
Camus, e si conclude con il progetto di Marescotti e Diotal-
levi per un quartiere Lanerossi dei 1941.
AII'asse centrale delle esperienze autonome apparten- 4
gano le opere di Asnago e Vender, tra le quali vorrei ricor-
dare Ia Casa Santa Rita a Milano dei 1939 e il meraviglioso
progetto di residenze agricole e cascinali a Torrevecchia Pia
dei 1938.
E, ancora, nell'ottica dell'indagare Ia trasformazione urbana
attuata attraverso i servizi collettivi, il progetto dei 1940 di

3 M. De Renzi,
i A. Libera: Pianta dei

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I quartiere Incis, Roma
1940.
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3 L=-Jb;~ ~~~~dL_.j 4 P. Bottoni, M. Pucci: Prospettiva der
villaggio semirurale, Legnano, 1940.
5 M. Asnago, C. Vender: Casa Santa
Rita, Milano, 1939.
176
177
Enea Manfredini, tra i pi giovani, per I'isolato di Brera, nel Ia Casa dei Fascio di Como' e opere, meno puriste o per cosi
quale vedo riassunte le potenzialit tipologiche ed espres- dire meno in Iinea con gli stilemi dei razionalismo interna-
sive dei Razionalismo. Queste ultime opere citate, tutte, zicnale, quali Ia Bocconi, senza accorgersi che ambedue,
contengono gli intenti, le volont di costruire Ia cinghia di coerenti nel loro eclettismo, risultano ancora oggi opere
trasmissione tra Razionalismo e Ricostruzione. didatticamente esemplari.
Non a caso infatti, come pi volte ho gi detto, gli stessi In terzo luogo Ia centralit della disciplina, sia critica che
personaggi saranno in prima fila con diverse responsabilit progettuale: basti pensare a uno scritto come quello di
politico-culturali (dai consigli comunali alie direzioni degli Rogers sulla storia pubblicato su Ouadrante,' meno uf-
IACP, alia guida di riviste fino all'insegnamento) nel momen- ficialmente importante degli scritti dei Gruppo 7, come
to della scintilla iniziale della Ricostruzione. In questo senso strumento per Ia pubblicit delle idee, ma ben pi incisivo e
rimando ancora una volta ai citato numero di Hinter- coerente nell'uso operativo e disciplinare della storia, cosi
land. come Ia Sala della Scherma di Moretti che viene solo oggi
Infatti questo coacervo di fertilit e sistematicit sfocer sollevata dalla critica ufficiale, dalle malefatte dei regime
nella chiarezza delle pagine de La Citt, con gli scritti di De per Ia sua disciplinariet di architettura civile.
Finetti si concentrer sul dibattito dei progetti pi raziona- In quarto e ultimo luogo il diverso comportamento rispetto ai
listi della Ricostruzione, cio il Piano AR e il QT8, frutti di un
repertrio urbano e architettonico meditato proprio in ... temi e i loro contenuti cosi come sono stati offerti aQli archi-
tetti razionalisti: basti pensare all'identica razionalita di Ter-
questa terza fase. ragni (anche se espressa con poetche opposte) in opere
Privilegiare le opere ultime dei protagonisti e le opere prime puriste qual iI progetto per I'Accademia di Brera, cosi
dei pi giovani, quelle cio che, a mio giudizio, sono piu come in opere espressionistiche, come il progetto per il
consapevoli di stare nel quadro dei Movimento moderno, Littorio: infatti, nella prima, Ia carica di contenuti sociali
vuol dire chiarire ulteriormente il senso della cultura dei espressa con Ia massima oggettivit mentre, nella seconda,
contesto cosi come 10 stare nella piu ampia vicenda dei Ia carica di contenuti politici espressa con Ia massima
Razionalismo europeo. soggettivit e, pertanto opera, tra tutte, deputata a sancire
Infatti il "I ...] Movimento moderno si sviluppa (e genera a Ia libert dell'architettura.
tutt'oggi continuit disciplinare) costruendo ideologie e teo-
rie solo dopo Ia certezza sperimentale e, ancora, che il
Movimento moderno si sviluppa dialetticamente a fronte
Note
delle differenti realt dei contesti nazionali e, in questi, siner-
gicamente alie differenti realt promozionali dei due contesti 1. E. Mantero. IIlessico urbano di G. Terragni. in Rassena. 11 (1982).
italiani"'. 2. E. Mantero. Introduzione a Cesare Cattaneo cit.
Di queste specificit e caratteri sono dense queste ultime 3. E. Mantero. Citt e architettura cito
opere, a mio giudizio poco cita te, in quanto di difficile collo- 4. Riporto integralmente parte dei saggio di G. Consonni e G. Tonon, Architet-
cazione e quindi poco note, e che costituiscono i veri inediti ture per Ia metropoli cit., per Ia sua approfondita tematica (pp. 275-276): "Un
itinerario culturale di cui Edoardo Persico mostrer di non saper cogliere le
dei Razionalismo e che nascono dai contenuti che svolger motivazioni storiche e Ia coerenza, quando, nel 1933. decreter Per noi il
qui di seguito e che, infine, costituiscono il nerbo dei labo- Razionalismo italiano li morto proprio muovendo dai commento dei Gruppo di
rato rio progettuale che I'ultima stagione dei Razionalismo ci elementi di case popolan che. a suo dire '1 ... 1 si limita(va), peresempio. a schemi
generici. perch gli autori non sono riusciti a porsi integralmente il problema nei
ha consegnato. suoi rapporti con ideologie precise. II progetto di questo gruppo parte da
Con queste precisazioni e discriminazioni lecito allora, da premesse piccolo-borghesi e risolve in una serie di compromessi stilistici le
parte mia, concludere questo studio, iniziato con una lettura esigenze che sono alia base di questo genere di fabbriche. Nell'opera di Taut. a
cui il Griftini si ispirato per altre costruzioni milanesi, t'arcnitettura popotare
a ritroso dei Razionalismo italiano, ed esprimermi, anche intesa come opposizione delle classi umili ai gusto borghese. e come garanzia di
brevemente, su quei Iuoghi della critica che reputo decisivi autonomia civile. Nel progetto di Griffini e Bottoni, Ia casa popolare , invece,
per un senso attuale dei Razionalismo. una transazione dei gusto borghese. estranea a ogni vera soluzione dei proble-
ma. Ouesto episodio pu chiarlre a sufticienza Ia decadenza stilistica dei ra-
In primo luogo, le questioni dell'intreccio tra passato e pre- zionasti italiani, e t'acccrnodamento alia retrica di una polemica senza con-
sente inteso operativamente in modo diverso dai protago- tenuto.
nisti: basti pensare all'integralismo cattolico e gobettiano di t.'evrcente abbaglio di Persico cne. come dei resto Vittorini. giudica il gruppo di
elementi dalla soluzione dell'involucro esterno. concepito a forma di villa per
Persico che 10porta a giudicare le opere secondo una legit- risolvere con tale artificio espositrvo l'tmposslbitit alia Triennale di costruire
timit di purezza, talvolta sbagliando profondamente,' e tutte le esemplificazioni aggregative per cui le cellule singole erano state pen-
ali 'uso poderoso dell'analogia storica di Terragni, che 10 sate (casa a schiera. a ballatoio. a torre), Ia riprova della sua disattenzione
verso il percorso pu umile. sotterraneo. meno appariscente che proprio gli
porta a rendere piu comprensibili le sue opere, e ci a fronte architetti da lui critica ti andavano compiendo. e che. partendo dalla progetta-
dell'onnicomprensibilit della storia dell'architettura euro- zione dello spazio interno della casa, avrebbe fornito nuovi fondamenti per una
progettazione degli spazi della ctt".
pea di Pagano, che 10porta a tentare sintesi ardimentose e
tal volta impensabili, e, infine, ai senso raffinato della con- 5. Cfr. ,<I'alterna trafila che va dalla vicenda della Citt Universitaria di Roma a
quella dell'E.42 a fronte della continuit ideologica degli scritti di Raftaello
tinuit borghese, presente nelle critiche di Giolli costante- Grolh. ora raccolti in: Raftaello Grol!i. L 'Architettura razionale. a cura di Cesare
mente impegnato a storicizzare Ia nuova arcnitettura'. De Seta. Laterza. Bari 1972.
In secondo luogo le questioni relative all'equivoco dello stile 6. Cfr. G. Pagano. Tre anni di srcnitetturs in /falia. in Casabetla. 110
(1937).
come espressione di contenuti: basti pensare ai modo misti-
fica to con cui Ia critica ufficiale collocava opere pure come 7. Cfr. E. N. Rogers. Significato della decorazione nel/'architettura. in Oua-
drante, 7 (1934).

178
179
~ ~ ~ e
~ o o
1942 Cesare Cattaneo: Casa per Ia famiglia cristiana. Pro- ;g. ~ ~
o
:;; ~ ~
getto.
'f! ~
- >

N8
"Ogniqualvolta un figlio nasce, Ia casa sar aumentata di
una nuova camera da letto per il figlio (su una parte dei
terreno gi riservata; e con 10stesso scrupolo e regolarit
quasi simbolica con cui per esempio si prepara il corredo ai
nascituri) e di un nuovo posto sul tavolo da pranzo. I figli
cresceranno, diventati uomini si sposeranno e lasceranno
man mano Ia casa per fondarne una nuova; Ia casa a poco a
poco torner vuota, coi vecchi genitori che si troveranno il
ricordo dei figli partiti. guardaroba
.La morte dei genitori, in media verso i 70 anni, dopo 50 anni
di matrimonio, coincide o precede, di solito, il matrimonio di ..... :
qualche nipote: perci Ia casa passer a qualche nipote che ~ara della fam iglia
si sposa. Egli avr naturalmente nuovi gusti e nuove esigen-
ze, quelli della sua generazione: perci potr demolire Ia
casa - Ia cui durata si presume dunque intorno ai 50 anni - Ir'o~~rr~~~-'~'~~~l
per costruirne una nuova, e cosi di seguito, per i nipoti dei
nipoti: le sole parti che rimarranno intatte, a significare giu- frutteto gjardino
stamente Ia continuit della famiglia, fino alia sua estinzio-
ne, e il ricordo di chi ha acquisito alia famiglia quel terreno, ucc etliere
sararmo il muro di cinta, Ia pietra d'ingresso e Ia sala della pollaio
famiglia". (C. Cattaneo, La casa famiglia per Ia famiglia
cristiana, in Dornus 180, dic. 1942).

m.fLl} 3 4 '5 6 7'910


~-l 't-.

Prospettiva della casa-famiglia tipo A vista


dall'ingresso. ~ :g g2 ~ ~
l '~~ ~
'" ~-
'O 'O
.
~
~~ ~
2
~~
.

->

2 Planimetria della
casa-famiglia tipo A.
3 Plastico della
casa-famiglia tipo 8, 3

180 181
1942 Cesare Cattaneo: Alberghi, Ivrea (Torino). Pro-
getti.
I progetti peralberghi a Ivrea vennero commissionati a Cat-
taneo da Adriano Olivetti, nel quadro della ricettivit della
citt industriale. Cattaneo progetta una serie di quattro
tipologie dove le caratteristiche funzionali assumono moda-
lit di organizzazione diverse. Abbiamo infatti, oltre alie sale
di ricevimento, ai ristoranti, ecc., soluzioni differenziate per
Ia parte di albergo di transito e di soggiorno.
La casistica si svolge fino ai quarto tipo che vede I'albergo di
transito risolto con una tipologia verticale a lama e I'albergo
di soggiorno risolto con una tipologia a un piano orizzontale
e perimetrata quasi fosse un' insula romana. Ancora una
volta Cattaneo esamina, come era nella sua indole scienti-
fica, diverse alternative per diversi comportamenti possibili
~ . cosi come era stato per 10studio della casa famiglia.
E interessante notare I'introduzione, nel linguaggio ormai
maturo di Cattaneo, di un elemento nuovo: tutte le parti degli
~1 edifici nascono da basamenti di poco rilievo, totalmente o in
parte sono su pilo tis, ripartono dopo una serie di piani
liberi con una maglia regolarissima e fitta, e si concludono
4 5 J l 6
con una grande copertura che pur di esiguo spessore agget-
ta molto sul perimetro dell'edificio.
4/6 Piante in tempi successivi della casa-famiglia tipo B.
1 Pietra d'inqresso, 11 Tinello.
2 Sala della Famiglia. 12 Cucma.
3 Sala da pranzo. 13 Magazzino.
4 Camera matrimoniale. 14 Scala della cantina. Tipo A: due alberghi, di transito e di soggiorno, e due
5 Studio dei padre. 15 Lavanderia. appartamenti con giardino pensile sotto Ia copertura.
6 Stanza di lavoro della madre. 16 Camera di servizio.
7 Camera dei liglio. 17 Rimessa.
8 Camera della liglia. 18 Scuitura astratta.
9 Sala di soggiorno. 19 Guardaroba.
10 Camera dett'ospite.
7/8 Piante della casa-famiglia media e popolare.
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2/3 Schizzi preliminari e variante planimetrica dei tipo B.


..

4 Tipo B: un unico albergo, nella parte alta, e il


ristorante, nella parte bassa.
5 Tipo D: un unico albergo a torre, nella parte bassa, e
servizi per gli ospiti e i cittadini di Ivrea.
6 Tipo E: albergo di transito nella parte bassa, albergo
di soggiorno nella parte alta, e ristorante a livello della
strada. 5 '\

184 185
1945 P. Bottoni, G. Mucchi, M. Pucci: Case rurali, Valera 2 Planimetria generale \ \
Fratta (Milano). prima dell'intervento.

o
"Queste case per contadini fanno parte di una sistemazione 1 Casa dell' agente.
2 Case dei contadini.
pi generale di tutta una azienda agricola nel basso milane- 3 Rustici dei contadmi.
se della S. A. Nestl, a Valera Fratta, iniziata e progressi- 4 Lavanderia.
vamente svolta restaurando, modificando, rifacendo di sana 5 Forno.
6 Casello latte.
pianta edifici e organismi preesistenti, secondo un vero pia- 7 Allevamento maiali
no regolatore tecnico-sociale che ha trasformato e va tra- dellazienda.
sformando una vecchia cascina dei Settecento in una casei- 8 Sili.
9 Stalla vacche.
na modello [ ...]. 10 Vasca urine.
Qui forse uno dei primi o forse il primo esempio in Italia di 11 Portici.
case per contadini salariati completamente ammobiliate per 12 Concimaia.
13 Porticau.
essi dai conduttore dei fondo. Questo ha permesso di ten- 14 Stalla manzette. '-,
tare, e con felice esito, I'applicazione delle caratteristiche 15 Stalla cavalli e buoi.
della abitazione moderna gi molto spesso usata nelle case 16 Portico dell'aia. '- ..
t 7 Aia in cemento.
delle classi agiate e medie in Italia: suddivisione delle fun-
zioni giorno-notte, arredamento inserito nel corpo delle
costruzioni, riduzione degli spazi inutilizzati nella casa, uso
18 Magazzine .
19 Essiccatoio.
20 Pesa.
21 Orti contadmi.
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1 r----......
di mobili semplici e razionali di minimo ingombro, facile puli- 22 Frutteto oeu:azrenda.
zia, ecc.
Le cinque case sono tutte identiche e ugualmente ammobi-
liate, in relazione naturalmente, per quanto riguarda iI nume-
ro dei letti, ai numero dei componenti della famiglia". (Case
per contadini, in Dornus 209, mago 1946).

L
22

l
1 Veduta dei fronte anteriore. 2

3 Planimetria generale
dopo Ia sistemazione.
1
2
3
4
5
6
7
8
Portrco della legnala.
Casa dei nttabite.
Stalla equiru.
Stalla vacche.
Stalla manzette.
Stalla buoi.
Case coloniche.
Pornchetto dei corem e
o
portico essccatoio.
9 Magazzlno.
10 Forno.

186 187
1940 M. Asnago, C. Vender: Case coloniche, Torrevecchia
Pia (Milano).
"Le case sono a elementi completamente indipendenti e
ognuna ospita una famiglia di coloni. I vani di ogni elemento
. sono quattro, due a piano terra e due a piano primo, ogni
portico aperto a piano terreno corrisponde superiormente a
;.
, _to ... un loggiato. Ogni alloggio completato da una doccia, da un
'I,. gabinetto alia turca con lavabo, da due ripostigli e da un
::==-'"
,. ~~, L.. camino ai piano terreno. [ ...).
r Nel cortile, disposti con razionale disposizione planimetrica,
;, sono sistemati i pollai di ogni famiglia completi ognuno dei
~~;::::->
., porcite e della legnaia. I servizi comuni comprendono un
forno e un lavatoio con un posto per ogni famiglia. E stato
costruito un apposito serbatoio per dare acqua corrente a

~ . tutte le case, ai servizi comuni dei cortile e all'azienda agri-

IIl~: .. '
cola.
I diversi gruppi di costruzioni si alternano con zone di piante

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ad alto fusto formando nel complesso una visione armonica
e riposante. AI cortile si accede da un porticato alto due piani
su I'asse dei quale, dai lato opposto, corrisponde I'accesso
all'azienda agricola.
11
t- ... ..
~ ;:' ...
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Se nelle costruzioni fondate sulla rigida applicazione dello
standard ci si imbatte spesso in una ricerca inumana della
t
~ pura economia a scapito delle esigenze vital i dell'abitazio-
4 IU~frJIO __
ne, o addirittura si riscontrano soluzioni economicamente e
funzionalmente accettabili ma esteticamente grossolane o
4 Piante dei piani terreno e primo dell'alloggio tipo. sgraziate, abbiamo invece in queste case un accento archi-
S Veduta della zona pranzo. tettonico inequivocabilmente simpatico". (G. Paano, Case
coloniche nella pianura lombarda, in Costruzioni Casabel-
Ia 146, feb. 1940).
1

1 Veduta d'insieme.

188 189
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2 Veduta d'insieme. 4/5 Piante e sezioni.


3 3 II eortile aperto. 6 Seoreio dei loggiato. 6-. \- 5r J~) \ \

190 191
1936/38 F. Albini, R. Camus, G. Palanti: Quartiere popola-
re, Milano.
"Gli edifici sono stati disposti a schiere parallele in direzione
N. S. che poco si discosta quindi dali 'asse eliotermico N. N.
E.-S. S. O., generando cosi cortili aperti su tutte le vie cir-
costanti e di superficie maggiore di quella regolamentare.
Tale disposizione concede in primo luogo una perfetta inso-
lazione di tutti gli alloggi, perch, anche d'inverno, il sole, per
quanto sorga e tramonti con minore angolo di declinazione
rispetto ai meridiano, pu ugualmente dalle prime ore dei
mattino fino alie ultime penetrare negli spazi liberi tra schie-
ra e schiera; in secando luogo una completa, continua e
pronta aerazione dei cortili, che impedisce il ristagno di odori
e Ia formazione di umidit sui muri; in terzo luogo un ottimo
sfruttamento della costruzione non essendovi quelle zone
perse che risultano sempre dall'intersezione di corpi di tab-
brica orientati ortogonalmente tra di loro; e da ultimo con-
ferisce un piacevolissimo aspetto a tutto il quartiere sia visto 2
dall'esterno che dall'interno, e un senso di spazio, di aria
libera, di salubrit che invoglia a dimorarvi.
I corpi di fabbrica sono costituiti nel loro complesso di 32
elementi esattamente uguali nella pianta, e che variano solo
nel numero dei piani a secando della larghezza delle vie
verso le quali prospettano". (F. Albini, R. Camus, G. Palanti,
Relazione tecnice, in Casabella Costruzioni 144, dic.
1939).

Prospettiva dei quartiere.

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2 Veduta da Viale Argonne.

\ 3 Particolare di una facciata sul cortile.

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4 Pianta tipo.

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5 Prospetto ovest.

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6 Dettagli della facciata ovest.


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194 195
1940 Enea Manfredini: Centro culturale, Milano. Pro- 2/4 Planimetria generale, accessi
getto. e viabilit, zonizzazione.
"li nuovo centro culturale di Milano [ ...] stato immaginato
nella zona delimitata dalle vie Pontaccio, Borgonuovo, San
Marco, zona centralissima ma costituita per Ia maggior par-
te da vecchie case. Solo pochi edifici di importanza notevole
fanno eccezione, tra cui il Palazzo di Brera, il Palazzo dei
Comando d'armata, Ia Chiesa dei Carmelitani. Spogliata Ia
zona dagli edifici di scarsa importanza, essa si presenta
come una bella e pulita figura quadrangolare con quattro
note predominanti date dai quattro edifici importanti. II pro-
blema era dunque quello di ordinare in perfetta armonia a
queste quattro note un complesso di edifici. II tracei ato
regolatore stato disegnato in base ai modulo di propor-
zione, ai rapporto che legava tra loro i quattro edifici.
11centro stato diviso in tre grandi gruppi: uno costituito
dalle Biblioteche, dalle quattro accademie scientifiche e let-
..
terarie, dall'Accademia di belle arti, da Pinacoteche e Gal-
lerie d'arte. Un altro costituito dai Conservatorio musicale e 2
auditorium e dai Cinema-teatro con relativo albergo. Un
terzo costituito dai dopolavoro militare e dalle comunit
religiose. L'intera cittadella isolata dai grande traffico. Sul
corso stradale a imitazione dei canali sono state create delle
anse costituite da piazzette per il posteggio delle macchine.
La parte bassa destinata a negozi per Ia vendita di oggetti
d'arte. Internamente un parco, e i negozi forati da tutte le
parti si presentano come mostre ali 'aperto.
Nella zona a nord-ovest trova posto il gruppo conservato-
rio-teatro. Una via privata aperta solamente quando funzio-
na il teatro fa accedere agli ingressi separati dell'auditorium
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e dei cine-teatro. Lateralmente a questa una fascia di verde ~-1f'WMl

con alberi a basso fusto destinata ad autoparco facendo


da zona di rispetto a questo complesso, che costituito da
una parte centrale formata da due sale tra loro accostate, in
cui una in comunicazione e strettamente collegata come
funzionamento ai Conservatorio musicale". (Architettura di
giovani, in Costruzioni Casabella 158, feb. 1941). ~ .,\ G;J 1i-' __!
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1 Prospettiva.

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4

196 197
1935/40 L Figini, P. Lingeri, L Mariani, G. Pollini, G. Ter-

Rjtii~ ragni: Accademia di Brera, Milano. Progetto di ampliamen-


to.
II progetto per I'ampliamento dell'Accademia di Brera nel
parco dell'Accademia ha una gestazione di quattro anni, dai
1935 ai 1940. Planimetricamente quasi sempre identico,
~~ I'"
5~ ~ ~0r . ~~i ;sgj nelle diverse versioni, il progetto si pone come collegamento
tra Via Monte di Piet e Via Fiori Oscuori.
11primo progetto, noto come progetto a struttura metalli-
ca, impostato su due corpi paralleli, uno basso e uno
5 Sezioni. molto alto, tresat da un corridore a cielo aperto. Nel corpo
basso, sollevato come I'altro da terra, sono collocate le sale
6/8 Piante a quota O, a quota 4 e a quota 7,80. di esposizione; nel corpo alto, ai piano primo gli uffici e Ia
biblioteca, e nei piani superiori le aule per I'insegnamento,
articolate nei vari settori disciplinari.
___ ~-'-'3IIK.:a..;::::::;3; ~'
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.. La struttura in ferro composta da capriate piane, che
testimoniano le linee strutturali nelle diverse condizioni di
vincolo e di sforzo. Nella fresatura centrale si avvicenda-
. no tutti i servizi e i collegamenti verticali volta volta diversi
nel servire spazi regolari e spazi a doppia altezza. 11proget-
to, approvato dai Duce, venne invece bocciato dalla Com-
~-j' missione degli Accademici.
11.
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tJ. "o \} .::rli:;.-"~
i Si passo a un secondo progetto, ridlrnenslonato nella sua
entit e anche nella tecnica costruttiva. E infatti progettato
con una maglia regolare di pilastri e travi in cemento armato.
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Plastico della prima soluzione: il fronte anteriore su
Via Gabba .

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2 6

2 Fronte posteriore. Tuttavia 10sdoppiamento dei corpo di fabbrica viene ancora


3 Sezione longitudinale. in parte riproposto con un corpo giardino basso, dove
4 Pianta dei piano primo. sono collocate, in una sorta di pergolato, statue per Ia copia
5 Planimetria dell'inserimento urbano. dai vero e dai quale, con rampe e passerelle, si accede ai
6 Assonometria. corpo alto, che ha una tipologia di aule a forma di zeta e con
7 Secondo progetto: prospettiva sul fronte posteriore. doppie altezze. Tale soluzione verr, anche se ampiamente
reinterpretata, usata per Ia nuova sede della Scuola Setiti-
cio a Como dei 1942, anch'essa non realizzata.

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201

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CRONOLOGIA

Milano Torino
Roma

1920 G. de Finetti: Progetto per I'albergo 1920 G. Giovannoni, M. Piacentini: Borga-


Scala, Milano. ta giardino alia Garbatella, Roma.
1921 V. E. Ballatore di Rosana: Motovelo- 1921 G. Copped, U. Ugolotti: Arretra-
dromo, Torino. mento della Stazione Termini a
Roma.
I. Costantini. I. Sabatini: Quartiere
Trionfale II e 111a Roma.
1922 G. Muzio: Edificio per abitazioni Ca'
brtta, Milano.
1923 G. Muzio: Tennis club Milano. 1923 G. Matt Trucco: Stabilimenti Lin-
gotto.
1924 U.T. I.C.P., G.V. Arata: Quartiere 1924 V. Tornielli: Villaggio Snia, Torino. 1924 Quartiere INCIS di Piazza Verba no,
Lagosta, Milano. Roma.
1925 G. de Finetti: Casa della Meridiana, 1925 M. de Renzi, A Limongelli, G. Wit-
Milano tinch: Case economiche ai Flaminio,
Roma.
A. Brasini: Ampliamento di Piazza
Monte Citorio e Piazza Di Pietra e
nuova via diretta ai Pantheon,
Roma.

1926 P. Portaluppi, M. Semenza: La Nuo- 1926 U.T.C., G. Paqano: Ponte Principe di 1926 P. Aschieri, L. Ciarrocchi, M. de Ren-
va sistemazione della citt monu- Piemonte sul Po. zi, M. Marchi, C. Vetriani, G. Wit-
mentale: dai Duomo a Porta Roma- tinch: Concorso per il quartiere Arti-
na. gianato, Roma.
1927 G. Terragni: Progetto per le officine 1927 U. Cuzzi: XVI Quartiere IACP, Vitto- 1927 I. Sabbatini: Alberghi suburbani
dei gas a Como. rio Veneto. dell'ICP alia Garbatella, Roma.
G. Terragni: Edificio ad appartamen-
ti Novocomum a Como.
1928 l. Figini, G. Pollini: Autorimessa per 1928 G. pagano: Palazzo della Chimica.
500 auto. Esposizione ai Valentino a Torino.
1929 G. Muzio: Universit Cattolica a Mi- 1929 F. Casorati, A. Sartoris: 1Iteatro di 1929 Gruppo urbanistico: Proqrarnrna ur-
lano. casa Gualino a Torino. banistico di Roma.
M. Fiocchi: Casa popolare a Pesca-
renico (Como).
1930 .F. Figini, G. Frette, A. Libera, G. Pol- 1930 G. Levi Montalcini, G. Paqano: Pa- 1930 I. Sabbatini: Case a riscatto dell'ICP Innocenzo Sabbatini: Case ICP in via Catania,
lini: La Casa elettrica alia Triennale lazzo per uffici Gualino a Torino. in Via Catania a Roma. Roma. 1930.
di Monza.

1931 C. Albertini: Piano Regolatore di Mi- 1931 O. Aloisio, U. Cuzzi, G. Levi Montal-
lano. cini, G. pagano, E. Sottsass: Proget-
to per Ia Via Roma a Torino.
1932 G. Terragni: Casa dei Fascio,
Como.
U. Nordio: Stazione marittima di
Trieste.

202 203
1933 L. Baldessari: Padiglione della 1933 U. Cuzzi Mercati Generali, Tori- 1933 M. de Renzi, A. Libera: Ufficio posta-
Stampa alia V Triennale. no. le dei Rione Aventino a Roma.
G. Samon: Ufficio postale di Via
Taranto a Roma.
N. Baroni, P.N. Berardi, I. Gamberi-
ni, S. Guarnieri, L. Lusanna, G. Mi-
chelucci: Stazione ferroviaria di Fi-
renze.
1934 G. Cancellotti, E. Montuori, L. Picci-
1934 L. Figini, G. Pollini: Casa ai Villaggio
dei giornalisti a Milano.
nato: Sabaudia. II l 1.11111 /.lUIlIlt"ffft;ffftf
j

Umberto Cuzzi: Mercati Generali, Torlno. 1933.


C. Cattaneo: Progetto di casa dello Prospettiva
studente.
C. Cattaneo, L. Dodi, G. Giussani, P.
Lingeri, M. Pucci, R. Uslenghi: Con-
corso per il P.R. di Como.
1935 P. Lingeri, G. Terragni: Casa Rustici 1935 G. F.rQnzi, G. Vaccaro: Sede delle
a Milano. Poste e Telegrafi di Napoli.
L. Figini, P. Lingeri, Mariani, G. Pol- A. Libera: Palazzina ai Lido di
lini, G. Terragni: Progetto per I'am- Ostia.
pliamento dell'Accademia di Brera a
Milano.

1936 G. Terragni: Asilo Sant'Elia, Como. 1936 G. Levi Montalcini: Villa Caudano, 1936 G. Moretti: Casa delle Armi ai Foro
F. Albini, R. Camus, G. Palanti: Torino. Italico.
Quartiere popolare a Milano. L. Cosenza: Mercato ittico, Napoli.
1937 G.L. Banfi, L. Belgiojoso, Peressutti, 1937 C. Mollino: Nuova sede della Federa- 1937 A. Carminati, P. Lingeri, M. Nizzoli,
E. N. Rogers: Piano Regolatore della zione agricoltori di Cuneo. E. Saliva, M. Sironi, G. Terragni, L.
Valle d'Aosta. Vietti: Concorso per il Palazzo Litto-
P. Bottoni, P. Lingeri, G. Mucchi, M. rio a Roma.
Pucci, G. Terragni: Concorso per Ia
nuova Fiera di Milano.
1938 A. Sartoris, G. Terragni: Progetto 1938 L. Daneri: Nuova piazza ai mare, 1938 A. Libera: Villa di Curzio Malaparte a
per un quartiere satellite a Rebbio Genova. Capri.
(Como). C. Cattaneo, P. Lingeri, G. Terragni:
Concorso per il Palazzo dei Ricevi-
1939 L Figini, G. Pollini: Asilo nido a 1939 O. Aloisio: Cinema Ideal, Torino. menti e delle Feste aII'E.42, Roma.
Ivrea. Gaetano Angilella: Quartiere IFACP Rodolfo Carabelli.
M. Asnago, C. Vender: Case coloni- Milano, 1939.
che a Torrevecchia Pia (Milano).
G. Angilella: Quartiere IFACP, Ro-
dolfo Carabelli, Milano.
1940 G. Terragni: Progetto per Ia Corte- 1940 C. Mollino: Sede della Societ ippica 1940 M. de Renzi, A. Libera: Quartiere
sella a Como. a Torino. INCIS a Roma.
I. Diotallevi, F. Marescotti, G. Paga-
no: Progetto per Ia Citt Orizzontale
. a Milano.
E. Manfredini: Progetto di sistema-
zione di un centro culturale.

204 205
INDICE DEI NOMI Perona, Paolo, 62. Rigotti, Annibale, 17. 103,107,108,126,134,
Persico, Edoardo, 9,12,17, Rodari, Jacopo e Tomaso, 139,154,160,168,174,
22, 27, 28, 43, 44, 45, 160. 175, 178. 179, 199.
107,178,179. Rogers, Ernesto Nathan, 12, Tonon, Graziella, 28, 179.
Pevsner, Nikolaus, 27. 18,19,20,25,27,28,45,
Piacentini, Marcello, 23, 103. 110.122,131,179. Uslenghi, Renato, 134.
108. Rosci, Marco, 43, 49.
Pica, Agnoldomenico. 78. 80
134. Vaccaro, Giuseppe, 46, 75.
Aalto, Alvar, 20, 49. Oanesi, Silvia, 28. Lods, Mareei, 37. Saliva, E., 154. Valletta, Piero, 43.
Agnelli, Giovanni, 43. O'Aronco, Raimondo, 17. Loos, Adolf, 86, 92. Piccinato. Luigi. 103, 112. Samon, Giuseppe, 20, 27,
Pifferi, Emilio, 103. Vender, Claudio, 176, 189.
Albini, Franco, 12, 27, 131, De Angelis, Giulio, 17, 46. Lusanna, Leonardo, 48, 83. 28, 48. 80, 106, 110. Verga, Giovanni, 29.
176,192. De Felice, Renzo, 28. Pittini, Ettore, 62. Sant'Elia, Antonio, 6, 28.
Podest. Attilio, 126. Veronesi, Giulia, 27.
Albricci, Gianni, 110. De Finetti, Giuseppe, 178. Sartoris, Alberto, 17, 24, 43, Vetriani, Costantino, 71, 72.
Aloisio, Ottorino, 44, 65. Macchi, Giulio, 54. Poelzig, Hans, 20. 44, 103, 126.
De Klerk, Michael, 46. Vietti, Luigi. 102, 154.
Argan, Giulio Carlo, 13, 126. Malaparte, Curzio, 22, 34. Pollini, Gino, 14, 22, 23, 25. Schumaker, Thomas L., 27.
De Renzi, Mario, 71, 72, 78, Villari, Lucio, 28.
Aschieri, Pietro, 23, 46, 71, Mallet Stevens, Robert, 25, 27, 28. 37, 48, 95. 110, Sottsass, Ettore, 44, 65,
175. Visconti, Luchino, 26. 27, 29.
72. 86. 199. 103.
De Seta, Cesare, 49, 179. Maltese, Corrado, 29. Vittorini, Elio, 179.
Asnago, Mario, 176, 189. De Sica, Vittorio, 27. Ponti, Gio, 23, 25. 28. Sommaruga, Giuseppe, 17,
Manfredini, Enea, 178, 196. Ponzellini, f'.eaJaM., 28. 40,54.
Oiotallevi, Irenio, 12, 103, Mantero, Enrico, 6, 7, 9, 18,
Baldessari, Luciano, 17,48, 107,117,118,176. Pucci, Mario, 102, 134, 139, Wagner, Otto, 17.
27,28,30,110,111,179. 142,186. Wittinch, Giuseppe, 71, 72.
100. Oiulgheroff, Nicolay, 17. Tafuri, Manfredo, 27.
Mantero, Giovanni, 12. Puccini, Mida Massimo, 29. Wright, Frank Lloyd, 13.
Banfi, Gian Luigi, 19, 27, Oodi, Luigi, 134. Marangoni, Matteo, 40. Taut, Bruno, 179.
110,122. Oudok, Willem Marinus, 19. Marchi, Mario, 71, 72. Terragni, Giuseppe, 6, 12,
Baroni, Nello, 48, 83. Ouiker, Johannes, 37, 49, Marconi, Plinio, 149. Rava, Carlo Enrico, 27, 28. 14,17,19,20,23,27,30, Zanuso, Marco, 110, 131.
Barbiano di Belgiojoso, 98. Marescotti, Franco, 103, Ridolfi, Mario, 12, 27, 42. 41.48,56,58,89,98, Zevi, Bruno, 12,27,29,49.
Lodovico, 19, 25, 110, 107,117,118,176.
122. Eisenman, Peter O., 27. Mariani, Riccardo, 28.
Beaudouin, Euqene, 37. Melograni, Carlo, 28.
Belli, Carlo, 19, 28. Faludi, Eugenio, 17. Michelucci, Giovanni, 48, 83.
Beltrami, Filippo, 19. Figini, Luigi, 14, 22, 23, 24, Minnucci, Gaetano, 45.
Berardi, Pier Niccol, 48, 83. 27,37,48,95,110,199. Minoletti, Giulio, 42.
Bertini, A., 146. Fosso, Mario, 111. Mollino, Carlo, 45, 105, 107,
Bontempelli, Massimo, 20, Franzi, Gino, 46, 75. 131,132,146.
28. Mollino, Euqenio, 43.
Borromini, Francesco, 6. Gabetti, Roberto, 28, 44, 49. Montuori, Eugenio, 112.
Bottai, Giuseppe, 28. Gadda, Carlo Emilio, 22. Moretti, Gaetano, 17, 40.
Bottoni, Piero, 12, 13, 25, Gamberini, Italo, 48, 83. Moretti, Luigi, 107, 108, 149,
27,28,41,102,107,134, Gardella, Ignazio, 7, 12,22, 179.
139,142,176,179,186. 23, 27, 28, 102. Mosso, Nicola, 44.
Bruni, Claudio, 28, 110. Gide, Andr, 27. Mucchi, Gabriele, 139, 186.
Burzio, Filippo, 43. Giolli, Raffaello, 178, 179. Mussolini, Arnaldo, 22.
Busiri Vici, Clemente, 18. Giussani, Gabriele, 134. Muzio, Giovanni, 23, 40, 48,
Gobetti, Roberto, 43. 50, 92, 100.
Camus, Renato, 176, 192. Griffini, Enrico, 28, 179.
Cancellotti, Gino, 112. Guzzi, Virgilio, 17.
Canella, Guido, 42, 49. Neutra, Richard, 19.
Gropius, Walter, 14, 56, 100. Nizzoli, Marcello, 154.
Caneva, L.M., 28. Gualino, Riccardo, 42-43.
Caniggia, Gianfranco, 28. Nordio, Umberto, 44, 49.
Guarnieri, Sarre, 48, 83.
Capponi, Giuseppe, 46. Guerri, Bruno Giordano, 28.
Carminati, Angelo, 154. Gyra, Giuseppe, 17. Olivetti, Adriano, 37, 43,
Casorati, Felice, 43, 103. 110,183.
Castronovo, Valerio, 28. Olmo, Carlo, 49.
Cattaneo, Cesare, 43, 106, Hoffmann, Josef, 24, 44.
10T, 110, 131, 134, 168, Pagano-Pogatschnig,
175,180,183. Lab, Giorgio, 19. Giuseppe, 13, 17, 18, 19,
Cennamo, Michele, 29. Le Corbusier, Charles 29, 42, 43, 44, 46, 48, 49,
Chessa, Gigi, 44. Edouard Jeanneret, 14, 62,65,86,102,103.,107,
Chevalley, Giovanni, 43. 28,49,95. 108,110,117,118,174,
Ciano, Costanzo, 78. Legnani, A., 142. 178,179,189.
Ciarrocchi, Luigi, 71, 72. Levi Montalcini, Gino, 44, 45, Palanti, Gian Carlo, 176,
Consonni, Giancarlo, 9, 28, 62, 65, 86. 192.
179. Libera, Adalberto, 14, 17, Panzetti, Pierfranco, 28.
Cosenza, Ll,Jigi,48. 20, 27, 34, 45, 46, 48, 49, Papini, Roberto, 72.
Cuzzi, Umberto, 44, 65, 103. 78, 175. Patetta, Luciano, 28.
Lingeri, Pietro, 27, 41, 58, Peressutti, Enrico, 26, 110,
Oaneri, Luigi, 102. 134.154,168,199. 122.

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Uscendo dagli schemi piu, rigidi dei terrn!n
Mantero ripercorre in questo .libro,
attraverso le opere dei suoi maggiori protnflclIlIOII
, Ia vicenda dell'architettura italiana tra Ia dun (lUOI
L'analisi svolta sui tre poli di Milano, rorlnn /} 'VIU11 I
Razionalismo
ma Ia cosiddetta provincia ricollocat
nella sua giusta pr~spettiva., :,
E una Iettura che parte dalle radici storlch
e tiene un occhio sempre aperto
Italiano'
su quella che sar Ia vicenda italiana succ a cura di Enrico Mantero
operando di fatto una ricucitura
tra aree e periodi spesso schematicamant
..
Zanichelli

U~~[mUl' Serie di Architettura 17

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