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Identit operaia nellevoluzione della fabbrica Fiat di Termini Imerese
Posted By Comitato di Redazione On 1 maggio 2014 @ 01:00 In Cultura,Societ | No Comments
di Tommaso India
La questione della nozione di persona, nellambito degli studi socio-antropologici, ha da molto
tempo occupato un posto centrale nella riflessione di molti studiosi. Uno dei primi autori a
occuparsi del tema fu Marcel Mauss nel saggio del 1938 Une catgorie de lesprit humaine: la
notion de persone celle de moi in cui per la prima volta, attraverso la comparazione del concetto
di persona in diversi contesti storici ed etnologici, il sociologo francese oggettivava la distinzione,
fra individuo e persona. Per Mauss, come ha recentemente notato Camille Tarot: Il sagit de savoir
comment, dans diffrentes socits et diffrentes poques, se sont formes et dgages les ides
relatives lindividu, son rle et son caractre, sa singularit et son autonomie, sa valeur1.
Partendo dai casi di popolazioni stanziate nel Nord e nel Sud America (solo a titolo di esempio i
Pueblo, gli Hopi, i Kwakiutl) e passando attraverso il concetto di persona presso i Romani,
radicalizzato in seguito dallavvento della cultura cristiana, Mauss dimostra chiaramente come la
nozione di persona sia una complessa costruzione in cui la pressione sociale esercitata al fine di
assegnare agli individui un posto preciso allinterno della comunit e permettere un ordine che, in
definitiva, la base su cui poggia lesistenza della societ stessa. La nozione di persona, inoltre,
come coincidente alla nozione di individuo, per Mauss, sarebbe una peculiarit delle societ
occidentali profondamente influenzate dalla cultura cristiana medievale che, in maniera progressiva,
ha affermato quella identit.
Unaltra pietra miliare dellargomento qui trattato rappresentata dal saggio di Clifford Geertz
Persona, tempo e comportamento a Bali 2. Secondo Berardino Palumbo, la nozione di persona
analizzata da Clifford Geertz, modulata da un complesso sistema di denominazioni, termini di
parentela, tecnonimi, titoli di status ed immersa in un sistema calendariale teso
allimmobilizzazione/reiterazione del tempo. [Questa nozione] tende a costruirsi come la replica,
secondo stili altamente formalizzati, di tipi ideali e fissi3.
Qualche anno dopo la pubblicazione del saggio di Geertz, Michelle Rosaldo avviava una riflessione
decostruzionista del concetto di identit e ridimensionava, alla sola tradizione culturale dellEuropa
e dellAmerica del Nord, la concezione secondo cui, a livello universale, esisterebbero una persona
esterna (outer self) e un io interno (inner self), questultimo depositario di una interiorit e di
una identit psico-emozionale percepita e considerata come reale4.
Le riflessioni da parte degli antropologi sul concetto di persona, qui esposte in maniera molto
semplificata, partono dal presupposto che lidentit individuale e sociale sia qualcosa di fisso e
codificato allinterno di una data cultura. Nettamente diversa invece la proposta di Debbora
Battaglia che, nellintroduzione al volume Rhetorics of Self-Making, adotta una posizione emica,
che lascia cio grande spazio alle narrazioni e alle rappresentazioni, sia verbali sia corporali, degli
informatori. Secondo Battaglia: non esiste alcuna identit personale (selfhood) al di fuori dei modi,
concreti e interattivi, di metterla in scena. Il s uneconomia della rappresentazione, una
reificazione messa in continua discussione dal suo essere mutevolmente interconnessa alle storie,
alle esperienze, alle rappresentazioni di altri soggetti5.
Come ha giustamente notato Berardino Palumbo a commento della citazione appena riportata: Gli
scritti contenuti nel volume curato da Battaglia [] sono tutti connotati dallattenzione prestata alle
forme narrative e pragmatiche (le retoriche e le poetiche) attraverso le quali, allinterno di processi
storici e di contesti interattivi, i diversi s si raccontano, agiscono e, narrandosi ed esibendosi, si
costruiscono pi o meno fluidamente. [] Non pi dati universali o necessarie finzioni legali,
individuo e persona vengono letti come movimenti delle politiche di figurazione del s che
consentono ai diversi soggetti di definirsi agendo e interagendo. Appaiono come forme storiche,
inscritte in pi articolate e complesse economie della rappresentazione, della morale e dellagency
[] che necessario cogliere di volta in volta attraverso le concrete perfomances e le loro
dimensioni6 .