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1 PREMESSA

L'energia la grandezza fisica che misura la capacit di un corpo o di un sistema


fisico di compiere lavoro, la sua unit di misura nel Sistema Internazionale il Joule.
Le principali forme di energia sono:

Energia meccanica, classicamente come somma di energia potenziale e energia


cinetica.
Energia chimica.
Energia elettromagnetica.
Energia gravitazionale.
Energia termica.
Energia nucleare.
Teoricamente ciascuna forma di energia potrebbe trasformarsi in una forma
diversa, anche se alcune trasformazioni sono favorite rispetto ad altre.
Difatti, il primo principio della termodinamica, afferma che:
L'energia interna di un sistema termodinamico isolato non si crea n si distrugge, ma si
trasforma, passando da una forma a un'altra.
La forma il modo in cui lenergia si manifesta, le fonti rappresentano lorigine da
cui lenergia viene acquisita, ossia la sorgente. Tra queste la pi importante il Sole perch da
esso originano altre fonti quali come lenergia eolica o quella idroelettrica.
Altre ancora non dipendono direttamente dal Sole, come lenergia nucleare e
lenergia geotermica, alcune sono esauribili come i combustibili fossili, inesauribili come vento,
sole e acqua.
Nonostante lelevato costo dellenergia, il fabbisogno energetico aumenta
soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, generando preoccupazione per linquinamento
conseguente, mentre nei paesi ad elevato sviluppo prive di fonti energetiche convenzionali,
cresce il timore di una loro possibile carenza in rapporto non solo al loro possibile esaurimento,
ma anche alle difficolt di approvvigionamento, considerata linstabilit politica dei paesi
produttori.

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A fronte della
progressiva minore
disponibilit di fonti
energetiche esauribili, si
rende necessario
intervenire limitandone il
consumo con il risparmio
energetico e, nel
contempo, con un
maggiore utilizzo di fonti
energetiche rinnovabili. Il tutto deve avvenire in unottica di corretto utilizzo delle risorse
economiche, al fine di ottimizzare le scelte, tenendo anche in debito conto degli effetti
ambientali di tali scelte in rapporto alla produzione di inquinanti conseguenti, in funzione del
ciclo di vita delle apparecchiature che permettono lutilizzo di tali energie (pannelli
fotovoltaici/termici, generatori eolici, etc.).

Considerato che i consumi residenziali sono quasi un terzo dei consumi energetici
e delle emissioni di CO2, abbastanza naturale che lUnione Europea abbia indirizzato la sua
attenzione verso questo settore, dove pi facile lintervento e sufficientemente tangibile il
risparmio, mentre nellindustria, presumibilmente, il risparmio energetico pu essere una
naturale conseguenza della ricerca del profitto, senza necessit di interventi specifici, se non
quelli necessari ad indirizzare le scelte verso fonti meno inquinanti.

A fronte della necessit e dellobbligo al risparmio, dobbiamo osservare che il costo


di unabitazione e mediamente elevato, e comporta un considerevole sforzo economico per la
maggior parte degli acquirenti, per cui un maggior costo, necessario a dotarla di efficienti
sistemi di risparmio energetico, non sempre apprezzato dal compratore, il quale chiamato
a sopportare un esborso pi elevato nellimmediato (e che spesso va oltre la sua disponibilit),
cui corrisponder un recupero e, quindi, un possibile risparmio solo in tempi lunghi.

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2 IL RISCALDAMENTO

Esaminiamo come lenergia prodotta da una caldaia giunge allambiente riscaldato.


In una caldaia tradizionale, se cHi il potere calorifico inferiore del combustibile, indicata
con q la quanti di combustibile impiegato, il calore prodotto risulta pari a:
Q= q cHi (2.1)

di questo solo una porzione raggiunge lambiente riscaldato, in quanto una parte viene ceduta
dalla caldaia allambiente esterno attraverso il mantello, mentre unaltra viene dispersa dalle
tubazioni del sistema di distribuzione.
Una volta che il calore giunto a destinazione, esso viene ceduto allesterno come:
Qm = calore disperso dallinvolucro opaco;
Qv = calore disperso attraverso i vetri;
Qa = calore disperso attraverso i ricambi daria
sicch:
Q= Qm + Qv + Qa (2.2)
Questo calore deve essere reintegrato dalla caldaia in pari quantit (a parte le perdite),
al fine di mantenere costante la temperatura dellambiente riscaldato.

Esaminiamo, ora, i termini del bilancio energetico in (2), se indichiamo con Ti la


temperatura interna e con Te quella esterna, risulta :

= ( ) (2.3)

dove Sm la superficie disperdente opaca e Rm la sua resistenza termica.
Analogamente, per le superfici vetrate si ha:

= ( ) (2.4)

con Sv superficie vetrata e Rv corrispondente resistenza termica.
Mentre posto il calore specifico dellaria pari a 0.35 Wh/m3 C (= 1211 J/m3), risulta:
Qa = n V 0.35 (Ti-Te) (2.5)
dove V il volume riscaldato ed n il numero dei ricambi daria.
Tutti i termini della (2), come si vede sono proporzionali a Ti Te, quindi la maniera pi
immediata per contenere i consumi quella di contenere il salto termico mantenendo
contenendo il valore di, che per legge viene fissato in 20C, al fine di contemperare risparmio
e confort abitativo. Laltro punto su cui si pu intervenire la resistenza termica R, ci comporta
un maggior onere in termini di spesa per lisolamento termico, che pu essere pi o meno
elevato e conveniente in rapporto al costo dellenergia che tali interventi consentono di
risparmiare.

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3 ANALISI ECONOMICA

La valutazione della bont di un investimento consiste in unanalisi della sua


convenienza economica, che si risolve in un raffronto tra il denaro speso e i benefici che da
tale investimento si ritrarranno, espressi pure questi, ove possibile in termini monetari. Poich
i costi e, molto pi spesso, i benefici non sono n immediati, n coevi, si deve far ricorso alla
matematica finanziaria per eseguire tale raffronto.
Se R il tasso di interesse una somma pari a K, fra un anno varr:
K1=Ko +KR = Ko(1+R) (3.1)
e dopo un periodo di n anni il suo valore sar:
K1= Ko(1+R)+ Ko(1+R)2+)+ Ko(1+R)n (3.2)
in maniera analoga una somma disponibile fra n anni, avr un valore attuale scontato pari a:
Ko= Kn7(1+R) n (3.2)
Supponiamo, ora, di aver effettuato un investimento i cui frutti si dispiegheranno su
un arco di tempo di j anni, in modo da generare un flusso di cassa pari a FC1 il primo anno, FC2
il secondo , FCn allanno ennesimo. Per poter confrontare tale flusso con la spesa effettuata
occorrer attualizzare il flusso scontandolo allattualit, avremo :
1 2 1
= + + .. = (3.3)
1+ (1+) (1+)
dove q=1+R

3.1 Valore Netto Attualizzato (VAN)


Definiremo Valore Netto Attualizzato (VAN) la differenza
VAN= A I (3.4)
Se l'investimento conveniente, la ricchezza finale nel caso in cui si intraprenda
l'investimento deve essere superiore alla ricchezza iniziale tale convenienza si deduce dalla
positivit del VAN
Se vogliamo tener conto anche dellinflazione, possiamo osservare che al termine di
ciascun periodo anzich avere un flusso FC ne avremo uno pari a FCf= FC(1+f), se f il tasso
di inflazione, ovviamente il nostro bene potrebbe discostarsi dal tasso di inflazione medio di
una quantit fd in tal caso risulter FCf= FC(1+f+fd), le formule precedenti andranno, di
conseguenza, modificate ponendo FCf al Posto di FC.
Qualora decidessimo di effettuare linvestimento potremmo utilizzare fondi presi in
prestito, ovvero fondi propri, in questo secondo caso, il capitale potrebbe essere stato gi
impiegato con una sua redditivit, in tal caso occorrer tener conto, non solo del reddito
derivante dallinvestimento fatto, ma anche della necessit di disinvestire quei fondi e, quindi,
dei minori introiti che da ci conseguono.
Laltro elemento da cui dipende il termine A il tasso di interesse, in rapporto al quale
possono aversi due casi:

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1) se i capitali necessari allinvestimento dipendano da un prestito,
ovvero
2) si tratti di fondi propri;
nel primo caso va considerata lincertezza sulle linee di credito disponibili, in quanto
quelle a tasso pi basso potrebbero essere sature nel momento in cui si procede
allinvestimento, e quindi occorrer attingere a crediti a tasso pi alto del previsto;
nel secondo caso i fondi potrebbero essere stati gi investiti con una loro redditivit,
ad esempio in BOT, in azioni o in obbligazioni, occorrer allora disinvestirli, occorrer
allora tener conto nel VAN anche del minor reddito derivante dal disinvestimento.
Si analizzato finora gli elementi del primo termine della differenza che costituisce il Van,
esaminiamo ora il secondo vale a dire linvestimento, esso dipende essenzialmente da :
1) costo dellapparato produttivo/intervento;
2) costo del trasporto;
3) costi di montaggio;
4) eventuali tasse
5) costo di avviamento;
6) costi di esercizio (ricambi, lubrificanti, manutenzione, eventuale energia
necessaria al funzionamento ).
Laltro termine presente nel VAN su cui si pu effettuare una stima, a parte il tasso di
interesse, la vita presumibile dellinvestimento espressa dal termine n. Essa dipende da:
1) vita fisica dellimpianto;
2) vita tecnica (per avvenuta sopravvenienza sul mercato di apparecchiature che
rendono obsoleto e poco remunerativo limpianto installato);
3) vita commerciale (durata per la quale permane nel mercato linteresse per il
prodotto)
4) Cause esterne ( per prescrizioni di legge che limitino limpiego dellimpianto o lo
vietino del tutto).

3.2 Tasso Interno di Rendimento (TIR)


Se su di un sistema di assi cartesiani poniamo
sulle ascisse il tasso di interesse i e sulle ordinate il
corrispondente valore del VAN, calcolato variando i, il
punto in cui la curva interseca lasse delle ascisse, il cui
valore detto TIR, indica il valore del tasso al di sotto
del quale, al momento attuale, conviene investire il
capitale, ovvero se i > TIR non conviene procedere.

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3.3 Tempo di Ritorno Attualizzato (TRA)
Se rappresentiamo su di un
diagramma cartesiano il VAN in funzione del
tempo n, il punto in cui la funzione si annulla,
rappresenta il TRA, ovvero il tempo necessario
affinch linvestimento si ripaghi ed inizi ad
essere remunerativo.

3.4 Indice di Profitto (IP)


Si voglia stabilire quale di due investimenti possibili sia il pi conveniente. Si
Supponga di avere un investimento:
1) che preveda un impiego di capitale Io =10.000 ed un FCo = 12.000 di benefici
attualizzati, quindi con un VAN= 2.000,
ed un secondo investimento
2) che preveda un impiego di capitale Io =5.000 ed un FCo = 7.000 di benefici
attualizzati, quindi con un VAN= 2.000,
ovvio che il secondo sia pi conveniente in quanto presenta un introito di 2000 con un
investimento pari alla met del primo, questo si pu esprimere prendendo in considerazione il
rapporto IP = VAN / I.
Nel primo Caso IP= 2 000/1 0000 = 0.2, mentre nel secondo IP = 2 000/5 000= 0.4.

3.5 Analisi di sensibilit


I fattori fin qui esaminati possono essere pi o meno incerti, in particolare possono
sussistere dubbi circa il tasso di interesse o di inflazione, nonch sulla vita dellimpianto, che
potranno riscontrarsi in questo lasso di tempo.
In tal caso opportuno eseguire pi analisi variando opportunamente questi
parametri e valutando come ciascuno di essi influenzi il VAN. Una curva piatta indicher una
scarsa influenza di una variazione del parametro sul VAN, mentre una curva molto pendente
mostrer una pi o meno considerevole sensitivit del VAN al variare del parametro con
possibili forti oscillazioni della redditivit per piccole variazioni del parametro stesso.

3.6 Applicazione dellanalisi economica al risparmio energetico


Applichiamo quanto visto fin qui ad un intervento di risparmio energetico.
Se Pj e Qj sono il prezzo dellenergia e la quantit di combustibile utilizzato nellanno
J, risulter:

= =1 0 (3.5)
(1+)
dove si posto
i=R-f-fd

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La remunerazione del capitale in questo caso non dipende da un reddito, quanto dal
risparmio sul costo dellenergia, se P0Q il costo dellenergia di un anno allora:
1
= (0 ) 0 (3.6)

Si supponga di avere una caldaia a gas tradizionale e la si voglia sostituire con una
a condensazione, la prima abbia un rendimento pari a t = 80%, mentre la seconda un
rendimento c = 91%. La spesa per il combustibile sia di 1000 /anno al prezzo di 1,00/m3 per
un consumo annuo di 1000 m3, mentre sia 1500 il prezzo della nuova caldaia.
Con la sostituzione della caldaia il consumo si ridurr in proporzione al rendimento e
sar:
Q=tc x 1000 = 80/91 x 1000 = 880 m3
Il corrispondente Flusso di Cassa sar pari a :
FC = 1000 - 880 =120
posto che sia
i= R-f-fd = 5%
avremo, posto che la vita presumibile della caldaia sia di 10 anni:
1 1.0510 1
= (0 ) 0 = 120 1500 =
0.05 1.0510
= 120 7.72 1500 = 926 1500 = - 574
Tuttavia nei casi pratici non si tratta di sostituire una caldaia funzionante con una
diversa anche se con una maggiore resa, nella maggior parte dei casi dobbiamo installare una
caldaia per la prima volta, ovvero sostituire una caldaia a fine vita con una nuova e ci chiediamo
se convenga installare una caldaia tradizionale o una a condensazione. Il calcolo precedente
mostra che fintanto che il maggior prezzo della caldaia a condensazione non superi quello della
tradizionale di 926 la prima pi conveniente della seconda.
Svolgiamo ora unanalisi di sensibilit sul primo termine del VAN variando il tasso di
interesse consideriamo i variabile tra 1% e 10% avremo:
i% 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
VAN 1136 1078 1023 973 926 883 843 805 770 737

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1200 Lanalisi non sembra subire
1000 grosse oscillazioni al variare
del tasso di interesse in
800 quanto il risparmio sul costo
del combustibile anche per un
P*Q

600
raddoppio del tasso di
400 interesse es fra 2% e 4% non
genera se non una variazione
200
del FC superiore al 10%
0
0 2 4 6 8 10 i 12

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4 Il RENDIMENTO LA PRODUZIONE DEL CALORE E LE PERDITE DI ENERGIA

Per analizzare il rendimento di un sistema di produzione del calore, possiamo far


riferimento ad esempio ad una Comune caldaia a gas, anche se lanalisi pu essere estesa
con opportune correzioni ad altri sistemi di produzione del calore. Possiamo schematizzare il
sistema edificio caldaia come nella figura che segue.

Il sistema si compone di un bruciatore in cui laria, mescolata con il combustibile, viene


fatta bruciare , cedendo vedendo calore alla caldaia per irraggiamento oppure per convezione
attraverso il calore trasportato dai fumi.
Se la caldaia consuma una quantit q di combustibile, e se cH il suo potere calorifico,
il calore prodotto teoricamente pari a :
Q= q cH
Questo calore non viene trasferito totalmente allambiente riscaldato, una parte viene
disperso per perdite di varia natura:

Qf, calore disperso coi fumi


Qi, calore disperso dallinvolucro
Qc, calore perduto per incompleta combustione del combustibile
Pertanto, se Qu il calore effettivamente trasferito allambiente riscaldato, si ha:
Qu = Q Qf Qi Qc (4.1)
sicch:

= Qu / Q. (4.2)
Tali perdite possono essere recuperate con opportuni accorgimenti, quali un migliore
isolamento della caldaia. Tuttavia, anche in questo caso occorre svolgere unanalisi costi
benefici, per valutare fino a che punto sia economicamente opportuno intervenire per limitare
le perdite.

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4.1 Perdite per incombusti
La perdita dovuta alla difficolt di mescolamento del combustibile con laria, per questa
ragione la combustione avviene in eccesso di aria, eccesso commisurato alla natura del
combustibile e crescente da gas, a liquidi, a solido. Tale eccesso non deve comunque,
superare certi limiti per non avere un volume troppo elevato di fumi in uscita e quindi un
incremento delle perdite Qf.
La corretta proporzione aria/combustibile pu essere verificata attraverso la misura
della CO2 contenuta nei fumi, verificando che sia pari al:

14.5% nel caso del carbone (eccesso daria del 40%);


11.8% di liquidi ( 20%);
10 % di metano ( 10%);
il tutto un contenuto di CO nullo.
Se la percentuale di CO2 in assenza di CO fosse pi bassa, si in eccesso daria troppo
elevato, viceversa la presenza di CO indica una scarsit di aria. In ogni caso occorre avere
fumi chiari, che stanno ad indicare assenza di particelle incombuste.
Ad ogni modo, il rendimento e le perdite sopra indicate non sono fissi, perch nei
transitori, finch la caldaia non va a pieno regime, nel funzionamento a potenza ridotta tale
rendimento si riduce.
Nelle caldaie a condensazione esso dipende anche dalla temperatura dellacqua in
ingresso essendo tanto pi elevato quanto maggiore il salto tra i fumi in uscita e lacqua di
ritorno dai corpi scaldanti. Di conseguenza il rendimento sar massimo quanto pi bassa la
temperatura di funzionamento dei corpi scaldanti, come ad esempio nel caso dei pannelli
radianti.

4.2 Perdite attraverso linvolucro


inevitabile che nel sistema si riscaldino oltre altre parti che non siano il bruciatore
e la caldaia e che tubi e involucro insieme ad atri elementi secondari trasmettano calore
allesterno. In genere queste perdite sono mantenute entro il 3%. Evidentemente la quantit di
calore dipende dallestensione della superficie esterna che dovr restare quanto pi contenuta
possibile.

4.3 Perdite per funzionamento intermittente


Quando la caldaia non a pieno regime, accade che allinterno del bruciatore in un
modello on-off si produca una corrente daria convettiva che ne sottrae calore, mentre nel caso
di una caldaia modulante occorre non solo ridurre lafflusso del combustibile ma anche
proporzionalmente quello dellaria, operazione pi complessa, pertanto la caldaia finisce col
funzionare con un elevato eccesso daria che sottrae calore attraverso il camino.

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5 IL CLIMA CONDIZIONE ESTERNA DI PROGETTO

Progettazione
Per una corretta progettazione necessaria la conoscenza di alcuni parametri
climatici, al fine di definire gli scambi termici fra ambiente climatizzato ed ambiente esterno,
nonch il flusso di calore tra limpianto di riscaldamento/raffrescamento con lambiente
climatizzato e con lambiente esterno. Interessa allo scopo conoscere, fra gli altri:

temperature interne ed esterne


irraggiamento
vento
gradi-giorno
umidit.
Altri parametri possono essere raccolti per meglio definire il microclima della zona
circostante, quali morfologia dellarea, presenza di vegetazione e di altri edifici.

5.1 Temperature interne ed esterne


A parte la temperatura interna che definita per legge (20C invernali, 26C estivi),
occorre conoscere la temperatura esterna ed il suo andamento mensile.
La temperatura esterna varia durante il giorno con un massimo intorno alle 14, sia in
estate, sia in inverno, mentre la minima si raggiunge poco prima dellalba e, pertanto, giacch
il sole sorge in orari diversi in inverno ed in estate, il minimo viene raggiunto tra le 7 in inverno
e le 5 in estate.
Quanto alla temperatura interna, occorrerebbe che fosse uniforme in tutto il volume
trattato, tuttavia, qualora lambiente superi 3m di altezza si instaura nellambiente un gradiente
termico, con aumento delle differenze di temperatura fra lalto e il basso.

5.2 Temperatura aria-sole


definita temperatura aria-sole, la temperatura dellaria esterna che provoca lo
stesso scambio termico per convezione, che si ha con una combinazione di radiazione solare
incidente, scambio di energia radiante con il cielo e l'intorno.
Il bilancio termico di una superficie esposta al sole fornisce il flusso di calore nella
superficie q/A espresso con l'equazione:

= + 0 (0 ) (5.1)

dove:

= coefficiente di assorbimento della superficie per radiazione solare;

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Et = radiazione solare incidente totale sulla superficie, W/m2;
h0 = coefficiente di scambio termico mediante radiazione ad onda lunga e convezione
sulla superficie esterna, w/m2K;
t0= temperatura ricambio aria, K;
ts = temperatura della superficie, K;
= emissivit emisferica della superficie;
R= differenza tra la radiazione ad onda lunga incidente sulla superficie dal cielo e
dallintorno e la radiazione emessa da un corpo nero alla temperatura dellaria
esterna, W/m2.
Se indichiamo con Te la temperatura aria-sole equivalente, si ha:

= 0 ( ) (5.2)

e quindi confrontando (5.1) e (5.2), risulta:



= + (5.3)
0 0

Ci permette esprimere il flusso termico come :


= ( ) (5.4)

5.3 Gradi giorno

Il grado giorno di una localit la somma estesa a tutti i giorni, delle sole differenze
positive giornaliere tra la temperatura di riferimento, fissata convenzionalmente, e la
temperatura media esterna giornaliera. L'unit di misura utilizzata il grado giorno (GG).
Stabilendo che il periodo di accensione dei riscaldamenti inizia con i primi tre giorni consecutivi
caratterizzati da una temperatura media giornaliera inferiore a 12 C (comunque non dopo l'1
dicembre) e termina con i primi tre giorni consecutivi caratterizzati da una temperatura media
giornaliera uguale o superiore a 12 C (comunque non prima del 28 febbraio).

In termini matematici i gradi giorno si esprimono come:

= =1(0 ) (5.5)

dove;

: numero di giorni del periodo convenzionale di riscaldamento;


: temperatura ambiente convenzionale = 20C;
: temperatura media esterna giornaliera tale per cui < .

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La conoscenza dei GradiGiorno consente una prima stima dei consumi energetici, noto
che sia il coefficiente volumico di dispersione Cd (Legge 373/76), espresso quale rapporto
tra il flusso termico trasmesso attraverso linvolucro ed il prodotto del volume per la differenza
di temperatura tra interno ed esterno [W/m3K]
Q= Cd V GG 24 3600 [J] (5.6)
dove 24 il numero di ore in un giorno e 3600 il numero di secondi per ora.
Sfruttando questi dati possibile eseguire una valutazione grossolana del consumo di
carburante per la stagione invernale;
(Cd+Cv) (V GG 24 3600 f)
= (5.7)
c Hi

dove:
f un coefficiente che tiene conto della capacit termica delledificio
il rendimento di caldaia
Cv le dispersioni per ricambi daria.
Noto che sia il costo del carburante Cc possibile stimare la spesa annua Sc= C h x Cc,
ed in base a questa effettuare delle scelte circa i possibili investimenti, considerando anche
che Ch dipende da almeno sei variabili su cui possibile intervenire quali h, Cv, Cd, f, cHi, Cc,
modificabili in funzione degli obiettivi di risparmio che si vogliono raggiungere.

5.4 Umidit dellaria


Lumidit dellaria non ha molta importanza nellambito del riscaldamento, acquista,
invece, rilevanza in fase di condizionamento estivo, in quanto lumidit in questo periodo pu
essere molto elevata e, pertanto, pu essere necessario procedere alla deumidificazione per
ottenere parametri ambientali confortevoli.
La quantit di vapore presente nellaria varia con la temperatura ed crescente con
questa, e pu assumere valori compresi tra zero e il limite massimo corrispondente alla
saturazione, oltre il quale il vapore comincia a condensare.
La quantit di vapore effettivamente presente, espressa per esempio in g/m3, detta
umidit assoluta, mentre il rapporto percentuale fra questa ed il valore corrispondente alla
saturazione viene detta umidit relativa.

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5.5 Il vento
Poich lentit degli scambi termici convettivi funzione della velocit dellaria,
necessario conoscere tale velocit, per poter definire la quantit di calore trasferita.
Tale velocit, nelle stesse condizioni generali di unarea vasta, variabile da zona a in
rapporto alle condizioni orografiche ed alla presenza di ostacoli come edifici circostanti, ed in
funzione dellaltezza dal suolo, risultando crescente verso lalto, sicch due edifici vicini
possono essere soggetti a venti con velocit diverse, come pure piani diversi dello stesso
edificio.

5.6 Radiazione solare


La radiazione solare, di solito riferita ad una superficie orizzontale, ha un andamento
variabile nel corso dellanno con un picco massimo il 21 giugno ed uno minimo il 25 dicembre.
La temperatura dellaria, funzione di questa irradianza, presenta invece un certo ritardo, per cui
il picco massimo si sposta verso il periodo di luglio-agosto, a causa dellinerzia termica della
terra e dellatmosfera.

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6 FABBISOGNO TERMICO
La condizione di stabilit della temperatura dellambiente climatizzato comporta un
equilibrio dei flussi termici in entrata ed in uscita. Tali flussi sono costituiti dal calore ceduto:
1) allaria esterna per convezione e per conduzione;
2) al terreno di fondazione per conduzione;
3) alla volta celeste ed allambiente circostante per irraggiamento;
4) allaria per ricambi daria, per infiltrazioni o per ventilazione.
ricevendo energia da:
1) impianti di climatizzazione;
2) elettrodomestici;
3) illuminazione;
4) persone.
La progettazione termotecnica ha come obiettivo governare tali flussi di energia,
determinando le caratteristiche delle strutture e degli impianti, in rapporto alle condizioni
esterne per fissate condizioni termiche dellambiente climatizzato.

Il calcolo termotecnico inizia col definire e quantificare gli scambi termici a regime,
da e verso lesterno, con la premessa, quindi, che sia:
Q entrante = Q uscente
considerando lintero edificio e poi particolarizzando per aree pi limitate e per i periodi di
transitorio.
Lo scambio segue tre meccanismi:
1) conduzione;
2) convezione;
3) irragiamento.

6.1 Conduzione
Il calore q si trasmette attraverso un solido per conduzione1 tra una superficie e
laltra dello stesso, attraverso lagitazione termica degli atomi che lo compongono.

1
La conduttivit termica, indicata con , il rapporto, nel caso della conduzione termica, in
condizioni stazionarie, tra la quantit di calore trasferita nell'unit di tempo, attraverso l'unit
di superficie, e la differenza di temperatura che provoca il passaggio del calore. La
conducibilit termica , quindi, una misura dell'attitudine di una sostanza a trasmettere il
calore e dipende solo dalla natura del materiale.
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In regime stazionario, considerando una parete piana di grande estensione, il
calore si trasmette tra le due facce parallele, supposte a temperatura uniforme, in ragione della
differenza di temperatura di queste e vale:

q1 = (T1 Te)S (6.1)

dove
1) S la superficie della parete;
2) s lo spessore.

6.2 Convezione
La convezione si produce quando si ha un flusso di calore associato ad un flusso
di massa, che pu essere generato da una differenza di temperatura interna al fluido
(convezione naturale) o prodotto da unazione meccanica (convezione forzata), che mette in
movimento il fluido.
Un esempio di convezione naturale nel moto dellaria nei pressi di un termosifone,
del secondo il moto dellaria spinto dalla ventola di un ventilconvettore.
Il bilancio netto del calore trasmesso in entrambi i casi dato da :
q2 = hc S (T2-Te) (6.2)
dove h ha dimensioni W/m C.2

Il valore di h dipende da:


1) geometria della parete:
2) temperatura (per la convezione naturale) e velocit del fluido (per la conv.
forzata);
3) calore specifico, densit, viscosit, conducibilit del fluido.
Nel caso dellaria con cui avvengono gli scambi termici di un edificio, le quantit da
determinarsi sono quelle 1) e 2) essendo le altre fissate dalla natura del fluido.

6.3 Irraggiamento
Tutti i corpi che si trovano a temperature superiori a 0 K emettono radiazioni
termiche.
La radiazione emessa dal corpo A ed assorbita dal corpo B dipende dalla
temperatura dei due e vale:
q3 = S (TA4-TB4) (6.3)
con =5.68 10-8 dove rappresenta lemissivit e la geometria dei corpi che si
w/m2C4,
scambiano calore.
Per piccole differenze di temperatura la (6.3) pu scriversi:
q3= 4 Tm3 S (TA - TB) (6.4)
dove Tm la temperatura media tra TA e TB.
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Posto h = 4 Tm3, risulta:
q3= hi S (TA - TB) (6.5)

6.4 Adduzione
Generalmente irraggiamento e convezione coesistono e nella maggior parte dei casi i due
fenomeni non sono nettamente scindibili e quantificabili in maniera separata, pertanto, si
preferisce parlare di adduzione unendo insieme i due fenomeni e definendo un coefficiente di
adduzione = hi + hc.

6.5 Pareti omogenee e resistenza termica


Il flusso di calore avviene, per quanto sopra espresso, attraverso un passaggio per
convezione tra laria interna e la parete q3, quindi per conduzione attraverso la parete q1, in
ultimo attraverso uno scambio per convezione da parete ad aria esterna q2. In definitiva il flusso
sar pari a:
q3= hi (TA - TB) S ;

q1 = (T1 Te)S ;

q2 = hc (T2-Te) S ;
In condizioni stazionarie q1 = q2 = q3 =q, pertanto:
q
= (TA - TB) ;

q
= ( T2 );


q
= (T2-Te) ;
S
sommando membro a membro avremo:
1 1 1
TA-TB+TB-T2+T2-Te = TA-Te = ( + + )

quindi:
1
q= 1 1 1 = S (TA-Te) (6.6)
+ +


1 1 1
La quantit R= + + viene detta resistenza termica, mentre K=1/R


detta trasmittanza, quindi:
q = K S (TA-Te) (6.7)

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6.6 Pareti stratificate e ponti termici
Nel caso di pareti stratificate di caratteristiche di conduttivit i e spessore si
diversi, si pu operare come visto in precedenza giungendo ad unespressione del tipo:

q= 1 1 1 1 (6.8)
+ . +
1
1

Qualora vi siano delle zone di caratteristiche conduttive diverse che interrompono


la continuit della parete, parleremo di ponti termici, il caso ad esempio di un pilastro
allinterno di una parete in blocchi di laterizio oppure del solaio o del balcone che si innesta in
una parete verticale.
Altra tipologia di ponte termico rappresentata dagli spigoli in cui si incontrano due
o pi pareti, la maggiore superficie esterna determina una maggiore dispersione di calore, la
cui entit pu ottenersi in maniera progressivamente pi accurata con luso di abachi o di
programmi FEM quali Therm.
Tali ponti termici vengono trattati come dispersioni aggiuntive distribuite
linearmente, del tipo
Qpt = Kl L (Ti Te) (6.9)

dove Kl [w/mC] il coefficiente di trasmittanza lineare del ponte termico.

6.7 Perdite per aerazione


Il volume daria presente nellambiente climatizzato soggetto ad un ricambio pi
o meno frequente, per cui una certa quantit di calore viene acquisita o ceduta con tali
ricambi, sia per infiltrazioni attraverso i serramenti chiusi, sia per lapertura periodica di questi.
Entrambe le quantit sono difficilmente valutabili in fase di progetto e la seconda non
quantificabile se non empiricamente. Esse vengono poste pari a :

q = ca v n (Ti-Te) [w] (6.10)

dove

ca il calore specifico dellaria pari a 0.35 Wh/m3 C (= 1211 J/m3),


v il volume climatizzato.

6.8 Apporti di calore interno


Gli apporti di calore nw Ew conseguenti ad attivit interne sono principalmente
dovuti ai consumi domestici di elettricit e di gas, nonch al calore prodotto dalle persone,
questi ultimi valutabili in circa 1000 W/persona.

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6.9 Conclusioni
In definitiva i flussi di calore possono esprimersi come:

q= Ki Si Ti + Kl L (Ti Te) + ca vj nj (Ti-Te) + nw Ew (6.11)

dove il 1 termine si riferisce al calore scambiato attraverso le pareti, compreso


quello scambiato per apporti radiativi, il 2 termine a quello attraverso i ponti termici, il 3 ai
ricambi daria e lultimo alle fonti di calore interno.

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7 TRANSITORI TERMICI
Laccensione dellimpianto di riscaldamento comporta un incremento della
temperatura ed un iniziale picco del consumo di carburante, al distacco si interrompe il flusso
di carburante, mentre scende la temperatura. Entrambi i processi sono determinati oltre che
dalle condizioni iniziali, da:
capacit termica delledificio;
isolamento termico;
durata della variazione;
potenza dellimpianto.
Lo stesso processo avviene in termini inversi in caso di raffrescamento.

Landamento del fenomeno fortemente influenzato dalla potenza dellimpianto,


da cui dipende il tempo necessario a raggiungere la condizione di regime.
La riduzione del tempo di transitorio non pu raggiungersi ovviamente con un
incremento illimitato della potenza dellimpianto, in quanto oltre ai limiti di legge, ci si scontra
con problemi di carattere economico, in quanto a regime limpianto funzionerebbe molto al di
sotto della sua potenza nominale e, quindi, con bassi rendimenti.
Linfluenza della capacit termica si risente sul tempo necessario a portare il
sistema a regime e nel calore per questo necessario, in quanto oltre allenergia Q1che riscalda
laria ambiente, parte dellenergia fornita Q2 viene utilizzata per portare in temperatura la
struttura e, quindi, possiamo considerare che il calore fornito dallimpianto debba essere:
Q= Q1 + Q2
Inversamente allo spegnimento il calore Q2 sar restituito pi o meno velocemente,
in misura pi o meno elevata, in funzione della capacit termica delle strutture.
La capacit termica delledificio, che compare nel termine f della (5.7), si pu
stimare in
f = 0.98 0.95 per strutture massicce
f = 0.90 0.85 per strutture leggere
f = 0.60 0.75 per strutture molto leggere (anni 60)
Nel caso degli edifici industriali, unelevata resistenza termica pu non
rappresentare un risparmio, in quanto non vi presenza di personale oltre il periodo di
spegnimento, che possano apprezzare il graduale decrescere della temperatura, mentre
sarebbe utile una rapida caduta della temperatura allo spegnimento dellimpianto, come pure.
una risposta immediata del sistema ed un raggiungimento quanto pi rapido della condizione
di regime in fase di transitorio di inserimento. Da questo punto di vista, pi opportuno un
elevato isolamento con bassa inerzia termica.

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8 Progettazione
La progettazione termica delledificio si evoluta nel corso degli anni da una iniziale
ottimizzazione limitata allisolamento termico invernale (l.373/76), fino allidea di un edificio ad
energia zero, in cui siano contemperate le caratteristiche di isolamento e capacit termica in
modo da ottimizzare al contempo le esigenze di riscaldamento invernale con un efficace
raffrescamento estivo, integrate con un corretto dimensionamento degli impianti al fine di
minimizzare se non ridurre a zero i consumi energetici, al fine di realizzare un edificio
energeticamente autosufficiente.
A tal fine il progettista dovr porre attenzione agli apporti termici esterni, in
particolare agli apporti di energia solare, considerando in proposito lesposizione e la
schermatura delle superfici vetrate, valutandone gli effetti positivi sul riscaldamento invernale
contro il maggior onere per raffrescamento, che ne potr derivare nel periodo estivo.
In questo edificio andranno opportunamente integrati e dimensionati gli impianti di
riscaldamento e raffrescamento, limpianto fotovoltaico e solare termico con lobiettivo di
rendere, come gi detto, ledificio energeticamente autosufficiente.
In definitiva, con questo nuovo approccio, la progettazione non potr pi svilupparsi
per fasi, partendo da un progetto architettonico slegato da ogni vincolo esterno, ceduto
successivamente allo strutturista e ricevuto in ultimo dallimpiantista che vi sistema gli impianti
in un processo progettuale-realizzativo, che non tiene in nessun conto le condizioni al contorno.
Ci significa anche che un edificio costruito correttamente a Palermo, non pi
tale se lo si trasferisce a Bolzano, o se progettato per una zona montana, lo si realizza in
pianura; daltro canto ben nota la differenza tra le architetture tipiche dei luoghi, non a caso
caratterizzate tradizionalmente da materiali, tecniche e forme diverse.

8.1 Condizioni di progetto


Un impianto termico destinato a mantenere una condizione fissa di microclima
interno, in condizioni esterne ampiamente variabili. Si assume, perci, tra tutte le possibili
condizioni esterne, quella corrispondente alla temperatura massima estiva o minima invernale,
poste come condizione di progetto del sistema impianto-struttura.
La progettazione consiste, quindi, nellottimizzazione economica del sistema, in
funzione delle variabili di isolamento-capacit termica della struttura e della potenza degli
impianti, allinterno dei vincoli di legge.
Primo approccio
Si pu procedere alla progettazione secondo un criterio di successive
approssimazioni, come del resto tipico di ogni prassi progettuale, qui si propone un metodo
storico, tale iter progettuale consiste nel determinare alcune caratteristiche iniziali del
fabbricato, attraverso la metodologia prevista dalla L.373/76, per poi modificarle in funzione
delle condizioni esterne non considerate nella normativa dellepoca e verificando, quindi, che
il progetto cos realizzato risponda ai vincoli della normativa attale, apportandovi ove occorra
le necessarie correzioni ed integrazioni.
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A fine necessario definire le condizioni al contorno che sono (pag165-167).

Dati due serbatoi contenenti fluidi a temperatura diversa e messi a diretto contatto tra loro
mediante un canale di collegamento, il fluido contenuto nel serbatoio a temperatura T1 si sposta
verso il serbatoio a temperatura inferiore T2. Questo spostamento naturale del calore pu
essere convertito in energia meccanica tramite la presenza di una turbina all'interno del canale
di collegamento. Lo spostamento dei fluidi spinge al moto la turbina, generando in tal
modo energia meccanica ossia lavoro. Lo stesso esempio pu essere ripetuto sostituendo al
fluido una massa d'aria calda e una massa d'aria fredda, ottenendo il medesimo spostamento
degli elementi pi caldi verso quelli pi freddi. Lo spostamento prosegue fin quando tra i due
corpi sussiste un gradiente termico ossia una differenza di temperatura T1 > T2.

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Cos come insegna il primo principio della termodinamica, ossia "nulla si crea, nulla si distrugge
e tutto si trasforma", anche nel caso della macchina termica si verifica una trasformazione
dell'energia in forme diverse fino ad arrivare al lavoro. La trasformazione dell'energia da una
forma all'altra non avviene al 100%, in ogni passaggio si registrano delle perdite di energia pi
o meno marcate, che riducono il rendimento della macchina termica. L'energia persa durante
il processo di combustione, ad esempio il calore emanato dalla macchina durante il suo
funzionamento, incrementa in modo irreversibile l'entropia, una grandezza fisica coniata per
identificare e misurare il degrado dell'energia da una forma all'altra. Tale processo
irreversibile ed spiegato nella fisica moderna tramite il secondo principio della termodinamica.
La prima macchina termica della storia la macchina a vapore di Watt, quest'ultima in
grado di produrre una energia meccanica (lavoro) a partire dall'energia termica.

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