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3) Muovendo dai rapporti di potere/dipendenza che si instaurano tra lazienda e gli altri
attori nel campo dazione, si pu configurare una prima forma di COMPORTAMENTO
STRATEGICO, che Thompson definisce STRATEGIA COMPETITIVA. Questultima consiste
nella risposta dellazienda alle situazioni di dipendenza da altri processi di azione
organizzativa del task environment. In questa prospettiva, la strategia competitiva tesa a
ridurre il potere che altri hanno nei confronti dellazienda considerata, rispetto
allottenimento di input e/o alla destinazione del proprio output. Il comportamento
strategico perseguito dallazienda pu anche essere basato sulla COOPERAZIONE,
configurandosi STRATEGIE COLLABORATIVE. Esse consentono ai partner dellaccordo di
ridurre la propria incertezza potendo fare affidamento sugli impegni assunti dagli altri
partner. Le classiche categorie individuate da Thompson sono riconducibili alla
contrattazione, alla cooptazione e alla coalizione, definite in base al grado di
concentrazione del contesto in cui lazienda si ritrova a operare.
Ecco ora un brave excursus per quanto riguarda le diverse tipologie di alleanza tra imprese.
-ACCORDI DI LICENZA: si configurano quando unimpresa, titolare di un brevetto, di un
marchio o di una formula, concede a un terzo il diritto di utilizzarlo dietro il pagamento di
un corrispettivo.
-FRANCHISING: consiste in un accordo stipulato tra il frinchiser (impresa produttrice) e il
franchisee (impresa commerciale) mediante cui il primo cede al secondo il diritto esclusivo
di vendere i propri beni/servizi in unarea definita, usando il proprio marchio.
-JOINT VNETURE: derivano da un accordo tra due o pi imprese che, preservando ciascuna
la propria autonomia, danno vita a una nuova azienda rispetto alla quale hanno una forma
di controllo paritario e congiunto.
-CONSORZI: forme di collaborazione tra imprese disciplinate dal codice civile mediante cui
si costituisce unorganizzazione comune per lo svolgimento di determinate attivit.
-NETWORK O RETI DI IMPRESE: forme di cooperazione aziendale che possono assumere
diverse forme, caratterizzate dalla condivisione di informazioni e linguaggi su cui si basa
linsieme delle relazioni inter-organizzative che configura la rete.
-GRUPPI: cooperazione tra aziende. Sono caratterizzati da legami di partecipazione al
capitale proprio di altre imprese, per effetto dei quali unimpresa acquisisce una
partecipazione in unaltra impresa mediante il conferimento di risorse.
Per quanto riguarda le strategie collaborative delle amministrazioni pubbliche, tali
collaborazioni possono essere sia verticali che orizzontali: nel primo caso (RELAZIONI
VERTICALI TRA AMMINISTRAZIONE CENTRALE E AMMINISTRAZIONI REGIONALI/LOCALI),
sufficiente il riferimento ai trasferimenti di risorse finanziarie nellambito di modelli di
finanza derivata e mista nonch alla definizione di piani e programmi di attivit o, ancora,
alla verifica del rispetto dei vincoli di bilancio nelle politiche di spending review. Nel
secondo caso (RELAZIONI ORIZZONTALI), basti pensare ai rapporti che legano
amministrazioni centrali e agenzie e autorit amministrative indipendenti, oppure alle
diverse forme di collaborazione tra comuni.
Per quanto riguarda poi le STRATEGIE COLLABORATIVE DELLE AZIENDE NON PROFIT,
possono essere individuate anche in questo caso relazioni orizzontali e verticali. Le prime
consistono nei rapporti che legano aziende non profit e aziende pubbliche o private; le
seconde, invece, uniscono le associazioni sportive a una federazione nazionale che
definisce le regole di adesione, i parametri e i criteri da rispettare.
4) Il lavoro di Chandler pu essere sintetizzato nella sua espressione la struttura segue la
strategia, ossia le scelte strategiche incidono e determinano la struttura organizzativa.
Studi successivi hanno permesso di andare oltre lassioma strategia-struttura. Giova, a tal
proposito richiamare losservazione di Thompson, secondo il quale la struttura di ciascuna
azienda composta di parti indipendenti che vanno opportunamente coordinate; occorre
ridurre al minimo i costi di coordinamento mediante unadeguata aggregazione delle
attivit in unit organizzative. Si configurano, a questo punto, due tipi di interdipendenza: le
INTERDIPENDENE TRANSAZIONALI: hanno ad oggetto le relazioni di scambio; le
INTERDIPENDENZE ASSOCIATIVE: relazioni di associazioni che richiedono un allineamento
di comportamenti.
Le interdipendenze transazionali possono essere:
-SEQUENZIALI, quando possibile definire la direzione dello scambio e la sequenza delle
attivit poich loutput di unattivit rappresenta linput dellaltra.
-RECIPROCHE, quando loutput di unattivit linput di unaltra e viceversa.
Le interdipendenze associative possono essere:
-GENERICHE, quando il risultato complessivo dellazienda dipende dal contributo di diverse
unit che possono o meno agire direttamente.
-INTENSIVE, quado si ottiene unazione comune grazie al concorso di diverse parti che, pur
decidendo autonomamente, si aggiustano luna allaltra.
Le MATRICI DEGLI SCAMBI sono grafici che permettono di identificare quantitativamente il
grado di interdipendenza esistente tra le diverse parti di unazienda. Nelle righe si riportano
gli output destinati ad altre attivit, nelle colonne si riportano gli input provenienti dal altre
attivit.
Le caratteristiche delle pi diffuse strutture organizzative adottate dalla prassi sono la
STRUTTURA FUNZIONALE e la STRUTTURA DIVISIONALE.
La prima il raggruppamento dei processi gestionali in base allomogeneit delle
corrispondenti attivit sul piano tecnico ed economico.
La seconda si caratterizza per una suddivisione del lavoro basata sostanzialmente
sulloutput del processo produttivo.
In questa sede, pu essere utile richiamare alcuni parametri che possono dare un forte
impatto alla struttura organizzativa dellazienda:
-ECONOMIE DI SCALA, intese quale vantaggio economico derivante dallaumento della
dimensione della capacit produttiva.
-GRADO DI SPECIALIZZAZIONE richiesto nellambito delle diverse funzioni.
-FABBISOGNO DI DIFFERENZAZIONE tra le diverse attivit.