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Lanti-populismo pu facilmente diventare unarma nella mani delle lite, unarma che pone a
rischio la stessa convivenza democratica. Questo ci pu insegnare Machiavelli attraverso un
dibattito anglosassone sui rapporti tra i Discorsi e il neo-repubblicanesimo contemporaneo.
Laccusa di populismo ricorre spesso nel lessico pubblico italiano. Interi movimenti politici sono
spesso ricondotti a questa categoria. il caso per esempio del Movimento 5 Stelle e, per alcuni
aspetti, del cosiddetto berlusconismo, oltre che di vari soggetti dediti alla contestazione politica,
inclusi i vari Occupy e le loro declinazioni locali.1 A detta di quelli che lo criticano, il populismo
consiste nella semplificazione eccessiva di questioni pubbliche complicate, ridotte a caricature
adatte a soddisfare gli appetiti dei pi e a suscitare in essi irrazionali e controproducenti istinti
contestatori. Tale semplificazione agitatoria danneggerebbe non solo il perseguimento del bene
collettivo ma anche quello degli interessi di coloro che si fanno attrarre da tale semplificazione.
implicita in questa concezione del populismo unimmagine negativa delle moltitudini: il popolo
spesso disinformato, distratto, disinteressato al bene comune, volatile nelle preferenze e nel giudizio
politico, attratto dalle semplificazioni concettuali, estraneo alla razionalit e al senso civico richiesto
dallanalisi dei problemi sociali ed economici pi urgenti e complessi. Non solo: in tale accusa
implicita una valorizzazione paternalistica del ruolo delle lite tecnocratiche, considerate le pi
adatte a identificare e interpretare le vere esigenze e i veri interessi delle persone comuni. La
maggioranza dei cittadini vivrebbe, secondo gli anti-populisti, in una sorta di falsa coscienza indotta
da mancanza di competenze, da pigrizia cognitiva, e da un uso smodato della TV o dei social
media, che non permetterebbero alle persone comuni di giudicare da s del proprio destino politico.
Questa interpretazione anti-populista del significato politico dei populismi, ancorch
egemone, inadeguata. Per chi ritiene che gli appetiti delle oligarchie per usare i termini di
Machiavelli costituiscano un elemento di rischio importante per quanto riguarda il perseguimento
del bene comune, non difficile vedere come laccusa di populismo possa diventare facilmente uno
strumento per mantenere ed estendere il potere di quelle stesse oligarchie, oltre che la loro influenza
sulla vita e le decisioni pubbliche, riducendo cos ogni tentativo di contestazione che viene dal
basso a irrazionalit o pigrizia intellettuale o morale. Lanti-populismo pu dunque diventare
unarma nella mani delle lite, unarma che pone a rischio la stessa convivenza democratica. E il
In questo breve scritto, vogliamo spiegare la potenzialit contestatoria e anti-elitista del populismo,
esplorandone le potenzialit democratiche. Il nostro punto di partenza la lettura che il politologo
John McCormick ha dato di ci Machiavelli dice nei Discorsi a proposito delle istituzioni della
Repubblica romana, lettura contrapposta a quella cosiddetta neo-repubblicana, e ormai divenuta
ortodossa, di autori come lo storico Quentin Skinner e il filosofo Philip Pettit.2 McCormick pone in
risalto quegli aspetti che possono essere legittimamente anche se anacronisticamente e
provocatoriamente chiamati populisti delle teorie di Machiavelli. Per Machiavelli la Repubblica
romana offre un esempio, per quanto imperfetto, di un sistema istituzionale allinterno del quale
anche coloro che non appartengono alle lite possono contestare efficacemente, e per di pi per via
istituzionale, il potere e le ambizioni delle oligarchie, la cui azione sarebbe altrimenti priva di limiti
e dannosa per gli interessi delle persone comuni, oltre che per la sopravvivenza stessa della
Repubblica, e quindi nel lungo termine per gli interessi di tutti, incluse le oligarchie stesse. Questo
aspetto contestatorio si riscontra nelle magistrature plebee della costituzione mista della Repubblica
romana, che garantiva ai semplici cittadini ampi poteri reattivi e propositivi tramite assemblee
dedicate e potenti ruoli politici, in primo luogo il tribunato, a cui le lite non avevano accesso.
Tramite una lettura attenta di Machiavelli, possibile mostrare la continuit tra lanti-
populismo e il pensiero conservatore e antidemocratico, ed possibile contrapporre ai pericoli che
derivano dagli istinti popolari i pericoli altrettanto seri costituiti dagli abusi, talvolta persino
inconsapevoli e involontari, delle lite. Machiavelli cerca di elaborare principi e istituzioni anti-
elitarie, anti-oligarchiche, propriamente democratiche e partecipative. Per quanto i tempi siano
cambiati, le sue idee possono essere daiuto e dispirazione quando ci si accinge a progettare
istituzioni adatte ad arginare la disaffezione per la politica e a restituire il controllo autentico delle
decisioni pubbliche ai cittadini. Crediamo che il dibattito anglosassone su Machiavelli sia uno
sfondo teorico adeguato per queste riflessioni perch permette di ricostruire con precisione le varie
posizioni in campo.
Nel dibattito anglosassone, la rilettura di Machiavelli nellambito dellanalisi critica della
politica contemporanea ha una storia ormai pluridecennale. Il lavoro di recupero dellideologia delle
citt italiane tra il tardo medioevo e il rinascimento, compiuto dagli storici di origine tedesca Felix
Il potenziale profondamente democratico del pensiero di Machiavelli potrebbe non essere evidente a
chi si limitasse a una lettura superficiale della sua opera pi celebre, il Principe, con la sua
precettistica sulla conquista e sulla gestione del potere che pu forse, come suggerito da Dario Fo in
un noto e bellissimo sketch, essere utilizzata a scopi difensivi dalle potenziali vittime. Sono invece i
Discorsi a costituire il principale oggetto della disputa interpretativa tra i neo-repubblicani e
McCormick. Per i neo-repubblicani i Discorsi sono il principale tramite tra il pensiero romano e la
modernit politica, alla quale trasmettono un ideale di libert intesa come godimento passivo di una
condizione nella quale la sicurezza personale garantita dalla legge, che ha la funzione primaria di
proteggere i cittadini dagli arbitrii di maggioranze facinorose e imprevedibili.9 Per McCormick, i
La natura classista del tribunato incarna una descrizione della vita politica in termini di conflitto
fra gruppi caratterizzati socio-economicamente che sembra adeguata alle circostanze attuali. Il
popolo per Machiavelli include tutti coloro che non appartengono ai ranghi dei potenti e che non
hanno quindi risorse sufficienti per perseguire i propri interessi dirottando le istituzioni
repubblicane. Il popolo dunque, nelle repubbliche contemporanee come ai tempi di Machiavelli,
include la stragrande maggioranza dei cittadini. Questo permette di continuare a utilizzare lutile
linguaggio del conflitto utile perch identifica dei meccanismi di dominio che andrebbero
eliminati o almeno controllati in un contesto come quello attuale che estremamente plurale dal
punto di vista dei processi produttivi. Si tratta infatti di un contesto in cui molti dei meccanismi di
sopraffazione colpiscono anche lavoratori autonomi, piccoli e medi imprenditori, coloro che fanno
parte della cosiddetta knowledge economy, ecc. Ossia, per dirla pi semplicemente, in questa
concezione, significativamente diversa da quella della vulgata marxista che a molti viene in mente
non appena si parli di classi, vi sono solo due classi: quel 99% a cui si riferiscono quelli di Occupy
Wall Street quando dicono we are the 99% e quel rimanente 1% costituito dalle oligarchie che
controllano in maniera diretta il potere economico, finanziario e politico. Che poi i numeri siano
effettivamente 99 contro 1 non ha particolare importanza. La valenza simbolica rimane.
Le soluzioni istituzionali che danno potere diretto alle moltitudini possono arginare, secondo
Machiavelli, lo strapotere delle oligarchie, e il fiorentino ne propone surrettiziamente listituzione ai
suoi amici aristocratici, a cui i Discorsi sono dedicati, insistendo pretestuosamente su presunti
vantaggi che le lite ne deriverebbero in termini di gloria anche militare. Ma lasciando da parte i
pretesti ed espungendo ovviamente qualsiasi motivazione militarista, auspichiamo che soluzioni
analoghe possano essere escogitate anche per le costituzioni contemporanee, che devono affrontare,
oggi come ai tempi di Machiavelli e della Repubblica romana, i problemi legati alla concentrazione
del potere. Anche in Italia, per quanto con caratteristiche proprie, il problema grave. Basta
prestare attenzione alle revolving doors tra finanza, industria e politica, per cui alcuni dei Presidenti
del Consiglio dei Ministri pi recenti hanno occupato importanti posizioni in agenzie di consulenza
finanziaria e banche dinvestimento. Tale fenomeno solo il caso pi apparente dei molteplici
meccanismi che saldano il potere economico e finanziario alle leve delle decisioni politiche. La
sistematica devoluzione dei poteri degli stati a strutture sovranazionali e a banche centrali del tutto
slegate dal controllo democratico forse laspetto pi preoccupante di tale sistema dinfluenze,
almeno se consideriamo limpatto delle politiche monetarie, economiche e commerciali sulla
condizione e le prospettive della maggioranza delle persone.
Autori:
Lorenzo Del Savio: Dottorando in Ethics and Foundations of the Life Sciences presso lUniversit di Milano e la
SEMM.
Matteo Mameli: Reader in Philosophy, Kings College London; in passato stato ricercatore presso la London
School of Economics e presso il Kings College dellUniversit di Cambridge; si veda
http://www.kcl.ac.uk/artshums/depts/philosophy/people/staff/academic/mameli/
1
Un esempio tra tanti: Enrico Letta, da Presidente del Consiglio dei Ministri, ha recentemente parlato del pericolo posto
dai populisti anti-europei e dal populismo rabbioso.
2
Si veda: McCormick J, Machiavellian Democracy, Cambridge University Press, 2011; McCormick J, Machiavelli
against Republicanism: On the Cambridge Schools Guicciardinian Moments Political Theory, vol.31, n.5; Bock G,
Viroli M, Skinner Q (eds), Machiavelli and Republicanism, Cambridge University Press 1993; Pettit P, Republicanism:
A Theory of Freedom, Oxford University Press, 1999.
3
Baron H, The Crisis of the Early Italian Renaissance: Civic Humanism and Republican Liberty in an Age of
Classicism and Tyranny, Princeton University Press, 1955; Gilbert F, Machiavelli and Guicciardini: Politics and
History in Sixteenth Century Florence, Princeton University Press, 1965.
4
Pocock JGA, The Machiavellian Moment: Florentine Political Thought and the Atlantic Republican Tradition,
Princeton University Press, 1975.
5
Skinner, Quentin, 1978. The Foundations of Modern Political Thought (Volume 1: The Renaissance), Cambridge
University Press 1978. Skinner Q, Liberty Before Liberalism, Cambridge University Press 1998.
6
Aristotele, Etica Nicomachea, Libro VIII, cap.10, Laterza, 1999.
7
Guicciardini F, Storia dItalia, cit. in Silvano G, Florentine republicanism in the early sixteenth century (pg. 68) in
Bock G, Viroli M, Skinner Q (ed.). Machiavelli and Republicanism, Cambridge University Press, 1990.
8
Hamilton A, Madison J, Goldman L, The Federalist Papers, n.10, Oxford University Press, 2008.
9
Vedi ad esempio Guarini E, Machiavelli and the crisis of the Italian Republics (pg. 28) in Bock G, Viroli M, Skinner
Q (op. cit.).
10
Si rimanda allAlmanacco di Economia di Micromega, Il ritorno delleguaglianza, del 03/2013.
11
Si veda il libro VI delle Storie di Polibio.
12
Si veda anche Bock G. Civil discord in Machiavellis Istorie Fiorentine in Bock G, Viroli M, Skinner Q (op. cit.).
13
Ci riferiremo ai passaggi rilevanti dei Discorsi indicando rispettivamente il numero del libro e del capitolo.
14
Schumpeter J, Capitalism, Socialism and Democracy, Harper and Brothers, 1947; in particolare il capitolo XXII.
15
Sulla lottocrazia si veda per esempio Guerriero A, The lottocracy, Aeon Magazine, 23 January 2014,
http://aeon.co/magazine/living-together/forget-elections-lets-pick-reps-by-lottery/