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Il populismo democratico: Machiavelli e gli appetiti delle lite

di Lorenzo Del Savio e Matteo Mameli

Lanti-populismo pu facilmente diventare unarma nella mani delle lite, unarma che pone a
rischio la stessa convivenza democratica. Questo ci pu insegnare Machiavelli attraverso un
dibattito anglosassone sui rapporti tra i Discorsi e il neo-repubblicanesimo contemporaneo.

Laccusa di populismo ricorre spesso nel lessico pubblico italiano. Interi movimenti politici sono
spesso ricondotti a questa categoria. il caso per esempio del Movimento 5 Stelle e, per alcuni
aspetti, del cosiddetto berlusconismo, oltre che di vari soggetti dediti alla contestazione politica,
inclusi i vari Occupy e le loro declinazioni locali.1 A detta di quelli che lo criticano, il populismo
consiste nella semplificazione eccessiva di questioni pubbliche complicate, ridotte a caricature
adatte a soddisfare gli appetiti dei pi e a suscitare in essi irrazionali e controproducenti istinti
contestatori. Tale semplificazione agitatoria danneggerebbe non solo il perseguimento del bene
collettivo ma anche quello degli interessi di coloro che si fanno attrarre da tale semplificazione.
implicita in questa concezione del populismo unimmagine negativa delle moltitudini: il popolo
spesso disinformato, distratto, disinteressato al bene comune, volatile nelle preferenze e nel giudizio
politico, attratto dalle semplificazioni concettuali, estraneo alla razionalit e al senso civico richiesto
dallanalisi dei problemi sociali ed economici pi urgenti e complessi. Non solo: in tale accusa
implicita una valorizzazione paternalistica del ruolo delle lite tecnocratiche, considerate le pi
adatte a identificare e interpretare le vere esigenze e i veri interessi delle persone comuni. La
maggioranza dei cittadini vivrebbe, secondo gli anti-populisti, in una sorta di falsa coscienza indotta
da mancanza di competenze, da pigrizia cognitiva, e da un uso smodato della TV o dei social
media, che non permetterebbero alle persone comuni di giudicare da s del proprio destino politico.
Questa interpretazione anti-populista del significato politico dei populismi, ancorch
egemone, inadeguata. Per chi ritiene che gli appetiti delle oligarchie per usare i termini di
Machiavelli costituiscano un elemento di rischio importante per quanto riguarda il perseguimento
del bene comune, non difficile vedere come laccusa di populismo possa diventare facilmente uno
strumento per mantenere ed estendere il potere di quelle stesse oligarchie, oltre che la loro influenza
sulla vita e le decisioni pubbliche, riducendo cos ogni tentativo di contestazione che viene dal
basso a irrazionalit o pigrizia intellettuale o morale. Lanti-populismo pu dunque diventare
unarma nella mani delle lite, unarma che pone a rischio la stessa convivenza democratica. E il

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populismo, se propriamente articolato, pu invece essere utile alla vita democratica. Questo ci
insegna Macchiavelli attraverso un recente dibattito anglosassone sulle tesi dei Discorsi sopra la
prima deca di Tito Livio.

Lanti-populismo e il dibattito neo-repubblicano su Machiavelli

In questo breve scritto, vogliamo spiegare la potenzialit contestatoria e anti-elitista del populismo,
esplorandone le potenzialit democratiche. Il nostro punto di partenza la lettura che il politologo
John McCormick ha dato di ci Machiavelli dice nei Discorsi a proposito delle istituzioni della
Repubblica romana, lettura contrapposta a quella cosiddetta neo-repubblicana, e ormai divenuta
ortodossa, di autori come lo storico Quentin Skinner e il filosofo Philip Pettit.2 McCormick pone in
risalto quegli aspetti che possono essere legittimamente anche se anacronisticamente e
provocatoriamente chiamati populisti delle teorie di Machiavelli. Per Machiavelli la Repubblica
romana offre un esempio, per quanto imperfetto, di un sistema istituzionale allinterno del quale
anche coloro che non appartengono alle lite possono contestare efficacemente, e per di pi per via
istituzionale, il potere e le ambizioni delle oligarchie, la cui azione sarebbe altrimenti priva di limiti
e dannosa per gli interessi delle persone comuni, oltre che per la sopravvivenza stessa della
Repubblica, e quindi nel lungo termine per gli interessi di tutti, incluse le oligarchie stesse. Questo
aspetto contestatorio si riscontra nelle magistrature plebee della costituzione mista della Repubblica
romana, che garantiva ai semplici cittadini ampi poteri reattivi e propositivi tramite assemblee
dedicate e potenti ruoli politici, in primo luogo il tribunato, a cui le lite non avevano accesso.
Tramite una lettura attenta di Machiavelli, possibile mostrare la continuit tra lanti-
populismo e il pensiero conservatore e antidemocratico, ed possibile contrapporre ai pericoli che
derivano dagli istinti popolari i pericoli altrettanto seri costituiti dagli abusi, talvolta persino
inconsapevoli e involontari, delle lite. Machiavelli cerca di elaborare principi e istituzioni anti-
elitarie, anti-oligarchiche, propriamente democratiche e partecipative. Per quanto i tempi siano
cambiati, le sue idee possono essere daiuto e dispirazione quando ci si accinge a progettare
istituzioni adatte ad arginare la disaffezione per la politica e a restituire il controllo autentico delle
decisioni pubbliche ai cittadini. Crediamo che il dibattito anglosassone su Machiavelli sia uno
sfondo teorico adeguato per queste riflessioni perch permette di ricostruire con precisione le varie
posizioni in campo.
Nel dibattito anglosassone, la rilettura di Machiavelli nellambito dellanalisi critica della
politica contemporanea ha una storia ormai pluridecennale. Il lavoro di recupero dellideologia delle
citt italiane tra il tardo medioevo e il rinascimento, compiuto dagli storici di origine tedesca Felix

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Gilbert e Hans Baron, fu recepito nel contesto anglosassone come un salutare contrappeso
allinterpretazione liberale (e lockeana) del costituzionalismo americano. Allindividualismo, basato
sulla propriet privata, di questa interpretazione veniva contrapposta linfluenza che sui costituenti
americani aveva esercitato lideale italiano del repubblicanesimo civico e delle virt del buon
cittadino, impegnato nel perseguimento del bene comune della Repubblica.3 Fu il libro di John
Pocock sul momento machiavelliano ad individuare in Machiavelli il perno cruciale di quella
tradizione, mostrando come le idee di Machiavelli fossero penetrate allinterno del puritanesimo
inglese e, quindi, delle colonie americane.4 Pocock presenta lideale repubblicano di Machiavelli
come centrato sulle virt civiche e partecipative, viste come ultimo rimedio alla decadenza delle
istituzioni repubblicane. Questo era stato un tema gi di Polibio. Machiavelli lo aveva percepito in
tutta la sua concreta drammaticit, da protagonista di quellesperienza tarda di repubblicanesimo
italiano che fu la penultima Repubblica fiorentina, la cui crisi fu loccasione principale delle sue
riflessioni. Il libro di Pocock contribu a superare linterpretazione allora corrente di Machiavelli
come teorico del potere e dellemergente sovranit statale.
Fu per Quentin Skinner a elaborare quellinterpretazione neo-repubblicana di Machiavelli
che oggi diventata ortodossa.5 Mentre Pocock aveva associato lideale repubblicano alle virt
civiche, Skinner si concentra sullideale classico-romano di libert personale. La costituzione
repubblicana si caratterizza non come modello istituzionale ideale dove lanimale politico
aristotelico pu esercitare le sue virt civiche, ma piuttosto come semplicemente uno strumento per
garantire a cittadini imperfetti uno stato nel quale non siano costantemente minacciati da
interferenze esterne. Questa uninterpretazione di Machiavelli che trova riscontro in quei passaggi
dei Discorsi in cui si insiste sul desiderio dei pi di vivere in sicurezza, sia per quanto riguarda la
propria persona che per quanto riguarda i propri averi, liberi da qualsiasi minaccia che potrebbe
derivare dai desideri di ricchezza, potere o prestigio di altri. Come in Pocock, ma per motivi diversi,
la teoria della libert neo-romana vista in Skinner come alternativa al liberalismo pi ortodosso,
dato che la protezione della libert richiede che si pongano dei limiti precisi alle ambizioni politiche
ed economiche dei singoli.
Queste svolte neo-romane negli studi su Machiavelli vengono recepite da McCormick, che
per porta lattenzione sulla decisa formulazione anti-elitaria e anti-oligarchica dellideale romano
nei Discorsi. Nella lettura di McCormick, il valore che Machiavelli attribuisce a soluzioni romane
un valore strumentale: esse servono ad arginare quello che per Machiavelli il problema centrale
delle Repubblica, e cio gli appetiti di dominazione delle lite politiche ed economiche. Secondo
McCormick, Machiavelli infatti democratico in un senso esplicitamente classista.
Letimologia del termine democrazia suggerisce un riferimento al popolo e al suo potere,

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dove il popolo concepito non come unit astratta, etnica o nazionale che sia, ma semplicemente
come insieme multiplo e variegato di tutti quelli che non fanno parte dei ranghi dei potenti, come
moltitudine. Una rapida scorsa alla storia del pensiero politico mostra che, fino a tempi recenti, il
termine democrazia ha sempre avuto una valenza contestatoria e conflittuale. Il termine era
utilizzato principalmente dalle lite con connotazione negativa, allo stesso modo in cui oggi si tende
a invocare la parola populismo. Tale connotazione negativa si trova per esempio gi nellEtica
Nicomachea, dove Aristotele descrive la democrazia come una perversione della forma di governo
timocratica, nella quale invece il potere attribuito ai soli possidenti.6 Luso dispregiativo del
termine democrazia si ritrova inoltre nellItalia rinascimentale, quando Guicciardini, proprio in
opposizione a Machiavelli, metteva in guardia dai governi popolari e dal popolo, perch a suo
avviso forse tanto pi pestifera la sua tirannide [del popolo] quanto pericolosa lignoranza,
perch non ha n peso n misura n legge che la malignit.7 Si ritrova anche negli scritti dei
fondatori degli Stati Uniti dAmerica, ad esempio in Madison, che lamenta lo spettacolo di tumulti
e rivalit delle democrazie e lintrinseca incompatibilit tra i governi popolari e la sicurezza
personale o il diritto di propriet.8
McCormick mostra chiaramente che a questa tradizione anti-popolare, Machiavelli
decisamente alternativo, dato che Machiavelli contrappone ai rischi posti dal governo popolare
quelli altrettanto gravi attribuibili alle lite economiche e politiche. Per questo motivo, quella di
McCormick una rilettura importante dal punto di vista storico. Madison e gli altri padri fondatori
della costituzione statunitense considerati tra i principali eredi di Machiavelli nellinterpretazione di
Pocock e Skinner. McCormick mostra invece che Madison e gli altri padri fondatori sono gli eredi
dellelitarismo di Guicciardini.

Gli argomenti politici del Machiavelli democratico

Il potenziale profondamente democratico del pensiero di Machiavelli potrebbe non essere evidente a
chi si limitasse a una lettura superficiale della sua opera pi celebre, il Principe, con la sua
precettistica sulla conquista e sulla gestione del potere che pu forse, come suggerito da Dario Fo in
un noto e bellissimo sketch, essere utilizzata a scopi difensivi dalle potenziali vittime. Sono invece i
Discorsi a costituire il principale oggetto della disputa interpretativa tra i neo-repubblicani e
McCormick. Per i neo-repubblicani i Discorsi sono il principale tramite tra il pensiero romano e la
modernit politica, alla quale trasmettono un ideale di libert intesa come godimento passivo di una
condizione nella quale la sicurezza personale garantita dalla legge, che ha la funzione primaria di
proteggere i cittadini dagli arbitrii di maggioranze facinorose e imprevedibili.9 Per McCormick, i

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Discorsi sono invece una lunga analisi delle virt delle istituzioni popolari della Repubblica romana
quale miglior garanzia per la libert dei pi e per proteggere la Repubblica dagli appetiti oppressivi
delle lite politiche ed economiche.
Tra le altre cose, il contributo di Machiavelli permette di rilevare la potenziale insufficienza
dei meccanismi elettorali come strumento di controllo popolare sul potere detenuto dalle oligarchie,
in contrasto quindi con la teoria neo-repubblicana basata sulla rappresentanza e sulle elezioni intese
come atto di autorizzazione delle decisioni politiche. Questa contrapposizione teorica era gi
evidente in epoca rinascimentale, dove la disputa sul destino della Repubblica fiorentina
contrapponeva da una parte i pensatori aristocratici ed elitisti come Guicciardini, che a partire
dallesplicita condanna degli umori e delle capacit del popolo preferiva governi stretti sul
modello della costituzione della Repubblica di Venezia e dallaltra Machiavelli, che si rifaceva
invece alla Roma repubblicana per proporre correzioni contestatorie allinevitabile deriva
oligarchica delle repubbliche. Machiavelli unisce dunque uno sguardo duramente realista
sullinevitabilit sociologica delle oligarchie a un giudizio fortemente negativo sulle conseguenze
del loro potere quando questo potere rimanga incontrollato.
questo Machiavelli che, a nostro avviso, pu servire ad analizzare le istituzioni politiche
delle democrazie contemporanee. Lagnosticismo a proposito del conflitto di classe tra oligarchie e
popolo implicito nelle istituzioni attuali. Questo spiega i limiti democratici di queste istituzioni
stesse, specialmente in situazioni in cui ricchezza e potere sono concentrati nelle mani di pochi
individui. Questo discorso assume quindi oggi una valenza particolare, visti i dati sulla forte crescita
negli ultimi trentanni delle disuguaglianze economiche in molte nazioni, incluse le democrazie
occidentali come lItalia.10
Vogliamo sottolineare quello che secondo noi laspetto pi sconcertante del Machiavelli
dei Discorsi, e cio laperta ammirazione per la storia estremamente conflittuale della Repubblica
romana. al conflitto, ad un certo tipo di conflitto, che Machiavelli attribuisce il successo della
Repubblica romana, successo che nel mondo classico si imputava al giusto equilibrio fra elemento
popolare, senatoriale e monarchico della complessa costituzione romana.11 La tesi di Machiavelli
era probabilmente sorprendente agli occhi dei suoi stessi contemporanei, i quali erano familiari con
la teoria politica comunale che indicava nella concordia civile il supremo valore repubblicano. In
realt Machiavelli condivide con i suoi immediati predecessori la condanna dei tumulti civili, ma
distingue chiaramente la lotta partitica dovuta alla faziosit delle famiglie oligarchiche, in ogni caso
da condannare, dalla salutare discordia fra gli umori dei pi e il desiderio di potere e prestigio dei
pochi.12
Laccumulo di ricchezze e di poteri per Machiavelli una conseguenza inevitabile della

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libert economica e personale concessa dalla costituzione repubblicana. Con altrettanta necessit, le
due classi sociali che vengono cos a costituirsi le oligarchie da una parte e il resto dei cittadini
dallaltra sono caratterizzati da interessi e attitudini divergenti, che Machiavelli descrive con
dovizia di particolari e con chiara simpatia per il popolo. I ricchi tendono immancabilmente ad
aumentare il loro potere oppressivo, onde accrescere la propria fama e ricchezza, mentre le persone
comuni sono piuttosto interessate a difendere quella libert e quei pochi averi, sempre minacciati
dai potenti, che il loro umile stato sociale pu garantirgli (Discorsi I.7).13 A sostegno di questa tesi
Machiavelli cita la violenta e omicida reazione dellaristocrazia romana a fronte del tentativo di
riforme e di redistribuzione delle terre agricole portato avanti dai Gracchi (Discorsi I.5 e Discorsi
I.37), a cui contrappone la pacifica secessione della plebe come reazione alle angherie dei patrizi e
allesclusione dalla vita politica nei primi anni della repubblica (Discorsi I.4 e Discorsi I.40). da
questa contrapposizione tra i diversi desideri delle moltitudini e delle oligarchie che Machiavelli
conclude che i desideri de' popoli liberi, rade volte sono perniciosi alla libert perch e' nascono,
o da essere oppressi, o da suspizione d'avere a essere oppressi (Discorsi I.4).
Machiavelli insiste in modo particolare sulla bont del giudizio politico del popolo, per
difenderne le prerogative dalle critiche che poi si ritrovano nella tradizione guicciardiniana e nel
timore anche neo-repubblicano delle maggioranze ignoranti, pigre, oppressive e talvolta violente.
Alcune delle idee che Machiavelli usa traggono ispirazione dal pensiero antico e vanno nella
direzione di istituzioni in cui il potere decisionale affidato largamente al popolo sulla base della
variet di prospettive e di approcci che linclusione delle classi popolari garantisce al governo
pubblico. Largomento pi originale si basa per sulla migliore conoscenza da parte popolare dei
pericoli generati dagli appetiti dei potenti e sullinteresse prioritario che i cittadini comuni hanno
per la libert personale (Discorsi I.58). Machiavelli riconosce i limiti di virt e competenze delle
persone comuni ma, in modo del tutto moderno, suggerisce che i problemi dovuti a tali limiti si
possono attutire allinterno di istituzioni deliberative pienamente e genuinamente partecipative,
portando ad esempio il caso in cui la plebe romana aveva combattuto duramente per ottenere il
diritto allelezione ad una certa magistratura per poi scegliere per quella posizione un membro
dellaristocrazia, dando dimostrazione di ragionevole imparzialit. La lezione metodologica di
Machiavelli qui importantissima: quando anche si riconoscessero i pericoli del populismo i quali
sono generalmente esagerati dai teorici di parte oligarchica essi dovrebbero sempre essere
contrapposti non s ad un sistema politico nel quale degli esperti illuminati gestiscono
virtuosamente il potere, ma alle oligarchie come le conosciamo dalla storia, composte cio da
persone appartenenti ai potentati economici o da tecnici e tecnocrati organici a questi potentati. Per
quanto questi esperti possano dire e anche credere di voler perseguire il bene comune, i loro

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tentativi di perseguire questo bene comune sono inevitabilmente e talvolta involontariamente
ancorati ai loro interessi privati e al loro desiderio di prestigio e di riconoscimento politico.
Su queste basi va riconsiderata limportanza e la possibile attualit delle istituzioni popolari
che Machiavelli discute. Guicciardini aveva osservato che le elezioni erano uno strumento elitista
quanto mai funzionale: garantivano la puntuale ratifica da parte popolare delle deliberazioni che i
migliori (cio le lite) prendevano autonomamente. McCormick ravvisa nellinterpretazione
elettoralistica del controllo popolare tipica di Guicciardini quella che diventer in seguito la teoria
rappresentativa della democrazia nelle mani dei costituenti americani o, pi radicalmente, la teoria
della selezione delle lite in Schumpeter.14 Le risorse richieste dalla competizione elettorale
escludono di fatto la parte popolare dalla vita pubblica esecutiva, lasciando alle moltitudini un ruolo
del tutto passivo e di mera autorizzazione delle decisioni politiche prese da altri. Non per nulla
Machiavelli contrappone alle elezioni il sistema di selezione delle magistrature politiche per
sorteggio, diffuso nellAtene classica e in modo pi limitato nella Repubblica fiorentina. La
lottocrazia evita almeno alcuni dei meccanismi che consentono alle lite di avere mano libera nella
vita politica, come in particolare la superiore capacit degli appartenenti alle lite di mobilitare
risorse per ottenere il consenso pubblico. Il sorteggio di alcune cariche pubbliche rende concreta la
possibilit che cittadini estranei alle oligarchie riescano a ricoprire tali cariche, uneventualit in
larga parte solo teorica anche nei sistemi nei quali le cariche sono formalmente contendibili da
ciascuno. Nelle repubbliche antiche, tale sistema aveva lulteriore vantaggio di indurre una condotta
cauta nei potenti, i quali potevano aspettarsi di trovarsi cittadini di parte popolare in posizioni
preminenti.15
Unaltra istituzione della Repubblica romana che Machiavelli giudica positivamente il
tribunato: una carica politica riservata al popolo il cui scopo principale la limitazione del potere
delle magistrature esecutive. Il tribunato ha caratteristiche del tutto estranee alle cariche delle
moderne repubbliche democratiche, in quanto riservato al popolo ed quindi una magistratura
esplicitamente classista. Questa soluzione non cristallizza lo stato subordinato della parte
popolare ma, riconoscendo linevitabilit del conflitto e del dominio delle lite, fornisce alla parte
popolare un importante strumento di contestazione. Inoltre, i poteri tipici del tribunato non si
limitavano al diritto di veto, soluzione che configurerebbe un sistema politico nel quale le lite
governano e la maggioranza dei cittadini ha un ruolo meramente passivo e reattivo, ma includevano
poteri propositivi. A Roma, il tribuno poteva convocare le assemblee popolari e imporre ordini del
giorno popolari alla discussione al Senato.16

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Limportanza contemporanea del Machiavelli democratico

La natura classista del tribunato incarna una descrizione della vita politica in termini di conflitto
fra gruppi caratterizzati socio-economicamente che sembra adeguata alle circostanze attuali. Il
popolo per Machiavelli include tutti coloro che non appartengono ai ranghi dei potenti e che non
hanno quindi risorse sufficienti per perseguire i propri interessi dirottando le istituzioni
repubblicane. Il popolo dunque, nelle repubbliche contemporanee come ai tempi di Machiavelli,
include la stragrande maggioranza dei cittadini. Questo permette di continuare a utilizzare lutile
linguaggio del conflitto utile perch identifica dei meccanismi di dominio che andrebbero
eliminati o almeno controllati in un contesto come quello attuale che estremamente plurale dal
punto di vista dei processi produttivi. Si tratta infatti di un contesto in cui molti dei meccanismi di
sopraffazione colpiscono anche lavoratori autonomi, piccoli e medi imprenditori, coloro che fanno
parte della cosiddetta knowledge economy, ecc. Ossia, per dirla pi semplicemente, in questa
concezione, significativamente diversa da quella della vulgata marxista che a molti viene in mente
non appena si parli di classi, vi sono solo due classi: quel 99% a cui si riferiscono quelli di Occupy
Wall Street quando dicono we are the 99% e quel rimanente 1% costituito dalle oligarchie che
controllano in maniera diretta il potere economico, finanziario e politico. Che poi i numeri siano
effettivamente 99 contro 1 non ha particolare importanza. La valenza simbolica rimane.
Le soluzioni istituzionali che danno potere diretto alle moltitudini possono arginare, secondo
Machiavelli, lo strapotere delle oligarchie, e il fiorentino ne propone surrettiziamente listituzione ai
suoi amici aristocratici, a cui i Discorsi sono dedicati, insistendo pretestuosamente su presunti
vantaggi che le lite ne deriverebbero in termini di gloria anche militare. Ma lasciando da parte i
pretesti ed espungendo ovviamente qualsiasi motivazione militarista, auspichiamo che soluzioni
analoghe possano essere escogitate anche per le costituzioni contemporanee, che devono affrontare,
oggi come ai tempi di Machiavelli e della Repubblica romana, i problemi legati alla concentrazione
del potere. Anche in Italia, per quanto con caratteristiche proprie, il problema grave. Basta
prestare attenzione alle revolving doors tra finanza, industria e politica, per cui alcuni dei Presidenti
del Consiglio dei Ministri pi recenti hanno occupato importanti posizioni in agenzie di consulenza
finanziaria e banche dinvestimento. Tale fenomeno solo il caso pi apparente dei molteplici
meccanismi che saldano il potere economico e finanziario alle leve delle decisioni politiche. La
sistematica devoluzione dei poteri degli stati a strutture sovranazionali e a banche centrali del tutto
slegate dal controllo democratico forse laspetto pi preoccupante di tale sistema dinfluenze,
almeno se consideriamo limpatto delle politiche monetarie, economiche e commerciali sulla
condizione e le prospettive della maggioranza delle persone.

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Lampio potere di lobbying degli interessi industriali e finanziari, soprattutto a livello
comunitario, dove il controllo democratico pi indiretto e quindi meno trasparente e meno
limitabile, e pi in generale linfluenza dei poteri economici sulla vita politica, anche quando
ritenuti inevitabili e in alcuni limitati contesti persino positivi, andrebbero a nostro avviso
affiancati a istituzioni populistiche che possano intralciare e infine bloccare il perseguimento di
politiche che minacciano la libert e il benessere dei pi. Alcune decisioni cruciali sono ormai del
tutto impermeabili alla contestazione e filtrano appena nel dibattito pubblico.17 Se si vuole
rimediare alla disaffezione verso la politica tradizionale, misurata da decrescenti affluenze elettorali
nella maggior parte dei paesi pi ricchi, occorre porre rimedio alla subordinazione della politica agli
interessi pochi: la disaffezione non necessariamente dovuta a pigrizia e pu invece essere ben
spiegata dalla commistione preoccupante tra forze politiche e interessi economici. Lefficace
istituzionalizzazione del populismo, della contestazione e del conflitto, auspicata da Machiavelli per
Firenze, auspicabile anche nel contesto attuale.
Questo importante anche per una valutazione del neo-repubblicanesimo non solo dal punto
di vista storico ma anche dal punto di vista teorico e politico. Le tesi storiche di Skinner che
abbiamo riportato sopra hanno infatti trovato unelaborazione molto influente nel lavoro del filosofo
Philip Pettit, che in varie pubblicazioni ha proposto di sostituire lideale liberale di libert come
non-interferenza con lidea repubblicana di non-dominazione quale valore cardine delle societ
libere.18 Pettit deriva la sua teoria istituzionale dalla lezione repubblicana classica, e quindi gli
strumenti che dovrebbero garantire la non-dominazione allinterno della sua proposta sono la
certezza del diritto e i meccanismi elettorali. indubbio che tali dispositivi siano importanti per
garantire le libert civili, incluse quelle di minoranze potenzialmente oppresse dagli umori della
moltitudine. Pettit per esempio ha giustamente difeso esperienze di governo particolarmente attente
ai diritti delle minoranze, come quella spagnola di Zapatero.19 Questi strumenti sono per inefficaci
rispetto alla fonte di dominazione che deriva dal potere economico di una minoranza, quell1%, che
domina sempre pi il funzionamento delle istituzioni. Non a caso, la contestazione dei meccanismi
delle attuali democrazie elettorali-rappresentative un tema caro ai movimenti populisti
contemporanei, ed un tema che andrebbe piuttosto affrontato con seriet che tacciato con le
motivazioni tipiche dei pensatori di parte oligarchica.
Inoltre Pettit auspica che, nelle democrazie contemporanee, molte decisioni importanti
vengano delegate a comitati di esperti, in modo che gli interessi di parte non prevalgano e che la
discussione del bene comune non diventi ostaggio di agguerrite fazioni.20 Ma anche se certamente
importante provare a superare i meccanismi perversi della lotta politica che paralizzano sistemi
politici attuali, Pettit non considera che gli esperti, soprattutto in alcuni campi del sapere, sono

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spesso contigui per interessi e ideologia ai ranghi dei potenti, e che anche quando tentino
onestamente di perseguire il bene comune, la mancanza di un forte e diretto input popolare pone a
rischio gli interessi dei cittadini comuni. il caso ad esempio della politica economica, dove molto
spesso gli interessi dei potenti possono influenzare la scelta degli esperti e delle teorie economiche
di riferimento a scapito dellinteresse generale.21

Lanti-populismo come strumento delle oligarchie

Parlando di un Machiavelli populista non intendiamo assimilare le teorie di Machiavelli ai


movimenti populisti contemporanei. La provocazione ha piuttosto lintento di indicare il valore
teorico e politico delle idee anti-elitarie e anti-oligarchiche di Machiavelli, soprattutto rispetto agli
argomenti dei vari osservatori critici dei populismi contemporanei, i quali sembrano mostrare
eccessivo ottimismo per quanto riguarda la dedizione al bene comune delle lite politiche ed
economiche.22 Le idee di Machiavelli possono servire a formulare o a riformulare in maniera pi
precisa alcune delle preoccupazioni di quelli che vengono accusati di populismo.
Laccusa di populismo corre il rischio di distogliere lattenzione dai problemi reali che
affliggono le democrazie contemporanee. Per Machiavelli il pericolo vero non sta tanto in un duro
conflitto tra popolo ed lite socio-economiche, quando il conflitto avvenga nellambito delle
istituzioni repubblicane, ma piuttosto il pericolo sta in istituzioni repubblicane elitiste, che non
permettono la contestazione e la partecipazione effettiva, e quindi inducono il popolo esasperato a
reazioni violente.23
interessante che in Italia laccusa di populismo sia spesso affiancata a una denuncia della
cosiddetta antipolitica.24 Anche questo termine normalmente utilizzato in senso negativo, per
criticare coloro che si lamentano dellattuale funzionamento del sistema politico ed economico
senza usare i canali istituzionali ortodossi previsti dal sistema stesso. A noi sembra che
lantipolitica, che ormai sempre pi spesso si associa a ci che potremmo battezzare lantifinanza,
sia almeno in parte il sintomo di un crescente rifiuto da parte del popolo della pretesa delle attuali
lite economiche e politiche di avere un controllo sempre pi esteso delle istituzioni e delle
decisioni pubbliche. Tale rifiuto spesso non trova la possibilit di esprimersi tramite mezzi
istituzionali, visto che questi mezzi vengono percepiti, a torto o a ragione, come controllati dalle
lite stesse che lantipolitica e lantifinanza vogliono contestare. Questo rifiuto perci cerca
espressione al di fuori delle istituzioni. La ricerca di canali extra-istituzionali e anti-istituzionali, per
quanto forse non sempre e non del tutto negativo, pu portare sicuramente a delle distorsioni
pericolose che vanno evitate. Per questo bisogna istituzionalizzare il conflitto. Ma il conflitto pu

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essere propriamente istituzionalizzato solo se le istituzioni stesse diventano pi populiste, cio pi
capaci di dare a quelli che non appartengono alle lite un potere contestatorio che sia efficace e che
sia percepito come tale da quelli che ne possono fare uso. In mancanza di cambiamenti in questa
direzione, la disaffezione nei confronti dei canali istituzionali destinata a crescere e a raggiungere
forse livelli pericolosi per lintero sistema di convivenza civile.
Ovviamente, lelaborazione di strumenti istituzionali populistico-democratici deve tenere
conto delle differenze che esistono tra, da una parte, il contesto romano classico e il contesto
fiorentino rinascimentale e, dallaltra, il contesto attuale. Gli schemi cooperativi della
contemporaneit sono per certi versi molto pi complessi e articolati di quello romano e fiorentino,
in parte semplicemente perch coinvolgono interazioni tra un numero maggiore dindividui,
interazioni mediate da complesse tecnologie e strutture che non erano presenti nella Roma antica o
nella Firenze rinascimentale. ovvio quindi che non si possono prendere le istituzioni della
Repubblica romana, o quelle che Machiavelli avrebbe voluto implementare a Firenze, e
semplicemente innestarle nel presente, in Italia o altrove, senza cambiamenti. Nonostante ci, ci
preme sottolineare che, per quanto riguarda lasimmetria di potere tra le oligarchie e il resto della
popolazione, le somiglianze tra il contesto attuale e quelli discussi da Machiavelli sono per certi
versi molto pi significative di quanto potrebbe sembrare ad unanalisi superficiale. Per questo
motivo potrebbe forse avere senso pensare alla possibilit di sperimentare con adattamenti ed
elaborazioni delle soluzioni che Machiavelli propone. Al di l di questo per importante insistere
sul fatto che qualsiasi proposta di revisione e riforma delle attuali istituzioni politiche deve
focalizzarsi su questa asimmetria di potere, asimmetria che invece, sciaguratamente, solo
raramente menzionata e presa in considerazione nei dibattiti sulle varie possibilit di riforme
istituzionali e costituzionali o nei dibattiti su come curare lelettorato da tendenze populiste o
antipolitiche, soprattutto in Italia.
Questo errore ci sembra, almeno in parte, motivato dagli stessi errori che affliggono il neo-
repubblicanesimo laddove esso si concentra in maniera esclusiva sui pericoli che derivano dalle
folle e dalla loro tirannia. Luso dispregiativo del termine populista appartiene a una tradizione
teorico-politica caratterizzata dal timore tocquevilliano della tirannia della maggioranza,
tradizione recentemente rivalutata dai neo-repubblicani. Nonostante i meriti di questo influente e
importante filone di riflessione politica, le tesi di Machiavelli possono essere utilizzate per
denunciare il potenziale elitista e antidemocratico del neo-repubblicanesimo e la sua incapacit di
affrontare non solo i problemi di perdita di legittimit delle istituzioni democratiche ma anche i
pericoli per i pi che derivano delllite socio-economica che domina la vita e le decisioni
pubbliche a livello globale. Leccessiva influenza nelle decisioni pubbliche di tale gruppo ristretto

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di persone peraltro denunziata da alcuni economisti, come Joseph Stiglitz, il quale attribuisce al
potere dei super-ricchi alcune scelte di politica economico-finanziaria che si sono rivelate disastrose
per le persone comuni e che hanno invece amplificato il potere delle oligarchie stesse a causa della
recrudescenza delle diseguaglianze socioeconomiche che hanno generato.25 La critica al neo-
repubblicanesimo importante perch questo filone teorico senza alcun dubbio tra i pi attenti ai
meccanismi con cui il potere politico pu degenerare, facilmente e talvolta subdolamente, in un
dominio moralmente illegittimo sulla vita delle persone. La critica quindi si applica, a maggior
ragione e con maggior forza, a tutte quelle teorie e proposte istituzionali meno attente a queste
degenerazioni, come le varie versioni del liberalismo pi o meno ortodosso.
Tutti coloro che vogliono appellarsi a valori democratici dovrebbero tener presente che la
contrapposizione su cui bisogna concentrarsi non quella tra giudizio popolare, con tutti i suoi
limiti e le sue imperfezioni, ed lite illuminate, ma piuttosto quella tra giudizio popolare ed lite che
fanno parte di oligarchie i cui interessi sono molto spesso lontani da quelli della stragrande
maggioranza della popolazione. per questo motivo che una rivalutazione del populismo
importante per la soluzione dei problemi che le democrazie contemporanee si trovano ad affrontare.
Le fonti di tirannia non si limitano a quelle segnalate da Guicciardini e Madison ossia le folle
incostanti, ignoranti e malevole ma includono lenorme potere politico che la ricchezza garantisce
a una piccola minoranza di individui. per questo che la teoria di Pettit per lo meno incompleta.
Un pericolo importante per il cittadino certamente il rischio che una maggioranza scelga di
utilizzare i poteri pubblici per interferire con le sue scelte di vita, ma le interferenze dovute a quelle
minoranze costituite dalle lite socio-economiche sono talvolta molto pi pericolose, oltre che
molto pi subdole e quindi pi difficili da identificare. Da una presa datto di questo fatto si
avvantaggerebbe un discorso pubblico che deve certamente essere attento ai pericoli che possono
correre le minoranze pi deboli, ma deve anche affrontare in maniera schietta le asimmetrie di
potere politico causato dalla concentrazione di risorse economiche e finanziare nelle mani di pochi.
La direzione del dibattito attuale purtroppo condizionata da pregiudizi anti-populistici e
tecnocratici e suggerisce soluzioni istituzionali del tutto opposte a quelle che Machiavelli
preferirebbe. Ci non sorprendente se si presta attenzione al fatto che anche il dibattito culturale
soprattutto condotto attraverso i mezzi di comunicazione fortemente influenzato dalle oligarchie
stesse, le quali ovviamente traggono vantaggio da unimpostazione teorica che ne oscura la loro
natura potenzialmente pericolosa. Non sorprendente se, in tali circostanze profondamente
asimmetriche anche quanto allimpatto sui media, lunico difetto delle istituzioni democratiche di
cui si parla sembra essere linefficienza esecutiva. per questo che, rinnovando la lunga tradizione
di discussione politica condotta tramite Machiavelli, importante controbilanciare un approccio che

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per ormai troppi anni ha ignorato i conflitti fra le oligarchie economiche e i cittadini e che sembra
ormai insostenibile alla luce delle crescenti diseguaglianze socio-economiche e della palese
inadeguatezza democratica di alcune delle istituzioni che decidono della nostra vita.
In Italia, dove lodioso snobismo elitista e antipopolare che caratterizza troppo spesso
lanalisi della vita politica scambiato per progressismo e dove bollare come eversivi i movimenti
contestatori considerato un segno di seriet democratica, tale discussione ancora pi
raccomandabile.

Autori:
Lorenzo Del Savio: Dottorando in Ethics and Foundations of the Life Sciences presso lUniversit di Milano e la
SEMM.
Matteo Mameli: Reader in Philosophy, Kings College London; in passato stato ricercatore presso la London
School of Economics e presso il Kings College dellUniversit di Cambridge; si veda
http://www.kcl.ac.uk/artshums/depts/philosophy/people/staff/academic/mameli/

1
Un esempio tra tanti: Enrico Letta, da Presidente del Consiglio dei Ministri, ha recentemente parlato del pericolo posto
dai populisti anti-europei e dal populismo rabbioso.
2
Si veda: McCormick J, Machiavellian Democracy, Cambridge University Press, 2011; McCormick J, Machiavelli
against Republicanism: On the Cambridge Schools Guicciardinian Moments Political Theory, vol.31, n.5; Bock G,
Viroli M, Skinner Q (eds), Machiavelli and Republicanism, Cambridge University Press 1993; Pettit P, Republicanism:
A Theory of Freedom, Oxford University Press, 1999.
3
Baron H, The Crisis of the Early Italian Renaissance: Civic Humanism and Republican Liberty in an Age of
Classicism and Tyranny, Princeton University Press, 1955; Gilbert F, Machiavelli and Guicciardini: Politics and
History in Sixteenth Century Florence, Princeton University Press, 1965.
4
Pocock JGA, The Machiavellian Moment: Florentine Political Thought and the Atlantic Republican Tradition,
Princeton University Press, 1975.
5
Skinner, Quentin, 1978. The Foundations of Modern Political Thought (Volume 1: The Renaissance), Cambridge
University Press 1978. Skinner Q, Liberty Before Liberalism, Cambridge University Press 1998.
6
Aristotele, Etica Nicomachea, Libro VIII, cap.10, Laterza, 1999.
7
Guicciardini F, Storia dItalia, cit. in Silvano G, Florentine republicanism in the early sixteenth century (pg. 68) in
Bock G, Viroli M, Skinner Q (ed.). Machiavelli and Republicanism, Cambridge University Press, 1990.
8
Hamilton A, Madison J, Goldman L, The Federalist Papers, n.10, Oxford University Press, 2008.
9
Vedi ad esempio Guarini E, Machiavelli and the crisis of the Italian Republics (pg. 28) in Bock G, Viroli M, Skinner
Q (op. cit.).
10
Si rimanda allAlmanacco di Economia di Micromega, Il ritorno delleguaglianza, del 03/2013.
11
Si veda il libro VI delle Storie di Polibio.
12
Si veda anche Bock G. Civil discord in Machiavellis Istorie Fiorentine in Bock G, Viroli M, Skinner Q (op. cit.).
13
Ci riferiremo ai passaggi rilevanti dei Discorsi indicando rispettivamente il numero del libro e del capitolo.
14
Schumpeter J, Capitalism, Socialism and Democracy, Harper and Brothers, 1947; in particolare il capitolo XXII.
15
Sulla lottocrazia si veda per esempio Guerriero A, The lottocracy, Aeon Magazine, 23 January 2014,
http://aeon.co/magazine/living-together/forget-elections-lets-pick-reps-by-lottery/

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16
Di tali poteri contestatori possiamo forse ravvisare le vestigia in alcuni strumenti della Costituzione della Repubblica
Italiana, in particolare il referendum abrogativo e liniziativa di legge popolare. Questi strumenti sono per limitati e
mancano inoltre, per come sono strutturati, di quellelemento su cui insiste Machiavelli, cio il fatto che debbano essere
strumenti istituzionali a cui le lite non hanno accesso diretto.
17
Un esempio recente il caso della negoziazione sullarea di libero commercio trans-atlantico condotta dal governo
americano e dalla Commissione Europea in modo del tutto auto-referenziale e poco trasparente, nonostante i discutibili
vantaggi per la popolazione e a fronte delle evidenti pressioni del mondo economico a suo favore; si veda Monbiot G,
This transatlantic trade deal is a full-frontal assault on democracy, The Guardian, 4 November 2013,
http://www.theguardian.com/commentisfree/2013/nov/04/us-trade-deal-full-frontal-assault-on-democracy.
18
Oltre al citato Pettit (1999) si veda anche Pettit P, On the Peoples Terms, Cambridge University Press, 2012.
19
Marti JL, Pettit P, A Political Philosophy in Public Life: Civic Republicanism in Zapateros Spain, Princeton
University Press, 2010.
20
Pettit P, Depoliticizing democracy, Ratio Juris, 17-1, 2004 (5265).
21
Per una discussione centrata sulle politiche di austerit e sui cosiddetti Bocconi boys, si veda Krugman P, How the
case for austerity has crumbled The New York Review Books, 6 June 2013,
http://www.nybooks.com/articles/archives/2013/jun/06/how-case-austerity-has-crumbled/
22
Si vedano per esempio alcuni recenti editoriali di Eugenio Scalfari sul quotidiano La Repubblica.
23
per questo motivo che Machiavelli, per esempio, promuove le procedure romane di impeachment popolare, le quali
a suo parere permetterebbero uno svolgimento ordinato delle procedure di ripudio di quei politici che si rendono
colpevoli di perseguire i propri interessi piuttosto che quelli della comunit (Discorsi I.7). Non forse un caso se,
contrariamente a quanto suggerito da Machiavelli, le procedure di impeachment nelle costituzioni moderne sono
attribuite esclusivamente ad altri poteri.
24
Ma non solo in Italia. Si veda per esempio il recente dibattito nel Regno Unito sulle affermazioni anti-voto del
comico Russell Brand, recentemente invitato a essere guest editor del settimanale politico New Statement. Bisogna
tener presente per che il termine antipolitics viene talvolta usato nel dibattito anglosassone con un significato diverso.
25
In particulare in: Stiglitz J, The Price of Inequality, Norton, 2012; specialmente capitolo 5.

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