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Dicembre 2006
Anno 4
Numero 12
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Comitato di
Redazione :
- Mirko
Baccarani
Sommario
Editoriale Pag.2
Un invito per tutti gli ex volontari Pag.2
Berisha: un anno di errori! Pag.3 - Silvia Riva
Ricomincio da Stolac Pag.4
Tirana unanime sul Kosovo Pag.6
Ex Jugo: la miseria dei pensionati Pag.7
Vukovar: croati e serbi a scuola insieme Pag.9
Dopo le elezioni in Bosnia Pag.11
Nuova costituzione in Bosnia: la democrazia a ritroso
Identità albanese tra occidente e oriente
Pag.13
Pag.14
- Alessandra
Il Kosovo delle grandi potenze Pag.16 Odone
Serbia: tutti pronti per le elezioni Pag.18
Reportage uranio (1) Pag.20
Reportage uranio (2) Pag.23
Iniziative e appuntamenti
Convegno – Kosovo: regione d’Europa Pag.25 - Denis Turci
Festival dei diritti umani Pag.26
Operazione Colomba Pag.27
Libro: l’immigrazione albanese in Italia Pag.27
Editoriale
Carissimi amici,
eccoci con l’ultima edizione della Rassegna Stampa Balcani per questo 2006. Da
gennaio però torneremo puntuali per continuare a tenervi aggiornati sui progetti delle
missioni diocesane (Kosovo e Albania) e sulla situazione politica economica e sociale dei
Balcani.
Rinnoviamo, come sempre, l’invito a chi fosse interessato a collaborare alla realizzazione
della Rassegna Stampa; segnalando anche semplicemente un articolo, un evento, un corso,
un libro, ecc. Crediamo sia importante che diventi sempre di più la Rassegna Stampa
Balcani di tutti i volontari. Vi ringraziamo fin da ora della collaborazione che potrete
fornirci ricordandovi che potete scriverci a: info@reggioterzomondo.org e RTM
provvederà a girare a noi della redazioni i vostri contributi.
Sotto l’editoriale trovate un invito, che ci è pervenuto da don Daniele Casini, a partecipare all’incontro che si
svolgerà il 12 c.m. presso il CMD; dove i volontari rientrati incontreranno la Segreteria del Consiglio Presbiterale.
Nella sezioni "Appuntamenti ed iniziative" (parte finale della rassegna) abbiamo inserito alcune iniziative che ci
sembrano degne di nota:
1. Convegno sul Kosovo: “Nuova Regione d’Europa ?”
2. Festival dei diritti umani che si sta svolgendo in questi mesi nella Provincia di Parma.
3. Incontro pubblico sull’Operazione Colomba (corpo non violento di pace della Comunità “Papa Giovanni XXIII”
di Rimini)
4. Segnalazione del libro “l’immigrazione albanese in Italia” di Rando Devole.
Inoltre cogliamo l’occasione per augurarvi un buon inizio di Avvento e che l’arrivo di quel piccolo bambino nella grotta di
Betlemme, sia portatore di tanta pace e serenità per voi e per le vostre famiglie.
Carissimi,
su incarico di don Fernando Borciani, comunico che dopo vari ordini e contrordini, l'incontro che la
Segreteria del Consiglio Presbiterale ha intenzione di incontrare i missionari e volontari, in particolare i
Reggiani ma non solo, rientrati o temporaneamente a casa, in preparazione alla riunione di gennaio del
Consiglio (che si sta interrogando, come forse sapete, sulla scelta missionaria della Diocesi), è fissato
definitivamente per martedì 12 dicembre, alle ore 20.45 (consentendo così per l'orario anche la partecipazione
dei laici rientrati dalla Missione), presso la sede del Centro Missionario Diocesano, in via Ferrari Bonini, 3 a
Reggio.
Alla riunione voleva partecipare anche il Vescovo, ma sarà quella sera a Guastalla per l'incontro con le
Amministrazioni comunali della Bassa, dove sta concludendo le Visite pastorali. Sarà presente allora l'Ausiliare
Lorenzo.
Certo, che non mancherete, vi saluto cordialmente!
don Daniele Casini
propria integrità. Per questo motivo a detta di era iniziato anche in aprile dopo un concerto di
Kadaré gli albanesi hanno un’identità pienamente Goran Bregovic a Tirana, che ha avuto
europea, intendendo con Europa esclusivamente la inaspettatamente un clamoroso successo. Negli
sua parte occidentale. Sembra che Kadaré creda al ambienti kosovari e albano-macedoni, però è stato
conflitto di civiltà lanciato da Huntington e voglia interpretato come offensivo e gli albanesi
posizionare a occidente l’Albania. Tuttavia tale dell’Albania sono stati accusati di cosmopolitismo
pubblicazione, come egli stesso ha più volte artificiale e mancanza di amore per la patria.
ribadito, non meritava di infuocare un dibattito di Il dibattito ha trascurato, ma ha anche reso
tale portata non essendo in alcun modo indirettamente visibile, quella che è la percezione di
un’esposizione di tipo scientifico o saggistico sulla sé degli albanesi nell’epoca post-comunista.
questione dell’identità albanese. Precedentemente Innanzitutto vige ancora il senso di solitudine sulla
Rexhep Qosja, noto accademico kosovaro, aveva cui base è stato costruito il nazionalismo albanese,
parlato di un’identità albanese fatta di albanità e di enfattizzatosi in seguito dall’isolazionismo surreale
islam, tesi animosamente criticata da Kadaré. A sua che è stato applicato. Ciò fa sì che dopo l’apertura
volta Qosja ha stilato una replica all’identità con i vicini, l’Albania non abbia ancora recuperato
europea degli albanesi, intitolata “La realtà la dimensione di una coscienza balcanica. I Balcani
negletta”, riferendosi per l’appunto al notevole infatti rimangono ancora una nozione meramente
ruolo dell’islam, che secondo l’autore è presente geografica lontano dall’essere percepiti come un
nell’identità nazionale albanese. assetto socio-culturale di cui si fa parte. Nessuno ha
Si è trattato in realtà di un’analisi negativa del libro esteso il dibattito alla regione balcanica e alla
di Kadaré dove Qosja ne contesta frasi, espressioni questione della dicotomia tra oriente e occidente che
e persino la punteggiatura per poi cadere nel riguarda l’intera penisola. Tra tutti i partecipanti al
personale e chiamare in causa il passato comunista dibattito solo il noto intellettuale Ardian Klosi ha
di Kadaré. Inoltre non ha esitato ad accusarlo di affermato scherzosamente in un’intervista che “se
islamofobia, razzismo, e discriminazione verso la non fosse per la lingua sarebbe facile scambiarci per
maggioranza del proprio popolo. macedoni, serbi o bosniaci”.
Alla polemica tra i due si sono aggiunti commenti e Nell’epoca post-comunista la società albanese si
articoli che hanno invaso tutta la stampa locale. Si è presenta radicalmente laicizzata e si ha di solito
trattato di un dibattito per lo più poco critico che scarsa conoscenza delle dottrine religiose. La
tendeva a sostituire al concetto di identità quella definizione del musulmano nella percezione
che in realtà è l’aspirazione dell’Albania nel post- comune non si basa sul credo religioso della
comunismo. In molti hanno espresso enorme persona, bensì sull’etimologia turca o islamica del
stupore verso questa improvvisa necessità di cognome. Inoltre di recente la stampa albanese ha
doversi definire in termini di occidentali od reso pubblico un nuovo rapporto apparso sull’
orientali. Altri l’hanno ritenuto un dibattito inutile Oxford Christian Dictionary secondo cui il 38 %
non adatto al pragmatismo di cui si devono armare della popolazione albanese si dichiara di fede
gli albanesi di oggi. musulmana, più del 35 % si dichiara cristiana
Le tesi occidentaliste di Kadaré hanno avuto (ortodossi, cattolici e protestanti) e la parte restante
caloroso seguito in Albania mentre Qosja è stato è costituita da atei, o appartenenti a sette di recente
accusato di sopravalutare la presenza dell’islam ingresso in Albania. L’islam tra l’altro è stata forse
nella cultura albanese. Non è mancato chi ha la religione più penalizzata dal regime comunista in
parlato di albanesi occidentali, quelli dell’Albania nome dell’emancipazione femminile già avviatasi
statale, e albanesi orientali in Kosovo e in dal regime di re Zog. Per questo la maggior parte di
Macedonia, quali identità distinte. Lo stesso Qosja coloro che hanno risposto al dibattito si sono
ha accusato Kadaré di vedere nella propria nazione opposti fermamente alla considerazione della
una fazione occidentale costituita dagli albanesi religione come elemento costitutivo della propria
cristiani e una fazione orientale degli albanesi identità.
musulmani. Alcuni hanno considerato inevitabile L’identità albanese nell’epoca post-comunista è una
l’esistenza di due identità albanesi distinte tra questione ben più complessa di quanto si possa
Albania e albanesi dell’ex Jugoslavia, prodotte evincere dal dibattito di questi mesi. Il crollo del
dalla lunga separazione e dall’aver subito differenti regime ha dato via a un lungo processo di rottura
percorsi storici, politici e sociali. Un simile dibattito con il passato comunista manifestatosi con un totale
in grado di distruggere il consenso di cui Tadic donne, ed è stata accolta anche la presenza dei
tuttora gode. rappresentanti delle minoranze.
Anche il Partito socialista può ritenersi soddisfatto, LDP, LSV, GSS e SDU con una scesa in campo
perché a loro non andava che le elezioni comune tentano di oltrepassare lo sbarramento,
parlamentari si tenessero prima che il congresso, mentre il quasi dimenticato PSS (Movimento forza
fissato per l’inizio di dicembre, faccia pulizia tra le Serbia) di Bogoljub Karic molto probabilmente
file del partito e prima che decidano finalmente se formerà una coalizione con il SDP (Partito
continuare sulla scia di Milosevic o fare socialdemocratico) di Nebojsa Covic.
un’inversione di marcia, cioè finché le due correnti I partiti delle minoranze per il momento non si
in conflitto non andranno al duello. All’SPS esprimono, anche se tutto lascia pensare che la
valutano che dopo il congresso gli servirà un po’ di maggior parte di loro andrà alle elezioni
tempo per consolidarsi e per avviare la campagna autonomamente.
elettorale. Ciò si riferisce soprattutto alle cosiddette grandi
Il G17, insieme al DS, era d’accordo col tenere le minoranze: ungheresi, bosgnacchi e rom. Mentre i
elezioni contemporaneamente [presidenziali e rappresentanti delle altre minoranze hanno posizioni
politiche] a dicembre, soprattutto tenendo presente differenti. Riza Salimi, presidente del Partito per
che il loro rating è basso e il rinvio delle elezioni l’attività democratica, Josip Pekanovic, presidente
porta con sé dei problemi e una minore visibilità del Consiglio nazionale croato, così come i
rispetto agli elettori. Per l’LDP (Partito liberal rappresentanti dei Gorani hanno richiesto con
democratico) e i partiti dello stesso blocco, la data dichiarazioni separate di avere dei posti garantiti al
delle elezioni non ha rappresentato un dettaglio parlamento.
importante, dal momento che loro hanno iniziato la Dal momento che le elezioni sono già state indette,
campagna elettorale già alcuni mesi fa. è difficile attendersi una modifica della legge
Ad ogni modo, almeno dichiaratamente sono tutti adottata nel 2004 che prevede una soglia naturale
soddisfatti della soluzione di tenere le elezioni a per le minoranze nazionali, della quale era
gennaio. Il DS afferma che la cosa più importante è soddisfatta la maggioranza dei partiti delle
l’interesse dei cittadini della Serbia, e perciò hanno minoranze.
fatto un compromesso, mentre il DSS, concordano Lo scatenarsi della campagna elettorale è atteso già
gli analisti, col suo comportamento ha inviato il dalla metà di dicembre, sicché l’opinione pubblica
segnale che indica la sua inclinazione a collaborare potrà godere ancora di alcune settimane tranquille
col blocco democratico. durante le quali sarà risparmiata dai giochi sporchi e
In attesa dell’avvio della tornata elettorale, i partiti ì dalle campagne negative, che, come sembra,
politici preparano la formazione delle coalizioni. saranno le armi preferite dalla maggior parte dei
Anche questa volta l’SRS e l’SPS si presentano partiti
autonomamente alle elezioni. Il DSS e Nova Srbija
formano la struttura del cosiddetto blocco popolare di Danijela Nenadik
nel quale ci sono pure la Serbia unita e il SDPO. Il Osservatorio Balcani 20/11/06
G17 correrà da solo alle elezioni, mentre la
decisione del SPO (Movimento per il rinnovamento
serbo) è attesa dopo il 26 novembre. Il DS la scorsa
settimana ha reso noto che sulla sua lista figurerà
anche l’SDP di Rasim Ljajic che parteciperà con
otto candidati, mentre al parlamento avrà come
minimo tre posti garantiti.
Allo stesso tempo, il DS è per il momento l’unico
partito ad avere pubblicato la propria lista
elettorale. Questo partito parteciperà alle elezioni
col nome Partito democratico – Boris Tadic, sotto
lo slogan “Per una vita migliore”, e la capolista è
Ruzica Djindjic. Segue Dragoljub Micunovic,
Dusan Petrovic, Dragan Sutanovac, Vida
Ognjenovic. Un terzo dei candidati è composto da
L'interno della fabbrica di Hadzici, Sarajevo (foto - dove vivevano le persone che si sono ammalate?
L. Morfini, dic 05)
Di fronte al fenomeno delle numerose morti dei - l’ambiente bosniaco risulta contaminato ed
soldati italiani che hanno preso parte alle diverse eventualmente da che cosa (radiazioni e/o nano-
operazioni di decontaminazione del territorio particelle)?
bosniaco dopo la fine della guerra nella ex
Jugoslavia, viene da domandarsi quale sia lo stato Non è semplice trovare risposta a queste
di salute della popolazione bosniaca che abita o domande; o meglio, non è semplice trovare
abitava nelle stesse zone in cui hanno operato i qualcuno che risponda. Per diversi motivi. Ma
nostri soldati. Non è solo una curiosità, è anche uno qualcosa emerge.
degli obiettivi della nuova Commissione d'inchiesta
sull'uranio impoverito, recentemente istituita dalla L’aumento della mortalità
Commissione difesa del Senato1, la cui principale Al Ministero della Salute della Bosnia Erzegovina
novità risiede nella possibilità di indagare non solo non esistono registri dei malati prima della guerra
sui militari colpiti ma anche “sulle popolazioni confrontabili con i registri dei malati dopo la guerra.
civili nei teatri di conflitto e nelle zone adiacenti le Questo è dovuto al fatto che, dopo gli accordi di
basi militari sul territorio nazionale”. Dayton della fine del 1995, una parte significativa
della popolazione di origine serba si è spostata in
Un’analisi della diffusione delle patologie tumorali altre zone e in particolare in Republika Srpska, dove
in Bosnia (in termini quantitativi e con riferimento è stata inserita nei registri delle relative istituzioni
alla provenienza geografica dei malati) potrebbe sanitarie; allo stesso modo in Federazione sono
fornire elementi anche per verificare l’eventuale arrivate altre persone di origine bosniaca e croata
correlazione tra l’insorgere delle malattie e le che prima vivevano in altre zone. Dunque le
condizioni ambientali che si sono create come Autorità sanitarie bosniache non possono verificare
conseguenza dell’esplosione di proiettili all’uranio se tra le persone che abitavano le zone bombardate
impoverito. Come si evince dalla letteratura recente al momento delle esplosioni con l’uranio impoverito
sull’argomento2, a cui si rimanda, non è né c’è stato un aumento della mortalità.
dimostrato né negato il legame diretto tra Questo per quanto riguarda il confronto tra dati
l’insorgere dei tumori e la presenza di radioattività raccolti prima e dopo le esplosioni. Ma, poiché
da uranio impoverito nell’ambiente; tuttavia alcuni l’ambiente potrebbe essere ancora contaminato (da
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Reggio Terzo Mondo Rassegna Stampa Balcani
Delegazione Caritas Emilia Romagna “Pertej detit…”
Hadžići (tra le 4.500 e 5.500 persone) e da altre Però intanto si registra che la mortalità da tumore di
regioni del Cantone di Sarajevo. In particolare ha questa popolazione è più del doppio rispetto a quella
analizzato e confrontato la percentuale di mortalità della popolazione locale e supera di un terzo la
su tre gruppi di popolazione del territorio del mortalità per tumore degli altri profughi.
Comune di Bratunac dal 1996 al 2000:
- popolazione residente a Bratunac già prima
della guerra
- profughi arrivati a Bratunac da Hadzici
- profughi arrivati a Bratunac da altre zone
della Bosnia Erzegovina.
Un altro degli obiettivi della Commissione è stato contaminazione per l’uranio non ancora esploso (per
quello di individuare quali aree erano state evitare di trovarsi impreparati come ai tempi di
decontaminate e quali restano ancora contaminate. Chernobyl);
Sono stati quindi raccolti i dati relativi al lavoro di - ha chiesto che si completi in modo esaustivo il
decontaminazione delle istituzioni bosniache e della censimento delle località ancora minate da uranio e
Republika Srpska, i rilievi che l’UNEP ha metalli pesanti.
realizzato presso la fabbrica di Hadzici e presso Terreno "decontaminato" con un po' di ghiaia
altre località, e i dati che la Nato ha messo a all'interno della fabbrica di Hadzici (foto L. Morfini,
disposizione circa le coordinate dei bombardamenti. dic 05)
I dati rilevati non sono completi: la Nato, per Nel marzo 2006 l’Agenzia atomica europea ha
esempio, ha dato solo le coordinate di 16 località messo a disposizione 60.000 euro per i problemi
sul totale delle 21 bombardate. In ogni caso le tre connessi con la decontaminazione da uranio. La
località maggiormente colpite a oggi risultano Commissione ha chiesto che siano formulati precisi
Hadzici, Han Piesak in Repubblica Srpska e programmi per la decontaminazione e che siano
Kalinovik. formate squadre di esperti per utilizzare questi fondi
per curare le conseguenze dell’uranio sull’ambiente
Di queste tre località solo una parte di Hadzici (non e sulla salute.
tutta la fabbrica) è stata decontaminata, le altre no. L’impressione che si ricava dall’insieme di questi
Così esse sono ancora minate e vi sono ancora i contatti è che le autorità bosniache non si possano
proiettili all’uranio impoverito nel terreno e negli ancora permettere di affrontare il problema in modo
edifici; gli esperti della Commissione hanno esaustivo. A tratti sembrano anche cercare di
espresso il parere che per decontaminare queste ridimensionarlo. Cerkez, per esempio, Assistente
località sia necessario togliere definitivamente del Ministro della Salute, dice che “si fa troppa
questi proiettili perché, se è vero che dopo 10 anni ricerca e si parla troppo di uranio mentre bisogna
la radiazione superficiale non è più presente cercare anche altre cause”; in particolare, con
nell’aria, essa permane nell’acqua e nel terreno. riferimento alle morti dei nostri soldati, Cerkez
Inoltre i proiettili rimasti inesplosi nel terreno sono domanda: “Cosa hanno mangiato i vostri militari
pericolosi perché, dice Jelina Djerkovic, nei quando erano qui? Io so che i cittadini della Bosnia
prossimi 30-40 anni si possono ossidare e liberare per tutta la guerra hanno mangiato cibo in scatola
le particelle di metalli pesanti che contengono e per tre anni, con molti conservanti: questi sono
quindi inquinare terra e acqua ed entrare nella fattori di rischio. Anche lo stress è un fattore di
catena alimentare. rischio, molto più dei bombardamenti. Secondo le
nostre fonti ci sono altre cause per le numerose
Hadzici (Sarajevo), un proiettile ancora sul terreno morti”.
(foto L. Morfini, dic 05) E’ vero che le cause dell’aumento della mortalità
Anche Zijad Fazlagic, direttore della fabbrica di potrebbero essere diverse, è vero che non si può
Hadzici bombardata, conferma che non tutto il pretendere troppo da un Paese che sta lentamente
terreno della fabbrica è stato decontaminato. C’è un riprendendosi dalla guerra tra mille difficoltà di
rapporto UNEP che segnala i punti bombardati di natura economica e legate alle esigenze di
Hadzici, ma i proiettili sono entrati a fondo nel ricostruzione. E’ vero che ci sono molti altri
terreno e, dice Fazlagic, “quando guardi con gli problemi prioritari da affrontare tutti i giorni (come
occhi non li vedi; ma ci sono”. la disoccupazione al 40%, tanto per dirne una).
Però, negare la “responsabilità” della
La Commissione ha concluso i lavori a novembre contaminazione ambientale correlata con
2005 arrivando ad alcune raccomandazioni: l’esplosione dell’uranio impoverito ha conseguenze
pericolose per la popolazione, e intralcia l’avvio del
- ha suggerito che il governo della BiH crei un necessario percorso di ulteriore decontaminazione
istituto per la sicurezza finalizzato ad affrontare a del territorio.
questo problema e che potenzi gli Istituti che si
occupano di salute; Osservatorio Balcani
- ha suggerito un set di leggi per la protezione dalla Novembre 2006
radiazione nucleare in caso di nuova
Programma:
Ore 9:00 – Apertura dei lavori
Luisa Chiodi, Direttrice dell'Osservatorio sui
Balcani
Ore 9:15 - Saluti
Patrizia Sentinelli, Vice Ministro agli Affari Esteri
(da confermare)
Iva Berasi, Assessore alla Solidarietà
internazionale, Provincia autonoma di Trento
OPERAZIONE COLOMBA
BIANCA IMIGRAZIONE ALBANESE :
Costruttori di pace in aree di conflitto
OLTRE I LUOGHI COMUNI
dalla lettura di questo libro, nonché la particolarità scolastica etc. ci descrivono un gruppo che si sta
dello spazio pubblico e culturale in cui le riflessioni stabilizzando e integrando sempre più con la società
hanno avuto luogo italiana
Devole esplora il fenomeno dell'emigrazione come
“uno straordinario laboratorio sociale. da cui L'IMMIGRAZIONE ALBANESE IN ITALIA
prendono origine le nuove culture della moderna di Rando Devole
convivenza”. Agrilavoro edizioni 2006
Se le parole rispecchiano e interpretano il mondo,
termini come immigrato, extracomunitario,
albanese hanno assunto spesso una “negatività
semantica” che ferisce. In pochi anni gli albanesi
sono diventati sinonimo di delinquenza e di
violenza. Lo sforzo che traspare da questo libro è di
inventare parole nuove, di proporre uno sguardo Rassegna stampa
capace di riconoscere le diversità. “Se la cultura chiusa in redazione
della convivenza con l’Altro, con il diverso, non si
consolida, la nuova società non conoscerà mai a il 03/11/06
fondo se stessa e non potrà mai sfruttare al meglio il
proprio potenziale per una vita più prospera”.
I luoghi comuni pesano doppiamente sulle donne
che costituiscono una parte consistente
dell'emigrazione albanese. Nel libro ampio spazio è
dedicato alla loro percezione del vivere in Paese
straniero. Le difficoltà del distacco legate
all'angoscia che provoca l'ignoto, la lingua, il nuovo
ambiente sociale hanno pesato e pesano sulle donne
che però, come dimostra la storia dell'emigrazione
femminile albanese, superando queste difficoltà
hanno anche conquistato nuovi spazi di
affermazione. “Dal punto di vista dei legami
affettivi, le donne e le ragazze albanesi si sono
trovate come dentro un potente campo magnetico,
nel quale agivano forze d'attrazione tanto naturali
quanto anche laceranti. Nasce da qui quella
sofferenza che nessuna ricchezza e nessun
benessere valgono a lenire” (...) “Ma non è forse
più significativa la volontà di superare le difficoltà
che non le difficoltà stesse?”
Interessante è inoltre la finestra che Devole apre
sulla società albanese in generale tratteggiandone la
trasformazione legata al fenomeno
dell'emigrazione. Descrivendo la diffusione dei
telefoni cellulari, il fiorire delle antenne paraboliche
sui tetti delle case, i mutati controlli alle dogane
fornisce spunti di riflessione sui radicali
cambiamenti degli anni'90.
A concludere e completare il testo una serie di
allegati statistici che offrono un quadro generale
della presenza albanese in Italia in confronto con
altre nazionalità. I dati sulla presenza territoriale e
la composizione demografica degli albanesi,
sull'inserimento lavorativo, così come la frequenza