ad un arte non figurativa4 , essi condividevano lopinione secondo cui per riferir-
si alle loro opere la parola astratta non ha senso, dal momento che ogni forma
che abbia preso corpo gi concreta [. . . ]. Ogni opera darte nella sua esistenza
reale, essendo una sensazione percepita da uno qualsiasi dei nostri cinque sensi,
concreta5 .
La rinuncia alla figurazione e dunque ad un riferimento diretto al mondo nella
vita non aveva per per molti di questi artisti significato il totale abbandono dello
studio della natura: pur allontanandosi dalla rappresentazione della natura, essi
continuavano a farvi riferimento, con lo scopo questa volta di apprendere i principi
fondamentali della forma, che si dimostravano essere raggiungibili solo superando
lidea convenzionale dellapparenza naturale. Non pi intesa come catalogo di
forme da riprodurre, la natura, considerata nel suo costante divenire, si presentava
come un analogon del processo creativo, dal cui studio era possibile apprendere
dinamiche formative mediante le quali creare immagini autonome e significative,
nella convinzione che le proprie opere avrebbero dovuto essere, proprio come le
forme della natura, risultato e testimoni di un processo di crescita e mutamento.
La rinnovata riflessione sulla natura nellarte non era priva di legami con il
contemporaneo pensiero scientifico. In entrambi i casi il significato del concetto
di organico, naturale, trovava la propria definizione nel graduale spostamento dal-
lambito dellapparenza a quello funzionale. La morfologia, intesa quale dottrina
della forma considerata come struttura6 emergeva come possibile filosofia na-
turale unificante dellepoca a venire7 , poich in essa la forma veniva considerata
nelle sue caratteristiche di disposizione, configurazione, organizzazione, struttu-
ra, ordinamento8 , non pi intese esclusivamente in senso statico, ma analizzate
nel loro prodursi.
Il problema della forma che appassionava artisti e scienziati trov un illuminan-
te apporto nellopera di DArcy W. Thompson Crescita e Forma. A partire dalla sua
prima edizione nel 1917 questo studio, che si muove sul limitare di quel mondo
di forme naturali che ancora accessibile allo scultore, e il mondo dei legami mo-
lecolari e delle catene di proteine completamente al di fuori della sua portata9 , si
dimostr quale testo definitivo della biologia classica, nel suo sforzo di mostrare in
che modo crescita e forma siano coerentemente collegate. Interpretate a partire dai
loro aspetti matematici e fisici, esse sono studiate mettendo tra parentesi qualsiasi
causa finale e ridimensionando limportanza della selezione naturale, considerata
esclusivamente nella sua azione volta ad eliminare le forme non adatte. Affrontata
in questo modo, la materia dindagine si presentava priva di qualsiasi implicazione
4
Cfr. Abstraction-Cration, cit., p. 1.
5
N. Gabo, Sculpture: Carving and Construction in Space, cit., p. 109.
6
L.L. Whyte, Atomism, Structure and Form. A Report on the Natural Philosophy of Form in
G. Kepes (a cura di), Structure in Art and Science, The MIT Press, Cambridge, Massachusetts 1962,
p. 20.
7
Ibid.
8
Ibid.
9
J. Burnham, Beyond Modern Sculpture. The Effects of Science and Technology on the Sculpture
of this Century, George Braziller, New York 1968, p. 77.
2
ITINERA Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
vitalistica, e anche per questo motivo si prestava a divenire oggetto di interesse per
ambiti di attivit tanto distanti come quello dellarte e dellarchitettura10 .
3
ITINERA Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
in senso matematico, [. . . ] che abbia a che fare con lordinamento spaziale e tem-
porale16 . Ne un esempio la conclusione secondo cui la conchiglia del Nautilus
o delle chiocciole, [. . . ] le zanne dellelefante, i denti del castoro, gli artigli del
gatto, sono tutti esempi di belle curve spirali; ma tutte consistono di materiale se-
gregato o depositato da cellule viventi; tutte si accrescono come un edificio17 la
cui forma si sviluppa nel tempo e nello spazio, secondo una disposizione prestabi-
lita e secondo un ritmo scandito da disegni che indicano le linee di accrescimento,
che rappresentano la traccia permanente delle successive fasi di forma e di gran-
dezza18 . Alla conclusione del processo di crescita ciascuna forma indice della
propria storia: la sua conformazione informa delle leggi a cui questa ha obbedito e
la sua dimensione memoria del proprio divenire.
Lo slittamento dellattenzione dal particolare al generale, dallanalisi della sin-
gola forma allo studio delle leggi che presiedono il processo di formazione il
primo elemento che permette di tracciare un parallelo fra le ricerche morfologiche
di DArcy Thompson e quelle di artisti come Hans Arp, Naum Gabo, Henry Moo-
re. In modi fra loro dissimili essi sperimentavano nelle loro opere la possibilit
di creare secondo procedimenti riconducibili a quelli utilizzati dalla natura stessa.
Nelle forme delle loro sculture cercavano di stabilire una relazione fra le parti che
non solo apparisse coerente, ma che fosse riconducibile al processo naturale della
crescita, tale per cui possibile stabilire unanalogia fra i principi compositivi alla
base delle loro sculture e le leggi descritte in Crescita e forma. I loro lavori si
presentano, come le forme di DArcy Thompson, quali diagrammi di forze, sia che
queste sembrino ancora dirigere dallinterno lespansione della materia, sia che ap-
paiano evidenziate nel loro carattere di tensioni interne, sia che permangano come
il ricordo di unazione trascorsa sulla superficie marmorea. Da ci deriva in modo
diretto il carattere temporale delle loro sculture, che sono immagini di un processo
non ancora del tutto concluso, che si mostra allo spettatore nel fluire dei contorni
della pietra o nel ritmo delle trame di fili di metallo.
Hans Arp
Larte un frutto che cresce nelluomo, come un frutto su una pianta o un
bambino nel grembo di sua madre. Ma laddove il frutto della pianta, il frut-
to dellanimale, il frutto del grembo materno, assumono forme autonome e
naturali, larte, il frutto spirituale delluomo mostra di solito unassurda so-
miglianza allaspetto di qualcosaltro. Solamente nella nostra epoca la pittura
e la scultura sono state liberate dallaspetto del mandolino, di un presidente in
abito scuro, di una battaglia, di un paesaggio. Io amo la natura, ma non i suoi
surrogati. Larte naturalistica, illusionistica un surrogato della natura.19
16
Ibid., p. 60.
17
DArcy W. Thompson, op. cit., p. 194.
18
Ibid., p. 207.
19
H. Arp, On my Way. Poetry and Essays 1912-1947, Wittenborn, Schultz Inc., New York 1948,
pp. 50-1.
4
ITINERA Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
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ITINERA Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
Naum Gabo
Il problema della forma non conduceva gli artisti a concentrarsi esclusivamente
sullaspetto esteriore che caratterizza i processi di crescita. Naum Gabo, la cui
Sciences in this Century, Edinburgh University Press, Edinburgh 1969, p. 74.
27
Vd. Figure 1 e 2.
28
Ibid., p. 75.
29
J. Burnham, op. cit., p. 90.
30
Ibid., p. 91.
31
Vd. Figure 3, 4, 5 e 6.
32
Ibid.
33
Vd. Figure 7 e 8.
34
C. Giedion-Welcker, Arp in H. Arp, op. cit., p. 122.
6
ITINERA Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
7
ITINERA Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
plastiche che aveva utilizzato per realizzarli [. . . ] una metonimia della tecnologia
contemporanea. Questi elementi rimasero tali per tutta la sua vita, ma a partire
dagli anni trenta [. . . ] fu incline ad utilizzare forme che allo stesso tempo sugge-
rivano non solo il microcosmo e il macrocosmo ma la scala biologica fra i due44 .
Tale mutamento va in primo luogo imputato alla fascinazione per i principi alla
base delle strutture [che lo] condusse a produrre sculture che sembrano essere de-
bitrici tanto dellingegneria quanto della natura45 . Le opere realizzate a partire
dalla seconda met degli anni Trenta dimostrano apertamente in che modo siano
riuscite a fondersi in una sintesi originale e coerente le diverse influenze [che] nel
lavoro di Gabo formano unaurea dicotomia fra tecnologia e natura46 . Chiamato
ad esprimere il proprio giudizio sulla posizione ambigua, fra gli ambiti conven-
zionalmente contraddittori dellorganico e del geometrico, occupata dalle proprie
costruzioni, Gabo si rifiut di esprimere un giudizio che giustificasse una distinzio-
ne fra i due o che decretasse la supremazia delluno sullaltro: si pu realizzare
unopera darte che abbia in s elementi geometrici (geometrico, ad ogni modo,
un termine molto ambiguo, poich ogni forma , alla fine, riconducibile ad una
qualche nozione geometrica), ma che nella sua interezza sia in grado di trasmettere
qualche struttura cos simile alle strutture che troviamo in Natura, che possa ragio-
nevolmente venir definita pi organica di qualsiasi altra opera presunta organica
che rappresenta esclusivamente la superficie di un organismo, la sua apparenza47 .
Gabo possedeva una copia di Crescita e forma, acquistata poco dopo il suo arrivo
in Inghilterra nel 193648 . Nelle pagine del libro Gabo si sofferm indubbiamente a
considerare le seducenti analisi della geometria strutturale e dinamica della mor-
fologia biologica49 . I concetti di forza e di efficienza meccanica si trovano infatti
alla base dellanalisi strutturale delle forme naturali condotta da Thompson, che nel
suo studio sembra considerare innanzitutto il fatto che la natura agisca e si com-
porti come un ingegnere, e che, nelle sue costruzioni, non prescinda mai dal calcolo
di tutte le componenti meccaniche e di tutte le forze agenti dallesterno sullogget-
to che sta costruendo50 . Tali analogie fra le forme presenti in natura e quelle
realizzate dallingegnere, che DArcy Thompson aveva utilizzato per comprende-
re le forme organiche, permisero a Gabo di trovare ispirazione nei principi della
crescita naturale quando si trovava a lavorare ai propri progetti, che coinvolgevano
lingegneria al pari dellinvenzione artistica51 .
44
M. Compton, Gabo in European Art in Naum Gabo 1890-1977. Centenary Exhibition,
Annely Juda Fine Art, London 1990, p. 21.
45
M. Kemp, Gabos Geometry, Nature, n. 389, 1997, p. 919.
46
M. Rogakos, Naum Gabo: Abstraction in 4 Dimensions, trascrizione della conferenza tenuta
alla Royal Society of British Sculptors, London 28/02/01, s.p.
47
N. Gabo, lettera ad Alfred Jensen del 4 luglio 1950, citata in M. Hammer, C. Lodder, Con-
structing Modernity: the Art and Career of Naum Gabo, Yale University Press, New Haven and
London 2000, pp. 384-5.
48
Ibid., p. 285.
49
M. Kemp, Gabos Geometry, cit.
50
M. Mazzocut-Mis, op. cit., p. 12.
51
M. Hammer, C. Lodder, op. cit., pp. 386-7.
8
ITINERA Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
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ITINERA Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
utilizzata deriva da quella dei modelli matematici a lungo studiati da Gabo. La fit-
ta tramatura trasparente invita lo spettatore ad indagare con lo sguardo le tensioni
e lo sviluppo dei volumi, addentrandosi fino al centro della struttura dellopera,
che si mostra interamente. Gli intrecci successivi dei fili di nylon, che si fanno
progressivamente pi fitti, rendono la forma al tempo stesso visibile fin nel suo
interno e modulano la trasparenza dello spazio interno, con un chiaro riferimento
alle immagini ottenibili con lutilizzo dei raggi X60 .
Henry Moore
Il rapporto delle opere di Henry Moore con i processi di crescita del mondo natu-
rale meno totale di quello di Hans Arp e Naum Gabo. Le sue sculture, che spesso
ritraggono il soggetto umano, non recidono del tutto il legame con la rappresenta-
zione, ma sperimentano allo stesso tempo delle tecniche, nella lavorazione dei ma-
teriali, che testimoniano unosservazione delle forze che agiscono sugli elementi
naturali. I disegni raccolti nei taccuini di Moore, insieme ai numerosi oggetti colle-
zionati durante le passeggiate sulle spiagge della costa del Suffolk, sono essenziali
per comprendere il suo rapporto con la natura. Lartista non la considera esclusi-
vamente quale soggetto, ma la riconosce innanzitutto quale maestra per il proprio
processo creativo: i sassi e le rocce [. . . ] mostrano il modo in cui la natura lavora
la pietra. Nei sassi levigati del mare si vede come, attraverso lo sfregamento, la su-
perficie della pietra si consumi, si eroda fino a divenire liscia e lucida, assumendo
via via una forma in cui prendono corpo i principi dellasimmetria61 .
Le sue sculture, come dimostra Recumbent Figure62 , hanno laspetto di oggetti
formatisi in modo spontaneo, dallazione casuale degli elementi naturali, in cui le
sembianze umane emergono per accenni. In modo ancora pi marcato in unopera
come Four Piece Composition (Reclining Figure)63 del 1934 la forma sembra es-
sere stata modellata dal processo naturale di erosione: le maree e le forze ritmiche
delloceano, la consistenza della pietra, la superficie della spiaggia con la sua capa-
cit abrasiva sembrano essere state artefici dellimmagine che si presenta davanti
agli occhi dello spettatore64 . Composta di quattro elementi di marmo, Four Piece
Composition richiama in modo esplicito la passione di Moore per i ciottoli: i quat-
tro grandi elementi, che suggeriscono la figura umana, danno alla composizione
laspetto di un accostamento di objet trouv. Attraverso lattenta osservazione dei
processi naturali, Moore giunge a comprendere limportanza della conoscenza del
materiale, delle sue possibilit, della sua struttura costitutiva65 . Le forme delle sue
60
Oltre ad essere un simbolo della tecnica moderna, i raggi X erano familiari a Gabo per aver
studiato a Monaco con Rtngen, il premio Nobel che li aveva scoperti. Cfr. R. Olson, A. Chanin,
Gabo-Pevsner, Museum of Modern Art, New York 1948, p. 15.
61
H. Moore, Le qualit della scultura in Id., Sulla scultura, a cura di A. Salvini, Abscondita,
Milano 2002, p. 14.
62
Vd. Figura 14.
63
Vd. Figura 15.
64
Cfr. J. Burnham, op. cit., p. 96.
65
H. Moore, Le qualit della scultura in op. cit., p. 12.
10
ITINERA Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
opere nascono nel rispetto e nellascolto delle qualit dei singoli blocchi di pietra,
di ogni tronco dalbero: venature che ne definiscono le tensioni interne, consistenza
che determina il grado di libert con cui portare avanti il proprio lavoro, spingen-
dosi fino a perforare la massa. Con lesperienza [. . . ] si acquisisce la capacit
di mantenere lopera entro i limiti imposti dal materiale usato [. . . ]. Si pu forare
un blocco di pietra, il che non comporta necessariamente un suo indebolimento
se il foro ha forma, direzione e dimensioni appropriate66 . Le sculture sembrano
cos generarsi a partire da un nucleo interno. Racchiudendo lo spazio cavo la pie-
tra ne lascia emergere la forma, in tutta la sua evidenza e necessit67 : la massa
esterna avvolge la cavit situata al centro della composizione come un organo vi-
tale68 mettendo in evidenza linterdipendenza tra la forma organica delloggetto
scolpito, da un lato, e lo sviluppo organico del materiale, dallaltro69 .
Sassi dalle strane forme, radici, ossa, conchiglie, corazze di piccoli crostacei di-
vennero inoltre i soggetti, a partire dal 1932, di una serie di disegni, a cui venne da-
to il nome di Transformation Drawings. Partendo da un oggetto e modificandolo
schizzo dopo schizzo fino a che la chela di un granchio, per esempio, era tramutata
in una riconoscibile figura umana sdraiata70 Moore dimostrava la sua convinzio-
ne che, per quanti sono capaci di osservare in profondit, la forma umana pu
venir trovata in tutte le creazioni della natura71 . Questo procedimento permette
di intuire, a livello dellelaborazione delle forme, unanalogia con il metodo del-
le trasformazioni utilizzato da DArcy Thompson. In modo non dissimile, infatti,
DArcy Thompson si avvaleva di un procedimento di comparazione che conduce-
va al riconoscimento di una forma come dovuta alla variazione o deformazione
di unaltra72 , secondo il presupposto sperimentale per il quale mediante lazione
combinata di forze appropriate qualsiasi forma della materia possa trasformarsi in
unaltra73 . Sfruttando il metodo delle coordinate cartesiane, secondo modalit gi
note agli artisti fin dai tempi di Drer, DArcy Thompson aveva elaborato un pro-
cedimento mediante il quale il profilo di un organismo, inscritto in un sistema di
coordinate, veniva studiato osservando le alterazioni della forma ottenute in segui-
to alla deformazione del diagramma. Era cos possibile allo scienziato confrontare
organismi appartenenti alla stessa classe zoologica, dimostrando che le differenze
tra una specie e laltra sono essenzialmente differenze di proporzione o di relative
dimensioni74 .
In particolare, lo studio delle ossa port Moore ad unanalisi analogica fra la
66
H. Moore, Note sulla scultura in op. cit., p. 25.
67
Ibid., pp. 25-6.
68
R. Krauss, Passaggi. Storia della scultura da Rodin alla Land Art, a cura di E. Grazioli,
Mondadori, Milano 1998, p. 153.
69
Ibid.
70
A. Garrould, Introduzione in Henry Moore, vol. 2, Complete Drawings 1930-39,
The Henry Moore Foundation e Lund Humphies Publishing, London 1998, p. VIII.
71
Ibid., p. IX.
72
DArcy W. Thompson, op. cit., p. 293.
73
Ibid., p. 295.
74
Ibid.
11
ITINERA Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
struttura umana e quella di teschi animali. Gli ossi presentano una sorprendente
potenza strutturale unita a una forte tensione formale: questa solidit strutturale
non impedisce, tuttavia, unestrema sottigliezza nei passaggi da una forma allaltra
e una grande variet nei tagli75 . Nella serie di Elephant Skull76 sono raccolte
litografie prodotte a partire dallo studio di crani. Le forme sono indagate fin nel
loro interno, declinando linteresse per le strutture in un linguaggio fortemente
evocativo. Reclining Figure, Bone del 1982 dimostra come Moore sia in grado,
sulla scorta dei suoi studi anatomici e delle sperimentazioni dei Transformation
Drawings, di approdare, a partire da una forma naturale individuata come quella di
un cranio, ad unimmagine autonoma in grado di suggerire la forma umana, nella
posa tipica della sua produzione.
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ITINERA Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
accumulino sulle rovine81 , non si pu ignorare il fatto che assai spesso i rapporti
che essa ha saputo instaurare tra i fenomeni siano sopravvissuti al trascorrere delle
teorie e mutati dabito siano trasmigrati di sistema in sistema, finanche ai giorni
nostri82 . Lattivit dello scienziato pu dunque apparire a buon diritto a sua volta
sotto il segno della creativit, poich egli non solo immagina soluzioni possibili a
problemi che egli stesso pone, nel senso che interroga la natura con domande la cui
risposta implicita83 , ma riesce altres a dare di volta in volta una nuova interpre-
tazione del medesimo evento. Nondimeno la sua creativit di un tipo differente
rispetto a quella dellartista: lo scienziato mira infatti a comprendere, a sussume-
re cio il maggior numero di fenomeni sotto la medesima legge o classe di leggi.
Agli occhi dello scienziato le opere della natura si muovono allinterno di quegli
ordinati, vasti processi di tempo e spazio che possono essere compresi da quel-
lintelligenza umana che ne a sua volta parte84 . Dalla forma delle conchiglie
fino a quella delle galassie stato in grado di ravvisare leggi comuni per strutture
apparentate da somiglianze che si sono dimostrate essere non esclusivamente in-
tuitive. Ma creare significa qualcosa di pi grande, perch la creazione compie
un passo ulteriore che deve sempre basarsi sulla conoscenza e che tuttavia oltre
la conoscenza; perch le cose che locchio e la mente e la mano possono creare
sono infinite85 .
La creazione artistica per Gabo appunto il modo in cui luomo, accettando
i principi che sono alla base della natura86 si emancipa nei suoi confronti e divie-
ne causa ulteriore del suo accrescimento87 . Se dunque lartista contemporaneo
dal contatto con la scienza ha appreso nuove forme di conoscenza che non pu
esimersi dallintegrare nella visione della natura che comunica tramite le proprie
opere, nondimeno egli non pu limitare la propria attivit ad una rielaborazione
di un linguaggio dalla funzione diversa, chiaramente definita. La scienza inse-
gna, larte afferma; la scienza persuade, larte agisce. [. . . ] La scienza il veicolo
dei fatti essa indifferente o al massimo tollerante nei confronti delle idee che
stanno alla base dei fatti. Larte il veicolo delle idee e il suo atteggiamento nei
confronti dei fatti assolutamente parziale. La scienza guarda e osserva, larte ve-
de e immagina88 . Luso eclettico che Gabo fa nelle sue costruzioni dei metodi di
costruzione dei modelli matematici, di concetti come quello di spazio curvo o di
immagini mutuate dallindagine morfologica suggerisce apertamente che le sue co-
struzioni erano innanzitutto lespressione di una visione estetica intesa a distillare
81
Ibid., p. 237.
82
Cfr. ibid, pp. 237-38.
83
T. Cook, The Curves of Life, being an Account on Spiral Formations and their application to
Growth in Nature, to Science and Art, Dover Publications, New York 1978, p. 22.
84
Ibid., p. 21.
85
Ibid., pp. 21-22.
86
Spazio e tempo sono le uniche forme su cui la vita costruita e sulle qual pertanto larte deve
venir costruita. N. Gabo, The Realistic Manifesto, cit., p 32.
87
N. Gabo, The Constructive Idea in Art in Circle: International Survey of Constructive Arts,
cit., p. 8.
88
Ibid., p. 9.
13
ITINERA Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
lo spirito diffuso della visione del mondo della scienza moderna, anzich tendere
a visualizzare teorie che avrebbero potuto essere comprese solo da uno spettatore
informato89 . Una scelta, questa, motivata certo dal desiderio di rendere la propria
arte accessibile sul piano intuitivo al pi grande numero possibile di persone, ma
maturata innanzitutto nella consapevolezza, propria di ogni artista, che nulla che
sia esclusivamente corretto da un punto di vista matematico possa mostrare n le
caratteristiche della vita, n la capacit di attrazione della bellezza90 .
Affermare che la natura esibisce semplicemente un riflesso delle forme rigo-
rose contemplate dalla geometria91 non rende forse giustizia della sua inestingui-
bile fantasia, tuttavia ci fornisce una definizione facilmente applicabile anche alle
costruzioni di Gabo, cos come alle sculture di Arp e Moore. Le opere darte
sono [infatti] refrattarie alle semplici formule della matematica cos come lo sono
i fenomeni della vita organica92 . Nonostante lapparente esattezza delle linee, la
precisione delle curve e delle intersezioni dei piani, non c formula che governi,
ad esempio, la struttura di Costruzione Lineare nello Spazio n. 2. Il filo di nylon
disegna ad ogni passaggio successivo un profilo diverso e la sequenza che si genera
in tal modo, a dispetto dellindubbia regolarit, composta di forme mai identiche.
Concrezione Umana allo stesso modo rappresenta una sintesi eclettica di fenomeni
osservabili nei processi di crescita, dando luogo ad unentit formale impossibile
da individuare. Le sculture di Moore in misura assai pi marcata sfuggono a qual-
siasi schematizzazione, pur traendo la propria forma dal rispetto e dallosservanza
di quelle forze che in natura danno luogo ai fenomeni che determinano laspetto
del mondo sensibile.
Larte interpreta una natura di cui essa stessa parte; ed per tanto sem-
plicemente logico che le sillabe della sua interpretazione possano essere una eco
riconoscibile del linguaggio da cui esse stesse sono state ispirate93 . Raffinate dal
confronto con le leggi e le metodologie della ricerca scientifica, tali sillabe com-
pongono nelle opere dei tre artisti immagini che intrattengono un rapporto anfibio
con gli ambiti contigui eppur distanti della natura e della scienza. Se possibile
paragonare la loro arte alla morfologia o alla biologia, con le quali condivide los-
servazione della natura, del fenomeno della vita, vero per altro che non esclusi-
vamente luso del vocabolario proprio di queste scienze che porta Gabo quanto Arp
o Moore a produrre le proprie opere. Frutto di una conoscenza che non pu essere
ridotta a quella scientifica, in esse lintuizione gioca un ruolo fondamentale, che
si esplica non solo nella capacit di sintetizzare i caratteri dei singoli fatti naturali,
ma in quella condizione pi generale delluomo che consiste nella consapevolezza
di condividere con quegli stessi fatti la propria radice. Larte per questo a sua
volta non solo creazione, ma anche crescita. Produce forme ed immagini autono-
me, genera un accrescimento nel numero infinito delle cose: sopravanza il proprio
89
M. Hammer, C. Lodder, op. cit., p. 400.
90
T. Cook, op. cit., p. ix.
91
DArcy W. Thompson, op. cit., p. 193.
92
T. Cook, op. cit., p. x.
93
Ibid., p. xiii.
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DArcy W. Thompson, op. cit., p. 11.
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